56.Rapita
Pov Austin
Cammino velocemente per arrivare a casa di Kry, abbiamo deciso di vederci lì e non vedo l'ora di passare del tempo con lei di nuovo.
Sei talmente sdolcinato che mi vengono le carie ai denti che non ho.
Ben tornato, era da un po' che non ti facevi sentire... Che bei tempi!
Si si fai il simpatico!
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Siamo tutti presenti a casa di Kry, tranne lei.
"Probabilmente sarà ancora in palestra, ora arriva" dice Dylan, con un velo di preoccupazione.
"La chiamo" Jess prende il telefono, ma dopo poco lo rimette giù.
"Spento"
"In che senso?" Chiedo in ansia.
"In quanti sensi potrebbe essere?" Chiede lei ironica, quanto si vede che la mia ragazza ha avuto la sua influenza.
"Beh, io dico di uscire, stare in così tanti qui mi fa mancare l'aria" Esclama Kyle, tutti d'accordo ci spostiamo al parchetto.
Ogni passo che faccio è un po' d'ansia e preoccupazione che s'aggiungono, un peso in più sul cuore.
"Buongiorno ragazzi, festa?" Scherza Jorge, che è come al solito sulla sua panchina, vedendo quanti siamo.
"Passeggiata" alza le spalle Liam.
"Capito, sentite, Kry dov'è? Non la vedo" chiede poi guardandosi intorno.
"Veramente non lo sappiamo nemmeno noi" sbotto completamente in ansia.
"Massì ragazzo! Vedrai che sarà in ritardo come la maggior parte delle donne!" Cerca di rassicurarmi, ma si vede che anche lui non è tranquillo.
"Lei sa qualcosa?" L'uomo si guarda intorno e fa per iniziare a parlare, ho un brutto presentimento.
"Ti devo parlare" Josh mi porta prepotentemente lontano dagli altri.
"Che succede?" Chiedo scocciato, magari Jorge sapeva qualcosa di importante...
"Ho paura di una cosa" afferma, sta sudando freddo.
"Che cosa?" Lo scuoto.
"Dimmelo!" Quasi urlo.
"Ricordi quando me ne andai da casa Matthews? Poco prima..."
"Poco prima cosa?" Sto per sdragionare completamente.
"Ti ho detto di proteggerla"
"Sì, eri arrabbiato per una chiamata appena avuta con non so chi"
"Esatto, ascolta, io credo che le sia successo qualcosa, che le abbiano fatto qualcosa"
"Non può essere" mollo la presa e mi poggio contro l'albero, il cuore è esploso.
"Che cosa? Chi?" Chiedo, quando una voce femminile ci interrompe.
"Scusate" è una ragazza, all'incirca di una ventina d'anni, capelli scuri e occhiali coperti dagli occhiali da sole. Ha una valigia alle spalle.
"Abita da queste parti la famiglia Matthews?" Chiede dopo aver attirato la nostra attenzione.
"Chi la vuole?" Chiedo subito, forse con fare aggressivo, potrebbe centrare con quello che sta succedendo.
"È urgente" afferma la ragazza, la sua voce è flebile, a terra, distrutta.
"Chi la vuole?" Insisto.
"Ma tu sei..." Inizia Josh, ma poi subentra Dylan.
"Meghan... Che fai qui?" La voce di Dylan riecheggia quasi per tutto il parco.
La ragazza sposta gli occhiali sopra la testa, i suoi occhi scuri, tanto belli quanto gonfi, con ancora delle lacrime sulle ciglia e le righe lasciate da quest'ultime che solcano le guance, mi dicono quanto potrebbe essere grave la situazione.
"Perchè piangi? E che ci fai qua?"
"Dov'è Kry?" Chiede invece lei guardando ossessivamente intorno, sta per piangere nuovamente, si sente dalla voce.
"Non c'è, la aspettiamo qua"
"Dovete subito..." Il telefono di Meghan suona interrompendola, quando lei controlla scoppia a piangere.
"No" singhiozza.
"Che è successo?"
"Krystal..." riesce solo a dire.
"Cosa?" Tutti siamo intorno a lei, in cerca di risposta.
"Io dovevo avvertirvi prima, ma non ci sono riuscita e..."
"Avvertirci su che cosa?"
