𝖘𝖎𝖒𝖔𝖓 𝖘. 𝖘𝖙𝖔𝖐𝖊𝖘

𝐶𝐻𝐴𝑅𝐴𝐶𝑇𝐸𝑅 𝐿𝑂𝐴𝐷𝐼𝑁𝐺...



‖ 𝖉𝖆𝖗𝖐 𝖙𝖍𝖊𝖒𝖊 𝖎𝖘 𝖗𝖊𝖈𝖔𝖒𝖒𝖊𝖓𝖉𝖊𝖉 𝖋𝖔𝖗 𝖆 𝖇𝖊𝖙𝖙𝖊𝖗 𝖊𝖝𝖕𝖊𝖗𝖎𝖊𝖓𝖈𝖊 ‖





𝖘𝖎𝖒𝖔𝖓 𝖘 𝖘𝖙𝖔𝖐𝖊𝖘

by S-SLEIPNIRR

30.07.2023

✠ 𝖒𝖔𝖗𝖘 𝖙𝖚𝖆 𝖊𝖘𝖙 𝖗𝖊𝖓𝖆𝖘𝖈𝖊𝖓𝖙𝖎𝖆 𝖆𝖓𝖎𝖒𝖆𝖊

motto della casata Stokes

𝖘𝖕𝖎𝖗𝖎𝖙 𝖎𝖓 𝖙𝖍𝖊 𝖘𝖐𝖞

norman greenbaum

0:35 ━❍──────── -4:00
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when I die and they lay me to rest
gonna go to the place that's the best
when I lay me down to die
goin' up to the spirit in the sky

𝖓𝖔𝖒𝖊

→ simon

Il nome Simon deriva dall'ebraico שִׁמְעוֹן (Shim'on), da שָׁמַע (shamá', "ascoltare").

Portato da diversi personaggi della Bibbia come San Simone Zelota e gli apostoli Simone il Cananeo e Simon Pietro, il suo significato può essere "che ascolta" o "Egli ha ascoltato". In greco, il nome viene adattato come Σῠμεών (Symeon), da cui il latino Symeon e l'italiano Simeone. Nel Nuovo Testamento, però, al suo posto viene adoperato un soprannome nativo greco, Σίμων (Simon), derivato dal termine σῖμος (simos, "dal naso camuso").

Alcuni personaggi famosi di nome Simon sono: Simon Le Bon, il cantante dei Duran Duran, l'attore australiano Simon Baker e il creatore dei franchise di X-Factor e Got Talent, Simon Cowell.

Gli Stokes, pienamente consapevoli della tipica freddezza che caratterizza la famiglia, diedero a Simon lo stesso nome del suo bisnonno, Simon Jedediah, patriarca fondatore della RSHC Holding Group, la più grande banca di Londra. Il suo nome era già stato deciso a priori, sin da quando Katrina aveva scoperto di essere incinta; sarebbe stato Simon se fosse nato un maschio, e Simonette se fosse nata una femmina. Barnaby aveva voluto intenerire suo padre chiamando così il suo primogenito, ma l'ennesimo tentativo di Barnabas di far breccia nel cuore di pietra del padre non venne premiato; non appena Abraham seppe che il suo primogenito aveva chiamato Simon con il nome del suo defunto padre, si chiuse in un silenzio tombale e diede l'incarico che Barnaby aveva sognato per molto tempo, ovvero quello di direttore della filiale di Oxford, a un tirocinante che aveva appena cominciato a lavorare per la grande banca. Inutile dire che Barnaby si arrabbiò immensamente, ma non smise mai di provare a compiacere il padre in ogni maniera possibile.

𝖛𝖎𝖛𝖆𝖑𝖉𝖎 𝖛𝖆𝖗𝖎𝖆𝖙𝖎𝖔𝖓

antonio vivaldi

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𝖘𝖊𝖈𝖔𝖓𝖉𝖔 𝖓𝖔𝖒𝖊

→ seward

Nome decisamente poco comune, Seward ha origine dall'antico inglese Sǣweard da 'mare' e weard 'guardia', e significa appunto "guardiano del mare" o "guardiano della vittoria". In realtà, l'opzione del secondo nome non era contemplata per Simon, ma venne proposta dalla madre di Katrina, Rita Goodman, l'unica che si fosse scomodata di accompagnare la figlia in ospedale. Sulle prime Barnaby non era molto contento dell'idea che suo figlio non avesse come secondo nome Jedediah, ma viste le insistenze della moglie e della suocera, decise di accontentare entrambe per il quieto vivere e far scrivere "Simon Seward" dall'impiegato nel registro dell'anagrafe.

𝖙𝖔𝖓𝖌𝖚𝖊𝖘 𝖆𝖓𝖉 𝖙𝖊𝖊𝖙𝖍

the crane wives

2:32 ━❍──────── -3:58
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I will only break your pretty things
I will only wring you dry of everything
and if you're fine with that
you can be mine like that

𝖈𝖔𝖌𝖓𝖔𝖒𝖊

→ stokes

Il cognome Stokes è uno dei tanti cognomi importati dai Normanni quando conquistarono l'Inghilterra attorno al 1066. Le radici della famiglia Stokes affondano nel Pembrokeshire, la regione del Galles che affaccia a Sud-Ovest con sbocco sul Mare d'Irlanda, nonostante le origini del cognome dimostrino il contrario; infatti il cognome Stokes fa riferimento a Stock, vicino a Caen, in Normandia, il luogo di residenza della famiglia prima della conquista normanna dell'Inghilterra.

Il capostipite della famiglia Stokes, Bartholomew Barnaby, risaliva da generazioni e generazioni di conquistatori normanni, ed era proprietario di uno delle signorie delle Marche più estese del Galles occidentale. Dopo essersi sposato con la nobildonna Faye Smythe, prese possesso del castello sulla costa Nord-Occidentale del Pembrokeshire, Wrathford, a strapiombo sulla scogliera. Sanguinario e temuto da chiunque vivesse nel feudo, nel giro di un paio d'anni Bartholomew divenne il maggior possidente del Pembrokeshire e mise le mani su tutti i terreni che riusciva a gestire. Morì durante una battaglia per i feudi trafitto da una lancia, e venne successivamente decapitato dal suo più acerrimo rivale, Randolph Morrissen. Leggenda vuole che, dopo averlo ucciso, Morrissen gettò la testa di Bartholomew dal torrione più alto del castello di Wrathford e che questa venne ingoiata da un mostro marino.

I discendenti di Bartholomew si ripresero Wrathford dopo una sanguinosa lotta contro il feudo dei Morrissen, e il castello divenne la residenza permanente degli Stokes fino al 1543, quando la famiglia Stokes, ormai arricchitasi a dismisura e conscia di un considerevole potere acquisito con la forza, si trasferì appena fuori Londra nella sua nuova residenza, Upper Hills. Il castello di Wrathford venne abbandonato e dimenticato, ma sopravvisse comunque ai bombardamenti nazisti del 1940 senza necessità di manutenzioni. Wrathford non riuscì a mantenere la propria struttura originale, ma cambiò forma nel corso dei secoli, adattandosi ai cambiamenti nello stile di vita e nell'ideologia delle persone. Nonostante tutto, però, lo stemma degli Stokes raffigurante il leone e il ramo di biancospino sullo stipite della porta principale è originale del XII secolo.

𝖙𝖍𝖊 𝖓𝖚𝖒𝖇𝖊𝖗 𝖔𝖋 𝖙𝖍𝖊 𝖇𝖊𝖆𝖘𝖙

iron maiden

3:19 ━❍──────── -4:51
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Let him who hath understanding reckon the number of the beast
For it is a human number
It's number is six hundred and sixty-six

𝖘𝖔𝖕𝖗𝖆𝖓𝖓𝖔𝖒𝖊

→ "satan"

Questo soprannome si deve ai suoi amici Brian e Tony, che trovarono curiosa l'assonanza tra le prime lettere del suo nome completo e del cognome (Simon Seward Stokes) e il numero satanico 666, ovvero il Numero Della Bestia (pronunciato in inglese come six six six). Il Numero della Bestia, indicato anche come 666, è un simbolo che nel cristianesimo indica un personaggio satanico. Nella cultura satanica chi nasce in uno di questi giorni (17, 8, 6, ecc.) con il mese multiplo del numero dell'anno di nascita viene considerato ammirevole. Pochi decenni dopo la scrittura dell'Apocalisse (il libro della Bibbia all'interno del quale si trova il riferimento al Numero della Bestia), il vescovo teologo e padre della Chiesa S. Ireneo di Lione battezzò il 666 come " Il Numero della Bestia", ovvero il numero dell'anti-Cristo, simbolo del male e del disordine. Nella Bibbia il numero sette è sempre indicato come il numero della perfezione e della natura divina; il numero sei è quindi il numero dell'imperfezione e della natura umana, incline al peccato, alle passioni disordinate e alla disobbedienza alle leggi di Dio. Da allora, l'interpretazione del 666 fu attribuita al simbolo del male in generale.

Non appena Simon venne a conoscenza del suo soprannome rise sguaiatamente: chi meglio di lui avrebbe potuto incarnare l'imperfezione della natura umana?
Nonostante gli sembri forse un po' troppo eccessivo, trova divertente l'idea di un soprannome di una trasgressività tale; ad ogni modo, solo i suoi amici più stretti sono autorizzati a chiamarlo con questo soprannome: sarebbe troppo strano se lo facesse qualcuno che lo conosce da poco.

𝖔𝖉𝖊 𝖙𝖔 𝖇𝖗𝖎𝖙𝖆𝖓𝖓𝖎𝖆

seb lowe

3:31 ━❍──────── -3:44
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I take my land, I made my land, and I'm sure
there's nothing great about Britain anymore

𝖓𝖆𝖟𝖎𝖔𝖓𝖆𝖑𝖎𝖙𝖆̀

Inglese

Simon discende da una delle più influenti famiglie del Regno Unito, e il più delle volte il titolo gli sta stretto. Abituato a un'infanzia di lussi, è scappato dalla Gran Bretagna per rifarsi una nuova vita, nella quale può essere chi vuole senza pregiudizi. Ed è proprio questo che vuole fare a Chester's Mill; ricominciare da zero in una cittadina sperduta dove non conosce nessuno e nessuno conosce lui.

𝖈𝖑𝖆𝖎𝖗 𝖉𝖊 𝖑𝖚𝖓𝖊, 𝕷. 𝟑𝟐

claude debussy

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𝖊𝖙𝖆̀ + 𝖘𝖊𝖌𝖓𝖔 𝖟𝖔𝖉𝖎𝖆𝖈𝖆𝖑𝖊

Simon ha 24 anni ed è nato martedì 8 giugno 1999 sotto il segno dei Gemelli.

Il segno dei Gemelli, indicato spesso anche con il suo simbolo astrologico ♊︎, è il terzo segno dello Zodiaco dopo Ariete e Toro. Segno maschile governato da Mercurio, il suo elemento è l'Aria e il suo colore è il giallo. Le pietre portafortuna sono l'agata e il topazio, e il giorno fortunato è mercoledì. Il suo simbolo astrologico rimanda graficamente al numero romano due e alla dualità stessa dei Gemelli.

Il segno dei Gemelli è fortemente intellettuale, la cui mente può vagare per campi diversissimi, anche essendo il primo segno di qualità mutevole dello Zodiaco. I Gemelli sono tremendamente curiosi e attenti ai particolari, ma queste qualità facilmente si contrappongono alla superficialità: i Gemelli guardano e ascoltano tutto, ma la maggior parte del tempo non hanno né tempo né voglia di immagazzinare tutte le informazioni. Hanno un forte senso dell'umorismo e presentano ottime doti comunicative. A volte i Gemelli vengono accusati di essere disonesti, ma la loro iniquità dipende solamente da eventuali distrazioni.

𝖜𝖎𝖑𝖉 𝖈𝖍𝖎𝖑𝖉

black keys

1:03 ━❍──────── -4:30
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You are a sweet dream
With a tender heart and beautiful smile
But things aren't what they seem
So I'll let you go and dream for a while

𝖕𝖗𝖊𝖘𝖙𝖆𝖛𝖔𝖑𝖙𝖔

Robert Sheehan

Obiettivamente, Simon è un bel ragazzo; ha le labbra carnose e gli occhi verdi di sua madre e il naso e gli zigomi affilati di suo padre. "Puoi stregare chi vuoi, con quegli occhi", gli ha detto una volta David. E probabilmente è vero.

