❨ 𝟬𝟯𝟯 ❩
𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗍𝗋𝖾𝗇𝗍𝖺𝗍𝗋𝖾 → ʷʰᵃᵗ'ˢ ᵗʰᵉ ᵏᶤᶰᵈᵉˢᵗ ʷᵃʸ ᵗᵒ ˢᵃʸ ʸᵒᵘ ᵗᵒᵒᵏ ᵃʷᵃʸ ᵐʸ ᶠʳᶤᵉᶰᵈ˒ ᵐʸ ᵇᵘᵈᵈʸˀ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑪 // 𝒔𝒄𝒊𝒐𝒄𝒄𝒉𝒊 𝒊𝒏𝒏𝒂𝒎𝒐𝒓𝒂𝒕𝒊
〔 episode 12 . . . . season 4 〕
༄ // ❝ nel mirino del killer ❞
Dopo il suo tentativo di uccidere Rebekah la notte prima, Kol era scomparso ━ insieme al paletto di quercia bianca e al resto dei pugnali.
Era determinato a non permettere a nessuno di svegliare Silas, e si stava assicurando che nulla gli impedisse di farlo.
Klaus, tuttavia, aveva un piano. Sapendo che Rebekah aveva tenuto il suo pugnale dopo l'ultima volta che l'aveva usato su di lei, aveva chiesto l'aiuto di Stefan per riprenderselo, così da poterlo usare su Kol.
E, sebbene Audrey non approvasse il piano, sapeva che non c'erano molte altre opzioni. Non se voleva tenere Jeremy al sicuro. Lo aveva chiamato per controllare come stava, e lui le aveva assicurato che stava bene e che si era rinchiuso in casa con Elena e Matt.
Quindi, quando Klaus aveva chiesto il suo aiuto per tenere d'occhio Damon, la bruna aveva deciso di accettare. Dato che Kol non era stato invitato a casa dei Gilbert, Jeremy era al sicuro per il momento, e l'obiettivo era quello di risolvere la situazione prima che peggiorasse.
La Gilbert non aveva detto a Elijah cosa stava succedendo e non aveva intenzione di farlo. L'ultima cosa che voleva fare era preoccuparlo e riportarlo in città con Kol che si stava comportando come un pazzo.
Era più al sicuro a New York, e finché lei non si toglieva il ciondolo dal collo, non correva alcun pericolo.
"Spostati." disse Audrey mentre dava un leggero calcio a Damon, facendogli alzare gli occhi al cielo prima di sedersi sul letto della cella, spostandosi in modo che la bruna potesse sedersi accanto a lui.
Stefan aveva lasciato lei e Klaus delle piccole fiale di sangue da dare a Damon e delle precise istruzioni di spezzargli il collo se necessario.
Prendendogli la piccola palla di mano, Audrey la lanciò contro il muro e la afferrò con facilità. "Quella è mia." disse Damon, accigliandosi mentre gliela toglieva dalle mani.
"Sai, non avremmo questo problema se tu avessi fatto da subito il tuo lavoro." intervenne Klaus, appoggiandosi al muro di fronte a loro. "Ero perfettamente d'accordo che fossi tu ad addestrare Jeremy."
Damon si lasciò sfuggire una smorfia. "No, non è vero." lo guardò. "Sei arrivato al lago il secondo giorno. Sai quanto è difficile far concentrare una testa fusa dai videogiochi?"
"E poi, quando ho trasformato degli ubriaconi in vampiri da farglieli uccidere, tu hai lasciato che lo facesse Kol." continuò Klaus, come se non avesse colpe.
"Non di nuovo." mormorò Audrey tra sé e sé, chiudendo gli occhi con un sospiro mentre si passava una mano sul viso.
"Tuo fratello è un problema tuo, amico, non mio."
Klaus si limitò a guardarlo, per nulla impressionato. "E di chi è stata la brillante idea di fornire a Jeremy una coscienza, eh?"
Audrey aprì gli occhi, prendendo la palla dalle mani Damon e lanciandola addosso all'originale. Lui la fissò, e lei si limitò a guardarlo con aria assente.
Damon si schiarì la gola, cercando di nascondere una risatina mentre continuava. "Beh, non potevamo permettergli di uccidere Elena nel sonno, vero?" sottolineò.
"Ah, sì, per amore di Elena." rifletté Klaus con un cenno del capo. "Com'è riuscita a perdonare ogni azione terribile che hai commesso? È una scelta che fa consciamente o è qualcosa di più patologico?"
