57.Forse è già finita?
Pov Austin
Una settimana, una settimana passata nell'ansia, a cercare per ogni angolo della città, anche senza l'autorizzazione della polizia.
Una settimana d'inferno, senza la ragazza che amo al mio fianco, senza il suo amore, senza il suo sarcasmo, la sua gelosia, i suoi splendidi occhi e il suono della sua voce.
"Austin!" Urla qualcuno.
"Austin! Fermati!" È Jess che mi corre dietro, sono appena uscito di casa, oggi voglio andare a cercare in spiaggia.
"Cosa c'è?"
"Devi smetterla, devi mangiare, devi dormire, lavarti, vivere" piange piegata sul mio petto.
"Senza lei non farò nulla"
"Ti prego" mi abbraccia.
"Jess, tu non puoi capire come sto" ricambio l'abbraccio e inizio a lasciarmi andare.
"Invece sì, sei mio fratello, so quello che provi, ma non puoi continuare così"
"Non posso smettere"
"Lei tornerà, ok? Ma se continui così sarà Kry a perdere te"
"Devo trovarla" la mia voce sta cedendo.
Tutti e due siamo in mezzo alla strada, lei che piange disperata e io che la stringo.
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Alla fine per far calmare Jess sono tornato a casa, e poi quando si è addormentata sul divano sono andato a casa di Dylan per sapere se lui avesse novità.
Ora sono sul suo divano, aspettando che porti un caffè per riprendermi dalla settimana di sonno persa.
Liam era già qui, mentre Josh so che è andato ancora alla stazione di polizia per sapere qualcosa.
"Ecco" Dylan poggia le tre tazzine sul tavolino.
"Novità?"
"Stanno aspettando i mandati per finire di perlustrare la città, ci vorrà ancora qualche giorno per averli tutti"
"E io dovrei aspettare ancora qualche giorno?" Chiedo con tono sofferente.
"Tutti lo faremo" afferma Liam scontroso, lo ignoro e bevo il caffè.
Il mio telefono suona, un messaggio, mi affretto a leggerlo.
Krystal...
Cinque minuti, bar davanti la spiaggia.
"Ragazzi... Vi prego ditemi che ho letto bene" il mio respiro accellera, il cuore è velocissimo e il viso inizia a farmi male per quanto sto sorridendo.
Non posso credere che tutto sia finito così in fretta! È inverosimile anche solo che sia successo.
Veniamo interrotti da Josh che entra.
"Che succede? Perché quelle facce? Ci sono novità?" Chiede, anche il suo viso affranto diventa quasi sorridente, contagiato dai nostri.
"Leggi" gli faccio vedere il telefono.
"No, non è lei" afferma tornando serio in volto.
"È il suo telefono!"
"Ti devo ricordare dov'è?! Potrebbero averglielo preso! Potrebbe essere una trappola"
"Ha ragione" Liam sospira, anche lui come me sperava che infondo fosse davvero lei, una vaga speranza.
"E cosa dovrei fare?"
"Restare qui"
"Non se ne parla" mi alzo e faccio per uscire.
"Non puoi! Potrebbe succederti qualcosa"
"Se servirà per riaverla, va benissimo" tutti zitti a questa mia affermazione mi lasciano uscire.
Ho ancora tre minuti per correre a quel bar e vedere davvero se la mia ragazza è lì.
Di corsa arrivo, do uno sguardo al bar e non c'è nessuno che mi possa interessare.
Il mondo mi cade ancora addosso.
"Austin?"
"Sì" mi giro per vederlo in faccia.
Occhi chiari, capelli castani, fisico prestante e una benda intorno al collo.
"Entriamo?"
"Chi sei?"
"Ho mandato il messaggio" lo prendo di scatto e lo sbatto al vetro del bar.
"Lei dov'è?" Ringhio.
"Ascolta, per non dare spettacolo è necessario che tu mi lasci"
"Chi sei?"
"Andrew" sbuffo alla sua risposta e stringo.
"Aspetta, io voglio aiutarti, ok? Ti devo spiegare delle cose, ma così non riesco" decido di fidarmi e di lasciarlo.
È lui che ha organizzato? No, so per certo che è stato Davon, e allora chi è? Kry non mi ha mai parlato di questo tipo e sono più confuso del solito. Come faceva ad avere il telefono della mia ragazza?
