𝖼𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 𝗊𝗎𝖺𝗍𝗍𝗋𝗈 → ʲᵘˢᵗ ˢᵃʸ ᵍᵒᵒᵈᶰᶤᵍʰᵗ ᵃᶰᵈ ᵍᵒ
━━━━━━━━━ 𝒂𝒏𝒐𝒎𝒂𝒍𝒚
𝒔𝒊𝒅𝒆 𝑨 // 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒐 𝒊𝒏𝒄𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐
〔 episode 11 . . . . season two 〕
༄ // ❝ alla luce della luna ❞
Durante la missione di Elena per consegnarsi a Klaus — o come la chiamava Damon, la sua missione suicida — le gemelle Gilbert si erano apparentemente perse molto.
Mentre le due erano a Richmond, il gruppo aveva deciso di andare avanti con il loro piano per ottenere la pietra di luna da Katherine, e ciò si era concluso con Stefan rinchiuso all'interno della cripta con lei.
Quindi, mentre si assicurava che nessuna delle due gemelle tentasse di scappare di nuovo, Damon stava anche cercando di trovare un modo per liberare suo fratello.
Audrey era nella sua stanza quella mattina con in mano il libro che aveva letto per la maggior parte della notte, raggomitolata nel suo bovindo. "Ti ho portato il caffè." Audrey alzò la testa, sorridendo al suo fratellino mentre entrava.
Dopo Caroline, Jeremy era la persona su cui Audrey sapeva di poter sempre contare nella sua vita. Loro erano molto più vicini di quanto lo fossero lui ed Elena, un legame che era diventato più forte solo dopo la morte dei loro genitori.
Tutti i figli Gilbert avevano affrontato la perdita in modo diverso, e Jeremy era quello che ne aveva sofferto di più.
Nei tempi in cui Caroline non c'era, Jeremy era diventato la spalla su cui piangere di Audrey, e lei era diventata la sua. Non lo aveva mai costretto a parlare se non voleva, anche quando aveva iniziato a usare la droga come di strategia di adattamento.
Audrey gli aveva semplicemente assicurato che era lì, sempre , e che non lo avrebbe mai giudicato per le sue scelte. L'ultima cosa che voleva fare era spingerlo verso una cattiva strada.
"Grazie, Jer." lei sorrise, prendendo con cautela la tazza dalle sue mani. "Bonnie è ancora qui?"
"Sì, sta parlando con Elena." lui annuì, sedendosi accanto a lei. "Non hai programmi per oggi, vero?"
"No." lei scosse la testa e alzò un sopracciglio quando noto l'espressione sollevata sul viso del fratello. "Cosa sta succedendo?"
"Allora, non arrabbiarti." cominciò Jeremy, alzando le mani con fare innocente. Con un sospiro, Audrey chiuse il libro e si alzò in piedi, incrociando le braccia sul petto. "Ma con Elena che si comporta in quel modo, Damon e Bonnie hanno deciso che è meglio prendere qualche precauzione."
"Che precauzione?"
"Incantesimo confinante." ammise, guadagnandosi uno sguardo incredulo dalla sorella maggiore. "È solo nel caso in cui Elena cerchi di scappare di nuovo. Con tutto quello che sta succedendo, non ci sarà sempre qualcuno a tenerla d'occhio."
"Perché mi avete inclusa in questa trattativa?" chiese Audrey. "Non sapevo quale fosse il suo piano quando siamo andate a Richmond. Ero all'oscuro come il resto di voi, ergo, non capisco perché devo stare anche io agli arresti domiciliari."
"Come ho detto, è solo una precauzione." ripeté, guadagnandosi un ennesimo sospiro da parte di sua sorella. "Non sarà poi così male. Io resto a casa tutto il giorno così possiamo tenerci compagnia."
"Va bene, va bene." si arrese dopo un momento, il che lo fece sorridere. "Ma non lamentarti quando ti manderò al Grill più tardi." lo avvertì Audrey. "Se sono bloccata agli arresti domiciliari, mi sono guadagnata un cheeseburger. Oh, e anche un frullato."
