Risveglio (X)
PoV Xander:
È uno spettacolo orribile.
Non vedo altro che fiamme, fumo e l'aria diventa sempre più irrespirabile a causa della cenere, la sento entrare nei polmoni.
Tutto è stato raso al suolo! Tossisco, tossisco sempre più forte per buttare via le ceneri, ma nulla.
Perdo sempre più il respiro, la mia vista si sta offuscando e sto perdendo le forze, non mi reggo più in piedi... Queste sensazioni le ho già provate tempo fa... sto facendo nuovamente quel sogno. Purtroppo, come l'altra volta, non riesco a ad alzarmi, è più forte di me...
Riesco a guardare avanti a me, ma non trovo quella figura misteriosa ad attendermi, è Arya! Questo però non è un bel sogno... dal ventre di mia sorella, esce la lama di una katana, appena lei si accascia a terra, io cerco di allungare la mano verso di lei, ma il colpevole, senza volto, si avvicina a me, vuole finire me adesso.
Appena vedo la lama arrivare a pochi centimetri da me, mi risveglio finalmente, urlando dal terrore. Mi è venuto spontaneo urlare il nome di mia sorella.
-Arya!-
Mi guardo intorno e noto di essere dentro la nostra camera da letto, sono a casa! Guardo alla mia sinistra e vedo le tende leggermente tirate e pochi raggi del sole che filtrano da essa. Mi giro alla mia sinistra e vedo Raiden nel letto dove solitamente dorme mia sorella. Non sembra essersi accorto del mio urlo... Un momento, dov'è Arya?! Quello che è successo non posso averlo semplicemente sognato!
La porta della mia camera si sta aprendo e mi viene spontaneo guardarmi intorno alla ricerca della mia arma, ma non riesco a trovarla. Mi tranquillizzo vedendo che si tratta solo di Viria, ha l'aria preoccupata.
Viria: Capitano! Ti ho sentito urlare, stai bene?
-Si, io sto bene, ma dov'è Arya?-
Il suo sguardo si fa improvvisamente più cupo, in quel momento i miei pensieri si fanno oscuri, posso solo provare ad immaginare cosa possa esserle successo, non voglio neanche pensare al peggio, ma la reazione della corvina non mi lascia altre interpretazioni. Il mio vestiario è cambiato, ora indosso una t-shirt azzurra e dei pantaloncini blu, probabilmente mamma deve avermi cambiato mentre dormivo. Mi invita a seguirla, così scendiamo le scale fino al salotto, dove mia madre sta bevendo una camomilla girata verso la finestra. Fuori sta piovendo... Solo quando richiamo la sua attenzione lei si gira verso di noi, con fare sorpreso, viene verso di me e mi abbraccia stringendomi al suo petto, questo calore però sembra diverso dalle altre volte, come di conforto, ma quel classico conforto dopo aver ricevuto una brutta notizia. Cerco di separarmi da lei delicatamente, senza sembrare rude.
-Mamma... dov'è Arya?-
Anche lei come Viria, abbassa la testa con fare sconsolato, invitandomi a sedermi. Lei si siede dall'altra parte del tavolo, ho l'impressione che ciò che dirà non mi piacerà affatto.
Gwynne: Prima che tu faccia qualunque cosa, ti chiedo di ascoltarmi fino alla fine.
Io annuisco, Viria si trova sull'uscio della cucina e sta osservando la scena.
Gwynne: Non so cosa ricordi di quanto accaduto. Quando tuo padre ti ha trovato, eri svenuto.
Ci rifletto su, ed effettivamente non ricordo nulla... tranne una cosa.
-Io vi stavo raggiungendo, poi... ho sentito Arya urlare e...-
Improvvisamente sento una forte emicrania, chiudo gli occhi e stringo i denti per sopportare il dolore, ma non dovevo farlo. Rivedo la stessa scena vita nel sogno: fiamme, Grimm ovunque, una spada rossa insanguinata e poi mia sorella a terra morente.
