𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟸𝟺

❝𝐿'𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛𝑜; 𝑠𝑒 𝑝𝑜𝑐𝘩𝑒 𝑔𝑜𝑐𝑐𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛𝑜 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑝𝑜𝑟𝑐𝘩𝑒, 𝑙'𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛𝑜 𝑛𝑜𝑛 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑠𝑝𝑜𝑟𝑐𝑜.❞

||𝑀𝑎𝘩𝑎𝑡𝑚𝑎 𝐺𝑎𝑛𝑑𝘩𝑖||

Correre, doveva correre il più velocemente possibile.
Non importava quanto le gambe gli dicessero di rallentare. Non importava il respiro affannoso, che si ripeteva a intervalli sempre più brevi. Non importava su quante radici sporgenti rischiava di inciampare. Doveva assolutamente raggiungere il luogo dove si trovava il professor Aizawa. Prima sarebbe arrivato e prima avrebbero aiutato Ryoko.

Questi erano i pensieri di Takeshi.
L'agitazione montava dentro di lui come un uragano, più volte si era pentito di aver scelto di dare ascolto alla sorella e lasciarla da sola con il villain, però sapeva anche che quello era l'unico modo, o almeno, il più immediato. Non potevano escogitare di meglio in quel momento.

Un insolito movimento d'aria lo costrinse a fermarsi di botto, per poco non perse l'equilibrio.
Se non lo avesse fatto l'ombra che aveva visto passare difronte ai suoi occhi l'avrebbe colpito in pieno.

«Dove credi di andare?» Disse una voce nel buio, il corvino si girò verso più direzioni, ma non vide altro che l'oscurità della notte. Tutti i suoi sensi erano all'erta, ma nessun colpo sembrava stesse per arrivare.

«Takeshi, giusto?» Continuò a dire la voce con pacatezza, il diretto interessato non si sorprese molto nel constatare che conosceva il suo nome, probabilmente i villains che li avevano attaccati si erano informati prima di arrivare fin lì.

«Hai intenzione di rimanere nascosto?!» Se avesse tentato di scappare, l'altro lo avrebbe sicuramente fermato, quindi era meglio farlo uscire allo scoperto e combattere, era sufficiente stordirlo quanto bastava per dargli del tempo per scappare. Non poteva dilungarsi troppo.

«Come siamo frettolosi» commentò il villain scendendo, con un balzo, dal ramo di un albero poco lontano.
«Non mi piace la fretta, ti annebbia la mente e ti fa sbagliare. È una cattiva consigliera» fece dei passi verso il corvino.

Più si avvicinava e più Takeshi riusciva a vederlo, non era molto più grande di lui.
Quello che si ritrovò davanti era un alto ragazzo dai capelli castani, eccezion fatta per una ciocca rossa che gli arrivava fin sotto al collo. Il giallo dei suoi occhi sembrava riflettere la debole luce della luna e lo osservavano con una calma glaciale.

«Perché non parliamo un po'?» Propose il villain incrociando le braccia al petto, stando attento alla reazione dell'altro.
«Non ho tempo per una chiacchierata, quindi vediamo di-»
«E di nuovo... La fretta...» Lo interruppe senza porsi il minimo problema, poi fece un leggero ghigno.
«Forse così ti convincerò... Perché non parliamo di Ryoko?»

Come aveva previsto, in quel modo ottenne l'attenzione di Takeshi. Il suo sguardo saettò su di lui, nemmeno pochi secondi prima era impegnato a cercare una via di fuga efficace, ma quelle poche parole riuscirono a deviare i suoi pensieri.

Il corvino era appena stato bloccato lì.
Se fosse andato avanti, superando e seminando il villain per arrivare da Aizawa, lui avrebbe proseguito fino ad arrivare alla sorella.
Se invece fosse rimasto a combattere fino alla fine avrebbe evitato che andasse da lei, ma in quel modo non poteva chiedere aiuto.

L'unica cosa che poteva fare in quel momento era usare il suo Quirk per richiamare una copia di se stesso e attaccarlo a sorpresa.

Si raddrizzò, tentando di rilassare le spalle, le zone d'ombra gli sarebbero state d'aiuto nella sua impresa.

