❨ 𝟬𝟬𝟱 ❩

𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝖼𝗂𝗇𝗊𝗎𝖾 → ᵈᵃᵈᵈʸ ˢᵗᵘᶜᵏ ᵃʳᵒᵘᶰᵈ ᵇᵘᵗ ʰᵉ ʷᵃˢᶰ'ᵗ ᵖʳᵉˢᵉᶰᵗ

━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚

𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑨 // 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐

episode 13 . . . . season two

༄ // ❝ problemi con papà ❞











































Audrey poteva sentire le notizie in TV mentre si dirigeva verso la cucina, andando subito in direzione della caffettiera.

Ignorava chi fosse in cucina con lei, borbottando 'buongiorno', supponendo che fosse uno dei suoi fratelli, ma la voce che le rispose la fece congelare. Appoggiando la tazza che aveva tra le mani, si girò sui talloni con un'espressione scioccata.

"Che diavolo ci fai qui?" le parole uscirono dalla sua bocca senza alcuna esitazione, i suoi occhi si restrinsero in uno sguardo torvo.

"Sono felice di vederti anch'io, Audrey." John Gilbert annuì, alzando gli occhi al cielo con un sospiro.

"Questo non risponde alla mia domanda." disse Audrey senza mezzi termini. "Che diavolo ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare in casa?"

"Rispondi alla domanda." gli disse Elena mentre entrava, non sembrando impressionata nel vederlo quanto lo era sua sorella.

John le ignorò, alzando la caffettiera verso la gemella più grande. "Caffè?"

"Non ancora." lo avvertì Elena, incrociando le braccia sul petto. "L'abbiamo fatto ieri sera. Non evitarlo più. Perché sei qui?"

"Lo hai fatto entrare in casa?" realizzò Audrey, guardandola incredula. "Sei impazzita per caso."

Audrey era convinta di aver visto John Gilbert per l'ultima volta dopo che Katherine gli aveva tagliato le dita quando era ritornata in città.

Per lei, non importava chi fosse, non sarebbe mai stato in grado di sostituire sua madre e suo padre. Lo sapeva sin dall'inizio. Non importava cosa, Miranda e Grayson erano i suoi genitori, e Isobel Flemming e John Gilbert erano degli sconosciuti.

"Sono qui per proteggervi." John rispose vagamente alla coppia. "È tutto quello che posso dirvi per il momento."

Elena lo guardò incredula. "Cosa vuol dire che è tutto quello che puoi dirci?"

"Vi dirò di più quando riterrò di potermi fidare di entrambe."

Audrey si lasciò sfuggire una forte risata, prendendosi beffe di lui.

"Siamo noi quelle di cui non ci si può fidare? Mi prendi in giro, vero?"

Prima che si potesse dire qualcosa, Jenna entrò di corsa in cucina, lanciando la sua borsa sul tavolo. "Oh Dio, sono in ritardo."

Alaric la seguì, ridacchiando leggermente. "Questo è quello che ottieni per aver rimandato la sveglia per tre volte!"

Jenna si fermò sui suoi passi mentre i suoi occhi cadevano su John, senza cercare di nascondere il suo dispiacere. "Che diavolo?"

John guardò i due con lo stesso sguardo sulla sua faccia che aveva dato sia ad Elena che ad Audrey. "Buongiorno a te, Jenna. Alaric..."

La Sommers lo osservò per un momento prima di guardare le sue nipoti in cerca di risposte. "Va bene, sono confusa." disse alle ragazze, prima di spostare il suo sguardo su John. "Non ci aspettavamo di vederti..."

"Beh, sono arrivato ieri sera tardi." l'uomo Gilbert si strinse nelle spalle. "Elena mi ha fatto entrare."

"Sai, io uh, probabilmente devo andare." disse Alaric con voce acuta dopo un momento, scambiandosi uno sguardo con le gemelle prima di uscire.

"Sono ancora confusa." disse Jenna.

"Ho deciso di tornare e restare per un po'." la informò semplicemente John. Jenna scosse velocemente la testa. "No, puoi scordartelo."

"In realtà, non puoi impedirmi di vivere qui."

"In realtà posso, come tutore legale."

A quel punto le sorelle si scambiarono uno sguardo sapendo esattamente cosa John stava per fare. E immediatamente, entrambe ebbero quel senso di colpa dentro di loro, insieme alla rabbia verso l'uomo che stava accanto a loro.

