- 14. Naso Rotto -
"Taehyung io non so tu cos'hai in testa, ma se Jungkook ha detto di si non posso fare niente".
Dopo ciò richiuse la porta.
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TAEHYUNG POV.
Uscii dal locale e lo trovai affianco alla macchina, non era entrato.
"Lui... come sta?" aveva un'espressione tormentata.
"Non è colpa tua, e ora, sali in macchina" Mi diressi verso il mio posto.
Salii e mi misi al cintura, ma il sedile affianco a me era vuoto.
"Taehyung... non so se me ne voglio andare..."
"Jungkook guardami" lui incastonò i suoi occhi neri nei miei.
"Non stai abbandonando Jimin. Ok? Gli hai dato così tanto del tuo tempo che non sai più le tue necessità, prenditi un po' di tempo per te". Girò il viso altrove.
"Jungkook so che fa male sentirtelo dire... ma lui adesso ha yoongi, non serve che ti preoccupi".
Si era voltato per nascondere le lacrime, ma quella frase lo colpì, come una freccia, che era stata scoccata da cupido in un momento di ira.
Uscii dalla macchina e andai ad abbracciarlo.
"So che soffri, sembra che qualcuno ti stia obbligando ad affrontare un incubo dal quale non ti puoi svegliare".
Lui annuì sulla mia spalla.
"Per smettere di avere paura degli incubi devi capire quanto sono belli i sogni".
Lui rimase stupito dalla mia frase.
Mi guardava.
Non riuscivo a capire cosa vedevo nei suoi occhi.
"Dai, andiamo, dobbiamo sistemare le tue cose per poi uscire a cenare".
Si asciugò gli occhi e annuì convinto.
Mi diressi verso la mia portiera e mi chiesi se potessi veramente fare qualcosa per quel ragazzo o se lo stessi solo illudendo di poter superare l'amore.
"Eccoci, siamo arrivati".
Durante il viaggio un assordante silenzio aveva inondato la macchina, Jungkook era troppo preso a guardare fuori per fare domande e io stavo pensando a cosa avrei risposto se mi avesse mai chiesto una di quei quesiti.
"Taehyung qual è la mia camera?". Gli feci cenno di seguirmi.
Lui guardava casa mia con stupore.
"Eccola qui, dopo apriamo i tuoi bagagli, poi dimmi se vuoi altri mobili".
La stanza era spaziosa. Le assi di betulla che componevano il pavimento le davano un aspetto delicato. Alle pareti erano appese delle foto in bianco e nero contornate con cornici placcate in oro.
Era una grossa finestra a dare luce, si trovava in fondo alla stanza, vicino aveva il letto ancora senza lenzuola e un piccolo divano beige con un cuscino bianco latte.
La cosa più importante però era l'enorme specchio che ricopriva la parete sinistra, e a quasi un metro da terra attaccata a quest'ultimo c'era una barra di legno lunga due metri.
Il ballerino si guardò un poco intorno, si girò verso di me e disse: "E' perfetta, grazie".
Ero contento gli piacesse.
Mi tornò in mente che mi sarei dovuto vedere con Yoongi.
"Jungkook ti spiace se ti lascio un po' da solo a casa? così fai anche amicizia con l'ambiente e passo a comprarti le lenzuola" Lui si girò e mi disse che potevo uscire tranquillamente.
Gli mostrai le ultime cose e dopo che fui sicuro di aver detto tutto mi misi il giacchetto e uscii.
Il bar stavolta era diverso: non ispirava fuoco come quello del ballerino, era più sudicio.
Le pareti avevano la carta scrostata e il barman sembrava che non si facesse la doccia da secoli.
Quando arrivai il mio amico era già ubriaco marcio, spiaccicava complimenti a Jimin e insulti al suo datore di lavoro.
Decisi di portarlo al parco e farlo sedere su una panchina.
"Sai Taehyung, Jimin è veramente bello" Ricomiciò il suo discorso.
"Quello stronzo ha di nuovo messo il mio articolo in seconda pagina, spero gli cada un mattone in testa" Non lo stavo ascoltando con attenzione.
"Sai è stata una bella mossa mettersi lo stronzetto in casa". Attirò il mio orecchio.
"Sei un genio sai. Non avrei mai pensato che avesti usato di nuovo quella tecnica: farlo innamorare di te per levarlo dalle palle a Jimin, sei un genio! Appena scopate dimmi se è bravo a letto, quando andavo a trovare il mio amore sentivo spesso dei rumori dalla sua stanza, probabilmente era proprio uno di quei maiali arrapati pronti a sganciare soldi , beh cosa ci si può aspettare da una ..." Un pugno si sferrò sulla sua bocca.
Mi alzai e lo guardai.
"Guardati... sei talmente ubriaco da cadere se uno ti sfiora. Poi ti rendi conto che cazzo stai dicendo? Sei uno stronzo." Mi girai e mi guardai la mano sinistra: mi si erano sbucciate le nocche.
Lui provò a rialzarsi, fallendo.
"Taehyung ma che ti arrabbi per una puttana come lui?"
Mi girai, lo presi per il colletto e lo misi sulle sue gambe, e gli sferrai un pugno sul naso.
"Domani mattina quando ti guarderai allo specchio ricordati perchè il tuo naso è così e pentiti di tutto quello che hai detto perchè io un amico pezzo di merda non lo voglio".
Gli presi il telefono e chiamai Jimin.
"Yoongi come stai?" Era contento che lo aveva chiamato, il suo tono era felice.
"Sono Taehyung, sta al parco delle lillà vienitelo a prendere".
"Oddio che è successo?" Il suo tono aveva perso tutta la gioia.
"Devi solo portartelo via, io mi rifiuto di passare un altro minuto con lui".
Chiusi la chiamata senza aspettare risposta.
Yoongi era sempre stato una testa di cazzo da ubriaco, ma stavolta aveva esagerato.
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Spazio Autrice:
Buonasera! che ne dite? ritorno con il botto, eh?
la scuola sta finendo e spero di aggiornare più spesso, anche perchè la storia sta prendendo il via!
Ci vediamo al prossimo capitolo.
(mi raccomando voglio un commentino sulla stronzaggine di Yoongi ahhaha)
By _serendipity-x_
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