I riccioli castani sembrano avere vita propria, talmente ribelli da non stare a posto neanche dopo averci applicato sopra due chili di lacca, tanto che a volte Simon rinuncia a pettinarli e li lascia così come sono, scelta della quale puntualmente si pente, perché il giorno dopo sono tutti ingarbugliati. Ha delle sopracciglia folte e brune, sempre ben curate perché le sopracciglia cespugliose gli fanno ribrezzo, e il naso è ben proporzionato e dritto, nonostante tutte le risse alle quali ha partecipato. Le labbra sono piene e carnose e gli zigomi pronunciati da attore di Hollywood. La cosa che colpisce di più di Simon, in realtà forse sono gli occhi: di un verde intenso, come un bosco dopo la pioggia, colore accentuato anche dall'occasionale ombretto o eyeliner che Simon adora. A volte spende vere e proprie ore davanti allo specchio nel cercare di ottenere una sfumatura di ombretto che lo soddisfa, oppure ore in negozio per trovare l'eyeliner colorato che piace a lui.

E' alto un metro e ottanta e a detta sua ha sempre avuto un fisico "da bastoncino di mozzarella": troppo magro e longilineo, simile a un ramo di un albero in crescita. Non che faccia qualcosa per migliorarlo, ad ogni modo: odia l'attività fisica e non metterebbe piede in palestra neanche a morire, anche se, sotto sotto, invidia i palestrati con la tartaruga addominale. Solo che è troppo pigro per fare qualcosa (lui si offenderebbe e si definirebbe un'anima artistica, a dire il vero).

Il piercing che ha sull'ombelico risale a quando aveva vent'anni, e, ubriaco, era andato dal tatuatore e gli aveva detto: "Un piercing dove vuoi tu, a fantasia", accettando il rischio di trovarsi con un buco in più dove non batte il sole. Oltre a quello sull'ombelico, ha diversi piercing all'interno delle orecchie e uno appena sopra il sopracciglio sinistro, che è anche quello di cui va più fiero.

𝖒𝖆𝖐𝖊 𝖎𝖙 𝖗𝖆𝖎𝖓

ed sheeran

0:48 ━❍──────── -5:32
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When the sins of my father
Weigh down in my soul
And the pain of my mother
Will not let me go

𝖈𝖆𝖗𝖆𝖙𝖙𝖊𝖗𝖊

Il carattere di Simon è decisamente cambiato da quando era bambino. Ingenuo e tremendamente ottimista, il piccolo Simon viveva nel suo mondo fatato, convinto che nessuno potesse scalfire la realtà. Quando qualcosa non gli andava bene, semplicemente si rassegnava al fatto e si concentrava invece quello che aveva e per cui era grato, come i libri e il suo amico immaginario, oppure quello che poteva migliorare, come il suo rapporto con i genitori e la sua pronuncia in francese.
Per quanto avesse voluto vivere in quel mondo per sempre, fu bruscamente riportato alla realtà quando qualcuno che credeva un amico lo tradì, sbandierando il suo segreto più grande ai quattro venti.
In seguito fu seguito da uno strizzacervelli, e lì Simon imparò a chiudersi a riccio, in modo da lasciare gli aculei all'esterno e la morbida carne all'interno. Per quanto Simon cerchi di combattere il mondo esterno a suon di sarcasmo e battutine strafottenti, però, sotto sotto si rende conto che è perché non ha intenzione scendere a patti con la sua fragilità: non vuole mostrarsi debole davanti agli altri, lo considera patetico e inutile. E' un ragazzo estremamente introverso e non decide mai di aprirsi alle persone che ha frequentato poco o per niente. Quando ha un' intuizione su una persona, però, farà di tutto per approfondire la sua conoscenza - e raramente sbaglia opinione.
Ora Simon è cresciuto e ci sono aspetti del suo carattere che si sono inaspriti, come la totale confidenza che aveva verso gli estranei, oppure il livello della fiducia che adesso si abbassa non appena scopre che qualcuno delude le sue aspettative. Nonostante tutto, però, non ha abbandonato tutti i sogni d'infanzia, e spera ancora che verrà un momento in cui si sentirà libero di confidare il peso che porta a qualcuno di fidato senza essere additato come pazzo o protagonista.

Quando è sotto pressione cerca in ogni modo di non darlo a vedere, ma le mani gli cominciano a sudare e il suo cervello va completamente in palla, dimenticandosi di tutto ciò che gli sta attorno e annaspando disperatamente in cerca una via di fuga.

Normalmente, quando è in una situazione imbarazzante si sforza per non diventare color rosso aragosta e cerca in ogni modo di sdrammatizzare la situazione, tirando fuori imbarazzanti battutine sarcastiche che immediatamente rimpiange.
Non è una persona con cui iniziereste una conversazione: di solito è Simon a cercare voi, e non il contrario. Se è di buon umore, quando tentate di approcciarlo vi manda a fanculo, mentre quando è di cattivo umore... beh, vi lascio immaginare.

La sua amica Dixie lo chiama "il flirt molesto", perché quando è ubriaco (cioè spesso) comincia a flirtare con chiunque sia nei paraggi; per fortuna la maggior parte delle volte viene salvato dai suoi amici e portato a casa prima che sia troppo tardi.

Simon è un tipo impulsivo; spesso non pensa alle cose prima di dirle, né tantomeno si fa problemi su cosa potrebbero pensare o dire gli altri a proposito di lui. Non gli interessa minimamente se qualcuno lo insulta o parla male di lui, anche perché ha sviluppato un'ottima tecnica al riguardo: sulle prime accoglie l'insulto, magari rispondendo anche con qualche battutina sarcastica, per poi smerdare chi l'ha insultato in pubblico, o davanti a una persona alla quale tiene particolarmente. E' proprio così che ha causato la rottura di uno dei suoi ex migliori amici delle superiori con la fidanzata.

Quando è arrabbiato Simon tende a imbottigliare la rabbia per poi esplodere in stile bomba atomica, distruggendo tutto ciò che gli capita a tiro, dai piatti della credenza a amicizie e relazioni. Ha sempre voluto imparare a dominare meglio questo aspetto del suo carattere, ma dopo un po' ha lasciato perdere perché riteneva che non ne valesse la pena.

Tuttavia, bisogna dire che Simon è un ragazzo onesto; per quanto i suoi trascorsi legali siano dubbi, riesce sempre a mantenere la parola data, e state pur certi che la manterrà, costi quel che costi. Il più delle volte Simon si dimostra altruista, ma solamente con le persone alle quali è più legato: è infatti disposto a rinunciare a qualsiasi cosa possieda per rendere felice qualcuno che gli sta accanto.
E' raro che Simon faccia amicizia con uno sconosciuto, ma state pur certi che quando impara ad amare una persona non c'è nessuno meglio di lui quando vi trovate in difficoltà o in pericolo: Simon verrà a salvarvi sempre e comunque. Potrebbe richiedervi in cambio dei favori, oppure dei feedback su alcune sue teorie, ma andando sempre più in là con gli anni ormai ha imparato a lasciar perdere alcune cose. Non è l'amico che fa supporto psicologico, bensì quello che normalmente lo richiede, ma sa quando è il momento di farsi da parte e ascoltare; in sua compagnia potreste vivere dei momenti di condivisione sincera, dove ci si aspetta che entrambe le controparti vengano messe a nudo, in completa trasparenza.

Inoltre, nonostante Simon cerchi di mantenere la sua armatura di spine, è un ragazzo buono dentro, di quel tipo di persone che piangono ancora per la mamma di Nemo. Basta guardarlo ogni volta che George Washington, il gatto di Dixie, gli si accoccola in grembo: sulle prime fa finta che gli dia fastidio il peso dell'animale sopra di lui, ma ogni volta finisce per coccolarlo anche più della sua padrona.

𝖓𝖔𝖙𝖗𝖊 𝖉𝖆𝖒𝖊

paris paloma

3:19 ━❍──────── -4:19
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Watching the figures, all the saints, but mostly sinners come and go
And some are desperate, but the others have the sense that they do belong
And I do not belong

𝖘𝖙𝖔𝖗𝖎𝖆

Quando Katrina Goodman-Stokes scoprì di essere incinta, una notte di metà ottobre, il mondo le crollò addosso, proprio sopra il tetto dell'hotel Très Charmant di Parigi. Lei e Barnaby avevano trascorso piacevolmente due settimane in Francia, anche se settembre non era decisamente il periodo ideale per una lunga vacanza. Si erano recati in Borgogna e avevano assaggiato dell'ottimo formaggio, avevano fatto una tappa in Normandia e pernottato nell'antichissima residenza dei conquistatori normanni a Stock, proprio da dove veniva il cognome che ormai portava anche lei al dito sotto la prova tangibile di una fede nuziale, un evidente segno del destino, il quale stava gridando che lei aveva fatto la scelta giusta ad accettare la proposta di Barnaby. Avevano ammirato la bellezza selvaggia della regione della Camargue, e, dulcis in fundo, avevano deciso di dedicare gli ultimi quattro giorni a piaceri e lusso sfrenato nientemeno che nella capitale dell'amore, Parigi. Peccato, però, che quell'idillio fosse durato molto poco. Katrina aveva sempre detto che era troppo giovane per avere un figlio, che ai futuri eredi lei e Barnaby ci avrebbero pensato dopo. Aveva solo diciannove anni, e davanti un futuro troppo luminoso, costellato di libagioni e ricevimenti eleganti, per dedicare i prossimi dieci o dodici anni a un marmocchio piagnucolante e isterico, ma quella era la realtà, e Katrina poteva farci poco e niente. Subito pensò di nascondere la gravidanza a Barnaby e dunque di abortire, ma fu troppo tardi anche per formulare ulteriori pensieri: Barnaby la colse letteralmente in castagna, rientrando troppo presto all'hotel dopo un incontro d'affari con un magnate del petrolio arabo. Non appena vide la moglie seduta sul gabinetto con i test di gravidanza sparpagliati sul pavimento del bagno, la sua espressione cambiò completamente e cominciò a fare salti di gioia su e giù per la camera d'albergo, svegliando chiunque nel raggio di dieci metri. Tuttavia, si ricompose non appena notò i capelli scarmigliati e lo sguardo afflitto di Katrina. "Che c'è, tesoro, non lo vuoi un bel bambino?", le chiese ingenuamente, massaggiandole una spalla. Prima di strillare: "No, non lo voglio un fottuto bambino!", però, Katrina ci rifletté su. Se avesse risposto di no, il suo rapporto con Barnaby si sarebbe incrinato per sempre. Avrebbe dovuto rinunciare alle cene nei più raffinati ristoranti di Londra, alle battute di shopping, come le chiamava lei, con le sue amiche, vere e proprie battute di caccia al vestito più costoso oppure al gioiello più luccicante, e persino alle lussuose vacanze in Svizzera o alle Maldive. Senza contare che, se avesse divorziato subito da Barnaby, avrebbe dovuto vedersela con i suoi genitori prima, visto che speravano che si fosse accasata con il rampollo Stokes perché lo amava (tutte fandonie), e con la sua nuova rivale poi, una bellissima proprietaria terriera ancora più giovane di lei che sarebbe diventata la madre di otto splendidi figli e che l'avrebbe derubata di tutto ciò che aveva sperato di possedere da quando aveva sposato Barnaby. E quindi, qualche secondo dopo, Katrina commise l'errore più grande della sua vita: "Oh, sì, sì, certo, amore... è solo che sono un po' scioccata dalla notizia, ecco tutto..."

Così Katrina si vide costretta ad indossare orribili abiti premaman per nove mesi, mentre le sue amiche continuavano a portare scarpe col tacco e vestiti firmati. Ovviamente gli Stokes non badarono a spese nell'arredare la stanza del nuovo nascituro - o nascitura - e costruirono un'ala apposita a Upper Hills, con tanto di minuscola cucina, tata e cameriera personale per il piccolo. Quanto più la data fissata per il parto si avvicinava, tanto più Katrina diventava pallida, mangiava sempre meno e aveva problemi respiratori. Barnaby, preoccupato più per la salute del suo erede che per quella della moglie, mandò a chiamare Engelbert Schwarz, il famoso luminare tedesco in campo di pediatria, per fare degli accertamenti sulla salute del feto. "Oh, il bambino sta benissimo signore!", esclamò Schwarz non appena finì di visitare Katrina. "Piuttosto, perché non manda sua moglie da uno specialista? Mi pare alquanto cagionevole di salute". Congedato Schwarz con una frettolosa stretta di mano, Barnaby accettò a malincuore di mandare Katrina dal loro medico di famiglia, William Stainfield, per una prognosi completa.
"Pare che sua moglie soffra di depressione pre-parto" aveva detto.
"Possiamo fornirle una cura farmacologica, ma è in fase sperimentale. Suggerirei una terapia psico-"

"Quanto costa la cura sperimentale?"

