𝑪𝒂𝒑 16

𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹
Quando mi risvegliai ero ancora privo di forze, mi alzai dal lettino con fatica e una volta in piedi avvertii una fastidiosa vertigine, la quale non accennava a diminuire. Riuscii ad aggrapparmi a qualcosa di solido in quanto le mie gambe cedettero, come dare loro torto?
Da quanto appreso ero stato avvelenato con l'utilizzo di potenti agenti nervini, era solo grazie all'intervento tempestivo delle Leggende se ero ancora vivo.

Strinsi forte un pugno, ero annebbiato di rabbia, Gideon aveva appena terminato di mostrarmi il contenuto della cassetta bancaria di Zurigo.
In essa era nascosto l'ultimo frammento dei miei ricordi, essi partivano dall'istante in cui Caty scappò da quella trappola infernale e terminò quando mi condussero al rifugio, il luogo in cui crebbi assieme a Mary e ai suoi bambini.

La parte peggiore fu vedere tutte le torture subite, non fu affatto facile "riviverle" e provai una grande collera.
Tuttavia mi sarei vendicato, nessuno di loro l'avrebbero passata liscia, non ero più solo un semplice bambino indifeso, avevo quindi la possibilità e la capacità di combattere contro il Maestro, l'Ibrido e i Thanagariani.
Non avrebbero più oltraggiato nessuno, in particolar modo mia sorella, i nostri nemici ambivano a lei, non a caso il loro scopo era quello di strappare le sue rigenerazioni, per creare un esercito imbattibile di alieni, causando però il decesso della ragazza.

Per mia fortuna, in tutti questi anni non riuscono mai ad arrivare a lei, il Dottore aveva attuato un programma di protezione nei confronti dei miei genitori e di mia sorella: per chiunque sarebbe stato difficile localizzare il loro "nascondiglio", la loro abitazione, per l'esattezza, e ancor di più raggiungerli.
Questo almeno fino ad oggi, il Maestro era stato in grado di eludere la barriera di sicurezza, prelevandoli e portandoli al Punto Zero.
Ora l'unica cosa da fare era recarmi lì, era la mia meta.

Il mio scopo era quello di portare in salvo i miei genitori.

"Gideon?"
Mi trovavo in cabina medica e nulla era cambiato da quando avevo lasciato la mia navicella.
Era tutto identico a prima, l'unica cosa mutata in quell'istante era la mia voce, ancora fioca e piuttosto arrochita.

"Sì, direttore Hunter, sono qui!" rispose prontamente lei.

"Come sempre, Gideon, come sempre. Aggiornami sulla situazione in casa Williams."

"Sono presenti due forme di vita, appartengono però al Signor Dottore e a Miss River Song. Dei coniugi Williams non è presente traccia, sappiamo che il suo mentore li ha rapiti e portati al Punto Zero, ho rilevato la rotta prodotta dal teletrasporto del Time Master." mi illuminò.

"Quanti minuti di vantaggio ha?"

"Venti, direttore." mi mise al corrente.

Dannazione, con quella tempistica avrebbe potuto far loro di tutto, forse il mio intervento sarebbe stato tardivo, mi aveva leso appositamente.
Voleva vedermi soffrire e la cosa brutta era che il Maestro era disposto a tutto.
Mi vennero in mente le peggiori visioni che la mia immaginazione fu capace di suggerirmi e mi preparai al peggio.
Non poteva accadere di nuovo, non avrei permesso di fare a loro quanto fecero a Miranda e a Jonas, assolutamente no.
Tenere i loro corpi esanimi fu straziante e dovevo tutto al Dottore per averli tratti dalla morte, riscrivendo il loro destino; quindi con i miei genitori non glielo avrei decisamente consentito.

"Avviso gli altri, Miss Pond sarà felice di sapere del suo risveglio." mi annunciò lei.

"Ne sono certo! Tuttavia devo dissuaderti perché ho bisogno di un piacere."

"Mi dica pure."

Prima di continuare con la richiesta sospirai, non sapevo se la mia fedele amica mi avrebbe assecondato oppure no, d'altronde non ero più io al comando, ma in un modo o in un altro sarei riuscito ad ottenere quanto volevo.

"Sono qui. La sto ascoltando!" mi incoraggiò a seguitare.

"Mi devi potenziare il teletrasporto, ritengo necessario andare al Punto Zero."

