❨ 𝟬𝟬𝟴 ❩

━━━━━━━━━ 𝒂 𝒘𝒂𝒊𝒕𝒊𝒏𝒈 𝒈𝒂𝒎𝒆

𝒂𝒄𝒕 𝒐𝒏𝒆 // 𝒔𝒆𝒂𝒔𝒐𝒏 𝒔𝒊𝒙

capitolo otto. . . . the vampire diares

༄ // ❝ rabbit trap ❞
















Molly si svegliò al suono della musica al piano di sotto. Le ci volle un secondo per ricordare dov'era, e quando lo fece... si sentì male. Si strofinò gli occhi mentre si sedeva e si lasciò sfuggire uno sbadiglio, sollevò la camicia e vide che la sua ferita era completamente guarita.

Si tolse le coperte e si rimise i vestiti che aveva ieri. Il patto che aveva fatto con Kai non era stato pianificato, quindi non aveva nessuna delle cose che aveva raccolto dopo i due mesi passati lì.

Molly lanciò un'occhiata alla maniglia della porta ancora a terra e poi di nuovo alla porta. Poteva tranquillamente restare lì tutto il giorno senza dover vedere Kai, ma stava morendo di fame e aveva bisogno delle sue cose.

Aprì la porta e si raccolse i capelli in una coda di cavallo mentre scendeva le scale. Kai stava canticchiando la canzone che suonava dallo stereo in cucina, e quando la vide alzò lo sguardo per sorriderle mentre la Denver si faceva strada verso il fondo delle scale.

Stava preparando una grandissima colazione fatta di pancake, waffle, frittelle, bacon, toast, uova, della frutta fresca tagliata in due ciotole e due bicchieri di succo d'arancia messi l'uno accanto all'altro.

"Ho preparato la colazione." disse Kai mentre tornava a cucinare le uova sul fornello. Molly annuì lentamente e si guardò intorno. "Lo vedo." era sull'orlo di piangere per quanto tutto sembrasse così bello.

"Hai intenzione di mangiare oggi?" le chiese lui. "Non lo so, mi darai fastidio?" Molly alzò le sopracciglia.

"Oh andiamo." disse Kai, afferrando la padella dal fornello e mettendo le uova su un grande piatto. "Ti piaccio, ammettilo." il lupo aggrottò le sopracciglia mentre si appoggiava alle scale. "No, Kai. Non credo proprio."

"Oh." il sifone si mise una mano al cuore, facendo il finto offeso prima di indicare tutto il cibo sul bancone. "Buon appetito." sorrise felicemente. 

Molly sospirò, afferrando un piatto e servendosi del cibo. Kai si allungò verso di lei per afferrare un pezzo di pane tostato e lei sussultò leggermente quando si avvicinò troppo. Il sifone si bloccò sul posto e la prese in giro, guardandola dall'alto in basso. "Non ti farò del male, rilassati."

"L'hai già detto. Poi mi hai colpito in testa con un sasso." ribatté Molly mentre Kai si allontanava, prendendo un morso del toast. "Beh, allora le cose erano diverse. Siamo nella stessa squadra ora."

Molly non voleva discutere con lui, così prese semplicemente il suo piatto e lo mise nello stesso posto in cui si era seduta la scorsa notte, il più lontano possibile da lui. I due iniziarono a sgranocchiare velocemente il cibo ━ il silenzio cadde su di loro per un po' prima che Kai iniziasse a parlare.

"I lupi mannari mangiano più degli umani?" le domandò. Molly non sapeva se fosse una domanda genuina o un insulto. "Sì." gli rispose non guardandolo negli occhi e dando un morso a una fragola.

"Sei davvero magra." aggiunse Kai. Molly chiuse gli occhi ed emise un sospiro, riaprendoli dopo qualche secondo. "Non ho mangiato molto in questi giorni, sono troppo occupata a trovare un modo per uscire di qui." disse, pensando a tutto il lavoro che aveva fatto e che era andato a puttane.

