45 - Ci sono io ora (Parte 1)
Vi chiedo scusa per la mia lunga assenza, spero di farmi perdonare con questo capitolo di oltre 5.000 parole.
Buona lettura.♡
Hoseok, anche se un po' spaventato dal nuovo lato di Yun, internamente dette ragione a Rose, e avanzò con passo lento e titubante verso di lei.
La ragazza continuava a muoversi ansiosamente avanti e indietro; l'agitazione e la rabbia la stavano sovrastando, formando un insieme di sensazioni negative il cui unico compito era infondere alla bionda sempre più tormento e preoccupazione.
"Yun calma-"
"Non mi dire che devo calmarmi." Ringhiò con tono basso, e furioso la minore, e Hoseok agrottò le sopracciglia, un po' infastidito per il modo in cui Yun si era appena rivolta a lui.
"Invece dovresti." Disse seccamente il rosso, e i piedi della ragazza si bloccarono.
Yun lanciò un'occhiata colpevole al fidanzato, dopodiché sospirò.
"Scusa per prima. Mi sono arrabbiata... quando mi arrabbio non riesco a fermarmi con le parole. Un tempo nemmeno con le mani." L'ultima frase la sussurrò con un filo di voce.
"Un tempo nemmeno con le mani?" Ripetè Hoseok confuso.
Yun affondò i suoi occhi color nocciola in quelli scuri e smarriti del più alto; la ragazza fece un respiro profondo, pronta a spiegare il significato di quelle parole appena pronunciate.
"Sono cambiata tanto da quando Minhee è entrata nella mia vita... prima di conoscere lei, ero totalmente un'altra persona."
Calò il silenzio tra i due ragazzi; tutti gli altri, un po' più distanti dalla coppia, si erano comodamente seduti sulle panchine, e cercavano di distrarsi e parlare tra loro per lasciare un momento di intimità e privacy ai due.
L'unico più molesto era Taehyung, che continuava a blaterare a causa dell'alcol ingerito.
"Noonaaaaaaa! La cerniera si è aperta di nuovo!"
"Taehyung, la cerniera non si apre da sola!"
"Lo so..."
I ragazzi cercarono di trattenersi dallo scoppiare a ridere, mentre dalla bocca di Rose uscì un pesante sospiro.
La maggiore andò di fronte al fidanzato, notando però che la cerniera aperta fosse quella dei jeans, e non quella del giubbotto.
"Perchè ti sei abbassato la cerniera dei jeans?" Domandò la rossa con un sopracciglio alzato.
"Il bimbo aveva caldo."
I maschietti scoppiarono a ridere per la scenetta creata dal loro amico, nel frattempo però, Y/N non riusciva a distrarsi.
Le parole pronunciate da Minho, continuavano a risuonare all'interno della sua mente.
'Chissà cosa le sarà successo...' Sì domandò dentro di sè la ragazza, convinta che un angelo come Minhee, non potesse fare del male nemmeno ad una mosca.
La mano di Jungkook posata sulla sua guancia, riuscì a distoglierla da quegli assillanti pensieri.
"Tutto okay?" Chiese dolcemente il moro, e la fidanzata, dopo avergli rivolto un piccolo sorriso, annuì.
"Sei un disastro." Si lamentò Rose, che tirò su la cerniera dei pantaloni del ragazzo, che intanto sghignazzava divertito.
"Sono il tuo disastro." Disse Taehyung facendo un cuore con le dita, e Rose alzò gli occhi al cielo, ma subito dopo sorrise, e stuzzicò il minore scompigliandogli tutti i capelli.
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"Quel tizio era proprio un bastardo, lo conoscevate bene?" Domandò Hoseok, spezzando così quell'imbarazzante silenzio.
"C'è stato qualcosa... durante il primo anno di liceo. Ma me ne sono pentita subito." Borbottò Yun, gli occhi erano rivolti verso le sue scarpe, e il ragazzo sgranò gli occhi.
"Era... il tuo ex?"
"Ex è una parola grossa... non ho mai avuto relazioni serie e durature. Ci divertivamo un po', tutto qui. Poi lui ha trovato altri interessi, e io mi sono allontanata. Era una presenza tossica."
"E Minhee?"
"Minhee si era trasferita nel nostro liceo durante il penultimo anno delle superiori... in quel periodo, già non parlavo più con Minho e la sua banda di idioti. Stavo per conto mio."
"Ero un'emarginata quando è arrivata Minhee." Sussurrò la ragazza con voce fievole.
