44 - Lo so

ATTENZIONE : PRESENZA DI LINGUAGGIO VOLGARE



*Inizio Flashback*

"Ehi, è quella di cui parlano tutti!"

"Chi?"

"Non lo sai? Ne parlano ovunque!"

"È lei?"

Con la coda dell'occhio, Minhee vide che quelle due ragazze che stavano parlando di lei, si allontanarono immediatamente dalla sua figura, appena questa si era fatta più vicina.

Sospirò; i suoi occhi erano spenti, le sue orecchie non sopportavano più di ascoltare tutti quei giudizi negativi sulla sua persona... la sua mente era stanca.
Lei, era stanca.

La ragazza si era trasferita in quel liceo da soli tre giorni; sapeva che non avrebbe avuto vita facile, che non sarebbe riuscita a vivere come prima, ma sperava fortemente che nessuno fosse a conoscenza di ciò che le era capitato.
E invece, tutta la scuola ne era al corrente.

Sentendosi ancora osservata, cercò di non far caso alle voci maligne e le occhiate gelide degli altri alunni, e mise una moneta nel distributore per comprare una bottiglietta d'acqua.

"Statele lontano, potrebbe uccidere anche voi." Sentì dire da una voce maschile.

Minhee percepì i suoi occhi farsi lucidi, e prima di dare spettacolo e scoppiare in lacrime di fronte a tutti, strinse nella mano la bottiglia e corse via, scappando da tutta quella cattiveria che aveva attorno.

Il mattino dopo, si ripeterono le stesse scene dei giorni precedenti; tutti i suoi compagni di classe la evitavano, la trattavano come se fosse una criminale, una persona pericolosa con cui la gente non avrebbe mai dovuto avere a che fare.

"Ma tra tutte le scuole di Seoul, proprio qui doveva venire?" Mormorò una ragazza con sguardo disgustato.

"Mi chiedo come mai non abbiano arrestato anche lei." Disse un ragazzo ridacchiando.

Esso usò appositamente un tono di voce alto, per farsi sentire dall'intera classe, ma soprattutto anche da lei.
Minhee, stanca della situazione, si fece coraggio e si alzò, sbattendo violentemente una mano sul banco, attirando così l'attenzione dei presenti.

"Basta! Dovete smetterla di parlare di me, voi non sapete nulla!" Esclamò la bruna in preda alla rabbia.

Aveva perso la pazienza, odiava che le persone parlassero senza conoscere la verità.

"Non fatela arrabbiare, potrebbe sparare anche a voi." Disse un altro ragazzo ridendo.

Minhee stava per ribattere, ma la sua voce si fermò, appena il braccio di un ragazzo a lei sconosciuto, circondò le sue spalle.
La minore alzò lo sguardo; agrottò le sopracciglia, non capendo come mai quel tizio dai capelli colorati di un bianco argentato, si fosse avvicinato a lei.
Da quando era arrivata, la tenevano lontana come se fosse la peste.

"Andiamo, non credete di essere troppo cattivi nei confronti della nuova arrivata?" Domandò Minho, e i suoi amici inarcarono un sopracciglio confusi.

"Minho, ma che di-"

Quest'ultimo ammutolì immediatamente l'altro con lo sguardo; rivolse poi la sua attenzione a Minhee, dedicandole un sorriso che però non convinse per nulla la castana.

"Dai Minhee, perchè non ci racconti? Hai detto che non sappiamo nulla, allora dicci tu come sono andate le cose."

Minhee scosse subito la testa; non voleva svelare i fatti di quell'orribile notte, a persone sconosciute.

"Ti stiamo venendo incontro, dovresti collaborare!" Esclamò una ragazza dai lunghi capelli corvini.

Minhee continuò a fare scena muta, e Minho emise un pesante sospiro.
La ragazza sentì la mano del maggiore stringere sulla sua spalla, esercitando una dolorosa pressione.

"Ehi, mi stai facendo male!" Si lamentò la più bassa.

"Lascia che ti dia il benve-"

"Lasciala in pace!"

Minho, Minhee e tutti gli altri si voltarono verso la porta; una ragazza dai lunghi e lisci capelli biondi, vestita interamente di nero e con un piercing al labbro, fulminò con lo sguardo tutta la sua classe.