Entriamo e scegliamo un tavolo lontano e abbastanza isolato.
"Buongiorno, cosa prendete?" Chiede una cameriera.
"Un caffè, tu?"
"Una birra analcolica" la ragazza prende le ordinazioni e se ne va.
"Ah, vero che a 18 anni in America ancora non si può bere" riflette.
"Tu di dove sei?"
"Londra, lì a 18 si può iniziare" la città di Kry...
"Dimmi tutto" gli intimo frettoloso interrompendolo.
"Ascolta, io non voglio che le succeda nulla, ma non posso dirti dov'è"
"Perchè?" Stringo la bottiglia appena arrivata, tanto da farmi venire le mani bianco latte.
"I miei compagni controllano gli spostamenti della polizia, e se vi vedono arrivare senza degli agenti si insospettiranno e, ti assicuro, penseranno subito a me"
"E quindi?"
"Devi aspettare la polizia, o al massimo aspettare che Davon ti chieda i soldi, è l'unico modo per essere sicuro che non succeda nulla a nessuno"
"Non posso stare fermo! Parla con la polizia!"
"Non posso, fosse solo per me andrei, ma mi stanno ricattando, per stare zitto"
"E allora perchè sei qui?"
"Ieri si sono lasciati tutti andare e ora sono tutti addormentati ubriachi, ne ho approfittato"
"È improbabile una cosa del genere" dico sospettoso.
"Per Davon ogni momento è buono per bere, e quando i suoi genitori gli hanno riaperto il conto in banca ieri si è dato alla pazza gioia e ha trascinato tutti" continuo a crederci poco, la cosa è altamente inverosimile, ma ormai tanto vale ascoltare...
"Ok, va bene, quindi che faccio?"
"Tu nulla, io continuerò a tenerla d'occhio"
"L'hai vista?! Come sta?" Chiedo immediatamente.
"È stanca, le passo da bere e da mangiare quando nessuno vede. Ogni tanto Davon se la prende con lei e sono io a medicarla"
"Quel figlio di..."
"Tranquillo, farò di tutto per far sì che finisca tutto il prima possibile"
"Non puoi farla scappare?"
"Sono con le mani legate"
Mi concentro su una frase che ha detto prima.
"Ti ricattano?"
"Sì"
"Perchè mai?"
"Quando ho accettato ho pensato fosse un'occasione per farli prendere tutti in blocco dalla polizia e nel frattempo aiutare lei e non lasciarla in balia di quei ragazzi, ma hanno previsto una cosa del genere e hanno...preso provvedimenti" le ultime parole le dice sommesso, dolorante, si vede quanto ci sta male.
"Che provvedimenti?"
"Hanno... Hanno preso una bambina a cui tengo molto, un giorno ero all'ospedale da solo e stavo male, nonostante il suo cancro mi è stata vicina ogni volta che avevo bisogno, portandomi il sorriso e tenendomi compagnia nonostante le sue condizioni, quando è guarita doveva uscire, ma hanno falsificato i documenti e l'hanno portata via prima che arrivasse la nonna"
"Falsificato i documenti?" Chiedo sempre più confuso, tutto ciò non può essere nè vero nè tanto meno possibile!
"Qualsiasi avvocato o giudice può essere corrotto con tutti i soldi che gli hanno offerto" nella sua voce regnano la tristezza e la rabbia.
"Perché non te ne sei tirato fuori?"
"Avevano comunque preso lei, ero e sono fregato"
"Ora devo andare" si alza.
"Te lo ripeto: non fare niente, se avvisi la polizia se la prenderanno con me e lei, se fai da solo sarà ancora peggio" Mentre fa per andarsene urta la cameriera, che cadendo gli versa il bicchiere che stava trasportando addosso, colpendo la fascia al collo.
"Mi scusi"
"Nessun problema"
"Lasci che l'aiuti" la ragazza fa per prendere la fascia.
"Non si scomodi"
"Non c'è problema"
"Invece sì, non la tocchi"
"Fatti aiutare" mi intrometto.
"No" si gira verso di me.
La cameriera grazie al suo attimo di distrazione riesce a togliere la benda.
Una cosa richiama la mia attenzione.
Le mie mani stringono più forte il tavolino, mi devo contenere.
Infondo avrei dovuto immaginare una cosa del genere.
Lui ha cercato di coprirsi nuovamente ma non ce l'ha fatta in tempo.