"È tornato, è evaso di prigione, e l'ha presa" si siede su una panchina e cerca di respirare.
"Chi te l'ha detto? Ne sei sicura?"
"Ho sentito tutto a Londra, stava venendo qui appositamente" sussurra lei.
Non capisco, chi è questo tipo di cui si parla? Cos'è successo a Kry? Perchè ho questo strano presentimento? E soprattutto, perchè mi viene da vomitare? Perchè mi sento come se mi avessero ucciso? Perchè sento una parte del mio cuore andarsene? Rompersi come un vaso di porcellana?
Pov Krystal
Per tutto il tempo ho visto appannato, non sono mai svenuta del tutto.
Ho sentito le parole di scherno, ho sentito la botta quando mi hanno sbattuto in auto, ho sentito il dolore lancinante alla testa, perchè qualcuno mi aveva tirato per i capelli.
Ho sentito di stare per morire quando hanno iniziato a parlare.
Sento il pavimento freddo della vettura, scomoda come non mai, non riesco ad alzarmi e la cosa mi spossa, per quanto mi sforzo.
Soprattutto, sento che una parte del mio cuore si sta spezzando, al pensiero che le persone che amo vengano a sapere cosa mi sta accadendo, tornerò mai da loro? Non credo, ma devo fare il possibile.
Perchè tutto questo non è potuto succedere a ottobre, quando ancora odiavo il mondo e non mi importava quasi di niente e di nessuno?
Quando inizio a riprendere le forze cerco di alzarmi di nuovo, ho piena libertà di movimento per quanto riguarda gli spazi, ma non mi sento ancora le gambe.
"Sta giù" qualcuno mi tira seduta di nuovo, il dolore non esiste grazie all'indolenzimento dato da quella sostanza, la botta arriverà dopo probabilmente.
"Aaah" mi lamento sommessamente.
"Ascolta, devi far finta di essere ancora svenuta" mi dice il ragazzo, con un passamontagna a coprirgli il viso e una benda intorno al collo, per vedere gli occhi c'è troppo buio, ma deduco siano chiari, da quel poco che intravedo.
"P-perchè?" Respiro lentamente per calmarmi, sento il furgone rallentare.
"Fallo e basta!" Esclama quando sente che qualcuno sta aprendo la portiera.
"La principessa si è svegliata?" Chiede qualcuno.
"No, la porto io dentro" risponde il ragazzo apparentemente gentile, prendendomi poco delicatamente in braccio, io seguo il suo consiglio e faccio finta di essere ancora svenuta, ormai non ho nulla da fare se non fidarmi almeno un pochino, il calore delle sue mani mi infonde sicurezza.
"Continua così" mi sussurra.
Dopo un bel po' di corridoi oltrepassati e porte sbattute mi poggia su una sedia.
Guardo aprendo di poco gli occhi, sono nel classico scantinato, pareti con l'intonaco staccato e i segni dell'umidità, un letto poco più in là e nessuna finestra, l'aria che si respira qui è inrespirabile e a dir poco vomitevole.
Per quanto dovrò stare qui? Mi viene da vomitare, ho paura.
"Alle corde ci penso io" questa voce, agghiacciante, fredda, crudele.
In breve sento delle corde stringermi il corpo forse troppo in certi punti e poco in altri, e quando ha finito avverto del fiato sul collo.
"Ehi bellezza, svegliati amore, dai" queste parole mi riempiono di rabbia indomabile, sentite da lui mi provocano un senso di disgusto e tristezza allo stesso tempo.
Velocemente faccio scivolare una mano via dalla presa della fune e chiudo la mano a pugno per colpirlo all'altezza del cavallo dei pantaloni.
Per fortuna l'idiota non aveva ancora fissato bene le corde.
"Brutta sgualdrina!" Mi prende i capelli e mi tira la testa indietro, sono ancora dolorante da prima.
Mi accorgo di avere un coltello sotto la gola.
"Allora sei sveglia" sogghigna.
Ora che posso guardarmi bene intorno identifico tutti i volti.
"Non parli? Non fai tanto la dura ora?" Chiede adirato, tirando più forte.
Mi lamento, ma naturalmente a lui non importa nulla.
"Davon..." ringhio
"In carne ed ossa, bambina" mi sta salendo il vomito.