"D'accordo." acconsentì Jeremy, rimettendosi in piedi. Poi si diresse verso la porta per andarsene, ma prima si fermò un attimo, guardando di nuovo sua sorella. "Rey?"
"Si?"
"Non proverai a farlo anche tu, vero?" chiese, facendole aggrottare la fronte confusa. "Provare a consegnarti per il sacrificio?" il suo sguardo si abbassò leggermente mentre osservava il viso di suo fratello.
Un fatto la colpì: durante tutto quello che era successo, né lei né Elena avevano considerato i sentimenti di Jeremy.
C'era una possibilità che una delle gemelle potesse morire, ed entrambe erano così concentrate su chi di loro sarebbe stata, che si erano dimenticate della famiglia che si avrebbero potuto lasciare alle spalle .
Il fratellino che si avrebbero potuto lasciate alle spalle, che aveva già perso così tanto nella sua vita e che non voleva perdere nessuna delle sue sorelle per di più.
"Jer..." si interruppe, camminando in avanti e afferrandogli le mani. "Tutto è davvero complicato in questo momento, ma io non vado da nessuna parte. Non ancora, almeno. Non dirò mai, perché non so se è una promessa che posso mantenere. Nessuno di noi può mantenere quella promessa al momento." lei si morse il labbro, annuendo mentre guardava in basso. "Ma no, non proverò a consegnarmi."
Con un cenno del capo, Jeremy baciò sua sorella sulla fronte, prima di dirigersi verso la stanza di Elena. Lei lo guardò allontanarsi con un piccolo sorriso prima di chiudere la porta, non volendo sentire la reazione di Elena alla notizia dell'incantesimo confinante.
* * *
"Dovresti davvero chiudere a chiave la porta."
Audrey alzò gli occhi al cielo scendendo le scale mentre il corvino Salvatore entrava in casa. Lui sorrise maliziosamente mentre guardava Elena che sedeva sul divano con un cipiglio, abbracciando un cuscino contro il suo petto.
Come previsto, aveva preso male la notizia dell'incantesimo confinante e da allora aveva incominciato a protestare. E, dopo aver sentito che aveva tentato di svignarsela con la pietra di luna, Audrey era giunta alla stessa conclusione di tutti gli altri.
Per il momento, l'incantesimo confinante era la cosa giusta.
"Oh, cos'è quella faccia." Damon alzò gli occhi al cielo. "Almeno sei in una prigione comoda."
Il cipiglio di Elena si accentuò. "Credi di essere divertente?"
"Sì, Elena." annuì lui con sarcasmo nella voce. "Trovo molto divertente fare di tutto per cercare di salvarti la vita."
"E Stefan che ne pensa?" lei alzò un sopracciglio verso di lui.
"Ci siamo fatti una bella risata." disse, alzando semplicemente le spalle.
"E cosa ha detto del fatto che Elijah sia ancora vivo?" chiese la piccola Gilbert.
Audrey notò lo sguardo sul viso di Damon mentre era in piedi dietro lo schienale del divano, scompigliando le ciocche dei capelli della sua gemella. "Oh." capì rapidamente mentre si sedeva accanto alla sorella maggiore. "Non gliel'hai detto, vero?"
"Che cosa?" Elena sbatté le palpebre. "Perché no?"
"Grazie." Damon lanciò un'occhiataccia ad Audrey, che si limitò a fargli un sorriso finto in risposta. "Beh, A: non può farci niente; e B: ... quello che ho appena detto." si difese con una leggera scrollata di spalle.
Jeremy entrò in quel momento, sedendosi accanto ad Elena. "Dov'è Bonnie?"
"Pensavo fosse con te." rispose Jeremy.
"No." disse Damon. "Lei è addetta alla pietra di luna e io alla protezione di Elena ."
"E chi sta con Tyler Lockwood quando si trasforma?" gli chiese Jeremy.
"Di lui si occupa la Barbie vampiro?" alzò le spalle. "E ho pensato che se lei avesse fatto qualche casino, lui l'avrebbe morsa e mi sarei liberato di due dei miei problemi."