"Direttore non è nelle condizioni ottimali, necessità di ulteriori cure. Si occuperanno le Leggende della messa in sicurezza dei coniugi Williams."

"È una faccenda personale e rimango intransigente sul fatto di dovere risolvere il problema senza il loro aiuto." insistetti, "Quindi ti prego!"

"Il capitano Lance mi ha espressamente ordinato di non eseguire gli ordini che mi impartirà!" si rifiutò categoricamente.
Se avesse avuto l'occasione di manifestarsi in quel mentre, ero certo che l'avrei vista incrociare le braccia al petto e arricciare il naso contrariata.

"Lo sai che senza di te sarei un uomo perso e ti ringrazio per avermi nuovamente salvato e curato per l'ennesima circostanza. Nonostante questo ho il diritto di decidere da solo, le mie facoltà mentali non sono alterate. Cerca di capirmi: in ballo c'è la loro vita, ho troppo da perdere e non posso mobilitare tutti. Quindi potenziami il teletrasporto, è l'unica cosa che ti chiedo."

"Non posso!"

"Va bene, purtroppo non mi lasci scelta. Attiva il protocollo 𝑪𝒀𝑪𝑳𝑨𝑫𝑬𝑺."

"Non mi costringa, direttore Hunter." si oppose lei.
Seppure mi dispiacesse forzare i protocolli dell'Intelligenza Artificiale, non avevo alternativa, dovevo ad ogni costo recarmi lì di persona e porre fine al problema... da solo.

"Attiva 𝑪𝒀𝑪𝑳𝑨𝑫𝑬𝑺, Gideon." ripetei con più fermezza.

"Ho inteso! Come posso aiutarla, Capitano Hunter?" mi domandò.

Questa parola chiave permetteva a chiunque non fosse stato a capo del mezzo di prenderne momentaneamente le redini, non a caso passai immediatamente da "direttore" a "capitano".
Giocava tutto a mio favore perché il processo poteva essere solo resettato con un'altra parola chiave.
Anni addietro lo ritenni inutile, non aspettandomi di certo che qualcun'altro potesse prendere il mio posto, ma volli comunque essere previdente... e in quel momento ne fui grato, avevo ancora una volta l'autorità della Waverider.
Ripetei la pretesa e lei la eseguì senza battere ciglio, l'unica pecca fu essere informato di avere a disposizione solo un viaggio, ovvero quello d'andata.

"Non ti preoccupare per me. Ho intenzione di andare là ed estirpare il problema dalla radice e, quando intendo dire questo, voglio dire che se per salvare la vita alla mia famiglia devo toglierla al mio vecchio mentore, stanne certa, lo farò senza indugio. Tra l'altro fammelo dire, che razza di nome è il Maestro? Mi viene il dubbio che l'esplosione dell'Oculus gli abbia procurato dei seri danni mentali. Tu cosa dici?"

"Di essere pienamente d'accordo con lei." asserì la mia interlocutrice.

"Ah! Prima che me ne vada... attiva il protocollo 𝑺𝑷𝑨𝑹𝑻𝑨𝑪𝑼𝑺 e ricordati di non assecondare alcun volere delle Leggende in mia assenza." ordinai.
Quest'ultima impartizione, me l'insegnò mia moglia durante il nostro primo incontro, per sventare un attacco da parte di alcuni finti pirati del tempo.
In realtà in quell'occasione eravamo concentrati in un'esercitazione e, a dirla tutta non ero proprio convinto delle capacità di Miranda, in ogni caso mi dovetti ricredere immediatamente, era la migliore tra tutti gli aspiranti Time Master e nei mesi in cui lavorammo assieme imparai moltissimo da lei.

Tornando al discorso principale, questo formulario, ovvero lo 𝑺𝑷𝑨𝑹𝑻𝑨𝑪𝑼𝑺, consisteva nel trasformare i corridoi e le varie stanze in un dedalo senza alcuna fine.
Tutto sarebbe stato in continuo movimento, nessuno sarebbe stato dunque in grado di uscire da quella momentanea prigione tantomeno di disattivarne la funzione.
La normalità poteva ripristinarsi solo con una paraffatura contraria al primo contrassegno, il quale solo io ne ero a conoscenza.

"In bocca al lupo, Capitano Hunter!" mi augurò lei.

"Grazie per il supporto, mia cara Gideon!" dissi di rimando, prima di schiacciare il pulsante il quale mi avrebbe portato a destinazione.

