Risveglio (A)

PoV Arya:

Quest'oscurità che mi circonda è così fredda, ma in un certo senso così rilassante. Cerco di aprire gli occhi, ma l'unica cosa che vedo: è il buio e nulla di più. Provo a guardare la mia mano, percepisco il movimento del braccio, ma non riesco a vederla, nonostante sia davanti al mio viso. Devo star cadendo verso un qualche precipizio profondo e oscuro, dove nessuno mi verrà a prendere, sono rimasta sola a morire... Mi mancano tutti, non so quanto durerà questo inferno fatto di ombre. All'improvviso sento qualcosa afferrarmi al volo, provo a guardare in volto la figura, ma è troppo buio per distinguerlo chiaramente. Sarà Alex...? Papà? O forse Raiden? I miei occhi si richiudono da soli, appena li riapro rivedo finalmente la luce! Era tutto un sogno... Sono distesa su quello che pare un letto, guardo il soffitto e sembra essere fatto di un legno particolare e spesso, ma non sembra casa mia...
Cerco di alzarmi, ma sento una forte fitta al ventre, alzo la coperta che mi scaldava e noto che la mia ferita era stata fasciata e curata, anche se il dolore lo sento ugualmente. All'improvviso sento una voce familiare provenire alla mia destra.

???: Guarda un po' chi si è svegliata!

Mi volto verso la fonte e vedo una figura alta seduta su una poltrona e vestita di blu, è Achilleus! È stato lui a salvarmi? Quindi questa... è casa sua? Preferisco chiedere.

-Dove mi trovo?-

Achilleus: Sei a casa del professor Seth, ti faccio i miei complimenti per la pellaccia dura, dolcezza. Eravamo tutti preoccupati per te, soprattutto lei.

A casa del professor Seth... Sono stati loro a salvarmi! E Alex? Papà? Che fine hanno fatto? Terrò queste domande per dopo, adesso voglio solo ringraziarli per quel che hanno fatto per me. Ha nominato una certa "lei", il mio sguardo si sposta alla mia sinistra e noto Nifa, sta dormendo su quell'altra poltrona in posizione fetale, sono entrambe molto vicino al mio letto, quindi mi hanno tenuto d'occhio mentre dormivo. Sembra riposare profondamente.

Achilleus: Era davvero in pena per te, tanto che non è riuscita più a dormire. È crollata giusto qualche ora fa.

Ora che ci penso, che ore sono? E soprattutto quanto ho dormito? Guardo l'orologio da parete e vedo l'orario, sono le 18:00 esatte. In effetti, fuori vedo il sole tramontare, non mi sono mai svegliata di pomeriggio tardi. Faccio un lieve sorriso al blu, che lui ricambia.

-Grazie, senza di voi non sarei qui oggi.-

Achilleus: Ah suvvia! Avrai tutto il tempo per ringraziarci, pensa a riprenderti, è la cosa più importante.

I nostri sguardi cadono su Nifa, addormentata sulla poltrona, che si sta lentamente risvegliando. Si è messa più dritta con la schiena e si sta strofinando l'occhio, mi piego leggermente di lato per incontrare il suo sguardo ancora assonnato, salutandola agitando la mano.

-Buongiorno dormigliona!-

Lei appena mi riconosce, sbarra completamente gli occhi e si porta frettolosamente accanto a me, stringendomi in abbraccio, ha una stretta così gentile e sento il suo cuore battere, oltre a lei singhiozzare.

Nifa: Ero così preoccupata... temevo non ti saresti risvegliata più. Ho avuto molta paura...

Non mi piace vedere la gente piangere, soprattutto se per me, cerco di consolarla meglio che posso e lei dopo poco si calma, andando a sedersi sulla sua poltrona. Una domanda mi ronza in testa già da prima e voglio chiedere spiegazioni a loro per questo.

-Vi sono molto grata per quello che avete fatto, ma i miei genitori stanno bene? Ma soprattutto, sanno che mi trovo qui?-

Loro rimangono in silenzio per qualche istante, vedo il blu grattarsi la nuca con fare agitato.

Nifa: Si, stanno tutti bene, ma...

Achilleus: Dovresti parlare con Seth.

Non capisco cosa intenda con questo... La porta della porta si apre all'improvviso ed entra il castano del team CRNS, Shark. Come al solito con lo sguardo imbronciato e puntato su di me, appena mette piede nella stanza, il blu commenta la situazione con ironia.