"Non è molto salutare." ribatté lui, mangiando un boccone di frittella dalla forchetta. "La colazione è il pasto più importante della-" tuttavia venne interrotto prima che potesse continuare. "Puoi... smettere di parlare?" lo supplicò, la sua voce le faceva venire voglia di urlare.

"No, non fa parte dell'accordo." rispose lui. "Possiamo metterlo nell'accordo?" gli chiese. "Non funzionano così gli accordi." ribatté Kai.

"Dio mio." Molly si massaggiò le tempie e finì l'ultimo boccone di cibo che era rimasto nel piatto prima di parlare di nuovo. "Vado a casa di Damon a prendere la mia roba... tornerò tra un po'." lo informò, afferrando il suo piatto e portandolo nel lavandino.

"Vengo con te." disse Kai, facendo lo stesso. "No, non ti scomodare." rispose Molly, aprendo il rubinetto e pulendo il suo piatto. Kai si mise di nuovo accanto a lei, quasi invadendo il suo spazio vitale. "Voglio sapere di più su di te."

Molly cercò di non reagire alle sue parole, ma per qualche motivo era bello sentirlo. "Preferisco fare le cose da sola." gli rispose, facendo un cenno del capo e mandandogli un sorriso forzato prima di afferrare il suo zaino e iniziare ad uscire dalla porta.

"Lo vedo." ribatté Kai. "Ma sono solo da diciotto anni e l'unica cosa che voglio fare è parlare con qualcuno, quindi penso che la mia causa vinca." Molly si voltò verso di lui, esitando prima di annuire e lasciarlo avvicinare.

Il sole primaverile illuminava i loro volti mentre camminavano in mezzo alla strada, l'uno al fianco dell'altro. La Denver avrebbe preferito non dover parlare, ma Kai la pensava in modo molto diverso. "Da quanto tempo sei un... lupo mannaro?" domandò il sifone.

Molly lo guardò confusa e poi tornò a guardare la strada ━ aveva una strana ossessione per il fatto che lei fosse un lupo. "Tutta la mia vita, ma ho innescato la maledizione quando avevo sedici anni." gli rispose.

"Ah, giusto." Kai annuì. "Come?" la ragazza rabbrividì. "Stavo messaggiando e guidando nello stesso momento." gli raccontò, vergognandosi di se stessa. "Messaggiando?" il sifone la guardò confuso.

Molly si era dimenticata che lui non sapeva ancora molto del mondo moderno. "Ehm, è come chiamare qualcuno ma... non devi parlare con loro, puoi semplicemente... mandargli delle parole?" cercò di spiegarlo, ma era difficile esprimerlo a parole. "Come un'e-mail?" chiese Kai. "Oh, esatto." confermò lei.

"É stato cruento?" domandò lui. "Che cosa?" domandò lei a sua volta, un po' confusa. "L'incidente d'auto." l'espressione di Molly passò da contenta a infastidita. "Ma scusa, sei appassionato di cadaveri o una riba del genere?" disse quasi offesa.

"Scusami." Kai rise. "Non sono più molto bravo nelle interazioni sociali." si giustificò mentre i due continuavano a camminare. "Non lo ero neanche prima che rimanessi bloccato qui."

"Capito." rispose Molly sussurrando. "Chi hai ucciso?" chiese lui di nuovo, ignorando i chiari segnali che gli dicevano che la sua compagna di viaggio era evidentemente a disagio ━ o forse semplicemente non li aveva notati.

"Non voglio parlarne, Kai." Molly inspirò bruscamente. "Va bene, di cosa vuoi parlare?"

Lei pensò per un secondo. Molly aveva ottenuto una borsa di studio a Stanford per il loro precoce programma di psicologia, ma aveva deciso di studiare matematica ad Harvard ━ fino a quando la sua maledizione non peggiorò e dovette accontentarsi di Whitmore ━ tuttavia era ancora molto interessata alla psicologia e le interessava molto conoscere la mente degli psicopatici.