"Avete rotto il cazzo, lasciatela in pace." Ringhiò Yun, che a passo svelto raggiunse Minhee e Minho; afferrò il polso della minore, allontanandola dal maggiore dai capelli bianchi, e dal resto del gruppo.

"Ah, la psicopatica fa coppia con l'assassina." Commentò la corvina che aveva parlato prima.

Yun le lanciò un'occhiataccia, pronta a replicare, ma la voce di Minhee la superò.

"Non sono un'assassina!"

"Sì che lo sei. Tua madre ha ucciso quell'uomo, e tu sei la sua complice." Disse Minho, e il corpo, insieme al cuore di Minhee, tremò.

"E voi siete delle merde, come quelle che cagate ogni giorno nel vostro cesso." Ribattè Yun.

Dopodichè, la bionda, tenendo ancora per il polso la nuova alunna, uscì da quella classe infernale.
Una volta lontane dalla loro classe, Yun lasciò andare la presa, e senza voltarsi indietro, sparì dalla vista di Minhee prima che lei potesse fermarla e ringraziarla.

Il giorno dopo, le voci sul conto della ragazza erano aumentate; molti non facevano altro che dire che avesse stretto amicizia con Park Yun, e che quello era un motivo in più per starle alla larga.
Minhee si domandò internamente chi fosse in realtà la ragazza bionda che l'aveva aiutata il mattino precedente; si chiese perchè le fosse stato affibbiato il termine dispregiativo psicopatica.

Durante la ricreazione, Minhee si allontanò dai soliti sguardi velenosi, e cercò un posto tranquillo dove potersi rilassare per quei pochi minuti.
Si diresse verso il retro della scuola, e con grande sorpresa, ritrovò la ragazza bionda.

La osservò a lungo da lontano; analizzò con estrema attenzione i lineamenti delicati del viso, il labbro inferiore leggermente più gonfio rispetto al superiore, e decorato da un sottile anellino di metallo.
Il fumo aspirato dalla sigaretta, fuoriusciva da quelle rosee labbra sottoforma di piccola nube color nebbia; i lunghi capelli chiari ornavano l'intera figura della ragazza, donandole una bellezza sensuale e eterea.

Timidamente Minhee le si avvicinò; senza nemmeno sapere il motivo, la ragazza sentì le sue guance accaldarsi, e con il viso arrossìto, si sedette di fianco a Yun.
Quest'ultima alzò un attimo lo sguardo, riconoscendo subito quella piccola ragazza bassina, trasferitasi in quel liceo da quattro giorni, e protagonista di numerose malelingue.

Yun era a conoscenza di quel che affermavano di lei, ma aveva sempre osservato Minhee da lontano, ed era arrivata alla conclusione che per lei la minore, fosse solo una ragazza spaventata.

"Io... ecco... grazie per ie-"

"Non mi devi ringraziare. Quelle persone mi stavano sul cazzo anche prima del tuo arrivo."

Yun fece un ultimo tiro dal bastoncino di tabacco ormai del tutto consumato, mentre Minhee si chiese come una ragazza così bella potesse pronunciare certe parole.

"Non dovresti dire le parolacce, stonano con la tua incantevole bellezza." Disse la bruna, ma subito dopo si morse la lingua, avvampando un poco, appena realizzò effettivamente cosa avesse detto.

Yun inarcò un sopracciglio, ridacchiò, intenerita dal comportamento della più bassa.

"Non dovresti nemmeno fumare, fa male!" La rimproverò la minore, cercando di cambiare argomento.

Yun lanciò il mozzicone lontano da loro, e rivolse una fugace occhiata alla ragazza.

"Tanto bisogna morire prima o poi, no?" Ribattè la bionda facendo spallucce.

Quando la maggiore vide che Minhee non rimase particolarmente contenta della risposta ricevuta, Yun si schiarì la gola, affrettandosi a darle un altro responso.

"Mi rilassa."

"Se vuoi rilassarti, beviti una tisana."

"Non mi piacciono le tisane."

I minuti seguenti furono immersi nel totale e completo silenzio; Yun continuava a lanciare con i suoi anfibi color nero pece, i sassolini che si trovavano sotto i suoi piedi; nel frattempo Minhee, rimase immobile a fissare la misteriosa ragazza.

"Tesoro, sei lesbica?" Le domandò la bionda, sentendosi intensamente osservata.