Rivederlo mi fa male, io l'ho amato, almeno credevo, e guardarlo dritto in quei suoi occhi marrone scuro mi provoca solo rabbia, pentimento e dolore, fisico e mentale.
Sentire le sue mani sui miei capelli mi fa schifo, così come pensare che stavo per avere la mia prima volta con lui, che ho sognato di avere una famiglia con quest'essere, che ero pronta a dedicargli la vita.
"Lasciami, subito"
"Non penso che tu sia nelle posizione ideale per dare ordini" tutti nella stanza ridono, tranne lui, con quel passamontagna e la benda, l'aria da duro e gli occhi chiari penetranti.
Spinge prepotentemente la mia testa e la lascia andare, la cute brucia, e anche il collo, sento del liquido colare.
"Andrew, pensa tu a lei mentre noi contattiamo la famiglia" dice Davon al ragazzo.
"Certo" la voce grave di Andrew rimbomba in questa specie di cantina.
Quando gli altri tre escono lui assume un atteggiamento amichevole e si avvicina.
"Sei stata brava, fino a quando non gli hai rotto letteralmente i gioielli con un pugno"
"Se l'è cercato" dico in un sussurro a fatica.
"Lo so"
"Potevate essere più originali, il solito scantinato è visto e rivisto" gli strappo un sorriso.
"Non sei suo amico?" Chiedo stranita.
"Si può dire così" alza le spalle.
"Perchè?"
"Mi ha costretto, ad essere qui"
"Perchè lo aiuti?"
"Mi ha costretto, te l'ho detto"
"Perchè sono qui?"
"Farò di tutto perchè non ti succeda nulla di male" mi medica la ferita, e poi mi stringe le corde.
"Perchè lo fai?'
"Cosa?"
"Mi aiuti con la ferita, però dopo mi stringi le corde, perchè?"
Veniamo interrotti da Davon che rientra nella stanza.
"Devo dire che hai un ragazzo abbastanza aggressivo" si avvicina minaccioso.
"Cosa gli hai fatto?" Chiedo furiosa
"Ci ho solo parlato al telefono, tesoro, stai calma, ok?" Quel tono strafottente mi riporta agli anni in cui ero la sua ragazza, mi fa rabbia.
Pov Austin
Siamo a casa Matthews, ognuno di noi è nell'ansia più totale, le ragazze piangono, i ragazzi fanno avanti indietro per la casa cercando di calmarsi, Liam piange e Dylan è incontrollabile, se n'è andato alla stazione di polizia, con Meghan, Aly e i genitori che sono tornati di corsa dalla loro riunione in centro città.
Io, più precisamente, sono al bagno che cerco di non farmi vedere mentre piango.
Quando torno a casa non posso evitare di esplodere ancora e dare di matto con qualsiasi guidatore o pedone, non posso farne a meno.
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Io, Liam, Dylan e Josh siamo a fare un giro per prendere aria, mentre gli altri sono a casa propria.
"Perchè lo sapevi già?" Chiedo serio a Josh.
"Davon mi aveva già contattato"
"E perché non l'hai detto?" Urlo.
"Ti avevo detto di proteggerla!"
"Se mi avessi detto che il suo ex pazzo voleva rapirla e portarla chissà dove, forse avrei fatto qualcosa in più!" Gli sbraito addosso.
"Calma Austin!" Mi blocca Liam.
"Come? Ti sembra facile? La mia ragazza, la ragazza che amo, è con un gruppo di pazzi, non so dov'è e se sta bene! Non so nemmeno se è viva!"
"Pensi che io non ci stia male? È la mia migliore amica da sempre, la mia vita, ma facendo così non aiuti!" Mi passo le mani tra i capelli e respiro per aiutarmi a calmarmi.
Il telefono di Dylan squilla e risponde subito, ma dopo poco mette in vivavoce.
"Cosa vuoi?" Risponde.
"Dylan, quanto tempo..."
"Lei dov'è?"
"Nell'altra stanza, sta bene" spero che sia vero, sono sollevato e distrutto allo stesso tempo.
"Perché l'hai presa?" Domando furioso.
"Tu sei?"
"Il suo fidanzato"
"Ah! Il mio rimpiazzo, piacere"
"Non mio"
"Uuuh, che cattivo" ride.