-No!-
Sento di impazzire, non può esser solo un sogno, quel che ho visto era troppo reale! Non riesco però a vedere l'immagine del colpevole.
Gwynne: Alex...?
Sia lei che Viria si stanno preoccupando vedendomi in questo stato, così faccio cenno di aspettare. Il dolore sparisce lentamente e finalmente mi riprendo, così che possa risponderle.
-Non ricordo altro, ho un enorme vuoto di memoria.-
Lei sospira, riprendendo a bere la sua camomilla. Il silenzio è calato nuovamente, nessuno sembra volerlo rompere, pare quasi interminabile. Mia madre incrocia nuovamente lo sguardo col mio.
Gwynne: Dopo che Jupiter ti ha trovato svenuto, è corso a cercare Arya, dato che lei non aveva fatto ritorno.
-Cosa?!-
Arya non è più tornata?! Sto cercando di sforzarmi a ricordare, ma nulla... Mi sto agitando, il respiro si fa pesante e sento il cuore battere all'impazzata, come se stesse per esplodere! Mi alzo dal tavolo preso dall'agitazione e senza volerlo sto alzando la voce.
-Non l'avete trovata?! E dov'è papà in tutto questo?!-
Viria mi mette le mani sulle spalle, incrocio lo sguardo con lei e mi annuisce, come a dirmi di stare calmo, ma non riesco, è più forte di me! Mi risiedo stringendo i pugni e mamma riprende a parlare.
Gwynne: Ancora no, tuo padre è corso a cercarla intimandoci di partire.
Allora decido di fargli la fatidica domanda, qualunque sarebbe stata la risposta, io partirò per cercare Arya.
-Quanto tempo è passato?-
La sua risposta mi fece gelare il sangue nelle vene.
Gwynne: Due giorni. In tutto questo tempo tu e Raiden avete dormito, ma di Jupiter non ho ancora notizie...
Mi alzo di scatto dal tavolo e corro verso la mia camera al piano di sopra. Sento la sua voce richiamarmi.
Gwynne: Cosa stai facendo?
Entro nella mia camera e raccatto gli stivali, infilandomeli e cambiando i miei abiti con i soliti che indossavo a Beacon. Mi guardo intorno alla ricerca della mia spada, ma non la trovo. Così riscendo le scale e trovo mia madre ad attendermi davanti ad esse.
-Dove diavolo è la mia spada?-
Gwynne: Non pensarci nemmeno Alexander! Tu resti qui!
-Mamma, togliti di mezzo! Devo aiutare papà e Arya!-
Lei non dice nulla, mi tira un forte schiaffo in faccia e sento un grande dolore, è umiliante. Non solo perché mi ha fatto sentire inutile e inopportuno, ma perché è avvenuto davanti a Viria...
Gwynne: Agendo impulsivamente, non risolverai nulla. Dobbiamo avere fiducia in tuo padre, riuscirà sicuramente a riportarla indietro.
Tasto la mia faccia sulla guancia schiaffeggiata, non fa tanto male, però è il dolore che sento nel cuore. Mia madre decide di tornare in cucina, io invece faccio ritorno nella mia camera, lasciando entrare anche Viria. Vado a sedermi sul mio letto e mi metto le mani tra i capelli, ripensando a quanto detto. Che cosa può essere accaduto ad Arya? E perché non ricordo niente dopo averla sentita urlare? La mia compagna si siede accanto a me, mettendomi una mano sulla spalla.
Viria: Tua madre ha ragione, capitano. Non possiamo fare nulla adesso, anch'io sono preoccupata quanto te... Ma sono certa che il signor Jupiter la ripoterà a casa!
Mamma ha cercato di dirmelo per dissuadermi dal partire per cercare papà e Arya, ma Viria mi ha messo una certa sicurezza. Ha ragione, anzi, hanno ragione! Papà ha salvato un sacco di gente, sono certo che riuscirà a farcela anche questa volta. Dobbiamo solo aspettare.
