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━━━━━━━━━ 𝒂 𝒘𝒂𝒊𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒈𝒂𝒎𝒆

𝒂𝒄𝒕 𝒕𝒘𝒐 // 𝒔𝒆𝒂𝒔𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒙

capitolo diciassette . . . . the vampire diares

༄ // ❝ ossessione ❞















Molly era seduta al bancone della cucina, leggendo uno dei libri che aveva trovato nello studio del padre di Tyler mentre mangiava un toast e beveva del tè ai frutti rossi.

Tuttavia, per quanto cercasse di concentrarsi sul libro davanti a sé, diventava sempre più difficile prestare attenzione dato che Tyler e Liv ridacchiavano ogni dieci secondi.

Molly si girò sulla sedia, vedendo i due giovani baciarsi selvaggiamente sul divano. "Gesù, prendetevi una stanza." disse, scuotendo la testa.

Il ragazzo Lockwood si allontanò dalla sua ragazza e guardò Molly infastidito. "Quanti anni hai? Dodici?"

Qualcuno bussò alla porta d'ingresso, interrompendo il loro gioco di sguardi. "Tu hai dodici anni." borbottò la bruna, prendendo in giro Tyler mentre si alzava dalla sedia e si dirigeva verso la porta d'ingresso con il suo toast in mano.

"Posso aiutarla?" disse la Denver mentre apriva la porta, vedendo sulla veranda un uomo anziano vestito con un completo elegante.

"Liv è qui?" chiese lui.

"Chi lo vuole sapere?" ribatté Molly con un cipiglio sul volto.

"Suo padre." rispose l'uomo, cercando di guardare dietro la ragazza per vedere se sua figlia fosse all'interno dell'enorme casa.

"Oh." mormorò Molly. "Oh." ripeté mentre si voltava. "Ehi... Liv, tuo padre è qui." gridò per farsi sentire dalla bionda.

"Che cosa?!" disse Liv dal soggiorno, staccandosi da Tyler e aggiustandosi la maglietta leggermente alzata.

Molly si girò di nuovo verso l'uomo di fronte a lei, in modo goffo e leggermente imbarazzato. "Molly Denver." disse, tendendogli la mano e aspettando che lui la stringesse. "Joshua Parker." si presento l'uomo, guardando la mano di Molly per un momento prima di stringerla.

"Sei quella Molly?"

"Sì." Molly sospirò, abbassando lo sguardo.

"Capisco." mormorò Joshua. "Luke mi ha raccontato quello che è successo con Kai e tutta la storia con il mondo prigione."

Molly annuì in risposta, incerta su cosa dire. "Mio figlio avrà ciò che si merita, non ti preoccupare." le promise l'uomo, facendo serrare la mascella della mentre si sforzava di sorridere.

Quell'uomo era uno stronzo e Molly lo sapeva ⎯⎯ si ricordava benissimo quello che le aveva raccontato Kai sulla sua infanzia.

"Papà?" disse Liv da dietro la bruna, facendo sì che la Denver spalancasse di più la porta ⎯⎯ considerando questa opportunità come una ottima via d'uscita da quella imbarazzante conversazione.

Lasciando a padre e figlia un po' di privacy, entrò rapidamente in soggiorno, dove vide Tyler cercare di rimettersi la maglietta velocemente.

"Cosa diavolo ci fa qui?!" sussurrò Molly con un cipiglio sul volto.

"Penso di avere un'idea." sussurrò il ragazzo Lockwood di rimando, precipitandosi in cucina per prendere le sue cose al volo.

"Dove stai andando?" gli chiese la Denver.

"A svegliare Kai." affermò Tyler, non degnandola di uno sguardo mentre si affrettava ad andarsene.

"Che cosa?!" rispose Molly mentre il cipiglio sul suo volto si faceva più pronunciato.

"Liv mi ha sempre detto che suo padre preferisce Jo a lei e Luke. Probabilmente è qui per convincere lei e Luke a fondersi in modo che Kai non sconfigga Jo..." affermò Tyler, afferrando le sue cose e sbirciando dietro l'angolo per assicurarsi che non potessero vederlo o sentirlo. "Quindi, se lascio andare Kai e lo faccio fondere con Jo... Liv non verrà uccisa da Luke."

"Sei fuori di testa?!" disse Molly, seguendolo mentre lui si dirigeva verso la porta sul retro. "Jo sta diventando più forte. Riuscirà a battere Kai eventualmente-"

"Non ho tempo per 'eventualmente'." affermò il ragazzo Lockwood salendo in macchina e facendo partire il motore ⎯⎯ pochi secondi dopo era partito. Molly avrebbe potuto provare a fermarlo più insistentemente, ma non voleva.

