📜 5.«Piangere non servirà a niente»⚜

⚜ 

Jungkook si risvegliò come se fosse stato appena fatto riemergere dal fondo del mare. Spalancò gli occhi, recuperò aria nei polmoni come se non avesse respirato fino a quel momento e si tirò a sedere di scatto.

La prima cosa che vide fu il volto preoccupato di Jimin, che cercava di toccarlo appena, delicatamente, per farlo tranquillizzare «Y-Yoongi ti prego, fa qualcosa» gli tremò la voce ed il medico appena arrivato al suo fianco, si mise subito al lavoro. Prese il volto del corvino tra le mani e lo girò nella sua direzione «Jungkook, guardami» provò ad intercettare il suo sguardo che sembrava non volerla finire di vagare disorientato «da bravo, concentrati solamente su di me» annuì quando vide i suoi movimenti rallentare «così, esatto. Prendi dei respiri profondi» 

Jungkook venne fatto appoggiare con la schiena al muro alle sue spalle mentre cercava di riprendersi ed intanto Yoongi indicò la sua borsa posta lì di fianco «Jimin, nella tasca ci dovrebbero essere dei fazzoletti» il nominato si mosse alla svelta anche se con mani tremanti. Mentre il corvino, adesso più cosciente cercava di capire il perché servissero così urgentemente «Cosa? Perché?»

Il ragazzo di fronte lui lo ignorò per un attimo, cercando di tenere a bada Jimin ed i suoi consigli pressoché inutili «Me-mettiamogli la testa all'indietro» non fu più certo di quello che disse quando lo sguardo del dottore gli si posò di sopra «Certo, facciamogli finire nei polmoni tutto il sangue possibile» scosse la testa per poi rivolgersi al diretto interessato «Ti sta uscendo del sangue dal naso»

«Oh okay» forse era di quello che parlava Taehyung. Il suo corpo avrebbe subito sempre più dei danni, fino ad arrivare al collasso. Non avrebbe retto più e probabilmente quello era uno dei primi sintomi. Aspettò che il fluire rosso di fermasse e Yoongi lo aiutò ad infilare dei rotolini di carta nelle narici, così da evitare che i suoi vestiti si sporcassero ancora di più. Le persone corse per le urla precedenti di Jimin, scemarono pian piano, liberando l'imbocco delle scale e ridando aria al luogo. Ed il biondo si tranquillizzò nel vedere stare meglio il suo amico. Jungkook si girò verso di lui, rimanendo con la schiena appoggiata al muro «Quanto tempo sono stato...» l'altro capì al volo «Penso» scrollò le spalle «Cinque minuti, forse anche meno»

Quella rivelazione fu importante. Ciò significava che il tempo scorreva in modo differente da Taehyung. Mezz'ora di là, equivaleva ad un paio di minuti da loro «Ti senti meglio?» la sua attenzione venne ricatturata da Yoongi. Sembrava andare di fretta «Ho lezione tra poco, dovrei scappare» Jungkook si riscosse, tirandosi leggermente su «Sì sì, vai tranquillo. Io sto molto meglio»

Dopo un'ultima occhiata, per accertarsi delle sue condizioni si alzò in piedi «Va bene. In caso ce ne fosse bisogno vieni da me, sono in aula» guardò Jimin poi «Tu-» rimase a pensarci per un attimo «tu non fare niente, potresti ucciderlo con i tuoi consigli» 

Il biondo lo guardò storto. Per quanto sapesse che in fondo quelle erano solo delle banali battute, detto fin troppo in modo serio, ogni volta sentiva il suo cuore stringersi un po' di più. Faceva male essere trattato in quel modo. La prima volta si mise a ridere, così la seconda, poi la terza, ma alla quarta incominciò ad offendersi. Sembrava lo considerasse uno scansafatiche e soprattutto uno stupido su tutti i fronti «Che stronzo» sibilò a denti stretti, cercando di non farsi sentire ma ottenendo tutto il contrario.

Sul volto di Yoongi si stampò un piccolo ghigno e si girò lentamente, fino ad intercettare nuovamente gli occhi del biondo «Puoi ripetere?» e Jimin pensò bene di starsene zitto, magari alzarsi per andarsene e dargli una spallata tattica per fargli capire chi comandasse ma tutto quello che fece fu il contrario, peggiorò la situazione. Si mise in piedi, lo fissò negli occhi e non seppe neanche lui dove trovò tutto quel coraggio «Ho detto. Che sei uno stronzo!»

Jungkook ebbe quasi l'impulso di coprirsi gli occhi per non guardare, sentendosi qualcosa di troppo in quella discussione; Jimin si sarebbe ben volentieri sotterrato, soprattutto quando vide il professore di medicina andargli incontro, arrivando ad un passo dal suo viso «Non ti credere chissà chi solo perché ti ho portato una volta fuori a cena» graffiò la sua voce, facendo venire i brividi all'altro «Mi facevi solo pena, tutto qua»

Jimin boccheggiò in cerca di parole, la voce tremante e gli occhi all'improvviso umidi al solo ricordare quella serata. Quella dannatissima serata che lo fece perdutamente innamorare della persona più stronza di tutto l'universo.

