𝑪𝒂𝒑 22
𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹
"Le Leggende sono momentaneamente nelle tue mani, Rip!" esclamò Sara.
"E nelle tue quelle del Time Bureau!" le affidai il comando del mio secondo team.
Mi porse il bicchiere con il mio alcolico preferito, il rum, lo facemmo tintinnare uno contro l'altro, infine lo bevemmo avidamente.
Avevamo appena stipulato un accordo.
Proprio in quel mentre, la porta del mio vecchio studio si aprì e comparvero le uniche persone che mai mi sarei aspettato di vedere: mia moglie e mia sorella, seguiti a ruota da Jefferson Jackson.
Quest'ultimo aveva stampato in volto un'espressione colpevole e si aspettò un mio rimprovero per aver disatteso il mio ordine.
Il ragazzo ed io avevamo stretto un bel rapporto, gli volevo bene, seppure non glielo avessi mai dimostrato, mi fidavo ciecamente di lui e per questa ragione avevo insegnato solo a lui alcuni segreti inerenti alla navicella e alla sua periodica manutenzione.
Lui, dal canto suo, era testardo e il più delle volte non ascoltava né Martin Stein, né me, questo era irritante.
Avevo una gran fiducia in lui e oggi mi aveva deluso.
Ora erano entrambe in un grosso guaio.
"Rip tutto bene?" si accertò Sara, vedendo che il nostro amico aveva trasgredito alle mie raccomandazioni.
Mia moglie capì la mia preoccupazione e mi abbracciò, posando poi le sue labbra su una mia guancia, il tocco fu delicato e carico d'amore. In quel mentre, discolpò Jax, l'idea era solo sua, lui non c'entrava.
"Non ti lascio affrontare un certo rischio da solo!" esclamò appunto.
"Tu sei una pazza, ma ti amo per questo. Ciononostante non saresti dovuta venire qui! Ho la situazione sotto controllo, sai che così stai mettendo in pericolo non solo la tua di vita ma anche quella di Caty? Vi farò immediatamente riportare al rifugio."
"No! Non se ne parla. Il mio posto è al tuo fianco." scosse la testa risoluta.
"Miranda, ti prego! Se non vuoi farlo per me, almeno pensa a nostro figlio, non può rimanere senza sua mamma." insistetti.
"Allo stesso modo non può stare senza di te e per me vale lo stesso. Non sarei in grado di sopravvivere se ti dovesse succedere qualcosa senza avere tentato di aiutarti. So badare a me stessa, non devi preoccuparti per me, tra l'altro se Miss Lance deve andarsene ad aiutare la tua nuova organizzazione, neccessiti di qualcuno dentro la Waverider."
"Qui siamo a sufficienza." ribattei acido.
"Io non mi muoverò da qui!" si intromise la più giovane, mettendosi a braccia conserte, una sua abitudine per dare maggiore enfasi al suo discorso, "E lei farà lo stesso!"
"Tieni, credo che tu abbia bisogno di questo!" la mia amica mi passò un ulteriore bicchiere.
Lo accettai ben volentieri, trangugiando con un unico sorso il liquido brunastro.
Feci una smorfia quando esso arrivò alla gola facendomela andare in fiamme, comunque non fu un dramma, ne ero abituato.
"Capitano, abbiamo un problema: un elevato numero di navicelle sono in rotta per la Terra. L'attacco sarà imminente." ci informò Gideon.
Fantastico, quello che ci mancava!
Pensai con disappunto.
"Io allora vado, ho un compito da portare a termine." la donna bionda mi diede una pacca sulla spalla, dopo di che prese la chiave per la capsula, dalle dita di Jefferson.
"Buona fortuna, miss Lance!"
"A te ne servirà di più!" mi rispose di rimando.
Ed effettivamente era vero, dovevo pensare alla salvaguardia della mia famiglia e a rispedire i cattivi da dove provenivano.
Tuttavia, su una cosa ero ben certo: non sarei stato solo, avevo con me una squadra, le Leggende, il Time Bureau e il Dottore.
"Quindi la situazione è sotto controllo, vero?" mi punzecchiò la mora.
"Fino ad un secondo fa lo era."
"Ho questa per te! So che non te ne separi mai, mi sembra il momento ideale per indossarla nuovamente." mi allungò il mio tanto affezionato trench coat marroncino da cowboy.
Alla vista dell'indumento, i miei occhi si illuminarono, era divenuto quasi il mio portafortuna.
"Grazie, già mi sento meglio. Sei fantastica! Allora, Jonas è dalla nonna?" volli sapere.
