𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟼
❝𝑂𝑔𝑛𝑖 𝑜𝑠𝑡𝑎𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑒̀ 𝑙𝑖̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑖𝑠𝑜. 𝑁𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑙𝑖̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑒𝑠𝑐𝑙𝑢𝑑𝑒𝑟𝑐𝑖 𝑑𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐𝑜𝑠𝑎, 𝑚𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑓𝑓𝑟𝑖𝑟𝑐𝑖 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑚𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝘩𝑒 𝑚𝑖𝑠𝑢𝑟𝑎 𝑐𝑖 𝑡𝑒𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜.❞
||𝑅𝑎𝑛𝑑𝑦 𝑃𝑎𝑢𝑠𝑐𝘩||
Fuori era tutto fin troppo calmo. Quello era un pensiero che si era fissato nella mente di Ryoko fin dalla mattina di quel nuovo giorno.
Si era affacciata alla finestra del salone dove lei e Yusuke passavano la maggior parte del tempo, ad allenarsi con la magia nera, e si era messa a guardare quello che era il paesaggio che si poteva godere da lì.
Non era niente di così esaltante, sotto di lei si estendeva un parcheggio occupato principalmente da persone che si erano lasciate andare troppo all'alcol quella notte, coloro che non erano riusciti a rientrare si erano addormentati a pochi passi dall'entrata, sul freddo cemento che si trovava ai loro piedi.
Nonostante sembrasse tutto come al solito, Ryoko provava una sensazione di inquietudine, come se dovesse accadere qualcosa da un momento all'altro.
Forse quella sua preoccupazione era dovuta al suo incontro con Todoroki, però era sicura non l'avesse seguita, quindi non poteva sapere dove si trovasse.
In ogni caso non riusciva nemmeno a togliersi dalla testa il ragazzo, in particolare il suo bacio.
Come sospettava, l'averlo visto e l'aver parlato con lui le aveva messo pensieri in testa che stava cercando di allontanare con tutta se stessa. Aveva riportato alla luce parte di quei sentimenti.
E mentre lei si chiuse totalmente in quelle sue considerazioni, Yusuke la osservava con attenzione.
Aveva notato come fosse diventata più pensierosa. Gli aveva detto del suo incontro con Todoroki, e gli aveva assicurato che non era cambiato nulla dopo quello, ma il moro non ne era così sicuro.
L'influenza che quel ragazzo aveva su di lei non gli piaceva, lo innervosiva.
Lo infastidiva il fatto che stesse pensando al bicolore, nonostante in quel momento si trovasse con lui.
Non gli piaceva come rivolgesse tutte quelle attenzioni verso colui che aveva deciso di lasciarsi alle spalle per poter seguire una nuova strada al suo fianco, verso quello che era il loro vero destino.
Desiderava poter eliminare quel pensiero dalla sua mente.
Si avvicinò a lei e fermò il suo viso a pochi centimetri dalla sua spalla.
«Ci stai ancora pensando?» Domandò con un basso tono di voce.
«Ti darebbe fastidio?» Disse Ryoko, rispondendogli indirettamente.
«Fa parte del passato di cui ti vuoi liberare, quindi si, mi da fastidio come potrebbe intralciare la nostra strada» affermò Yusuke, omettendo il fatto che l'altra ragione del suo fastidio era invece la mancata attenzione che la corvina stava rivolgendo nei suoi confronti.
«Se vuoi far sparire la parte di te che consideri debole, allora devi sbarazzarti del tuo passato. Di tutto ciò che lo compone.» La fece girare verso di lui.
«Solo così potrai sentirti veramente libera da ogni catena.» Poggiò entrambe le mani sul davanzale della finestra, bloccandola tra essa e il suo corpo.
«E me ne libererò» rispose la corvina senza perdere tempo.
«Spezzerò il residuo di queste catene, così come le mie debolezze. È per questo che sono qui, è per questo che sto facendo diventare più forte la magia nera.»
Yusuke portò il viso a poca distanza da quello della giovane.
«Tutto. Ogni cosa dovrà essere eliminata, il passato non fa altro che condizionare il nostro futuro» ghignò.
«Senza di esso puoi ricominciare da capo, senza freni, senza resistenze.»
Ryoko capì che il suo intento era quello di baciarla, così prese e mise un dito sulla sua bocca, in modo da fermarlo.
«Ne sono consapevole, ed è esattamente ciò a cui punto. Liberarmi del mio passato, come hai fatto tu con i tuoi genitori.»
La ragazza aveva deciso di bloccare la sua azione perché, nonostante avesse affermato di voler eliminare ciò e chi componeva il suo passato, le uniche labbra che lei bramava continuavano ad essere quelle di Todoroki.
Non avrebbe permesso a qualcun altro di prendere il loro posto.
Il suo gesto fu per Yusuke la risposta che cercava, cosa che lo portò a pensare a ciò che avrebbe dovuto fare, e se ne sarebbe occupato con le sue stesse mani se necessario.
Tutto pur di togliere di mezzo quello scocciatore, che aveva occupato nuovamente i pensieri di Ryoko.