Il freddo di quella sera se lo ricordava ancora alla perfezione. Aveva addirittura pensato che le sue lacrime si potessero congelare attaccate al viso. La panchina, sulla quale si era seduto, tirando le gambe al busto e circondandole con le braccia, si trovava in un piccolo parco giochi, non era un granché eppure in quel momento aveva tutta la parvenza di essere il luogo giusto in cui andare. Era sempre la stessa dannatissima storia. Jungkook glielo ripeteva ancora ed ancora ma lui non lo stava ad ascoltare. Le persone non le sapeva giudicare, non riconosceva mai un animo buono da uno cattivo. Ritrovandosi così con l'ennesima umiliazione, una piccola ferita sul cuore, che però sommata alle altre incominciavano a diventare qualcosa di troppo doloroso.

E poi all'improvviso sentì un fruscio di fianco, alzò la testo e lo vide. Il professor Min era lì, accanto a lui. Con il suo lungo cappotto caldo, le mani infilate nelle tasche ed una sciarpa attorcigliata attorno al collo. Guardava dritto davanti a sé ed osservandolo con attenzione si poteva intravedere una nuvoletta di condensa formarsi davanti la sua bocca. 

Jimin si tirò su, passò le mani sui suoi occhi, cercando di asciugarli. Lo guardò dispiaciuto, vergognandosi per quel suo stato «B-buonasera prof. Ha già finito le lezioni?» mise giù le gambe sedendosi più composto. La sua domanda di cortesia venne ignorata totalmente ed il non sentirlo rispondere, non seppe il perché, ma lo fece stare ancora più male, ritrovandosi di nuovo con le lacrime a rigargli il volto «Piangere non servirà a niente»

Quando la voce pesante di Yoongi colpì le sue orecchie, il suo cuore perse un colpo. Osservò tutto il suo profilo, facendo scendere gli occhi dal naso, ai suoi occhi, fino alle labbra arrossate «C-come?» 

«Anche se piangi, non tornerà di certo» fu secco, tagliente. Jimin lo sapeva bene, aveva detto la verità, ma faceva male sentirselo dire. Provò a rispondergli ma la voce si interrompeva, spezzandosi, come se non fosse sintonizzata tutta sulla stessa frequenza «Ma fa male» sussurrò abbassando il capo, si strinse le braccia attorno al busto, come per confortarsi maggiormente.

Yoongi gli buttò una rapida occhiata, poi quelle stesse pupille nere le fece roteare al cielo. Sfilò una mano dalla tasca, storcendo appena il naso al contatto con il freddo e corse ad afferrare la testa di Jimin. Il ragazzo fu preso di sorpresa, spalancò gli occhi e si ritrovò subito dopo appoggiato sulla spalla del professore «Fa che questa sia l'ultima volta. Devi incominciare a prenderti cura del tuo cuore, biondino»

Ironico come adesso però stesse soffrendo proprio a causa della persona che quel consiglio glielo aveva dato. Scosse la testa, strinse i pugni e gridò a gran voce «Mi ci potevi lasciare su quella maledetta panchina!!»

Il petto di Jimin si alzava ed abbassava freneticamente dalla rabbia, dallo sconcerto e da tutto quel mix di emozioni. Yoongi invece si era calmato, un mare piatto ma con il cielo totalmente oscurato da nuvole nere «Hai ragione» gli soffiò vicino al volto «Avrei dovuto sfilare dritto» cosa che fece esattamente in quel momento, girandosi ed andandosene.

Jimin si portò una mano sul volto, scaricò il peso da una gamba all'altra nervoso e sbatté con forza una mano contro il muro «Dannazione!»

«Ha fatto bene» 

Fu Jungkook a parlare. Si era rialzato e soprattutto sfilato quei ridicoli rotolini di carta dalle narici. Jimin lo guardò, senza parole «Cosa? Gli stai pure dando ragione?» le sue mani tremarono, puntò un dito verso le scale, da dove Yoongi se ne era andato «Ma hai visto come si è comportato??»

Il corvino annuì e lo guardò serio «Ti ha fatto solo un favore» alzò le spalle convinto delle sue parole «Come può piacerti quella testa di cazzo? Se proprio vuoi farti una scopata, ti ricordo che hai le file di ragazzi che ti aspettano, compreso me»

Dalla bocca del biondo fuoriuscì solo una piccola risata stanca. Nessuno che lo comprendesse, nessuno che sapesse mai spendere una buona parola per lui. Non pretendeva che gli dessero tutta la ragione ma Dio «Non hai capito assolutamente niente» si mise una mano sul petto «Sei il mio migliore amico, diamine! Ma perché non c'è mai una volta che mi dici "Lo so Chim, sono tutti delle merde, ma tranquillo ci sono io"!»

Jungkook allargò le mani in aria «Te l'ho appena detto...»

«Non voglio scopare con te!» non ce la faceva più era esausto, stufo di tutti «Senti, vaffanculo Kook, io me ne vado» 

Probabilmente fu in quel momento che il corvino capì le parole di Taehyung "Hai infranto fin troppi cuori, Jeon". Lui non spezzava semplicemente l'amore di possibili fidanzate o fidanzati, lui semplicemente rovinava ogni tipo di amore che provassero verso di lui. Ma non avrebbe mai voluto che Jimin reagisse in quel modo, era stato involontario, delle parole scelte in modo sbagliato. Voleva dirglielo veramente che per lui ci sarebbe sempre stato, ma allora perché gli era uscito così male?

⚜ 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top