"Posso spiegare"
"Mi sembra tutto abbastanza evidente"
"Mi spiace"
"Non capisco perchè..." alzo le spalle
"Volevo solo... Ascolta, credo che ci sia comunque qualcosa da dire, ora"
"Sono d'accordo, Andrew"
Pov Krystal
Sono abbastanza confusa.
Un ragazzo è venuto a slegarmi, mi ha lasciata sola nella stanza.
Non mi reggo in piedi, i giorni e giorni di immobilità mi hanno atrofizzato ogni parte del corpo, così sono costretta a stare sdraiata per terra, su questo pavimento sudicio.
Mi fa male la faccia, alcuni segni lasciati da Davon sono ancora visibili e bruciano.
Gli conviene non entrare nella stanza proprio ora che sono slegata.
Dov'è Andrew? Oggi non l'ho proprio visto.
L'idea che possa essersene andato mi terrorizza, chi si prenderà cura di me? Chi mi terrà compagnia? Chi proverà a distrarmi da questa orribile e improbabile situazione?
Voglio Austin qui, voglio i miei amici, la mia famiglia, la mia casa, Olly e Ana, rivoglio la mia vita diventata perfetta e rovinata da chissà quale forza maggiore.
Vorrei dire a questa forza quanto la odio in questo momento, e soprattutto quanto questa scelta di far svolgere così le cose sia stata di cattivo gusto.
Vorrei dirle che tutto questo nella mia vita proprio non ce lo volevo e che non ci sta per nulla bene.
Sento delle urla, una bambina sta urlando.
La stessa che sento tutte le notti.
Sto davvero impazzendo, è impossibile che una bambina sia in un posto del genere.
"Stai zitta!" Urla qualcuno, uno schiocco risuona tra le mura, si sente anche qui, a chissà quanta distanza.
Pochi secondi dopo si apre la porta.
Il ragazzo che mi ha slegata sta tenendo per un braccio una bambina, con i lacrimoni e la guancia rossa.
"Tienila tu! Io non la sopporto, falla smettere prima che arrivi Davon o saranno guai per entrambe" la lancia nella mia direzione, lei cade sulle ginocchia e poi siede, tenendo le braccia al petto.
È davvero piccola.
"Come ti chiami?" Mi viene difficile parlare, ma ci provo.
"M-mi farai del male?" Chiede impaurita, dalla sua vicina si capisce ancora di più quanto sia piccola.
"Assolutamente no"
"Davvero?" Chiede storpiando un po' la parola.
"Certo"
"Come ti chiami?" Mi chiede.
"Kry, tu piccola?"
"Amber"
"Quanti anni hai, Amber?" Le chiedo cauta, ho paura della risposta.
"Così" mi fa il segno con le dita, mi viene da piangere, ha cinque anni.
"Perchè sei qui?" Le chiedo subito.
"Non lo so"
"Chi ti ha portato?"
"Quei ragazzi cattivi"
"La tua mamma?"
"La mia mamma è morta col mio papà, io vivo con la nonna" faccio uno sforzo disumano col corpo per arrivare a lei ed abbracciarla.
"E dov'è la nonna?"
"Non lo so, ero all'ospedale e poi è arrivato lui"
"All'ospedale?"
"Ho avuto una malattia, mi hanno detto che potevo tornare a casa, ma non ci sono tornata" piange forte.
La cullo fino a che non si addormenta piangendo.
Non so quanto tempo passa e mi addormento.
"Kry..." Qualcuno mi smuove.
"Eh?"
"Sveglia" apro gli occhi, riconosco la voce di Andrew.
"Perché hai sempre quel passamontagna?" Biascico.
"Non ha importanza" mi dice, poi mi accorgo di una cosa.
"Dov'è Amber?" Chiedo immediatamente.
"Qui di fianco" indica dalla parte del muro.
"Perchè quella povera bambina è qui?"
"Per colpa mia"
"Come colpa tua?" Chiedo sconvolta, lui mi prende di peso e inizia a rimettere le corde.
"Stai ferma, tra poco torna Davon, devo rimetterti queste"
"Mi rispondi?" Insisto.
"È lei la bambina con cui mi ricattano" confessa.
"Perchè?"
"Per me é come se fosse una figlia"
"Quanti anni hai?"
"20" mi guarda negli occhi, quegli occhi che mi scatenano dentro così tante emozioni riguardo al mio passato.
