𝑪𝒂𝒑 12 - 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒆 𝒑𝒓𝒊𝒎𝒂
𝑪𝑨𝑻𝒀 𝑷𝑶𝑵𝑫
Ciau a tutti, qui è Caty che vi parla.
Ebbene sì, la mia autrice ha finalmente pensato di darmi voce, era ora 🥳, non trovate? Quindi eccomi qui a presentare il mio POV. Premetto che il capitolo 12 sarà diviso in due parti, nella seconda troverete delle note piuttosto sostanziose, poi vedrete, e nel capitolo 13 ci sarò sempre io a parlare, contenti? 😁
Allora, essendo un nuovo personaggio, spero realmente di starvi simpatica. Sì, sono un po' eccentrica, lo ammetto, ma parliamoci chiaro: sono la figlia del Dottore e di River, quindi se sono come sono il merito è il loro e non credo debba aggiungere altro sui miei modi di fare.
Comunque, questi saranno i capitoli conclusivi per quanto concerne la mia infanzia con Anthony e saranno piuttosto duri da raccontare per me, quindi chi ha voglia di abbracciarmi già da ora? 🥰
Volete un piccolo SPOILER? Durante il corso di questi lunghi capitoli (quelli già precedentemente letti ed il capitolo 12), sono stati seminati alcuni indizi importanti, spero che li abbiate colti e che siate già pronti per tutti i colpi di scena che ci saranno da ora in poi.
Si scoprirà finalmente chi sarà o chi saranno i nostri nemici di 'Ricordi Frammentati'. Siete pronti? Spero di sì, e mi raccomando, trovate un luogo dove cercare rifugio, perché verranno sganciate tantissime bombe. Pronti? Sì? Allora non mi resta che dire: Pronti... Partenza.. Via! Buona lettura a tuttiiiiiiiii!
"La notte prima del tuo rapimento, River rimase a dormire da noi, i nostri genitori le diedero la mia stanza e perciò noi condividemmo la tua camera. Io dormii tranquilla a differenza tua, non a caso, mi svegliasti nel cuore della notte, sventolandomi davanti al viso il volantino, il quale il tuo ex mentore ti diede. Mi dicesti che quella sarebbe stata la nostra unica possibilità di conoscere altri Signori del Tempo, e perché no, di entrarci a farne parte. Ma quella fu..." Anthony mi tolse le parole di bocca e finì la frase per me.
"L'idea peggiore di sempre!" disse per l'appunto.
"Hai indovinato, allora sei veramente perspicace!" lo punzecchiai, come ero solita fare.
"Grazie, anche tu non sei male!" bisbigliò, strappandomi un sorriso.
"Caty, Caty... svegliati!"
"Che vuoi, Piccolo Dalek? È tardi e io ho sonno!" gli risposi con voce assonnata, girandomi di fianco affinché gli diedi le spalle e capisse di doverla smettere.
"Dobbiamo tornare dove siamo stati oggi! Non proprio là a Gardaland, intendiamoci, ma qui, a questo indirizzo." mi spiegò pimpante rimettendosi davanti a me, giusto per avere l'attenzione necessaria, "E sai la cosa bella? Noi potremmo andarci perché siamo in possesso di quest'oggetto datoci."
"Come ti vengono in mente certe idiozie, Fratellino?" sbuffai infastidita, "Non sai nemmeno se quello stupido gadget funzioni oppure no!"
"Motivo in più per testarlo. Io andrò là, che tu venga con me oppure no, di certo non posso perdermi un'occasione simile. Hai capito di cosa stiamo parlando? Dei Signori del Tempo, e tu sai benissimo quanto io desideri poter diventare uno di loro."
"Anthony, sono seria, questa volta mi oppongo. Io non ti aiuterò." mi ribellai, stava seriamente esagerando e la sua irrequietezza mi stava dando i nervi.
"Va bene, non ho problemi! Andrò da solo. Io non ho paura a differenza tua!" rimbrottò con risolutezza.
"Veramente non dovresti andare, Fratellino. Parliamone almeno domani con River, lei ci porterà!"
"Se come no!"
"Io mi sentirei più sicura se con noi ci fosse almeno un adulto." cercai di fargli cambiare idea.