Gli occhi di Minhee si spalancarono, le sue gote acquisirono rapidamente un color rosso scuro, e negò subito con il capo.

"No! Penso... non lo so, non sono mai stata con nessuno." Sussurrò la minore imbarazzata.

Appena udita la risposta, Yun avvicinò repentinamente il viso a quello di Minhee, ma si bloccò solo quando le sue labbra distanziarono da quelle della bruna di un solo millimetro.

"No, non sei lesbica... ho visto il terrore nei tuoi occhi quando hai pensato che volessi baciarti." Ghignò Yun, per poi allontanarsi dalla ragazza.

"Tu... lo sei?" Domandò con un filo di voce la castana, sperando di non risultare troppo invadente.

"Se mi piace e sto bene con una persona ci sto volentieri, non mi interessa se è un maschio o una femmina."

Minhee sorrise, compiaciuta dalla risposta appena udita.
Ricadde quel silenzio tombale che aveva circondato le due poco prima, finchè Minhee non decise di spezzarlo.

"Ti volevo ringrazia-"

"Ti ho già detto che non mi devi ringraziare."

"Non per ieri. Per ora." Disse Minhee, e Yun non capì a cosa si stesse riferendo.

"Perchè? Che ho fatto ora?"

"Mi sono seduta accanto a te, e tu sei rimasta comunque qui."

Quella frase fu come un colpo al cuore per Yun, che anche se si atteggiava tanto da dura, in realtà la ragazza aveva un cuore d'oro.

"Tutti mi evitano e si allontanano come se io fossi una lebbrosa. Tu non lo hai fatto. Potevi alzarti e andartene via, e invece non solo sei rimasta seduta accanto a me, ma mi stai parlando come se fossi una persona normale."

"Tu sei una persona normale."

Minhee abbassò il capo, triste per le cattive voci che giravano sul suo conto.

"Io non do ascolto alle voci di corridoio." Mormorò Yun, e la castana fu grata di aver trovato una persona che non seguiva l'intero gregge come facevano tutti.

La piccola manina della minore si tese leggermente.

"Io sono Minhee."

La bionda guardò prima la mano, poi gli occhioni a cerbiatto della castana; ricambiò la stretta.

"Io sono Yun."

Al suono della campanella, le due si alzarono, e si avviarono controvoglia verso la loro classe.

"Yun?"

"Mh?"

"Non sono un'assassina..." Sibilò con voce molto fievole Minhee.

"Lo so." Affermò Yun, facendo sorridere la più bassa.

Quando furono di fronte alla porta della loro classe, la maggiore afferrò il braccio di Minhee, facendola voltare verso di sè.

"Non sono una psicopatica."

Minhee sorrise, con il capo annuì leggermente.

"Lo so."

*Fine Flashback*


"È un'assassina. Proprio come sua madre."

Dopo che quel ragazzo pronunciò quelle fredde parole, il cuore di Yoongi si bloccò.
Da ciò che gli aveva detto Yun quando si trovavano in montagna, il grigio aveva capito che nel burrascoso e tragico passato di Minhee, una persona avesse perso la vita.
Ma quella frase lo aveva spiazzato.

"SEI UN PEZZO DI MERDA!!!" Urlò Yun in preda all'ira.

Si voltarono tutti verso la bionda, già pronta a fare a cazzotti con l'ex compagno di classe.
Tutti tranne Minhee, che con il corpo scosso da singhiozzi e singulti, il respiro mozzato in gola e gli occhi scuri pieni di lacrime, fuggì via dal locale, senza farsi notare nè da Yoongi, né dal resto del gruppo.
La migliore amica di Minhee si alzò di scatto, ma le braccia di Hoseok circondarono il suo busto all'istante.

"Yun, calmati!" Gridò Hoseok quasi spaventato.

Non aveva mai visto la ragazza sotto quella luce; Yun era davvero tanto arrabbiata, Minho si era permesso di riportare a galla quella questione nel peggiore dei modi.

"Ah ma dai, Park Yun! Anche la psicopatica è qui!" Commentò l'altro ridendo e prendendo in giro la bionda.

"Dovevo strapparti le palle tre anni fa, quando ne avevo l'occasione!" Urlò Yun sempre più irata.

"Tesoro, tu me le volevi leccare. È diverso."