"E anche Minhee era evitata da tutti per ciò che dicevano su di lei. Eravamo due emarginate, che si sono fatte forza a vicenda e si sono tenute compagnia fino al diploma."
"E ora siete inseparabili." Disse Hoseok, e Yun sorrise.
"Già."
"Quell'idiota... ti ha chiamata psicopatica. Posso chiederti perchè?"
Yun si guardò intorno; dopo aver visto che il resto dei ragazzi si stavano distraendo per i fatti loro, si avvicinò a Hoseok per rispondere alla domanda.
"Mi ero creata una certa fama. Ero un maschiaccio alle superiori. Un maschiaccio che non si faceva problemi a dare calci alle persone, se queste davano fastidio." Raccontò lei senza batter ciglio, e il ragazzo rimase ad ascoltare leggermente sorpreso.
"Eri una tipa rissosa quindi?"
La bionda annuì, e Hoseok non sapendo cosa dire al riguardo, mantenne il silenzio, abbassando lo sguardo.
"Adesso cambierai idea su di me?" Chiese Yun con espressione preoccupata, ma il maggiore scosse immediatamente la testa.
"Chiunque ha fatto qualcosa in passato di cui poi si è pentito. Non mi interessa com'eri prima, che cos'hai combinato, e con chi ti frequentavi; io ho conosciuto la Yun di ora. E la Yun di ora mi piace davvero tanto."
Le ultime parole uscirono fievoli dalle labbra di Hoseok; le guance del ragazzo avevano lievemente acquisito più colore, e quest'ultimo chinò il capo imbarazzato, sentendosi stupido per essere arrossito così tanto a causa delle parole che lui stesso aveva pronunciato.
Yun trovò tutto questo maledettamente tenero.
La ragazza avvicinò la mano a quella del più alto, e quando Hoseok rialzò la testa, e i loro sguardi si incrociarono, Yun gli rivolse un dolcissimo sorriso.
"Anche a me l'Hoseok di ora mi piace davvero tanto."
I due si guardarono complici; le mani del rosso si posarono sui fianchi della minore, ma Hoseok si fermò, appena vide che l'attenzione di Yun non era più riposta su di lui, bensì verso qualcosa alle sue spalle.
Hoseok si voltò, e tirò un sospiro di sollievo; Yoongi e Minhee avevano finalmente raggiunto il resto del gruppo.
"Minhee! Tesoroooo!"
Taehyung si alzò per andare incontro alla castana e abbracciarla, ma Yoongi non glielo permise.
"Rose, tienilo a bada." Disse il grigio dando una leggera spinta al biondo, che lo fece indietreggiare verso la sua fidanzata.
Dopo quel breve siparietto, calò il silenzio all'interno del gruppo; Minhee non staccò mai lo sguardo da quello della sua migliore amica, e Hoseok, capendo che era di troppo, si allontanò un poco dalla bionda.
Appena il rosso si affiancò a Jimin e a tutti gli altri, Minhee avanzò velocemente verso Yun, e le due si abbracciarono.
Scelsero di non dirsi nulla, perchè entrambe sapevano che quell'abbraccio, valeva decisamente più di mille parole.
Yun strinse calorosamente la più bassa a sè; posò lo sguardo su Yoongi, e fece un leggero cenno con la testa, che poi il grigio ricambiò, ripetendo la stessa azione.
Yoongi aveva capito che Yun lo aveva appena ringraziato, ed era lieto che finalmente la migliore amica della sua ragazza, cominciasse a vederlo di buon occhio.
Quando le due amiche si staccarono, dopo un po' di silenzio, Namjoon decise di prendere parola.
"Beh, direi che la serata è conclusa."
Tutti si alzarono, Y/N e Rose abbracciarono amorevolmente Minhee, e salutarono lei e Yun prima di allontanarsi con i rispettivi fidanzati.
Anche Jimin accarezzò dolcemente i capelli di Minhee, stessa cosa fece Jin.
Finiti i saluti, alla fine rimasero loro quattro.
"Andiamo anche noi allora?" Chiese Hoseok.
Yun annuì, e Yoongi stava per fare lo stesso, ma un qualcosa gli impedì di compiere quel gesto.
Sentì una forte stretta circondare la sua mano; lanciò una veloce occhiata alla sua ragazza, e anche se questa avevo il capo chino, Yoongi comprese ciò che Minhee stesse cercando di comunicargli.
"Yun, va bene se riporto Minhee un po' più tardi a casa?"