"Damon!" Audrey si accigliò, dandogli una pacca sulla spalla. "Oh, calmati, piccoletta." la assecondò lui, lanciandole l'ennesima occhiataccia. "Sto solo scherzando... più o meno."
Ignorando il battibecco in atto, Elena guardò incredula i tre intorno a lei. "Aspettate un secondo. Stasera ci sarà la luna piena?"
"Sì." Damon annuì, tirando fuori il telefono dalla tasca mentre esso iniziava a squillare. "Ma tu sei troppo presa dalle tue tendenze suicide per notarlo." alzandosi in piedi, si allontanò per rispondere alla chiamata e Audrey si sedette rapidamente sul divano.
Nessuno dei tre prestò molta attenzione alla sua telefonata, Jeremy si spostò così da sdraiarsi sul divano mentre un cuscino gli sosteneva la testa. Sollevò le gambe, appoggiandole sul grembo della sorella con un sorrisetto divertito sulle labbra.
Audrey scosse la testa verso di lui, ma non si lamentò, e invece prese il cuscino che Elena aveva appoggiato dietro la sua testa. Non fu difficile vedere Elena diventare sempre più frustrata con i suoi fratelli più piccoli, ma si limitò a sbuffare, facendoli ridere.
"Cambio di piani." annunciò Damon mentre tornava da loro, indicando il ragazzo Gilbert. "Fai tu il babysitter." poi si diresse verso la porta, il suo sorrisetto riapparve quando i suoi occhi incontrarono quelli di Elena. "Sai una cosa, dovresti uscire un po', goderti il sole. Oh che sbadato, non puoi."
Sia Jeremy che Audrey ridacchiarono ancora una volta, mentre Elena lanciava il cuscino che stava abbracciando al Salvatore, che ridacchiò e lo schivò mentre se ne andava.
Il suo cipiglio cadde su Jeremy e sbuffò ancora una volta prima di spingerlo giù dal divano. Poi spostò lo guardo sua sorella e la guardò con aria di sfida, ma Audrey si limitò a prenderla in giro.
"Non provarci nemmeno."
* * *
La giornata trascorse lentamente in casa Gilbert. Audrey aveva cercato di spendere il suo tempo il meglio che poteva, ma ogni novità intrappolata all'interno era lentamente svanita, ed era stata sostituita dall'infinita sensazione di noia.
Era riuscita a farsi prendere dal lavoro scolastico, che di recente era caduto in fondo alla sua lista di cose da fare. Poi era tornata a leggere, finché non era riuscita a perdere interesse anche per quello, e infine aveva fatto letteralmente qualsiasi altra cosa a cui poteva pensare.
Aveva riorganizzato l'armadio e gli scaffali, aveva cambiato e rifatto le lenzuola del letto e aveva passato l'aspirapolvere sul tappeto.
Di solito Audrey rimandava quei piccoli compiti ordinari finché non aveva altra scelta.
"Ehi, Care, sono io." il telefono di Audrey era premuto tra la sua spalla e l'orecchio, mentre si tirava i capelli bagnati in una coda di cavallo. Dopo una lenta cena, aveva deciso di farsi un bagno.
"Voglio solo controllarti. So che stai aiutando Tyler con la luna piena stasera, quindi per favore fai attenzione. So che sei più che capace di gestire tutto da sola, ma non sarei una buona amica se non mi preoccupassi. Richiamami." e con questo, riattaccò e posò il telefono vicino al lavandino.
Lasciando cadere per terra l'asciugamano avvolto intorno a lei, indossò il suo intimo grigio che aveva appoggiato accanto a sé e tornò nella sua camera da letto.
"Hai un gusto discreto per i libri."
Lei si bloccò dov'era, guardandosi intorno lentamente finché i suoi occhi non trovarono i suoi, fissandoli solo per un momento. Elijah sedeva sulla poltrona che aveva in un angolo con il libro che stava leggendo prima tra le mani, sfogliando le pagine. "Come hai...?"
"Jenna mi ha invitato a entrare." rispose. "La signora Lockwood ci ha presentati. Tua zia è una donna molto accogliente."
"Lei non sa chi ha invitato a casa, a differenza di alcuni di noi." annuì lentamente Audrey. "Perché sei qui?"