In quel caso prendere tempo serviva, doveva quantomeno distrarlo un po'.
«Tu e il villain di nome Dabi lavorate insieme, non è così?» Non fu difficile per il ragazzo rimettere i pezzi del puzzle al loro posto.

«A questo punto mi è totalmente indifferente negare, quindi la risposta è ovvia.» Quella improvvisa voglia di fare conversazione non lo convinse per niente.

Credeva che lo avrebbe attaccato immediatamente, ma non lo aveva fatto, cosa che lo insospettì a tal punto da prepararsi una contromossa.

«Cosa volete da lei?» Continuò a domandare Takeshi, tentando di tenere un tono di voce fermo.

Il timore che provava non era dovuto alla sua situazione, quella l'avrebbe affrontata senza problemi, con un po' di agitazione, dopotutto era ancora un liceale, ma lo avrebbe fatto senza esitazioni.
A preoccuparlo era il fatto che Ryoko non fosse al sicuro e che stesse aspettando degli aiuti che al momento non poteva procurare.

Il villain lo guardò seriamente.
«Io voglio quello che vuoi tu.»
Takeshi corrugò appena la fronte, non capendo a cosa alludesse.
«Che intendi dire con questo?» Lo vide stirarsi appena le braccia, mostrando la sua tranquillità come se niente fosse, non temeva una sconfitta, lo si poteva capire solo da quello.

«Voglio creare, anzi, ricreare un legame con lei.» Inclinò appena la testa.
«Ha accettato te, che sei spuntato fuori all'improvviso» affermò indicandolo.
«Non vedo perché non debba farlo anche con me.» Un sorriso per niente rassicurante si formò sul suo viso.
«E poi già mi conosce, tu invece eri un estraneo, quindi credo di avere delle possibilità, non credi?»

Il corvino lo osservò, sapeva decisamente troppe cose su di loro, il che lo portò a domandarsi da quanto tempo li stesse tenendo d'occhio.
Nessuno se ne era mai accorto, quel ragazzo non era da sottovalutare.
Inoltre non doveva permettere che arrivasse a Ryoko, non sapeva che rapporti c'erano tra i due, ma la sua comparsa sicuramente l'avrebbe destabilizzata, e in un momento come quello non era ammissibile.

«Scordatelo, non arriverai a lei» rispose Takeshi, era riuscito a richiamare una sua copia a poca distanza da loro.
«E dimmi, sarai tu a fermarmi?» Ghignò.
«O lo farà la tua copia?» L'aspirante eroe sbarrò appena gli occhi, non aspettandosi che la notasse.

L'unica scelta possibile era quella di attaccare definitivamente, però le cose non andarono come previsto.
Il villain si girò e utilizzò la stessa ombra che per poco prima non lo prendeva, per contrastare la copia.

«Questo è il mio territorio, l'oscurità è dalla mia parte qui, non puoi sperare di battermi.»

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«Come conosci questo soprannome?!» Ryoko, dopo averlo sentito non riuscì a trattenersi dal non chiedere, non aveva pensato al fatto che così facendo Dabi avrebbe scoperto da quale parte si stesse nascondendo.

«Non importa come lo conosco» rispose lui voltandosi nella direzione da cui proveniva la voce.
Ryoko strinse le mani in due pugni.
«Importa invece» sussurrò prima di ricorrere alla magia nera, uscendo poi allo scoperto.

Quando l'altro la vide sorrise appena nel notare gli occhi rossi, cominciò quindi il suo discorso, stava aspettando esattamente quel momento.

«Non ti capisco, sai? Sei stata abbandonata, rifiutata, dai tuoi stessi genitori, eppure eccoti qui, piena di fiducia nel prossimo» fece una breve pausa, nella quale la corvina non disse niente.
«Non hai mai pensato di vendicarti? Venire allontanati dalla propria famiglia deve essere doloro, mi sbaglio forse?»

Ryoko assottigliò lo sguardo.
«Dove vuoi arrivare?» Non gli domandò come facesse a conoscere quelle informazioni, era fin troppo scontato che avesse indagato per trovare i suoi punti deboli.

