𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟺𝟷

❝𝐹𝑖𝑛𝑐𝘩𝑒́ 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑎 𝑎 𝑝𝑖𝑎𝑐𝑒𝑟𝑣𝑖.
𝐹𝑖𝑛𝑐𝘩𝑒́ 𝑣𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑟𝑒𝑡𝑒, 𝑣𝑖 𝑚𝑎𝑛𝑐𝘩𝑒𝑟𝑒𝑡𝑒, 𝑣𝑖 𝑐𝑒𝑟𝑐𝘩𝑒𝑟𝑒𝑡𝑒.
𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑚𝑎𝑖 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑜.
𝑁𝑜𝑛 𝑠𝑎𝑟𝑎̀ 𝑚𝑎𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎.❞

||𝐹𝑜𝑛𝑡𝑒: 𝐴𝑛𝑜𝑛𝑖𝑚𝑜||

||Play: Eye of  the storm - Ghost Data||

Quella sera Akashi aveva deciso di uscire per farsi una camminata, anche se non aveva una meta precisa da raggiungere.
Semplicemente voleva starsene da solo con i propri pensieri, possibilmente all'aperto, e non chiuso in una stanza d'hotel.

Vedere Kayla aveva smosso dentro di lui i sentimenti che aveva cercato disperatamente di reprimere. Da quando l'aveva baciata tutto era molto più complicato da gestire.

In cuor suo, però, sapeva che sarebbero tornati a galla non appena i suoi occhi avrebbero incontrato quelli della ragazza. E così era stato, esattamente come un colpo di fulmine.

Non l'aveva più sentita né vista dal suo ritorno a Tokyo, cosa strana visto quanto ci tenesse ad avere un contatto con lui.

Evidentemente le parole che le aveva rivolto le avevano fatto più male di quello che aveva previsto.

Questo l'aveva portata a non cercarlo, in modo da fargli sapere come si sentiva tramite il suo silenzio.

Akashi aveva reagito alla paura. Si era improvvisamente trovato davanti qualcosa di più grande di lui, che non aveva mai dovuto affrontare.
Era qualcosa di ignoto e questo gli aveva fatto dire parole che non pensava.

Parole che avevano ferito Kayla.

Strinse le mani in due pugni, non riusciva a fare a meno di sentirla, quella spiacevole sensazione che si stava impossessando di lui al solo pensiero di averla fatta soffrire.

Odiava sentirsi in questo modo.
Odiava il non riuscire a staccarsi da quei sentimenti.
Odiava la fragilità che avvertiva quando era con Kayla.
Odiava il fatto che, nonostante tutti quei pensieri, lui volesse comunque stare con lei.

Ma non poteva farci niente, per quanto volesse odiare e ripudiare quelle emozioni, Akashi allo stesso tempo le amava.

Amava come lo faceva sentire la compagnia di Kayla.
Amava ogni cosa di lei, come lo guardava, i suoi tentativi di avvicinarsi e capirlo, amava tutto ciò che la giovane gli trasmetteva.

La sua presenza portava un luminoso bagliore nella vita di Akashi, senza non sarebbe potuto andare avanti.

Era la luce che illuminava il suo cammino, se non ci fosse stata allora sarebbe stato costretto a percorrerlo nel buio più totale, rimanendo in quelle che erano le sue convinzioni ormai da troppi anni.

Si fermò di botto, serrando ancora di più la presa sui pugni e stringendo i denti.

Poi però allentò la stretta e aprì le mani, lasciando penzolare le braccia lungo i fianchi, dopodiché prese un profondo respiro.

Non doveva più scappare da ciò che provava per lei, tutti i suoi tentativi erano stati inutili, non vedeva più motivo di continuare a sfuggirle.

Era come se qualcosa lo stesse spingendo verso la ragazza, come se ci fosse un legame mistico che li univa, impedendo ai due di camminare su strade diverse.

Kayla lo faceva agire come nessuno era mai riuscito a fare.

Con lei anche la sua seconda personalità non poteva fare altro che addolcirsi.
Con lei tutto era diverso, con lei si sentiva libero, come non lo era mai stato fino a quel momento.

Una folata di vento gli fece alzare lo sguardo verso il cielo, quest'ultimo si stava annuvolando, anche se non era previsto brutto tempo.

Non seppe perché, ma istintivamente spostò gli occhi di lato, verso i balconi degli appartamenti che costeggiavano le strade.

Occhi che assunsero una luce diversa quando si rese conto di dove fosse finito, quella non poteva essere solo una semplice coincidenza.

Kayla si trovava poggiata, con entrambe le braccia, sulla ringhiera ad osservare il cielo.