Quindi restò ferma mentre lo guardava guidare lungo la strada, allontanandosi dalla villa.

"Merda merda merda merda." borbottò la bruna tra sé e sé mentre tornava dentro, vedendo Liv e suo padre parlare in soggiorno.

"Non badate a me." disse Molly. "Voglio solamente mangiare il mio toast e bere il mio tè."

Joshua rivolse alla bruna un sorriso forzato mentre lei urlava internamente prima di sedersi di nuovo al bancone della cucina e fingere di leggere.

"Luke è più forte di me e tu lo sai." affermò Liv.

"E Kai è più forte di Jo." rispose suo padre. "Se vince, la congrega brucerà all'inferno!"

"E allora?!" disse la bionda con i capelli ricci.

"Ci ucciderà tutti." ribatté Joshua, urlandole contro come se fosse colpa sua.

Molly si girò sulla sedia, stanca di sentire quell'uomo parlare. "E se invece non lo facesse?" disse, facendo girare sia Liv che suo padre verso di lei con la fronte corrugata. "E se gli dessi un'altra possibilità?"

"Ho dato a quel ragazzo troppe possibilità." rispose Joshua, confuso sul perché la ragazza si fosse intromessa nella loro discussione. "Non si può curare un pazzo."

La Denver si morse l'interno del labbro, incanalando tutta la sua forza interiore per non mandarlo a farsi fottere. "La tua congrega è davvero più importante della tua famiglia?" gli chiese con le sopracciglia inarcate, sapendo già la risposta.

"Non ho bisogno della tua opinione." Joshua sospirò, evitando la domanda della bruna mentre incominciava ad infastidirsi. "Ho preso la mia decisione."

"Non è una tua decisione da prendere!" gli urlò contro Molly, alzando gli occhi al cielo e facendo una risata esasperata.

"Molly..." disse piano Liv, essendo grata per l'aiuto che la ragazza le stava offrendo, ma allo stesso tempo avendo paura della reazione che avrebbe potuto avere suo padre se avesse continuato a parlare.

"Scusa." rispose la Denver, facendo un respiro profondo e afferrando il suo libro. "Sono di sopra se hai bisogno di me." la informò, facendo un cenno a Liv prima di lanciare un ultimo sguardo verso Joshua mentre si dirigeva verso la sua stanza.

. . .

Oggi era, per Molly, il primo giorno di ritorno alla Whitmore. Evento di cui non vedeva l'ora di partecipare da quando era tornata a casa ⎯⎯ se solo gli altri studenti e professori sapessero dov'era finita veramente.

Era seduta in fondo all'aula, prendendo appunti mentre il suo professore parlava e il proiettore che pendeva sopra la sua testa fungeva da riflettore. "La trapanazione del cranio è un tipo di intervento chirurgico in cui viene praticato un foro nel cranio mediante un trapano, andando a scoprire la dura madre al fine di trattare stenosi, ipertensione cranica o rilasciare l'accumulo di sangue sotto pressione da una lesione." iniziò. "La prima trapanazione fu eseguita intorno agli inizi del 1700-"

Molly alzò velocemente la mano. "In realtà, ci sono stati migliaia di teschi trapanati in una caverna in Francia che risale al 6500 a.C."

Il professore sembrò preso di sorpresa, quindi sfogliò velocemente i suoi appunti e li esaminò. "Ben detto." ammise, facendo sorridere Molly tra sé e sé. "Posso capire che i tuoi studi all'estero siano andati bene."

Molly sembrò confusa per un secondo. "Oh si." annuì poco dopo. "Sono andati benissimo." il professore le fece un cenno col capo e poi continuò a insegnare la sua lezione.

Passarono due ore e la bruna aveva preso sette pagine intere di appunti in una sola lezione. Quando suonò la campanella, si mise lo zaino sulle spalle e si incamminò verso la porta, pronta ad uscire ⎯⎯ però il professore la fermò. "Sei occupata ora?" le chiese.

Molly scosse la testa, un po' confusa e lui le sorrise. "Ho una riunione tra cinque minuti e uno studente mi ha chiesto un piccolo aiuto con lo studio. Potresti condividere i tuoi appunti con lui? Ti darò del credito extra." disse.

Molly sorrise ampiamente. "Certo, non c'è problema."

"Grazie mille." il professore le sorrise di nuovo. Era un uomo gentile, vecchio e felice.

Psicologia era il suo corso preferito alla Whitmore. Così aprì lo zaino per prendere i suoi fogli, girandosi per vedere a chi dovesse consegnare i suoi appunti mentre la luce del proiettore le impediva di vedere qualsiasi cosa.

