📜 20.«Vorrei che tu mi odiassi»⚜
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Yoongi mantenne le mani sul volante, stringendolo forte, ma fermo al semaforo si permise di guardare con la coda dell'occhio Jimin, seduto accanto a lui. Era evidentemente impaziente, nervoso «Far rimbalzare quella gamba tutto il tempo, non ci permetterà di arrivare più veloci»
Jimin espirò pesantemente «Lo so» provando sul serio a bloccare quel movimento, ma lo sfogo arrivò in altri modi.
«Neanche mangiarti le unghie» lo rimproverò ancora Yoongi e da quel momento riprese a battere il piede per terra. Roteò gli occhi al cielo Jimin, insultando mentalmente il semaforo, dicendogli di scattare sul verde il prima possibile «Oh e dai non rompere»
Yoongi portò la mano sul cambio ed inserì la prima per prepararsi a ripartire «So perfettamente che sei in ansia ma un minuto e arriveremo» neanche finito di lavorare, si erano subito messi in macchina per andare a casa di Jungkook, avrebbero parlato con lui, lo avrebbero fatto ragionare, così da portarlo da un medico.
«Se solo questo dannato semaforo si decidesse a scattare, Dio che nervi!» sbottò il biondo, buttando la testa contro il finestrino ed incrociando le braccia al petto.
Yoongi non era tranquillo come dimostrava fosse, oh non lo era per niente, ma da una parte cercava di sdrammatizzare «Forse ti stai preoccupando troppo, magari sta bene» azzardò a dire, cercando di tranquillizzare l'altro.
«Mi preoccuperei anche se si fosse fatto un taglietto sul dito» spiegò Jimin e Yoongi sentì un pizzico di gelosia invaderlo. Dopo aver visto quelle foto postate su Twitter, si continuava a chiedere se tra loro vi fosse qualcosa e non è che l'ultima volta avesse ottenuto le sue risposte, soprattutto a causa del modo in cui lo aveva approcciato.
«È così importante per te?» finalmente ragionò prima di parlare e la domanda gli uscì abbastanza tranquilla.
Jimin alzò le spalle, poi le riabbassò «Jungkook fa parte della mia famiglia, come potrei non farlo?» la macchina nel frattempo ripartì e Yoongi fu un tantino sturbato per non poterlo guardare più e dover riportare la sua attenzione sulla strada.
«Ti piace?» si azzardò a chiedere a bruciapelo. Voleva solo una risposta, o sì, o no. Rimanere con quel dubbio lo divorava.
Jimin alzò prima un sopracciglio, poi lo guardò per un attimo stranito «Sì, ma non nel modo che pensi tu» arrivarono nel mentre nel parcheggio di quella palazzina a due piani.
«E quale sarebbe il modo che intendo io?» domandò Yoongi spegnendo il motore e staccandosi la cintura e Jimin innervosito ancor più, gli rispose un pelino acido prima di aprire lo sportello e scendere «Falla finita Yoongi, lo sai perfettamente quali siano i miei sentimenti per te»
«Già...» sospirò il corvino prima di scendere e raggiungerlo «Hai le chiavi?»
Di fatti lo vide cercare qualcosa nella tasca del suo giubbino «Certo che sì»
«Vuoi fare direttamente irruzione, senza suonare?»
«Non mi aprirebbe a prescindere» spiegò Jimin infilandole nella serratura. Prese un gran respiro prima di aprire e Yoongi si premurò di farlo ragionare fin da subito «Okay, stai calmo, parliamo tutti insieme tranquillamente e vediamo di farlo ragionare»
Jimin annuì, gli lanciò un'ultima occhiata e poi virò la mano verso destra. La porta venne spalancata, ponendo una mano su di essa e spinta con un po' di forza. Giusto il tempo di far due passi all'interno e quello che videro, sembrò la scena di un film horror, sembrò ad entrambi di essere stati appena catapultati sulla scena del crimine.
Jimin venne scosso da un'ondata di lacrime e singhiozzi, cadde direttamente in ginocchio, le gambe non gli ressero e Yoongi, anche se scosso, corse verso Jungkook, riverso a terra, in una pozza di sangue, per assicurarsi delle sue condizioni. L'unica cosa da fare fu il chiamare un'ambulanza e portarlo d'urgenza in ospedale.
Yoongi, da medico, decise di seguire il suo caso e dovette abbandonare Jimin davanti le sedie del pronto soccorso, per entrare in sala. Non avrebbe voluto farlo, non avrebbe voluto lasciarlo lì da solo, sapeva quanto stesse piangendo, quanto sicuramente si stesse torturando con i sensi di colpa inventati dalla sua mente, ma al contempo non poteva lasciare solo Jungkook.
Un rubinetto aperto al massimo. Ecco cosa gli era sembrato Jungkook. Lo dovevano tenere costantemente su un fianco, in modo che non soffocasse con il suo stesso sangue e nel mentre avevano incominciato le trasfusioni. Il problema più grande, era il non sapere dove fosse la falla. Da dove diavolo provenisse tutto quel sangue.
Andò lui stesso a chiamare, un suo superiore, il primario del reparto di radiologia. Sapeva fosse una persona dalla grande bravura nel suo mestiere e aveva bisogno di lui. Per farlo però dovette uscire dal pronto soccorso e venne bloccato subito da Jimin che scattò all'in piedi «Yoon! Ti prego, dimmi qualcosa!»