C'era un accenno di sfrontatezza nella voce di John mentre parlava, guardando le gemelle in attesa. "Sì, a proposito di questo... ehm, Elena, Audrey, volete chiarire la situazione, o devo fare io gli onori di casa?"

Jenna alternò lo sguardo tra loro tre, chiaramente confusa e frustrata. "Va bene, cosa sta succedendo?" scattò con impazienza.

Elena sospirò, abbassando lo sguardo per un momento prima di alzarlo di nuovo verso sua zia mentre il senso di colpa s'impossessava dei suoi occhi. "Mi dispiace, Jenna. Avremmo dovuto dirtelo prima, ma-"

"Sono il padre biologico di Elena e Audrey." John la interruppe bruscamente. "Ecco, ora lo sai." detto questo, appoggiò la tazza e uscì, lasciando le tre donne sole in cucina.

"Cosa?!"

* * *

Audrey era furiosa.

A questo punto, la parola 'furiosa' sembrava un eufemismo. Dopo aver annunciato bruscamente la notizia a Jenna, John se n'era andato e la Sommers aveva fatto lo stesso non molto tempo dopo di lui.

Non era difficile capire che era ferita, ora sapeva che Elena e Audrey le avevano tenuto segreto una cosa importante, e il modo in cui l'aveva scoperto aveva solo peggiorato le cose.

Ma sentire perché John era tornato in città, era ciò che aveva veramente fatto perdere la pazienza ad Audrey.

Apparentemente, Stefan aveva passato il giorno prima a cercare di rintracciare Isobel dopo che Katherine gli aveva detto che poteva avere risposte su Klaus. La sua ricerca lo aveva portato da John, che aveva informazioni, ma non aveva detto nulla.

Il Salvatore lo aveva fatto nonostante Elena gli avesse chiesto di non farlo, e nonostante le sue risorse su cosa potesse significare l'accordo con Elijah. Un affare in cui Audrey aveva molta più fiducia di John Gilbert, che non era noto per essere una fonte di verità.

"Dov'è John?" chiese Damon mentre Elena lo lasciava entrare, cercando immediatamente l'uomo in questione.

"Non è qui, se n'è andato." lo informò la gemella più grande. "Non sappiamo dove sia andato. È piombato qui, ha annunciato a Jenna che è nostro padre, e poi se n'è andato."

Damon fece una smorfia. "Adesso è di dominio pubblico?"

"Apparentemente." mormorò Audrey. Gli occhi blu del corvino alternano lo sguardo tra le gemelle. "Voi due state bene?"

"Si." Elena sospirò, prendendo un sorso del suo caffè. "Jenna è agitata, ma noi stiamo bene."

"Tu stai bene." Audrey corresse sua sorella. "Io sto pensando di mettere la sua valigia in giardino e lanciarci sopra un fiammifero."

"Beh. Tanta rabbia per una persona così piccola." rifletté il Salvatore passando una mano sopra la testa di Audrey, deridendola. "Ha detto cosa ci faceva qui?"

"No." la gemella maggiore scosse la testa. "Sai, Stefan pensa che dica la verità sul volerci aiutare."

Lui alzò un sopracciglio. "Gli credete?"

"No, non gli abbiamo creduto per un secondo."

"Neanche io."

Elena gli si avvicinò, incrociando le braccia sul petto. "Cosa farai?"

"Lo ucciderò." rispose bruscamente il Salvatore, tornando verso la porta. Poi alzò gli occhi al cielo sentendo il timore di Elena, alzando le mani innocentemente. "Sto scherzando- ok, forse sono un po' serio."

"Damon!"

"Non gli farò del male, Elena." disse, guadagnandosi sguardi dubbiosi da parte delle gemelle. "Adesso sono il bravo ragazzo, ricordi?"

Lei lo guardò con diffidenza. "Che cosa significa?"

"Avrò una conversazione civile con vostro padre." rispose prima di voltarsi e uscire dalla porta.

"Va bene, questa la devo vedere." rifletté Audrey, afferrando la sua giacca e seguendolo rapidamente.

"Aspettate, vengo con voi!" Elena li inseguì velocemente, chiudendosi la porta d'ingresso dietro di sé.

* * *

Quando i tre arrivarono Grill, Elena e Audrey andarono ad un tavolo da sole mentre Damon andò a parlare con John.