La bionda sgranò gli occhi; guardò la migliore amica, che stava tentando goffamente di nascondersi dietro la figura di Yoongi, dopodichè tornò a dedicare la sua attenzione al maggiore.
"Va bene."
Giorni fa avrebbe sicuramente minacciato Yoongi, gli avrebbe ordinato di comportarsi bene, e gli avrebbe ricordato che la vita era una sola.
Ma quella volta, Yun pensò che non ce ne fosse bisogno.
Yun aveva finalmente compreso che quello, fosse il ragazzo giusto per la sua migliore amica.
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"Dove stiamo andando?" Domandò incuriosita Minhee, mentre i suoi occhi perlustravano l'ambiente fuori dal finestrino.
Arricciò il nasino confusa, non capendo dove Yoongi la stesse portando, dato che le strade erano completamente immerse nel buio più fitto.
"Tra poco vedrai." Sibilò il maggiore alzando gli occhi al cielo.
Quella era la terza volta che la ragazza gli ripeteva la stessa domanda.
"E ora?"
"Ora cosa?"
"Dove siamo?"
Yoongi roteò per l'ennesima volta gli occhi al cielo.
"Minhee..."
"Okay, sto zitta." Disse subito lei, facendo così sorridere il grigio in modo divertito.
Il ragazzo parcheggiò l'auto all'inizio di un tetro e sospetto vicolo; Minhee agrottò le sopracciglia, appena notò quanto fosse poco rassicurante l'aspetto di quel luogo.
"Aspettami qui." Ordinò Yoongi, dopodichè scese dal veicolo.
"No aspe-"
La bruna vide il suo fidanzato sparire nell'ombra di quella minuscola stradina, e l'ansia piano piano cominciò ad assalirla.
Numerose erano le domande che si stavano creando all'interno della mente della più bassa.
Iniziò a chiedersi dove fosse andato Yoongi, perchè avesse fermato l'auto in un punto del genere, e perchè l'avesse lasciata da sola dentro l'abitacolo.
Ma dopo nemmeno dieci minuti, Minhee si calmò, appena intravide la figura del ragazzo fare il suo rientro; notò subito il misterioso pacchettino di carta che il grigio teneva tra le dita.
"Tieni." Disse Yoongi appena si sedette nell'auto, allungando il braccio e porgendo il sacchettino dal contenuto sconosciuto ad una curiosissima Minhee.
Quest'ultima non perse tempo; aprì immediatamente quel piccolo sacchetto, e appena comprese cosa si celasse all'interno, i suoi occhi cominciarono a brillare come se avesse appena vinto alla lotteria.
"Una ciambella glassata!" Esclamò in preda alla contentezza la ragazza.
Minhee sorrise felicemente; agli occhi di Yoongi sembrò una bambina appena entrata dentro una colorata e allegra pasticceria, e pensò che il paragone più o meno, fosse uguale.
Il sorriso e la vocina eccitata di Minhee, scaldarono amorevolmente il cuore del maggiore, che lentamente si avvicinò al viso della fanciulla.
"Come si dice?" Sussurrò maliziosamente all'orecchio della giovane, aspettandosi di ricevere un bacio.
"Grazie Yoongi." Disse Minhee, già pronta ad addentare il dolcetto, e noncurante del fatto che il ragazzo stesse flirtando con lei.
"Yah! Come mi hai chiamato?"
Minhee si bloccò; si voltò verso Yoongi, trovando il volto di lui vicinissimo al suo.
Il calore popolò le sue gote, e un timido sorriso occupò le sue rosee e morbide labbra.
"Grazie oppa." Mormorò con un filo di voce, dopodichè stampò un bacino sulla fredda guancia del fidanzato.
Dopo aver portato a termine il suo dovere, l'attenzione di Minhee ritornò completamente sulla ciambella ricoperta di glassa rosa e decorata da zuccherini colorati.
Ma invece di poggiare le labbra su quella dolce fonte di grassi e zuccheri, quest'ultime si poggiarono sulle labbra del più alto.
Come se offeso perchè la ragazza stava riponendo tutta la sua considerazione e interesse sulla ciambella invece che su di lui, Yoongi per capriccio non le permise di assaporare il dolce che le aveva donato lui stesso, afferrandole il mento, e appropriandosi con fare possessivo di quei gustosi petali rosa.
Le labbra di Yoongi si incastrarono perfettamente con quelle di Minhee, che sorpresa, rispose al bacio.