Achilleus: Ma buongiorno a lei, sua Permalosità!

Normalmente avrei riso ad una battuta simile, ma non mi sembra il caso data l'agitazione che sento nell'aria.

Shark: Non puoi incontrare il professor Seth in questo momento, è in lutto e non vuole vedere nessuno.

Non so cosa mi fa più gelare il sangue: se il suo tono, oppure la parola "lutto" usata in quella frase. Sento come una strana sensazione nel petto, come un peso che pare volermi buttare giù a tutti i costi. Anche la mia voce si fa più bassa, ho il cuore in gola e faccio fatica a chiedere, e sento che la tensione è nell'aria. Nifa ha l'aria spaventata, mentre Achilleus fissa il compagno con sguardo furente, mi sembra di sentirlo sussurrare qualcosa.

Achilleus: Sta zitto, non dire nulla.

Io, anche se a fatica, cerco di chiedere spiegazioni.

-Perché... in lutto?-

Il castano ignora completamente l'avvertimento del suo capitano e prende nuovamente la parola. Mentre stringo la coperta pronta alla notizia, no... non sono pronta per nulla...

Shark: La professoressa Diantha si è sacrificata per permetterci di scappare.

La sua freddezza lascia senza parole, come se non gliene importasse nulla.
La mia testa si è fatta più pesante, così come il resto del mio corpo. La professoressa è morta... la professoressa è morta... Intorno a me sento in modo flebile i loro dialoghi, lo stanno rimproverando, e anche parecchio forte, ho sentito anche qualcosa cadere, dal rumore pareva essere una poltrona. Ora sento rumori di pugni e di qualcosa che sbatte sulla parete.
Però il suono è totalmente coperto da un forte ronzio, come uno statico, non è fastidioso, è la rappresentazione della mia mente in questo esatto istante. Le lacrime scendono come fiumi, la tristezza mi assale come un feroce lupo affamato, e io sono la inerme preda, ormai schiava dei suoi voleri.
Mi aveva promesso... che ci saremmo riviste una volta che le acque si fossero calmate. Mi aveva promesso... che una volta partorito il bambino, me lo avrebbe fatto vedere. E più di tutti... mi aveva promesso di prendersi cura di me. Non era una semplice professoressa, era molto di più: una persona che stimavo con tutta me stessa, che mi avrebbe aiutata a diventare una vera donna, e forse... una buona mamma per i miei figli, i figli che voglio da lui.
Urlo, urlo con tutto il fiato che in corpo sfogando la mia frustrazione e la mia disperazione. Perché a lei?! Meritava di essere felice con suo marito, suo figlio... Non posso accettare che se ne sia andata... Fratellone, Viria, Raiden, papà, mamma... mi mancate, ho bisogno di voi.

Due giorni dopo...

La notizia non sono ancora riuscita a digerirla come si deve, mi fa così strano non averla qui al mio fianco.
A quest'ora eravamo in classe, durante l'ora di storia a mezzogiorno, che lei era solita insegnare. Non mi era mai piaciuta quella materia, ma lei spiegava così bene da invogliarti ad imparare, infatti ero diventata la prima della classe ad alzare la mano quando qualcosa non mi tornava, e la professoressa ripeteva con gentilezza. Non è giusto sia andata così...
Nifa è entrata in camera con un vassoio, su di esso ci sono due piatti di plastica coperti. Non potendo ancora muovermi correttamente, preferisce portarmi lei i pasti, è una vera amica. Si siede su una poltrona lì vicino e si porta al mio fianco, porgendomi la mia pietanza. Scopro il piatto ed è del brodo di verdure, qualcosa di leggero che mi aiuterà a riprendermi, anche se non ho molta fame.
Infatti difficilmente riesco ad avvicinare il cucchiaio alle mie labbra senza tremare, mi aiuta Nifa tenendomi la mano e finalmente riesco a ingerire.

-Grazie...-

Nifa: Non ringraziarmi, lo faccio con piacere, lo sai.