"Sei sempre stato così?" gli chiese la Denver. "Così come? Incredibilmente bello e affascinante?" rispose lui, ridendo mentre continuavano a camminare. Molly si lasciò scappare una risatina. "No. Uno psicopatico che uccide i bambini."

"Credo di si." disse Kai onestamente. "Non credo che le cose andassero veramente male fino a quando ho compiuto dodici anni e ho iniziato a rendermi conto di come la mia famiglia mi trattava." Molly aggrottò le sopracciglia. "Come ti trattavano?"

"Ero un difetto per loro. Una pecora nera." lui alzò le spalle. "Ero come un giocattolo rotto con cui nessuno voleva giocare e invece di aiutarmi a imparare a controllare i miei poteri da sifone, mi hanno semplicemente ignorato." gli occhi di Molly si addolcirono mentre parlava.

"Mio padre non mi permetteva di avvicinarmi a nessuno dei miei fratelli per paura che prendessi tutta la loro magia. Ma non funzionava così, avevo una specie di controllo su me stesso. E lui lo sapeva, ero semplicemente troppo lavoro." Molly si chiese da dove provenisse tutta quella vulnerabilità.

"Andavano a cena nei ristoranti senza di me, andavano in vacanza senza di me. In realtà mi piaceva il liceo perché ero circondato da un gruppo di umani che non avevano idea di cosa fossi. Anch'io ero bravo, amavo imparare. Amavo l'arte. Amavo lo sport." si fermò di nuovo. "Se non fossi nato in una fottuta congrega ossessionata dai gemelli, probabilmente non sarei diventato così. Probabilmente sarei un dottore. Avrei la mia casa... e... e una famiglia. E sarei felice, credo."

Kai smise di camminare e si limitò a guardare avanti ━ divenne tutto dolorosamente silenzioso e alquanto inquietante. Lui si voltò lentamente verso Molly. "Ma sono nato in una fottuta congrega ossessionata dai gemelli, e a tredici anni ho ucciso il mio primo animale. Solo una farfalla. Gli ho tagliato le ali e l'ho vista lottare per volare via." disse, avvicinandosi a Molly. "Poi sono passato a cose più grandi. Ho messo delle trappole nei boschi dietro casa mia. Ho preso un coniglio una volta. Era carino, tenero e innocuo... e non aveva idea di cosa stessi pensando. Ma gli ho comunque tagliato la gola."

Molly si sentiva come quel coniglio in quel momento. Sentiva di essere nella trappola di Kai, carina, tenera e innocua. E non sapeva cosa stesse pensando. "Perché?" gli chiese deglutendo a fatica.

"Perché mi ha fatto sentire potente." disse piano Kai. "Erano loro quelli deboli e io ero sul piano dominante." Molly elaborò le sue parole. "E i tuoi fratelli..." cominciò. "Anche loro erano i più deboli." Kai fece un piccolo respiro mentre la osservava parlare, annuendo. "Tu mi capisci."

Molly si riprese immediatamente dallo stato di stordimento in cui era finita a causa della sua sete di sapere. "No, non è vero." disse. "Non ti capisco per niente."

Kai si raddrizzò, la Denver non si era accorta che lui si era leggermente chinato per arrivare al suo livello ━ o di quanto fosse vicino al suo viso. "Questo è tutto nel passato però. Mi piace chi sono adesso." disse, riprendendo a camminare. "Immagino sia l'unica cosa positiva di questo posto. C'è molto tempo per amare sé stessi." sorrise a Molly. "Letteralmente e fisicamente, se capisci quello che intendo."

Molly gli lanciò uno sguardo disgustato prima di seguirlo fino alla veranda della casa dei Salvatore.
















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@ -𝒏𝒙𝒑𝒕𝒗𝒏

𝒘𝒐𝒓𝒅 𝒄𝒐𝒖𝒏𝒕 // 1707

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