-Lo spero tanto...-
È da prima che ho notato Raiden steso nel letto di Arya, possibile che si sia stancato fino a questo punto?
-Ehi dormiglione! Sveglia!-
Ma non ricevo nessuna risposta, dorme profondamente come un sasso. Non è normale, lui si sveglia molto facilmente, la cosa mi preoccupa un po'.
-Siamo sicuri che stia bene?-
Viria: Non ne ho idea. Aveva detto di dover andare a prendere... una persona. Mi sono preoccupata, così l'ho seguito, ma quando l'ho raggiunto, era già svenuto. Non si sveglia da ieri e spesso sembra agitarsi nel sonno.
Se dovessi azzardare ad un ipotesi, potrebbe essere stato aggredito. La vedo mettersi una mano sulla fronte, è piuttosto pallida in viso, adesso inizio a preoccuparmi anche per lei.
-Sicura di aver dormito, Viria? Sei bianca come un cadavere.-
Viria: Non preoccuparti, sono solo un po' stanca...
So benissimo che lo dice unicamente per non farmi preoccupare, peccato non attacchi con me e riconosco benissimo quando qualcuno è stanco o sta male. Le metto una mano sulla spalla e lei sembra arrossire in viso.
-Allora riposati, hai già fatto moltissimo vegliando su di noi.-
Le mostro un sorriso per rassicurarla e lei annuisce sorridendo a sua volta.
Viria: E va bene, ma non dormirò moltissimo...
Si leva gli stivali e si stende sul mio letto, dopo pochi secondi crolla completamente, addormentandosi, era davvero stanchissima. Ho come l'impressione che dormirà come un sasso almeno fino a stasera. Prendo una coperta lì vicino e gliela metto sopra, non sia mai che prenda freddo, il clima in questa zona è pressoché invernale. Non è solo la presenza di Arya a mancare, mi manca l'aria di Beacon, i miei compagni di classe, e soprattutto mi manchi tu... Yang. Sospiro e decido di lasciar riposare i miei amici, chiudendo la porta alle mie spalle. Torno giù in salotto, dove mia madre stava continuando a bere la sua camomilla, decido di ignorarla e andare a prendere qualcosa da mangiare in frigo. Lei rompe il silenzio andato a crearsi tra di noi.
Gwynne: Scusami per prima... ho esagerato, anzi, abbiamo esagerato entrambi. Ho paura quanto te, Alex, paura che né tuo padre e nemmeno lei possano tornare a casa. Quel che possiamo fare ora: è aspettare e pregare.
Effettivamente, non mi aveva mai alzato le mani, se è arrivata a questo, sarà per il forte stress. Ho poco da rimproverarle, io stesso avrei fatto la stessa cosa al posto suo. Dal frigorifero prendo una barretta energetica e la scarto, nel mentre vado alla finestra, osservando come le gocce di pioggia battono forte sui vetri, praticamente l'unico rumore al momento udibile. Spero tu sia sana e salva, ovunque ti trovi, Arya...
PoV Raiden:
Il respiro si fa sempre più affannoso, le gambe iniziano a cedere, il cuore batte all'impazzata. Tutto questo per arrivare da lei, ma per quanto mi sforzi, non arrivo mai in tempo per salvarla, ogni volta mi ritrovo davanti alla stessa immagine. Il mio corpo si ferma per quell'istante, ed è quello fugace dove la freccia trafigge il suo petto, facendola poi scomparire come polvere al vento, l'unica cosa che resta siamo io e il carnefice faccia a faccia.