"Loro non ci porteranno mai, lo vuoi capire o no, Caty Tonta? Il Dottore ritiene tutto questo un'idiozia, per me non lo è. Per il sottoscritto è importante, quindi se tu non vorrai venire con me non mi farò problemi, ho dieci anni e sono capace di badare a me stesso." replicò testardamente.
Odiavo quando faceva il presuntuoso.
"Non riuscirò a farti cambiare decisione, giusto?" chiesi, sospirando affranta.
Sapevo alla perfezione che non avrei vinto quella battaglia.
"No, non ci riuscirai. O sei con me o contro di me!"
"Va bene allora. Dovrà esserci qualcuno che dovrà farti da balia, Piccolo Dalek!" lo schernii.
"Non ho bisogno della babysitter, sono grande abbastanza ormai!"
"Certo! È inutile che cerchi di convincere me, tanto non ti credo." obbiettai sull'ultima frase.
"Allora verrai con me?" mi chiese speranzoso.
"Sì, in quanto non posseggo alternative, ma sappi che sono contraria." ribadii.
A quelle parole, vidi gli occhi di Anthony colmarsi di contentezza e, per ringraziarmi per il gesto altruista il quale stavo facendo, mi diede un bacetto su una guancia tutto giulivo.
Infine estrasse dalla tasca della giacca l'oggetto ricevuto quel pomeriggio, aveva stampato in faccia un sorriso sornione.
"Okay, ci siamo! Sei sicuro di voler intraprendere questo viaggio? Se vuoi tirarti indietro, e io sinceramente lo spero, sei ancora in tempo, Fratellino." avevo uno strano presentimento.
In quel momento mi sarebbe piaciuto se Anthony avesse cambiato idea e realizzato la pericolosità della nostra azione.
Io non volevo assolutamente andarci eppure, allo stesso modo, avevo le mie responsabilità da sorella maggiore: dovevo badare al mio fratellino a cui volevo un mondo di bene.
"Senza indugio!" mi rispose invece, più determinato che mai di portare a termine la sua crociata, "Facciamo vedere a quegli adulti di essere in grado di cavarcela da soli e di conseguenza intraprendere viaggi senza sorbirci le solite lamentele o i loro divieti."
"Quest'ultima parte mi sembra un po' eccessiva, Anthony!"
"La solita pessimista, sei tutta uguale a nostro padre." mi disse facendo una pernacchia per prendermi in giro.
A quel punto digitò nella tastierina dell'accessorio tondo, ricevuto qualche ora prima da quello strano individuo, e ne digitò la data e la meta evidenziati nel volantino.
Gettai una lunga occhiata alla stanza blu TARDIS di Anthony, quella stanza tanto sicura e confortevole, non la volevo lasciare.
Ero nervosa, era il primissimo viaggio che avremmo compiuto soli, in ogni caso cercai di non darglielo a vedere.
Presi un lungo respiro, prima che il Piccolo Dalek schiacciasse il tasto di conferma.
Era fatta!
Eravamo nel futuro, sarei dovuta essere in estasi per tutto quanto, eppure così non fu.
Odiavo quel posto e soprattutto quel dannato futuro.
"Ci siamo, che bello! Amo il futuro e il 2 145." esclamò euforico, "Finalmente il mio sogno sta per realizzarsi!"
"A me sinceramente questo posto dà i brividi. Dove andiamo?" chiesi guardandomi attentamente intorno, "Comunque passami il Manipolatore del Tempo, lo terrò io, non si sa mai."
"Lo vuoi realmente chiamare Manipolatore del Tempo? Comunque andiamo al bar, ho fame." mi rispose con l'ingenuità di un bambino, perché guarda a caso era ancora un bambino, mentre con un abile gesto mi diede quanto chiesto.
"Sì, è il nome adatto da attribuirgli. Vorresti andare a mangiare? Ora?" domandai sorpresa.
"Certo!"
Ci recammo al bar, locato davanti all'enorme struttura grigia, quella in cui si sarebbero dovuti riunire tutti gli aspiranti Time Master.
Anthony si mangiò una bella fetta di torta con panna e nutella, io rimasi lì sovrappensiero e con lo stomaco chiuso, quindi, non presi nulla.
Nel mentre lui chiacchierò sul come si sentisse fortunato nell'aver ricevuto l'invito da parte di quel signore, e di non vedere l'ora di incontrare i futuri Signori del Tempo.
