YOSHITO: komorebi
Salve, ecco qui la minischeda. È piuttosto corta e la cosa mi urta alquanto ma volevo finirla per stasera se no mi voleva dare una botta in testa.
Mi scuso in anticipo per gli errori di battitura perché la mia testiera é smonca ultimamente. Detto questo spero di non avere scritto cavolate, ti lascio a Yoshito.
𝐍𝐚𝐦𝐞 𝚈𝚘𝚜𝚑𝚒𝚝𝚘
𝐎𝐜 𝐟𝐨𝐫 𝙺𝚘𝚖𝚘𝚛𝚎𝚋𝚒,𝙾𝚌 𝚜𝚝𝚘𝚛𝚢
𝐌𝐚𝐢𝐧 𝐭𝐚𝐠 -scylla
𝐎𝐭𝐡𝐞𝐫 𝐭𝐚𝐠𝐬 Corvus_Lestrange27
_-sxuron-_ grey_shelby
𝙽𝚘𝚖𝚎 𝚎 𝙲𝚘𝚐𝚗𝚘𝚖𝚎 𖣘
Il nome Yoshito é stato scelto dalla madre mentre il padre era chissà dove.
È un nome che nasconde molte speranze, significa infatti "uomo retto" o "uomo originale". Forse la madre sperava che lui avrebbe trovato la forza per cercare un destino diverso dal loro, per lottare più di quanto avessero fatto loro ma soprattutto che avrebbe rispettato ciò che era giusto.
Se ora le aspettative della donna siano rimaste deluse é un giudizio che non lo riguarda né gli interessa.
Così come non gli é mai interessato molto il significato del suo nome, poteva essere cchiunqe altro per quanto gli importava.
Nonostante il disprezzo che Yoshito provava e prova tuttora per la donna, gli é difficile cambiare quel nome per quanto ci abbia provato a lungo.
Ora si giustifica dicendo che sarebbe troppo tardi, ormai tanto vale tenerlo, alla fine solo lui é consapevole del legame che ha a che vedere con la madre.
Yoshito non ricorda di aver mai avuto il cognome del padre anche se, se si concentra, riesce a ricordare una parola che inziava con "Ike", associata alla figura dell'uomo che sa essere suo padre.
Non ha mai indagato su di lui, all'inizio perché lo riteneva responsabile del dolore della madre dopo la sua partenza senza alcuna apparente motivazione.
Poi si rese conto di non avere alcun motivo di covare rancore nei suoi confronti perché non aveva nulla che lo legasse a lui, nemmeno il cognome
Si ricorda invece di avere semore avuto quello della madre, del quale amava il suono.
"Tanaka" ovvero campo di riso gli aveva sempre dato uno vaga idea di spensieratezza.
Nonostante questo c'era sempre qualcosa a impedirgli di tenerlo stretto, in parte voleva perfino liberarsi di quel peso che per lui indicava solo una profonda miseria.
Quando entrò a fare parte del clan dunque, aveva già da tempo l'idea di cambiare il cognome ma non voleva ammettere a sé stesso il motivo.
Ma ora che doveva farlo, o così almeno si sentiva, riuscì a portare a termine questa sua decisione senza alcun peso sul petto.
Ora tutti lo conoscono come "Fukamori" e in pochi conoscono il suo primo cognome anche se non porterebbe a nulla in ogni caso non essendo conosciuto.
Il cognome che ha scelto significa foresta profonda e, come il prima, gli porta alla memoria un senso di pace.
Lo ha scelto per questo e per i suoni più che per il significato anche se una parte di lui, quando lo ha scelto, si era affaticata per cercare un cognome che riprendesse, almeno come idea il suo originale e quando trovó questo poté dirsi soddisfatto.
𝙴𝚝𝚊̀ 𖣘
Yoshito ha 27 anni, se lui stesso si senta di avere l'età che ha non é dato saperlo dato che non ne parla volentieri.