Yun tirò addirittura una gomitata al viso di Hoseok per potersi liberare e pestare a sangue il tipo, ma il rosso continuò a tenerla stretta a sè.

"Yun cazzo calmati!" Le disse il fidanzato, ma la bionda era totalmente accecata dall'ira.

Minho venne raggiunto da due suoi amici, sfortunatamente anche loro si trovavano in classe con Minhee e Yun al liceo.

"Ehi, quella non è Park Yun? Si è fatta sexy." Commentò uno, beccandosi uno sguardo omicida da parte di Hoseok, ma anche da parte della diretta interessata.

"E non è sola. C'è anche la sua amichetta con lei. Ricordate Ka-"

Minho non riuscì a finir di pronunciare il cognome di Minhee, che si ritrovò con il sedere sul pavimento.

"Sciacquati la bocca con l'acido prima di nominare la mia ragazza." Ringhiò con tono minaccioso Yoongi.

L'altro in risposta rise; si fece aiutare dai suoi amici per rialzarsi in piedi, e tutti i ragazzi si allarmarono, quando videro che Yoongi era pronto a mettere di nuovo le mani addosso a Minho.

"Hyung!"

Jimin si posizionò proprio di fronte all'amico più grande; cercò di farlo ragionare, e di impedire l'inizio di una pericolosa rissa all'interno del locale.

"Hyung!"

Il rosa lo richiamò un'altra volta, ma notò che lo sguardo del maggiore era pienamente concentrato sul tipo che aveva rovinato l'intera serata.

"Hyung guardami!"

"Yoongi!"

Jimin esclamò il suo nome, riuscendo ad attirare l'attenzione del grigio.

"Dov'è Minhee?" Gli chiese il minore, e a quella domanda, Yoongi sgranò gli occhi.

"Come dove-"

Yoongi si voltò, convinto di trovare alle sue spalle la piccola e esile figura della sua ragazza.

Ma non c'era.

Ansia e tormento velocemente lo sopraffarono; voltò lo sguardo a destra e sinistra, dopodichè lo puntò verso l'uscita del locale.
Senza fiatare né dire qualcosa, Yoongi si diresse rapidamente fuori, per cercare di raggiungere Minhee il prima possibile.

Nel frattempo, Yun stava continuando a dirne di tutti i colori a Minho e agli altri due ragazzi, traumatizzando sempre di più il povero Hoseok, il quale aveva sempre ritenuto la bionda una ragazza molto dolce e carina.
Rose andò di fronte a Yun, e le poggiò dolcemente le mani sulle spalle.

"Yun calmati." Le disse la ragazza, dispiaciuta nel vedere l'amica così agitata.

Nonostante il volume della musica fosse alto, il fischio che Minho riprodusse con la bocca, arrivò distintamente alle orecchie di Rose e degli altri.

"Beh, almeno vedo che la psicopatica ha ampliato il giro di amicizie... amicizie fighe, direi." Disse uno degli amici di Minho sogghignando, e facendo scorrere il suo sguardo malizioso sull'intero corpo di Rose, soprattutto sulle sue forme.

La situazione degenerò quando Taehyung si alzò in piedi.

E Kim Taehyung quella sera, era fortemente ubriaco.

"Che cazzo hai detto??" Ringhiò furente il biondo, ma Jungkook cercò di fermarlo subito.

"Tae, non ne vale la pena." Disse l'amico dai capelli corvini.

"Dai, la serata ormai è rovinata, andiamocene." Suggerì Namjoon, e tutti in accordo annuirono, e si alzarono in piedi.

"Ehi, bocconcino dai capelli rossi, non mi saluti?"

Minho provocò Rose; quest'ultima stava per rispondere al ragazzo per le rime, ma Taehyung la precedette.

"Senti coglione, lascia in pace la mia donna, e tornatene nello scantinato di casa tua a sfondarti di seghe!"

"TAEHYUNG!"

Rose cercò di rimproverare il suo fidanzato, che nel mentre dette il cinque a Jungkook.

"Questa mi è piaciuta." Si complimentò il moro sorridendo.

"Ragazzi basta, non peggiorate la situazione." Consigliò Y/N.

"Concordo." Aggiunse Jin.

Minho, che si sentiva offeso dalle parole di Taehyung, però non fermò la sua lingua lunga, deciso più che mai ad avere l'ultima parola.