-Cinder... Cinder... Cinder!-
E poco prima che possa attaccarla, mi ritrovo nuovamente al punto di partenza, ripetendo più volte la stessa scena, ma per quanto mi sforzi, non riesco mai a cambiarne l'esito. Pyrrha... Mi dispiace, mi dispiace! Sarei sicuramente riuscito a salvarti se solo... avessi avuto più tempo. Maledizione! Maledizione! Maledizione! Urlo, sbatto i pugni a terra dalla rabbia, ma nonostante le lacrime e la rabbia che scateno, questo incubo non ha mai fine, sento di star impazzendo. Mi metto le mani sulla nuca e chino la testa verso il basso, sperando che tutto questo finisca. Chiudo gli occhi, ma appena li riapro, vedo solo il volto di Pyrrha davanti al mio, sta piangendo... A quel punto una luce mi investe e mi rialzo, ma non sono in quell'oscurità che prima mi circondava, sono in una camera da letto. Questa non è la mia abitazione, dove mi trovo?
PoV Xander:
Quella sera stessa... Ore 19.30.
Viria si è svegliata da poco, adesso sembra stare meglio rispetto a prima, infatti sta aiutando mamma a preparare la cena, io invece mi limito a preparare la tavola, meglio che evito di stare dietro ai fornelli, l'ultima volta stavo per dare fuoco alla casa. Fa strano non preparare la tavola con Arya, lei era sempre qui al mio fianco ad aiutarmi a sistemare le posate e soprattutto, a quest'ora rincasava papà dopo il lavoro. Sento parecchio la loro mancanza... Percepisco dei passi provenire dalle scale. Mi affretto per andare a vedere, Raiden si è svegliato! Sembra piuttosto disorientato, infatti si guarda attorno confuso, fino a quando non incrocia lo sguardo con il mio.
Raiden: Dove siamo?
-Stai tranquillo Raiden, ti trovi a casa mia.-
Viria va verso di lui, stringendolo in un abbraccio. Così vado anch'io, lui sembra perplesso, ma io e lei sappiamo il perché. Quando Beacon è caduta, un'altra persona se n'è andata con essa: Pyrrha. Abbiamo avuto la notizia leggendola online e non lo nego, ho sentito una lacrima rigarmi il viso, soprattutto perché potrebbe non essere la sola vittima. Che fine avranno fatto Ruby, Jaune, Yang o Achilleus? Non abbiamo più avuto loro notizie. L'occhio mi cade su una gabbietta posta all'angolo vicino al televisore, Abel... era con me quando siamo scappati, ora non c'è più... Arya ci rimarrà malissimo quando tornerà. Raiden si separa da noi, chiedendoci giustamente il perché di quell'abbraccio.
Raiden: Beh... cosa doveva significare?
Non ce la faccio... non posso dargli una notizia così terribile. Non conoscevo benissimo Pyrrha di persona, ma so quanto lui ci fosse affezionato, anzi, son sicuro che Raiden provi per lei il medesimo sentimento che provo io per Yang. Incrocio lo sguardo con Viria e lei annuisce.
-Mi spiace, ma prima o poi lo avresti scoperto. Pyrrha... non è più tra noi.-
Appena termino la frase, lui sbarra completamente gli occhi e indietreggia di qualche passo. Dai suoi occhi vedo delle lacrime scorrere, non l'avevo mai visto piangere, ma in questo momento è più che normale. Stringe i pugni e si dirige verso la porta, aprendola e correndo fuori in giardino. Decido di seguirlo, fuori sta ancora piovendo, rischierà di ammalarsi. All'improvviso si ferma, iniziando a rilasciare varie piccole saette, sono costretto ad allontanarmi di qualche passo. Alza lo sguardo verso il cielo e si mette ad urlare, un urlo colmo di disperazione. Crolla in ginocchio e sbatte a terra i pugni. Attivo il mio Semblence per poter annullare i suoi fulmini, ed avvicinarmi in sicurezza.
-Raiden!-
Gli metto una mano sulla spalla e lui alza lo sguardo verso di me. Riesco chiaramente a vedere le lacrime sul suo viso, nonostante la pioggia abbia già iniziato a inzupparci. Non riesco a guardarlo in queste condizioni, non pensavo che ci tenesse così tanto a Pyrrha. L'unica cosa che posso fare in questo momento: è stargli vicino più che posso, allargo le mie braccia e lo stringo in un abbraccio.
