one-shot
gelato.
Quel giorno c'era il sole e io avevo molti impegni e poca voglia di svolgerli. Non che fosse una novità, nossignore, mi capitava spesso in quel periodo.
Una telefonata dopo l'altra, tutte uguali: sig. Derci ho un grave problema... sig. Derci mi deve aiutare a risolvere questo... sig. Derci il mio computer è impazzito... sig. Derci il capo ha richiesto quello... Insomma, mai un attimo di pace.
Stavo giusto camminando per la strada verso l'ufficio quando sentii un suono familiare: il camioncino dei gelati. Beh, mi dissi, mi meritavo una pausa prima di andare ad affrontare i problemi del mio capo.
Corsi verso di esso e non mi accorsi dell'auto che correva a tutta velocità verso di me.
Provò a fermarsi, ci provò eccome, ma era inevitabile, così venni investito in pieno.
L'autista scappò via prima che qualcuno riuscisse a vedere l'autista in volto o a segnarsi la sua targa e io rimasi a terra, sanguinante, con lo sguardo appannato ancora rivolto verso quel maledetto camioncino. Volevo un gelato. Lo ripetei ad alta voce mentre il gelataio chiamava l'ambulanza, mentre il capannello di persone intorno a me si ingrandiva, ancora mentre i medici mi caricavano sulla barella per portarmi in ospedale. Non riuscivo a dire altro. Lo dicevo all'infermiera che mi attaccava la flebo, al medico che mi applicava il gesso, alla bambina che mi guardava da lontano e addirittura al cielo, quasi che Dio potesse accontentare la mia richiesta. Ma nessuno me lo dava. Alcuni mi dicevano "quando starai meglio" , altri mi guardavano male e altri ancora si limitavano a non rispondermi.
Non ne capivo il motivo. Io volevo solo un gelato.
Quando vidi passare il gelataio che mi aveva soccorso lo chiamai urlando, ignorando le fitte di dolore che ciò provocava in me. Finalmente mi sentì. Si avvicinò a me e gli spiegai chiaramente cosa volevo e come.
"Torno subito" mi disse, con il suo accento straniero. E tornò. Mi portò una bella coppetta panna e cioccolato fondente ma, arrivato sul punto di darmelo, inciampò sul palo della flebo e quello si disperse per terra.
Urlai dal dolore. Lui si affrettò a chiamare l'infermiera, credendo che mi stessi sentendo male. In realtà avevo realizzato una cosa: non mi piaceva il gelato.
traitxr- sì lo so, non ha senso ahahaha è strano ma mi piace.
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