Avevano accettato di lasciarlo da solo con il loro 'padre' dopo che Damon aveva accettato di non fare niente di stupido grazie alle suppliche di Elena.

La gemella più giovane sedeva con una mano avvolta attorno ad una limonata e l'altra attorno al telefono; Audrey non voleva più restare a casa e sapeva di poter contare su Caroline per una distrazione.

"Quella non è Andie Star?" suppose Elena, rompendo il silenzio in cui le due erano state.

Audrey spostò lo sguardo dove sua sorella stava guardando e roteò gli occhi quando vide Damon seduto al bar con un bicchiere di bourbon in mano.

Chiaramente, il suo incontro con John era stato breve. Poi vide Jenna accanto a lui, e un'altra donna accanto a lei, un volto che la più giovane Gilbert riconobbe rapidamente.

"È lei." annuì.

"Sembra che Jenna la stia presentando a Damon." Elena osservò attentamente i tre.

"Povera Andie." rifletté Audrey, guadagnandosi un'occhiata da parte della sorella, alzando un sopracciglio. "Perché sei così interessata comunque?"

"Non mi interessa." Elena si giustificò velocemente, facendo sghignazzare Audrey che alzò le mani in aria innocente. "Non mi interessa!"

"Mmmh, se lo dici tu." Audrey annuì, scuotendo la testa.

Elena le lanciò un'occhiataccia mentre il Salvatore più grande si avvicinava a loro. "Sei letteralmente scappato da lei." disse Audrey, lanciando un'occhiata ad un'Andie abbattuta.

"Mi sto tenendo alla larga da tutte le donne in questo momento." la informò Damon, bevendo un sorso del suo drink.

"Ehm." Audrey sbatté le palpebre sorpresa. "Non avrei mai pensato di sentire quelle parole lasciare la tua bocca."

Damon le lanciò un'occhiataccia, ma non controbatté. "Fidati di me, è nel migliore interesse di tutte le donne."

"Di nuovo- non avrei mai pensato di sentirtelo dire."

Elena sospirò e il suo telefono squillò, impedendo ai due di litigare. "Stefan?" chiese, rispondendo. "Che cosa?" uno sguardo allarmato apparì sul suo viso, facendo sì che Damon e Audrey la guardassero confusi.

Essendo una conversazione che non si poteva avere in giro, i tre finirono nel bagno vuoto del Grill, dove Elena spiegò loro la situazione.

Mentre avevano a che fare con John, Stefan aveva cercato di gestire una situazione diversa.

Tyler aveva scoperto la verità su Mason Lockwood e nonostante tutto ciò che Caroline avesse fatto per aiutarlo, si era arrabbiato con lei.

E mentre Stefan stava cercando di parlargli, il lupo mannaro che aveva morso Rose aveva preso in ostaggio Caroline in cambio del ragazzo Lockwood.

"Perché lo scopro solo ora?" scattò Damon, camminando nel piccolo spazio che avevano.

Elena sospirò. "Stefan era preoccupato che tu-"

"Che cosa?" la interruppe. "Che l'avrei ucciso? Certo, è quello che deve succedere."

"No, Damon, non Tyler." Elena scacciò immediatamente il pensiero, scuotendo la testa. "Fai tutto quello che devi fare per riavere Caroline, ma lascia Tyler fuori, okay?"

"Perché?" chiese Damon ostinatamente. "È un lupo mannaro, deve morire. Sono disposto a ucciderlo, è una vittoria per tutti".

"Non se costerà la vita a Caroline!" sbottò Audrey con rabbia.

"Rey, non succederà." le disse Elena con fermezza, vedendo il panico negli occhi di sua sorella. Poi allungò un braccio, posando delicatamente la sua mano sul braccio di Damon con uno sguardo implorante sul suo viso.

"Damon per favore, okay? Sono morte troppe persone."

I suoi occhi guizzarono verso il punto in cui si trovava la sua mano, e ricambiò il suo sguardo con un cipiglio irritato. "Devi smetterla di farlo."

"Fare cosa?" chiese, tirando via la mano.

"Pretendere che interpreterò il bravo ragazzo perché sei tu che me lo chiedi."

Elena non fu sbalordita dalle sue parole, e semplicemente si avvicinò a lui, parlando a bassa voce. "Sii l'uomo migliore, Damon."

La porta del bagno si aprì rapidamente e John irruppe con un'espressione sospettosa sul volto. "Cosa sta succedendo?"

"Niente."