-Mi dispiace... mi dispiace...-
Posso sentirlo chiaramente singhiozzare e disperarsi, mi fa una grande pena, oltre che a sollevare in me alcuni dubbi. Cerco di aiutarlo a rimettersi in piedi, così che possiamo tornare in casa e ripararci dalla pioggia. Alla fine ho deciso di saltare cena, dopo quanto sta accadendo, non ho davvero voglia di mangiare e nemmeno lui. Normalmente mamma si sarebbe offesa, ma ha ben capito come si sente, anzi, dopo cena ha lasciato che si occupasse Viria dei piatti e ci ha preparato una tazza di latte caldo.
Gwynne: Tieni, serve qualcosa di caldo per quel cuore così raffreddato.
Raiden: La ringrazio...
Inizio a bere il mio latte e lui rimane a fissare il nulla per diversi istanti. Gli ho dato una coperta per non fargli prendere ulteriore freddo. Ci siamo seduti sul divano in salotto, di fianco a esso c'è una poltrona, dove di solito si siedono mamma o papà. Lei decide di rivolgersi proprio al mio compagno, credo voglia spiegarli la situazione nel dettaglio.
Gwynne: Sono molto addolorata per la tua perdita, non so cosa significasse quella ragazza per te, ma a giudicare dalla tua reazione, doveva essere qualcuno di molto importante.
Lui cerca di distogliere lo sguardo altrove, provando a bere il suo latte, ma si vede che fa parecchia fatica, gli tremano le mani.
Raiden: Non immagina quanto...
Gwynne: Le mie più sentite condoglianze, Raiden. So che potrà essere pesante per te, ma è giusto che tu lo sappia subito. Arya è ancora là fuori dispersa, non sappiamo che fine abbia fatto, ma Jupiter la sta cercando da due giorni, praticamente.
La notizia pare averlo scosso ulteriormente, infatti rimprovero mia madre questo.
-Ti sembra il caso di dargli ulteriore preoccupazione?!-
Lo osservo per un attimo e lui sembra star sogghignando, poi alza lo sguardo verso me.
Raiden: Non sono preoccupato, lei mi ha fatto una promessa, tornerà.
Stranamente ottimista, però ha ragione! Arya tornerà sicuramente e poi... andremo tutti insieme a cercare Ruby e gli altri, sicuramente insieme riusciremo a venire a capo di questa faccenda. Mia madre fa un leggero sorriso rivolto a entrambi, mentre Viria esce alla cucina, si stava asciugando le mani con uno straccio.
Gwynne: Molto bene. Un'ultima cosa, concorderete con me che uscire di casa in questo momento è una pessima idea, non vorrei vi accadesse qualcosa. Raiden, tu hai qualcuno che possa venire a prenderti?
Raiden: Ci sarebbe mio nonno, ma è troppo vecchio, rischia più lui che io.
Effettivamente Raiden ci aveva raccontato di questo "nonno", probabilmente dev'essere un signore molto paziente per aver cresciuto un ragazzo che non è nemmeno suo parente.
Gwynne: Capisco, in tal caso rimarrai qui fino a quando le acque non si saranno calmate. E tu, Viria?
Viria: Potrei chiedere a mio padre, ma ecco io... vorrei restare se non creo troppo disturbo, mi piacerebbe dare una mano, per quanto possibile.
Oh Viria... non smetterò mai di ringraziarla abbastanza per essere così gentile e premurosa, spero che un giorno possa trovare qualcuno capace di renderla felice.
Gwynne: Immagina tu voglia restare con i tuoi amici, per me non c'è alcun problema. Il piano di sopra è tutto vostro.
Non è assolutamente un problema farli dormire sui letti, a me piace spesso stare sull'amaca, quindi glieli cedo volentieri. Ci congediamo da mamma dandole la buonanotte e andiamo al piano di sopra, chiudendoci poi in camera mia. Il silenzio è immediatamente calato, non sappiamo cosa dire ulteriormente, parlare con Raiden di quanto ha saputo, potrebbe solo peggiorare il suo stato d'animo. Non mi devo fare questo problema, dato che è lui stesso a prendere parola.