I ragazzi stavano uscendo dal locale; gli occhi degli altri clienti erano tutti posati sulle loro figure, curiosi e colmi di interesse per lo scontro a cui avevano appena assistito.
Jungkook stava per varcare la soglia, quando i suoi movimenti si bloccarono.

"Ma sì, andatevene via. E portatevi con voi le vostre puttane."

"JUNGKOOK!"

Y/N tentò di fermare il suo fidanzato, ma invano; quest'ultimo tornò indietro, e sferrò un violento pugno al ragazzo dai capelli bianchi.
Minho cadde rovinosamente per terra; a quel punto gli altri due attaccarono Jungkook per difendere l'amico, e rientrò in gioco Taehyung.

La rissa che Jimin voleva evitare fin dall'inizio, adesso si stava consumando con protagonisti proprio i due più piccoli del gruppo.

"Io lo sapevo che andava a finire così." Sospirò Jin, che insieme a Namjoon e Jimin, cercarono di far smettere quella patetica rissa.

"Testa di cazzo." Sibilò a denti stretti Jungkook.

Esso stava per tirare un altro pugno a Minho, ma Y/N riuscì a fermarlo.

"Sei impazzito???" Domandò incredula la ragazza, che afferrò per il braccio il moro, e tentò di trascinarlo fuori senza dare ascolto alle sue lamentele.

Stessa cosa fece Rose con Taehyung; per lei fu più facile però, dato che il più alto non era per nulla lucido, e a fatica riusciva a camminare.

"Non si risolve nulla con la violenza Kookie!"

"Amore, ti ha chiamata puttana. Anzi, ha chiamato puttane tutte voi!"

"Lo ha fatto apposta per provocarvi, e c'è riuscito." Rispose Rose.

"È riuscito ad avere ciò che si merita." Ribattè Jungkook, e tutti si sbatterono una mano sulla fronte.

"Oddio, ho convinto Yoongi Hyung a non dare inizio ad una rissa, e poi arrivate voi due!" Esclamò Jimin altamente scocciato.

"EHI!"

Si voltarono tutti verso Taehyung, che con la sua voce roca e profonda, aveva quasi svegliato l'intero quartiere.

"Hanno spogliato la mia Rose con gli occhi..."

Il biondo fece una breve pausa, suscitando confusione nelle espressioni dei suoi amici.

"E...?" Domandò Namjoon, dato che Taehyung aveva fermato la frase a metà.

"E devo tornare indietro per cavargli gli occhi!" Urlò il ragazzo, e ardentemente convinto, si voltò per tornare al locale.

Fortunatamente non andò molto lontano, Rose lo riacciuffò subito.

Una volta che Taehyung finalmente si calmò, si girarono tutti verso un'agitata e ansiosa Yun, che leggermente distante dal gruppo, continuava a camminare avanti a indietro.

"Dovresti andare da lei e provare a calmarla." Sussurrò Jimin all'amico più grande, ma Hoseok rimase immobile, fermo sul posto.

"Hobi?" Lo richiamò Namjoon, e il ragazzo appena nominato sospirò pesantemente.

"Non l'ho mai vista così..." Disse il rosso con un filo di voce.

Rose lasciò Taehyung seduto sulla panchina lì accanto, e alterata andò di fronte a Hoseok.

"Fai l'uomo e vai a parlarle, invece di stare qui a non fare niente." Disse freddamente la ragazza, che ritornò subito dal suo Taehyung, dato che stava riscontrando delle difficoltà nel chiudere la cerniera del giubbotto.

Hoseok avanzò con titubanza verso la neo fidanzata, che preoccupata per la sua migliore amica, ma soprattutto ancora arrabbiata per quel che era successo dentro il locale, continuava a immaginare dentro di sè come sarebbe stato bello picchiare a sangue Minho e gli altri due.

"Sono preoccupata per Minhee..." Sussurrò Y/N con sguardo abbassato, e Jungkook afferrò la sua mano, facendo intrecciare tra loro le dita.

"Stai tranquilla, con Yoongi è al sicuro, e lui è l'unico che può riuscire a calmarla."

|
|

Quando Minho pronunciò quelle parole, una forte sensazione di nausea, mista a dolore si impossessò dell'animo di Minhee.