𝑺𝑨𝑹𝑨 𝑳𝑨𝑵𝑪𝑬
Ero irritata, fin troppo infastidita dal comportamento irrispettoso la quale la sorella di Rip ebbe con me.
Io ero un'alleata e magari sarei potuta diventare una sua amica, mentre a detta sua ero un'usurpatrice che ha occupato il ruolo per capriccio e non perché proprio l'ex detentore mi aveva ceduto il posto.

Fu una sua scelta quella di passarmi il testimone quando lui se ne andò per il Time Bureau, non fui io a strapparglielo come invece credeva la ragazzina dai capelli ramati.
Tutto ciò fu dovuto dall'opportunità presentatasi di riunirsi con la sua amata famiglia, che marito e che padre sarebbe stato se avesse perso la vita durante la risoluzione di pericolosi anacronismi?
Quindi assolutamente non riuscivo a comprendere l'ostilità della ventenne nei miei confronti.

"Tutto bene?" mi domandò Ray, sventolandomi una mano davanti al viso per farmi svegliare dal mio stato di trance.

"Io amo quella ragazza!" sentii proferire Mick, mentre sghignazzava compiaciuto, data la mia disfatta verbale con la rossa.

"Sì, sto una meraviglia. Le ho solo fatto credere di avere la meglio su di me, in realtà glielo data vinta in quanto si vedeva chiaramente quanto ci tenesse." mentii spudoratamente, sperai solo di non venire scoperta.

"Devo ammettere che Caty ha proprio un bel carattere. È cazzutissima!" esclamò Nate a sua volta, osservandola allontanarsi con Jax.

"Penso dovrai farci l'abitudine
se diverrà la tua cognata, Sara." mi punzecchiò Amaya, totalmente convinta che provassi sentimenti per il castano.

"E con questo cosa vorresti dire, scusa? Quante altre volte dovrò spiegarti che non è come credi tu? Inoltre dimentichi Miranda, non immagini minimamente quanto lui la ami." precisai stizzita.

"Guarda che scherzavo!"

"Ragazzi, forse è meglio calmare le acque. Dobbiamo essere lucidi, nessuno di noi sa quello che accadrà da qui a poco. Chi ha ridotto in codesto modo mister Hunter potrà attaccarci quando vorrà. Quindi non è il momento propizio per una disputa tra noi." Martin cercò di portare la quiete.

"Sarà il Bell'Addormentato a fornirci una chiarificazione appropriata nel momento in cui si riprenderà. Solo allora potremmo pianificare qualcosa."

"Okay!"

I minuti successivi passarono in tranquillità, c'era chi si era messo a mangiare e a bere birra, chi conversava tra loro e chi cercava di avere informazioni riguardo ad eventuali superstiti dopo l'esplosione dell'Oculus nel Punto Zero.
Sennonché tutto ad un tratto la morfologia della navicella subì delle grandi variazioni, tanto da essere assai impossibile orientarsi.
Era completamente difficile distinguere una stanza da un'altra,
esse spuntavano e apparivano senza una valida spiegazione. Prima eravamo sul ponte di comando, quello successivo in uno dei corridoi, l'attimo dopo ci trovavamo sulla parete del soffitto a testa in giù.

"Sto per sentirmi male. Se qualcuno non mi dice dove trovare il bagno sarò costretto a dare di stomaco proprio qui. E sapete la brutta notizia? Ho appena mangiato un salutare porridge d'avena." ci avvertì Ray, al che il suo migliore amico gli lanciò un'occhiataccia.

"Ray! Che schifo!" si limitò poi a dire, storcendo la bocca.

"Cosa? Il mio spuntino? Nate sai bene quanto mi piaccia prendermi cura del mio corpo e della mia mente, non sono come te che mi divoro pancakes e bevo litri interi di caffè."

"Non mi riferivo a questo ed... ehi... l'episodio della caffeina è successo una sola e singola volta."

"Cip e Ciop piantatela! Gideon? cosa sta accadendo?" interruppi il loro teatrino, chiedendo spiegazioni all'Intelligenza Artificiale.

"Mi è stato espressamente chiesto di non parlare con lei, miss Lance." rispose l'interessata.

"Veramente? Mi hai chiamato Miss Lance e non Capitano Lance, che novità è mai questa? Tu sai chi sono?" chiesi stupita.

"Affermativo, so chi è lei! Lei è stata reclutata in Tibet da Rip Hunter, mentre precedentemente fece parte della Lega degli Assassini. Vuole aggiungere altro?"