Se non lo farà lei, allora Todoroki eliminerò io.
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I due ragazzi si erano poi spostati all'esterno, così che Ryoko potesse continuare ad utilizzare la magia nera.
Avevano preferito uscire, visto che l'ultima volta la giovane stava per procurare non pochi danni all'interno dell'appartamento. Yusuke non ci teneva ad avere problemi con gli altri che si trovavano a vivere lì, quindi avevano deciso di cambiare i loro piani.
Però quello che successe prese alla sprovvista entrambi, che non si aspettavano di venir attaccati. Erano certi di trovarsi al sicuro, ma a quanto pare non era così.
Quella fu la conferma a tutti i dubbi che la ragazza si era fatta venire quella mattina.
I due ragazzi avevano visto una cortina di fumo alzarsi, così da dare più copertura a coloro che erano appena arrivati.
Ryoko immaginava ci fosse Momo, in quel modo avrebbe potuto creare molti oggetti con i quali provare a fermarli, come era successo in quel momento.
«Ryoko.» La chiamò Yusuke, che già si era preparato per il contrattacco.
«Mi serve che tu copra il cielo con la magia nera, mi serve più ombra se voglio usare al massimo il mio Quirk.»
Essendo ancora giorno il ragazzo aveva pochi punti d'ombra, ed in uno scontro come quello se non avesse combattuto al massimo della sua forza avrebbe perso sicuramente.
La corvina annuì e alzò il braccio verso il cielo, richiamando a se il potere della magia nera, con il quale oscurò il cielo con delle fitte tenebre.
Avrebbe voluto evitare di scontrarsi con loro, dopotutto aveva deciso di lasciarli fuori dai suoi piani di vendetta, visto che non le avevano fatto nulla, ma così la costringevano ad agire contro quella sua decisione.
Yusuke creò delle ombre, che scagliò contro di loro, ma i nuovi arrivati avevano dalla loro la capacità di Takeshi di creare dei suoi duplicati temporali. Avevano un limite, ma almeno avrebbero tenuto occupate alcune manifestazioni d'ombra del moro.
«Il tuo Quirk è veramente fastidioso, sai?» Gli disse Yusuke quando se lo ritrovò davanti.
Il corvino lo osservò, buttando poi un'occhiata alle ombre.
«Anche il tuo lo è» rispose, riportando lo sguardo su di lui, pronto a combattere.
I due ragazzi non avevano un potere che permetteva loro di lanciare attacchi a distanza, quindi dovevano concentrarsi sul corpo a corpo.
«Ti ricordo che l'ultima volta ho vinto io.» Gli disse il moro con un sorrisetto.
Takeshi ricordava bene il loro scontro durante il ritiro dei boschi, ma non avrebbe permesso che andasse a finire allo stesso modo di quella sera.
Non fece in tempo a dire nulla che si ritrovò un suo colpo addosso. Riuscì ad evitarlo grazie ai riflessi che aveva mostrato proprio all'ultimo secondo.
È veloce! Più dell'altra volta. Pensò il corvino allontanandosi di qualche passo, rimanergli così vicino senza aver preparato un attacco non era consigliabile.
Fece un sospiro, quello non era il momento di pensare troppo a come avesse fatto a diventare così rapido in poco tempo.
Si scagliò contro di lui, attaccandolo con tutta la forza che aveva in corpo.
L'ultima volta lui si era nascosto nell'ombra, lo aveva preso alla sprovvista con tutti i suoi colpi, ma ora era diverso, Takeshi vedeva dove si trovava, inoltre le sue ombre erano già occupate con gli altri, quindi non poteva attaccarlo anche con quelle.
«Sai, sono curioso...» Iniziò a dire Yusuke, mentre in due continuavano ad attaccarsi.
«Perché l'hai cercata? Dopo che l'avete abbandonata, tu sei tornato da lei, mi chiedo se ci sia qualche altro scopo dietro.»
Takeshi assottigliò lo sguardo.
«I nostri genitori l'hanno abbandonata, non io. Non appena ne ho avuto la possibilità sono venuto da lei, per starle vicino come un fratello dovrebbe fare con sua sorella» rispose, riuscendo poi ad atterrarlo.
«Stai forse insinuando che sarei qui per un altro motivo?» Domandò, tenendolo fermo a terra, mentre l'altro aveva quel suo fastidioso ghigno stampato in faccia.
«Non lo so, è così?» Chiese il moro, non provando a liberarsi.
«Mi sembra solo strano tutto questo candito interessamento dopo che sei praticamente cresciuto senza di lei.»
L'intento di Yusuke era quello di innervosirlo, così da spezzare la freddezza mentale a cui stava attingendo per poter combattere contro di lui.
Una persona che attacca in preda alla rabbia è più semplice da contrastare, perché potrebbe facilmente andare incontro ad uno sbaglio, ad un errore. E quello era proprio il suo obiettivo.
