❝𝑁𝑜𝑛 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑙𝑎 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑜 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑡𝑖 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑑𝑖𝑠𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑠𝑒 𝑛𝑢𝑜𝑣𝑒.❞

||𝑆𝑡𝑎𝑐𝑦 𝐿𝑜𝑛𝑑𝑜𝑛||

Kinuyo stava ancora realizzando quello che era appena successo.
Improvvisamente si era sentita l'acqua fredda del fiume addosso, come se fosse arrivato uno tsunami.

La cosa peggiore, però, non era quella, magari lo fosse stata.

D'istinto si era sporta di più verso Kinro, che in quel momento la stava guardando, senza nemmeno provare a nascondere il sorrisetto che alleggiava sul suo viso.

«Non mi dispiace questa situazione» ammise molto sinceramente, mentre la faccia della ragazza si colorava di un rosso accesso.

Nonostante avesse fatto dei passi avanti con lui, e nonostante si fossero baciati, certe situazioni la mettevano in un grande imbarazzo.

Ora capiva come doveva essersi sentita Ikuyo quando era successo a lei, sia con Senku, sia con Gen.

Si aspettava dei commenti da parte sua più tardi, proprio come la castana aveva fatto con lei poco tempo prima.

Kinuyo si girò verso i tre, pronta a vendicarsi.

«Chi è stato?» Domandò ancora rossa in viso a causa di Kinro.

Ikuyo corse dietro la schiena di Senku, continuando a ripetere: «Scusa, scusa, scusa.»

Fece spuntare il suo viso dalla spalla del ragazzo dagli occhi cremisi.
«Dovevo evitare quel getto d'acqua a tutti i costi.» Spiegò facendo un innocente sorriso.

«Ei, perché ti sei nascosta proprio dietro di me? Vuoi forse farci uccidere entrambi?» Chiese Senku alla ragazza, che non aveva intenzione di muoversi da lì.

«Comportati da cavaliere e salvami dalla furia della mia migliore amica» rispose Ikuyo lanciandogli uno sguardo.

«Non credo tu abbia bisogno di essere salvata, sei capace di essere anche tu una furia, voi due insieme mi spaventate» disse guardandola a sua volta oltre la sua spalla.

«Mi vendicherò comunque su entrambi» affermò Kinuyo con un sorrisetto, mentre scrocchiava le dita delle mani.

Nel frattempo Suika, come suo solito, si godeva la scena ridendo.
Adorava quei momenti, ma più di ogni altra cosa, le piaceva passare del tempo con loro.
Riuscivano sempre a farla divertire.

«Non mi sembra una decisione logica.» Ribatté subito Senku.
«Sai che la logica non c'entra poi molto, vero?» Domandò Ikuyo in un sussurro.

«Eh? Come? C'entra sempre.»
«No, fidati, non sempre.»
«Ma io non ho fatto nulla, sei tu che ti sei scansata.»
«Per una buona causa.»

«Voi due, smettetela di confabulare e assumetevi le vostre responsabilità!» Esclamò Kinuyo avvicinandosi pericolosamente ai due.

«Hai sentito? Ikuyo, dovresti assumerti le tue-» Stava dicendo Senku ma venne bloccato dall'acqua che gli arrivò contro.

Ikuyo dietro di lui cercò, invano, di trattenersi dallo scoppiare a ridere.

«Smettetela di mettermi in mezzo» commentò rassegnato.

xxx

Finita la grande guerra suon di schizzi d'acqua, Kinuyo decise di andarsi a riposare sotto il sole.

Durante il tragitto, però, incontrò Kohaku, che sembrava volerle parlare.

«Ei, Kohaku.» La salutò la castana una volta uscita dal fiume.

«Kinuyo. Devo parlarti.»
«Certo, dimmi pure.»

«Tu e Kinro, non credete di star andando troppo velocemente? Vi conoscete da poco, eppure vi comportate come una coppia che sta insieme da una vita.» Fece una breve pausa, per esaminare la sua reazione.
«Non sto dicendo che non dovreste passare del tempo insieme o frequentarvi, ma pensa a quanto ti ho detto.»