"Circa quattromila sterline, se si contano i costi di-"

"Prendo quella."

Quella sera, Barnaby tornò a casa con dodici blister di pastiglie, che la moglie avrebbe dovuto prendere due volte al giorno. Katrina non venne mai a sapere che la cura era sperimentale, ma si rifiutò a priori di prendere le pastiglie: fingeva di assumerle ma in realtà le nascondeva in un barattolo che teneva sotto al materasso. Barnaby, nel frattempo, non notava alcun cambiamento nell'umore sempre più nero di Katrina, e diede la colpa al medico e alla cura dall'efficacia non ancora dimostrata.

Quando ormai il pancione di Katrina si era gonfiato a dismisura e la data di scadenza si avvicinava sempre più, Ebenezer Goodman, il padre di Katrina, venne a mancare. Katrina soffrì relativamente della perdita a causa della sua palese incapacità di provare affetto, ma sua madre, Rita, ne uscì distrutta. Per tutta risposta al suo dolore, Katrina e suo fratello maggiore Richard si accordarono per spedirla in casa di riposo all'insaputa di Israel, il fratello minore, il quale amava moltissimo la madre e non avrebbe mai permesso che la spedissero in una casa di riposo. Dopo essersi incontrata con Richard e aver preso gli accordi, Katrina tornò a casa accompagnata da un tassista, e fu proprio quando rincasò che sentì qualcosa di bagnato fra le gambe. Sulle prime pensò di essersela fatta addosso, o che, tra le cosiddette "gioie" del parto rientrasse anche l'incontinenza, ma poi si rese conto che forse quella era la famigerata rottura delle acque, menzionata almeno un miliardo di volte al corso pre parto. Terrorizzata perché non c'era nessuno in casa, nemmeno le cameriere, agguantò il telefono e chiamò la madre, l'unica persona disponibile a portarla in ospedale in quel momento. Rita accorse subito e, alla guida di una Golf rossa, sfrecciò in direzione dell'ospedale, ignorando i semafori rossi e rischiando di perdere la figlia e il nipotino che stava per nascere in un solo colpo a causa di un mancato incidente. Non appena arrivarono in ospedale, portarono Katrina in sala parto, seguita a ruota dalla madre. Non appena gli infermieri responsabili del reparto seppero che Rita era l'unica persona che accompagnava Katrina, la lasciarono stare dov'era, aggrappata alla mano della figlia mentre le diceva di farsi forza e spingere, perché tutto sarebbe andato bene.

𝖉𝖊𝖆𝖉!

my chemical romance

3:06 ━❍──────── -3:16
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And if your heart stops beating
I'll be here wondering
Did you get what you deserve?
The ending of your life

Quando Barnaby Stokes arrivò, Simon non era ancora nato. O meglio, era nato, ma senza polmoni, e quindi non era stato nemmeno in grado di esalare il suo primo e ultimo vagito da neonato senza presente né futuro. Sulle prime, Barnaby andò su tutte le furie.

"Chi è il responsabile di questo fottuto reparto?!", aveva urlato, incapace di contenersi.
Il medico aveva farfugliato delle scuse che non stavano né in cielo né in terra.
"Davvero, signore, non so come possa essere successo... Durante la gravidanza andava tutto bene, ce ne saremmo accorti se il bambino fosse senza polmoni..."
Ma Barnaby non volle sentire ragioni. "Non mi interessa!" sbraitava. "È semplicemente inaccettabile! Io vi denuncio tutti!"
Morale della storia, Barnaby venne trascinato via a forza dall'ospedale da due energumeni mentre Katrina sospirava di sollievo nel letto d'ospedale.
Tuttavia, il giorno dopo Barnaby non sentì il bisogno di trascinare gli infermieri ( e l'intero l'ospedale) in tribunale, perché reggeva tra le braccia il suo figlio primogenito. Quella mattina l'aveva trovato nel lettino come se nulla fosse, e Katrina l'aveva preso in grembo per dare un'occhiata più da vicino a quel fagotto di carni spelacchiate. Non aveva perso tempo e era subito andato a registrare la sua idea per il nome e cognome del figlioletto, non prima di aver accolto i "caldi" suggerimenti di sua moglie e sua suocera per il secondo nome del bambino, che a detta di entrambe avrebbe dovuto essere Seward.
Accettata a malincuore questa proposta, da quel momento in poi Barnaby si dedicò anima e corpo all'attività di crescere il suo futuro erede... almeno fino a quando non trovò di meglio da fare.

𝖘𝖚𝖋𝖋𝖊𝖗𝖎𝖓𝖌

amélie farren

1:39 ━❍──────── -2:49
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I don't need food I don't need sleep
Don't tell me that I'm wrong
I don't know what I'm doing
But can you please just play along

Simon si è sempre considerato uno scarto, un rifiuto della società. Questo forse dipende anche dalla quantità di musica punk che ascolta, o forse dal fatto che i suoi genitori non sono mai stati in grado di regalargli l'affetto che merita. Allattato dalla balia messicana assunta apposta dagli Stokes - perché non sia mai che il bambino beva il latte della propria madre, l'allattamento è un atto osceno! - e cresciuto in tutto e per tutto dall'inflessibile tata tedesca Louisa Stern - per la quale provava principalmente rancore misto a timore reverenziale -, l'infanzia di Simon è stata un miserevole disastro. Simon vide nascere tutti i suoi cugini - tutti più piccoli di lui - ma non si interessò mai di intrattenere delle conversazioni con loro o semplicemente di chiamarli di tanto in tanto, nemmeno Diana, la più vicina a lui come età. Tanto, non l'avrebbero capito. Reputava i cugini delle macchiette insignificanti, stelle tanto distanti dalla sua orbita che la loro luce risaliva a cinquant'anni prima. Mentre tutti gli altri bambini passavano l'asilo e le scuole elementari in compagnia di altri bambini, Simon si annoiava a morte con la sua precettrice, Adelina Winners, una donna che gli veniva a fare lezione ogni giorno.
I suoi compagni di giochi erano Wiggles, il suo amico immaginario, una specie di mostro peloso blu con le corna da alce e una bocca che assomigliava a quella dei Muppets, e... basta, solo Wiggles. Gli era stato categoricamente vietato guardare la televisione, e dunque, per ammazzare il tempo, Simon imparò a leggere all'età di tre anni. I libri che prediligeva erano i classici illustrati per bambini, come Moby Dick, volume che perdeva ore a sfogliare, meravigliandosi dei disegni dettagliati, tanto che poteva quasi sentire il verso dei gabbiani in lontananza e i marinai che inveivano contro la pioggia. Con l'aumentare dell'età, cominciava a spostarsi su letture sempre più pesanti, e fu a dodici anni che venne irrimediabilmente rapito dal comunismo dopo aver letto "Il Capitale" di Karl Marx.

Non si può nascondere che Simon fosse decisamente emozionato alla vigilia del suo ingresso alle scuole medie: infatti la notte prima del suo trionfale ingresso a scuola, non riuscì a dormire. Il giorno seguente, venne accompagnato in limousine da Quentin, lo chauffeur, davanti al cancello. I suoi, in preda ad un evidente raptus genitoriale acuto, l'avevano iscritto a una scuola pubblica - tristemente infestata da plebaglia, ma pur sempre una delle migliori di Londra - e Simon era eccitato all'idea di conoscere finalmente della gente e, magari, farsi degli amici. Quando varcò la soglia della Benton Middle School, migliaia di paia di occhi si girarono a guardarlo, squadrando per prima cosa il colletto della camicia bianca inamidata e per seconda lo sguardo deciso del nuovo arrivato. Ben pochi, però, si accorsero delle mani di Simon che tremavano leggermente, affondate nelle tasche dei pantaloni neri. Appena prima del suono della campanella che segnava l'inizio delle lezioni, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi più azzurri che Simon avesse mai visto gli si avvicinò baldanzoso. "Ciao, io sono Andrew. Come ti chiami?"

Stupito dalla facilità con la quale aveva fatto amicizia, sul viso di Simon si fece largo un enorme sorriso. "Simon. Simon Stokes."

Non appena entrò in classe, Simon scoprì con piacere che Andrew, il ragazzino conosciuto poco prima, era nella sua stessa sezione, e si sedette accanto al posto che aveva riservato per lui. Lui ed Andrew MacCormick, il ragazzino che per primo gli aveva parlato, divennero migliori amici, e Simon cominciò a frequentare assiduamente casa MacCormick, tanto che metà delle sue cose si trovava da Andrew. Un venerdì sera, mentre erano a un pigiama party a casa MacCormick - che in realtà consisteva solo di loro due sotto un forte di cuscini e coperte che guardavano un DVD - Simon si sentì abbastanza fiducioso per rivelare ad Andrew il suo più grande segreto. Non gli passò nemmeno per l'anticamera del cervello che Andrew avrebbe potuto non credergli, o peggio, approfittarsene, ma Simon era un ragazzino ingenuo, e tendeva ad aprirsi completamente a persone che conosceva da poco tempo.
Non appena disse ad Andrew che lui effettivamente moriva ogni notte, il ragazzino sgranò gli occhi e la sua bocca si spalancò in una maschera di sorpresa.
"Ma tipo morto morto?!"

"No", aveva riso Simon. "Mi risveglio vivo ogni mattina. Solo che nessuno sembra ricordarsi che io sia morto appena il giorno prima. Perché, non succede anche a te? Non ti ricordi di essere morto?"

Sul volto di Andrew passarono mille espressioni diverse, dall'incredulità alla rabbia. Quando Andrew finalmente riuscì a decidere quale preferiva di più, disse: "Sì, sì, certo, ovviamente." aveva sorriso il ragazzino. Simon sorrise a sua volta, ancora ignaro di tutto, ma con una punta di sospetto che stava maturando in fondo al cuore.

Il weekend passò in fretta, e con lui le insignificanti preoccupazioni di Simon a proposito di Andrew; lo reputava il suo migliore amico, non avrebbe mai potuto tradirlo. E poi, aveva detto che anche lui moriva ogni notte! Finalmente qualcuno che poteva comprenderlo!

Quando Simon arrivò al cancello della scuola, lunedì mattina, trovò che tutto era rimasto piacevolmente come prima: lo stesso cortile dall'erba spelacchiata, i professori che sostavano fuori dalle aule in attesa che cominciassero le lezioni e il branco di ragazzi che si raggruppava attorno al cancello. Individuò tra la folla Andrew, ma quello sembrò ignorarlo completamente. Stranito da quel silenzio, Simon si diresse verso la sua classe e si sedette al solito posto.

Durante la ricreazione, però, Andrew attaccò bottone con Simon. Questo, sorpreso dal fatto che gli avesse cominciato a parlare solo ora, si lanciò in uno sproloquio assurdo sul fatto che Andrew fosse stato muto quella mattina, ma che non importava, perché i veri amici si sostengono a vicenda, e se volesse un pezzo della sua merenda perché oggi non aveva molta fame?
Andrew si limitò a sorridere nervosamente. Fu in quel momento che la professoressa, Miss Finlay, si avvicinò ai due ragazzini. "Simon, perché non vieni con me un secondo?"

Simon acconsentì, turbato dalla richiesta dell'insegnante di venire con lei. "Simon" disse Miss Finlay non appena si sistemarono in un'aula vuota, "purtroppo ho dovuto chiamare i tuoi genitori. Andrew mi ha raccontato della storia della morte, e francamente la trovo... eccessiva. Simon, si può sapere cosa sta succedendo? Lo so che è dura per te, ritrovarti in una scuola nuova dove tutti si conoscono già dalle elementari, ma francamente da un ragazzino intelligente come te mi aspettavo di meglio..."

La sua delusione fu immensa. Andrew aveva spifferato tutto alla professoressa, e questa aveva chiamato anche i genitori! Quel giorno fu uno dei peggiori che Simon ricordi. I suoi genitori vennero a prenderlo e, senza fare ulteriori domande né richiedere chiarimenti, lo spedirono dal medico di famiglia, che gli diagnosticò la schizofrenia. Eppure Simon era convinto di non essere pazzo. "Fortunatamente, si tratta di una forma di schizofrenia lieve", aveva detto il medico. Gli prescrisse farmaci per curare le allucinazioni, e durante e dopo la cura il ragazzo avrebbe dovuto essere monitorato tramite sedute psicologiche. Simon prese le medicine e si sorbì un anno e mezzo di appuntamenti con il dottor Rowan Watson in un claustrofobico studio bianco in Willow Drive.

