𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟹

❝𝑄𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑢𝑛 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑖𝑒𝑟𝑜 𝑡𝑖 𝑑𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑙𝑜 𝑟𝑖𝑡𝑟𝑜𝑣𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑎𝑝𝑝𝑒𝑟𝑡𝑢𝑡𝑡𝑜, 𝑙𝑜 𝑎𝑛𝑛𝑢𝑠𝑖 𝑝𝑒𝑟𝑓𝑖𝑛𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑛𝑡𝑜.❞

||𝑇𝘩𝑜𝑚𝑎𝑠 𝑀𝑎𝑛𝑛||

Da quando si era svegliata Ryoko aveva ricevuto parecchie visite, i suoi compagni di classe non appena erano venuti a conoscenza della notizia si erano affrettati a raggiungerla.

Anche le sue amiche l'abbracciarono. Momo fu quella che la strinse a se per più tempo, la sua preoccupazione in quei giorni aveva raggiunto livelli inestimabili.

Per quando fosse un momento difficile anche per lui, Takeshi le era stato accanto ogni secondo.
Yaoyorozu è una ragazza che tiene con tutta se stessa ai suoi compagni di classe, ancora di più se si tratta di coloro che fanno parte della sua cerchia stretta di amicizie. Quindi vedere Ryoko in quelle condizioni l'aveva destabilizzata parecchio.

La corvina e il fratello della ragazza si erano avvicinati in quei giorni, in un modo che entrambi dovevano ancora analizzare con calma.

La giovane non sapeva come prenderla, ma si sentiva di doverlo ringraziare per non averla lasciata alle sue preoccupazioni, nonostante lui si trovasse emotivamente peggio di lei.

Uscì dal bar dove qualche volta avevano studiato insieme e si diresse verso l'indirizzo che le aveva dato Ryoko.
Era stato parecchio imbarazzante chiederle dove abitasse il fratello. Visto il suo carattere non aveva fatto nessun commento, ma si era capito dal suo sguardo il fatto che stesse andando verso delle conclusioni affrettate.

Tra di loro non c'era niente di sviluppato, per ora erano solo amici.
Però Momo era consapevole di quello che stava cominciando a sentire per il ragazzo. Non poteva di certo negarlo, considerando come stava facendo avanti e indietro davanti la porta del suo appartamento.

Addirittura una signora l'aveva guardata stranamente prima di prendere l'ascensore, come se fosse pazza a vagare in quel modo davanti alla casa di qualcuno.

Fece un profondo sospiro e si fermò, voltandosi verso il campanello.
«Okay, basta farsi assalire dall'agitazione» sussurrò a se stessa prima di suonare.

Nonostante si disse di smetterla di muoversi nervosamente, le sue gambe proprio non ne volevano sapere, infatti finì per spostare il peso da una all'altra in modo ritmico.

Ci volle un po' prima che la porta si aprì, rivelando la figura assonnata di Takeshi, ancora intento a stropicciarsi un occhio.
«Si?- Oh, Yaoyorozu!» La guardò sorpreso, non si aspettava di vederla lì.

La ragazza lo osservò, dalla sua espressione, e dai capelli ancora scompigliati, capì immediatamente che si era appena svegliato.
«Scusa, non pensavo dormissi, in effetti avrei potuto chiamarti per avvertirti.»

«No, tranquilla, avevo messo la sveglia, ma l'ho spenta» spiegò con una lieve risata.
Poco dopo i suoi occhi si fermarono su quello che la corvina teneva i mano.

Momo seguì il suo sguardo e poi alzò la busta.
«Hai fame? Ho pensato di ringraziarti per essermi stato accanto per la mia amica in questi giorni, nonostante tu la stessi vivendo molto peggio.» Si morse appena il labbro inferiore.
«Non sapevo come... Quindi ho optato nel pagarti la colazione, portata direttamente a casa tua.»

Takeshi la guardò e sorrise dolcemente.
«Sei stata gentile, ma non dovevi scomodarti così, anche tu mi hai aiutato molto.» Si scostò per farla entrare nell'appartamento.