Rimise la ciambella dentro il sacchetto, e chiuse gli occhi, imbarazzata perchè Yoongi la stava fissando durante il bacio, mentre lei invece si sentiva incapace di sostenere il suo sguardo caldo e lussurioso.
Le labbra di Yoongi continuarono a muoversi avide e dominanti sulla bocca della più bassa; i denti solleticarono un poco il labbro inferiore di lei mordicchiandolo.
La lingua di lui si inoltrò nella cavità orale di Minhee; appena trovò la gemella, la sfiorò, stuzzicandola e giocando con lei.
Il cuore di Minhee minacciava di scoppiare da un momento all'altro; finora non erano stati pochi i momenti dove i due si erano scambiati effusioni piccanti e passionali, eppure per la ragazza, tutti quei baci dettati dalla voracità e dalla malizia, per lei continuavano ad essere delle esperienze nuove.
Non importava quante volte Yoongi l'avesse già baciata, per Minhee, ogni volta sarebbe sempre stata come la prima.
Le dita di Yoongi continuavano a tenere fermo il viso di Minhee, e dopo essersi soddisfatto e deliziato da quel bacio caratterizzato dalla dolcezza ma anche dalla lussuria, decise di staccarsi per far respirare la più bassa.
Le due bocche appena si staccarono formarono uno schiocco; gli occhi affamati e famelici di Yoongi, si posarono prima sulle labbra arrossate e un po' gonfie della ragazza, poi sui suoi timidi occhi da cerbiatto.
Minhee accennò un minuscolo sorriso, e il cuore di Yoongi perse un battito.
"Perchè non volevi tornare a casa subito?" Domandò il grigio, anche se dentro di sè, pensava di conoscere già la risposta.
La coppia era scesa dall'auto, e stava passeggiando dentro un parcogiochi, luogo che di giorno veniva popolato da numerosi e vivaci bambini, e dai loro genitori.
"Come hai fatto a trovare un negozio che vende ciambelle a quest'ora?" Chiese Minhee, evitando così di rispondere alla domanda posta dal maggiore.
"Quella piccola bottega è aperta ventiquattr'ore su ventiquattro."
"Mi hai fatto mangiare un dolce in piena notte..." Commentò la castana con sguardo incredulo.
"Sarà la prima e ultima volta, sai?" Ribattè il ragazzo ghignando.
"Sì, lo so."
I due camminarono silenziosamente sull'erba bagnata, resa così a causa dell'umidità che accompagnava quella gelida notte d'inverno.
Yoongi lanciò una fugace occhiata alla più piccola, e la beccò a leccarsi le dita, sporche di glassa.
"Sei come Mr. Piggle." La prese in giro lui, nominando il maialino che decorava uno dei suoi pigiami preferiti.
Minhee sbuffò, e gonfiò teneramente le guance, un particolare di lei che Yoongi aveva adorato fin dall'inizio della loro conoscenza.
"La glassa ha reso le dita appiccicose."
Yoongi sfilò dalla tasca del suo giubbotto un pacco di fazzoletti di carta, e dopo averne preso uno, lo porse alla fidanzata.
"Scricciolo... non hai risposto alla mia domanda."
Minhee afferrò il fazzoletto, e si pulì come meglio poteva le dita sporche di zucchero rosa; abbassò lo sguardo, e con tono fievole di voce, rispose.
"Lo sai."
Le due parole uscirono come un suono quasi impercettibile dalle labbra della minore, ma grazie al silenzio che circondava quel luogo, Yoongi riuscì a udirle.
"Minhee, non devi raccontarmi nulla se non vuoi. Non sei costretta."
Quest'ultima rialzò la testa, riponendo il suo sguardo serio sul viso del grigio.
"Ma io voglio."
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"Tutto cominciò quando mio padre morì. Lui era malato, e i medici fecero tutto il possibile per salvarlo. Avevo nove anni quando persi mio padre."
Yoongi sentì la voce di Minhee farsi sempre più debole e bassa; posò la sua mano su quella più piccola della ragazza, e per l'ennesima volta le chiese se fosse sicura della sua decisione di raccontargli ogni cosa.
"Sì. Voglio che tu sappia come mai Minho ha detto quelle cose stasera."
"Minhee ascolta, non me ne frega un cavolo di quel che ha detto quell'idiota. Se lo fai per-"
"Lo faccio, perchè non voglio che tu stasera torni a casa con altri nuovi dubbi e domande in testa." Ribattè la giovane.