𝖈𝖎𝖌𝖆𝖗𝖊𝖙𝖙𝖊 𝖉𝖆𝖞𝖉𝖗𝖊𝖆𝖒𝖘

cage the elephant

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You can drive all night
Lookin' for the answers in the pourin' rain
You wanna find peace of mind

Nel frattempo, Simon aveva cominciato il liceo in un istituto privato, visto cos'era successo quando Katrina e Barnaby l'avevano mandato in una scuola pubblica. Alla Rothenford High School Simon soffriva come una tigre in gabbia. Le materie erano noiose, i compagni erano noiosi, i professori erano noiosi, le lezioni erano noiose... insomma, tutto era una rottura di palle di dimensioni cosmiche. Senonché, un giorno scoprì John Troy che fumava una strana sigaretta puzzolente nei bagni della scuola.

"Che cos'è?" chiese, nauseato dall'odore dolciastro.
John sogghignò e gli porse quello che stava fumando. Dopo uno o due tiri, Simon cominciò a sentirsi rilassato, come se tutti i muscoli del corpo si stessero distendendo e lui stesse fluttuando nell'etere, immerso in un liquido primordiale.

"Ti piace, eh?" ridacchiò John, al vedere l'espressione beata sul viso di Simon. "Posso procurarti altre sigarette come queste, se giuri che non dirai al preside che sto fumando in bagno."

Con un sorriso inebetito, Simon annuì, e così lui e John si incontrarono una volta a settimana nei bagni della scuola per scambiare denaro con sacchettini di plastica pieni di erba. A volte, a posto dell'erba John portava con sé delle pasticche bianche, ma assicurava che funzionavano lo stesso. "Fidati, è uguale se non meglio", diceva ogni volta, non appena Simon le prendeva con riluttanza. A casa, nessuno sospettava di niente. I suoi genitori sembravano fregarsene, le cameriere erano pagate per farsi i fatti loro, e dunque Simon passava pomeriggi interi a navigare in quel mondo dei sogni, sempre più ignaro della realtà. Non faceva più i compiti, saltava regolarmente le lezioni e quando si presentava a scuola era o completamente assorto, con lo sguardo assente perso nel vuoto, oppure iperattivo, esagitato al punto tale da rovesciare le cose sul banco e andarsene fuori dalla porta nel bel mezzo della lezione. Dopo l'ennesima scenata di Simon, gli insegnanti decisero di convocare entrambi i coniugi Stokes per parlare loro della situazione. "Vedete, da qualche tempo Simon è... strano", cominciò il signor Andrews, il preside dell'istituto. "Non viene a lezione, si comporta stranamente in classe, non fa i compiti e quando viene interpellato risponde male oppure non risponde affatto", concordò la signorina Miller, la vicepreside nonché insegnante di matematica. "Ha avuto qualche... ehm, ricaduta ultimamente? Perdonate se sono scortese, ma credo che Simon abbia sofferto tanto durante quei mesi in terapia..." Ovviamente si riferiva alla diagnosticata schizofrenia. Insospettiti dal fatto e, per una volta, preoccupati, entrambi gli Stokes filarono a casa dopo il colloquio e convocarono Simon in soggiorno per un discorso epocale. Barnaby ultimamente si era accorto che somme sempre uguali di denaro sparivano dal suo conto o da quello della moglie, e non ci volle molto per collegare il fatto all'insofferenza del figlio adolescente.

"Che cosa fai con quei soldi, eh?!" sbraitò Barnaby, sferrando un pugno al costosissimo tavolo di mogano del soggiorno. "Compri riviste pornografiche? Rivendi scarpe rubate? Cosa, COSA?!"

𝖎 𝖋𝖔𝖚𝖌𝖍𝖙 𝖙𝖍𝖊 𝖑𝖆𝖜

the clash

1:11 ━❍──────── -2:45
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I needed money 'cause I had none
I fought the law and the law won
I fought the law and the law won

Era tutto inutile: Simon si rifiutava di rispondere. Dopo essersi chiuso nel più completo mutismo, venne rispedito in camera sua senza tanti complimenti, dove nascose tutti i sacchetti di erba sotto un'asse traballante dell'armadio. Il giorno seguente finse di recarsi a scuola per incontrarsi con il giro di spacciatori che procurava la roba a lui e a John Troy, ma vi fu un blitz della polizia, che colse tutti con le mani nel sacco. Simon venne arrestato per possesso di droga e sbattuto nella cella della centrale di polizia più vicina. Sulle prime Simon si preparò a scontare un anno in riformatorio, perché sapeva che suo padre non avrebbe fatto niente per tirarlo fuori di lì, ma l'aiuto gli venne da un impensabile alleato: suo cugino Sinclair. Corruppe i poliziotti e accompagnò Simon fuori dal carcere tre giorni dopo che l'avevano arrestato. "Non voglio che tu faccia parola con nessuno a proposito di quello che ho fatto. Ora vattene lontano da qui."

E Simon se ne andò davvero. Prese il primo treno per Liverpool chiedendo dei soldi in prestito al cugino e decise che avrebbe incominciato una nuova vita. Imbucò una lettera vecchio stile indirizzata ai suoi genitori per dire che era stato rilasciato e che stava bene, nel caso a qualcuno importasse. Non avrebbe più voluto rivederli in ogni caso, e avrebbe ricominciato da capo, lavorando sodo per cancellare ogni traccia del cognome Stokes dalla sua vita.

𝖍𝖎𝖙𝖈𝖍𝖎𝖓' 𝖆 𝖗𝖎𝖉𝖊

green day

2:51 ━❍──────── -2:52
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Do you break for distilled spirits?
I need a break as well
The well that inebriates the guilt

Non appena arrivò a Liverpool cercò un alloggio da qualche parte, e trovò una lurida pensione a mezza stella che chiedeva molto poco e dunque era perfetta per le tasche di Simon. La settimana seguente andò alla ricerca spasmodica di un lavoro, anche dei più umili, ed effettivamente venne assunto dal proprietario del Three Headed Boar, un pub malfamato e lercio appena fuori il centro di Liverpool, che non controllò nemmeno che avesse l'età legale per lavorare. Cominciò come sguattero, pulendo le cucine con un mocio che aveva perlomeno il doppio della sua età ed era lercio quanto il pavimento che strofinava.
Nonostante fosse grosso il triplo di Simon e puzzasse di capra morta, il signor Gillespie, il proprietario del locale, era un uomo gentile, e pian piano Simon imparò ad affezionarvisi. D'altra parte, il signor Gillespie prese Simon sotto la sua ala e gli insegnò tutto quello che sapeva, dall'aggiungere acqua nella birra per far durare di più i fusti al mostrargli lo scompartimento segreto dietro il juke box, dove era possibile nascondere prove compromettenti di qualsiasi tipo.
Le cose filavano per il verso giusto: era in riabilitazione e da qualche mese era pulito, era stato promosso a cameriere e presto sarebbe stato in grado di ripagare il cugino dei soldi che gli aveva prestato, ma il pericolo di sprofondare nuovamente in un buco nero era dietro l'angolo. Infatti, una nuova gang di teppistelli locali, i Black Cats, aveva cominciato a frequentare il pub dove Simon lavorava. A sentire le loro conversazioni, trattavano perlopiù con scommesse illegali e bische clandestine, e ogni tanto facevano da corrieri della droga nel quartiere. Simon tentava di interagire con loro il meno possibile, ma per quanto si sforzasse di evitarli loro venivano sempre da lui.
Una sera dopo la chiusura, mentre Simon stava pulendo il pavimento del bar Billy Barrymore, il capo della banda, lo avvicinò.
"Stiamo preparando un colpo e cerchiamo un autista", aveva detto senza tanti convenevoli versandosi da solo un bicchiere di gin. "Domani alle undici nel magazzino dietro al supermercato Tesco. Non venire armato."

Simon rimase a guardare interdetto il ragazzo ma non disse nulla. Quando finalmente questo fece per andarsene, Simon si risvegliò dal suo torpore e stupidamente chiese: "Alle undici di sera o di mattina?"

"Secondo te?"

E così, alle undici di sera del giorno dopo, un Simon nervosissimo e pieno di sensi di colpa si trovava fuori dal magazzino lurido dietro Tesco, in attesa dei delinquenti che aveva appena accettato di incontrare. Non sapeva cosa stesse facendo, ne perché si trovasse in quel gazebo puzzolente; era stato un colpo di testa, uno sbaglio, si ripeteva. Ma se era uno sbaglio, allora perché era ancora lì?
Poco tempo dopo, arrivò il resto della banda. Warlock (che poi non era altri che Billy Barrymore) spiegò velocemente il piano, dopo aver aperto sul tavolino lercio una mappa spiegazzata della città di Liverpool e averci piazzato sopra sei pedine degli scacchi.
"Ora, Simon", disse, mandando avanti un pedone, "rimarrà fuori ad aspettarci mentre noi ci concentriamo sull'obiettivo finale."
Goblin aveva riso.
"La RSHC Holding", aveva dichiarato Phantom con aria melodrammatica. "Un sacco di verdoni."
Simon era diventato bianco come un cencio. La RSHC Holding Company era la banca di suo padre e di suo nonno, e del suo bisnonno, e di generazioni di Stokes prima di lui. Rapinarla era un sacrilegio. Non poteva farlo. Assolutamente.

Il giorno della rapina guidò la Volvo scassata fino davanti alla filiale di Liverpool, con i Black Cats nei sedili dei passeggeri, già attrezzati con passamontagna e pistole. "Mi raccomando, tu rimani qui ad aspettarci fino a quando non suona l'allarme", aveva ripetuto Warlock, notando il colorito verdognolo di Simon.
"Sì, certo", aveva risposto Simon. Quando i rapinatori uscirono dall'automobile, Simon abbandonò la testa sul volante. Perché lo stava facendo? Perché era lì? Perché cazzo aveva accettato l'incarico di autista?

𝖊𝖓𝖌𝖑𝖎𝖘𝖍𝖒𝖆𝖓 𝖎𝖓 𝖓𝖊𝖜 𝖞𝖔𝖗𝖐

sting

2:59 ━❍──────── -4:28
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Oh, I'm an alien, I'm a legal alien
I'm an Englishman in New York

Oh, I'm an alien, I'm a legal alien
I'm an Englishman in New York

Si rese conto che doveva prendere una decisione. Non poteva sprofondare di nuovo nell'oblio e pagarne le conseguenze come aveva già fatto. Voleva una vita. Voleva qualcosa in cui credere.