Da ragazzo sembrava più maturo della sua età, ad alcuni, ad altri estremamente infantile.
Ora che la sua età mentale si sia avvicinata a quella anagrafica é difficile dirlo, soprattutto a causa dei lunghi silenzi che mette davanti agli altri membri ma che si possono estendere a chiunque lo desideri.
Tuttavia quando parla, basterebbe solo il tono della sua voce a dare una risposta affermativa a tale domanda.
La voce profonda, forse perfino troppo, lo fa sembrare più grande della sua età molte volte e il tono serioso con cui si pone non lascia dubbio alcuni sul fatto che sia cresciuto in fretta e che ora sia esattamente come dimostra di essere.
A livello fisico invece non li dimostra affatto, sembra quasi un ragazzino sotto certi aspetti, solo dai lineamenti del volto.
Essi infatti sono troppo dolci per essere attribuiti a lui e anche il suo fisico, longulineo e snello lo fa apparire più giovane di quanto non lo sia in realtà.
Chiunque lo conosca un minimo però sa che sotto questo aspetto di un ragazzino si nasconde un uomo particolare e se molti dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima, così vale anche per lui.
Lo sguardo si Yoshito é fermo, dotato di una calma piatta e di una stabilità che sembra appartenere a persone con una grandissima esperienza, che hanno superato innumerevoli ostacoli e sfide, cosa che per quanto si avvicini a lui, ancora non gli appartiene.
𝚁𝚞𝚘𝚕𝚘 𖣘
[ 𝑚𝑎𝑛𝑦 𝑖𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛𝑠 ℎ𝑎𝑣𝑒 𝑏𝑒𝑒𝑛 𝑑𝑖𝑠𝑟𝑢𝑝𝑡𝑒𝑑]
Yoshito è uno degli Shatei gashira del clan, nello specifico si occupa del settore della droga.
Non é ben noto o ben chiaro come sia arrivato a ricoprire un take ruolo e ad occuparsi di tale settore.
Tuttavia é innegabile che riesca a cavarsela senza troppi problemi anche in un ruolo che ha a che fare con sostanze con cui é arrivato a contatto piuttosto tardi.
Sembra quasi a casa talmente é a suo agio mentre ne parla, o almeno quel poco che lascia trapelare.
Sembra sempre che tenga qualcosa per sé riguardo al suo lavoro nonostante se si guardano i fatti é un uomo trasparente che rivela sempre cosa, come e quanto abbia guadagnato.
Eppure anche questi suoi dati lasciano l'amaro in bocca perché é come se non fossero mai completi. Yoshito sorride a queste frasi, nel caso in cui gli vengano riferite, a volte perfino gli scappa una risata ma non é mai arrivato a rispondere a parole, convinto che dovrebbe bastare quello che lui mostra, ovvero oggettivamente ogni cosa.
Per quanto gli altri ne sappiano Yoshito non ha grandi ambizioni, così come non ha forti opinioni né le ha mai avute.
Per questo é difficile che lui si sbilanci davanti ai propri desideri, in particolare a una possibile scalata di ruolo.
Sembra quasi non interessargli e anche lui ammette che si trova molto meno teso dovendo prestare attenzione solo a una parte che sembra relativamente ristretta.
Riesce a farlo sentire in controllo, sempre.
Certo, é vero che le parole possono essere ingannevoli e così quelle di Yoshito non sono da meno. Tuttavia non é oscuro che lui ripudi qualsiasi tentativo di violenza o frattura all'interno del clan, dunque se mai volesse aumentare di grado sarebbe di sicuro in modo graduale.
Certo questo non esclude che parte di lui potrebbe volerlo ma questo per il momento é un pensiero che si tiene per sé.