Ironia della sorte, nel locale si presentò un uomo vestito nello stesso identico modo di Time Master Durce, ovvero l'uomo incontrato al luna park, quello che sarebbe divenuto il mentore di mio fratello.
Anche questa persona appena arrivata aveva addosso un lungo mantello nero, delle strane spalline e un medaglione, quest'ultimo si trovava appeso a una lunga catenella.
Quella era la divisa della loro organizzazione.
Costui era piuttosto giovane rispetto a quello incontrato nel pomeriggio, era biondo, aveva un taglio di capelli a scodella, sopracciglia folte e molte chiare, il naso era ordinario, né molto grande né tantomeno piccolo, mentre il suo sorriso non mi piaceva per niente.
Perché era tutt'altro fuorché genuino, non era nemmeno caldo o cordiale, si trattava piuttosto di un ghigno malvagio, subdolo sennonché diabolico.
Infine gli occhi scuri, quasi neri, brillavano di una strana luce, la quale non riuscii ad interpretare.
"Ciao bambini! Siete venuti qui per conoscere i Time Master?" ci domandò non appena ci raggiunse al tavolo.
"Sì, siamo venuti qui per questo motivo." gli rispose Anthony, buttando giù l'ultimo boccone.
"Bene, allora seguitemi. Il nostro quartier generale vi piacerà! Lì verranno reclutati tutti i futuri Signori del Tempo, tra qualche anno potrete aderire persino voi a questo grande progetto. E' una grande opportunità questa. Chi rifiuterebbe di fare da prode paladino il cui ha la possibilità di visitare ogni luogo della Terra e soprattutto qualsiasi era?" ci spiegò facendoci strada.
"È quello che sto dicendo a mia sorella da circa un'ora. Mi piacerebbe fare il paladino della Terra. Sarebbe un grandissimo onore per me difendere il mio pianeta." si intromise Anthony.
"Allora siete arrivati nel posto giusto. Ma toglietemi una curiosità: i vostri genitori dove sono?" volle sapere.
"Loro sono a casa!"
"A casa! AHAH! Meglio, siete stati bravi a venire da soli! Andiamo, ci sarà da divertirsi."
Trovai la sua risata malefica, che tra l'altro non capii perché trovasse divertente saperci soli senza i nostri genitori al nostro fianco per quell'avventura.
Cosa nascondeva?
"Come si chiama signore?" chiesi dubbiosa.
"Io? Be', tutti quelli che mi conoscono mi chiamano semplicemente Signor O." rispose sogghignando ancora di più.
"Signor O... 'O,' Come la vocale 'O' dell'alfabeto? Non mi dica che è il suo vero nome questo?" continuai.
"Perché fai tutte queste domande al signore, Caty? Non vorrai metterlo a disagio." mi richiamò mio fratello, leggermente imbarazzato a causa della mia impertinenza.
"È un mio diritto saperlo, Piccolo Dalek!" risposi indignata.
"Nessun problema, è tutto apposto. Comunque, cambiamo argomento: benvenuti, questo è il mio regno. Spero vi piaccia." esclamò l'uomo maturo, aprendo la porta di quel grande edificio a due piani.
Se dall'esterno il luogo appariva normale, il suo interno era tetro e lugubre, per non dire fatiscente: il pavimento rivestito da piccole piastrelle marroncine, fatte con del materiale scadente, risultava irregolare a causa di alcuni buchi, i quali non vennero sostituiti con dei nuovi materiali dopo il loro danneggiamento.
Ogni area possedeva una piccola finestra sbarrata da dei paletti in ferro, proprio come nelle prigioni, e come tali impedivano sia l'accesso sia l'uscita da esse. In poche parole, se mai fosse stata nostra intenzione fuggire e scappare da una finestra sarebbe stato impossibile.
Le pareti grigio topo erano spoglie, in alcuni punti risultavano annerite per via dell'umidità, l'illuminazione era ben scarsa e solo qua e là erano accesi dei neon dai quali proveniva una luce molto fioca.
Lungo i corridoi e nelle varie stanze erano presenti delle persone, degli impiegati supposi, dove alcuni di essi vestivano con dei camici da infermiere e ci osservavano con estrema attenzione.