Raiden: Ho voluto sperare fino all'ultimo che si trattasse di un incubo, invece... lei è morta davvero. Tuttavia, so chi è l'assassino.
Quell'affermazione ci lascia perplessi, infatti chiedo subito spiegazioni.
-Come sarebbe a dire che lo sai? Eri lì presente?-
Lui si mette una mano dietro la nuca, sospirando e guardando verso l'alto.
Raiden: Non saprei dirti con esattezza. Era come se mi fossi "connesso" con lei, vedevo ogni cosa dal suo punto di vista. E anche dopo essere svenuto, non ho fatto altro che rivedere i suoi ultimi istanti di vita. E per quanto mi sforzassi, non riuscivo mai a cambiarne il finale.
La sua espressione è divenuta più cupa, infatti il tono della sua voce e il nome del colpevole, sono sufficienti a farmi gelare il sangue nelle vene.
Raiden: È stata Cinder.
In un primo momento pensavo che fosse impossibile, poi però Viria, dice qualcosa che mi fa riflettere.
Viria: Questo spiegherebbe molte cose, Cinder era nello stesso team con Mercury ed Emerald. Io e il capitano abbiamo visto chiaramente che è stato Mercury ad attaccare Yang. Non mi sorprenderebbe si trattasse tutto di un grandissimo complotto. Oltretutto, la voce che abbiamo sentito, era molto simile a quella di Cinder.
Raiden: Questo significa...
-Che era tutto un piano per far cadere Beacon. Proprio come avevamo ipotizzato.-
Porto la mano destra sotto il mento, continuando a riflettere su quanto detto. Se così fosse, tutti i tasselli sono al loro posto. Mancherebbe solo scoprire il movente.
-Arrivati a questo punto, sapete bene quale sarà la nostra prossima mossa.-
Viria stava per rispondere, ma in quel momento interviene il nostro compagno e il tono della sua voce mi spaventa non poco.
Raiden: Uccidere Cinder.
-Assolutamente no!-
Mi alzo dal mio posto e lui fa lo stesso, adesso siamo letteralmente faccia a faccia.
-Capisco che sei sconvolto e furioso per quello che hanno fatto, ma non puoi farti guidare dal desiderio di vendetta!-
Raiden: E sentiamo, capitano. Quale sarebbe il tuo piano geniale? Perdonarla e lasciarla in vita?
Quel suo tono arrogante misto a sarcasmo non mi piace. La sua rabbia è ben comprensibile, ma se agirà in questo modo, potrebbe rischiare grosso.
-Sto solo cercando di proteggere tutti! Prima dobbiamo riunirci a Ruby e gli altri, insieme riusciremo a trovare un modo per contrastarla!-
Raiden: Proteggere? Io non ho alcun bisogno di essere protetto! Voglio giustizia!
Mi punta il dito indice a pochi centimetri dal viso. Non capisce più cosa sia giusto e cosa sbagliato. Viria si mette in mezzo a noi dividendoci.
Viria: Piantatela, tutti e due! Il capitano ha ragione, Raiden. Cerca di calmarti, insieme troveremo una soluzione!
Si è girata proprio verso il nostro compagno rosso, ma lui non muta il suo sguardo freddo e ci da le spalle.
Raiden: Come al solito lo difendi a spada tratta, tu. Non potete capire tutto il dolore e la rabbia che sto provando!
-È vero non posso capirlo! Ma non è facendosi corrompere da questa rabbia che potrai dare giustizia a Pyrrha, lei non avrebbe voluto questo!-
Raiden: Come fai a dirlo con tanta certezza? Sai qualcosa di Pyrrha che io non so?