𝙿𝚛𝚎𝚜𝚝𝚊𝚟𝚘𝚕𝚝𝚘 𖣘 Heshikiri Hasebe
𝑑𝑎 𝑇𝑜𝑢𝑘𝑒𝑛 𝑅𝑎𝑛𝑏𝑢
𝙲𝚊𝚛𝚊𝚝𝚝𝚎𝚛𝚎 𖣘
[𝑠𝑒𝑐𝑟𝑒𝑡𝑠 𝑙𝑎𝑦 𝑎ℎ𝑒𝑎𝑑]
Yoshito non ha mai avuto un carattere costante, il suo è il dono di una perenne e continua evoluzione, alla quale si aggiungevano tutte le esperienze e le condizioni alle quali veniva sottoposto che a poco a poco si infilavano sotto la sua pelle e che lui assorbiva senza battere ciglio. Nel bene e nel male da ragazzo era facilmente condizionabile, malleabile negli intenti e nelle emozioni, poco incline ad avere una sua opinione: era più facile vederlo inserito in un gruppo del tutto distante da lui piuttosto che trovarsi da solo. In questo modo era fin troppo semplice per lui assumere i comportamenti di chi aveva intorno e se è vero il detto "seguiamo ciò che vediamo" Yoshito ne era l'esempio lampante. Poco importava se le azioni di quelle persone fossero ben lungi dall'essere raccomandabili o se creavano una qualunque forma di disagio. Lui si limitava ad assorbire tutti questi comportamenti e a renderli propri, come una spugna assorbiva in continuazione ciò che vedeva e sentiva attorno a sè. Crescendo dunque è difficile dire quanto l'uomo che lui è ora sia davvero sè stesso e quanto frutto di esperienza, abitudini imparate per assimilazione o comportamenti assorbiti da altri. Assimilare e copiare gli altri, come se fosse un gioco, era così facile per lui così come cambiare amicizie ogni tanto, senza un vero motivo. Sembrava tutto un gioco ai suoi occhi e si comportava come se lo fosse, non si curava di dare spiegazioni delle sue azioni, giustificarsi se ignorava qualcuno per anni o se non manteneva le promesse, tutto gli scivolava addosso, non riusciva a tenersi stretto nulla sia per obbligo che per sua volontà e nonostante ciò non se ne rattristava. Era un bambino senza opinioni, senza desideri apparenti, trasparente agli occhi degli altri, malleabile come una caramella ma sempre ingannevole. Yoshito detestava rimanere a lungo fermo, non tanto fisicamente quanto moralmente e mentalmente, cambiava comportamenti spesso e in modo incessante ed era una sfida capire se quel giorno sarebbe stato accanto a te come prima oppure se ti avrebbe ignorato. Per quanto questo comportamento potesse risultare antipatico, lo rendeva anche una persona che molti giudicavano interessante e la sua tranquillità gli garantivano un occhio o una parola di riguardo dagli adulti i quali, trovandosi davanti a un ragazzino che rimaneva sulle sue, sembrando sempre rispettoso, lo giudicavano tale spendendo spesso buone parole nei suoi confronti. Solo che viveva appieno questo suo modo di essere poteva spiegare quanto fosse capace di ferire senza pronunciare una parola o rivolgere uno sguardo. Tutti però si dimostravano accondiscendenti, forse speravano che dentro di lui ci fosse una natura buona che sarebbe maturata col tempo.
