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𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗍𝗋𝖾𝖽𝗂𝖼𝗂 → ʸᵒᵘ'ᵛᵉ ᵍᵒᵗ ᵗᵒ ˢᵃʸ ᵍᵒᵒᵈᵇʸᵉ˒ ˡᵉᵗ ʰᵉʳ ᵍᵒ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑨 // 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐
〔 episode 21 - 22 . . . . season two 〕
༄ // ❝ addio Mystic Falls ❞
Audrey si svegliò confusa. Appoggiò le mani sulla morbida superficie sotto di lei e si sedette, guardandosi attorno per osservare ciò che la circondava.
In un attimo, si rese conto di essere in una camera da letto, la superficie morbida sotto di lei era un materasso. I suoi occhi osservarono la cornice sul comodino, e allora seppe esattamente dove si trovava. Solo Alaric avrebbe una foto di se stesso e Jenna nella sua stanza.
Alzandosi in piedi, si diresse verso la porta, uscendo cautamente. Non aveva idea di quanto tempo fosse passato o in cosa si sarebbe imbattuta una volta uscita dalla stanza. Poteva vedere che il cielo era scuro fuori dalla finestra, alcuni raggi di luce lunare si riversavano attraverso il vetro.
"No. Non andartene arrabbiato." sentì la sua stessa voce dire. "Essere in buoni rapporti con te non è esattamente nella mia lista dei desideri, Katherine." la voce di Damon era fredda e impassibile.
Audrey guardò la porta d'ingresso, notando Katherine che stava bloccando il tentativo di Damon di andarsene. "Klaus mi ha fatto chiamare Jenna per attirarla fuori. Non c'era niente che potessi fare. Non avevo scelta."
"Jenna?" sia la testa di Katherine che quella di Damon scattarono per guardare la ragazza Gilbert, che aggrottò la fronte confusa. "Cos'è successo tra Klaus e Jenna?"
Damon ignorò la sua domanda mentre camminava verso di lei. "Stai bene?" chiese, controllandola. Tuttavia, non le diede la possibilità di rispondere, afferrandole il polso. "Fantastico, adesso vieni con me."
"Cosa sta succedendo?" Audrey strappò il polso dalla sua presa, scuotendo la testa mentre lui le lanciava un'occhiata. "Non andrò da nessuna parte finché non saprò cosa c'è che non va, Damon. Cosa ha fatto Klaus a Jenna?"
"Mi ha chiesto di attirarla fuori dalla casa per usarla come vampiro nel sacrificio." disse Katherine senza mezzi termini dopo un momento. Il Salvatore si voltò e la fissò incredulo, mentre Audrey osservava congelata la sua antenata. "Non avevo scelta."
"Ecco perché ti ho dato la verbena, quindi si che avevi una scelta." ribatté Damon, scuotendo la testa. "Ero lei o io." si difese Katherine. "Ho scelto lei."
Qualunque cosa Damon disse dopo, Audrey non la sentì. Poteva sentire solamente il battito del suo cuore mentre la bile le saliva in fondo alla gola.
Klaus avrebbe usato Jenna come vampiro. Dopo tutto quello che avevano fatto per tenerla al sicuro, la loro zia stava per morire. Jenna era stata lì quando la Gilbert si era svegliata dopo l'incidente e si era presa cura di Elena, Audrey e Jeremy come se fossero i suoi figli.
Avevano già perso così tante persone che amavano, non potevano perdere anche Jenna. Audrey non era sicura che sarebbero sopravvissuti se avessero perso un altro membro della famiglia.
"Dai, piccola Gilbert." Damon trascinò Audrey in direzione della porta. "Mi offrirò come sostituto di Klaus."
"Che cosa?" dissero Audrey e Katherine in coro.
"Non ti prenderà." lo avvertì la Pierce. "Ha visto il tuo morso, ha detto che il tuo sangue è impuro. Mi dispiace, Damon, ma Jenna è morta, non puoi farci niente."
"Morso?" ripeté Audrey. "Quale morso?" l'uomo dai capelli corvini non rispose, uscendo dalla porta principale e trascinando Audrey con sé. Ma la ragazza colpì qualcosa e si bloccò. La sua espressione confusa era uguale a quella di Damon mentre cercava di oltrepassare la soglia ancora una volta.
"Klaus ti ha fatto rinchiudere qui da Greta." disse Katherine dopo un momento. "Non vuole che tu vada da nessuna parte." Damon la guardò male. "Non hai pensato che fosse importante dircelo prima?"
"Damon, va tutto bene." Audrey deglutì il groppo che le si era formato in gola, scuotendo la testa. "Vai senza di me. Starò bene, okay? Arrivaci prima che sia troppo tardi."
