𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟽

Il giorno tanto atteso era finalmente arrivato e tutti i giocatori della Seirin si stavano preparando a dovere per la partita di quel pomeriggio.

Kayla era uscita presto insieme a Kagami, dirigendosi verso il campo da basket prima di andare a scuola. Quest'ultimo voleva verificare lo stato delle sue gambe.

«Sei pronto?» Gli domandò passandosi la palla da una mano all'altra.

«Mai stato così pronto. Dai, passa!» La convinzione che ci mise nel rispondere fece sorridere la ragazza.

«Brutta l'astinenza, eh?» Commentò Kayla con ironia, lanciandogli la palla.
«Non immagini quanto.» L'afferrò e si posizionò ad una certa distanza dalla rete.

Il ragazzo fece il suo tiro, mandando la palla a canestro senza nessuna sbavatura.

Abbassò lo sguardo verso le sue gambe.
«Non mi fanno più male.» Inizialmente il suo tono si mostrò pacato e sollevato, ma poco dopo divenne molto più energico.
«Non mi fanno più male!»

Kayla andò a prendere la palla e poi si avvicinò all'amico, che nel frattempo aveva stretto una mano in un pugno, assumendo un'espressione determinata in volto.

Lo osservò con un leggero sorriso.
«Chissà a cosa starà pensando il mio migliore amico, mh?» Si chiese con tono teatrale, attirando l'attenzione di Kagami.

«Forse qualcosa come "Preparati, Aomine! Vincerò assolutamente!"» Disse tentando di imitare la sua voce.

«Ei! Che fai, mi leggi nella mente?» La vide girarsi verso il canestro.

«Può darsi» rispose con un sorrisetto prima di lanciare la palla, non sbagliando il tiro.

«O forse è quello che ho pensato anche io» Si voltò nella direzione dell'amico.
«Vinciamo questa partita e apriamogli gli occhi!» Affermò alzando la mano verso di lui.

Kagami la guardò e rispose subito al suo gesto, dando il cinque all'amica.

Si sarebbero impegnati al massimo per battere Aomine e vincere quella partita, non solo per una soddisfazione personale e per far ragionare il ragazzo, ma anche perché quella che avevano fatto a Kuroko era una promessa, quindi dovevano impegnarsi, fino a non avere più forze.

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Giunti sul campo Kagami notò l'assenza di Aomine, entrambe le squadre erano lì, ma del ragazzo non c'era traccia.

Decise di chiedere ad uno dei suoi compagni, scoprendo così che era in ritardo.

La cosa lo faceva infuriare.

Aomine si sentiva superiore a tutti, anche ai suoi senpai, tanto da avere la faccia tosta di presentarsi a partita già iniziata.

Questo non fece altro che aumentare lo spirito combattivo del rosso, sempre più determinato a segnare quanto più possibile prima del suo arrivo, così da fargli vedere che grandissimo errore aveva fatto nel non essere arrivato insieme agli altri.

«Ei.» Lo chiamò Kayla avvicinandosi, finendo di legarsi i capelli in una coda alta.

«Dov'è Aomine? Non avrà intenzione di non presentarsi, vero?» Assottigliò lo sguardo.
«Non sopporto che mi si dia buca, anche se si tratta di una partita.»

Si ricordava della conversazione avuta sul tetto della scuola di Aomine, le aveva detto chiaro e tondo che se ci teneva tanto a sfidarlo avrebbe dovuto impegnarsi nel campionato.

Quindi aveva detto quelle parole per scrollarsela di dosso? Erano tutte parole al vento?

Se avesse avuto tempo sarebbe andata direttamente lei a raccattarlo, ovunque si fosse rintanato. Non accettava un comportamento simile.

Ritirarsi in quel modo da una sfida?
Ci sarebbe stato da lanciargli la palla in piena faccia, ma non è nello stile di Kayla.