"Chi sei davvero?" Chiedo.
"Stai lontano" urla qualcuno, è Davon.
Barcolla verso di noi.
"Ho chiamato la tua famiglia, non credo che troveranno tutti i soldi che gli ho chiesto" ride.
"Ringrazia che sono legata" dico con tono minaccioso.
"Se no?" Mi sfida con gli occhi.
"Ti farei finire all'ospedale, ancora"
"Ooooh" mi gira intorno.
"Chiameresti il tuo Austin per darmi una lezione? Tuo fratello? I tuoi amici? Sappi che non mi fanno paura" mi tira i capelli, i suoi occhi sono rossi, segno che ha bevuto troppo ed ha le pupille dilatate.
"E nemmeno te mi fai paura" ride, il collo quasi mi si spezza per quanto é piegato.
"Sei un mostro"
"Non é una cosa nuova per me"
"Mi fai schifo"
"Ma prima mi amavi"
"Prima ero deficiente"
"Mi ami ancora, mi hai solo rimpiazzato" ride.
"Neanche se fossi l'ultimo sulla terra ti amerei" i suoi occhi diventano più lucidi e la sua espressione si fa più arrabbiata.
"E invece lo farai" si avvicina pericolosamente al mio viso.
"Esci, Andrew" ordina, con lo sguardo imploro il mio amico di non andare, ma so che non può fare altrimenti.
Quando rimaniamo soli si allontana di poco, poi sento le corde che si allentano.
"Cosa stai facendo?" Chiedo un po' impaurita. Non potrei mai batterlo ora, sono completamente distrutta dal poco cibo e dalla stanchezza.
Lui esce. Io cammino debolmente per la stanza cercando una via d'uscita, e, nel caso, come arrivare ad Amber.
"Cosa fai?" Ride sadico.
"Perchè mi hai slegata?"
"Sai, non mi piace ringraziare, quindi puoi stare slegata" mi guarda e non dice altro.
La rabbia sale, lo odio, odio il suo essere sbruffone, odio la sua sicurezza, odio la sua faccia, la sua voce, tutto!
"Cosa ci fa Amber qui?" Chiedo stringendo forte i pugni.
"Chi?"
"La bambina"
"Ecco come si chiama! Non voleva dirmi il nome, pensa un po'" alza le spalle.
"Perchè è qui?" Ripeto più forte.
"Perchè mi fa comodo" la sua risposta mi fa ancora più rabbia.
"Dai Kry! Che ti importa di una bambina che neanche conosci! Fai come me, no? Ignorala!"
"Non hai un cuore"
"Indovina chi me l'ha strappato" mi guarda con odio.
"L'hai fatto prima tu con me! Io mi sono limitata alle conseguenze"
"Potevi stare zitta, Kry, potevi continuare ad essere la mia ragazza, a contribuire alla mia bella vita è potevi farne parte, potevi restare popolare a scuola"
"E continuare ad essere lo zimbello di tutti? Neanche morta"
"Mi piace il tuo cambiamento caratteriale, sei anche più bella"
"Ci faccio poco coi tuoi complimenti"
"Potremmo riprovarci, sai? Magari non ti tradirei" la sue parole mi fanno esplodere.
Gli salto addosso come una furia, ma sono debole e quindi mi riesce a bloccare e mettere al muro.
"Cosa volevi fare?" Mette una mano sul mio cranio e stringe.
"Ti odio"
"Bambina cattiva, non si dice" ride di nuovo.
"Sei troppo debole Kry, non riusciresti a fare niente" gli tiro un calcio agli stinchi.
"A tirarti un calcio ci sono riuscita"
Quando si rialza lo vedo terribilmente rabbioso.
"Sai cos'ho fatto prima quando sono uscito?" Scuoto la testa.
"Ho detto a tutti di andarsene, così che non ci disturbassero, Andrew si è anche preso la mocciosa" la cosa mi terrorizza, Andrew non c'è e io sono sola con lui, non era mai successo durante tutta la mia permanenza qui.
Mette la mano sul mio collo e mi blocca, mi impedisce i movimenti mettendo una gamba tra le sue e blocca le braccia con una mano sopra la mia testa, non posso muovermi in nessun modo.
"Oggi mi sono svegliato con una strana voglia" parla, e io aspetto il peggio.