Il primo pensiero di Akashi fu uno, che da un periodo a quella parte era spesso presente nella sua mente, ed esso era indirizzato alla bellezza della ragazza.

La trovava meravigliosa.

Anche lei sentì l'impulso di cambiare la locazione del suo sguardo, sembrava che una forza sconosciuta l'avesse portata ad abbassare gli occhi sulla strada, incrociando quello di Seijuro.

La giovane spalancò appena gli occhi, non si aspettava di vederlo lì, cosa ci faceva sotto l'appartamento dove viveva?

Ma soprattutto, come aveva fatto a sapere che viveva lì?

Nessuno dei due disse niente per parecchi secondi.

Lei non sapeva cosa avrebbe dovuto dire, non intendeva cominciare per prima la conversazione, però doveva ammettere di essere felice di vederlo, il suo cuore batteva all'impazzata e desiderava solo andare da lui.

Akashi avrebbe potuto benissimo proseguire con la sua passeggiata serale, però non lo fece.

Ciò che sarebbe andato a chiederle era qualcosa che non avrebbe mai fatto con nessuno, ma Kayla era speciale, non era una persona qualunque.

«Ti va di scendere?» Le domandò alzando la voce quanto bastava per farsi sentire, senza essere costretto a ripetersi.

La ragazza non si aspettava una richiesta di quel tipo, ne rimase sorpresa.

«Credevo volessi concentrarti solo sul torneo» replicò lei osservandolo dall'alto.
«Se non volevi scendere bastava che lo dicessi» disse Akashi, mettendo le mani nelle tasche della giacca.

«Io voglio scendere.» Lo corresse Kayla, non attendendo troppo prima di continuare la frase.
«Quello che mi preme sapere è se lo voglia veramente anche tu, non intendo venire con te se poi devi dirmi, anche se indirettamente, che sono la tua debolezza.»

Quella era la prova di quanto le parole del ragazzo avessero colpito Kayla, la prova che quanto detto da lui le aveva fatto male.

«Non te lo avrei chiesto se non lo avessi voluto» rispose il giovane, appoggiandosi con la schiena contro il muretto.
«Ti aspetto.»

Sul viso di Kayla apparve un piccolo sorriso, dopodiché decise di raggiungerlo, avvertendo prima Kagami sulla sua uscita dell'ultimo minuto.

«Allora, come hai fatto a sapere dove vivevo?» Domandò una volta arrivata davanti al giovane.

«Non lo sapevo, mi sono trovato qui per caso.»
«Uh? Sul serio?» Rispose lei, il ragazzo non aveva motivo di mentirle, ma l'incredulità ebbe il sopravvento e le fece pronunciare quelle brevi domande.

«Già.» Si staccò dal muretto e riprese a camminare.
«Una semplice coincidenza.»

«E tu ci credi?» Chiese Kayla affiancandosi a lui.
«Forse.» In realtà cominciava veramente a pensare che la casualità c'entrasse ben poco con tutto quello.

La ragazza gli lanciò varie occhiate, era probabile che dietro la sua richiesta ci fosse qualcosa che volesse dirle, o comunque una motivazione che l'aveva portato a fare quella scelta.

«Se mi hai fatta venire con te credo sia perché tu debba dirmi qualcosa.» Iniziò a dire con pacatezza.
«Quanto hai intenzione di farmi aspettare?»

Ci fu un momento di silenzio, che a Kayla sembrò durare un'infinità di tempo.

Il vento passò prepotentemente su di loro, costringendo la ragazza a tenersi i capelli, in modo da non farli volare ovunque.

«Non ti fai sentire da quando sei tornata a casa.» Per Akashi pronunciare quelle parole non fu facile, significava mostrare parte delle sue preoccupazioni.

«Volevi parlarmi di questo?» Chiese Kayla, lasciando andare i capelli quando il vento si fece più sopportabile.

L'altro sospirò.
«Oggi sembri tu quella con la quale è difficile parlare.» Pensò ad alta voce.

«No, è che non riesco proprio a capirti certe volte. Prima ti allontani, poi sembri pentirtene, poi lo fai di nuovo, vedi di deciderti.»

Non intendeva parlargli in quella maniera, però voleva che prendesse una decisione una volta per tutte, scegliendo se scappare dai suoi sentimenti, oppure affrontarli e accoglierli.

«Forse è meglio parlarne dopo il torneo.» A quel punto Kayla arrestò i suoi passi, portando Seijuro a fare lo stesso.

«Eh no!» Esclamò lei mentre il ragazzo si voltava nella sua direzione.
«Ne parliamo adesso! Rimarremo qui fino a che non ne parleremo, anche se dovesse venire giù il diluvio universale!» Disse alzando un dito verso il cielo.