"Sì, e sta inoltre facendo la conoscenza del nonno della famiglia Pond."
"Bene, mi fa piacere! Ecco perché avete tardato tanto, avete fatto un'altra tappa. Bene, approvo! In ogni caso, dobbiamo andare a parlare con il Dottore."
A quelle mie parole, loro due si voltarono per raggiungere l'interessato e, quando mi diedero le spalle, sparai loro con la pistola narcotizzante, finirono al suolo addormentate.
"Rip, che hai combinato? Perché l'hai fatto?" mi domandò perplesso Jax, allargando le braccia.
"Non posso rischiare di perderle entrambe." mi giustificai, "Aiutami a spostarle. Le celle per i detenuti saranno il luogo adatto per nasconderle finché tutto questo non terminerà."
Lui non fiatò ed eseguì quanto chiesto, giunti lì mi accertai con Gideon che non potessero uscire da lì sennonché con il comando apposito.
"Cosa sta succedendo qui? Come mai hai messo loro due lì dentro?" domandarono incuriositi i miei genitori.
"È l'unico luogo sicuro in cui possano trovarsi, almeno qui, all'interno del velivolo. Comunque lei è la mia consorte, se solo non fosse stata stordita sarebbe felice di conoscervi."
"Il bimbo dov'è?" chiesero curiosi i due.
"Lui è stato portato da Mary, mia madre adottiva, anche loro due sarebbero dovute rimanere lì, però così non è..." non terminai la frase in quanto Jefferson mi interruppe.
"Ehi, non guardarmi così! Ho cercato di convincerle a restare al rifugio, purtroppo non hanno ascoltato nemmeno me. Che avrei dovuto fare? Buttarle dalla Jump Ship a calci nel sedere?"
"Poteva essere un'opzione. Se avesse significato non averle nella Waverider a rischiare la loro vita, sì, l'avresti dovuto fare." la mia espressione assunse un'aria leggermente adirata.
"Okay, parliamo d'altro..." si intromise Amelia, cambiando bruscamente il discorso, con l'intento di non fare scoppiare una lite tra di noi, "Quanti anni ha il nostro nipotino?"
"Jonas ha nove anni e Miranda e io siamo sposati da dieci."
"Quindi questo significa che siamo diventati nonni per una seconda volta. Non è magnifico, mia cara?" esclamò al settimo cielo il castano cingendo la vita della sua innamorata.
"È fantastico, sono emozionata! Avete in mente di fare altri figli?"
"Come? Ehm... non penso che questo sia il momento adatto. Però a me piacciono i bambini... però..." mi trovai in difficoltà, con quell'interrogazione.
"Aspetta un attimo! Che cos'è quest'odore? Puzzi di alcolici? Ehi, vacci piano, non vorrei che tra qualche anno finissi per sbaglio in un gruppo di alcolisti anonimi o, ancora peggio, in un centro di recupero!" mi sgridò mio padre, togliendomi il bicchiere dalle mani.
"Ragiono meglio con dei drink in circolo." mi giustificai, seppure la scusa era alquanto banale.
"Non si discute su ciò. Amy? Non dici niente a tuo figlio?"
"Nostro figlio, Rory. Lui è nostro figlio."
Avevo come un dejavù, ogni qualvolta si palesava un problema, di punto in bianco io divenivo figlio di Amy e non più di Amy e di Rory.
Sospirai, seppure fossi divertito.
Ero felice di aver modo di poter finalmente rivivere una situazione come quella acquisita poco prima dai ricordi innestati dalla piccola Time Lady.
"Come la mettiamo? Da ora in poi ne limiteremo il consumo? Dai cerca di accontentarci!" continuò lui, cercando di togliermi quel mio vizio.
"Ci proverò! Volevo chiedervi se sapete dov'è il Dottore."
"È dove l'abbiamo lasciato prima."
"Bene, raggiungiamolo. Sicuramente dovrà darci molte spiegazioni." mi affrettai a dire, incamminandomi a passo spedito verso l'area in questione.
Di conseguenza ci aggiornammo su quanto appreso sino ad ora.
"Quindi cosa ci dobbiamo aspettare da uno come il Maestro?" chiese Amaya.
"Cosa aspettarsi? L'arrivo dell'Inferno sulla Terra, Prepariamoci al peggio!" esclamò con un'espressione grave il nostro interlocutore, già reduce di avvenimenti analoghi.
𝑺𝑨𝑹𝑨 𝑳𝑨𝑵𝑪𝑬
Poco prima che il Mondo venisse attaccato da forze avverse, Rip e io ci scambiammo i ruoli: lui tornò a capo di quella che fu la sua navicella e la sua squadra, io presi temporaneamente le redini di direttore del Time Bureau.