Lui non si mosse e i suoi occhi guizzarono tra la figlia maggiore e Damon. "Questo non sembra niente."

"Beh, indovina un po' John, la fiducia viene da entrambe le direzioni." scattò il corvino voltandosi verso di lui con uno sguardo duro. "Ora vattene."

"Ascolta, non abbiamo tempo per questo. Dobbiamo liberare Caroline." intervenne Audrey, non dell'umore giusto per perdere altro tempo.

"Non abbiamo bisogno di fare nulla. Me ne occupo io." disse Damon alle due ragazze prima di voltarsi per andarsene, guardando direttamente l'uomo Gilbert. "Primo compito da padre: proteggi le tue figlie. Tienile qui." detto questo, lo sfiorò e se ne andò.

"Veniamo con te!" le gemelle protestarono in coro, facendosi strada per seguirlo.

Tuttavia, John bloccò rapidamente il loro percorso, impedendo loro di uscire dalla porta. "No, no, no, no, no. Sono d'accordo con Damon su questo."

Loro lo ignorarono, cercando di passare, ma lui continuò a bloccare la strada. "No, fermatevi, fermatevi. Non andate da nessuna parte. Ditemi solo cosa sta succedendo."

Alla fine, John lasciò le due ragazze sole in bagno dopo essere riuscito a convincerle a spiegare la situazione. A quel punto, entrambe sapevano che Damon se n'era andato da tempo, quindi ogni possibilità che avevano di aiutarlo era svanita.

"Non lascerete questo ristorante." lui apparve di nuovo sul loro cammino mentre le due finalmente tornavano nel ristorante.

"Non puoi dirci cosa fare." sbottò Elena, adesso era addirittura più arrabbiata di sua sorella.

"Sì che posso. Vuoi sapere perché?" continuò. "Perché sono qui per assicurarmi che stiate al sicuro."

"Grazie, ma no. Siamo già al sicuro." lo informò Audrey poco dopo.

"Stai parlando dell'accordo che hai fatto con Elijah? Credi davvero che manterrà la sua promessa? Riporre la tua fiducia in lui è stata una mossa stupida."

Audrey si lasciò sfuggire uno sbuffo, lanciandogli un'occhiata incredula. "Stai dicendo che dovremmo riporre la nostra fiducia in te? Dopo tutto quello che hai fatto a Stefan e Damon?" gli chiese Elena, guardandolo come se fosse pazzo.

"Abbiamo avuto le nostre divergenze e ho commesso degli errori, ma voi due ed io siamo una famiglia."

"Non puoi usare quella parola. Quella parola è off-limits per te!" lo aggredì Elena.

John sospirò. "Va bene, ma questo non cambia i fatti."

Elena annuì, scuotendo la testa verso Audrey che aprì la bocca per dire qualcosa; ma invece resto in silenzio, volendo sapere la prossima mossa della sua gemella.

"Hai ragione. I fatti sono fatti, quindi ascolta: potrai essere nostro padre, ma noi non saremo mai le tue figlie, capito?" detto questo, Elena lo sorpassò seguita da un'orgogliosa Audrey.

* * *

Audrey sedeva a gambe incrociate sul letto, il telefono posato davanti a lei, le dita che picchiettavano ansiosamente sulle gambe.

Aveva solo bisogno di sapere che Caroline stava bene; era la sua migliore amica, e se le fosse successo qualcosa, sapeva che avrebbe perso la testa.

Poi premette il dito sullo schermo, accendendo il telefono per vedere i nuovi messaggi, e si gettò di nuovo sul letto con un gemito quando vide che non ce n'erano.

"Possiamo parlare?"

La ragazza lanciò un'occhiata alla porta, alzando gli occhi al cielo vedendo che era John. "Dobbiamo?"

"Cercherei di scusarmi prima, ma so che non vuoi sentirlo." cominciò lui, avanzando. "Quindi, ti darò solo questo." le disse, porgendole qualcosa.

Audrey si sedette, socchiudendo gli occhi. "Non voglio niente da te, John."

"Non è mio, è tuo." le disse, sedendosi sul bordo del letto nonostante il cipiglio della figlia, mettendole l'oggetto tra le mani. "Qualcosa che hai dato a Grayson. Al tuo vero padre."

Audrey abbassò lo sguardo sulla sua mano e il suo viso vacillò a ciò che vide. Era un portachiavi, uno che non vedeva da molto tempo.