Il Salvatore sembrò in conflitto con se stesso per un momento, prima di fare un passo avanti e posarle una mano sulla spalla, i suoi occhi azzurri si incrociarono con quelli marroni di lei.
"Addio, piccola Gilbert." disse in un sospiro mentre il più piccolo dei sorrisi gli tirava le labbra, voltandosi e allontanandosi da lei. Audrey lo osservò finché non scomparve, mentre una brutta sensazione le cresceva alla bocca dello stomaco. "Addio, Damon."
* * *
Il tempo passò lentamente dopo che Damon se n'era andato. Ma non come tutte le altre volte, questa volta era molto più angosciante.
La notte si trasformò in un nuovo giorno, poi passò un'altra notte finché fu di nuovo giorno. La Gilbert cercò di distrarsi, anche se non c'era molto da fare intrappolata all'interno dell'appartamento di Alaric, e presto Katherine divenne ansiosa quanto lei.
Entrambe volevano sapere cosa stava succedendo, anche se per motivi diversi. Katherine voleva la sua libertà e Audrey aveva bisogno di sapere che Jenna ed Elena stavano bene.
Katherine e Audrey sedevano in silenzio sul divano, quando improvvisamente la porta si aprì, mostrano il Salvatore dagli occhi verdi. La Pierce balzò in piedi all'istante, precipitandosi verso di lui. "Sono due giorni che sto aspettando. Ormai dovrei essere libera. Klaus dovrebbe essere morto!"
"Ci sono state delle complicazioni." le disse Stefan in modo criptico. I suoi occhi poi guizzarono su Audrey, che ricambiò lo sguardo ansiosa. In quel momento seppe che qualcosa non andava. Il modo in cui il viso del Salvatore si era rattristato, con sguardo di compassione negli occhi. "Audrey..."
"Chi?" la sua voce si incrinò. "Jenna non ce l'ha fatta." le comunicò Stefan.
"No..." le lacrime le sgorgarono dagli occhi, e sentì le gambe tremare finché non cedettero e cadde in ginocchio. Jenna era morta e non aveva avuto la possibilità di salutarla. Tutti questi pensieri le stavano facendo scoppiare la testa, decidendo così di farla cadere nelle sue mani. "No. No, non Jenna."
Stefan si chinò di fronte a lei e la prese tra le braccia, confortandola al meglio che poteva. Ma non era per niente d'aiuto, e lui lo sapeva quanto lei. Il Salvatore lanciò un'occhiata a Katherine da sopra la spalla della Gilbert. "Sai dov'è?" chiese la doppelganger.
All'improvviso, Katherine si precipitò e tirò in piedi Stefan, inchiodandolo contro il muro. Gli lanciò un'occhiata come per dirgli di stare zitto mentre Klaus entrava dalla porta e Elijah lo seguiva. "Klaus, sei tornato. Guarda chi ha deciso di venire a trovarci."
Klaus guardò Stefan divertito. "Continui a spuntare da tutte le parti?" disse sorridente. "Ho bisogno del tuo aiuto." ammise Stefan. "Per mio fratello."
"Beh, qualunque cosa sia, dovrà aspettare un attimo." rifletté l'ormai ibrido. "Vedi, ho un obbligo verso mio fratello che richiede la mia immediata attenzione."
Gli occhi di Elijah caddero su Audrey, che rimase in ginocchio sul pavimento mentre lacrime silenziose le rigavano il viso. Delicatamente, l'originale si chinò davanti a lei, usando il fazzoletto che aveva in tasca per asciugarle le lacrime. "Mi dispiace tanto, Audrey."
"Io-io..." la Gilbert non riusciva a pronunciare le parole. Più ci provava più si sentiva male, quindi si arrese, allungandosi in avanti e abbracciandolo, singhiozzando sul suo petto.
"Lo so." le disse dolcemente, accarezzandole dolcemente la schiena. Lentamente, la aiutò ad alzarsi in piedi e i suoi occhi incontrarono quelli di Stefan. "Capisci quanto sia importante la famiglia, altrimenti non saresti qui. Mio fratello mi ha dato la sua parola che mi avrebbe riunito con la mia."
"E così farò." accadde tutto così in fretta. Improvvisamente, Audrey sentì un familiare dolore al petto mentre Elijah emetteva un rantolo di dolore. Lentamente, il suo corpo si seccò mentre cadeva a terra, con un pugnale che gli spuntava dal petto.