Appena vide che tutti i suoi amici, ma soprattutto il suo ragazzo, si erano voltati verso Yun poichè distratti dalle sue urla, la minore accelerò il passo, e scappò via dal locale.

Si vergognava, si malediva per il passato che aveva avuto e con cui avrebbe dovuto convivere per sempre.
Odiava il fatto che Yoongi avesse ascoltato ciò che era uscito dalla boccaccia del suo ex compagno di classe; avrebbe tanto voluto aspettare il momento giusto, e raccontare lei stessa a Yoongi i fatti accaduti più di due anni prima.

Ricordava benissimo che Minho era colui che al liceo, capitanava un po' tutta la classe; trovava davvero stupido che tutte quelle persone non avessero una mentalità propria, e facessero sempre ciò che Minho ordinava.
Il ragazzo dai capelli bianchi aveva messo in giro un sacco di voci false sul conto di Minhee e sul conto di Yun; con la sola differenza che la bionda, mentalmente era più forte della minore.

Yun non si era mai fatta mettere i piedi in testa da nessuno; addirittura si era ritrovata al centro di numerose risse, quando era una semplice liceale.
Per questo molte ragazze della loro scuola avevano paura della bionda; la chiamavano psicopatica, per il suo poco controllo della rabbia, e per la facilità con cui metteva le mani addosso alle persone.

Ma Minhee purtroppo, non era forte come la sua amica; aveva dovuto sopportare un anno e mezzo di angherie, cattiverie e malignità gratuite.

Voleva scappare, fuggire da tutto e da tutti... anche da Yoongi.

Nella mente di Minhee si presentò il volto del ragazzo di cui era innamorata, e si domandò come sarebbe riuscita d'ora in poi a guardarlo in faccia.

|
|

Quando Yoongi si accorse finalmente dell'assenza della castana, schizzò velocemente fuori dal quel locale.
Si fermò un attimo di fronte all'uscita, e con lo sguardo perlustrò attentamente l'area circostante.
Il buio non lo aiutava per nulla, e purtroppo, anche se era molto tardi, c'era un gran viavai di persone, tutti clienti del posto dove aveva appena trascorso la serata.

'Non può essere andata molto lontano.' Si disse dentro di sè il grigio, che trovò ovvio il suo pensiero, dato che Minhee era a piedi.

Yoongi cominciò a camminare a passo accelerato per l'intero quartiere; si allontanò dalla folla concentrata all'esterno del locale, e iniziò a ispezionare accuratamente i silenziosi e tetri viottoli che si diramavano dalla strada principale.
Nel frattempo, continuava ad esclamare il nome di Minhee, speranzoso di veder spuntare il suo familiare caschetto bruno da un momento all'altro.

Il grigio prese il cellulare e la chiamò; un barlume di speranza lo attraversò, appena udì in lontananza il volume flebile della suoneria del suo scricciolo.
Corse verso quel suono, che intanto stava divenendo sempre più percettibile, però ad un certo punto la suoneria si bloccò; Minhee aveva fermato la chiamata.

Ma Yoongi sogghignò.

Aveva capito dove si era infilata.

"Un posticino davvero comodo, per uno scricciolo come te." Disse Yoongi inarcando un sopracciglio.

Avanzò verso l'albero, e voltò lo sguardo in alto.

"Anche se è buio, riesco a vederti." Disse ancora, ma Minhee non rispose.

"Minhee, scendi da lì."

La più bassa continuò ad abbracciare il tronco e a reggersi in equilibrio, facendo addolcire Yoongi, poichè la sua ragazza in quella posizione gli ricordava tanto un tenero koala.

"Non vieni? Vengo io."

"No!" Esclamò Minhee.

"Perchè no?"

"Lasciami da sola..." Sussurrò la ragazza con voce molto bassa e tremolante.

Lo sguardo di Yoongi si accigliò.

"No cazzo! Non ti lascio da sola!" Urlò infuriato il grigio.

"Vedi di capirlo, ora stai con me. Non sarai più sola!" Esclamò ancora.

La ragazza riprese di nuovo a piangere, e per Yoongi sentire quei singhiozzi, fu come ricevere una freccia dritta al cuore.

"Minhee ti prego... scendi da lì. Vieni qui, da me." Mormorò dolcemente il maggiore, tendendo le braccia verso il punto in cui era aggrappata Minhee.