"Posso esserlo di più"
"Stai attento, non farmi arrabbiare"
"Se mai il contrario"
"Sono io che ho qui la tua ragazza e posso farle ciò che voglio"
"Appena ti metto le mani addosso, ti faccio rimpiangere di non essere morto in prigione"
"Non vedo l'ora" ride di nuovo.
"Perché l'hai presa?" Chiede Liam.
"Ma ciao, cagnolino"
"Non chiamarmi così"
"Ti chiamo come mi pare"
"Hai rapito la mia migliore amica, sarà meglio per te parlare, finché puoi"
"Va bene, omaccioni, la risposta è semplice: vendetta"
"Perchè?"
"Quando mi ha lasciato tutto è andato a rotoli: i miei genitori mi hanno cacciato di casa e mi hanno tagliato i fondi, non ho più nulla, le ragazze non mi vogliono più, i voti sono calati e ho perso la borsa di studio, sono andato in prigione perchè non avevo più la protezione della sua famiglia!" Chissà quanti atti delinquenti la famiglia di Krystal aveva coperto a questo essere.
"Te la sei voluta!" Gli faccio noto.
"Attento a te, amico"
"Ti avevo detto di lasciarla stare!" Dice Josh.
"Josh, amico mio, come va?"
"Non sono tuo amico"
"Mi avevi detto di lasciarla stare, ma non ti ho detto che l'avrei fatto"
"Lasciala andare!"
"Appena avrò finito di divertirmi, vi farò sapere il prezzo per riaverla"
"Non ti daremo mai nulla!"
"E io allora mi tengo Kry"
"Non ci provare!" Sono fuori di me.
"Voi non avete capito, quattro moschettieri, io faccio quello che voglio, quando voglio e come voglio, e voi non potete impedirmelo" ride.
"Ah Dylan, bella casa comunque, ma non ti scomodare a tornare, i miei ragazzi sono già andati via"
"Ehi, aspettatevi un'altra chiamata" chiude la telefonata.
Mi sembra di essere caduto nel peggior film, nel peggior libro, nel peggior telefilm.
Mi sembra di stare per morire, sono completamente sconvolto, era l'ultimo dei miei pensieri e preoccupazioni la possibilità che potesse succedere questo, pensavo che nella vita reale queste cose non potessero succedere davvero, e poi, perchè a me? Perchè a noi? Perchè doveva comparire quel tipo a rovinarci la vita?
Tiro un pugno ad un albero, perchè doveva succedere?
Altro pugno, perchè non ero con lei?
Terzo pugno, perchè non ho dato importanza alle parole di Josh?
Perchè proprio la ragazza che amo doveva per forza essersi innamorata di un pazzo?
È viva? Sta davvero bene?
Appena la trovo giuro che non la lascerò più andare.
Ancora un altro pugno, è colpa mia, non ero lì a difenderla.
Che le faranno adesso?
Chi la aiuterà finchè non la troveremo? Se la troveremo...
Altri pugni a raffica, la testa fa male, sto per vomitare, gli occhi sono gonfi, perchè dovevo amarla così?
Continuo a tempestare l'albero di pugni finché non ce la faccio più, finchè non mi fermano con la forza.
Pov Krystal
"Perchè non piangi?" Chiede Davon.
"Lo sai" lui sa tutto, ieri è andato a casa mia quando nessuno c'era e ha preso il mio diario.
Sì, ho un diario, l'ho sempre tenuto nascosto, ci scrivevo quando ero la deficiente che stava con lui e anche un po' dopo, ho smesso dopo il trasferimento a Miami.
Dentro c'è tutto quello che mi è successo a Londra, i miei punti deboli e le mie emozioni, lui ha letto tutto riguardo l'ultimo incontro con James all'ospedale... e ora ci gioca.
"Sai... Ci sono ragazze che avrebbero già iniziato a piangere dal primo istante, non sai quante ne ho fatte piangere in tutta la mia vita, è sempre stato bellissimo" gira intorno alla sedia.
"Sei pazzo" gli sputo addosso, i suoi occhi diventano rossi dalla rabbia e mi tira la testa all'indietro.
"Sei solo un gioco per me, cosa pensi? Il mio obbiettivo è quello di stremarti e guardare qualcosa in breve, o chissà, ho qualche amico ben disposto ad averti come giochino a tempo indeterminato" ancora quel maledetto coltello alla gola, riapre la ferita di ieri.