"Sì. Ti voglio dare delucidazioni su una cosa: adesso sono io a fare le veci della Waverider."

"Non in questo momento. Non ho la facoltà di sottostare a nessuno di voi, tantomeno di eseguire ordini né da lei né da nessuno dei presenti a bordo."

"Che succede? Il signor Mick Rory ha per caso danneggiato qualche componente della CPU, mandando in panne la Waverider?" si preoccupò Martin.

"Io non ho fatto niente, Professore.
Però la Marmocchia ha ragione: nemmeno Gideon ti considera la sua leader, Biondina. Ora voglio proprio divertirmi." osservò Mick, rivolgendosi a me.

"Cos'hai fatto, Gideon?" rincalzai. Quanto volevo che quella tortura finisse.

"Sto solo rispettando l'ordine datomi dal capitano." mi informò lei con il suo tono pacato.

"Quindi chi è che comanda? Non riesco a capire." Nate, confuso, si grattò la folta chioma dei suoi capelli chiari.

"Rip!" illuminai tutti.

"Esattamente!" sentenziò la voce della Waverider.

Ero letteralmente sconvolta: come diavolo era riuscito a farlo?

"Come possiamo riprenderci il controllo della suddetta?" chiese Martin.

"È impossibile ristabilire la normalità." ci fece sapere l'I.A., "Solo il capitano Hunter è in grado di farlo."

"Sara fai qualcosa!" mi supplicarono gli altri, mentre come paralizzati osservavano l'ennesimo mutamento.

Intimai la"ribelle" a darci un taglio e ad assecondarci, fu una perdita di tempo.

"Ordine negato!" dissentì.

"Cosa sta accadendo?" sentii domandare Jax dall'auricolare.

"Rip ha rivoltato la Waverider contro di noi. Tu che hai competenze adeguate potresti riavviare i comandi?"
l'aveva già fatto ed era riuscito nell'intento, quindi perché non per quest'operazione?

"Se me lo lascerà permettere... potrei provarci. Anche se ho una cattiva notizia: perderemo per qualche secondo il controllo della navicella con il rischio di precipitare." mi spiegò.

"Non mi sembra un'ottima idea, Sara." si intromise Ray.

"Concordo con lui."

"Mi unisco a loro!"

Mi contrariarono gli altri e come se non bastasse, la voce guida della Waverider, ci rese noto dell'inutilità dell'operazione, aggiungendo inoltre che il tutto sarebbe stato alquanto pericoloso.

"Una soluzione per tornare alla normalità ci dovrà pur essere, no?"

"Sì, miss Lance! Esiste un protocollo per sistemarmi, ne è a conoscenza solamente una persona, colui che ha inserito questa funzionalità."

"Devi rispondere ai miei ordini, non a quelli di lui!" ero letteralmente esasperata.

"Non momentaneamente! Devo rendere conto solo della parola del mio capitano."

"Perfetto!" esclamò con sarcasmo Martin, aggrappandosi a un qualcosa di solido per reggersi in piedi.

"Giuro che il nostro vecchio amico non la passerà liscia." sbraitai furiosa.

"Noto del risentimento nel suo tono di voce, miss Lance. Qualcosa non va?" l'I.A. si prese persino gioco di me.

"Non sei simpatica!" risposi piccata.

"Comunque devo informarla: stiamo per avere visite, la cabina telefonica blu della polizia, appartenente al Signor Dottore è in arrivo. Lascio loro la possibilità di accedere alla navicella."

"Sara, se loro possono entrare questo significa che noi o qualcuno di noi potrà prendere la Jump Ship e andarsene da qui." mi fece notare Amaya.

"Hai ragione! Jax, dammi la tua posizione." attivai nuovamente gli auricolari e con essi la comunicazione con lui.

"Fino a poco fa eravamo in prossimità di essa. Non sono in grado di dirlo con precisione perché sono confuso. Non riesco a capire bene se la direzione verso la quale mi sto dirigendo sia verso di voi oppure verso la capsula."

"Okay, quanto ti sto per dire è veramente rilevante, ascoltami bene. Devi necessariamente arrivare alla Jump Ship e uscire immediatamente da qui poi raggiungere Rip, dovunque sia. Mi hai capito?"

"Sarà un po' difficile e temo che non me lo permetterà ma ci proveremo."