Così tutti attendevano quasi con ansia la sua crescita, in vista di una seguente maturazione che, secondo loro, lo avrebbe reso un uomo buono, ricco di principi e con grandi qualità. Purtroppo per loro però Yoshito si faceva scivolare addosso ogni singolo consiglio, ogni parola spesa a suo favore, ogni gesto gentile. Non ebbero nemmeno l'opportunità di vedere se le loro speranze fossero state ben poste perché lui, come era suo solito, fece del suo meglio per sparire innumerevoli volte, forse in fondo si divertiva a farli penare, così alcuni pensavano. La verità era che lui avrebbe fatto ben volentieri a meno delle loro buone parole, non sapeva che farci perché non avevano alcuna consistenza, nessun valore per lui, erano del tutto inutili. Da ragazzo, così come ora, se avesse avuto le capacità di trasformare le loro parole in guadagno lo avrebbe fatto senza esitare. Lui voleva avere qualcosa tra le mani che gli potesse garantire di sentirsi colmo, solo le cose materiali riuscivano a farlo sentire bene per lungo tempo, i complimenti invece duravano quel tanto che era necessario e poi, il giorno dopo, sfumavano come neve al sole. Imparò presto a dare un valore alle cose, valore che si misurava solo in denaro, arrivando a farsi pagare per le cose più inutili. Come uomo non smette di credere che sia così, i beni materiali sono l'unica cosa che conta per lui, ciò che possiede è l'unico punto di partenza che può accettare e l'unico punto di arrivo per cui vuole lottare. Tutto il resto è inutile, obbiettivi, sogni, ambizioni non hanno alcun valore se non possono essere prese tra le mani e poste su una bilancia. Il denaro è l'unica cosa che lui è in grado di calcolare, alcuni direbbero l'unica cosa a cui riesce a pensare. Dunque per Yoshito è utile solo ciò che porta a un guadagno e quel guadagno è utile solo se porta a qualcosa di concreto, possibilmente che lo riguardi. Il suo modo di essere e di agire esclude del tutto atti gentili, volti a migliorare una qualunque situazione, vuole occuparsi solo delle cose che lo riguardano e avere per la testa altri non è il modo giusto per procedere. Ciò che lui ricava deve essere gestito con precisione, ogni singolo dentare deve avere una collocazione precisa e la possibilità che gli venga rubato o che venga usato per scopi altri non è concepita. Affiderebbe volentieri tutto quello che ha alle persone di cui si fida ma questo sentimento si basa solo sulla trasparenza dell'altro, nel rivelargli sempre quali siano le sue intenzioni. Per sè tiene solo le cose essenziali, sebbene dire che si accontenti di esse sarebbe errato, e anche se non costringerebbe mai gli altri a seguire il suo esempio esercita sempre un controllo rigido sul suo denaro e sui suoi guadagni. Ha ben poca fiducia nei buoni propositi o nei tentativi di ottenere il favore di qualcuno, il denaro secondo lui non serve a quello, non deve essere utilizzato per aiutare gli altri perché finirebbero solo per sporcarlo con le loro ambizioni banali e insensate mandando tutto in rovina. Piuttosto va usato per sè, in modo egoistico e senza vergogna di dirlo perché alla fine anche se si presuppone che qualche moneta in più potrebbe aiutare qualcuno è sempre vero che si tratta di una supposizione, alla fine se hanno davvero bisogno di esso sono deboli e tali rimarranno, non si meritano il suo denaro.