Yoongi intravide negli occhi della castana la totale confusione; Minhee era completamente smarrita, voleva scendere, ma allo stesso tempo voleva rifugiarsi su quell'albero per sempre, e evitare di affrontare la questione.

Aveva così tanta paura del giudizio di Yoongi... era stata molto giudicata in quei due anni, ma da persone a lei estranee, non importanti per lei e per la sua vita.
Yoongi era diventato una presenza fondamentale per la sua persona, e Minhee temeva violentemente il suo pensiero.

"Non voglio che mi guardi." Disse la ragazza in lacrime.

"Cosa?"

"Tu... potresti guardarmi con occhi diversi."

"Non è vero Minhee. Ascoltami, non me ne frega niente del passato. Ciò che conta è il presente. E il mio presente ruota intorno a te. Quindi ti prego, scendi. Fallo per me."

Il cuore di Minhee ebbe una scossa; molteplici brividi percorsero la schiena di quest'ultima.
La ragazza, influenzata e attaccata dalle parole del maggiore, decise di scendere dall'albero, dando modo così a Yoongi di riprendere a respirare come si deve.

Appena i piedi di Minhee toccarono terra, le braccia di Yoongi la avvolsero in uno stretto e caldo abbraccio; il grigio poggiò il mento sulla testolina della castana, e chiuse gli occhi, godendosi il calore emanato dal corpo della minore.

"Scusa..." Singhiozzò Minhee, e Yoongi mise fine all'abbraccio, per poter vedere meglio il grazioso faccino del suo scricciolo.

"Scusa di cosa?" Domandò lui.

Con i pollici tentò di asciugare le guance fradicie della più bassa.

"Non volevo farti preoccupare." Ribattè Minhee, dopodichè tirò su con il naso, gesto che fece sorridere Yoongi.

"In effetti... mi sono preoccupato un po' quando ti ho vista sull'albero. Saresti potuta cadere."

"Da piccola mi arrampicavo sempre sugli alberi. Mi divertivo."

"Ah sì? Allora dovrò chiamarti scimmietta, non scricciolo." Scherzò Yoongi, che scompigliò giocosamente i lisci capelli della fidanzata.

"Scricciolo va bene." Sussurrò la ragazza con le gote in fiamme.

Yoongi sorrise; si chinò, e dopo aver sfregato teneramente il suo nasino contro quello di Minhee, poggiò le sue labbra sopra quelle di lei.

"Non devi scappare più da me. Okay?" Sussurrò il grigio sulle rosee labbra della ragazza, che debolmente annuì.

Yoongi afferrò la mano di Minhee ma lei lo richiamò, arrestando immediatamente il suo cammino.

"Yoongi?"

Il grigio lanciò un'occhiata alla ragazza, e aspettò che lei continuasse a parlare.

"Tu non... non hai domande da farmi?" Chiese lei timidamente.

Gli angoli delle labbra di Yoongi si incurvarono all'insù.

"No scricciolo. Andiamo?"

"Yo-Yoongi?"

Il ragazzo si voltò di nuovo, sobbalzò quando vide per la seconda volta quel giorno, gli occhi di Minhee riempirsi di lacrime.

"Minhee ti prego, non piange-"

"Non sono un'assassina!" Esclamò la bruna con il viso che ben presto, venne rigato dalle lacrime.

Quello stesso viso venne afferrato dalle mani affusolate di Yoongi, e lo alzò, cosicché i loro sguardi si incrociassero.
Il grigio donò alla ragazza un dolcissimo sorriso, dopodichè stampò sulle delicate e morbide labbra di lei un altro bacio.

"Lo so."

Le due parole che Yoongi sussurrò in seguito al bacio, fecero capire a Minhee che di lui, si poteva fidare ciecamente.

Che lui non l'avrebbe mai giudicata.

Minhee era pronta, gli avrebbe raccontato ogni cosa.











~ Angolo Autrice ~

Ho aggiornato, non ci credo nemmeno io.
Ci credete che ho finito di scrivere questo capitolo tipo oggi, due minuti prima del pranzo?

Spero che vi sia piaciuto, anche se io non ne sono tantissimo soddisfatta, devo essere sincera.

Come al solito mi sono dilungata, e il passato di Minhee è rimandato al prossimo capitolo.

Lo so, vi sto facendo soffrire, perdonatemi.♡

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top