"A fare cosa?" udii Caty pronunciare queste parole, a tal proposito il mio amico le spiegò quanto detto.
La sua interlocutrice ci disse che per lei la situazione era rimasta tale e quale a prima e di rendersi disponibile a condurre il ragazzo verso la stiva, dov'era "parcheggiato" l'altro piccolo velivolo.

"Ma Rip dov'è?" chiese saggiamente Nate, "Questo ce lo puoi dire oppure è un segreto tra te ed il tuo capitano?"

"È andato al Punto Zero per mettere in salvo delle persone a lui care e per battersi contro il suo ex mentore..."

Tentai di replicare eppure, tutti noi percepimmo uno strano rumore, già sentito in precedenza, il quale man mano si intensificò.

"Sara, noi siamo in postazione. Mettiamo in moto e partiamo!" mi informò Jax.

"Bravi, questo è il momento adatto. Andate e in bocca al lupo. Ci sentiamo non appena sarete fuori da qui, successivamente vi dirò dove dovrete dirigervi." subito dopo chiusi la trasmissione.

"Ehilà Leggende. Come state?" fece il suo grande ingresso il Dottore, girando su sé stesso.

"Potrebbe andare meglio." enunciò Ray mentre cercò, invano, di raggiungere lui e River.
Nel farlo però inciampò contro qualcosa di indefinito e finì a terra.

"Che succede? Siete drogati? Avete bevuto? No, aspettate... ci sono! Le vostre percezioni visive sono state corrotte e vedete cose non vere tanto da farvi avere una specie di allucinazione collettiva. Dev'essere forte!" continuò il nuovo arrivato, allargando le labbra in un sorriso sornione, come se non bastasse, in quel piccolo frangente lo vidi gesticolare parecchio, proprio come lui era solito fare.

"Non è affatto piacevole, a me provoca le vertigini." lo corresse Martin, portandosi la mano libera sulla fronte.

"Chi vi ha giocato questo brutto scherzo, Dolcezza?" domandò a sua volta River, appostandosi al fianco del marito, la quale la cinse con estrema premura.
C'era qualcosa di differente in loro, la loro unione pareva più rafforzata rispetto al nostro primo incontro.

Purtroppo non ero nella condizione di tenere per una lunga durata lo sguardo verso i miei amici e nemmeno verso i nuovi arrivati, dato che i miei occhi dopo un certo intervallo mi provocavano una sgradevole sensazione, e allo stesso modo Gideon cambiava la postazione di ognuno di noi a suo piacimento.

Seppure le mie condizioni non erano ottimali, percepii il rumore di un fischio susseguito da un flash verdastro, il tutto fu accompagnato dal Dottore che osservava un accessorio che poi ripose nel taschino interno del suo cardigan vintage.

"Non ci posso credere! È opera di Rory Junior. Cioè, del nostro Piccolo Dalek." rise divertito.

"Penso che non ti convenga chiamare Anthony in questa maniera. Sono certa che a mio fratello quel soprannome non piacerà."

"L'Inglese ha un'altra sorella? Come mai non ci ha mai detto di essere circondato da donne?" proferii Mick, tentando inutilmente di afferrare la birra, era stata adagiata sul tavolo, almeno prima del fattaccio lo era.
Essa si stava divertendo assai: quando l'omaccione cercava di prendere la bottiglia, essa scompariva e si materializzava altrove.

"Comunque dove sono lui e Caty?"

"Prima di rispondere avremmo una cosa molto importante da chiedervi: avete per caso la possibilità di sistemarci?" li scongiurò Nate, mettendosi in ginocchio.

"Vediamo cosa possiamo fare!" e con quelle parole i due si avvicinarono a noi, protesero le loro dita verso le nostre tempie e, strano ma vero, la nostra percezione della realtà mutò di molto, fin tanto da arrivare quasi alla normalità.

"Grazie! È stato un supplizio."

"Ciao River. Ci rivediamo finalmente." esclamai ammiccando.

"Ciao a te, Dolcezza!" rispose la donna riccia con quella sua voce suadente.

"Allora? Perché non ci raccontate i fatti?"

Di conseguenza spiegammo loro tutto quanto.

"Quindi la nostra Caty e Jefferson sono scappati da questa prigione. Ma ora dove sono?" chiese con apprensione River.

Solo allora mi resi conto di aver perso il contatto con i due ragazzi, non mi avevano più avvisata del proseguimento della loro "missione".

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