"Qualcuno è più propenso al perdono di altri." affermò Damon, lanciandogli un'occhiataccia. "Tu, su una scala da uno a dieci, sei a meno cinquecento."
L'ibrido si limitò a sorridere, per niente turbato dalle sue parole. "Andiamo. Deve esserci un segreto. Non può essere solo il vincolo di asservimento. Cos'è? L'hai soggiogata? L'hai manipolata?" Damon non rispose. "Che cosa le hai detto?"
Il Salvatore alzò un sopracciglio. "Credo che questo abbia a che fare con una certa vampira bionda. Io credo che tu abbia ucciso Carol Lockwood, e ora temi che Caroline non ti perdonerà mai."
Audrey si accigliò, ma non disse nulla. Aveva sentito di quello che Klaus aveva fatto a Carol Lockwood, ma con il modo in cui Tyler si sentiva riguardo ai vampiri originali, la bruna dubitava che avrebbe apprezzato il suo conforto. Non con quanto si era avvicinata a Klaus.
Con tutto quello che era successo da quando era tornata, lei e Caroline non avevano avuto la possibilità di vedersi, ma Audrey le aveva scritto appena aveva avuto un momento. Con tutto quello che stava succedendo, sapeva che la bionda aveva molto sulle spalle.
"Tu hai fatto di peggio." Klaus scrollò le spalle.
"Discutibile." ribatté Damon. "Vedi, non mi importa di essere il cattivo, perché qualcuno deve esserlo per sistemare le cose. Tu fai cose crudeli senza motivo. Solo perché sei un bastardo."
"Discutibile."
Damon si limitò a scrollare le spalle, tornando a lanciare la palla in aria con un sospiro. "Se devi essere cattivo, devi averne un motivo. Altrimenti, non meriterai il perdono."
* * *
Il tempo passava lentamente a fare la guardia carceraria, ma Audrey stava comunque riuscendo a tenersi occupata.
Con il suo telefono in mano, aveva inviato messaggi a Jeremy un paio di volte per vedere come stava, ma non aveva ricevuto alcuna risposta. Aveva provato con Elena, ma non aveva risposto neanche lei. Sapeva che sarebbe potuta andare a vederli dopo aver finito con Damon, ma non capiva perché né suo fratello né sua sorella le stavano rispondendo.
Le sue labbra si contrassero verso l'alto mentre il nome di Elijah appariva sul suo schermo, chiedendole se stava bene. Erano passati solo pochi giorni, ma le mancava più di quanto lasciasse intendere.
"Il silenzio stampa di tuo fratello mi fa infuriare." mormorò Klaus, guardando accigliato lo schermo del suo telefono.
"È il suo marchio di fabbrica." rifletté Damon. "Come il suo sguardo e i suoi capelli."
"Non capisco perché ci metta così tanto." continuò l'ibrido. "Voglio dire, quanto è difficile rubare un pugnale?"
"Rubare un pugnale a un vampiro che è stato pugnalato tante volte quanto tua sorella, io direi difficile." disse Damon senza mezzi termini. Klaus sospirò e gli lanciò una fiala di sangue, che il Salvatore prese con facilità. "Grazie."
"Sono un po' deluso, Damon." affermò l'originale. "Non ci stai provando davvero a uscire da qui. Mi aspettavo l'artista della fuga, non il povero rassegnato."
"Beh, sono stato soggiogato per uccidere Jeremy, quindi è meglio che stia qui a chiacchierare con te e la piccola Gilbert, anziché uscire e distruggere tutto come Hulk." rispose il corvino con un'alzata di spalle.
"E come credi che la stia prendendo la piccola Elena?" Klaus inarcò un sopracciglio mentre un sorrisetto gli compariva sulle labbra. "Visto che la tua incapacità di importi al comando di mio fratello rischia di farle perdere la persona che ama di più al mondo?"
"Mi conosce bene." rispose Damon. "E sa che controllare gli impulsi non è il mio forte."
"Deve essere molto difficile cercare di eguagliare Stefan." disse Klaus e Audrey concentrò la sua attenzione sul rispondere a Elijah. Conosceva bene la vita amorosa della sua sorella, non voleva sedersi e discuterne. Era il motivo per cui molte persone finivano per farsi male, e nonostante quanto affermasse di saperlo, sapeva che Elena non lo capiva.
