58.Finalmente lacrime
Pov Austin
È settembre e oggi è iniziato il primo giorno dell'ultimo anno.
"Ma ci pensate? Questo è il nostro ultimo primo giorno, anzi era!" riflette mia sorella in un impeto di commozione.
"Quanto sei sdolcinata!" La prendo in giro.
"Ha parlato il signor Tutto Zucchero!" Ci facciamo la linguaccia.
Vedere ora il gruppo mi fa strano, siamo pochissimi.
C'è Jess con Ryan, sempre più sdolcinati, Madison sempre più presa dallo studio e da Josh, Liam che fa sempre lo stretto necessario per correre dalla sua migliore amica e dal suo ragazzo il prima possibile e poi io, che ogni giorno a scuola soffro non avendo Kry nel banco di fianco.
Alyson è partita per il college, Mike lavora nell'officina del padre e ha coinvolto Josh, Dylan è impegnato come personal trainer in palestra e per quest'anno sarà solo il nostro coach, anche perchè ora è molto preso da Meghan, sotto la completa approvazione di Kry.
I miei fratelli e le mie cognate sono completamente presi dall'attività di famiglia, e sorpresa delle sorprese... Anche Kyle. Sapendo quanto Kry ci tenesse gli ho fatto conoscere Emily, la bagnina, e credo che finalmente abbia deciso di mettere la testa a posto.
Torno velocemente a casa, poso la cartella e prendo l'auto.
Corro a casa Matthews e scendo dalla macchina, prendo una copia delle chiavi che Kry mi ha fatto avere e apro.
È nella sua camera sul letto che guarda le foto sulla scrivania.
Fissa soprattutto quella con lei ed Amber.
Quella bambina è una forza della natura, fantastica.
È dovuta tornare a Londra da sua nonna dopo l'esperienza con Davon, anche se sarebbe voluta restare.
La guardo e penso quanto tenga a questa ragazza, ho capito di amarla così profondamente solo quando stavo pensando di averla persa, e pensavo già di tenerci tanto.
Non pensavo fosse possibile amare così a soli quasi vent'anni.
È bellissima così assorta.
Flashback
Ho ricevuto un messaggio dal telefono di Kry ancora una volta.
Quando l'ho letto anche se ero in pantaloncini sportivi e basta sono corso in spiaggia come diceva.
So che è stato Andrew, sarà importante.
Corro fortissimo, noto la perplessità della gente vedendomi, le ragazze più giovani mi fissano, i ragazzi pensano sia pazzo, quelli più avanti con l'età si chiedono perchè debba fare jogging a quest'ora vestito così, mentre le vecchiette pettegole ancora sulle panchine a sparlare mi urlano di vestirmi.
Sinceramente non mi importa di nulla.
Mi bruciano i polmoni e i piedi sono distrutti, correre scalzo non è stata una buona idea.
Il cuore batte forte, un po' per l'affanno un po' perchè forse sto per rivedere Krystal.
Gli occhi fanno male, correndo ci è finita dentro della sabbia, ho sabbia dappertutto sinceramente.
Ho qualche ferita piccola sui piedi e l'acqua salata mi brucia tantissimo.
Nonostante la stanchezza corro ancora più forte, alzando decisamente troppa sabbia.
Sono disperato, c'entra davvero Kry? La mia ragazza finalmente è scappata? Sta bene?
Non c'è nessuno in spiaggia, e questo mi fa sempre più arrabbiato, nervoso e triste, tremendamente.
Vorrei tanto avere Andrew davanti per dirgli che la frase 'in spiaggia, è urgente' non è il massimo della chiarezza e che, soprattutto, la spiaggia non è piccola.
Quando sto per perdere le speranze sento un urlo, una bambina.
"Ehi! Sei tu il ragazzo che devo aspettare?" Mi giro confuso verso dove proviene la voce.
"Sono qui!" Urla, ancora qualche metro e me la ritrovo davanti.