"Mi sono chiesto: perchè non prendersi quello che mi è stato negato?" Il cuore batte forte, sudo freddo.
Lui sorride e mi guarda, mi squadra attentamente e poi si avvicina ancora.
"Stai lontano" mi ignora.
"Non ti avvicinare" inizia a baciarmi il collo.
"Fermo!" Una mano scivola sul fondoschiena.
"Non toccarmi!" L'altra mano va altrove.
"Devi starmi lontano!" Continua imperterrito.
"Sei ubriaco, fermati!" Sento che si sta spingendo troppo oltre.
"Lasciami, stai esagerando! Davon..." Le sue mani vagano, così come la sua lingua, e io mi sento morire.
"Davon ti prego, basta, ti prego, no" penso a Austin, al mio ragazzo, l'unico che ha il diritto e il mio consenso per fare queste cose, penso a come potrebbe rimanerci male scoprendolo, anche se non è intenzionale è comunque un tradimento...
Io lo amo e sono costretta, obbligata a stare ferma mentre questo mostro fa di me ciò che vuole.
Chi sono diventata in una settimana? Una stupida pappamolle che non obbietta a nulla, uno stupido pupazzo di pezza, un guscio vuoto, non sono io.
Sono stanca e provata, sento di star per svenire.
Mentre cado sotto lo sguardo di Davon intravedo Andrew sullo sfondo.
"Aiuto" sussurro, poi svengo.
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Pov Andrew
Davon ha ordinato a tutti di andarsene, così prendo per mano Amb e esco dall'edificio, un vecchio deposito gigante alla fine di una spiaggia, in un punto dimenticato da Dio.
"Perchè stiamo andando via? Mi porti a casa?" Domanda Amb innocente.
Vorrei tanto scappare e portarla a Londra da sua nonna, ma poi Krystal ne subirebbe tutte le conseguenze, e subito dopo anche la piccola Amber.
"Ti porto a prendere il gelato?" Chiedo.
"Si!" Esclama felice e corre sulla sabbia.
Quando arriviamo al chiosco le prendo la coppetta e ci sediamo sulla riva.
"Perchè Kry è sola?"
"In che senso?"
"Perché è col quel ragazzo cattivo?"
"Non posso farci nulla"
"Vai a prenderla" mi ordina gonfiando le guance e mettendo una manina su un fianco.
"Già, è meglio se andiamo" decido, la carico sulle spalle e corro di nuovo verso il deposito.
Arrivo e sento delle urla fuori dalla stanza.
"Davon, ti prego basta, ti prego, no" apro la porta di slancio.
Davon sta per abusare di Krystal, mentre lei è bloccata e sovrastata dalla stazza di lui, sta per piangere, non voglio che lei pianga.
Sviene, ma prima riesce a sussurrare un leggero 'aiuto'.
Vedo Davon che nonostante lei sia svenuta se ne frega e continua.
In un impeto di rabbia prendo la sedia su cui Kry siede da una settimana a questa parte e gliela spacco sulla schiena, facendolo svenire.
Carico subito Kry e prendo di nuovo Amb sulle spalle, corro fuori.
Mi allontano abbastanza da assicurarmi che siano al sicuro.
"Amb, tra poco arriverà un ragazzo, tu fatti portare via da lui, io tornerò presto" detto questo la lascio con Kry, ancora svenuta.
Mi ci voleva una botta di fortuna così.
Torno di nuovo, prendo Davon svenuto e lo lego dove prima c'era Kry.
Chiamo la polizia e mi occupo anche degli altri, prima mando un messaggio.
"Ehi bello, dov'è Davon?" Chiede uno una volta tornati dalla 'pausa'.
"Davon è arrabbiato, vi vuole tutti nella stanza della bambina per una riunione" spaventati corrono verso l'altra ala.
Appena ci sono tutti li chiudo dentro.
"Che cavolo succede?! Ehi! Bastardo! Apri!" Mi ordinano.
"Mai!" Davanti mi ritrovo un tipo, mi era sfuggito.
Subito mi salta addosso, io rispondo e mi faccio valere, non so però quanto potrò resistere, è davvero forte.
"Ora ti uccido, e poi penso anche a quelle due a cui tieni tanto" sembra serio, mi è sopra e mi stringe le mani al collo, mi manca l'aria, mi fa male il petto, forse non ho avuto davvero tutta questa fortuna.
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