"Non separiamoci..."

PoV Viria:

Il capitano ha deciso di prendere la sua strada, mi chiedo perché non ho voluto fermarlo a tutti i costi. Dopo quel che successo ad Arya, la mia preoccupazione per il resto del gruppo è salita alle stelle.
Sono stati mesi difficili, ho dovuto aiutare due genitori distrutti da una grave perdita, soprattutto la signora Gwynne, così forte e sicura di sé, era a pezzi. Per non parlare del Re dei cacciatori... Quello più distrutto di tutti era proprio il capitano, lui però... ha trovato uno spiraglio di speranza al quale aggrapparsi, ed è questo che gli ha fatto prendere questa decisione. Una parte di me voleva dirgli di smetterla di illudersi e per il suo bene, restare con noi, al sicuro. Ma come potevo essere così crudele e insensibile con lui? La persona più gentile, coraggiosa e matura che io conosca... E se avesse ragione? Se Arya fosse ancora viva? In quel caso, forse dovevo andare con lui, almeno accompagnarlo; ma non posso, non posso abbandonare queste persone in un momento così delicato. I genitori di Xander mi hanno offerto un tetto dove rifugiarmi, quando era stato specificatamente detto di non uscire dalle proprie case, se non per necessità lavorative, ordini dell'esercito di Atlas.
Mamma e papà quando hanno saputo che ero sana e salva, erano al settimo cielo, avevano temuto il peggio... Non lo nego, mia madre non era d'accordo fossi così lontana da casa dopo quel che era successo, ma appena dissi da chi mi trovavo, mio padre subentrò, dicendo che era tutto a posto e potevo restare per quanto volevo.
Dopo la notizia della morte di Arya, presi una decisione: resterò qui fino a quando almeno uno dei due non si sarà ripreso, o quasi...
Capitano, spero tu abbia ragione, forse tua sorella è ancora viva per davvero, mi auguro che tu riesca a trovarla.
I genitori di Xander hanno letto da poco la lettera; la signora Gwynne è distrutta, ha paura di poter perdere anche lui, ma il signor Jupiter averla presa tranquillamente, un comportamento insolito. Sono al piano di sopra, sto cercando di mettere a posto la camera dei due fratelli, con me vi è Raiden. C'è parecchio silenzio, tanto che riusciamo a sentire i singhiozzi della signora di casa fin da qui.
Sospiro e rivolgo la mia attenzione verso il rosso, che incrocia lo sguardo col mio.

-Non possiamo stare a guardare, dobbiamo parlare con loro.-

Raiden: Si, sono d'accordo. Io vado da lei, e tu...

-Andrò dal signor Jupiter.-

Per una volta siamo riusciti a parlare civilmente, avremo sicuramente altre occasioni per confrontarci, ma non ora. Scendo al piano terra e apro la porta, andando nel giardino della casa, il Re dei cacciatori sta guardando il cielo nuvoloso a braccia conserte. Vado al suo fianco, notando uno sguardo crucciato, non direi arrabbiato, ma quasi.

-Signor Jupiter...?-

Lui, come risvegliato da una sorta di ipnosi, sgrana gli occhi per poi abbassare lo sguardo verso di me, a volte mi spavento della sua altezza disumana...

Jupiter: Viria figliola, che cosa c'è?

Trovo un po' strano farmi chiamare in questo modo, penso sia solo un modo affettivo per rivolgersi a me, non che mi dispiaccia alla fine.

-Immagino... che abbia letto quel messaggio, secondo lei Alexander ha ragione?-

Jupiter: Chi può dirlo ragazza mia... è lo stesso pensiero perpetrato nella mia mente mesi prima, lui al contrario di me non ha perso la speranza. Andrò sicuramente a cercarlo, ma fermare questa sua speranza, sarebbe davvero crudele da parte mia. Crede fermamente nella sopravvivenza di sua sorella, ma io ho visto quel luogo... nessuno è in grado di sopravvivere per così a lungo.
È abbastanza maturo da capire dove stia sbagliando, non appena se ne accorgerà, tornerà a casa sicuramente, e in quel caso lo punirò a dovere.