"Allora? Sei tu?"
"Cosa?"
"Il ragazzo che sto aspettando"
"Non ti conosco, dov'è la mamma?"
"Non c'entra! C'è una la amica che sta male, ci hanno portate qui e hanno detto di aspettare un ragazzo" è sempre più scontrosa.
"Non ho tempo da perdere" mi spiace risponderle così, ma io sto cercando la mia ragazza, o comunque risposte che mi aiutino a trovarla.
"La mia amica Kry ha bisogno di aiuto! Torna!" Mi blocco subito alle sue parole.
"Kry?"
"Sì"
"Dove eravate prima di essere qua?"
"In un posto brutto, eravamo prongioniere e poi Andrew ci ha liberato"
"Sei Amber?" Chiedo, capendo.
"Come lo sai?" La carico immediatamente sulle spalle e mi faccio dire dove si trova Kry.
Qualche centinaio di metri più avanti la vedo, è in piedi e fa fatica.
È incredibile come questa bambina si sia allontanata per la fretta di trovare qualcuno che la potesse aiutare, e ne ha fatta di strada.
"Krystal!" Urlo.
Si gira verso di me e corre in difficoltà, venedomi a stringere fortissimo.
Ha il viso pieno di segni e lividi, i capelli sono spenti e si vede quanto è triste, o almeno quanto lo era.
"Non puoi immaginare quanto tu mi sia mancata" mi lascio andare alle lacrime per la prima volta.
"Anche tu, stai bene?" Chiede.
"Sei incredibile, dopo tutto quello che è successo chiedi a me se sto bene" la bacio con trasporto.
"È inevitabile preoccuparmi per te, sei un tale disastro, guardati la barba per esempio, e perchè sei senza maglia? Tutte le ragazze ti avranno guardato!" rido e scuoto la testa.
"Quanto mi era mancato tutto questo" la abbraccio e la bacio di nuovo.
Il telefono squilla.
"Pronto?"
"Austin, Davon ha chiamato tempo fa, ha parlato del riscatto ma tutti quei soldi sono impossibili da trovare, pensavamo di cavarcela da soli ma..."
"Fermo Dylan, l'ho trovata!" Esclamo.
"Come?"
"È qui"
"Come 'è qui'? Mi prendi in giro?"
"Fratellone" lo chiama la sorella a fatica.
"Oh Dio, Krystal..." Sento Dylan scoppiare a piangere dall'altro lato della cornetta.
Fine flashback
Dopo che è tornata a casa l'abbiamo tutti soffocata di abbracci e portata all'ospedale per dei controlli.
Poi ci ha telefonato la polizia, avevano preso tutti e il ragazzo che ha contribuito dopo aver aiutato i poliziotti a stilare il loro rapporto è sparito, così hanno detto.
Siamo passati poi in prigione.
Posso assicurare che quando le chiavi della cella di Davon sono accidentalmente andate in mano a Kry, il ragazzo non ha passato un bel quarto d'ora, se non una bella mezz'ora.
Lo ha ripagato di tutta la settimana passata in quella specie di deposito, e poi siamo subentrati io, Dylan, Liam e Josh e l'abbiamo ripagato della settimana d'inferno che abbiamo passato noi.
Io ho anche sfogato la mia rabbia repressa per lui, dati i racconti di Kry su come la trattava, prima a Londra, poi in quella settimana, ma soprattutto ho dato il meglio di me pensando al quasi abuso.
Ora è in terapia intensiva, chissà perchè...
Fortunatamente però hanno chiuso un occhio, cosa strana, e non ci hanno puniti per aggressione.
Per i crimini commessi da Davon e dai suoi amici, senza contare l'evasione dal carcere di Davon, resteranno tutti a lungo in cella, chi più chi meno, e ne usciranno da vecchi, probabilmente.
