📜 11.«Per farti sciogliere un po' il cuore»⚜

«Tieni, bevi questo» Taehyung si piegò vicino Jungkook, seduto accanto il camino per riscaldarsi. Gli porse una tazza fumante di cioccolata calda. Il cucchiaino tintinnò contro il coccio quando il corvino venne scosso appena dalla coperta che gli venne messa sulle spalle dall'altro «e copriti per bene, oggi c'è piuttosto freddo»

Jungkook sorrise teneramente nel vedere così tanta premura. Era...Carino «Bisogna stare sull'orlo di una crisi di nervi bella potente per farti sciogliere un po' il cuore, eh» lo stuzzicò senza cattiveria, guardandolo di sott'occhio mentre mescolava il contenuto della tazza. Taehyung sbuffò, girandosi a prendere il ferro del camino per smuovere i tizzoni ardenti al suo interno e ravvivare il fuoco «Non mi far pentire di non avertelo avvelenato»

Jungkook scrollò le spalle, bevve un sorso, storcendo il naso sentendo la lingua scottarsi «Guarda che ti ringrazierei se lo facessi, almeno mi leverei il pensiero subito» asserì senza alcuna emozione nella voce, portando Taehyung ad irrigidirsi immediatamente. Lo guardò severo, rimproverandolo fin da subito «Jungkook!»

«Che c'è? Tanto non mi manca poi molto, no? Tanto vale accelerare i tempi» 

Taehyung scosse la testa, totalmente in disaccordo «Non devi neanche pensarlo» prese due nuovi pezzi di legno e li mise dentro il camino, chiudendo successivamente lo sportello di vetro.

«E perché non dovrei? Cosa perdo nel farlo?» alzò il cucchiaino e passò la lingua su tutta la sua superficie mentre il padrone di casa lo guardava allibito. Stava di nuovo facendosi scorrere tutto addosso come se niente fosse «Tutto! Le tue passioni, il tuo amore per l'arte, l'amicizia di Jimin, la tua vita e potrei dirne tante altre!»

Jungkook lo guardò stanco, sospirò pesantemente prima di poggiare la tazza sul marmo del camino «Probabilmente tra un mese, forse meno, le perderò in ogni caso. È solo straziante stare qui ad aspettare la mia morte» Taehyung semplicemente non voleva crederci. Che diavolo era successo al ragazzo in lacrime di una mezz'ora prima? Quello che si stava disperando, perché alla sua vita teneva in un modo incredibile? «Ma avrai pur qualcosa da fare di là!» senza neanche accorgersene il castano stava alzando la voce, infervorato, non sapendo il perché. 

Ma Jungkook rimaneva calmo, sembrava un po' un vaso vuoto «E cosa dovrei fare? Non avrei neanche il tempo di incominciare che-»

«Te la do io una motivazione» Taehyung si mise una mano sul petto, cercando di sembrare il più convincente possibile. Jungkook quasi non rise «Tu? Tu che eri quello che non vedeva l'ora di vedermi piangere e frignare per tutto ciò?» la voce dell'altro uscì un po' come un borbottio «Così mi fai sembrare cattivissimo»

«Beh non trovo altre definizioni, quella ti sta a pennello»

Taehyung sapeva di aver sparato una pesante sentenza ancor prima di conoscerlo, di sapere qualcosa su di lui e ne era veramente dispiaciuto, ma adesso forse era il primo a voler che il corvino uscisse vivo da quella situazione «Okay! Mi dispiace di aver pensato che meritassi questa fine, va bene?» agitò le mani in aria, cercando di spiegarsi, di trasmettergli tutti quei sentimenti «Ma è sempre stato così. Le persone arrivano e due, massimo tre mesi dopo spariscono perché è arrivata la loro fine. Io non sono abituato a questo» dovette riprendere fiato e regolarizzare la voce che tremò appena «Io- per la prima volta mi sono domandato il perché io sia qua e non di là come te» numerò le parole con le dita «Non so chi sono, non so da dove vengo, non so chi mi abbia creato, non so che cosa ci faccia in questa dannatissima casa. Non so se sono vivo e non so se sono morto» lo fissò negli occhi, provando a scovare altro oltre quell'opacità «Sono in bilico su di un filo come te»

Forse era vero, Jungkook ci aveva pensato tante volte, si era posto così tante domande su quel ragazzo, su quel mondo che non sapeva più dove sbattere la testa «La tua famiglia, i tuoi genitori...» 

Taehyung scosse la testa «Non li conosco o almeno penso di non conoscerli»

Il corvino si strinse ancor più la coperta sulle spalle «Spesso parli come se fossi sempre aggiornato. Nel senso, vivi qui senza tecnologia, quindi come fai a conoscere il telefono o il computer? È strano, se fossi sempre stato qui, certe cose non le dovresti sapere» Taehyung si ritrovò perfettamente d'accordo, lo riconosceva perfettamente, non era sbagliato quel ragionamento «È per questo che ti sto chiedendo aiuto. Io nel tuo mondo non posso venire ma tu sì e sei l'unico a cui posso chiedere di fare delle ricerche per conto mio»

«Ma ti ho già provato a cercare...Instagram, Twitter, su ogni tipo di social»

Taehyung scosse la testa «No non così, devi accedere a qualche archivio, qualcosa di serio Jungkook» limitarsi a fare una effimera ricerca su internet non sarebbe servito a niente, non lo avrebbe mai trovato in quel modo. Doveva incominciare dal principio. Jungkook ci rifletté su, in fondo era vero, cosa aveva da fare? Forse avrebbe potuto gestire quel tempo in modo fruttuoso. Stette per rispondere positivamente, quando sentì all'improvviso le gambe vibrare. Alzarono entrambi gli occhi, allarmati, al lampadario del salone, vedendolo oscillare a destra e sinistra.