Il giovane era sempre così iperattivo ed energico che la ragazza non si aspettava tanto ordine, tutto era messo al suo posto con molta meticolosità.
Il soggiorno era così luminoso che trasmetteva tranquillità a chi si trovava lì.
L'unica parte lasciata un po' in disordine era quella dedicata ai libri scolastici, effettivamente aveva potuto notare come a Takeshi non piacesse molto studiare, se la cavava sempre per il rotto della cuffia. Inoltre sembrava non avere una postazione fissa per lo studio.

«Comunque devo ringraziarti, non solo per la colazione, se tu non fossi venuta probabilmente mi sarei svegliato a mezzogiorno.» Momo rise lievemente.
«Dovevi recuperare il sonno perso, non hai dormito molto in questi giorni.» Non credeva fosse un problema volersi riposare, il sollievo nell'aver constatato che la sorella stava bene doveva avergli fatto cadere addosso tutta la stanchezza accumulata.

«Beh, direi che cominciare la giornata con un'abbondante colazione possa aiutarti» commentò poi la corvina.
«Abbondante?» La guardò con un sorriso.
«Quanto cibo hai preso?»

«Non sapevo cosa prenderti, quindi ho comprato un po' di cose che attiravano la mia attenzione.» Le sue labbra si piegarono leggermente all'insù, un accenno di rossore fece capolino sulle goti della ragazza.

Takeshi la osservò dolcemente, dopodiché l'accompagnò al tavolo.
Dopo quello che tutti avevano passato una mattinata tranquilla era quello che ci voleva. Dovevano, in qualche modo, scacciare ogni pensiero pessimistico avuto durante quei giorni.

Per Momo e Takeshi fare colazione insieme fu la loro maniera di distrarsi dall'incertezza che li aveva perseguitati fino a quel momento.

xxx

Le visite in ospedale non erano finite per Todoroki e Takeshi, i medici avevano ritenuto opportuno tenere Ryoko sotto osservazione per qualche altro giorno, per sicurezza.
Nessuno riusciva a spiegarsi cosa avesse avuto e come ne fosse uscita. Anche lei non sapeva come avesse fatto a risvegliarsi così, di punto in bianco.

Il bicolore credeva di doverle chiedere cosa fosse successo nel bosco, a quanto pare lo aveva raccontato solo ad Aizawa.
I due ragazzi erano stati troppo impegnati a stare l'uno accanto all'altra per preoccuparsi di fare domande di quel tipo, però forse ora doveva farlo.

«Ei, Todoroki!» Ad interrompere i suoi pensieri fu il fratello della corvina, entrambi si erano presentati in ospedale allo stesso momento. Quello era sempre stato il loro orario di visita, infatti spesso si incrociavano per andare da lei.

Takeshi lo raggiunse.
«Vuoi forse chiederle cosa è successo quella sera?»
«Tu come-»
«Te lo si legge in faccia» spiegò subito prima di continuare.
«Ed è quello che ho intenzione di fare anche io, sono sicuro sia stato colui che mi ha messo al tappeto, ma purtroppo non so altro» si avviò verso la stanza di Ryoko, seguito dall'eterocromatico.

«Cosa hai capito di tutta questa faccenda mentre ci combattevi?» Chiese Shouto affiancandolo.
L'altro fece un piccolo sospiro.
«Sembra che si conoscano già» lo guardò.
«Ha detto che vuole ricreare un legame con lei, quindi mi preoccupa quello che può averle fatto. Ora sta bene, e non potrei esserne più felice, ma tutta questa faccenda ha un qualche lato nascosto ai nostri occhi.»

Tra i due cadde il silenzio. Entrambi si chiusero per alcuni minuti nei loro pensieri.

Todoroki sapeva che c'era qualcosa di misterioso in tutto quello. Non lo negava affatto, ma una parte di lui voleva semplicemente credere di essere stati fortunati ad averla riavuta indietro senza problemi.