La piccola Amber ha pianto tanto quando l'abbiamo riaccompagnata dalla nonna a Londra, non voleva lasciarci, ma sono sicuro che tornerà presto.
"Amore" la chiamo.
"Ehi" corre a baciarmi.
Mi sdraio nel letto con lei e l'abbraccio.
"Non puoi convincere mio padre a lasciarmi venire a scuola?" Mi chiede, beh in effetti anche i genitori erano stati piuttosto in pena e l'hanno praticamente reclusa in casa, non può uscire senza la 'scorta' -cioè me, Liam, Dylan e Josh- e non può andare a scuola, studierà online.
Lei non lo accetterà mai.
"In realtà sono d'accordo coi tuoi"
"Perchè?"
"Se ti succedesse ancora qualcosa? Insomma, eri da sola una volta! E quella volta ti hanno presa!" Mi bacia.
"Va bene" non è mai stata così arrendevole.
"Che c'è?"
"Nulla nulla, solo stavo pensando che sarebbe del tempo in più per guardare TV, mangiare cose malsane, fare sport e stare con te"
"Questo è lo spirito" esclamo sollevato.
"Non c'è nessuno a casa" dice poi.
"Fantastico" inizio a baciarla, di nuovo.
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Il telefono di Kry squilla.
"È una videochiamata" avverte, lamentandoci ci vestiamo alla velocità della luce e poi rispondiamo.
"Brutto momento?" Chiede Aly dall'altro lato.
"No" rispondo.
"Perchè lo chiedi?"
"Perchè Kry ha l'affanno, tu la maglietta al contrario, il letto dietro di voi è disfatto e dubito che Ana si sia dimenticata di sistemarlo" la blocchiamo.
"Ok ok" Lei ride e poi diventa seria d'un tratto.
"Vi ho chiamato per dirvi una cosa" inizia ma viene interrotta da un pianto.
"Ooooh chi si è svegliato?" Chiede con voce strana.
"Aly?" La richiamiamo.
"Vi presento John" dice, mettendo davanti lo schermo un piccoletto, di probabilmente nemmeno due mesi.
"Alyson Matthews... Che hai combinato?" Inizia a blaterare Kry.
"Ehi..."
"Sei partita poco fa... Il pancione non c'era..."
"Kry..."
"Hai tradito James?"
"Krystal..."
"Ti mancava così tanto da adottare un bambino?"
"Krystal Matthews!" Esclama Alyson.
"Cosa?" Kry è nella confusione più totale, come me d'altronde.
"Aspetta un attimo, Aly" spengo audio e video e guardo Kry.
"Ascolta, tu devi tornare seria, dura, impassibile come eri all'inizio, tua sorella potrebbe aver bisogno di fermezza in un momento del genere" mi ricordo come era Kry appena arrivata, se mi avessero detto che sarebbe diventata tutt'altra persona probabilmente me ne sarei andato ridendo, e invece...
"Va bene" acconsente Kry.
"Eccoci" diciamo a Aly.
"Ragazzi... Non è mio, è il bambino a cui faccio da babysitter" tiriamo un sospiro di sollievo.
"Alyson! Eccomi! Hai finito per oggi!" Esclama una voce femminile.
"Questa voce..." Fa Kry riflettendo.
"Con chi sei?" La donna si avvicina allo schermo.
Appena la vediamo cala il gelo.
"È tuo?" Chiedo attonito.
"Io..." Non riesce a rispondere.
"Quel bambino è tuo?" Ribadisce Krystal.
"Sì, ragazzi" sputa fuori con grande difficoltà.
"E chi... Chi è il padre?" Chiedo, sono terrorizzato e le mani si fanno sudare tutto d'un tratto.
Ma quando risponde, non posso credere alle mie orecchie.
"Perchè non gliel'hai detto?"
"Semplicemente perchè, pensaci, uno come lui padre..." D'un tratto capisco tutte le sue motivazioni.