Il ragazzo annuì insicuro; non voleva che Minhee si sentisse obbligata nel raccontare quella dolorosa fetta del suo passato, ma vide qualcosa di diverso negli occhi della minore.
Una luce, un bagliore particolare che Yoongi non aveva mai visto.
"So che non giudicherai." Sussurrò la castana, e Yoongi accarezzò dolcemente i capelli di lei, portando poi una ciocca bruna dietro l'orecchio, e sfiorando con le sue dita magre e pallide la guancia fin troppo accaldata della ragazza.
"Dopo la morte di mio padre, mia madre si mise subito alla ricerca di un lavoro; aveva sempre pensato mio padre a mantenere la famiglia, mia madre era il classico esempio di casalinga perfetta. Mia zia per i primi mesi ci aiutò con alcune spese; lei abitava qui a Seoul, e ci chiese se volevamo trasferirci qua, così avremmo potuto cominciare una nuova vita.
Mamma avrebbe trovato lavoro, io sarei andata a scuola, e avremmo convissuto con lei... ci saremmo aiutate a vicenda.
La zia era la sorella maggiore di mia madre.
Ma mia madre rifiutò; voleva che restassimo a Busan, perchè la scuola era già iniziata, e non voleva che io mi separassi dalla mia amichetta... avevo legato tanto con una bambina che veniva nella mia stessa classe.
Mia madre trovò lavoro come cassiera in un minimarket; non era granchè, ma era pur sempre qualcosa.
Poi... poi conobbe lui."
Minhee fece una pausa; chiuse per un attimo gli occhi... subito dopo li riaprì.
Deglutì, e dopo aver respirato a fondo, continuò a raccontare.
"Ero piccola, all'epoca non potevo capire che fossimo messe così male con le spese. Quel lavoro non permetteva a mia madre di pagare tutte le bollette e le spese extra. Solo quando fui più grande, compresi che quell'uomo ci stava dando un grosso aiuto economico."
La voce di Minhee si bloccò di nuovo; Yoongi notò i marcati e profondi respiri che la ragazza stava emettendo, e cercò immediatamente di calmarla.
"Minhee..."
Il grigio posò la mano sopra quella della ragazza, e Minhee scosse la testa all'istante.
"Va tutto bene." Disse lei con un filo di voce.
"Quell'uomo era il direttore del minimarket... era il capo di mia madre. Cominciarono a frequentarsi.
Ricordo che in quel periodo mia madre tornava a casa felice, e con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso; non immaginavo che si stesse vedendo con una persona.
Poi me lo presentò... mi disse che era un suo amico, e anche se non ero molto convinta di questa nuova presenza che si era catapultata nelle nostre vite così all'improvviso, non dissi nulla.
Per me importava che mia madre fosse felice, e sembrava che lo fosse davvero, al fianco di quell'uomo.
Inizialmente lui era molto gentile con me... mi viziava, mi comprava molti giocattoli e dolci, e lentamente mi convinsi che forse, potesse essere quello giusto.
Pensavo che potesse diventare il mio nuovo papà."
"Lui si trasferì nel nostro appartamento, e io e mia madre ne eravamo felicissime; non avevamo più avuto problemi economici da quando cominciò questa convivenza.
Mia madre aveva totalmente dimenticato mio padre; sembrava che lei e quell'uomo, stessero insieme da anni, quando in realtà si stavano vedendo solo da qualche mese.
Il loro rapporto crebbe a vista d'occhio... forse per alcune cose, furono un po' troppo veloci.
Era tutto, troppo veloce."
Minhee fece di nuovo una pausa; si voltò verso Yoongi, che era rimasto tutto il tempo seduto accanto a lei, a stringerle la mano.
"Lui voleva velocizzare i rapporti anche con me, non solo con mia madre."
Appena Yoongi udì quelle parole, una forte e dolorosa morsa lo colpì violentemente al petto.
Cercò di rimuovere dalla sua testa i molteplici pensieri negativi che si erano creati quando quella volta, lesse le due pagine di diario scritte da una piccola e pura Minhee undicenne.
Ma quella frase, purtroppo li fecero ritornare tutti a galla, addossando a Yoongi pessime sensazioni come ansia, tormento, e timore.
Timore che fosse successo qualcosa di troppo grave ad una creatura innocente come Minhee.
"Sei sicuro?"
Quelle due parole, sussurrate con un fievole e basso tono di voce, ridestò Yoongi da tutti quei maledetti pensieri.