Non passò nemmeno un secondo dalla frase che un tuono si fece sentire in lontananza.

Kayla rivolse il suo sguardo in alto e alcune gocce d'acqua caddero sui suoi occhi, che chiuse immediatamente, riaprendoli solo quando abbassò la testa.

Stava per proporre al giovane di trovare un posto al chiuso dove continuare la conversazione, ma prima che potesse dire una sola parola il cielo si scatenò, buttando giù la pioggia a secchiate, non dando il tempo necessario ai due ragazzi di andare al riparo, per rimanere asciutti.

«Cavolo!» Kayla si guardò velocemente attorno, e quando vide uno scivolo al chiuso, a poca distanza da loro, afferrò la mano di Seijuro e cominciò a correre verso di esso.

Era stata una fortuna averlo così vicino, però ci arrivarono già zuppi d'acqua.

La ragazza poggiò la schiena contro il legno della struttura che teneva in piedi lo scivolo, puntando gli occhi davanti a se, stava davvero facendo il diluvio universale, sembrava lo avesse chiamato con quella sua affermazione.

Improvvisamente sentì una piccola risata provenire dal giovane accanto a lei.

Kayla girò la testa verso di lui, meravigliata da ciò che aveva appena sentito.

Era rarissimo per Akashi lasciarsi andare in quel modo, la sua espressione in quel momento era in grado di risplendere, in netto contrasto con le nuvole nere che sostavano sopra di loro.

Lei era incantata, si sentiva leggera nel sentire quel suono così puro e sincero.

Non riuscì a non sorridere.
«Perché ridi?» Domandò facendo trapelare, dalla voce, la sua felicità per quanto successo.

«È divertente come si sia messo a piovere poco dopo la tua dichiarazione.» Nella risposta Akashi non mascherò niente, dicendole esattamente le cose come stavano.

Kayla accennò ad una risata.
«Hai ragione, forse mi sono fatta sentire fin troppo bene.»

Trascorsero dei minuti senza dire più nulla, attorno a loro si sentiva solo il rumore che la pioggia provocava scontrandosi contro il tettuccio dello scivolo, interrotto a tratti dal rumore delle foglie - che seguivano la via del vento - e da qualche tuono.

«Non pensavo aveste un legame del genere tu e il tuo amico» disse Akashi, spezzando quel silenzio di parole.

Kayla gli lanciò un'occhiata.
«Taiga dici? Si, è il mio migliore amico, perché lo chiedi?»

«Era solo una considerazione, visto come gli sei saltata in braccio a fine partita.» Il ragazzo non spostò gli occhi su di lei, li mantenne fissi sulla pioggia che batteva incessantemente sul terreno.

La ragazza ridacchiò, guardandolo divertita.
«Ora non puoi negarlo, sei geloso, ammettilo.»

«Ti sbagli.» Quello fece solo aumentare il piccolo sorriso già presente sul viso della giovane.

Altri istanti di silenzio passarono, nei quali Kayla portò le gambe verso il petto, per poterle avvolgere e stringere con le braccia.

Mise il mento sulle ginocchia, nascondendo lievemente le labbra su di esse.
«Davvero pensi che sia stato un errore?» Il suo tono si era fatto flebile, fino a diventare un sussurro.

Si era ripromessa di non prendere il discorso in maniera così diretta, per paura di un'altra risposta come quella già ricevuta, ma le parole furono più veloci ad uscire, non ebbe il tempo di fermare la loro partenza.

Akashi spostò gli occhi su di lei, vederla così fu come ricevere una pugnalata al cuore.

«Maledizione» disse, rivolto a se stesso, per poi alzarsi e scendere dallo scivolo, utilizzando le scale dalle quali si saliva.

Era infuriato con se stesso per aver provocato quell'espressione sul viso di Kayla, era tutta colpa sua se ora stava soffrendo.

La domanda che gli aveva rivolto, lui sapeva come rispondere.
Ormai non poteva più celare i suoi sentimenti, quindi sapeva cosa avrebbe dovuto dire, ma non era per niente facile andare contro quello che si era ripetuto per tutto quel tempo.

Aveva vissuto nelle bugie che si era raccontato, riguardo il loro rapporto e ciò che lui provava, per un periodo troppo lungo.

Non poteva più farlo, quelle false credenze lo stavano opprimendo.

La ragazza si alzò e lo raggiunse sotto la pioggia, a nessuno dei due importava di bagnarsi e tornare a casa ancora più zuppi di prima.