Restiamo un bel po' a parlare, nonostante i mesi senza vederci è sempre uguale, magari l'essere madre l'ha un po' cambiata nel viso, ma è sempre lei.
Pov Krystal
Sto andando al parco, quello dove mi incontro sempre con Jorge.
"Krystal, buongiorno!"
"Ciao, Jorge"
"Ti sei ripresa?"
"Quella settimana ormai è un lontano ricordo" lo rassicuro.
"Fantastico, hai più avuto notizie di quel tuo amico? Andrew?"
"No..." Ci sto male, ho paura che gli possa essere successo qualcosa, insomma! Ha rischiato la vita per me e Amber.
"E la piccola?"
"La piccola la sento quasi tutti i giorni, è felice"
"Non tutti i bambini avrebbero la sua forza" commenta.
"Altre novità?" Gli parlo di Rose e del bambino, e di chi è il padre.
"... all'inizio avevo il terrore fosse Austin il padre, ero già pronta a morire dentro"
"Credo che dopo tutto quello che è successo sarebbe stato nulla" lo guardo stranita.
"Guardati Kry! È successa la cosa che ci si potesse aspettare di meno! Sei stata presa dal tuo ex e nonostante tutto ora ti comporti come se fosse successo nulla! La tua relazione è solida e lo ami come lui ama te, non c'è nulla che potrebbe allontanarvi ormai" Le parole di Jorge mi rincuorano tantissimo.
Ho rivisto Charlie tra l'altro, ha aiutato la polizia a trovarmi, mi ha dato involontariamente le chiavi della cella di Davon, mi ha parlato di quanto suo nipote sia felice con la nuova ragazza e che verrà a trovarci presto, e devo dire che mi è mancato il mio piedipiatti personale!
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"Ehi, bambina" mi chiama papà.
"Sì?"
"Come stai?"
"Vorrei andare a scuola" silenzio da parte sua.
"Dai papà! non mi piace stare chiusa in casa!"
"Pensa che quando raggiungerai tua sorella al college, recupererai tutto" tenta, io sbuffo e lo abbraccio.
"Per favore?"
"Per quanto mi piaccia che tu mi abbracci, no"
"Uffa, ti prendo una birra?"
"Sì, ma non cambierà le cose" dice severo, la birra gliela vado a prendere lo stesso, però.
Il mio telefono suona.
"Ehi sorella" saluto mentre apro il frigo.
"Ehi, ascolta, per le vacanze di Natale sono a casa, ho una sorpresa, ci vediamo al parco nel pomeriggio?"
"Ma oggi?" Chiedo stranita.
"Sì" è felicissima, forse troppo.
"Perchè non hai avvisato? Ti sarei venuta a prendere all'aeroporto!"
"Tranquilla! Poi capirai" non sopporto questo mistero.
"Va bene, a dopo" la saluto e attacco.
"Papà!" Corro in salotto.
"Dimmi"
"Io esco, vado al parco" gli passo la bottiglia.
"Ok, perchè?"
"Aly è in città" non gli lascio rispondere, lo fa il suo sguardo stranito, e poi apro la porta.
"Sono felice di stare così con te, mi era mancato, ti voglio bene!" Dico e poi chiudo.
"Anch'io!" Lo sento rispondere da dietro la porta, sorrido e inizio ad incamminarmi col telefono in mano, che messaggio coi miei amici.
In poco tempo sono al parco.
Non so come mi sia ritrovata in compagnia di quasi tutto il gruppo, avevo solo detto loro della telefonata e ad un tratto me li sono ritrovati al parco che mi aspettavano.
"Amore, come stai?" Mi chiede Austin.
"Tu?" Chiedo annuendo.
"Ho parlato con Mike poco fa"
"Ah" Do uno sguardo, Mike è completamente intontito, seduto su una panchina che fissa il vuoto.