Si irrigidirono, guardandosi attorno per confermare la loro ipotesi «È una scossa di terremoto??» la coperta cadde dalle spalle di Jungkook quando Taehyung velocemente lo afferrò per il braccio «Sotto il tavolo, veloce!» lo trascinò con sé, scansando alla velocità della luce una sedia per intrufolarsi sotto quella lastra di legno. Il corvino finì sotto di lui ed il castano si abbassò a coprire la sua testa. Lo stava proteggendo, inconsciamente dopotutto. Insomma, perché avrebbe dovuto? Eppure era lì a fargli da scudo con il suo corpo, mentre si fissavano negli occhi con il terrore che quella casa potesse sgretolarsi su se stessa da un momento all'altro. La polvere che cadeva dai muri non era affatto rassicurante.

Quando a causa delle vibrazioni, il vaso di porcellana cadde dal mobile e si frantumò a terra in mille pezzi. I frantumi volarono veloci verso di loro e Jungkook fu tempestivo, le sue braccia volarono velocemente sulla testa di Taehyung, tirandoselo contro e facendogli nascondere il viso nell'incavo del suo collo, così che non potesse farsi del male. 

Poi tutto tacque, non si sentì neanche un solo rumore, fu come se qualcuno avesse spento l'interruttore. Erano passati a malapena trenta secondi ma che erano sembrati minuti interi. Taehyung piantò un braccio a terra, per sollevarsi appena e poter guardare l'altro. Si vedeva perfettamente quanto fosse preoccupato «Stai bene?»

Jungkook annuì, rilassandosi contro il pavimento «Sì, penso di sì...Tu?» il castano si guardò attorno, schioccando la lingua nel vedere i libri caduti dalla libreria, alcune cose rotte, la cioccolata calda riversa a terra. Poi ritornò con lo sguardo sul corvino, scrutandolo dalla testa ai piedi, per vedere se veramente stesse bene «Sì, anche io» rispose alla fine, facendo tirare un sospiro di sollievo all'altro.

Cavolo, gli era sembrato di avere il cuore in gola. Si era preso letteralmente un infarto, se solo Jungkook si fosse fatto male, lui...Si chiese improvvisamente il perché stesse provando quelle cose, quando non avrebbe neanche dovuto permettere al suo cervello di sfiorarli certi concetti.

«Smettila di guardarmi, mi metti in imbarazzo» borbottò Jungkook, non riuscendo a guardarlo negli occhi, quando sentì le sue guance arrossarsi, sotto quello sguardo di fuoco. Taehyung forse non le sentì nemmeno quelle parole, troppo perso nei suoi di pensieri «C'è qualcosa in te di familiare, non intendo il tuo viso o altro di fisico ma i tuoi sentimenti. È come se fossero anche miei, è come se potessi capirti perfettamente»

Ed in tutto ciò, Jungkook si perse nel sentirlo parlare. Lo capiva? Seriamente riusciva a comprendere il suo stato d'animo? Gli sarebbe sembrata una presa in giro, detta da qualsiasi altra persona. Ma Taehyung era sempre stato quello serio, quello che non scherzava, che le cose te le diceva in faccia senza problemi. Come poteva non credergli? Le loro labbra si ritrovarono vicine. Nessuno dei due si accorse di come il castano si fosse irrimediabilmente avvicinato. Potevano quasi sfiorarsi, sarebbe bastato un minimo movimento per toccarsi.

Jungkook fu il primo a sgranare gli occhi, nel realizzare quella situazione. La sua mano si intrufolò tra di loro, chiudendosi a coppa sulla bocca di Taehyung, facendo risvegliare anche lui «Okay, questo sarebbe ancora più imbarazzante» affermò riferendosi al bacio quasi riuscito.

Taehyung se lo scrollò di dosso, uscendo da sotto il tavolo, frettolosamente. Sbuffò, come se niente fosse successo «Io non stavo per baciarti» ribatté un pizzico colpito nel profondo. Jungkook lo seguì, attento a dove posizionare ginocchia e mani, evitando i pezzi taglienti «Ah no? E allora che cosa era?» 

Taehyung si stoppò all'improvviso, prima di alzarsi ed il corvino non notandolo, gli andò a sbattere contro la schiena. Si massaggiò il naso dolorante «H-hai una ciglia sulla guancia. Volevo solo levartela»

«Con la bocca?»

«Con un soffio» asserì volendo chiudere lì quell'imbarazzante sipario e si appuntò in mente una cosa di fondamentale importanza: Non avvicinarsi mai più così tanto a Jungkook, per nessun motivo al mondo.

Il corvino alzò un sopracciglio scettico, rimettendosi in piedi. Fece finta di credere a quella banale e mal inventata scusa. In fondo lo poteva anche capire, nessuno riusciva a resistergli. Sentì il suo ego crescere giusto, ma giusto un pelino «Posso chiederti una cosa?» chiese cercando di cambiare argomento «Come fai a sapere quello che dico o faccio?»

«Le sogno» rispose semplicemente l'altro afferrando la scopa dietro l'angolo e tirandola a Jungkook che la prese al volo, sapendo perfettamente che ora gli sarebbe toccato anche pulire quel casino che vi era in giro «Qui è sempre giorno, ma come fai a dormire?»

Taehyung lo guardò, di nuovo serio e rigido come un tempo «In realtà quando te ne vai diventa notte pesta. Non mi rimane altro che dormire. Il sole arriva solo con te»

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