Quelle parole furono come una freccia scagliata con molta precisione.
Colpirono in pieno Kinuyo.

Ma Kohaku aveva ragione, stavano decisamente correndo troppo.

Era così presa dal moro che aveva finito per mettere da parte il ragazzo che amava davvero.
Un pensiero si fece largo nella mente della ragazza: Aveva tradito Taiju, o perlomeno, era come se lo avesse fatto.

Quella stessa sera Kinro si accorse dello strano comportamento di Kinuyo, sembrava che qualcosa la turbasse, non aveva detto una parola.

«Kinuyo, si può sapere cos'hai?» Le domandò avvicinandosi.

La ragazza dal canto suo non faceva altro che provare sensi di colpa a causa della conclusione a cui era arrivata.

Pensava a Taiju, che aspettava il momento giusto per tornare da lei.
E lei cosa faceva? Si era gettata tra le braccia di Kinro.

Il problema era che provava qualcosa per quel ragazzo fissato con le leggi, non poteva negarlo.

«Non ho nulla» rispose semplicemente.
«Non mentirmi, si vede benissimo che non è vero» disse subito il giovane, afferrandole le spalle per girarla verso di lui.

Non ricevendo nessun'altra risposta, Kinro andò avanti.
«È da quando hai parlato con Kohaku che sei strana, che ti ha detto per farti stare così?»

Kinuyo fece un sospiro, aveva centrato il punto della situazione.
«Pensa che stiamo correndo troppo... Perché non ci conosciamo da molto.»

«Non è lei a dover decidere della tua vita, se stai bene con qualcuno poco importa se è da poco che lo conosci» disse seriamente.

«Si ma... Kinro... Noi non stiamo insieme, però ci comportiamo come se lo fossimo» sussurrò abbassando per un momento lo sguardo.

«Ascoltami.» Il moro le afferrò il mento, così da far incontrare nuovamente i loro occhi.

«So che ci sarà sempre Taiju, ma sinceramente al momento non mi importa.
Ora ci sono io qui con te, sono io quello che se deve ti proteggerà.
Ti chiedo lasciarmelo fare, fino al suo arrivo.»

Kinuyo lo guardò, non riuscendo a nascondere la sorpresa per quelle parole.

Mi sta dicendo che quando tornerà Taiju si farà indietro? Senza provare a farmi cambiare idea?

Non sapeva cosa dire, ma si rese conto di quanto fosse speciale quel ragazzo, che era disposto a lasciarla pur di renderla felice.

Ero così preoccupata che non ho visto il meraviglioso ragazzo che ho davanti in questo momento.

«Kinro...» Si avvicinò a lui.

Il moro la prese il braccio per poi baciarla, Kinuyo non aveva intenzione di fermarlo.

xxx

Senku aveva appena finito di spiegare a Chrome l'importanza del vetro per la civiltà.

Ikuyo aveva lasciato il compito al ragazzo dagli occhi cremisi illustrare i vantaggi di quel materiale, ma era rimasta comunque accanto a loro.

«E visto che ci siamo...» Cominciò a dire Senku, la castana notò una strana espressione sul suo viso.

Non aveva un buon presentimento.

«Con il vetro potremmo anche levarle dalla testa quel copricapo ingombrante, e vedere finalmente le misteriose sembianze  della grande detective Suika, chi lo sa...» Si avvicinò alla bambina e le sfilò l'anguria che portava sempre, senza un minimo di delicatezza.

Ikuyo scattò immediatamente, insieme a Kohaku.

«Suika non vuole che la si guardi in faccia!» Esclamò la bionda prendendo l'anguria dalle mani del giovane.

L'altra ragazza afferrò uno degli oggetti che avevano fatto con la terra cotta.

«Senku! Non sai cosa significa la parola privacy?!» Disse colpendolo in testa.

«Ikuyo! Perché mi hai colpito?!» Domandò portandosi entrambe le mani sul capo.