"L'anno prossimo viene con noi al college, per stare con loro" alla fine abbiamo scoperto che Rose si è trasferita prima nella città del college per abituarsi agli spostamenti, col piccolo John è tutto difficile, da quello che posso immaginare.
Spero che Mike si prenda le sue responsabilità di padre e che le dia una mano.
Non sarà facile, ma sono due teste dure dal cuore grande, ce la faranno se lo vorranno.
"Chissà come ci si sente ad essere padre a vent'anni" sussurra Austin.
"Anche per Rose sarà stato difficile"
"Non ne dubito, insomma avere diciotto anni e un pancione gigante..." Ridiamo e poi il suo sguardo si sposta su di me, diventando serio.
"Ma..." Inizia.
"Ma...?" Lo incalzo.
Si forma una strana atmosfera, come se sapessi cosa mi vuole chiedere, e l'idea mi fa venire i crampi allo stomaco.
Lui esita, lo fisso e lo incito a continuare.
"Ti va un gelato?" Tutto si smonta.
"Ehm... Ok" di certo non mi aspettavo questa domanda, era del tutto fuori luogo, e fuori stagione.
"Meglio una cioccolata!" Gli urlo, mi fa l'ok e sparisce nel bar.
"Sarete sempre i soliti" sento alle mie spalle.
"La devi smettere" dico ridendo e colpendo Liam sul petto.
"Va bene, va bene" ridiamo come bambini.
In poco tempo ho il mio bicchiere in mano e sorseggio la cioccolata mentre aspetto mia sorella.
"Pensa, quando entri in classe, c'è una nuova prof che dice 'sostituirò la vostra precendente docente di italiano e storia'"
"Oh mamma! deve esserti venuto da piangere!" Jess e Mad mi stanno raccontando di come passano le giornate meglio ora che forforina è andata in pensione.
Lo sguardo mi cade dietro di loro, verso la stradina che di solito percorrono i corridori durante le mattinate di jogging.
Ora viene a me da piangere.
La cioccolata, finita solo per metà, mi cade a terra e si rovescia sull'asfalto.
Mia sorella è tornata, e non è la sola.
Tutti seguono il mio sguardo.
Io con movimenti impercettibili mi alzo dalla panchina e vado nella sua direzione.
Mia sorella si allontana col sorriso, mentre io rimango attonita davanti alla persona che l'ha accompagnata.
Passi lenti da parte di entrambi scandiscono quei pochi secondi che sembrano mesi, come tutti i mesi che ho aspettato.
Mi fermo a pochi centimetri da lui, il mio respiro si fa sempre più pesante mentre sul suo volto compare un bellissimo sorriso e i suoi occhi chiari si fanno lucidi.
Pochi centimetri ancora, allungo le mani sul suo viso e percorro tutti i lineamenti, quei lineamenti che ho fissato per tantissimo tempo, distesi e all'apparenza rilassati poggiati costantemente su quel cuscino bianco, in quella stanza così monotona e asettica.
"Sei tu?" Passo la mano tra i suoi capelli, schiariti di poco probabilmente dal sole, chissà da quanto è qui.
"Sono io" mi sorride, io sorrido a mia volta.
"Non ci credo"
"Come no?" Ride e avvolge i miei polsi con i palmi, poi mi guarda negli occhi.
"Sono io, Kry"
"Sei tu" ripeto io, il labbro inferiore trema e sento gli occhi pesanti, la testa continua a fare su e giù, come a scuotere il cervello perchè si risvegli dal suo stato di trance e si convinca che non è un'allucinazione data dal sole di Miami.
"Esatto" guardo attentamente i suoi occhi, per sincerarmi di averlo davvero qua davanti, ma poi mi accorgo di una cosa... Gli occhi.
"James... Andrew..."
"Già" ridiamo come scemi, io un po' di più.
"E non ti ho riconosciuto" lentamente poggio la testa sul suo pettorale sinistro, vicino al cuore, batte ed è bellissimo, finalmente non lo devo accettare ascoltando quella macchinetta infernale.