Quindi, dopo aver meditato ancora qualche secondo, ingranò la marcia e sfrecciò via a tavoletta, diretto verso l'aeroporto. S'imbarcò sul primo volo per l'America con niente appresso, se non i vestiti che aveva addosso e il suo portafoglio. Quella sera il suo volo fece un incidente, ma il mattino dopo si risvegliò su una panchina dell'aeroporto JFK di New York. Da quel momento, cominciava un nuovo capitolo della vita di Simon, una rinascita colma di speranza per l'avvenire.
Simon si rimboccò le maniche nuovamente per iniziare da capo, precisamente come aveva fatto a Liverpool, solo che New York era tre volte più grande. Dopo tanti tentativi - e dormite su panchine o marciapiedi di New York - Simon trovò finalmente alloggio in un appartamento occupato da tre ragazzi pressappoco della sua età, Dixie, Brian e Tony.
Dixie lavorava come cameriera ad un fast food poco lontano da casa, Brian era un giovane studente di fisica con il pallino della musica mentre Tony era pressoché disoccupato, fatta eccezione per alcuni lavoretti occasionali al supermercato di suo zio o dal fioraio dietro l'angolo. La prima impressione di Simon fu eccellente, nonostante i cartoni delle pizze sparsi in cucina e la camera che gli era stata assegnata, grande poco più di uno sgabuzzino. Da subito aveva capito che Dixie, Brian e Tony erano delle persone di cui ci si poteva fidare al cento per cento. Durante i mesi nei quali convissero, Simon apprese che Dixie mangiava solamente french toast a colazione, che Brian era dipendente dalla caffeina e che Tony metteva i calzini a rovescio ogni volta che stava per affrontare una partita particolarmente importante a Fortnite. I quattro divennero molto più che coinquilini: divennero migliori amici in tutto e per tutto, nonostante le frequenti dispute sul fatto che i calzini dovevano andare nel terzo cassetto e non nel primo - Brian era un maniaco dell'ordine - e Brian che insultava Tony perché saltava sempre il suo turno di lavaggio piatti. Con loro Simon aveva capito che poteva confidarsi e litigare, per poi fare pace con un frappé al bar dietro l'angolo o uno scone del supermercato.
Tuttavia, le cose cambiano, e anche se i quattro avrebbero voluto cristallizzare il tempo in quella bolla al numero 13 di White Avenue, il mondo riprese a ruotare senza di loro.
Dixie fu la prima ad andarsene. Sua madre si ammalò gravemente e Dixie fu costretta a tornare in Louisiana dalla sua famiglia. Senza la loro amica, l'appartamento non era più lo stesso. Brian si immerse sempre più nei suoi studi, Simon si dava ad altre attività per cercare di nascondere la mancanza di Dixie e il joystick ora sembrava essere diventato parte integrante del corpo di Tony.
Poi fu la volta di Brian.
"Ragazzi, io parto", aveva detto una sera mentre avevano appena finito di giocare a Monopoly sul tavolo della cucina, con cartoni di pizza tutto intorno e scones mezzi rosicchiati sul tabellone di gioco.
"Ma che cazzo!", aveva imprecato Tony. "Anche tu?"
"Io e Cheyenne andiamo a convivere", aveva detto, laconico.
"Ma non potete aspettare ancora qualche mese?", aveva implorato Simon.
"Ormai è inutile restare. Non siamo più gli stessi senza Dixie." aveva detto Brian. "Domani faccio le valigie."
Sul momento Tony e Simon avevano contemporaneamente mandato a fanculo Brian, ma il giorno dopo l'aiutarono lo stesso con i bagagli.
Quando anche Brian se ne fu andato, il silenzio nell'appartamento era divenuto assordante. Allora Simon decise che doveva fare spazio nella sua mente, e magari inseguire le risposte che stava cercando. Deluso dalla brusca - ma necessaria - separazione da due dei suoi migliori amici, si congedò dal povero Tony e dall'appartamento che aveva custodito anni di ricordi felici in una mattina di maggio, ancora prima dell'alba. Grazie al suo lavoro come commesso in un negozio di moda maschile, era riuscito a racimolare i soldi necessari per un volo di sola andata. Dove dirigersi, però, non lo sapeva nemmeno lui. Mentre era seduto nel sedile posteriore di un taxi diretto al JFK, scelse ad occhi chiusi la sua prossima destinazione: aeroporto di Jackson, Mississippi. Sulle prime fece una smorfia; era nato e cresciuto nelle grandi città, non poteva andare a finire in un buco di campagna. Ma forse, il destino aveva voluto dargli una mano: forse avrebbe veramente potuto rinascere in una cittadina di pochi abitanti nel cuore rurale del Mississippi. Avrebbe potuto acquistare una villetta a schiera, magari prendersi cura di un gatto o due e fare amicizie nel vicinato. E nessuno lo avrebbe riconosciuto!
Rinfrancato lo spirito da questa nuova avventura, Simon s'imbarco sul volo con un solo bagaglio a mano al seguito e, dopo essere arrivato all'aeroporto di Jackson, noleggiò una Volvo e si diresse verso quella che aveva già scelto essere la sua nuova meta: Chester's Mill.

𝖍𝖎𝖌𝖍 𝖜𝖆𝖙𝖊𝖗 𝖜𝖆𝖛𝖊𝖘

worldwide nature studio

3:20 ━❍──────── -6:09
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𝖋𝖔𝖇𝖎𝖆

talassofobìa s. f. [comp. di talasso- e -fobia]. - Paura ossessiva del mare, dei bagni marini e della navigazione.

La talassofobia, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è la paura dell'acqua stessa (definita "acquafobia" in psichiatria), né quella dell'acqua e dei liquidi in generale (idrofobia, che deriva dalla malattia della rabbia), bensì la paura delle acque profonde. Perciò chi soffre di talassofobia ha paura di fare il bagno in acque dove non è possibile vedere il fondo, di navigare in mare, paura dell'oceano e del mare aperto e delle acque profonde in generale, siano queste in piscina, al mare o al lago. Per la talassofobia vi sono dei sintomi, quali vertigini, mal di testa, nausea, tachicardia e attacchi di panico. Secondo alcuni studi, le cause della talassofobia e di altre fobie specifiche potrebbero essere in qualche modo genetiche; genitori talassofobici potrebbero trasmettere ai bambini la paura del mare, ma principalmente questo tipo di fobia ha ragioni legate ad esperienze traumatiche vissute in determinati periodi della vita.

𝖓𝖎𝖈𝖔𝖙𝖎𝖓𝖊 𝖘𝖙𝖆𝖎𝖓𝖘

second thoughts

0:28 ━❍──────── -3:45
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'Cause I can't get rid of your nicotine stains
Around my bed and around your brain
Missing the one that I used to know
Wondering now if I should go away

𝖈𝖚𝖗𝖎𝖔𝖘𝖎𝖙𝖆̀ + 𝖔𝖚𝖙𝖋𝖎𝖙

+ una cosa curiosa su Simon? Prima di allora aveva dato per scontato che tutti morissero ogni notte e si risvegliassero come niente fosse. Il suo primo ricordo risalente a una sua morte era quando era finito con la testa in un nido di vespe all'età di cinque anni: si trovava a casa dei suoi zii, Stainfield Park, ed era il compleanno di Sinclair. Quest'ultimo aveva organizzato una grande festa con i suoi amici e parenti, e Simon si era sentito al settimo cielo quando, insieme ai suoi genitori, era entrato dagli imponenti cancelli di Stainfield Park. Simon adorava le feste di compleanno non tanto per la compagnia di altre persone in sé, ma tanto per i giochi organizzati dai genitori del festeggiato. Infatti, gli zii avevano fatto le cose in grande per il settimo compleanno di Sinclair: c'erano un recinto dentro al quale si poteva fare un giro su un pony, uno strano clown che faceva numeri con l'acqua, e persino un mini circuito per i go-kart! Quando arrivò il momento della pignatta, tutti i bambini si radunarono intorno al festeggiato, il quale era stato bendato e aveva già un bastone in mano. Sinclair si mise a colpire la pignatta, ma quando finirono i suoi venti secondi questa era rimasta ancora intatta. Deluso dal risultato della sua fatica, passò il bastone a un altro ragazzino. Nessuno riuscì a rompere la pignatta, e i bambini erano visibilmente frustrati. Quando venne il turno di Simon, questo prese con mani tremanti il bastone del bambino che lo precedeva. Venne bendato e non appena dettero il via, Simon prese ad agitare il bastone contro la pignatta. Quando sentì un tonfo sordo si mise a esultare: "L'ho presa, l'ho presa!"
Ma la sua gioia scomparve non appena sentì un ronzio provenire dal cavo dell'albero al quale era appesa la pignatta. Simon fece appena in tempo a togliersi la benda per vedere un enorme vespaio calare giù dall'albero e uno sciame di vespe furibonde che si gettavano in picchiata per pungerlo. Ciò che ricorda di più tutt'oggi è il dolore provato nel sentire migliaia di punture su tutto il corpo, in ogni punto un ago conficcato fino alla cruna, e la sensazione di non poter respirare, di avere migliaia di aghi persino nei polmoni... Era impossibile che fosse sopravvissuto quel giorno.
Eppure, la mattina seguente si risvegliò annaspando nel suo letto, come in preda a un incubo particolarmente realistico. Ricordava ogni dettaglio, ogni particolare del giorno precedente. Inquietato dal vivido ricordo, scese le scale per fare colazione e chiese ai suoi genitori che cosa fosse successo il giorno precedente. Ovviamente, non sapevano nulla di come fosse andata al compleanno del cugino, ma sua madre disse: "Perché, scusa? Non te lo ricordi? Tua zia ha detto che hai fatto cadere la pignatta per primo."
Da quel momento Simon cominciò a rendersi conto che ogni giorno gli capitava una cosa assurdamente letale, come venire sbranato da un cane o venire investito da un pirata della strada sulle strisce pedonali, e la mattina dopo si risvegliava praticamente illeso e con i suoi genitori o i testimoni dell'accaduto che raccontavano una versione distorta di quello che ricordava, per esempio che il pirata della strada l'aveva mancato e aveva sbandato pur di non investirlo, oppure che il cane l'aveva solo leccato. Dopo un po' si rese conto che effettivamente quegli incidenti erano letali, ma la sua mente di bambino di cinque anni dava per scontato il fatto che ognuno morisse durante il giorno, e quindi riteneva che anche la madre venisse urtata per sbaglio e cadesse dal decimo piano, ma che poi si destasse tranquillamente il mattino dopo.
Fermo e tranquillo in questa sua convinzione, rimase della stessa opinione fino a quando Andrew MacCormick non spiattellò alla professoressa Finlay il suo più grande segreto. In quel momento, tutte le sue certezze crollarono. Non si capacitava del fatto di essere condannato a morire ogni giorno. E se per una volta il suo "dono" dell'immortalità smettesse di funzionare? Da che cosa derivava? Un fattore genetico, una mutazione, un segno del destino?
Queste domande rimangono tuttora senza risposta a fermentare nella mente di Simon, tanto più che la sua famiglia ha smesso di credergli da un bel po'. Avrebbe anche voluto trovare un perché ai quesiti, ma le sue ricerche sono state ostacolate dalla droga, dal cervello perennemente annebbiato che finalmente lo aiutava a trovare un po' di pace.
Durante il periodo in comunità, con le orribili crisi di astinenza e la mente sgombera, le domande che gli frullavano nella testa da undici anni ormai bussavano alla porta sempre più insistenti. Alle volte decide di accantonarle, di lasciarle stare perché altrimenti non potrebbe concentrarsi sulle cose importanti della vita, ma loro sono lì, pronte in agguato per ghermire il suo cervello confuso.

+ il suo film preferito è Bambi (sì, il cartone animato della Disney) e ogni fottutissima volta scoppia a piangere come un bambino quando si rende conto che la mamma di Bambi è stata uccisa dal cacciatore. Non ci riesce, è più forte di lui: spera sempre che mamma cerva sopravviva.

+ ha fatto coming out da gay con i suoi amici una sera di giugno di circa quattro anni fa, e quando Simon ha rivelato che si era innamorato di un ragazzo, Brian aveva fatto un sorrisetto e Tony gli aveva sbattuto in mano dieci dollari.
"Che c'è, cosa succede?" aveva chiesto Simon, già in procinto di incazzarsi.
Tony aveva un muso lungo un metro.
"Ho scommesso con Tony che avresti fatto coming out entro la fine di luglio", aveva spiegato Brian, gongolando.
"E?!"
"Tony ha perso dieci sterline", aveva detto Brian, sventolando le banconote in faccia a Tony.

Poi Dixie l'aveva abbracciato e si erano tutti seduti sul divano, mangiando patatine e cavando di bocca a Simon tutti i particolari sulla sua nuova cotta. In quel momento non avrebbe mai potuto desiderare degli amici migliori di quelli che aveva.

+ ha una famiglia estesa (e quando dico estesa, significa che è decisamente grande), ma che non vede mai; infatti la sorella di suo padre, Lilian, vive negli Stati Uniti insieme al marito e ai figli gemelli, mentre suo zio materno Richard si è trasferito in Irlanda con la famiglia da quando la sede della gioielleria della quale è proprietario è stata spostata nell'Isola di Smeraldo.
D'altro canto, i fratelli di suo padre non vogliono nemmeno vedere Barnaby, nonostante Magnus lavori nella sua stessa banca e Desmond viva a due isolati di distanza. La causa di questo rapporto teso è il fatto che tutti e tre concorrono per la posizione di direttore generale, nel caso che il vecchio Stokes schiatti, in particolare Barnaby; infatti quest'ultimo ce l'ha con Magnus perché Abraham preferisce Magnus a lui, e Magnus ce l'ha con Barnaby perché quest'ultimo cerca in ogni maniera possibile di compiacere il vecchio Stokes per ottenere il posto.

+ si droga di scones, pericolosa passione trasmessa all'amico Tony, e anche quando si trovava a New York non poteva fare a meno di strafogarsi di questi pasticcini magari davanti al televisore o alle cinque di pomeriggio - l'ora del tè durante la quale obbligava i suoi amici americani a bere una disgustosa brodaglia color marroncino, ripetendo che il tè in Inghilterra era mille volte meglio.