«Ryoko è l'unica che può dirci cosa sta succedendo» affermò il bicolore con tono basso.

Un altro istante di silenzio calò tra di loro.

«Io non ho la più pallida idea di come chiederglielo.» Takeshi si fermò dopo aver pronunciato quelle parole.
«Non vorrei risultare troppo diretto... O invasivo.»

Alcuni infermieri passarono accanto ai due, costringendoli a spostarsi di lato, verso il muro, così da non intralciare altre persone intente a camminare per quel corridoio.

«Nemmeno io, ma non credo ci sia d'aiuto fare troppi giri di parole.» Si guardarono fugacemente, non ci fu bisogno di aggiungere altro. Se volevano sapere quello di cui non erano a conoscenza l'unica cosa da fare era domandarlo a Ryoko.

Nel caso di risposta negativa, lo avrebbero accettato e avrebbero atteso il momento in cui la ragazza si sarebbe sentita pronta per parlarne anche con loro. Senza forzarla.
Ma dovevano tentare.

xxx

Starsene tutto il giorno a letto è bello, rilassante, ma non quando devi passare quel tempo in ospedale.
Lì il piacere viene rapidamente sostituito dalla noia, e dai pensieri. E non è sempre una cosa positiva.

Rimanere da soli con i propri pensieri può non essere allettante, soprattutto se si sta cercando di fuggire da essi, nella disperata corsa verso un barlume di tranquillità interiore.

Ryoko credeva che avrebbe trovato un po' di sollievo nell'osservare ciò che si mostrava al di fuori della finestra della stanza, ma questo non fece altro che aumentare il rumore delle parole nella sua testa.
Un rumore incessante, continuo, stancante.

Anche quella notte l'aveva passata in bianco, a causa degli incubi ormai ricorrenti.

Erano giorni che ogni volta che provava a dormire veniva invasa dallo stesso sogno fatto durante quel periodo in cui era stata incosciente.
Sapeva che si trattava solo di quello, un sogno. Ma non le era di alcun aiuto.

Con gli occhi puntati verso le poche nuvole che occupavano il cielo la corvina ripercorreva mentalmente quanto era successo.
Una sensazione di disagio si fece largo in lei, non sapere cosa sarebbe successo da lì in poi non la tranquillizzava per niente.

In quel momento doveva star preparando le sue cose per tornare a casa, ma non riusciva a staccarsi dall'osservare oltre il vetro della finestra.
Lì era tutto così calmo. Voleva sentirne un po' anche lei.

Da quando si era risvegliata l'apprensione non voleva lasciarla stare, si era attanagliata nel suo animo come un parassita.

Cercava di capire perché facesse sempre lo stesso incubo, e come questo fosse collegato a Yusuke e a quello che le aveva sussurrato. Tutto è partito da lui.
Però non arrivava mai ad una conclusione, cosa che la portava a sospirare pesantemente.

Non aveva ancora parlato con nessuno di quel sogno, nemmeno ad Aizawa. A lui aveva solo raccontato quello che era accaduto nel bosco, gli aveva detto della ricomparsa di Yusuke.

È sbagliato nascondergli una cosa così importante, ne era consapevole, ma allo stesso tempo non aveva voglia di parlarne.
Non voleva raccontare di come, nel suo incubo, lei li uccideva. Al solo pensiero un gelido brivido le attraversò la schiena.

Inoltre al loro interno non faceva altro che vedere la parte di se che apparteneva alla magia nera.

Se avesse perso totalmente il controllo sarebbe diventata come lei?
Scosse energicamente la testa, nel vano tentativo di scacciare via quel pensiero.

Forse era proprio quello il motivo che aveva portato sua zia a togliersi la vita.
Addentrandosi ed immergendosi nella magia nera l'aveva sicuramente portata incontro ad una situazione simile, ferendo le persone a lei care per poi finire nella disperazione più totale.