"Sicuro di cosa?" Domandò il grigio con voce roca.
"Sicuro di voler sentire il resto." Rispose immediatamente lei.
"Dipende tutto da te, scricciolo."
Minhee annuì lievemente, e continuò il suo viaggio nel mondo dei ricordi.
"Cominciò ad essere... affettuoso. Troppo affettuoso. A me piacevano gli abbracci, ma lui mi coccolava, mi accarezzava e mi toccava un po' troppo spesso.
Iniziai a sospettare di questo suo atteggiamento... avevo solo undici anni, e mi trovavo a disagio; soprattutto quando le sue mani si posavano sui miei fianchi, o sul mio sede-"
Minhee smise di parlare, appena vide la figura di Yoongi alzarsi di scatto dalla panchina.
La castana sapeva che il ragazzo avrebbe potuto reagire male ascoltando certi dettagli del suo passato, per questo poco prima, gli aveva chiesto se fosse sicuro di voler conoscere il continuo di quel che le era successo.
Yoongi era consapevole che potesse essere accaduta una cosa del genere alla sua piccola, dolce metà; ma sentirselo dire, stava avendo tutto un altro effetto su di lui.
Capì che non era mentalmente preparato nell'ascoltare ciò che Minhee avrebbe narrato a breve, ma si ordinò dentro di sè di resistere.
Tornò a sedersi accanto alla minuta fanciulla; la sua mano afferrò quella minuscola di Minhee, e fece intrecciare tra loro le dita.
"Okay ci sono. Continua."
Lo sguardo del grigio era totalmente posato sulle loro dita intrecciate; Minhee si morse l'interno della guancia, e dopo essersi avvicinata lentamente e con titubanza al viso del ragazzo, stampò con estrema delicatezza un bacio sulla bianca gota di quest'ultimo.
Yoongi si voltò, incontrando quegli occhioni da cucciolo che avevano avuto la capacità di fargli perdere la testa.
"Non mi ha toccata nel modo in cui pensi tu." Sussurrò lei con un filo di voce.
Il cuore del maggiore sussultò.
"Cosa?"
"Non mi ha toccata... in quel punto. Ero troppo piccola per lui."
Yoongi internamente tirò un sospiro di sollievo, anche se non riuscì a tranquillizzarsi del tutto.
"Sul diario-"
"So quali pagine hai letto del diario. Ero piccola, quindi per me qualsiasi gesto suonava... ambiguo. Gli piaceva molto prendermi in braccio, accarezzarmi, toccarmi. Ma non mi ha mai toccata in quel modo. Però quando la sera scrivevo sul mio diario, ero comunque impaurita, spaventata, imbarazzata. Non era normale che il compagno di mia madre, toccasse così spesso la mia schiena, o i miei fianchi. Quando facevo qualcosa che non dovevo fare, mi dava delle pacche sul sedere. Lo faceva sorridendo, sembrava non vedesse l'ora di mettere le mani sul mio fondoschiena."
Yoongi chiuse gli occhi; emise un grosso sospiro, e quando li riaprì, trovò quelli di Minhee colmi di lacrime.
Il più alto sciolse le dita ancora incrociate tra loro, e posò le mani a coppa sul volto della minore; con i pollici spazzò via quelle maledette e disturbanti lacrime, sostituendole con dolci e amorevoli baci.
"Ci sono io ora." Yoongi sussurrò all'orecchio della bruna, che con gli occhi ancora lucidi, sorrise.
"Lo so." Mormorò lei.
"Posso farti una domanda?" Chiese con tono incerto il ragazzo, e la più bassa annuì.
"Hai descritto il compagno di tua madre come se fosse un mostro. Hai scritto che ti faceva del male..."
Dopo qualche secondo di silenzio, dove gli sguardi dei due fidanzati continuavano ad annegare l'uno nell'altro, Minhee rispose.
"Quando ha visto che cominciavo ad essere ostile nei suoi confronti, che non mi facevo più abbracciare e coccolare con tanta facilità, iniziò a diventare aggressivo. Ma non mi ha mai picchiata, se è questo che pensi."
Yoongi corrugò le sopracciglia confuso, e Minhee si affrettò a spiegare.
"Era violento con mia madre. Dopo soli tre mesi di convivenza, la loro relazione cominciò a precipitare; e quando vedevo che stava per alzare le mani su mia madre, io mi mettevo in mezzo. Non mi voleva picchiare, ero io che me le cercavo."
"Perchè?"