Non posso rispondere a questo, perché effettivamente sapevo poco di lei, ma forse era mia ultima speranza di farlo ragionare. Non credo cambierà idea tanto facilmente.
Raiden: Come immaginavo, silenzio.
Si dirige verso il suo letto si stende di lato, dandoci le spalle.
Non volevamo farlo arrabbiare più del dovuto. E dire che normalmente non ci avrebbe mai risposto così, il dolore può davvero rendere cieche le persone. Le ore passano molto lentamente, dato che il silenzio è calato nuovamente, credo che Raiden stia dormendo, non si è più mosso da quella posizione. Viria sembra ancora scossa dalla discussione, in generale, questa situazione fa male ad ognuno di noi. Vado alla finestra per osservare il paesaggio fuori. Persino il tempo è ancora agitato, piove a dirotto, ovunque si trovino papà e Arya, spero abbiano trovato un riparo. Guardo in direzione del moschetto di mia sorella, ovvero ai piedi del suo letto. Mi manchi sorellina... torna presto a casa.
Una settimana dopo...
https://youtu.be/PAQMqUDcTe4
Mi sono svegliato presto stamattina, ma mai presto quanto Viria. Effettivamente lo faceva spesso anche quando stavamo ai dormitori. Anche se la mia testa è piena di pensieri, è stato bello dormire a casa dopo tutti questi mesi passati a Beacon. Scendo le scale e vedo mamma all'opera per preparare la colazione. Subito la saluto dandole il buongiorno e lei si gira sorridendomi.
-Dov'è Viria?-
Gwynne: È andata a prendere una boccata d'aria.
Immagino voglia starsene un po' da sola, comprensibile. Credo che in questo momento abbiamo tutti bisogno dei nostri spazi.
È già passata una settimana, eppure di papà e Arya non abbiamo ancora nessuna notizia, l'agitazione è nell'aria, anche se cerchiamo i nasconderla. Stiamo cercando in tutti i modi di non pensare al peggio. Mi siedo a tavola, ma inizierò a mangiare solo quando saranno tutti qui. Dalle scale del primo piano, vedo scendere Raiden, ancora mezzo addormentato. Gli diamo così il buongiorno e lui fa lo stesso con un cenno della mano, sedendosi poi alla mia destra. Dopo la nostra discussione, non ho più voluto parlarmi, voglio provare a chiarire, ma è diventato indifferente. Addirittura, la sera lo sento sussurrare qualcosa, ma non riesco mai a comprendere ciò che dice.
La porta dell'ingresso si spalanca all'improvviso, mi giro e vedo Viria appoggiata all'uscio col fiatone, stavo per chiederle cosa c'era che non andava, ma lei mi precede.
Viria: Venite a vedere, presto!
Ci affrettiamo ad uscire fuori casa per raggiungerla, ormai ha smesso di piovere, ma l'aria è comunque gelida e il vento non fa che dare un'atmosfera più cupa al tutto.
La nostra compagna ci indica cosa ha visto, per il sentiero che porta alla casa, vedo in lontananza una figura avvicinarsi, più mi avvicino e più la riconosco. Quella scintillante armatura dorata è inconfondibile: è papà! Finalmente è tornato! Corro nella sua direzione, ma due dettagli importanti mi saltano subito all'occhio appena sono a pochi metri da lui: è ferito alla testa e sta perdendo sangue lungo tutta la tempia, ma non sembra una ferita mortale, parti della sua armatura sono ammaccate e soprattutto, dettaglio più importante di tutti, Arya non c'è! Il mio respiro si sta facendo affannoso, il mio cuore batte all'impazzata e le gambe mi tremano, fino a quando non chiedo con voce preoccupata a mio padre...
-Papà... dov'è Arya?-
Lui mi fissa con i suoi occhi azzurri e lo sguardo malinconico, mentre vedo qualcosa rigare il suo viso e lì capisco cos'è realmente accaduto, ma ottengo la conferma solo sentendo cosa disse lui.
Jupiter: Non sono riuscito... a trovarla... è persa.
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