Dice lei col suo tono gentile, mentre mi stringe la mano in modo assai più delicato.
Questi giorni con Achilleus e Nifa, sono stati un po' pesanti dal punto di vista sentimentale, ma bene o male, sono sempre così gentili con me. Shark... non so cosa dire di lui, che cosa avrà per la testa per essere così crudele e freddo?
Quel che mi preoccupa più di tutti, è il professor Seth. Come può sentirsi quell'uomo dopo aver perso sua moglie e suo figlio? Sarà distrutto...
Ho bisogno di vederlo, ho bisogno di stargli accanto, ma soprattutto, voglio sapere perché non mi hanno riportato a casa. Papà saprà che sono qui?

-Nifa, vorrei vedere il professore.-

Lei sembra capire, infatti le basta uno sguardo per poi annuirmi, ma sembra preoccupata per un'altra cosa.

Nifa: Penso che al professor Seth farà piacere vedere che tu stia bene, ma tu sei sicura di riuscire a muoverti?

La ferita che mi è stata inferta fa ancora piuttosto male, non riesco a stare dritta senza piegare il bacino, ho paura che camminare possa riaprirla.
In quel momento nella stanza entra Achilleus, pare averci sentite parlare.

Achilleus: Ti porto in braccio io, non credo che il professor Seth si muoverà dalla palestra tanto facilmente.

Hanno una palestra? Ma quanto è grande questa casa? Il blu mi solleva di peso a moh di principe con la principessa. Chille ha un fisico possente, infatti mi trovo molto comoda, nonostante le apparenze è tanto gentile e delicato, oltre che essere un bel ragazzo.
Se solo non ci fosse già Raiden nel mio cuore...
Usciamo dalla stanza e ci dirigiamo nel lungo corridoio, la cosa che salta subito all'occhio sono le pareti costellate di quadri dai disegni orientali, anche il pavimento è un palchetto. Quasi tutta la casa sembra orientale, tranne per le porte. È una casa molto grande, ci sono diverse stanze per gli ospiti e credo di aver visto più di un bagno. Pochi minuti dopo ci ritroviamo davanti ad una stanza più grande delle altre, è la palestra che hanno accennato prima. Non è grandissima, infatti più che una palestra da allenamenti: sembra un dojo, vedo parecchie spade di legno in giro, sistemate dentro dei cesti, vi sono anche delle attrezzature da allenamento pesante.
Al centro della stanza spicca il professor Seth, girato di spalle e a petto nudo mentre maneggia una spada di legno, provando a scagliare vari fendenti contro un manichino di paglia. Ha un fisico molto allenato, solo la sua schiena è uno spettacolo per gli occhi.
Non sembra essersi ancora accorto della nostra presenza, non sappiamo se disturbarlo ora sia una buon'idea. Si è fermato all'improvviso, intanto vedo una piccola figura avvicinarsi a lui, gli sta portando un asciugamano bianco, sembra come starsi muovendo da solo. Solo quando la piccola figura alza lo sguardo verso il professore la riconosco: è un piccolo scoiattolo dalla peluria arancione, uno scoiattolo che riconoscerei tra mille.

-Abel!-

L'animaletto riconosce la mia voce, così viene nella mia direzione, salendo sulla gamba di Achilleus e portandosi alla sua spalla, lo afferro delicatamente e lo porto al mio viso, lasciando che si strusci sulla mia guancia. Credevo di averlo perso per sempre, sono felice che si trovi qui.

Nifa: Ma allora è tuo quello scoiattolo!

-Si, io e mio fratello lo abbiamo preso quando eravamo piccoli, ma come avete fatto a trovarlo?-

Il blu che mi tiene in braccio si schiarisce la voce, volendo prendere la parola.

Achilleus: È più corretto dire che è lui ad aver trovato noi. Ci stavamo dirigendo alla navetta, quando questo piccoletto si è attaccato alla mia schiena. Non me la sentivo di abbandonarlo, amo gli animali.

Presa dalla gioia, porto il viso davanti alla guancia di Achilleus, lasciandoli un leggero bacio, una piccola ricompensa per aver salvato il mio Abel.

-Grazie Chille!-

Noto le sue gote diventare leggermente rosse, mentre cerca di distogliere lo sguardo da me.

Achilleus: Di nulla.