+ è estremamente appassionato di musica rock, dapprincipio i grandi classici degli anni '70 e '80, poi, da più grande, il punk e il post punk. Infatti ha sempre voluto imparare a suonare la chitarra, ma i suoi genitori hanno vietato categoricamente alla governante di comprargliene una. Tra le sue band preferite rientrano i Clash, i Sex Pistols, i Ramones, i My Chemical Romance, i Green Day e gli Offspring, più grandi classici di cui si è innamorato come i Queen e i Police e roba che non ammetterebbe mai di ascoltare, come i second thoughts e gli Arctic Monkeys.

+ la sua morte più improvvisa e cruenta è stata quando la lama del frullatore è impazzita e ha finito per tagliargli le mani e la gola, recidendo la giugulare. Era l'ultima cosa che Simon si aspettava, soprattutto dato che si trovava nell'isola felice del 13 di White Avenue, all'interno del quale pensava che non potesse succedere nulla di negativo. Infatti, le sue morti a New York erano state piuttosto ordinarie; caduta da un grattacielo, soffocamento da cibo in un ristorante, investito da un'auto oppure caduto in un tombino. Non era mai morto all'interno dell'appartamento. Coperto di sangue e in fin di vita, già si immaginava la reazione dei suoi amici, nel vederlo dilaniato dalle lame di uno stupidissimo frullatore sul pavimento. Il giorno seguente si svegliò con dei bendaggi su entrambe le mani e dei profondi tagli sui palmi. Dixie era preoccupatissima.
"Come va stamattina? Un po' meglio?" aveva detto, premurosa. Gli aveva fatto trovare la colazione pronta sul tavolo, ovviamente pane tostato solo da un lato e tè Earl Grey, e si era presa un giorno di ferie per prendersi cura di Simon. Avevano passato la giornata a riguardare l'ottava stagione Grey's Anatomy per la terza volta mentre bevevano Fanta sul divano; Dixie gli aveva preparato i suoi famosi cookies e glieli aveva lasciati mangiare mentre spettegolavano sulle colleghe di Dixie. Quando anche Brian e Tony erano rincasati, avevano ordinato il sushi e giocato a Non Ho Mai con gli shottini di vodka.

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genitori

𝖏𝖔𝖑𝖊𝖓𝖊

dolly parton

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Your beauty is beyond compare
With flaming locks of auburn hair
With ivory skin and eyes of emerald green

Katrina Goodman-Stokes (Kaya Scodelario)

28/11/1980 (età 43)

Bellissima e fredda quanto un pezzo di ghiaccio, sin da piccola Katrina ha avuto file di spasimanti che stazionavano fuori dalla porta solo per poterla veder uscire, e svariate volte qualche malcapitato ragazzino aveva osato farle una serenata sotto la finestra, solo per vedersi arrivare in faccia un secchio d'acqua gelida. All'epoca viveva con i genitori, Ebenezer e Rita, e i due fratelli, Richard e Israel, in una villa a due piani in Plymouth Drive.
Nonostante tutto l'amore con il quale la madre l'abbia cresciuta, Katrina è sempre stata piuttosto anaffettiva nei confronti della famiglia, eccezion fatta per il fratello minore Israel, di tre anni più piccolo, che viziava e coccolava in tutto e per tutto. Il padre, Ebenezer era per la maggior parte del tempo assente, al lavoro in ufficio, o a qualche ricevimento privato al quale doveva presenziare, mentre Rita, svolgendo la professione di scrittrice, era sempre china sulla scrivania a battere sui tasti della macchina da scrivere oppure a rimuginare passeggiando nel patio con una matita in bocca e i capelli scompigliati.
Crescendo, Katrina l'avrebbe definita senza alcun rimorso "la vecchia pazza" davanti alla stampa, con gli occhi che brillavano di una luce distante e fredda.
E proprio come una stella doveva apparire agli occhi dei suoi ammiratori, a mille miliardi di anni luce dal raggiungibile.
Katrina non era solo bella, ma anche tremendamente intelligente; infatti completò il liceo con il massimo dei voti, ma rifiutò categoricamente la proposta di suo padre di studiare all'università: avrebbe decisamente intralciato i suoi piani. Infatti, la massima aspirazione di Katrina era quella di sposare un ricco possidente e di vivere la bella vita: non aveva intenzione di rinunciare alla sua posizione privilegiata solamente perché dopo l'università non trovava lavoro.

"Ma insomma, Katrina!" era sbottato una sera a cena suo padre. "Tu sei bella e intelligente, puoi fare quello che vuoi nella vita! Renderti indipendente, fondare una tua compagnia, guadagnare soldi tuoi!"

"Grazie papà, ma preferisco vivere la bella vita, anche se questo significa essere mantenuta da mio marito che sgobbare come un mulo per poi vivere di stenti in una baracca fuori Londra", era stata la sua glaciale risposta.

"Con te è morto il femminismo!", aveva ringhiato a mezza voce sua madre, gli occhi fissi sul purè di patate.

"Allora non ti ho insegnato proprio niente sul duro lavoro, sull'onestà, l'indipendenza?" aveva cercato di ribattere il padre.

"Mi hai insegnato anche troppo, papà", aveva detto Katrina, lo sguardo glaciale fisso su Ebenezer con aria di sfida.

Katrina conobbe Barnaby a un ricevimento di gala al quale erano stati invitati tutti i Goodman, compresa Rita, in una graziosa villa appena fuori Oxford. Quella sera indossava uno splendido vestito rosso, e fece girare la testa a molti uomini presenti al ricevimento. Dopo il trionfale ingresso in sala, vide che i suoi genitori si dirigevano a parlare con un'altra coppia, mentre Richard si stava già intrattenendo con delle ragazzine ridacchianti. Diede un'occhiata al povero Israel, che stazionava immobile come una statua di cera davanti al tavolo dei rinfreschi, e decise che il suo gioco preferito, ovvero quello di accalappiare un giovane miliardario, poteva cominciare: doveva solo scegliere la preda. Ma spesso le prede si dirigevano inconsapevolmente verso l'amo prima che Katrina le scegliesse. E infatti fu proprio quello che accadde quella sera. Un giovane le si avvicinò con due bicchieri in mano prima che lei potesse dire qualcosa. Lo osservò meglio e decise che sarebbe andato bene: Rolex costoso al polso, scarpe di cuoio italiano, completo Armani e fermacravatte d'oro con uno smeraldo incastonato. Oh, certo, anche il resto non era male: sorriso smagliante, occhi del colore del mare e innegabile charme. Ma quello che contava erano i soldi. "Posso offrirle da bere?" chiese, porgendole il bicchiere.
"Oh, certamente" rispose Katrina con un sorrisetto.

Per la fine della serata si erano dichiarati amore eterno. Si erano baciati in biblioteca e lui le aveva detto il suo nome: Barnaby Stokes. Dopo qualche ricerca, Katrina scoprì che il suo nuovo promesso sposo era ricco sfondato: infatti la famiglia Stokes discendeva da generazioni di banchieri, e si dava il caso che il padre di Barnaby fosse il proprietario della prima banca di Londra. C'era un unico problema: non sapeva se l'avrebbe mai più rivisto.
Pazientò un paio di giorni e l'attesa dette i suoi frutti: trovò un Barnaby tremante e decisamente congelato fuori dalla porta di casa una gelida mattina di novembre. Suo padre se n'era andato da un pezzo al lavoro, e sua madre non aveva sentito il campanello come al solito; infatti fu Israel ad aprire. "Kaaat!" aveva urlato dal piano di sotto chiudendo la porta in faccia a Stokes. "C'è uno dei tuoi pretendenti che ti vuole vedere!"

Dopo aver fatto aspettare circa mezz'ora il povero Barnaby per cambiarsi e truccarsi, Katrina scese le scale con disinvoltura e andò ad aprire la porta al suo pretendente. Nonostante l'inverno londinese fosse estremamente freddo e umido, Katrina aveva indossato uno dei suoi abiti preferiti, un Fendi nero con le spalline e il corpetto tempestati di pietre preziose. Persa un'altra mezz'ora buona per capire che pelliccia indossare, finalmente i due si avviarono mano nella mano per le nebbiose strade di Londra. Si fermarono in diversi caffè e chiacchierarono del più e del meno per ore, almeno fino a quando Barnaby non diede l'anello di fidanzamento a Katrina, d'argento con uno smeraldo enorme incastonato al centro. Non appena Katrina tornò a casa, suo padre le chiese chi le avesse dato quell'anello.

"Questo è il mio anello di fidanzamento", fu la risposta sorpresa di Katrina.

In maggio Barnaby chiese a Katrina di sposarlo. Il matrimonio fu celebrato alla fine di agosto, in una delle tante ville degli Stokes nelle campagne del Sud -Ovest dell'Inghilterra. Il ricevimento era stato organizzato dalla stessa Katrina, che voleva un matrimonio da favola, perfetto in ogni minuscolo dettaglio. Aveva assoldato lei il catering e scelto la location insieme al marito. Aveva conosciuto i suoceri qualche giorno prima del matrimonio, ma principalmente avevano parlato della villa e di come avrebbero dovuto organizzare gli spazi. Faceva un caldo infernale e il vestito bianco candido di Katrina era intriso di sudore, per non parlare poi del completo elegante di Banaby. Il testimone di Katrina era suo fratello Richard, mentre quello di Barnaby una sua amica di lunga data. I genitori di Katrina rimasero in disparte, così come quelli dello sposo.
Completata la cerimonia ufficiale, gli sposini si diressero in viaggio di nozze in Francia, dove accadde l'inevitabile.

𝖋𝖆𝖙𝖍𝖊𝖗 𝖆𝖓𝖉 𝖘𝖔𝖓

cat stevens

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How can I try to explain? 'Cause when I do he turns away again
It's always been the same, same old story
From the moment I could talk I was ordered to listen
Now there's a way and I know that I have to go away
I know, I have to go

Barnabas "Barnaby" Stokes (Pierce Brosnan)

11/12/1968 (età 55)

Barnaby crebbe all'ombra di suo padre, cercando di copiarlo in tutti i modi possibili sin da quando era piccolo. Infatti, a tre anni si divertiva a imitare il tono imperioso di Abraham, e a cinque anni era già diventato il capo della banda di ragazzini del quartiere. Anche Barnaby soffrì della mancanza di una figura paterna; suo padre era più in banca che a casa, mentre sua madre progressivamente perdeva interesse in lui, affidandolo sempre più alle cure di una tata.
Quando Barnaby compì sette anni, i suoi genitori si separarono.
A quanto era riuscito a estorcere dalle conversazioni rabbiose tra Winifred e Abraham, sua madre era incinta di un altro uomo.
Per sempre fedele al padre, Barnaby preferì rimanere nell'austera residenza di famiglia invece che seguire la madre in America, dove si trovava il suo amante nonché padre del fratellastro di Barnaby. In seguito si pentì di questa scelta, perché vide il padre, la persona che stimava di più al mondo, sprofondare in una depressione sempre più intensa, affogata nell'alcol e nelle pasticche bianche che assumeva di tanto in tanto con un bicchiere di scotch.
Gettato di botto nell'adolescenza con l'arrivo di sua madre e del fratellastro dall'America, pronti a fare causa ad Abraham per gli alimenti non pagati, Barnaby voleva accantonare la sua vita familiare per dedicarsi alle scorribande con gli amici, ma qualcosa di più forte glielo impediva: il legame non corrisposto con suo padre. Avrebbe voluto fare qualcosa per aiutare Abraham, prosciugato da quella sanguisuga di sua madre e dello stupido fratellastro minore, ma non poteva. Winifred trascinò Abraham in tribunale e venne stabilito che Abraham avrebbe dovuto pagare tutti gli alimenti entro un certo periodo di tempo, altrimenti gli sarebbe stata addebitata anche una multa da diecimila sterline.
Abraham pagò quanto pattuito e cacciò la moglie dall'Inghilterra, insieme al figliastro.
Barnaby, non potendo fare altro, si concentrò al massimo sulla scuola, finendo per diventare il secchione di turno. Però nessuno osava prenderlo in giro, poiché era figlio del temibile Abraham Stokes, e quindi nella sua classe vi era una lotta continua per ottenere i favori di Barnaby, che si fece una reputazione di un certo tipo a scuola. Tuttavia, questo non bastava. A ogni voto positivo riportato sulla pagella di Barnaby, Abraham rispondeva con un grugnito, per poi ritornare con la testa china sui calcoli che stava svolgendo sul tavolo della cucina. Ogni volta che Barnaby esultava per un nove in chimica o filosofia, Abraham rispondeva con un: "Perché non hai preso dieci?"
Superata la fase della pubertà, Barnaby diventò decisamente un bel ragazzo, e ultimato l'esame finale delle scuole superiori si iscrisse a Cambridge con un ottimo curriculum scolastico.
Durante l'università prese le cose più alla leggera, senza però smettere di cercare di impressionare il padre. Si attorniò di amici che desideravano ottenere la sua approvazione in quanto ricco, bello, carismatico e intelligente, e soprattutto favori e inviti ad epici festini organizzati nella mastodontica villa degli Stokes, dove potevano bere gratis e fare baldoria. Forse in questo modo si sarebbe sentito un po' meno solo.
Nel giro di un paio d'anni, Barnaby si trasformò in un ragazzaccio, del tipo di maschio alfa che porta a letto la ragazza più brutta del campus e poi la abbandona solo per una scommessa fatta con gli amici. Fumava, beveva e aveva una ragazza diversa nel letto ogni sera, cose che lo rendevano l'idolo di ogni ragazzo del suo corso.