La faccenda non mi allettava, erano persone con la puzza sotto il naso e, a dirla tutta, la loro considerazione nei confronti di noi Leggende era fin troppo ostile.
Sapevo che le trattative, per fare valere la mia leadership su tutti loro, sarebbero state estenuanti, era un gruppo intrattabile e non avrebbero accettato che una qualsiasi prendesse un posto di simile potere.
Auspicai solamente che lo potessero capire, che mi venissero incontro, in vista di uno stato di emergenza come la medesima.
Avrebbero reso il tutto molto più agevole.
Purtroppo così non fu.
Il mio benvenuto fu gelido, per loro ero un'estranea e non riconobbero l'accordo orale con il Direttore Hunter.
"Okay, ci sono." avvisai il mio vecchio capitano, nell'attimo in cui atterrai.
"Benissimo, devi dire a loro che si tratta di Thanagariani, di doversi fidare di te, in quanto li hai già incontrati e sconfitti. Adesso sono nel bel mezzo di una riunione di famiglia. Non temere, perché a breve avviserò tutti i miei colleghi della tua posizione momentanea. Confido in te." mi rassicurò.
"Io continuo a non crederti! Il mio superiore non ci ha comunicato niente."
"Rip adesso è impegnato, quando si libererà, sarà lui stesso a darvi la conferma su quanto affermato da me. È una necessità, credi che a me piaccia essere qui con voi? Sono qui perché lui è bloccato sulla Waverider e deve rimanere lì con i suoi familiari per tenerli al sicuro e ha mandato me." ripetei, cercando di mantenere la calma, "Avete mai avuto a che fare con i Thanagariani?"
"Con i cosa?"
Il mio interlocutore, Gary Green, mi stava dando letteralmente i nervi, era il più inetto, il più stupido tra gli agenti di quell'agenzia, era duro di comprendonio e lo ritenevo del tutto incapace di svolgere il suo lavoro.
Mi chiesi come mai si trovasse lì, era un buono a nulla, a malapena aveva le competenze per effettuare il suo mestiere.
Alzai lo sguardo al cielo con fare esasperato, indugiando nel rispondergli.
"Allora?" rincalzò, sistemandosi gli occhiali neri da vista.
Per via della sua espressione accigliata gli erano scesi sino la punta del suo naso perfetto.
L'uomo in questione, era pressappoco più alto di me, i suoi capelli corti e ben ordinati, erano ricci e di un bel nero corvino.
Portava dei bei occhiali con delle lenti spesse, e i suoi occhi, come la capigliatura e la sua carnagione, erano scuri.
Aveva costantemente un'espressione imbambolata e a causa di ciò era considerato lo zimbello del Bureau.
"Sono degli alieni, genio. Comunque immaginavo una tua simile risposta. Questo conferma il mio grado: sarò io a guidarvi. Forza comunica a tutti i tuoi uomini che devono prendere posto in tutte le navicelle disponibili, dobbiamo spaccare il culo a quegli infami." dissi con fare più autoritario, al che lui assunse un'aria indifesa e farfugliò frasi senza senso.
"Sempre che noi non lo facciamo prima a te, Miss Lance." a parlare fu la solita e tanto simpatica Ava Sharpe, spuntò alle mie spalle, con probabilità aveva osservato tutta la scena da una delle numerose videocamere poste nello stabile, "A proposito della tua pretesa, vuoi sapere che ti dirò? Bene, un grande no! Io non mi fido di te, non hai consegnato il video richiesto, quello recuperato nella banca."
"Semplice precauzione, nemmeno io di te, Ava."
"Per te Direttrice Sharpe, per piacere." puntualizzò la mia interlocutrice.
"D'accordo! Vuoi seriamente prendere tu in mano le redini del comando? Voglio proprio vederti mentre gestisci l'evenienza. Fammi vedere se ne sarai all'altezza."
"Potrei stupirti."
"Fammi vedere di che pasta sei fatta." la invitai mettendomi in posizione di difesa, "Attenta a non sgualcirti il costoso completo il quale hai addosso!"
"Come se me ne importasse! Hai voglia di combattere, oppure ogni scusa è buona per guadagnare tempo ed evitare uno scontro con me. Hai per caso paura?"
"Io per te provo tutt'altro che timore."
"Ehm... perché? Cosa provi... per... me?"
"Dimmelo tu cosa senti per me." la provocai, se volevo accertarmi su quanto affermato da Caty, quello era il momento propizio.