La ragazza sarebbe andata molto più di parole e gesti, sarebbe stata capace di afferrarlo per un braccio e trascinarlo fino allo stadio, per quanto complicato potesse essere.

«Dalla tua faccia capisco che ti stai trattenendo dalla voglia di portarlo qui di peso» cominciò a dire Kagami, osservando l'espressione dell'amica.

«Ma semplicemente è in ritardo. Si crede così invincibile da decidere che non vale la pena giocare l'intera partita.» La informò, infastidito dall'atteggiamento di Aomine.

Kayla annuì, incrociando le braccia al petto.
«Bene, impegniamoci e cerchiamo di aumentare il divario fra noi e loro. È l'unico modo per fargli capire che sbaglia a sottovalutarci.»

«È esattamente quello a cui stavo pensando» replicò lui prima di entrare in campo.

Al fischio d'inizio la squadra avversaria riuscì a prendere palla, mostrandosi molto più veloci di quanto la Seirin si aspettasse.

Il ragazzo che portava la maglia da capitano venne contrastato da Hyuga, ma invece di provare a passarlo diede la palla ad un suo compagno.

La ragazza seguì la direzione del lancio, decisa a raggiungere il giocatore a cui era destinato, ma c'era qualcosa nella disposizione della Too che le impediva di muoversi come voleva sul campo.

A causa di quel dettaglio non fece in tempo a prendere la palla, ma si era avvicinata abbastanza da sentire le scuse del ragazzo che aveva appena tirato.

Lo guardò per dei secondi con espressione interrogativa, non capendo perché si stesse scusando per aver fatto canestro, quello era lo scopo del basket, cosa aveva fatto di sbagliato?

Sta di fatto che il tiro andò a segno.

Non si trattava solo del numero quattro, anche gli altri componenti della squadra erano veloci.

A loro detta stavano solo scaldando il campo, ma la verità era che erano forti. Dopotutto avevano con loro un giocatore della Generazione dei Miracoli, non potevano di certo aspettarsi che fossero scarsi.

Kayla sorrise appena.
In una situazione come quella avrebbe potuto mettere alla prova la sua velocità.

È sempre stata la sua caratteristica, ma da quando ha smesso di giocare a causa dei suoi genitori non aveva avuto modo di migliorare come avrebbe voluto.

Non era facile stargli dietro, erano molto rapidi nei movimenti.
Inoltre stavano marcando Kagami con attenzione, così da non permettergli di fare canestro con i suoi salti incredibili.

Il loro gioco però non era coordinato, ognuno dei componenti della Too faceva affidamento più sulle loro capacità invece che a quelle di squadra, eppure si stavano dimostrando difficili da raggiungere.

D'altro canto, il gioco di squadra della Seirin non andava preso sottogamba.

Kayla trovò il modo di crearsi dei spiragli, così da potersi muovere più liberamente sul campo.

Non appena vide l'ennesimo passaggio lungo degli avversari partì subito alla sua rincorsa.

Avendo capito come evitarli non ebbe tutti i problemi di inizio partita. Andò quanto più velocemente poteva, attirando in quel modo l'attenzione del numero sei.

Il ragazzo si accorse solo in un secondo momento della presenza di Kuroko.
«Era un diversivo?» Non era tanto una domanda la sua, quanto un'affermazione camuffata.

Provò a tirare ma Kuroko tentò di prendere la palla, cosa che poi fece Kagami, saltando come sapeva fare lui e lasciando a bocca aperta il giocatori dell'altra squadra per la sua elevazione.

«Cos'era quel salto striminzito?» Chiese Kagami al ragazzo mentre tornavano in posizione.
«Se non ce la fai, non saltare!»

L'altro lo guardò.
«L'ho preso» disse innocentemente, facendo sorridere Kayla e lasciando perplesso il rosso.