«Sarò anche cresciuto senza di lei, ma il mio potere è riuscito a rendere nitidi quei ricordi che stavano svanendo.» Lo guardò, non sopportando più quel suo sorrisetto.
«Le colpe dei miei genitori non possono ricadere su di me, io non l'abbandonerò come hanno fatto loro. E di certo non la lascerò sprofondare nell'oscurità!»
Yusuke a quel punto, quando l'altro stava per colpirlo con l'intenzione di stordirlo, si mosse improvvisamente, buttando di lato il corvino.
Quest'ultimo rotolò, evitando così un colpo che stava per prenderlo in pieno, per poi rialzarsi in fretta e contrattaccare.
Aveva capito cosa volesse fare il nemico. Non doveva perdere la calma, i suoi attacchi dovevano essere ben calcolati se non voleva finire nella sua trappola.
La tecnica di combattimento di Yusuke non lasciava molte aperture, era difficile riuscire a colpirlo, per questo bisognava mantenere il sangue freddo, senza lasciarsi condizionare dalle sue parole.
Lui questo lo sapeva, e infatti aveva tentato di fargli perdere la pazienza iniziando a dubitare delle sue ragioni.
Ad un certo punto, quando Yusuke stava per colpirlo, dopo che il corvino era finito a terra, un'esplosione si intromise tra di loro.
«Ora ti metti anche a dare spiegazioni al nemico?!» Sbottò Bakugou, affiancando Takeshi, che poco dopo si rialzò, ringraziandolo dell'aiuto.
«Tu continui a mandarci contro quelle tue ombre da strapazzo!» Cominciò a dire il biondo, la sua espressione da seria assunse una nota di divertimento.
«Credi veramente che basti questo a sconfiggermi?!»
«Non importa quante ombre tu possa distruggere, ora mi trovo nel mio ambiente naturale» allargò le braccia con fare teatrale.
«Con tutta questa oscurità attorno a me posso crearne quante ne voglio, e senza subirne gli effetti.»
Bakugou lo fissò a lungo.
«Quindi è come pensavo. La streghetta ha in qualche modo ridotto gli effetti collaterali del tuo Quirk con la sua magia» sorrise con sicurezza.
«Ma questo non mi impedirà di farti a pezzi!»
L'altro rispose a sua volta con un sorriso, uno di quelli convinti, era certo avrebbe battuto entrambi, non importava se l'avessero attaccato in due.
«Vediamo se la tua strafottenza è dovuta veramente alla tua forza.»
Bakugou decise poi di rivolgersi a Takeshi, che accanto a lui mostrava segni di affaticamento. Sapeva che non era per il combattimento appena avuto ad averlo ridotto così, se si trovava in quelle condizioni il motivo era un altro.
«Se vuoi combattere sul serio con tutte le tue forze, devi richiamare i tuoi duplicati.» Gli lanciò una breve occhiata.
«In questo modo conserverai anche delle energie per lo scontro.»
I duplicati di Takeshi erano impegnati a contrastare molte delle ombre che Yusuke gli aveva scagliato contro, era come se stesse affrontando più combattimenti allo stesso tempo, era ovvio che si sarebbe affaticato presto, soprattutto considerando che quelle ombre sembravano non avere fine.
Nonostante ciò era riuscito a tenere testa a Yusuke, anche se vincere non era semplice se aveva il peso dei suoi duplicati sulle spalle.
«Non posso richiamarli» affermò il corvino.
«Penso sia come hai detto tu. Ryoko lo sta aiutando, i miei duplicati servono per contrastare almeno parte delle ombre che ci stanno attaccando, non posso richiamarli ora.»
Takeshi strinse le mani in due pugni e fece dei passi in avanti.
«Non importa quanto mi sfiancherò, combatterò fino a che non l'avremmo salvata.»
«Fa come ti pare» rispose semplicemente il biondo.
Poi vide il corvino tirare fuori dalla sua federa la spada che si portava sempre dietro.
«Tu attaccalo come meglio preferisci, io limiterò i suoi movimenti con la spada.» Iniziò a dire, impugnandola con forza e guardando il nemico con un freddo e calmo sguardo.
«Eviterà sicuramente i miei attacchi. Dovrà spostarsi per non essere colpito, a quel punto tu lo attaccherai nel punto in cui si è spostato.»
«Non dirmi cosa devo fare! Lo so benissimo!» Esclamò Bakugou, avendo però intenzione di seguire quel piano.
Non gli era mai andato a genio l'idea di collaborare con i suoi compagni, ma per quella volta avrebbe fatto un'eccezione. Se serviva per dare tempo a Todoroki di far ragionare Ryoko, allora avrebbe anche seguito il piano di Takeshi.
Prima di attaccarli avevano deciso che era meglio agire subito, quindi il bicolore avrebbe provato a parlare immediatamente con la ragazza.
Ed era proprio quello che aveva intenzione di fare.
In quel momento il ragazzo aveva buttato giù tutte le ombre di Yusuke che si era ritrovato in mezzo alla strada, arrivando davanti a Ryoko, che non appena lo percepì alzo lo sguardo su di lui.
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