"Ho appena avuto un'interessante discussione con tua sorella." le disse Elijah, posando il libro sul tavolo accanto a lui. "Ho pensato che fosse ora che noi due facessimo lo stesso."
"Va bene." lei annuì ancora una volta, la diffidenza nella sua voce lo fece ridacchiare leggermente.
"Non c'è bisogno di essere spaventati." la rassicurò. "Come ho detto ad Elena, non intendo far del male alla tua famiglia. Né sono qui per portarti da Klaus, se è quello che stai pensando."
"Lo so." annuì lei, spostandosi finalmente dalla porta del suo bagno. "Voglio dire, è per questo che hai ucciso quei vampiri, non è vero? Non vuoi portarci da Klaus, non lo volevi sin dall'inizio." si sedette sul bordo del letto, guardandolo interessata. "Allora cosa vuoi da noi?"
"C'è stato un tempo in cui i miei interessi erano allineati con quelli di Klaus." iniziò lui onestamente. "Negli anni abbiamo raggiunto una... divergenza di opinioni. Il mio obiettivo non è aiutarlo a spezzare la maledizione, il mio obiettivo è fermarlo e ucciderlo."
"Questo non risponde alla mia domanda." Audrey incrociò le braccia al petto.
Le labbra di Elijah si contrassero divertite, annuendo. "Useremo tua sorella come esca. Questo attirerà Klaus fuori dal suo nascondiglio, e una volta che l'avremo fatto lo ucciderò, come ho già detto. Ho fatto un patto con tua sorella, finché lei lo mantiene, nessuno a cui tiene si farà male. Farò in modo che stiano al sicuro."
Audrey ascoltò attentamente le sue parole. "Ed io?"
"Presumo, ormai, che il fatto delle doppelganger gemelle ti sia stato fatto notare?" indovinò lui, guadagnandosi un cenno di conferma. "Dopo avervi incontrato, ho fatto delle ricerche su cosa questo significasse per il sacrificio. Essendo la primogenita di entrambe, è la natura di Elena quella destinata ad essere la prossima doppelganger, che pone il destino del sacrificio su lei sola. Se tu dovessi prendere il suo posto, non c'è alcuna garanzia che il tuo sangue funzioni."
"Allora, questo mi rende cosa?" chiese Audrey con frustrazione nella sua voce. "L'anomalia che la natura non ha mai voluto creare? Un'anomalia inutile, oltretutto."
"Io non la penso così." Elijah scosse la testa, alzandosi in piedi. Si avvicinò a lei, il che non sembrava minimamente mettere in difficoltà Audrey. Proprio come nella casa abbandonata, ogni paura svaniva con lui. "C'è qualcosa in te, signorina Gilbert. Qualcosa di diverso. Non so ancora cosa."
Eccola di nuovo. Quella sensazione le ribollì alla bocca dello stomaco, solo quando lui le si avvicinò. Quella di cui era sicura le aveva tolto la paura, che l'aveva incuriosita dall'originale davanti a lei. Non capiva cosa fosse, era una sensazione che non riusciva a localizzare.
I suoi occhi si fissarono in quelli di lui e sentì tutto ciò intensificarsi notevolmente. L'impulso di parlarne aumentò, ma lei lo respinse, decidendo di cambiare argomento in modo specifico. "Terrai tutti al sicuro?"
Lui annuì. "Ho delle streghe che vi terranno al sicuro. Mantengo sempre la mia parola, e fintanto che tua sorella mantiene la sua, nessuno a cui tieni subirà danni." si fermò per un momento. "Stai al sicuro, fuori dai guai. Solo perché sei diversa da tua sorella, non vuol dire che la tua vita vale meno della sua."
Lei non poté fare a meno di ridere. "Dillo a St-" ma prima che potesse finire, sentì una piccola folata d'aria colpirle il viso, e lui scomparve dalla sua vista.
𝘢𝘳𝘪𝘢𝘯𝘢 𝘨𝘳𝘢𝘯𝘥𝘦 ⸻ 𝘨𝘰𝘰𝘥𝘯𝘪𝘨𝘩𝘵 𝘯 𝘨𝘰
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