Ryoko pensava di essere entrata in quel circolo vizioso per colpa di Yusuke, dopotutto il suo potere consiste nel manipolare l'oscurità. Solo non pensava fosse diventato così forte da stravolgere in quel modo la sua mente e il suo Quirk.

Ad interrompere il suo stato di trance fu l'arrivo di uno sbadiglio, che le fece staccare gli occhi dal cielo per riportarli nella stanza.

Si passò una mano sugli occhi e si girò verso il letto. Si sarebbe messa molto volentieri a dormire, però la frenava la consapevolezza di ciò che avrebbe vissuto se avesse seguito quel suo desiderio.
Preferì di gran lunga rimandare tutta la faccenda a quella sera, per il resto della giornata avrebbe sopportato la sensazione di sonnolenza che avvertiva, alcune volte in modo più accentuato, altre invece era appena impercettibile.

Si avvicinò alla borsa e cominciò a sistemare, lentamente, le sue cose, non si era fatta portare molto, dopotutto doveva rimanere lì solo per qualche giorno.

Pochi minuti dopo sentì bussare alla sua porta, poi la vide aprirsi. Todoroki e Takeshi erano andati da lei per farle visita.

«Buongiorno» disse Ryoko andandogli incontro.

Il fratello le diede un abbraccio, mentre il bicolore le diede un dolce bacio sulle labbra.
«Quando ti hanno detto che potevi tornare a casa?» Domandò quest'ultimo lanciando un'occhiata alle poche cose rimaste da riporre nella borsa.

«Questa mattina, volevo farvi una sorpresa, ma siete arrivati prima voi» ridacchiò appena e finì di mettere in ordine.

«Come stai?» Le chiese poi Takeshi, avendo notato una nota di stanchezza sul suo viso.

La diretta interessata alzò gli occhi su di lui.
«Tutto sommato bene, anche se stare qui dentro è di una noia mortale, sono felice di uscire.»

Non lo vide convinto della sua risposta, e lo stesso Todoroki, che decise di parlare prima che lo facesse la corvina.
«Sembra che tu non dorma da giorni» si avvicinò a lei e le afferrò delicatamente la mano.
«Sicura di stare bene?»

Ryoko lo guardò negli occhi per qualche secondo.
«Tranquillo.» Strinse appena la presa, facendo un leggero sorriso.
«Ho solo avuto dei sogni un po' agitati, credo sia a causa di quanto è successo, ma ho intenzione di riposarmi come si deve non appena arrivata a casa.» Quella sua silenziosa promessa sembrò andargli bene, alla fine aveva detto una mezza verità.

I due si lanciarono un'occhiata, l'accaduto l'aveva influenzata tanto da non farla dormire come si deve, quindi erano più insicuri sul chiedergli di raccontargli qualcosa in più.

«Che c'è?» Ryoko li osservò con curiosità, tentando di comprendere la natura di quello scambio di sguardi.

«Volevamo chiederti di dirci cos'era successo nel bosco, così da riordinare le idee» rispose Shouto, volgendo gli occhi su di lei.
«Ma se non te la senti noi-»

«No.» Lo fermò la ragazza.
«Avete ragione, vi devo quantomeno spiegare cosa è successo.» Li guardò a turno.
«Voi mi avete trovata priva di sensi, avete atteso che mi svegliassi, non oso immaginare la vostra preoccupazione. È giusto che vi dica come sono andate le cose.» Si mosse verso il letto e si sedette accanto al cuscino, pronta a dire loro di Yusuke e di come lo conosceva.

~~༄~~༄~~༄~~༄~~

Angolo autrice:
Buonasera ^^
Come state?💕

Quando ho cominciato il capitolo mi è salita la botta d'ispirazione per il momento tra Takeshi e Momo, quindi ho ritagliato loro una parte~

Comunque sia, l'ultima volta che ve l'ho chiesto era tipo alla prima storia di questa trilogia su Todoroki, so: Vi sta continuando a piacere la storia?

Ilas

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top