"Ricordo quando l'ho soggiogato perché si nutrisse di Elena. Lui ha combattuto così duramente e alla fine ci è riuscito. Beh, quello è vero amore."
Damon alzò gli occhi al cielo. "E tu che ne sai dell'amore?"
"So che sei innamorato di Elena. Ma hai paura di quello che potrà succedere quando finalmente troveremo la cura alla fine dell'arcobaleno." iniziò l'ibrido, e Damon si limitò a distogliere lo sguardo da lui in silenzio.
"Personalmente, non immagino un lieto fine per te. Io vedo solamente Stefan ed Elena. E credo che lo sappia anche tu." il Salvatore rimase in silenzio mentre il telefono di Klaus iniziava a squillare, e lui rispose non appena vede il nome sullo schermo. "Bene, ecco qua il felice pazzo omicida."
Colta di sorpresa, Audrey si alzò in piedi e si avvicinò a lui per poter ascoltare la conversazione. "Lo sai che la tua cara ex sacca di sangue ambulante e suo fratello vogliono uccidermi?" Audrey si irrigidì e Klaus pure. "Che cosa?"
"Non fare l'ingenuo con me! La tua ossessione per trovare la cura è chiaramente più forte della lealtà verso i tuoi fratelli."
Ecco perché non le avevano risposto. Non erano arrabbiati con lei, non volevano che lei sapesse cosa stavano facendo. "Non so di cosa stai parlando." insistette Klaus.
"Strapperò il braccio a Jeremy e ucciderò Elena così per divertimento. Poi verrò a cercare te."
Kol riattaccò e Klaus non esitò. Con rabbia, afferrò Damon per il collo, spingendolo contro il muro. "Che diavolo sta succedendo?"
Damon gemette. "Non lo so."
Klaus strinse la presa. "Qual è il piano di Elena e di Stefan?"
"Non lo so. Io sono rinchiuso qui in isolamento da ieri. Stefan non mi parla ed Elena non è venuta a trovarmi, quindi forse hai ragione. Forse mi ha già dimenticato." gemette ancora una volta.
"Dimmi che cosa sai." Klaus lo soggiogò, guardandolo direttamente negli occhi.
"Non so nulla riguardo a un piano, Klaus." rispose Damon con voce monotona.
"Rimani qui fino al nostro ritorno." lo continuò a soggiogare Klaus, prima di lasciare la presa sul collo del Salvatore.
Afferrando Audrey, Klaus trasportò fuori dalla villa, dirigendosi verso la casa della famiglia Gilbert. E Audrey lo sapeva, qualcosa di brutto sarebbe accaduto ━ e non la sorprese il fatto che la sua famiglia ne fosse ancora una volta la causa.
* * *
Urla.
Questo fu tutto ciò che Audrey e Klaus sentirono quando arrivarono a casa Gilbert, e nel momento in cui videro la porta d'ingresso aperta, entrambi capirono che era troppo tardi.
Tutto quello che riuscirono a fare era guardare mentre il corpo di Kol cadeva sul pavimento della cucina con il paletto di quercia bianca nel petto e il suo corpo avvolto dalle fiamme.
Gli occhi di Jeremy li avvistarono per primi, e vedendo il suo sguardo fisso, Elena si voltò per capire cosa stesse osservando. E nel momento in cui entrambi incrociarono gli occhi di Audrey, il senso di colpa comparve dentro di loro.
Ad Audrey non importava, non si voltò a guardarli. I suoi occhi rimasero sul corpo di Kol mentre le lacrime le offuscavano la vista.
Kol era morto.
Kol era morto. I suoi fratelli erano stati quelli che lo avevano ucciso.
Era arrabbiata con Kol per quello che aveva fatto, ma non l'aveva mai voluto morto. Se ci fosse stato un modo per aggirare il problema, non avrebbe nemmeno lasciato che Klaus provasse a pugnalarlo.
Era suo amico, era la sua famiglia, proprio come lo erano il resto dei Mikaelson. Non meritava di morire. Non perché sua sorella potesse tornare umana.
"Che cosa avete fatto?" chiese Klaus, la sua voce era bassa e piena di rabbia.
"Non avevamo altra scelta." si difese Elena, scuotendo velocemente la testa. "Stava per tagliare il braccio a Jeremy!"
"Bugie!" urlò Klaus furiosamente. "Non sarebbe potuto entrare se voi non gli aveste teso una trappola."
Elena sembrò smarrita. "Klaus anche tu volevi eliminarlo!"