Laureatosi in Economia come suo padre, Barnaby si arrampicò velocemente sulla scala del successo, venendo persino intervistato per il Daily Mail. Nonostante le offerte di lavoro che piovevano a catinelle, Barnaby decise che avrebbe lavorato nella stessa banca di suo padre e di suo nonno prima di lui, la RSHC Holding Group. Da quando è entrato nell'enorme famiglia che da sempre aveva contato per Abraham più di quella che aveva a casa, ha cercato in tutti i modi possibili di soddisfare la sua sete di potere dirigenziale e il padre contemporaneamente tramite diversi "omaggi" e favori ad Abraham, ma finora non è mai riuscito a ottenere il tanto agognato posto di direttore generale occupato per tanti anni dal padre.

Barnaby conobbe Katrina a una festa di gala fuori Oxford. Non appena lei fece il suo ingresso trionfale in sala, scortata dall'austero Ebenezer e dalla stravagante Rita e da quel pinguino del fratello maggiore Richard con il più piccolo della famiglia, Israel, che si nascondeva dietro al fratello maggiore, Barnaby capì che di ragazze così ne esisteva una su un milione. Indossava uno splendido vestito rosso che le accentuava le curve e un collier che le impreziosiva la pelle color avorio. Subito decise che doveva passare all'azione, ma non sapeva come fare. Agguantò un bicchiere di tequila e lo scolò tutto di un fiato, per poi rubare a un cameriere che passava per di là due bicchieri. Aiutato dal bruciore in gola e dall'audacia derivata dall'alcol, chiese a quella bellissima creatura - finalmente sola, tra l'altro - se potesse offrirle dello champagne. Sorprendentemente lei accettò con uno sguardo malizioso negli occhi, e finirono quasi per fare sesso in biblioteca. Quando si fece ora di andare via, Barnaby disse a Katrina che l'avrebbe cercata dappertutto, anche se questo avesse significato perdere una vita intera nel tentativo di raggiungerla.
Peccato che ci mise solo un paio di giorni per rintracciare casa Goodman.
Non era stato troppo difficile, in fondo: aveva chiesto a chiunque fosse presente alla festa chi fosse quella ragazza dal vestito rosso fino a quando un suo vecchio amico, un certo Travis Williams, non gli aveva riferito nome, cognome, data di nascita e indirizzo della misteriosa ragazza in rosso.
E così si presentò a casa Stokes, per poi vedersi chiudere la porta in faccia da quel gamberetto del fratello di Katrina.
"Scendo subito, dammi un minuto!" aveva urlato questa dalla finestra.
Un'ora dopo, erano pronti per uscire. Si fermarono in diversi bar a chiacchierare, ma fu su una panchina del parco di Londra che Barnaby diede a Katrina l'anello di fidanzamento. Emozionata e per nulla sorpresa dal fatto che si conoscessero appena da una manciata di giorni, Katrina accettò il costosissimo anello con lo smeraldo e baciò Barnaby.

Il matrimonio venne celebrato in agosto, tre mesi dopo che lui le aveva chiesto di sposarlo. In quell'occasione la sua futura moglie conobbe entrambi i genitori di Barnaby - un evento epocale, visto che Abraham e Winifred non si parlavano da tredici anni -, ma solo per discutere di questioni organizzative, poiché il matrimonio si sarebbe svolto a Eastern Stonewall, la residenza estiva degli Stokes nel Dartmoor. Ciò che Barnaby ricorda tuttora della cerimonia e del ricevimento è che non ha mai sudato così tanto in vita sua, con l'abito firmato da cerimonia addosso. La sua testimone, Rhonda Reyes, la figlia di un vecchio amico di suo padre, si asciugava continuamente la fronte appiccicosa con un fazzoletto, e il trucco pesante le colava sulle guance paffute. Anche Richard, l'odioso fratello di Katrina, sembrava soffrire nel suo completo grigio, e Barnaby aveva provato una punta di soddisfazione, carbonizzata poi dal sole di agosto. I genitori di Katrina, Ebenezer, il quale sudava con contegno, e Rita, che a quanto pareva aveva deciso di vestirsi da cosplay di una bomboniera azzurra, rimasero in disparte, così come Abraham, rifugiatosi sotto un sempreverde e Winifred, che Barnaby non vedeva da almeno dieci anni, dignitosa nel suo vestito scollato verde chiaro, insieme a Robert, l'americano che gliel'aveva portata via, e i fratellastri Magnus, Desmond e Lilian.

Quando la tortura della cerimonia finì, Barnaby prese per mano la donna che poteva finalmente chiamare moglie e insieme volarono verso Parigi.

cugino

𝖎𝖋

pink floyd

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If I go insane, please don't put your wires in my brain
If I were the moon, I'd be cool
If I were a rule, I would bend
If I were a good man, I'd understand the spaces between friends

Sinclair Montrose-Campbell (Mukasa Kakonge)

18/01/1996 (età 27) (adottato)

Sinclair è il cugino di Simon da parte di padre. I suoi genitori, Desmond e Rachel, avevano scelto lu, tra le centinaia di bambini in un orfanotrofio in Mozambico, come loro unico erede, e ancora Sinclair non si capacita della scelta. Che cos'aveva lui di speciale? Che cosa lo rendeva diverso dagli altri?
Non riuscì mai a capirlo. Sapeva solo che Desmond e Rachel erano impossibilitati ad avere bambini sin da molto giovani, e, durante la loro permanenza in Mozambico, si erano decisi ad adottare uno di quegli orfani. Venne separato dagli altri ragazzini e portato in Inghilterra insieme ai suoi nuovi genitori adottivi, dei quali il piccolo Sinclair aveva timore, con i loro abiti costosi e il jet privato. Non appena arrivò a Stainfield Park, la signorile dimora dei coniugi, venne lavato, vestito con i più raffinati abiti da bambino delle migliori marche e da subito educato da un precettore che veniva ogni giorno a casa Stokes.
Dopo aver frequentato le scuole superiori in un istituto privato, si laureò a Oxford in medicina, e cercò di inseguire il suo sogno di diventare pediatra e di curare i bambini bisognosi nei paesi del Terzo Mondo.

Non ha mai avuto un rapporto idilliaco con i genitori; li rispetta in quanto tali, ma non approva il modo di arricchirsi di entrambi, Desmond lavorando come assicuratore e a volte truffando i clienti e Rachel come giornalista scandalistica, ficcando il naso negli affari degli altri.

A ventitré anni si trasferì a Liverpool per lavorare come stagista in un ospedale pediatrico, e fu lì che seppe che suo cugino Simon era stato arrestato. Allora fece qualcosa che non si sarebbe mai nemmeno sognato di fare: corrompere i poliziotti per facilitare il rilascio di Simon. Dopo avergli fatto giurare che non ne avrebbe fatto parola con nessuno, prestò al cugino i soldi necessari per un biglietto del treno e aspettò pazientemente che glieli ritornasse. Intanto, non riusciva a dormire per quello che aveva fatto: proprio lui, che tanto criticava il modus operandi sia di sua madre che di suo padre, che predicava l'onestà e la trasparenza, non si era dimostrato tanto migliore di loro. Abbattuto e perseguitato dai sensi di colpa, decise che viaggiare il mondo l'avrebbe distratto per un po'. Ottenuta l'abilitazione di pediatra, si unì ai Medici Senza Frontiere in un viaggio in Africa e Medio Oriente per curare i bambini dei villaggi più isolati e martoriati dalle guerriglie in corso.
Distrutto dagli orrori visti, ritornò in Gran Bretagna dopo due anni di servizio come medico e divenne primario nell'ospedale pediatrico di Oxford, professione che tuttora svolge con passione. Non ha notizie del cugino da un bel po' di tempo, ma ogni tanto lo chiama, per sapere come sta e se si è disintossicato dalla droga.

ex fidanzato

𝖈𝖍𝖆𝖘𝖎𝖓𝖌 𝖈𝖆𝖗𝖘

snow patrol

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If I lay here
If I just lay here
Would you lie with me and just forget the world?

David Lee Makris (Dylan Arnold)

12/12/1999 (età 24)

La famiglia di David ha lontane origini greche e irlandesi; infatti il primo ricordo di David risale a una vacanza in Grecia, quando aveva tre o quattro anni e i suoi genitori erano ritornati a Rodi, l'isola dalla quale provenivano i bisnonni di David.
Il padre di David, Hektor, era contabile in una azienda che produceva suppellettili, mentre la madre, Moira, gestiva una caffetteria a Fallford, nel New Jersey. David crebbe in un paesino poco distante da Fallford e ogni pomeriggio andava a fare i compiti seduto a un tavolino del bar della madre, il Greek Goddess'. Gli piaceva l'atmosfera rilassata del luogo, adornato da finte statue greche e arredamento retrò, che gli faceva pensare a un vecchio caffè di Vienna.
La famiglia Makris si trasferì a New York quando David aveva solo dieci anni. Costretto a lasciare Meadville e tutti i suoi amici, il trasferimento nella Grande Mela lasciò dell'amaro in bocca al piccolo David, che però grazie alla sua spontaneità e alla sua naturale attitudine riuscì ad ambientarsi benissimo nella nuova, enorme scuola di New York e a fare amicizia con quasi tutti i ragazzini nella sua classe.
Capì di essere gay quando alle medie prese una cotta per il bulletto della classe, Mike Randall, l'unico con il quale non aveva mai fatto amicizia sin dai tempi delle elementari.

David pensava di essere sbagliato, di essere contro natura, proprio come diceva suo padre mentre guardava le sfilate del gay pride in un servizio del telegiornale o quando c'era un articolo sul quotidiano a proposito dei diritti gay. L'idea di parlarne con i suoi genitori e fare coming out sembrava impossibile, totalmente astratta.
Intanto si diceva che poteva "guarire", che era solo una fase e che in realtà a lui piacevano le ragazze, ma ogni volta che suo padre gli chiedeva quale delle ragazze nella sua classe secondo lui fosse la più bella, o "avesse il più bel culo" lui rispondeva sempre "Lindsay Grant" (la prima che gli veniva in mente). Quando ci fu il career day e il signor Makris venne a scuola, chiese al figlio chi fosse questa fantomatica Lindsay Grant, decantata dea di bellezza dal naso perfetto, denti perfetti, capelli setosi, ecc. ecc.
Imbarazzato, David indicò la vera Lindsay, una ragazzina magrissima e con il naso aquilino.
"Non è che mi sembri questa Venere di bellezza" commentò suo padre, "ma se piace a te, figliolo, per me va benissimo".
Con voti nella norma ma comportamento impeccabile, arrivò alle scuole superiori con la media dell'8 e un'ottima reputazione sia tra gli alunni sia tra i professori. Tutto cambiò, però, quando David tentò di baciare Ezra Bennett, un suo compagno di classe che l'aveva invitato fuori a cena. Ezra aveva mandato il suo invito tramite un bigliettino nell'ora di storia, e David aveva subito accettato. Non gli pareva vero: sin dal primo giorno di scuola aveva avuto una cotta per Bennett, ma pensava che fosse etero e uscisse già con Rosa Vernon. Quel sabato sera, aveva detto ai suoi genitori che usciva fuori con Thelma Miller, la sua compagna di banco.
"Divertiti, figliolo!" aveva detto Hektor. "E mi raccomando, usa le protezioni!"
"Hektor!" era sbottata Moira.