Lei distolse il contatto visivo, era carico di tensione, si spostò una ciocca bionda e se la riportò dietro le orecchie, le sue guance avvamparono e calò un silenzio assordante.
Non ci mise molto a ricomporsi, e a gettarmi occhiate di inimicizia.
"Tu non mi piaci!" sbiascicò con voce poco convinta, facendo una smorfia di disappunto.
"Vale lo stesso per te. Nemmeno se fossi l'unica donna al mondo!" mi lasciai sfuggire.
Tirò un urletto indispettito e con una piccola rincorsa si gettò per battersi contro di me.
Ero eccitata dall'evento in corso, adoravo il fatto che fosse così agguerrita e fossimo così vicine.
Alzò la gamba sinistra, il busto si sporse leggermente verso la parte opposta, le consentii di assestare un colpo potente.
Lo schivai prontamente, come tutti i pugni cui seguirono.
Era un'abile combattente ma mai come la sottoscritta.
Avevo affrontato anni e anni di duro allenamento quando ero membro della Lega degli Assassini e non mi sarebbe stato difficile fare spirare una vita in meno che non si dica.
Per sua fortuna non ero lì per uccidere nessuno, solo per fermare l'imminente guerra e nient'altro.
"È tutto qui quello che sai fare? Ti credevo molto più forte di così." mi schernì con un sorriso malizioso.
"Niente affatto! Se volessi ti ucciderei in men che non si dica. Oggi è il tuo giorno fortunato, tesoro, nessuno morirà. Sono qui con uno scopo, in ballo c'è l'esistenza del nostro pianeta, quindi ti propongo un accordo: se vinci sarai tu il capo, se perderai sarò io ad imporre la mia autorità." le proposi afferrandola per i polsi, bloccandone i movimenti.
"Affare fatto!" accettò senza alcuna riluttanza, divincolandosi dalla mia stretta.
"Aspettateeee... vado a mettermi al riparo, non voglio ferirmi." frignò il suo collega.
Nessuna delle due gli diede importanza.
C'eravamo solo io e lei, ci guardammo intensamente, nei suoi lessi adrenalina, esaltazione, eccitazione.
"Direttrice Sharpe, usi questa!" l'agente Green le passò una spada, l'interessata la prese al volo e sorrise compiaciuta.
Era sicura di averla vinta, si sbagliava e di grosso, aveva a che fare con un'Assassina non con qualunque altra persona.
Con estrema lentezza la sfoderò dalla custodia e la puntò contro di me, voleva intimidirmi, era una causa persa la sua, non sarebbe mai accaduto.
"Perché non attacchi adesso? Dov'è finita la tua spavalderia?"
"Non mi provocare, non sai con chi hai a che fare. Stai giocando con il fuoco."
"Continuo a sostenere che la tua sia solo una facciata e, che in realtà, tu te la stia facendo addosso, miss Lance!"
"Perché non rendiamo le cose più interessanti? Penso non ti dispiacerà il contatto fisico. Rende tutto molto più elettrizzante."
"Come preferisci." gettò la katana ai suoi piedi, tintinnò ripetutamente quando urtò il freddo pavimento, mentre mi invitò con lo sguardo a fare il primo passo.
Avanzai e mi limitai a spingerla contro una parete, questo la fece innervosire e si scagliò per controbattere la mia mossa, tese un pugno il quale sarebbe finito dritto dritto nel mio stomaco, tuttavia mi scostai e lei si trovò a colpire l'aria.
Le feci uno sgambetto e finì rovinosamente a terra.
In viso le si dipinse il suo enorme disappunto.
"Dimmi la verità, perché tenevi tanto al video trovato a Zurigo. Volevi insabbiare un tuo coinvolgimento?" le domandai.
"Uno dei direttori più influenti mi ha chiesto di recuperare la refurtiva, stavo svolgendo la mia mansione. Cosa conteneva?"
"Non sono tenuta a dirlo. Hai legami con il passato di Rip?"
"È un interrogatorio? Perché, se lo fosse, non mi hai elencato i miei diritti e io posso valermi della facoltà di non rispondere."
"Forza. Non fare la difficile! Ho ben altro a cui pensare, non ho intenzione di sprecare i preziosi minuti restanti prima della battaglia così. O rispondi o te la vedrai brutta!" al limite della pazienza, estrassi uno dei miei tanti coltelli, glielo puntai alla gola.
La donna sussultò e lo stesso fece il terzo incomodo.
"Per piacere lo dica. È troppo importante per poterla perdere... non sono pronto a dirle addio." singhiozzò l'occhialuto rivolto alla sua collega.