"Perchè Yoongi... lei era mia madre." Disse Minhee con voce rotta dal pianto.
"Non potevo stare ferma, in un angolo ad osservare e fare nulla."
Le morbide guance della minore vennero nuovamente solcate dalle lacrime; Yoongi porse un altro fazzoletto alla ragazza, che afferrò e usò subito per ripulire il viso.
"Perchè tua madre non lo ha lasciato? Perchè ha continuato a stare con quell'uomo?"
"Perchè mia madre pensava che senza di lui, non avessimo un futuro. Era convinta che da sole non ce l'avremmo fatta ad andare avanti."
"Avevate tua zia." Sussurrò il grigio.
"Già... ma mia madre era una stupida. Lui il giorno dopo arrivava a casa con i fiori per farsi perdonare, e lei dimenticava ciò che quel mostro aveva fatto il giorno prima." Disse la ragazza freddamente.
"Dopo la mia relazione con Doyun, riuscii a capire come mai mia madre lo perdonasse sempre... aveva paura. Aveva così tanta paura di lui, che si sentiva costretta ad assecondarlo in ogni cosa; come io mi sentivo costretta ad assecondare Doyun..."
"Minhee..."
"Sono stata una stupida a perdonare Doyun. Come mia madre è stata una stupida a perdonare quel mostro. La sola differenza, è che tra me e Doyun è durata poco... la storia tra mia madre e quello, durò per tanti anni."
"Come avete fatto a resistere per tutti quegli anni?"
"Sai... lui non era sempre cattivo. Passavano anche settimane, e sembrava una persona tranquilla e innocua. Poi però, mia madre faceva qualcosa che non gli andava a genio, e scattava subito. Quando compii quattordici anni, notai che lui cominciò a guardarmi con occhi... diversi. Ma io cercavo di stargli sempre alla larga, e se mia madre non era presente in casa, io mi chiudevo dentro camera mia, a chiave."
Uno sguardo gelido e serio prese spazio sul volto di Yoongi, quando quest'ultimo afferrò entrambe le mani della ragazza, che strinse poi nelle sue.
"Mi giuri che non ha mai abusato di te?" Chiese con una freddezza quasi spaventosa, e a Minhee si fermò per un secondo il cuore, a causa di quella domanda improvvisa.
"Yoon-"
"Parla."
"Non lo ha mai fatto."
"Davvero?" Domandò il maggiore, addolcendo un poco il suo tono di voce.
"Ci ha provato due volte, ma mi sono sempre difesa."
Gli occhi di Yoongi scansionarono con eccessiva lentezza e attenzione il viso di Minhee; aveva paura che la ragazza gli stesse nascondendo qualche verità.
"Mi devi credere." Insistette ancora la castana, volendo far capire al fidanzato, che il suo corpo fosse ancora totalmente illibato.
"La cicatrice." Sibilò a bassa voce il ragazzo, e Minhee agrottò un sopracciglio.
"Cosa?"
"La cicatrice che hai sulla fronte. Te l'ha fatta lui?"
Un'espressione di stupore si formò sul viso della minore.
"Ma come-"
"Il giorno in cui eri malata. Ho sollevato la frangia per poter tamponare la tua fronte con un panno umido, e l'ho vista." Spiegò Yoongi, svelando il modo in cui aveva scoperto il segno ormai indelebile sulla pelle della ragazza.
Minhee intrappolò il suo labbro inferiore tra i denti; abbassò lo sguardo, cercando di evitare quello indagatore e scrutatore del fidanzato.
"Min-"
"Me l'ha fatta mia madre."
Non se l'aspettava.
Yoongi non si aspettava di ricevere una risposta simile.
"Lei delle volte lo difendeva."
Yoongi non potè credere a ciò che le sue orecchie avevano appena udito.
"Stai scherzando?" Chiese il grigio, con tono quasi disgustato da tale comportamento.
"Avevo sedici anni. Quella sera eravamo tutti a tavola per cenare, e ad un certo punto, quell'uomo aveva appoggiato la sua mano sulla mia coscia. Cercai di far finta di nulla, ma quando sentii che stava andando sempre più in su, mi alzai. Feci l'errore di accusarlo, di fronte a mia madre."
"In che senso 'errore'? Se tua madre aveva deciso di stare zitta e subire i maltrattamenti di quell'uomo, erano cavoli suoi! Tu non dovevi fare la stessa cosa, e assecondare quel tizio!" Yoongi commentò con tono incredulo, misto a rabbia.