Questo attaccamento verso il materiale, deriva di certo dalla sua storia della quale non si vergogna più perché sa di essere diventato migliore di quanto non lo fosse prima. Oltre a questo però, il desiderio di guadagno è una delle due sensazioni o emozioni che sente con più forza, non un caso forse che entrambe siano legate a ciò che ha vissuto e che Yoshito come molti altri che provenivano dalla sua stessa situazione si sia trovato di fronte a una scelta e che la abbia presa senza esitare. Fin da ragazzo non aveva grandi opinioni, grandi sogni o aspettative per la vita, non si poteva nemmeno dire che fosse un ragazzo come tanti perché era troppo noioso per dargli perfino quel titolo. Ora non sembra cambiato di molto, lui vorrebbe pensare che la sua sia noncuranza o una sorta di rassegnazione dovuta alle sue esperienze o alla sua età ma d'altra parte sa bene di stare mentendo perfino a sè stesso. Non ha opinioni forti né sembra che dentro di lui si celino grandi desideri che lo spingano ad alzarsi ogni mattina. Sempre serio, concentrato, alcuni giorni chiuso in un silenzio religioso spezzato da qualche parola di cortesia o funzionale al momento senza mai sbilanciarsi troppo. Per Yoshito questa è ormai abitudine e tenere tutto sotto controllo non gli procura alcuna tensione o eccessiva stanchezza, non si sente nemmeno in dovere di farlo ma lui lo vuole, lo desidera, forse è l'unica cosa verso la quale abbia un minimo di ambizione. Nel suo silenzio ha tutto sotto un costante controllo e se qualcosa non procede come vorrebbe non esita a dare voce alle sue perplessità, sebbene usare questa espressione sia un eufemismo. Yoshito infatti non ama prodigarsi nelle parole, che esse siano complimenti, raccomandazioni o rimproveri. All'inizio spera che possa bastare uno sguardo ben assestato, un movimento della mano svogliato, un piccolo sbuffo infastidito, spesso però non funziona perché quei gesti così piccoli non rispecchiano l'entità del problema che lui vede in quel momento. In ogni caso non ha nessuna voglia di sprecare il suo fiato in rimproveri, preferisce essere conciso, pronunciare poche parole dette nel modo giusto, di solito in tono sarcastico. Sempre secondo questa logica non si esime da rivolgere commenti ironici su chiunque incontri o quasi, sembra che sia una delle sue poche fonti di divertimento e fa ricordare un errore compiuto anche mesi prima. Per lui questo è il modo migliore per imparare, i consigli contano poco o nulla tanto poco vengono considerati e spesso anche i rimproveri più forti cercano di essere così incisivi da essere dimenticati dopo poco.
Dall'altro lato c'è un'altra emozione, la seconda non che ultima che riesce a sentire con forza, forza spesso eccessiva che sembra ingiustificata e lascia molti sorpresi soprattutto quando da un uomo così silenzioso, serio e chiuso in sè stesso nascono delle osservazioni colme di odio e disprezzo. L'odio dunque è per lui un sentimento fondamentale, l'unico che ammette di provare senza alcuna vergogna. Eppure non odia tutti senza alcuna distinzione, questo suo sentimento è, secondo lui, ben riposto, sempre giustificato e fondato su motivazioni solide. Si dice che i figli crescendo o abbiano un buon rapporto con i genitori, oppure uno difficile, per Yoshito questo è ben più complicato. Quello che prova è rancore che lo prende a pugno nello stomaco ogni volta che nella sua memoria si fanno strada i ricordi, un qualcosa di così difficile da definire perché racchiude così tante esperienze diverse tanto che è più semplice assimilarlo all'odio. Oltre a odiare con tutto sé stesso la condizione in cui é nato, senza mai tuttavia provare a cambiarla, detesta anche tutte le altre persone che si trovavano o lo sono tuttora nella sua situazione.
Non riesce a spiegarlo con sicurezza, é un sentimento che gli pare così vago ma che velocemente si trasforma in una rabbia che lo copre di un calore immane.
Il modo più semplice per spiegarlo sarebbe dire che Yoshito odia le persone deboli, che sia per natura o per cause a lui ignote.
Vedere qualcuno debole, fragile, lo innervosisce e non gli importa se stia facendo o meno del suo meglio per uscire da tale situazione.
Le disprezza perché le vede come delle persone deboli, che non hanno nulla tra le mani, nulla da dargli, nulla per cui lui dovrebbe provare un sentimento speciale nei loro confronti.
Sono delle persone come altre che sono capitolate sotto la fatica e, oppress per loro stessa scelta, hanno semplicemente smesso di lottare o di preoccuparsi di altro se non della loro condizione.
La legge del più forte vale sempre e le persone deboli, per lui, non possono vivere, sono destinate a morire perché il loro unico scopo é quello di rassegnarsi e davanti a loro non hanno altro se non una vita di stenti.
E se devono condurre una vita del genere perché dovrebbero vivere?
Yoshito le considera delle persone inutili, incapaci che non portano a nulla, né per loro stessi né per altri.