Guardo attentamente le cicatrici sul corpo dell'uomo e capisco immediatamente che forse, potrebbe avere ragione. Il mio corpo inizia a tremare, sento che potrei scoppiare nuovamente a piangere.

Jupiter: Non versare altre lacrime, Viria. Ne abbiamo versate anche troppe, quel che possiamo fare adesso: è combattere, difenderemo ciò che è rimasto. Anche tu lo vuoi, dico bene?

Rimango in silenzio ad osservarlo, portando le mani lungo i fianchi e ripensando a quanto è accaduto a Beacon, adesso sento solo una grande rabbia e un forte senso di risentimento verso quelle persone. Ma farsi acciecare dalla vendetta non avrebbe senso, se dobbiamo combattere, intendo farlo col volere di difendere i miei amici e la mia famiglia.

-Certo che lo voglio!-

Lui mi guarda accennando ad un sorriso, tornando poi a guardare in cielo, la sua espressione è la stessa di chi ha nostalgia di qualcosa, o qualcuno. La frase che disse dopo tra sé e sé, mi immobilizzò sul posto.

Jupiter: Diluc, hai cresciuto una ragazza davvero in gamba.

Quello... è il nome di mio padre. In preda alla sorpresa faccio l'unica domanda che mi viene in mente.

-Lei... conosceva papà?-

Jupiter: Mh? Non ti ha mai raccontato nulla, eh? Lo immaginavo... Ebbene si, Diluc, io, Gwynne e un altro ragazzo di nome Sayer, eravamo un team molti anni fa. Conosciuti come "JGDS".
Era in assoluto il mio migliore amico, fino a quando non venimmo a scoprire della morte di Sayer. La sua scomparsa gettò i semi del dubbio nel gruppo e quando decisi di diventare il Re dei cacciatori. Diluc non era d'accordo, finimmo per litigare... e purtroppo la squadra si sciolse, lui non voleva più saperne di me. Forse è per questo che non ti ha mai raccontato nulla su di noi.

-Perché... avete litigato?-

Jupiter: Diluc era convinto fossi il responsabile della morte di Sayer, per lui non ero un Re meritevole, e col senno di poi, potrebbe avere ragione... È già la terza persona... che muore a causa mia.

-La terza...?-

Jupiter: Si, conobbi un altro uomo col quale avevo una grande confidenza, non voleva diventare un cacciatore, era un paesano come tanti, si chiamava... Hazel Rainart, e aveva una sorellina che andava a Beacon.
Un giorno però, lei morì in seguito all'esame di ammissione per diventare Cacciatori e da quel giorno non ebbi più notizie di Hazel. Forse era morto, forse era fuggito, ho provato a chiedere informazioni da alcuni suoi parenti, ma nulla. Non vi era nessun'altro della famiglia Rainart, oltre alla sorella defunta, Grace Rainart. Hazel è rimasto solo a causa della mia influenza.
Molti credono che fare il Re dei cacciatori sia un compito semplice, ma non è così. Il portare i giovani su questa strada, significa anche macchiarsi del crimine... di condurre anche chi non è pronto, in pasto alla morte. Tutto per essere fedele ad un solo uomo: Ozpin e fare il falso sorriso di fronte al mondo intero, facendo finta che tutto vada bene.
Ora capisci perché ho voluto smettere con questa storia di essere il Re? Sono stufo di vedere le mie mani sporche del sangue di quei bambini...

Il Re dei cacciatori ha voluto raccontarmi una storia, la sua storia, forse allo scopo di trasmettermi un messaggio. Improvvisamente si china verso di me, mettendomi le mani sulle spalle.

Jupiter: Ho commesso più errori di quanto la gente non creda, è troppo tardi per riparare ai miei, ma non è troppo tardi per voi.
Io l'ho visto, siete un team stupendo, non lasciare che questo momento difficile possa separarvi per sempre e in modo irreparabile, non commettere il mio stesso errore, Viria.