«Lo sai perché! Potevi almeno chiederglielo, non credi?»
«Non avrebbe mai detto di si.»
«Ora ti colpisco di nuovo.»

«Questa tua nuova abitudine di colpire le persone non mi piace» affermò, non si era dimenticato della scodellata che si era beccato quel giorno.

«La prima volta non è stato volontario, adesso invece te la sei cercata.»

Lui la guardò con uno sguardo a cui lei non riusciva a resistere.

Ikuyo sospirò, rimettendo a posto l'oggetto e alzando le mani al cielo in segno di resa.
Poi voltò lo sguardo verso Suika.

Rimase incantata dalla bellezza della bambina, tant'è che prese a sclerare insieme a Kohaku.

«Suika... Ma sei stupenda!» Esclamò la castana.

Sia lei che la bionda avevano gli occhi a forma di cuore e le mani sulle guance.

«E ora la cosa sembra andarle bene... Mi ha colpito per nulla.» Si lamentò Senku continuando a massaggiarsi la testa.

«Pensavo ti fossi abituato dopo la situazione con la scodella.» Gli disse Chrome ridacchiando.

«Non ricordarmelo.»
«Ma è stato divertente.»

«Assolutamente no, è stato-» Si bloccò senza finire la frase, di getto stava per dire che era stato imbarazzante, anche se quel giorno non lo aveva dato a vedere.

Non gli piaceva il fatto che si fosse sentito così, non doveva perdere di vista la decisione sul dedicarsi solamente alla scienza.

«Cosa?» Chiese il moro fissandolo in attesa di una risposata.

«Niente, lascia stare.»
«Dai! Ora devi dirmelo!»
«Non ti avvicinare in quel modo! Ti ammazzo!»

A frenare quel momento di confusione fu la faccia che fece Suika poco dopo a causa di quella che loro chiamavano malattia della nebbia.

Senku le si avvicinò per spiegarle come avrebbe potuto risolvere la sua miopia grazie al vetro.

Il modo con il quale glie lo disse, facendole presente che non era un difetto il problema che aveva, fece sorridere appena Ikuyo.

Quel ragazzo aveva un lato nascosto che raramente lasciava uscire alla luce del sole.

Fece dei passi verso di loro, accovacciandosi a sua volta.
Poggiò una mano sulla spalla di Suika, dove c'era anche quella di Senku.

«Potrai vedere di nuovo, questa è una promessa» disse dolcemente la castana. 

xxx

Lavorarono per giorni, raccolsero tutto il necessario per la creazione del vetro.
Fu faticoso, ma ne valse la pena.

In quel momento stavano andando tutti verso il campo di girasoli, per far provare a Suika le lenti.

La piccola si tenne al vestito di Senku con una mano, mentre con l'altra teneva la mano di Ikuyo.

Da fuori la scena risultava estremamente dolce.

La castana di tanto in tanto guardava la bambina, poteva solo immaginare la gioia che avrebbe provato nel vedere realmente il mondo.

Non doveva più privarsi di quei bellissimi colori che la circondavano.

«Come ti senti?» Domandò Ikuyo alla piccola.
«Suika non è più nella pelle! Vuole provare subito le vostre lenti!» Rispose tutta entusiasta.

«Pazienta ancora un po', siamo quasi arrivati» disse il ragazzo dagli occhi cremisi con un leggero sorriso sul viso.

Una volta lì Senku prese a parlare.
«Suika, riesci a vedere cosa c'è adesso di fronte a te?»

«Sono dei semplici girasoli» rispose lei per poi imbronciarsi.
«Suika non ha mica detto di essere cieca...»

Improvvisamente il giovane le mise l'anguria in testa.
La piccola cominciò a guardarsi attorno, poi si girò verso di loro.

«Ikuyo, Kinuyo, siete bellissime!» Disse facendo sorridere le due dirette interessate.
Subito dopo la videro andare verso i girasoli, per ammirarli.

La felicità di Suika si diffuse rapidamente, contagiando l'intero gruppo.
Finalmente non aveva più quella nebbia davanti agli occhi.