Non c'è nemmeno qualcosa che potrebbe dare loro, perché finirebbe per essere sprecato nelle loro mani.
Non saprebbero nemmeno cosa farci con un suo aiuto o un suo gesto, perché farlo allora?
Il suo odio é diretto verso tutti coloro che sono troppo deboli anche solo per provare a cambiare qualcosa, coloro che si inventano che il mondo in cui vivono sia troppo duro per loro, sono solo vigliacchi, per lui, nulla di più.
Questo suo disprezzo però sfocia solo in parole di rabbia, mai in azioni violente.
È spesso misto alla noncuranza e a una sorta di pigrizia nel non sapere che in ogni caso prima o poi cesseranno anche loro di essere così, di comportarsi in tale modo dunque non vede lo scopo di aggravare la situazione.
Anche nei suoi interventi più duri non lascia mai intendere intenzioni violente, il suo odio si fonda sulle sue parole e nessuno lo ha mai visto fare altro che non sia quello.
Forse si sentirebbe in colpa perché in parte capisce ciò che stanno soffrendo e il suo odio é un odio personale, rivolto anche alla sua famiglia.
La rabbia, al contrario del disprezzo, non gli appartiene. La sente così distante da sé e così futile nei suoi intendi che spesso ignora perfino di provarla, fa del suo meglio per fingere che un calore enorme lo stia sobrastando.
Nonostante tutto però si controlla in modo magistrale, nei gesti non tanto nelle parole.
Se non fosse per queste ultime infatti molti potrebbero giurare che Yoshito non abbia mai provato rabbia anche se ogni tanto nei suoi occhi balena un guizzo instabile, pericoloso e non é un buon indicatore.
A volte si risolve lì, altre volte invece potrebbe portare a qualche frase piccata ma quasi mai alla violenza fisica.
Yoshito non disprezza affatto la violenza, anzi, comprende le persone che ne fanno uso e probabilmente ogni tanto vorrebbe farne uso lui stesso.
Solo all'interno di uno stesso clan la trova deplorevole e cerca di non avere mai slanci d'ira che sfocino in atti violenti.
Disordini all'interno di uno stesso clan sono forse la cosa che più trova deplorevole.
Non ha alcuno scopo mostrarsi forti se poi all'interno si é sul punto di crollare.
Di certo ogni tanto gli scappano delle manate piuttosto poderose ma non va mai oltre a meno che qualcuno non gli faccia perdere le staffe cose che fino ad ora non é mai successa.
Di questo ne va orgoglioso e ne fa spesso un vanto e, anche se un giorno dovesse accadere, mentirebbe pur di preservare tale sentimento.
Il suo stato e la sua immagine sono per lui dei capi saldi, colonne che non vanno mai toccate.
Così come la sua persona, seriosa che, se oggetto di attacchi, non esisterà a rispondere a tono e con vigore senza avere alcun timore a riguardo.
Allo stesso modo cerca di fare per gli altri membri del clan, con un occhio di riguardo per le persone che gli stanno a cuore sia per rango che per rapporti.
Spesso però si limita a qualche battuta seccata, avendo mantenuto l'abitudine che aveva anche da adolescente di farsi scivolare tutto addosso senza particolare cura.
Solo se gli eventi sfociano in situazioni violente il suo temperamento cambia, si fa deciso, risoluto e improvvisamente dotato di forti opinioni.
Che questa sia solo una maschera o meno sarebbe difficile dirlo, anche perché Yoshito stesso é piuttosto bravo nel mentire.
Per il ruolo che svolge ha dovuto affinare questa sua abilità che spesso usa senza ritengo anche quando non é necessaria.
Non che si diverta mentre lo fa in realtà ma ormai é quasi una abitudine per lui, assumendo quasi i tratti di una dipendenza che fa fatica a levarsi di dosso anche quando si trova davanti a persone con le quali a un certo grado di familiarità.
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