Ora capisco cosa vuole dirmi, è ben consapevole delle sue azioni commesse in passato, quindi vuole evitare che qualcun altro commetta gli stessi errori. Come vice capitano del team, ho il dovere di tenere il gruppo saldo, anche se si tratta solo di me e Raiden per ora. Forse parlandoci, potremo andare a cercare Xander e forse... anche Arya.
I giorni successivi sono passati in fretta, sento che il signor Jupiter avesse bisogno di parlare con qualcuno di questa cosa da molto tempo, lo vedo più sereno, anche se l'atmosfera in questa casa è sempre molto pesante. Abbiamo finito di pranzare da poco e sto aiutando la signora Gwynne a lavare i piatti. Improvvisamente, noto Raiden scendere le scale con quello che sembra uno zainetto, indossa anche degli abiti per uscire, sembrano andargli un po' corti, forse sono del capitano. Entra nella cucina rivolgendosi alla signora.

Raiden: Sono pronto.

E lei annuisce, andando poi a prendere delle chiavi poste sul davanzale accanto alla credenza. Ora capisco, vuole tornare a casa sua... non capisco però, perché non mi abbia detto nulla. Si dirigono così nel giardino sul retro, dove una zona di erba sintetica si apre, come a voler mostrare una zona nascosta. Grazie ad una sorta di ascensore, la navetta che usano per viaggiare esce allo scoperto. Una sorta di garage sotterraneo, chissà quanto tempo ci avranno messo per costruirlo. Arriva anche il signor Jupiter, questo mette le mani sulle spalle della moglie rassicurandola.

Jupiter: Lascia perdere cara, penserò io a riportarlo a casa.

La donna annuisce, per poi farsi indietro. Io invece, avanzo a passo spedito verso Raiden, che tenendo lo zaino sulle spalle si gira verso di me.

-Aspetta Raiden! Che ne diresti di... seguirmi nel mio viaggio? Potremo andare a cercare il capitano!-

Ma il suo sguardo non trasmette nulla di pacifico, anzi, sembra arrabbiato.

Raiden: Noi? Parli come se tutto si possa sistemare in fretta, ma non è così, Viria. Apri gli occhi una volta per tutte.

Il suo tono freddo mi lascia senza parole, non pensavo che il sentimento di vendetta potesse acciecarlo così tanto. Prima che possa avvicinarmi, lui mi dà le spalle.

-Non puoi dire sul serio, noi siamo un team! Non possiamo stare lontani in questo momento!-

Raiden: Il nostro team è morto non appena lei è sparita dalle nostre vite. Se lui vuole vivere nell'illusione e tu pensi che "stare insieme" sia l'unica soluzione, allora mi spiace. Io non voglio più saperne nulla.
Signora Gwynne, grazie per tutto quello che ha fatto per me.

Si abbraccia con la donna, per darle l'ultimo saluto. Sta per salire sulla navetta, ma io cerco di afferrare la sua manica, senza successo visto che mi strattona bruscamente, evitando il contatto fisico.

-Per favore Raiden... non separiamoci...-

Raiden: Ora basta Viria! È stato divertente, ma è ora che prenda la mia strada. Addio, ti auguro una buona vita.

Ha alzato la voce così forte da farmi quasi spaventare, non l'avevo mai visto così determinato e furioso. Finirà così? Senza che io sia riuscita a fare nulla?
Vedo il signor Jupiter con sguardo sconsolato, come se a qualcosa di simile vi avesse già assistito.
Mi ha davvero detto "Addio" senza che potessi dire altro? Lo guardo salire sulla navetta e osservo mentre questa si appresta a prendere il volo, per un tempo che sembra infinito. Ho fallito, ho fallito come vice capitano... non sono riuscita nel mio unico compito: tenere unita la squadra. MI sento... mi sento inutile...
Senza accorgermene, le mie guance vengono rigate dalle lacrime. Porto le mani sui miei occhi, cercando di coprire il mio volto.

-Ho fallito capitano... perdonami...-

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