Stava cominciando a provare odio per quella donna che non meritava di essere chiamata madre.
"E invece sì." Sussurrò Minhee con capo chino.
Yoongi stava per ribattere, ma si ammutolì, appena vide che Minhee continuò a raccontare.
"Ci fu una violenta lite. Volarono piatti, mia madre sembrò impazzita. Quell'uomo l'aveva resa così. La cicatrice è stata causata dal coccio di un piatto; quando mia madre ne tirò uno, i pezzi volarono di qua e di là, uno ferì la mia fronte, altri il mio braccio.
Dopo quell'episodio decisi di farmi la frangia... e tenermela.
Erano ferite lievi, non mi fecero male... mi fece più male il gesto. È per questo, che odio mia madre. È per questo che non voglio parlare con lei, anzi... non voglio avere niente a che fare con lei. Quell'uomo ha portato nelle nostre vite solo dolore, e lei continuava a perdonarlo, andando persino contro la sua stessa figlia.
Io non ho più una madre."
L'ultima frase uscì dalle labbra di Minhee con una tale freddezza, capace di congelare tutta l'atmosfera già gelida di suo, che circondava la giovane coppia.
"Minhee... dove si trova tua madre in questo momento?"
Yoongi non riuscì più a resistere.
Sapeva che quella fosse una domanda retorica; sapeva già dove si trovasse in realtà la madre di Minhee, ma volle comunque chiedere, per poter avere la conferma di ciò che aveva sempre ipotizzato.
"In carcere." Mormorò la castana con sguardo basso.
Le dita di Yoongi si posizionarono sotto il mento di Minhee, costringendola così a rialzare il viso e avere un contatto visivo con lui.
Vide che la ragazza stava tremando, e senza sentir ragioni, il grigio la prese in braccio posandola così sulle proprie cosce.
Abbracciò Minhee da dietro, avvolgendo l'esile busto di lei tra le sue braccia, per infonderle maggior calore e protezione.
Stettero così per un lasso di tempo indeterminato; faceva molto freddo quella notte, eppure i due non avevano la benché minima intenzione di tornare a casa.
Yoongi continuò a stringere a sè la sua ragazza, e a poggiare il viso nell'incavo del collo di lei, mentre gli occhi di Minhee, spenti e inespressivi, continuarono a fissare un punto non specificato di fronte a sè.
"Non sono un'assassina." Sibilò a voce bassissima la ragazza.
I suoi occhi ritornarono ad essere lucidi, e Yoongi aumentò la stretta intorno al suo corpo.
"Scricciolo... lo so."
"Però sono stata io ad ucciderlo."
~ Angolo Autrice ~
Questo capitolo è stato un parto.
Sinceramente non so neanche come sia venuto, quindi accetto anche commenti negativi e/o critiche... perchè questo capitolo era molto importante, e non penso di avergli reso giustizia.
Come ho già scritto in cima, mi scuso per questa prolungata assenza... non mi sono mai dimenticata di Smile, ma ultimamente, tra il lavoro, cose personali, e anche questo capitolo che di certo non sarei mai riuscita a scrivere in due giorni, vi ho fatto attendere un bel po'... e mi spiace.
Vi prometto che le parti tristi della storia saranno sempre di meno, e tornerà ad essere la Smile comica e soft che era all'inizio.
Però dai, il dramma ci sta sempre tutto. ;)
Prima di ricevere domande del tipo: "Ma Minhee sul diario aveva scritto cose diverse."
Ci tengo a precisare che quelle pagine di diario le aveva scritte quando era piccola, e si sa... la percezione che abbiamo della realtà, quando siamo piccoli cambia.
Nel diario aveva scritto che l'uomo l'aveva toccata, e stando al racconto di Minhee è vero, ma non l'ha toccata nel modo in cui Yoongi (e credo anche la maggior parte di voi) ha pensato.
Spero di essermi spiegata.🙈
P.S. ovviamente la parte del racconto non finisce qui, ma il capitolo stava diventando davvero troppo lungo, e ho deciso di fermarmi in questo punto... giusto per assalirvi con la mia immancabile suspense. ^.^
Vi saluto, dicendovi che ho già cominciato a scrivere un altro extra di Best friend in love.
So di aver detto che volevo prima finire Smile, ma Best friend in love ha superato le 500K letture, e ho pensato di ringraziarvi facendovi un regalino.❤
Spero comunque di non farvi aspettare troppo per il prossimo aggiornamento, ma non dipende da me.😣
Alla prossima ~
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