Guardo la Faunus accanto a noi gonfiare le guance, ma perché fa così?
All'improvviso il professor Seth si avvicina a noi, con l'asciugamano appoggiato alla spalla destra, caspita... ha un fisico incredibile visto più da vicino, non lo nego, mi mette molto a disagio, non riesco a concentrarmi senza ammirare il suo petto muscoloso. Deglutisco e lui fece cenno ai due ragazzi andare. Nifa però non sembra molto d'accordo, probabilmente preoccupata per le mie condizioni, infatti contesta con molta calma.

Nifa: Professore, Arya non si è ripresa del tutto, è già tanto che l'abbiamo portata qui...

Chille guarda per un attimo la ragazza e poi prese a camminare, facendomi accomodare delicatamente sulla panchina della palestra, è stato davvero molto gentile con me.
Da seduta non sento dolori al ventre, dovrò solo evitare di piegarmi in avanti. Loro mi salutano con la mano, abbandonando così la stanza, adesso sono sola col professore.
Incrocio lo sguardo con il suo, un'espressione che trasmette una tristezza profonda. Sarebbe stupido domandargli come sta, lo so meglio di chiunque altro.

-Io... volevo molto bene alla professoressa, so che forse non se ne fa nulla delle mie condoglianze... ma sono addolorata quanto lei, mi creda.-

Dico abbassando lo sguardo. Lui non proferisce parola, si limita ad andare a prendere la sua veste nera con gli spallacci in ferro, rimettendosela e andando a coprire il petto. Abel gli corre incontro, salendo velocemente sulla sua spalla e in risposta viene carezzato con l'indice. Prese poi i guanti, rimettendosi anche quelli, ma ancora non intende proferire parola. Rivolge nuovamente il suo sguardo verso di me, avvicinandosi a passo lento. Finalmente decide di prendere a parlare.

Seth: Diantha mi raccontava spesso di te, affermava che fossi la cosa più pura che avesse mai visto. Guardandoti meglio... penso la stessa cosa. Anche lei ti voleva molto bene.

Il suo sguardo si rivolge al cielo, o meglio, alla finestra che filtra i raggi del sole nella stanza, che vanno a illuminarlo, come se fosse un attore durante uno spettacolo, sotto ai riflettori. C'è ancora una cosa che dovrei dirgli prima di andare.

-Volevo anche... ringraziarla di avermi salvata, le sarò per sempre debitrice.-

Lui senza voltarsi replica...

Seth: È dovere di un cacciatore. Almeno sono riuscito a portare in salvo una sola persona. Ironico, non trovi? Ho salvato te, ma non mia moglie e mio figlio...

Appena mi rivolge quella domanda retorica, il mio cuore si spezza completamente. Il suo viso è bagnato da copiose lacrime, lacrime vere di autentica disperazione, ma non emette alcun singhiozzo. Continua ad osservarmi con quell'espressione di malinconia, mi fa male vederlo in quel modo... in un certo senso mi sento in colpa per quanto è accaduto.

Seth: Quando sono caduto a terra completamente privo di forze, i Grimm ci avevano circondati, ma lei e Raphael, col coraggio di veri cacciatori, ci hanno protetto fino alla fine, intimandoci di metterci in salvo. Poi l'ho visto... un enorme pungiglione che ha trapassato il ventre di Diantha, non solo strappando la vita a lei, ma anche a mio figlio.
Con quale diritto posso definirmi un uomo? Io che ho lasciato morire un mio studente, l'amore della mia vita e mio figlio, senza che potessi fare nulla... è tutta colpa mia.

Cade letteralmente in ginocchio davanti a me, le lacrime stanno gocciolando sul pavimento della palestra. Sto assistendo con i miei stessi occhi ad un uomo distrutto.
Anche Raphael se n'è andato... per quanto non lo conoscessi bene, era un ragazzo d'oro e molto gentile, avrei voluto più tempo per diventare sua amica.
Persino dai miei occhi stanno fuoriuscendo delle lacrime, ripenso continuamente alla professoressa e sento la tristezza assalirmi. Senza volerlo alzo la voce, volendo fargli capire cosa provo veramente.

-Non è colpa sua! Lei ha fatto tutto quel che ha potuto, la professoressa ha voluto proteggerla, proprio come avrebbe fatto con lei! Io... riesco a capire il suo dolore, vorrei davvero aiutarla, ma... non so come!-

Lui poi afferra la mia mano destra, stringendola delicatamente e abbassando lo sguardo verso il suolo, dichiarando...

Seth: Sono felice... di aver salvato almeno te.