«Ti trovi dalla parte sbagliata. Dimmi, quante persone ti sono passate vicino, ignorandoti completamente? Il tuo caro professore si è solo sentito in dovere di farlo, se non fosse stato un eroe dubito che si sarebbe fermato» continuò a dire riferendosi a come, secondo lui, gli eroi agissero in un certo modo non perché lo volevano, ma semplicemente perché si sentivano costretti dai loro doveri.

«Hai una visione distorta delle persone, non sono tutti come i miei genitori, o come coloro che non si sono fermati, men che meno Aizawa.» Se credeva di convincerla a seguire quella specie di consiglio malato si sbagliava di grosso.

Non volendo più stare a sentire quelle sue affermazioni, Ryoko decise di attaccarlo con il fumo che caratterizzava la magia nera, senza porsi limiti, non era proprio il momento adatto per farsi dei complessi sul controllo di quella parte del suo potere.

Dabi lo contrastò con le fiamme, guardandola con uno sguardo quasi esaltato.
«Sei un po' più forte dell'ultima volta.» Poi tornò serio.
«Comunque non hai risposto, e solitamente alle domande si risponde.»

«Disse colui che non rispose alla mia domanda iniziale.» Ogni volta che utilizzava la magia nera la corvina avvertiva una sensazione di sicurezza, che le faceva sopprimere la paura che covava dentro di se.
Rispondere in quel modo ad un villain non era sicuro, non lo era per niente, eppure quelle parole le uscirono dalla bocca automaticamente, senza che potesse fare qualcosa per frenarle.

Una fredda risatina provenì da lui.
«Furbo da parte tua ritirare fuori il discorso adesso.» Poi ci pensò un attimo, in effetti non c'era bisogno di dirle tutta la verità.
Sapeva di avere la vittoria in pugno, quindi non importava se lei avesse saputo oppure no perché fosse tanto interessato alla magia nera, non avrebbe fatto alcuna differenza, le cose sarebbero andate esattamente come voleva lui.

«Tu sei la ragazza del figlio dell'eroe numero due, no? Pensa a quanto sarebbe scioccante se tu cambiassi sponda, alleandoti con noi.» Prese a dire con tono divertito, il solo pensiero delle voci che quel piccolo dettaglio avrebbe creato lo entusiasmava.

«Una persona molto vicina al number two che perde la speranza negli eroi, e quindi in lui. Si scatenerebbe un primo effetto domino. Inoltre farebbe ancora più scalpore considerando che è stato proprio un eroe ad adottarti.» Non accennò minimamente a quelli che erano i suoi piani futuri, Ryoko era conscia del fatto che non glie li avrebbe rivelati, si era veramente limitato a rispondere alla sua domanda.

«Non accadrà mai, io non perdo la speranza negli eroi e nelle persone solo per qualche elemento marcio» affermò senza esitazione, non si poteva vedere il cattivo in tutti, ma lui, essendo un villain, quel concetto non lo avrebbe mai capito, il suo era solo uno spreco di fiato.

Fiato che invece doveva utilizzare per combattere.
I loro attacchi principali si svolgevano a distanza, cercando in questo modo di avvicinarsi all'altro.

Non si trovava in una buona situazione, Dabi si mostrò molto più forte e tentare di non farsi colpire era già una grande fatica.
Non era messa bene e non ce l'avrebbe fatta a resistere oltre.
In più doveva mantenere il controllo sulla magia nera, tutte cose che accumulandosi le stavano creando dei problemi.

«Sei sempre stata testarda.» Una terza voce si unì a loro, bloccando l'ennesimo attacco che Dabi stava preparando.

«Oh, finalmente, ho anche altre cose da fare, quindi sbrighiamoci» disse il villain dagli occhi di ghiaccio, l'altro sbuffò sonoramente.
«Ho solo incontrato un piccolo ostacolo, non ci ho messo poi così tanto» rispose tranquillamente, nel frattempo Ryoko si era voltata nella direzione da dove era uscito il nuovo arrivato.

Lui sorrise e alzò una mano a mo di saluto.
«È tanto che non ci si vede, Ryko.»
«Yusuke...» Sussurrò la ragazza.