Arrivò alle sue spalle e gli afferrò delicatamente il braccio, facendolo girare verso di lei, per poi abbracciarlo, portando una mano dietro la sua testa e fargli appoggiare il viso contro la sua spalla.

«Smettila di negarlo...» Gli disse con dolcezza.
«La paura fa parte di noi, è umana, e tu non sei una macchina, è un'emozione che anche tu puoi provare»

Sentendo il silenzio da parte del ragazzo decise di andare avanti.
«La eviti perché dentro di te l'hai sempre provata, con tutte le pressioni che hai avuto, fin da piccolo...» Prese ad accarezzargli la schiena.

«Non ti biasimo per volerla evitare, ma con me non devi farlo. Sto cercando di fartelo capire in tutti i modi, ma sembra non funzionare» disse infine affondando il viso nell'incavo del suo collo.

Rimase sorpresa quando sentì Akashi ricambiare, anche se con esitazione, l'abbraccio.

La pioggia ancora non aveva cessato di scendere sulla città, solo loro due erano rimasti sotto di essa, troppo presi dal momento che stavano vivendo per potersi spostare.

«Tu non molli proprio mai, vero?»
«No, dovresti saperlo.»

Seijuro si allontanò di poco e le mise una mano sulla testa, lasciandole una leggera carezza.
Fece poi scivolare la mano lungo la sua guancia, dove i capelli si erano appiccicati a causa della pioggia, provocando in lei una serie di brividi, dovuti al suo tocco.

«Non aspettarti però un trattamento di favore in partita, se dovessimo incontrarci.» Le disse, lasciandola confusa.

Il ragazzo decise di tornare indietro, quindi cominciò a rimettersi in cammino.

«Aspetta!» Lo richiamò lei.
«In che senso? Che cosa significa? Non essere cosi criptico!» Mosse qualche passo verso di lui.

«Vuoi sempre tutte le rispose tu?» Commentò Akashi, fermandosi.
«Direi che me le merito» ribatté l'altra.

«Significa questo.» Tornò indietro di pochi passi e l'attirò verso di se, unendo le loro labbra in un bacio, umide a causa nelle gocce d'acqua che erano finite su di esse.

Le mise una mano sulla parte bassa della schiena e la strinse contro il suo corpo, mentre l'altra si andava a posare sul suo fianco.

In un primo momento Kayla rimase di stucco di fronte a quel gesto improvviso, però poi schiuse la bocca, in modo da dargli libero accesso.

Chiuse gli occhi e ricambiò il bacio, tenendosi alle sue spalle per stare più vicina a lui.

Fu come prendere una boccata d'aria fresca, fu liberatorio.

La pioggia contornava i loro corpi, scivolava sulle loro pelli e i sui loro vestiti, appiccicati ai corpi dei due ragazzi.

Allontanarono di poco le labbra, tenendole a poca distanza le une dalle altre, non staccandosi dall'abbraccio nel quale si erano legati.

Kayla poteva sentire il respiro di Seijuro.
Finalmente aveva potuto baciarlo di nuovo, e anche in quell'occasione l'iniziativa l'aveva presa lui.

Così come la giovane si sentiva alleggerita, lo stesso era successo ad Akashi, che improvvisamente si sentì liberato dal peso che si portava dentro.

«Seijuro...» Sussurrò contro di lui, guardandolo negli occhi, sentiva chiaramente le sue goti arrossarsi.

«Ho deciso di non tirarmi più indietro, non mi farò dominare dalla paura. L'ho sempre sconfitta, non vedo perché questa volta debba essere diverso.» Le disse il ragazzo.
«Dopotutto io vinco sempre.»

Kayla rise a quell'ultimo commento, era proprio da lui uscirsene con frasi di quel tipo.
«Scemo» disse scherzosamente e con una piccola risata.

Akashi accennò ad un sorriso, poi alzò la testa verso il cielo, ancora coperto da nuvole nere, che continuavano a far scendere acqua su acqua.
«Non dovremmo rimanere qui, ci siamo stati anche troppo, meglio non rischiare ulteriormente di ammalarsi.»

La giovane di tutta risposta avvolse le braccia attorno al collo del ragazzo.
«Prima baciami di nuovo.» Quando lui la guardò Kayla continuò a parlare.

«Ho bisogno di sapere che questa è la tua scelta definitiva. Baciami ancora.» La sua priorità in quell'istante era quella, la pioggia passò in secondo piano.

Akashi non se lo fece ripetere due volte. Chinò il viso su quello della ragazza e la baciò ancora una volta, confermando ciò che aveva detto. Aveva deciso di non scappare più da quelli che erano i suoi sentimenti, ora in perfetta armonia con quelli di Kayla.

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