Yoongi non avrebbe dovuto fermarsi, avrebbe dovuto sbrigarsi ma quel faccino distrutto lo immobilizzò «Stiamo cercando di bloccare l'emorragia interna» affermò frettolosamente e probabilmente non lo avrebbe dovuto dire, dato che Jimin prese ad agitarsi ancora di più.
«C-cosa? Ha- Oh mio Dio» il biondo si infilò le mani tra i capelli, il suo petto si alzava ed abbassava freneticamente.
«Hey, calmati, ti verrà un attacco di panico così» ma l'altro sembrava non ascoltarlo, le sue pupille scattavano a destra e sinistra «Io- io»
«Jimin, respira» gli ordinò posandogli una mano sulla spalla e cercando il suo sguardo, volendolo far sedere.
«Non-non ce la faccio»
«Allora guardami» e non appena Jimin portò gli occhi su di lui, ci mise mezzo secondo per donargli un bacio a stampo «Ti prometto che torno subito, siediti qui e aspettami» Jimin ridiventò un mare calmo, almeno per quel momento.
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Gli sembrò di passare così tanto tempo su quelle sedie che ad un certo punto gli occhi si socchiusero dalla stanchezza. Non capiva, non riusciva a capacitarsene. Come era possibile che fosse arrivato a quel punto, Jungkook? Okay, lo aveva visto svenire, perdere del sangue dal naso...ma quello, quello scempio che aveva visto in casa, era troppo, non sembrava normale. Lo aveva creduto seriamente morto. Il viso sporco di rosso, tutti i vestiti. Odiava quell'immagine nella sua testa.
Saltò in aria quando una mano gli sfiorò la spalla. Aprì di scatto gli occhi e vide Yoongi con il volto forse più esausto del suo, sederglisi accanto «Ti prego, dimmi che non è in coma»
Il corvino scosse la testa «No, ma rischia seriamente di andarci» fece crollare la schiena contro la seduta e per poco non si lasciò scivolare fino a giù.
«E come possiamo fare?» agitò le mani in aria «Non c'è qualche modo per, non so, sollecitarlo o-oppure-»
«Si deve risvegliare da solo, non possiamo aiutarlo in nessun modo» gli spiegò Yoongi e Jimin sospirò annuendo «Capisco, l'emorragia?»
Yoongi si passò una mano sul volto, stropicciandolo, avendo solo voglia di dormire «Non è del tutto bloccata, non si capisce da dove arrivi, è sotto trasfusione continua. È come se fosse una bottiglia d'acqua bucata e noi stessimo cercando di continuare a riempirla, così che non si svuoti» e sembrava così tanto un assurdità quella situazione, perché non capiva come fosse possibile una cosa del genere e che però l'altro fosse ancora vivo.
«Sembra un lavoro inutile» commentò Jimin abbassando il volto sconsolato.
«È un lavoro inutile» ribadì il corvino.
«Sta soffrendo?»
«No, semplicemente dorme»
«Quando posso vederlo?»
Yoongi girò il volto verso di lui che però guardava i suoi piedi «Aspettiamo un paio di ore e poi trovo un modo di farti entrare» gli promise.
«Okay» gli rispose flebile.
Yoongi si leccò le labbra, deglutì ed osservò quella mano posata vicino a sé, avrebbe voluto stringerla «Tu stai bene?»
«Chi?» lo guardò spaesato Jimin ed istintivamente all'altro venne da sorridere «Tu, scemo»
«Penso...di sì, non lo so» scosse la testa, non riusciva a ragionare lucidamente a dirla tutta.
«Ti stai preoccupando tanto, non è vero?»
«Non dovrei farlo?» ricambiò la domanda il biondo e di certo Yoongi non poté negare.
«Vorrei tanto dirti di star tranquillo»
«Apprezzo la sincerità» l'avergli detto in faccia come stessero le cose, su quale fosse la condizione di Jungkook.
«Allora dovrei essere sincero anche su qualcos'altro» continuò Yoongi, catturando la sua attenzione.
«Cioè?»
«Mi dispiace averti baciato di nuovo senza il tuo permesso» specificò e Jimin fu abbastanza sorpreso da quelle parole.
«Oggi hai fatto bene, è servito a calmarmi» gli rispose e Yoongi si morse il labbro inferiore pur di trattenere gli angoli della bocca dal virare verso l'alto.
«Allora, scusa per l'altra volta»
Quello che seguì fu il sospiro più pesante di quegli ultimi minuti «Vorrei tanto odiarti»
«Vorrei che tu mi odiassi» lo rincalzò il corvino e Jimin aggrottò la fronte «Ma perché?»
Yoongi piantò gli occhi in quelli dell'altro «Sarei più tranquillo così che nel sapere di aver deluso le tue aspettative. A volte parlo senza pensare» e si accorse solo in quel momento di aver allungato la mano verso quella dell'altro e di starla sfiorando con la punta delle dita. Jimin non si stava allontanando.
«Lo fai piuttosto spesso»
«Non lo voglio fare più» gli promise serio, trovando il coraggio di intrecciare appena le loro dita.
«Okay» accennò ad un sorriso Jimin e lo stesso fece Yoongi aumentando il contatto «Okay»
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