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❝𝐼𝑙 π‘ π‘’π‘›π‘‘π‘–π‘šπ‘’π‘›π‘‘π‘œ 𝑝𝑖𝑒̀ π‘“π‘œπ‘Ÿπ‘‘π‘’ 𝑒 𝑝𝑖𝑒̀ π‘Žπ‘›π‘‘π‘–π‘π‘œ 𝑑𝑒𝑙𝑙'π‘Žπ‘›π‘–π‘šπ‘œ π‘’π‘šπ‘Žπ‘›π‘œ 𝑒̀ π‘™π‘Ž π‘π‘Žπ‘’π‘Ÿπ‘Ž, 𝑒 π‘™π‘Ž π‘π‘Žπ‘’π‘Ÿπ‘Ž 𝑝𝑖𝑒̀ π‘”π‘Ÿπ‘Žπ‘›π‘‘π‘’ 𝑒̀ π‘žπ‘’π‘’π‘™π‘™π‘Ž 𝑑𝑒𝑙𝑙'π‘–π‘”π‘›π‘œπ‘‘π‘œ.❞

||𝐻. π‘ƒπ˜©π‘–π‘™π‘™π‘–π‘π‘  πΏπ‘œπ‘£π‘’π‘π‘Ÿπ‘Žπ‘“π‘‘||

Erano passati giorni dall'attacco durante il ritiro dei boschi, dal rapimento e dal salvataggio di Bakugou, dal ritiro di All Might e dalla cattura di All For One.
Tutto si era svolto così rapidamente che ora fermarsi significava soltanto essere inondati da pensieri repressi.

Da quando le acque si furono calmate Todoroki non faceva altro che chiedersi se ci fosse qualcosa di piΓΉ terribile dell'ignoto.
Il non sapere ti intrappola, che tu lo voglia o no. È una morsa che ti stringe sempre di più, che ti toglie il fiato, che non ti fa dormire la notte.

Non si parla di cose banali come non sapere cosa portarsi a pranzo quel giorno. Si sta parlando della paura che ti pervade quando non sai come sta una persona a te cara, quando nessuno sa perché sta così, quando sembra stare bene ma comunque la vedi inerme in quel letto d'ospedale, che piano piano cominci ad odiare.

Shouto si sentiva così in quel momento.
PiΓΉ i giorni passavano e piΓΉ il ragazzo avvertiva una crescente sensazione di peso nel petto, che una volta in quella stanza diventava un vero e proprio macigno, contenente preoccupazione e terrore nell'immaginarsi il peggio.

Ryoko non si era ancora svegliata e nessuno sapeva spiegarsi il motivo.
Ogni mattina il bicolore andava da lei, con la speranza sentire la sua voce una volta aperta la porta, di vederla rivolgergli un lieve sorriso prima di dirgli che andava tutto bene, che stava bene. Ma quando arrivava la trovava esattamente come il giorno prima, stesa sul letto, con gli occhi chiusi.

I primi giorni furono i piΓΉ difficili da gestire, ma quella scena si era ripetuta talmente tante volte che nonostante quella piccola luce di speranza lui sapeva che non sarebbe cambiato nulla, non in quel momento almeno.

Quindi si avvicinava, afferrava la sedia e si metteva accanto alla corvina.
Alcune volte le afferrava la mano, per poter avere un minimo di contatto. Altre volte se ne stava semplicemente lì, con lo sguardo perso fuori dalla finestra, immerso nei suoi pensieri.
Era anche capitato che si addormentasse, per poi svegliarsi notando di avere una coperta addosso, segno che il professor Aizawa era passato per Ryoko.

Loro due e Takeshi erano coloro che le erano sempre vicini, si poteva dire che avessero un posto fisso in quella stanza. Nessuno dei tre si allontanava per molto.

La ragazza sarebbe stata felice di vedere quanto i suoi compagni tenevano a lei. Tutti quanti, a piccoli gruppi, andavano a farle visita non appena ne avevano tempo, anche loro con la speranza di trovarla sveglia.

Forse non persero la speranza perchΓ© nessuno di loro intendeva lasciarla andare.
Erano come dei sostegni l'uno per gli altri. Dei sostegni che non permettevano alla speranza di dissolversi nell'aria.

L'unica cosa che potevano fare era sperare. Aspettare e sperare.

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Angolo autrice:
Ei!
Eccomi qui con il prologo di quest'ultimo sequel!

La mia intenzione era quella di pubblicarlo una volta pronto anche il primo capitolo, ma non ce l'ho fatta ad aspettare, quindi l'ho messo subito :')

PerΓ² prima di passare ad un'altra storia scriverΓ² il capitolo uno di questa, cosΓ¬ da non far aspettare tantissimo come al solito. Appena ho un po' di tempo libero mi metto subito all'operaπŸ’ͺ🏻

Ilas✨

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