Era un pezzo d'argento rettangolare su cui era inciso un disegno che aveva fatto quando aveva cinque anni, con le parole il mio papà scarabocchiate disordinatamente.

Il disegno era solo una figura stilizzata, ma era il suo miglior tentativo di scarabocchiare i capelli di suo padre sulla testa circolare, con un grande cuore disegnato attorno.

Capovolgendolo, lesse l'iscrizione che vi aveva inciso sopra.

Ti vorrò bene per sempre,

Audrey

Gliel'aveva dato come regalo di compleanno quando aveva tredici anni. Era uscita a fare shopping con Caroline in città e quando vide un negozio che produceva portachiavi, capì subito che sarebbe stato il regalo perfetto.

Dopo di che, aveva trascorso mesi risparmiando per comprarne uno; occupandosi di faccende extra e qualsiasi altro lavoro che poteva.

Riusciva a ricordare il sorriso che suo padre aveva sulle labbra quando lo aveva aperto e l'abbraccio in cui l'aveva avvolta, dicendo che anche lui le avrebbe voluto bene per sempre.

Audrey sentì le lacrime raccogliersi agli angoli degli occhi mentre avvolgeva la mano intorno al piccolo regalo, stringendolo forte.

"Io... io pensavo..." balbettò, ingoiando il groppo in gola. "La catena si è rotta un giorno... continuava a dire volerla riparare... ma non siamo mai riusciti a ritrovarla."

"Era in una scatola di cose mi aveva lasciato. Dev'essere persa lì dentro." le disse John, emettendo un piccolo sospiro.

"Come ho detto a Elena, so che non sono niente per te. Miranda e Grayson erano i tuoi genitori e lo saranno sempre. Non vi giudico per odiarmi, non dopo tutte le cose orribili che ho ho fatto. Ma quando hai perso i tuoi genitori, ho perso mio fratello, la mia famiglia. Ho perso la mia strada. So che probabilmente non riuscirò mai a sistemare le cose con te, ma farò tutto il possibile per proteggerti- proteggere Elena e proteggere questa famiglia."

Accarezzandole il ginocchio, John si alzò dolcemente in piedi e uscì, lasciando Audrey sola con i suoi pensieri.

Nell'istante in cui la sua porta si chiuse, la ragazza Gilbert emise il singhiozzo che aveva trattenuto, i suoi occhi vitrei fissarono il portachiavi. Non passò molto tempo prima che un paio di braccia la avvolsero, e Audrey capì chi era, e affondò la testa nella spalla di Elena.

"Lo so." Elena tirò su col naso, accarezzandole la schiena. "Andrà tutto bene, Rey."

"Mi mancano." si lasciò sfuggire Audrey con voce rotta. "Mi mancano davvero, Lena."

"Anche a me." allontanandosi, Elena asciugò delicatamente le lacrime di sua sorella, tenendole le mani strette. La tirò delicatamente in piedi. "Dai. So che fa male, ma in questo momento abbiamo un'amica che ha davvero bisogno di noi."

Audrey annuì, e una volta che le due ebbero preparato una borsa da notte, si incontrarono con Bonnie e Stefan a casa Forbes. Audrey aveva il portachiavi nascosto nella tasca posteriore dei pantaloni, non volendo separarsene ora che ce l'aveva.

Le tre ragazze si nascosero dalla vista della bionda mentre Stefan bussava alla porta d'ingresso, parlando con Caroline.

"Sto bene." assicurò la bionda.

"Bene." Stefan annuì con un piccolo sorriso. "Ma per ogni evenienza, ho portato i rinforzi."

Caroline corrugò la fronte confusa e in quel momento Elena, Audrey e Bonnie apparvero dietro di lui, stringendo le loro borse. "Pigiama-party!" gridò Elena con un dolce sorriso.

"Non lo facciamo da secoli." Bonnie annuì.

"E stiamo rimandando da tempo un pigiama-party." aggiunse Audrey.

Caroline rivolse loro un sorriso traballante finché non scoppiò in lacrime, e le tre si abbracciarono, non separandosi fino a quando lei non fu pronta.









































𝘵𝘩𝘦 𝘯𝘦𝘪𝘨𝘩𝘣𝘰𝘶𝘳𝘩𝘰𝘰𝘥 ⸻ 𝘥𝘢𝘥𝘥𝘺 𝘪𝘴𝘴𝘶𝘦𝘴

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