Il suo sguardo, la sua voce così bisognosa di aiuto, le sue mani così delicate... hanno un che di familiare, come se avessi sentito quei sentimenti simili da una persona. Alex quando era triste, aveva bisogno di qualcuno su cui piangere. Seth... mi dà le stesse sensazioni.

Tre giorni dopo...

Dal discorso con Seth, sono passati circa tre giorni, in tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a quel che successo. Quelle sensazioni non sono sparite, anzi, più ci rimugino sopra e mille dubbi mi assalgono. Che cosa mi nasconde Seth? Perché mi trovo qui? E soprattutto, Alex e papà sapranno che sono qui?
Per il momento tornare a casa non se ne parla, non sono ancora in forma per muovermi, persino andare in bagno è diventato un'impresa, infatti mi accompagna Nifa.
Il resto delle giornate le passo a letto, con Abel che non mi abbandona neanche per un momento. La mattina sono sola in casa, ad eccezione della Faunus gatto, che ha la stanza accanto alla mia. 

Mi sono svegliata da poco, ma ho dormito davvero male a causa di tutto quello che sta succedendo: prima la morte della professoressa e Raphael, poi la caduta di Beacon, e adesso questo... Comincio a sentire seriamente la mancanza dei miei amici, i miei genitori... e di lui. Senza rendermene conto i miei occhi si sono riempiti di lacrime, non è la prima volta che succede. In quel momento entra Nifa, che vedendo il mio stato, si precipita verso di me preoccupata.

Nifa: Arya! Stai bene...?

Io, non riuscendo più a trattenere i miei sentimenti, caccio fuori tutto quel che ho accumulato finora.

-No! Non va bene per niente, sento come se la mia vita mi stesse sfuggendo dalle mani, ho paura... ho freddo. Rivoglio tutti i miei amici, i miei genitori, mio fratello... e Raiden.-

In quell'istante, copiose lacrime mi scendono dal viso. Raiden... sono stata stupida a non dirti subito quello che provavo per te, ora potrei pentirmene per sempre. Sbarro completamente gli occhi, pensando che davvero potrei pentirmi di non essere stata onesta con lui.

-Oh mio dio, come mi mancano!-

Metto le mani davanti al viso cercando di coprirlo, i palmi si bagnano subito delle mie stesse lacrime, non pensavo di provare così tanta disperazione in una sola volta; singhiozzo, sentendo poi delle fitte al petto, persino piangere sta diventando più doloroso del previsto. Lei allora, si avvicina a me, stringendomi in un abbraccio, ne ho bisogno, ho bisogno di più affetto possibile, ma potrò realmente sorridere quando rivedrò i miei cari.
Nifa cerca di consolarmi come può, mentre ascolto le sue parole confortanti.

Nifa: Ascoltami Arya, la tua vita non finirà mai per questo, noi stiamo cercando di tenerti al sicuro, così che poi potrai tornare da loro in piena forma.

-È come se l'universo stesse cercando di punirmi per qualche mio peccato, forse me lo merito...-

Lei mi afferra il viso delicatamente, facendomi incrociare lo sguardo coi suoi occhi verdi.

Nifa: Tu non potresti mai fare del male, sei una persona generosa e pura, la cosa più pura che esista.

Non è la prima a dirmi una cosa simile... Le sue parole in qualche modo riescono a confortarmi, e piano piano mi calmo, cercando di asciugarmi le lacrime. Incrocio nuovamente lo sguardo col suo e le sussurro un flebile...

-Grazie...-

In quell'istante, le sue mani sembrano volermi trasportare verso il suo viso, le mie gote diventano rosse e successe l'irreparabile.
Ha chiuso gli occhi, unendo le sue labbra con le mie, tutto potevo aspettarmi, ma non un bacio da lei. In un primo momento sento il mio corpo tremare dalla paura, ma subito dopo, mi sento più rilassata, anche le mie mani sembrano muoversi autonomamente verso il suo collo, andando a congiungersi dietro di esso. Così il nostro bacio poteva approfondire, ma perché lo sto facendo? Ero convinta di provare amore per Raiden, allora perché mi sto facendo questo? È davvero la scelta giusta? Questo non lo so, quello che voglio al momento: è lasciare che la passione mi pervada, qualcosa che non avevo mai provato in vita mia con nessuno.

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