Poco dopo però rifletté sulla sua frase precedente. Aveva incontrato un ostacolo andando lì e l'unica persona che si era diretta da quella parte era il fratello.
L'agitazione ci mise poco a prendere possesso di lei, cosa che la fece scattare in quella direzione, per andare a verificare se stesse bene.

La sua corsa però fu fermata sul nascere, Yusuke le aveva scagliato contro delle ombre create dall'oscurità attorno lui.
«Già te ne vai?»
«Beh, vedo che qui te la puoi cavare da solo.» Si intromise Dabi prima di andarsene, per occuparsi di altre faccende, senza nemmeno salutare il suo complice.

L'altro non gli rispose, avvicinandosi invece a Ryoko.
«Il tuo caro fratellino sta bene, se è questo che ti preoccupa, sarà ancora svenuto, ma non è morto.» La corvina, sentendolo a pochi passi da lei, si ritrasse, così da allontanarsi.
«Non ti avvicinare.» Lo avvertì continuando a fare dei passi indietro.

«Mi ferisci, Ryko...» Si mise teatralmente una mano sul petto, all'altezza del cuore.
«E non chiamarmi in quel modo» continuò a precisare la corvina.
«Ma è tanto bello» replicò lui guardandola attentamente.
«Oh andiamo! Rilassati-» Non fece in tempo a concludere la frase che Ryoko lo attaccò, stanca di quella situazione. Voleva solo riuscire a tirarsene fuori per poi pensarci più lucidamente in seguito.

Yusuke ghignò e rispose al colpo della ragazza, era stata veloce, tanto da procurargli un piccolo graffio sulla guancia.
Ma, come aveva detto a Takeshi, l'oscurità era il suo campo da battaglia. E quando parlava di oscurità non si riferiva solamente a quella che lo circondava, intendeva anche quella che alberga nell'animo delle persone.
La seconda era decisamente la sua preferita. Manipolarla a suo piacimento era la cosa più interessante che poteva esserci, per lui.

Dopo una serie di colpi il villain riuscì a bloccarla contro un albero.
«Questo mi ricorda i giorni delle medie, io che cerco di parlarti, tu che mi respingi...» Cominciò a dire con tono pensieroso.
«Tu cerchi di controllarmi, è diverso» ribatté la corvina a denti stretti.
«Ed è qui che ti sbagli, io voglio solo far uscire fuori la tua parte oscura, dopotutto è questa la mia specialità.»

Ryoko tentò di sfuggire alla sua presa, invano, se l'era studiato bene quel piano. Attaccare di notte gli dava un vantaggio incredibile e lei a quel punto non poteva nemmeno andare troppo oltre con la magia nera, altrimenti avrebbe portato sempre di più Yusuke verso il suo obiettivo.

Lo vide avvicinarsi ulteriormente al suo viso, la ragazza si stava facendo venire il mal di testa a forza di pensare ad un modo per allontanarsi da lì.
«Nel periodo in cui sono stato via ho imparato dei trucchetti sul mio Quirk.» Si scostò appena di lato, portando la sua bocca accanto all'orecchio di lei, per sussurrarle qualcosa.

La giovane cominciò a sentirsi pesante, l'unica cosa che la sorreggeva in quel momento era l'alto tronco dell'albero.
Yusuke fece dei passi indietro, sorridendo.
«Un piccolo regalo dal mio potere.» Prese ad allontanarsi lentamente.
«Ci vediamo presto, Ryko.»

Lei provò a muoversi in avanti, ma non appena lo fece la testa iniziò a girarle, costringendola a lasciarsi andare e cadere con le ginocchia a terra.
Le palpebre si facevano sempre più pesanti, la vista cominciò ad annebbiarsi.

Il buio arrivò all'improvviso, senza preavviso, e insieme a lui anche il corpo di Ryoko che stramazzò al suolo.

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Angolo Autrice:
Buonaseraa ^^

Questo capitolo mi ha messo in seria difficoltà, soprattutto sul creare le conversazioni tra i personaggi, non è stato facile.
Spero comunque che sia uscito qualcosa di decente e che vi sia piaciuto uwu

Ilas

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