La donna dinnanzi a me, mi studiò attentamente, era intenzionata ad apprendere le mie intenzioni, se avrei usato o meno l'arma.
Infine, prima di pronunciare parola, si schiarì la voce.
"Io sono stata reclutata da lui solo un anno fa, prima di allora non l'avevo mai visto." confesso.
"E come fai ad essere così brava nelle arti marziali? Le pratichi da molto?"
"Non lo so con esattezza, l'unica cosa, la quale sento, è che fanno parte del mio essere, come se fossi stata programmata a tale fine, lo faccio da sempre e continuerò a farlo fintantoché avrò vita."
Conoscevo la sensazione, ero come lei.
Annuii convinta, era sincera, deposi la mia arma, non l'avrei mai usata contro di lei tantomeno a tutti i lavoratori della struttura.
"Come mai tutta questa ostilità nei nostri confronti?" le porsi una mano in segno di pace.
"Perché... perché... noi..." farfugliò, aggrappandosi alla mia mano per issarsi su.
Una volta in piedi ci trovammo vicinissime, percepivo il suo respiro su di me, il suo profumo era di una nota marca e, strano a dirsi, era il mio preferito, quello che usavo spesso e avevo preteso da Gideon la fabbricazione di un'ingente quantità.
Mi guardò con i suoi occhi chiari e tentò di avvicinare la sua bocca alla mia. Il mio cuore prese a battere con vigore e bruciai gli ultimi millimetri i quali ci separavano.
Le labbra si sfiorarono appena, però non riuscimmo a completare l'atto, in quanto, lo schermo dell'ufficio di Ava si illuminò.
Questo avvenimento inatteso ci fece distanziare.
Lei si ricompose, si aggiustò lo chignon basso e ordinato che si faceva ogni mattina e si accinse a rispondere.
Dal canto mio avevo ancora le guance paonazze ed ero con il fiato corto.
Rimasi stupita quando su di esso comparve Rip, sperai non si accorgesse del nostro turbamento.
Non era il momento migliore per far scoprire che tra le sue "protette" stava nascendo qualcosa.
"Direttrice Sharpe, spero che il Capitano Lance le abbia detto il motivo della sua visita."
"Sì, l'ha fatto. E io, con estremo onore, affido il comando a lei." replicò la bionda, guardando dritto verso di sé con fare imbarazzato
"Bene, allora preparate tutte le navicelle in nostro possesso, stiamo per andare a lottare contro i Thanagiriani e, a tal proposito, l'incaricata li conosce bene e, come sempre, sarà in grado di fronteggiare l'attacco. Teniamoci in contatto!"
Ma ciau e buone feste a tutti.
Come state?
Eccomi qui con il nuovo capitolo, spero vi piaccia.
Ora che Miranda e Caty sono tornate sulla Waverider, non sentite il sopraggiungere di complicazioni?
Dato che mi piaceva inserire alcune scene tra Rip e Miranda insieme, come quando erano al Punto Zero, nei prossimi capitoli ci saranno tanti momenti carucci tra loro 🥰
Comunque, parliamoci chiaro, dite che Rip debba limitare l'assunzione di rum? Perché a me piace troppo quand'è un po' brillo, cioè, la scena della serie dove lui è completamente sbronzo e cerca di poggiare la bottiglia del suo alcolico preferito sul tavolo e lo manca di brutto, facendo poi una faccia corrucciata, è una tra le mie preferite XD 🤭 poi mi offro come cavia per mangiare i suoi dolci... al rum.
Che io non sono mica tanto diversa, una volta ho fatto i biscotti al bayles, e un'altra ho aromatizzato la crema pasticcera con il medesimo prodotto, gli alcolici nei dolci, sono una libidine pura 😋 chi ne vuole un po'?
"Hai detto dolci al Bayles? Perché non usi il rum la prossima occasione?"
"Perché ho te che me li fai, Rip!"
"Ehm, okay. Allora ti inviterò sul mio velivolo per mangiarli, anzi, invito tutti voi. Siete i benvenuti!"
"Ancora di alcolici parlate? Amy, non dici niente a tuo figlio?"
"Lui è nostro figlio, Rory."
"Ma sì, sbronziamoci un po' insieme. Che vuoi che sia, ci sono solo alcuni Thanagariani pronti a invadere la Terra."
"Degli Alieni Mortali dello Spazio, dei Mortali Alieni dello Spazio, stanno per invadere la Terra, nel periodo natalizio, per giunta!"
"Bè, che c'è, giusto in tempo per fare a tutti gli auguri di buone feste."
"Quindi, buon Natale e felice anno nuovo a tutti❣️"
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