One-shot per contest
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Traccia: "Vieni da una famiglia di rispettati eroi. Tutti e tre i tuoi fratelli maggiori sono conosciuti come delle potenze, ma tu li vedi raramente dato che sono sempre impegnati a salvare la città. Un giorno realizzi che l'unico modo per vedere tutti i tuoi fratelli è diventare una cattiva. Esce fuori che sei molto più brava di quanto pensassi e le cene di famiglia diventano a un tratto il momento più divertente della giornata."
Quella sera dovevano venire a mangiare da noi i miei tre fratelli, Alexander (soprannominato da noi Alec), Connor e Christina. Tutti e tre supereroi, tutti e tre con bellissimi poteri e tutti e tre sempre fuori casa per combattere il crimine. Io invece, che ero ancora minorenne (ma ancora per poco:), stavo a casa con nostro padre. Da qualche tempo avevo scoperto un'altro uso del mio potere, che a prima vista poteva sembrare inutile, ma poi si rivelava perfetto per le rapine: Facevo crescere e discrescere le piante, o almeno era questo che credevano i miei fratelli e nostro padre. In realtà oltre a questo potevo fare la stessa cosa sulle persone e da qualche mese lo usavo a mio favore per poter fare la supercattiva e stare così più vicina ai miei fratelli.
Alle 8.30 precise sentii il campanello suonare, quindi scesi di sotto e me li ritrovai davanti.
<<Ciao bentornati>>
A quel punto Connor, quello con cui ero più legata, mi prese e mi abbracciò. Ricambiai l'abbraccio e poi mi staccai. Mi parve anche di sentire un "ciao sorellina" da Alec, ma da Christina neanche un cenno per farmi capire di avermi vista. Christina era sempre stata odiosa con me, anche se non ne so il motivo. Ad esempio quando eravamo più piccoli, io di 3 anni, Chri di 7, Connor di 8 e Alec di 10, lei giocava sempre con i due maggiori e a me non calcolava neanche morta. Probabilmente era perché le avevo fregato il posto di "piccola di casa" ma mica è colpa mia se sono nata.
Ci sedemmo a tavola ed iniziammo a mangiare, finché mio padre non chiese come andava la battaglia contro il crimine.
<< Bah in realtà c'è un criminale che proprio non riusciamo a catturare, non so se ne hai sentito parlare, si chiama...>> Intervenne Alec.
<< BlackPseudonymous >>
Oh cavolo dovevo stare zitta. Perché di preciso avevo parlato???
<< Si esatto Nihal come facevi a saperlo? >>
<< Oh beh io... Ascolto il telegiornale ovviamente >>
La cena procedette tranquillamente finché non arrivò una notifica dal mio orologio e mi apparve la cartina di New York, con varie notifiche sparse per la città, sulla retina dei miei occhi. Infatti avevo acquistato delle specie di lenti a contatto che erano elettroniche. Le avevo ovviamente pagate moltissimo ma ne era valsa la pena, almeno così potevo gestire le cose senza che gli altri potessero vedere. In questo modo i miei fratelli non mi avrebbero scoperto e io non avrei rischiato di essere odiata da tutta la mia famiglia e poi, in seguito, da tutta Europa.
<< Comunque ti devo parlare un momento Nihal >> disse Connor
<< Ok >>
Chissà cosa voleva dirmi, che si fosse insospettito?
Mi trascinò in camera mia e chiuse la porta.
<< Vorrei delle spiegazioni >>
<< P-per cosa? >>
Oddei. Mi aveva scoperto. Ero fregata.
<< Perché.... Mi hai regalato quella felpa orribile per Natale? >>
<< Ah sì ahahah era uno scherzo, sapevo che il rosa non ti piaceva, il vero regalo è qui >> risposi tirando un sospiro di sollievo e avvicinandomi alla cassettiera. Tirai fuori un pacchetto verde e glielo porsi.
<< Grazie... Comunque dove tieni i soldi che hai rubato? >>
A quel punto mi alzai di scatto e battei la testa contro il davanzale.
<< COSA?! >> mi aveva preso completamente di sorpresa.
<< Sì, sai, visto che sei tu BlackPseudonymous, pensavo che magari avessi rubato soldi da quelle banche.... Parlando seriamente, hai due possibilità, o riporti tutte quelle persone alla loro età e restituisci i soldi, oppure ti smaschero davanti a tutta la famiglia e poi ti porto in prigione. Decidi tu >>
Non avevo più parole. Non sapevo che dire, cosa fare. Avrei voluto scappare, scappare dai miei problemi, dalla mia famiglia, da tutto, ma avevo le gambe congelate.
<<E poi vorrei sapere.... Perché lo hai fatto?>>
<< Volevo stare più vicina a voi >> a quel punto sentii le mie calde lacrime che scendevano inesorabili << Siete sempre fuori casa e non vi vedo mai >>
Connor mi abbracciò e mi consolò poi mi disse:
<< Se fai ciò che ti ho detto quando sarai maggiorenne, il che accadrà tra poco più di un mese, potrai diventare come noi e a quel punto staremo sempre insieme promesso >>
Ci staccammo e tornammo in cucina, dove gli altri di guardavano con sguardo interrogativo, ma che noi ignorammo.
Da quel giorno ogni tanto di notte mi presentavo nelle stanze in cui tenevano le persone che avevo trasformato in bebè e le riportavo all'età che avevano prima della trasformazione, poi restituii i soldi e, dopo il mio 18esimo compleanno, diventai una supereroina e combattei il crimine con i miei fratelli.
_vvesly_ Pareri?
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