"Tranquilla." Klaus afferrò Audrey mentre barcollava in avanti, notando il sangue che le colava dal naso. La accompagnò al divano, facendola sedere con facilità. "Non preoccuparti, troveremo una soluzione abbastanza presto." le disse, mettendole il fazzoletto sul naso.
Audrey si limitò a guardarlo in silenzio, prendendo il fazzoletto, incapace di formulare delle parole. Lui aveva ucciso sua zia, sacrificato la sua gemella e ora aveva pugnalato Elijah ━ ancora una volta.
Ma lui la trattava come se fosse sua amica, e lei non capiva perché, né aveva l'energia in quel momento per provare a farlo. Invece, si limitò a guardarlo mentre inchiodava Stefan contro il muro.
"Ora, cosa devo fare con te?" chiese, mentre gli infilava un paletto nel petto, fermandosi appena prima che colpisse il suo cuore. Stefan si piegò in avanti, gemendo per il dolore mentre Klaus lo teneva in piedi. "Lo senti? Ti graffia il cuore. Il minimo movimento e sei morto."
"Sta solo cercando di aiutare suo fratello." disse Katherine, guardando la scena con timore. "Le streghe hanno detto che hai una cura." spiegò Stefan. "Facciamo un patto. Dammi la cura e farò quello che vuoi."
Klaus lo fissò per un momento, prima di strappare via il paletto, lasciando che Stefan cadesse a terra. Avvicinandosi al bancone, l'ibrido si versò un bicchiere di sangue, osservando attentamente il Salvatore.
"Il problema è che non so se mi saresti utile per come sei ora. Sei vergognosamente inutile." si accovacciò davanti a lui. "Ho sentito parlare di un vampiro, un pazzo, alternava digiuni ad abbuffate per decenni. Quando si lasciava andare, lui era magnifico. Nel 1917, andò a Monterrey e spazzò via un intero villaggio di emigranti... un vero predatore. Ti suona familiare?"
Stefan lo guardò, scuotendo leggermente la testa. "Non sono più così da tanto tempo ormai."
"Beh, io posso fare un patto con un vampiro come lui. Quello è il genere di talento che può essermi utile quando lascerò questa città." Klaus si rimise in piedi. "Katerina, vieni qui." le fece un cenno mentre Stefan si alzava in piedi.
La faccia dell'ibrido cambiò ei suoi occhi diventarono gialli, afferrò il braccio della doppelganger e affondò le zanne nella sua pelle. Audrey non pensava di aver mai visto Katherine così spaventata. "Aah! Aah! No. No...No. No. No." ripeté con orrore, fissando il morso sul suo braccio.
Klaus non disse niente, mordendosi il polso e spingendolo contro le labbra di Katherine, costringendola a bere il suo sangue. Lentamente, la ferita sul suo braccio guarì, finché non ci fu più traccia del morso. "Vuoi la tua cura?" chiese Klaus al Salvatore. "Eccola."
"Il tuo sangue è la cura." gli occhi di Stefan si spalancarono nella realizzazione. "Amo Madre natura." Klaus sorrise, mettendo una mano sulla spalla di Stefan. "Ora... parliamo, io e te."
* * *
Audrey rimase in silenzio.
Non era sicura di cosa dire o cosa fare. L'unica cosa che sembrava in grado di fare era guardare cosa stava succedendo. Jenna era morta, Elijah era stato nuovamente pugnalato e Damon stava morendo.
Non c'era niente che potesse fare per fermare tutto ciò, e ora, l'unica cosa che poteva fare era guardare mentre Stefan cercava disperatamente di salvare la vita di suo fratello.
Prendendo la lama del coltello, Klaus la avvolse nel palmo della mano e la strinse, facendo scorrere il sangue nella fiala che aveva afferrato. "Ecco qua. Vuoi salvare tuo fratello?" lanciò un'occhiata a Stefan, che osservava in silenzio. "Che ne dici di un'abbuffata lunga un decennio? Sai, ho grandi progetti per te quando lasceremo questa città."
"Non sono più così." Stefan ripeté le sue parole dette in precedenza. "Beh, che peccato." Klaus sospirò. "Saresti stato un'ottima spalla." disse cominciando a versare il sangue nel lavandino.
"Aspetta." Stefan scattò rapidamente. Un sorrisetto crebbe sul volto dell'originale, smettendo di versare sangue. "Ecco, così mi piaci. Voglio che bevi con me." prendendo una sacca di sangue, la fece scivolare lungo il bancone fino a Stefan, che esitante iniziò a bere.
"Finiscila. Tutta. Tu fai tutto quello che ti dico, e io salvo tuo fratello. Questo è l'accordo." Klaus, Audrey e Katherine lo guardarono mentre finiva la sacca e Klaus gliene metteva un'altra davanti. "Di nuovo."