La sua furia crebbe. "Io l'avrei fatto soffrire alle mie condizioni!" i suoi occhi guizzarono intorno allo stipite della porta, sapendo che non poteva entrare al contrario di Audrey. "Brucerò la casa fino alle fondamenta. E poi, quando cercherete di scappare per salvarvi, io vi ucciderò senza battere ciglio."
Jeremy fece un passo coraggioso davanti a Elena. "Se ci uccidi, non avrai mai alla cura. Non potrai più creare nuovi ibridi."
"Credi davvero che mi interessi qualcosa di quei maledetti ibridi?" sbottò l'originale. "Io voglio la cura per poterla distruggere. Vi avrei ucciso dopo averla dissotterrata, ma invece mi accontenterò di guardarvi bruciare."
Tuttavia non ebbe la possibilità di fare nulla, poiché cadde in ginocchio, urlando di dolore. Audrey capì cosa stava succedendo quando Bonnie le passò accanto, entrando in casa mentre guardava Jeremy. "Invitalo a entrare." lui la guarda confuso. "Fallo!"
Jeremy annuì. "Puoi entrare."
Klaus cadde in avanti mentre Bonnie lo trascinava magicamente all'interno della casa, immobilizzandolo. "In salotto, andate!" ordinò la Bennett.
Elena e Jeremy corsero velocemente verso cucina mentre Klaus si alzava in piedi e li seguiva. Ma non poté entrare in cucina a causa di un confine invisibile che lo bloccava nel soggiorno.
Jeremy tolse il paletto di quercia bianca dal petto di Kol, e lui ed Elena corsero verso la porta mentre Klaus continuava a sbattere le mani sulla barriera. "Strega! Non puoi farmi questo!" urlò, fissando Bonnie.
"Non hai idea di cosa posso fare ora." ribatté la Bennett con voce calma nonostante tutto quello che stesse succedendo.
"Vi darò la caccia e vi ucciderò! Mi avete sentito? Vi ucciderò!" urlò di nuovo l'ibrido, continuando a sbattere le mani contro la barriera.
Bonnie se ne andò ed Elena e Jeremy esitarono a seguirla. Entrambi guardano Audrey, che nel frattempo era rimasta immobile sulla soglia, con le lacrime che le rigavano il viso. Jeremy le tese la mano, ma Audrey indietreggiò, scuotendo la testa. "Non ci provare." la sua voce si incrinò.
"Rey..."
"Andatevene e basta." Audrey lasciò che la sua voce diventasse fredda. Sapeva che questa era la fine. Questa era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso. Non poteva perdonare Elena per questo. Non poteva perdonare nessuno dei due per questo.
"Lasciatemi in pace. Lui non meritava di morire!" urlò, voltandosi a guardarli con rabbia. "Nessuno merita di morire per questa cura! Tutto il giorno ho cercato di trovare un modo per proteggerti!" indicò Jeremy. "Dalla furia spericolata di Kol riguardo Silas. Lui non doveva morire! Voi due non dovevate ucciderlo! Ma l'avete fatto comunque, perché finché ottenete quello che volete, chissenefrega degli altri. Finché Elena ottiene quello che vuole, nient'altro ha importanza." sbottò mentre rideva seccamente.
"E ora devo chiamare Elijah e dirgli..." mormorò mentre scuoteva la testa, incapace di dirlo di nuovo. "Andatevene e basta."
Nessuno dei due disse niente. Si limitarono a guardare Audrey, la vergogna irrompeva nei loro sguardi. Lo sapevano tanto quanto lei. Non c'era modo di tornare indietro da questo. Avevano perso la loro sorella e non potevano incolpare nessuno se non se stessi.
Dopo un momento, i due si allontanarono con riluttanza e Audrey emise un respiro tremante. I suoi occhi caddero di nuovo su Kol, e questo bastò per farla cedere.
Con la schiena premuta contro il muro, il suo corpo si accasciò sul pavimento, scoppiando in lacrime. E Klaus non disse nulla ━ l'espressione sul suo viso era vuota mentre non riusciva a distogliere lo sguardo dal corpo del suo fratellino.
𝘫𝘢𝘤𝘬 𝘴𝘵𝘢𝘶𝘣𝘦𝘳 ⸻ 𝘫𝘶𝘴𝘵 𝘵𝘢𝘬𝘦 𝘮𝘺 𝘸𝘢𝘭𝘭𝘦𝘵
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