"Ho fatto del mio meglio"
"Sono stata così vicina per tutto questo tempo" il collo è coperto da una sciarpa semplice blu, ma riconosco dei segni.
Lentamente la levo, mi accorgo che si è fatto un tatuaggio, il mio tatuaggio, lo stesso di Liam.
"Meghan ha fatto un buon lavoro?" Chiede guardandomi con occhi felici.
"Assolutamente sì" sorrido euforica, faccio fatica a tenere a bada i respiri pesanti e la voce tremante.
Lo abbraccio forte, tanto da tirarmi su da sola, e lui ricambia, lasciandomi stringere la sua spalla, meno allenata da quando l'incidente lo ha costretto a non potersi allenare più, ma so che ha già ricominciato con la sua fissa, che condivide con Josh, Liam e mio fratello, di voler diventare quanto The Rock, io li ho sempre presi in giro.
"Puoi rompere la promessa, Kry" mi dice.
Automaticamente scoppio a piangere come una bambina, finalmente posso dire che la mia vita è tornata a posto, se non meglio, ora che ho tanti altri buoni amici e il mio ragazzo.
"Quanto tempo è che sei sveglio?" Chiedo singhiozzando.
"Dal 14 febbraio" piango più forte, si è svegliato esattamente due anni dopo, i dottori avevano detto che dopo esattamente due anni gli avrebbero tolto i macchinari e lasciato morire cerebralmente.
"Stai bene ora?"
"Sì" mi bacia la nuca e mi lascia giù.
"Hai sentito la promessa quindi..."
"Esattamente, sentivo sempre tutto, fino a che non ho smesso di sentire le vostre voci..."
"Mi spiace"
"Ho trovato tua sorella grazie alla lettera che ha lasciato sul mio comodino in ospedale, e lei mi ha portato qui" mi dice, e da lì ho capito quanto ci teneva a venire qua.
I nostri occhi si spostano su Alyson, che piange sulla spalla di Dylan.
Facciamo segno loro di venire, e in un attimo tutti e quattro ci stiamo stritolando in un abbraccio.
Meghan che ci guarda felice e Austin che sembra tutto fuorchè geloso, strano.
"Mi portate a casa vostra?"
"Certo, prendo la macchina" dice Dylan.
In poco tutti si sono dispersi, dopo aver organizzato una specie di serata di ben venuto a James nel locale dove lavora Juan.
Austin mi lascia un bacio veloce e poi mi guarda sorridendo.
"Spero che tu sia felice"
"Tu lo sapevi..."
"Shhh" ride "ci vediamo domani" un bacio sulla nuca e se ne va a casa.
"È un ragazzo d'oro, tienitelo stretto, perchè non credo che ne troverai altri, e sinceramente non credo che ne accetterò altri" mi dice James ridendo.
"Mi era mancato il mio terzo fratello maggiore/rompi scatole/zecca/bodyguard"
"Quanti soprannomi" ride.
"A me era mancata la mia morbosa/aggressiva/ sorellina piccola/ vittima sacrificale preferita" già... Mi ero dimenticata la sua passione per gli scherzi.
"'Morbosa' me la lego al dito"
"E io allora mi lego al dito 'zecca'" ci facciamo la linguaccia.
"Appena visti e già bisticciano!" Ride Liam, in macchina con noi.
"Qualcuno mi dice in quanti non lo sapevano?"
"Solo tu" sorride Dylan.
"Antipatici" metto il broncio e tutti ridono.
"Terrei tanto che tu andassi a questo indirizzo" mi passa un foglietto con un indirizzo, un albergo qua a Miami.
"Perchè?"
"Sarai finalmente felice al 100%" si limita a dire baciandomi la fronte, io invece mi limito a rigirarmi il foglietto fra le mani, per capire chi si possa nascondere dietro questo indirizzo.
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