I due si incontrarono in un ristorantino italiano poco frequentato, in piena periferia. Ezra era vestito con una camicia grigia e una cravatta rosso sangue, ed era elegantissimo. Subito Simon si pentì della scelta di abbigliamento che aveva fatto quel pomeriggio: maglietta dei Muse e jeans aderenti con un paio di Nike fluorescenti che non centravano proprio nulla. Ezra ordinò due bicchieri di vino (nonostante non avessero l'età legale per bere) e cominciò a conversare amabilmente con David. Subito capì che erano fatti l'uno per l'altro: amavano gli stessi film, le stesse serie TV ed entrambi sapevano tutte le parole della maggior parte delle canzoni dei Cure. Dopo aver cenato con un'ottima pizza, si erano spostati nel parco. David sentì che quello era il momento perfetto. Fece per avvicinarsi ad Ezra e stavano quasi per baciarsi, ma ad un tratto Ezra si scansò bruscamente.
"Ma cosa fai?" aveva urlato Ezra, diventando completamente rosso. "Giù le mani!"
Ferito, David si girò appena in tempo per vedere gli amici di Ezra "soccorrere" quest'ultimo e menare di botte l'"aggressore", ovvero lui stesso.
Quando rincasò disse ai genitori che l'ex possessivo di Thelma l'aveva picchiato.

Lunedì partirono gli insulti.

Venne chiamato "frocio" e "gay di merda", il suo armadietto venne imbrattato con la scritta "finocchio" e i suoi libri vennero farciti di messaggi minatori. Gli insegnanti convocarono i genitori, i quali decisero che David avrebbe dovuto cambiare scuola il più presto possibile.
A quel punto, la verità era inevitabile.
David confessò ai genitori di essere gay quello stesso pomeriggio. Suo padre la prese malissimo e non gli parlò per una settimana, mentre Moira lo abbracciò e disse che a suo figlio potevano benissimo piacere sia gli uomini, che le donne, che gli unicorni o gli hot dog volanti, che lei sarebbe sempre stata sua madre.
A settembre si trasferì in una scuola molto distante da casa sua, dove fece nuove amicizie ed entrò nel giro di Tony Mallis, il playboy della scuola. Questi diventò uno dei suoi migliori amici, e David si sentì abbastanza libero con lui da confidargli che era gay. Oltre ogni aspettativa, Tony la prese benissimo e gli disse che non c'era nulla di male se a lui piacevano i ragazzi. Anzi, fece di più: cercò di presentargli qualsiasi suo conoscente che fosse gay dichiarato e rientrasse nei gusti di David.
Ma fu durante l'estate del primo anno di college di David che Tony gli presentò il suo nuovo compagno di appartamento, un ragazzo inglese arrivato da poco alla Grande Mela: Simon. Dapprima David riteneva che Simon fosse troppo presuntuoso e pieno di sé per i suoi gusti, arrivando alcune volte addirittura a litigare con lui per questa o quella cavolata, ma con il tempo Simon sembrò addolcirsi, fino a quando non chiese a David di uscire. Questi accettò, riluttante, ma inaspettatamente finì per passare una splendida serata, culminata con un romantico bacio sotto lo sguardo vitreo della Statua della Libertà.
Per un periodo David frequentò assiduamente il 13 di White Avenue, e talvolta Brian, Dixie e Tony andavano a dormire dagli amici o dalle fidanzate per lasciare casa libera a lui e Simon. Ma tutte le belle cose prima o poi finiscono, e quando Simon comunicò a David che doveva partire per cercare delle risposte, David gli mollò un ceffone. Poi, però, capì che forse Simon stava affrontato un altro dei suoi periodi bui, e il giorno seguente andò a scusarsi con lui. Simon disse che forse avrebbero dovuto finirla lì, mettere la relazione in pausa per poi capire come andare avanti, e David si vide praticamente costretto ad accettare. Amava moltissimo Simon, e il benessere di lui veniva decisamente prima del suo medesimo, considerato anche tutto quello che Simon aveva dovuto passare.
In questo momento sono in un pericolante limbo tra la relazione e la rottura, principalmente a causa dei chilometri che li separano; comunque David si premura di chiamare Simon ogni sera, per chiedere come vanno le cose nel buco di posto dentro al quale si è ficcato e se ha trovato lavoro.

amici

𝖇𝖔𝖒𝖇 𝖙𝖍𝖗𝖔𝖚𝖌𝖍 𝖙𝖍𝖊 𝖇𝖗𝖊𝖊𝖟𝖊

hannah wicklund

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But should I call your bluff from here?
So don't come around pourin' gasoline
'Cause I'll light you up like a bomb through the breeze

Madeleine "Dixie" Dixon (Whitney Peak)

25/09/1998 (età 25)

Nativa di Winston, un paesino della Louisiana, Madeleine si era trasferita a New York dopo aver vinto una borsa di studio alla prestigiosa Columbia University. Quando la lettera di ammissione al college grazie alla borsa di studio era arrivata a casa Dixon, tutti avevano fatto letteralmente i salti di gioia, compresa Riley, la cagnolina maltese che Madeleine aveva purtroppo dovuto lasciare ai genitori, perché a malapena aveva tempo per sé, figurarsi per portare Riley a fare i bisogni!
Quando era stata espulsa dall'università per una rissa nel campus, aveva preferito rimboccarsi le maniche, stavolta in una tavola calda, piuttosto che tornare dai suoi genitori e ammettere che la borsa di studio era andata per non ritornare mai più.
L'appartamento al 13 di White Avenue le era sembrata una salvezza: un posto a poco prezzo dove rifugiarsi e rimuginare sulla cazzata che aveva fatto. Madeleine era fatta così: impulsiva ma con una dannosa tendenza a rivoltare il passato nei momenti più inopportuni. E anche Tony, Brian e Simon erano diventati, piano piano, la sua salvezza quotidiana. La distraevano con le stupidaggini, magari facendola incazzare, ma la tiravano su sempre, a volte prendendola per la gola (va pazza per le Fonzies e le noccioline).
Purtroppo si vide costretta a lasciare Simon e i ragazzi per tornare in Louisiana quando sua madre si ammalò di cancro ai polmoni, e ne soffrì moltissimo. Avrebbe avuto bisogno della spalla di Tony su cui piangere quando il primario dell'ospedale le aveva detto che per sua madre non c'era più speranza. Senza più sapere cosa fare, aveva soffocato il dolore aiutando suo padre alla fattoria, dove inseguiva il destino che non avrebbe mai voluto che si realizzasse per lei - e anche uno dei motivi per cui si era trasferita a New York -, ovvero quello di suo padre e suo nonno: coltivare carote e guidare il John Deere di famiglia. Non ha notizie da Simon da quando ha fatto ritorno a Winston, ma a volte, spinta da un impulso che non sa indentificare bene, alza la cornetta dell'antiquato telefono della fattoria e fa per comporre il numero di Simon, prima di abbassare il ricevitore. Ha perso i contatti anche con Brian; Tony è l'unico che chiama qualche volta, per sapere come se la passi.

𝖇𝖗𝖎𝖆𝖓𝖘𝖙𝖔𝖗𝖒

arctic monkeys

1:19 ━❍──────── -2:53
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Brian
Top marks for not trying
So kind of you to bless us
With your effortlessness

Brian "Eno" Faircast (young Keanu Reeves)

20/08/1997 (età 26)

Brian proviene da una famiglia ebraica del Queens. Sin da piccolo ha avuto una grande passione per la musica (da lì il soprannome "Eno") trasmessa da suo padre, chitarrista in un complesso rock.
I suoi genitori si sono separati quando lui era ancora piccolo a causa dello stile di vita altalenante di Adam e il fatto che tornasse a casa ad orari improbabili, fatto oppure ubriaco.
Da allora ha vissuto con la madre, Esther, in un minuscolo appartamentino nel Bronx; da quando era nata la sorellina, Sarah, di dieci anni più piccola di lui, era stato obbligato a prendersi cura della neonata in fasce mentre Esther andava di casa in casa a fare pulizie.
E' sempre stato uno studente modello: è riuscito a vincere una borsa di studio per l'Università di New York, della quale frequentava i corsi quando ha deciso di affittare il famoso appartamento al numero 13 di White Avenue.
E' un tipo fastidiosamente preciso: odia essere in ritardo e se guardaste nel suo cassetto della biancheria prendereste un infarto da quanto è lindo e ordinato. Le sue regole ferree sulla pulizia e assetto, però, non sembrano valere per la sua scrivania, che Dixie ha definito una volta come "un vero e proprio porcilaio". Dopotutto, Brian ha sempre ripetuto più volte che se la sua postazione è pulita non riesce a studiare.

Attualmente è ritornato nel Queens, dove convive con la fidanzata Cheyenne, e sta lavorando alla pubblicazione del suo primo libro, dopo che la sua tesi di laurea sullo spaziotempo era stata pubblicata e aveva creato scompiglio nel mondo scientifico. E' ancora in ottimi rapporti con Simon e spera sinceramente che l'amico abbia trovato il suo posto nel mondo e le risposte che Simon sta ancora cercando.

𝖈𝖆 𝖕𝖑𝖆𝖓𝖊 𝖕𝖔𝖚𝖗 𝖒𝖔𝖎

plastic bertrand

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Ça plane pour moi
Ça plane pour moi

Ça plane pour moi, moi, moi, moi, moi, ça plane pour moi

Anthony "Tony" Mallis (Ethan Cutkotsky)

19/11/1999 (età 24)

Figlio del ricco possidente Dominic Mallis e nipote del proprietario della catena di supermercati Q-Save Richard Mallis, nonostante il pedigree sin da piccolo è stato reputato un fannullone e un buono a nulla, come suo padre gli ha ripetutamente puntualizzato in faccia. La sua famiglia è ricca sfondata, ma Tony non ha mai visto un centesimo; suo padre ha già detto di averlo diseredato. Alle elementari veniva preso in giro per via del fatto che si vestiva come un barbone mentre i suoi genitori navigavano nell'oro. Grazie all'aspetto belloccio alle superiori aveva un discreto successo con le ragazze, guadagnandosi la fama di playboy, ma con i voti rimase lo stesso un disastro. Stanco del modo in cui tutti lo trattavano, a diciannove anni affittò un appartamento con i pochi soldi che aveva guadagnato lavorando ogni estate in una stazione di servizio da quando aveva quindici anni, in modo da dimostrare ai suoi genitori che era perfettamente capace di andare a vivere da solo. Al numero 13 di White Avenue aveva finalmente trovato la pace e tre amici fantastici, che lo rispettavano (forse Brian un po' meno) e che non lo trattavano da scemo del villaggio.
Dopo aver svolto qualsiasi lavoro disponibile sulla piazza e sempre in bolletta, Tony nel 2019 ha accettato un posto come metronotte all'American Museum Of Natural History, del quale è estremamente contento. Nonostante ciò, non ha mai visto "Una Notte Al Museo".

In una relazione stabile con una certa Sharon Hunt dal 2020, la coppia ha abbandonato l'appartamento al numero 13 di White Avenue poco dopo la partenza di Simon, andando a vivere nel loft di Sharon a qualche isolato di distanza.

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+ 𝖒𝖔𝖗𝖊 𝖆𝖇𝖔𝖚𝖙 𝖘𝖎𝖒𝖔𝖓

In più, ho incluso una playlist per questa scheda, la trovate a questo link:

https://open.spotify.com/playlist/6CjQMYeKn7HLaLwfr4DLH1?si=6aabb9f4ad254b6e

oppure con il nome "sss" su Spotify.

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𝖆𝖚𝖙𝖍𝖔𝖗'𝖘 𝖓𝖔𝖙𝖊

totale: 15181 parole

Mi sono impegnata un casino per la realizzazione di questo OC (e infatti sono stata stranamente produttiva HAHAHAH). In realtà avevo un papiro di tremila e passa parole solo per l'introduzione della famiglia di Simon, ma ho dovuto tagliarlo altrimenti non sarei riuscita a consegnarlo in tempo. Ho preferito invece concentrarmi sui suoi amici e sul suo ex, tanto comunque li caga più della sua famiglia hahahah
E' il mio primo OC dopo tanto, tanto tempo e spero davvero di aver messo tutto :))

P.S.: scusa per le domande moleste ma avevo bisogno di chiarimenti hahah

P.P.S.: odio il limite di immagini di wattpad

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