«Bugiardo! E poi, non è da te. Non ti starai mica facendo influenzare dalle tue esperienze alle medie, vero?» Kuroko lo osservò dei secondi senza proferire parola, costringendo Kagami ad andare avanti.
«Ora stiamo affrontando la Too. Sei addormentato?»

Il ragazzo dai capelli azzurrini sorrise lievemente.
«Ma l'ho preso» ripeté con lo stesso tono usato precedentemente.
«Bugiardo!»

«Oh andiamo, è stata una mossa geniale!» Si intromise la giovane ridacchiando.

«Tu non gli hai nemmeno impedito di saltare!» Le disse Kagami lanciandole un'occhiata.

«Io ho attirato l'attenzione su di noi, così non hanno minimante pensato a controllare te.» Gli fece notare Kayla, ottenendo l'appoggio di Kuroko in quella sua affermazione.

«Questa strategia però non funzionerà sempre contro di loro.» Kagami espresse il suo pensiero ad alta voce.

«Lo so, ora ho intenzione di fare un canestro.» Guardò i due, nella sua mente aveva una strategia da proporgli, ma Kuroko parlò prima che lei potesse dire qualcosa.

«Ho capito, questa volta saremo noi i diversivi» disse, centrando in pieno il discorso della giovane.

Kayla è una ragazza che presa in un altro contesto non sarebbe sicuramente stata definita bassa, la sua statura è nella media, ma ovviamente ritrovandosi a giocare con dei ragazzi doveva impegnarsi affinché questa non fosse d'intralcio, motivo per il quale puntava molto sulla velocità.

Questo però non le impediva di poter far canestro.

Grazie alla sua capacità nel cambio di ritmo, anche nel correre, riuscì ad arrivare alla linea dei tre punti senza incontrare molti problemi.

Quando Kuroko le passò la palla tirò immediatamente, senza starci a pensare troppo.

Fu rapida, come voleva lei, tanto da non lasciare agli avversari il tempo di pensare ad una contromossa.

Nonostante la velocità con cui si era mossa, sul suo viso vi era un'espressione calma e priva di alcuna agitazione o esitazione.

Ad un'occhiata esterna appariva come una ragazza che giocava con sangue freddo, l'opposto di Kagami, analizzando con attenzione la situazione per poi mettere in pratica una strategia.

Per quanto dovesse ancora migliorare quelle sue capacità potevano risultare una spina nel fianco, anche a quel livello.

Momoi la osservò con attenzione dalla panchina, sicuramente non era una che si lasciava intimorire, ma qualcosa nei suoi movimenti le ricordava uno stile di gioco che non vedeva dalle medie.

In un primo momento credette di essersi sbagliata, però quando vide un passaggio di Kayla, fatto senza guardare dove si trovasse il suo compagno e con un controllo di palla eccezionale, ne ebbe la conferma.

In alcuni istanti sembrava di vedere i movimenti di Akashi.

Non credeva fosse un caso.
Probabilmente lo conosceva, di conseguenza i due si allenavano insieme. Una ragione in più per non sottovalutarla.

Se Seijuro si prendeva la briga di ritagliare del tempo per potersi allenare con lei allora significava che aveva visto del potenziale nella ragazza, una forza che aspettava solo di essere liberata.

Nel frattempo la Seirin iniziò a perdere il vantaggio che avevano acquistato, Kagami venne nuovamente bloccato, così come gli altri componenti della squadra.

Fermarono addirittura una mossa di Hyuga, che non aveva mai mostrato fino a quel giorno, ma non si sarebbero arresi solo per un dettaglio come quello.

Dopo un momento di destabilizzazione si ripresero, sfruttando l'abilità di Kuroko nel passare inosservato per poter andare a canestro.

Andarono avanti così fino alla fine del primo tempo, arrivando ad avere solo quattro punti di scarto.

«È molto brava.» Stava dicendo Riko parlando di Momoi.