Ora ho capito, Davon non punta ai soldi di nessuno.
Punta solo a uccidermi prima mentalmente e poi probabilmente anche fisicamente.
Forse ci è riuscito, stanotte ho sentito una bambina piangere disperata, credo che il mio inconscio faccia brutti scherzi, fatto sta che il pianto sembrava tanto vero che mi si stava lacerando il cuore.
"Dopo aver giocato con te, prenderò anche quella ragazza bionda... Come si chiama? Jess?" Un colpo al cuore.
"Non oserai" la mia voce è ansante, soffocata dalla paura che quel coltello possa muoversi troppo.
"E invece sì, che ne dici di Maddie? Quella rossa focosa, e poi perchè no? La tua dolce sorellona?"
"No!" urlo.
"E invece sì" ride, forse troppo forte, e poi mi lascia respirare allontanandosi.
"Sai benissimo che il tuo ragazzo non vedendoti tornare si consolerà con altre"
"Non lo farà mai"
"Farà come ho fatto io, si sarà stancato anche lui di... aspettare" alza le spalle, poi si ferma a guardarmi.
Mi fissa con quegli occhi, pieni di disprezzo e schifo, odio nei miei confronti, vendetta.
"Aspetta, aspetta, aspetta" ride "non sta aspettando nulla, ha già avuto il suo giro" sto in silenzio, abbasso il capo davanti al suo parlare pieno di allusioni, come se fossi diventata una poco di buono.
"Allora avendo già avuto ciò che voleva ti avrà già tradita" alza le spalle, da me neanche una parola.
"Infondo, sei solo un bel faccino e un corpo in forma" guardo dritto, stringo i denti e mi sforzo per non piangere, inghiottendo litri di saliva e tirando su col naso.
"Non cedi..." Si avvicina ancora.
Prende la carica e mi tira una sberla, sento il metallo dei suoi anelli rompermi la pelle in prossimità della guancia, che inizia a sanguinare.
"E neanche così..." Brucia, fa male, molto male, il sangue macchia la maglia e la testa pulsa.
Non voglio piangere.
"So cosa pensi, non vuoi rompere la promessa" mi scruta attentamente e ride sprezzante.
"Sai una cosa?" Chiede, ma io non rispondo ancora una volta.
"É morto, puoi ostinarti a non piangere fino alla morte" abbasso lo sguardo, mentre Davon e tutti gli altri se ne vanno.
"Ma tranquilla! Non dovrai sforzarti molto" ed esce anche lui.
Andrew rimane.
"Dovevi proteggermi..." sussurro delusa, cercando di trattenere le lacrime.
"Solo quando non ci sono loro"
"Che senso ha?"
"Non posso contestare quello che fanno"
"Perchè?"
"Quando ho accettato ho considerato i rischi, ma non che avrebbero potuto... No, nulla"
"Come? Che hanno fatto ancora?" Chiedo sconvolta.
"È nell'altra stanza"
"Chi?"
"Non puoi sapere altro" finisce di medicare le nuove ferite in religioso silenzio e poi mi porta da mangiare.
"Cosa mi faranno ancora?" Gli chiedo, non so che ore sono, ma Andrew è ancora qui, come sempre.
"Non lo so"
"Morirò?"
"No, te lo prometto"
"Perché tieni così a me?"
"Questo non te lo dico"
"Tu mi proteggerai?"
"Farò il possibile"
"Quando tornerò a casa?"
"Non so nemmeno questo"
"Mi puoi portare tu?"
"Non posso"
"Fammi scappare, Drew"
"Se lo faccio, faranno una strage" mi guarda negli occhi, vedo quanto vorrebbe aiutarmi e riportarmi indietro, ma non può.
"Non puoi fare niente? Far sapere dove sono?"
"Non posso, Kry, bisogna aspettare un loro errore" abbasso il capo, i capelli ricadono davanti al viso, sono stanca, sono solo due giorni che sono qui, e chissà per quanto andrà avanti.
Così inizia un'altra notte popolata da incubi, pianti strazianti frutto della mia fantasia e insonnia mischiata a senso di vomito, immensa tristezza e speranza che qualcuno mi salvi.
Meghan--->Miranda Kerr
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