Mettendosi una mano davanti alla faccia e facendo un passo avanti, vide un ragazzo seduto in prima fila, ma quando i suoi occhi si abituarono alla luce capì immediatamente chi era.

"Grazie di nuovo." disse il professore. "Sono felice di riaverti in classe." affermò, annuendo prima di uscire dalla sua classe e dirigersi verso la imminente riunione.

Molly gli fece un sorriso falso prima di voltarsi e vedere Kai che picchiettava la matita sulle pagine di un quadernetto. "Ora mi stai anche seguendo?!" gli gridò contro, con gli occhi spalancati.

"Cosa?" lui alzò le spalle, come se non avesse fatto niente di male. "Volevo solo vedere come vai a scuola." ammise, tenendo in mano il suo taccuino. "Ho tenuto traccia di quante volte hai corretto l'insegnante." indicò i riscontri all'angolo della sua pagina. "Diciassette." sussurrò, scandendo bene le lettere della parola mentre Molly diventata rossa per l'imbarazzo.

"Cosa vuoi da me?" la Denver scosse la testa disperata. "Sto cercando di riprendermi la mia vita e tu continui a... sbucare fuori dal nulla. Letteralmente."

Kai inclinò la testa di lato e le sorrise felicemente. "Mi sei mancata."

Molly scosse la testa e chiuse gli occhi, rinunciando a discutere con lui. Ma per quanto non volesse ammetterlo, era bello sentire qualcuno dire che gli mancavi, anche se la stava solo prendendo in giro.

"Devo aver bisogno di qualcosa per venire a salutarti?" chiese Kai innocentemente.

"Non mi sei venuto a salutare, mi stai seguendo." ribatté la bruna, incrociando le braccia.

"Come va?" le chiese il ragazzo Parker, facendo aggrottare la fronte della Denver. "Cosa?" era confusa per le sue domande, confusa perché gli importasse così tanto.

"Tipo... come ti senti?" specificò.

Molly guardò l'orologio sul muro e sospirò. "Bene. Sto bene." affermò, lasciandosi cadere sulla sedia accanto a lui.

"Sembri stanca." disse Kai con un cipiglio leggermente preoccupato.

"Non ho dormito molto ultimamente." ammise la bruna.

"Perché?" domandò il sifone.

Lei lo guardò per un momento e poi abbassò di nuovo lo sguardo a terra. Perché gli importava così tanto? "Ho paura che tu possa presentarti nella mia stanza nel cuore della notte."

Kai schioccò la lingua, non credendo ad una singola parola uscita dalla bocca della Denver. "Ti ho già detto che non devi mentirmi." disse. "Qual è il vero motivo per cui non dormi molto?"

A Molly faceva male il petto, voleva urlare. Voleva dirgli tutto quello che provava, perché lei stessa non conosceva veramente i suoi sentimenti. Ma al posto di farlo strinse la mascella, nel tentativo di tenere la bocca chiusa. "Molly..." sussurrò Kai, non togliendole gli occhi di dosso mentre la incitava a parlare.

Molly sentì il suo cervello arrendersi mentre lasciava che il suo cuore vincesse sui suoi sentimenti... di nuovo. Girandosi verso di lui, scosse la testa ripetutamente, non credendo a quello che stava per dire. "Perché ho paura che ti succeda qualcosa." ammise a bassa voce.

L'espressione facciale di Kai non cambiò di una virgola. "Ho paura che se vado a dormire, mi sveglierò la mattina dopo con la notizia che Jo ti ha battuto nella fusione... e tutti festeggeranno... e io dovrò fingere di essere felice con loro..."

"Mi fonderò con Luke." Kai la interruppe. Non lo aveva detto con il suo solito tono condiscendente, non la stava prendendo in giro né stava scherzando ⎯⎯ stava semplicemente parlando con lei.

"Come?" chiese Molly, deglutendo a fatica con uno sguardo sorpreso.

"Adesso abbiamo la stessa età." affermò. "Funzionerà."

"E se così non fosse?" disse di nuovo la bruna.

Il ragazzo Parker non staccò gli occhi dalla figura della Denver mentre lei invece li abbassava, fissando il pavimento. "Funzionerà."

L'attenzione di Molly tornò su Kai quando sentì il suo mignolo avvolgere il suo. Lei lo guardò e nessuno dei due disse nulla per un lungo momento mentre i loro mignoli si univano.

Kai parlò di nuovo. "Lo prometto."















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@ -𝒏𝒙𝒑𝒕𝒗𝒏

𝒘𝒐𝒓𝒅 𝒄𝒐𝒖𝒏𝒕 // 1929

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