«Ha analizzato ognuno di voi, anche Campbell che è arrivata da poco. Ma in ogni caso le informazioni che ha su voi tre sono molto limitate» continuò osservando Kayla, Kagami e Kuroko.
«Se c'è qualcuno che può contrastarla, quelli siete voi.»

«Sicuramente troverà un modo per rallentarmi di nuovo» pensò ad alta voce Kayla, per poi bere un po' d'acqua.

«Riuscirai a trovare il modo di superare l'ostacolo.» Le disse Kagami, che trovandosi seduto accanto a lei aveva sentito le sue parole.

«Devo cercare di farlo nel minor tempo possibile.»

Non ebbero la possibilità di parlare ulteriormente, il momento di riposo era giunto a termine.

Proprio come aveva predetto Momoi, la Seirin concentrò il suo attacco sui tre primini.

Kuroko si occupava dei passaggi a lungo raggio, quelli con una forza disarmante.
Kayla invece ogni volta che aveva palla trovava la maniera si portarsi in avanti, tutto per poter passare a Kagami e fargli fare canestro.

La ragazza però notò una cosa quando lo vide tornare a terra, una leggera smorfia di dolore si era formata sul suo viso, motivo per il quale si avvicinò a lui.
«Stai bene? Le gambe-»

«Tranquilla, è stata solo una cosa sul momento, posso continuare.» La interruppe il rosso, voltando lo sguardo verso di lei.

«Non strafare, vedi di stare attento ai salti che fai.»

Kayla era stata con il ragazzo tutto il tempo in cui non aveva potuto allenarsi a causa del dolore che sentiva alle gambe, sapeva cogliere ogni piccolo segno.

Ed esattamente come lei, anche l'allenatrice se ne accorse, infatti lo sostituì senza perdere tempo.

Da quell'istante in poi la Too adottò una nuova strategia, volta a bloccare la ragazza.

«Prima non avete usato questo schema, stavate aspettando che Taiga si togliesse di mezzo in qualche modo, non è forse così?» Disse la giovane quando il capitano della squadra avversaria prese a marcarla.

Lui girò lievemente il viso verso di lei, facendo intravedere un piccolo ghigno.
«Mi piacerebbe prendermi tutto il merito, ma aspettare questo momento è stata un'idea della nostra manager.»

Kayla lanciò una breve occhiata verso Momoi, la sua capacità d'osservazione la sorprendeva sempre di più. Era semplicemente geniale.

La situazione rimase in stallo per tutta la durata del secondo tempo, con l'assenza del rosso tutte le forze della Too erano concentrate a fermare lei e chiunque altro potesse effettuare tiri dalla linea dei tre punti.

Erano ben consapevoli che solo Kagami era in grado di segnare in quel modo da sotto il canestro.

La coach della Seirin stava per rimetterlo in campo, nonostante mancasse poco alla loro prossima pausa, ma nello stesso istante arrivò Aomine.

Tutti si fermarono, sapevano che la partita stava per farsi ancora più complicata.

Kayla si avvicinò a bordo campo.
«Finalmente ti sei degnato di presentarti.» Gli disse guardandolo dritto negli occhi, mostrandogli che la sua presenza non la intimoriva per niente.

Lui ricambiò lo sguardo mantenendo il suo sorrisetto, di una sicurezza disarmante.

«Lo stesso discorso vale per te» disse riferendosi a quello che aveva detto a Kagami poco prima, cosa che lei, trovandosi nel bel mezzo del gioco, non era riuscita a sentire.
«Insistente come sei non credo mollerai facilmente, vedete di non farmi annoiare.»

Senza lasciarle il tempo di aggiungere qualcosa fece dei passi verso di lei, avvolgendole un braccio dietro al collo esattamente come aveva fatto con il rosso.
«Vediamo se questa volta riesci a superarmi» affermò continuando a guardarla.

La ragazza alzò leggermente la testa, quanto bastava per mantenere il contatto visivo.
«Tu preparati per entrare in campo e lo scopriremo.»

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