Lo ripeté per un po', finché ci furono soltanto sacche di sangue vuote sparse sul pavimento attorno a Stefan, che era seduto per finire l'ultima sacca che aveva tra le mani. Emise un grugnito, gettando a terra la sacca vuota. "Sei molto collaborativo. Sembra quasi che ti piaccia."
"Basta." si rifiutò Stefan mentre l'originale gli metteva davanti un'altra sacca. "Prima devi darmi la cura."
"No, se prima non facciamo un patto. La scelta è tua scelta, Stefan. Puoi rimanere qui a vivere la tua vita a Mystic Falls, oppure puoi essere quello che sei veramente, partire con me e salvare la vita di tuo fratello." Klaus si accovacciò, prendendo la sacca e la porgendola a Stefan.
Il Salvatore la afferrò e bevve vigorosamente. "Questo è lo spirito." l'originale si alzò e prese la fiala, guardando Katherine. "Tesoro, portala a Damon e torna subito."
Katherine lo guardò, cercando di nascondere il barlume di speranza che si formava nei suoi occhi. "Vuoi che me ne vada?"
"No!" gridò subito Stefan. Klaus lo ignorò. "Sì e se fossi in te..." la doppelganger prese la fiala e si precipitò fuori dal portone. "Mi sbrigherei."
"Non gliela porterà mai." Stefan si lasciò andare sconfitto mentre Klaus gli lanciava semplicemente uno sguardo di indifferenza. Audrey guardò Stefan tristemente, con la stessa compassione sul viso che lui le aveva mostrato prima. Katherine era sotto verbena e ora era libera. Entrambi sapevano che non avrebbe dato a Damon la cura.
"Quanto a te, amore." Klaus si avvicinò ad Audrey, che lo osservò con diffidenza. Lei sussultò leggermente mentre lui le avvolgeva le spalle con un braccio, accompagnandola a sedersi con lui al bancone.
"Penso che siamo partiti con il piede sbagliato, ma non importa, avremo tutto il tempo per sistemare." Klaus la guardò con un sorriso che lei non tentò nemmeno di ricambiare. "Dopotutto, siamo praticamente una famiglia."
Audrey non si era mai sentita così male come in quel momento.
* * *
Audrey era seduta su una cassa nel magazzino in cui erano finiti, guardando il suo telefono.
Era piena di chiamate perse e messaggi da Elena, Jeremy, Caroline, persino Damon. Tutti loro chiedevano dov'era, se stesse bene. Mordendosi il labbro, fece scivolare le dita sullo schermo, rispondendo a sua sorella.
Ti voglio bene.
Fissò le tre parole per un momento, prima di premere invio. Non dando a Elena la possibilità di risponderle, cancellò il contatto della sua gemella, sapendo che in quel modo era più sicuro. Klaus non poteva sapere che era viva, e Audrey sapeva che sarebbe passato molto tempo prima di poterla rivedere.
Non le era stata data scelta, doveva lasciare la città con Klaus e Stefan. Lacrime silenziose le rigarono il viso mentre guardava la foto sullo schermo del telefono ━ se stessa, Elena e Jeremy insieme.
Le lacrime caddero sullo schermo e presto anche un familiare liquido rosso. "Troveremo un modo per risolverlo." alzò lo sguardo mentre si asciugava il naso sanguinante, vedendo Klaus in piedi di fronte a lei. "Fino a quando potrai riunirti con mio fratello."
"Dov'è Stefan?" chiese in un sussurro. "Si sta godendo un regalo che gli ho fatto." rispose, e in quel momento, delle urla riempirono le loro orecchie. La Gilbert fece una smorfia, chiudendo gli occhi mentre le urla si interrompevano all'improvviso. "Diventerà più facile col tempo."
"Dove stiamo andando?" chiese poi, ignorando le sue ultime parole. "Lontano da questa triste cittadina." disse Klaus semplicemente, indicando la macchina. "Sei pronta, tesoro?"
Audrey si alzò lentamente in piedi, i suoi occhi guardarono di nuovo il telefono. Fissò la foto per un altro momento, prima di spegnere il dispositivo elettronico e infilarselo in tasca, facendo un piccolo cenno del capo.
Mentre camminava verso la macchina, si guardò intorno finché i suoi occhi non si posarono sull'insegna della città e un piccolo sospiro le uscì dalle labbra.
Addio Mystic Falls.
𝘮𝘢𝘤 𝘥𝘦𝘮𝘢𝘳𝘤𝘰 ⸻ 𝘭𝘦𝘵 𝘩𝘦𝘳 𝘨𝘰
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