Mi vennero i brividi e tentai di fare aprire gli occhi a mio fratello, tuttavia i miei sforzi furono vani: rimase accecato da quella fandonia tanto da crederci seriamente.
"Ma dove sono gli altri aspiranti Time Master?" iniziai ad essere dubbiosa.
"Arriveranno, non temete. Non ci sarete solo voi in questo viaggio turistico, tuttavia, mentre aspettiamo altri amici, vi prego di seguirmi in questa stanza."
"Okay!" acconsentì Anthony senza troppi problemi.
Attraversammo un lunghissimo corridoio infine lo seguimmo lungo una scala in legno logorato, non a caso i gradini scricchiolarono ad ogni nostro passo.
"Siamo quasi arrivati, però ci tocca fare una breve tappa. È solo un protocollo, niente di preoccupante, richiederà solo pochissimi minuti, sempre se vi comporterete bene."
A quel punto aprì la porta di una piccola stanza, era piena di attrezzi di ogni genere, mentre il disordine regnava sovrano.
"Vi prego di lasciare qui tutto ciò che possedete. Temiamo un qualche spargimento di notizie, scusateci. Il fatto è che qui vengono effettuati studi, esperimenti e non possiamo permetterci la divulgazione di notizie senza il nostro permesso."
spiegò l'uomo.
"Certo, la capiamo!" lo giustificò Anthony.
"Cerchiamo di essere discreti in quanto siamo un'organizzazione nata da pochissimo. Ho impiegato molto tempo per costruire questo impero, di certo non voglio che notizie false e diffamatorie vengano poi riversate sul nostro conto, facendoci poi chiudere i battenti."
"Io ho solo un paio di sterline, il resto le ho spese prima per potermi prendere un dolce. Non posseggo altro!" disse mio fratello, mostrando le sue tasche vuote, "Li appoggio qui?"
"Sì, lì va benissimo!" gli rispose lui mentre prese a studiarmi con attenzione.
Lui sapeva benissimo che ero io quella che custodiva il gadget, il quale ci teletrasportò lì e fu vano il mio intento di nasconderlo.
Esso sarebbe stato il nostro unico mezzo per un'eventuale fuga nel caso in cui le cose si sarebbero messe male per me e mio fratello.
"Sono sicuro che Time Master Durce vi abbia lasciato un piccolo omaggio per rendervi questo viaggio d'andata più comodo e veloce. Bene, ora siete tutti e due qui, non avete più bisogno del gadget. È arrivato il momento di renderlo ai proprietari." proferì, continuando a scrutarmi.
"Però se noi lo restituissimo come potremmo poi tornare a casa?" lo interruppi.
"A casa dite? Ahah! A casa... bè, ne riparleremo terminato il tour. Posatelo immediatamente sul tavolo se non volete vedermi usare le cattive maniere." ci ordinò.
"E se mi rifiutassi?" mi ribellai.
"Fa la brava piccola! Prendi esempio da tuo fratello, non ti conviene metterti conto di me."
"Perché cos'accadrebbe? Sentiamo..." lo sfidai, credendomi più forte e potente di quell'uomo biondo.
"Mi dispiace farti scendere dal tuo piedistallo però non sei tu a comandare qui. Di conseguenza se vorrai visitare il mio regno dovrai sottostare alle mie regole. Dammi l'oggetto il quale vi è stato dato in prestito... ORA! In caso contrario tu non potrai rimanere un solo secondo di più qua dentro, mentre tuo fratello potrà vedere e scoprire tutti i nostri segreti." disse in tono molto brusco il Signor O.
"Allora?" rincalzò con un tono il quale non solo mi mise a disagio oltretutto mi fece innervosire non poco.
"Non lascio mio fratello in mano a degli sconosciuti. Tenetelo!" sussurrai, mentre venni spogliata dell'unica arma che ci avrebbe portato alla salvezza.
Nonostante tutto, quando mio fratello ed io eravamo al bar e mi passò lo strano oggetto, simile al Vortex di River, ebbi la decenza di cancellare la cronologia.
In casi come questi preferivo essere previdente, non volevo che potessero poi risalire a noi e a dove abitavamo e mettere in pericolo tutti quanti.
"Bravissimi. Avete altro?" chiese nuovamente con fare guardingo.
Scuotemmo la testa: il Piccolo Dalek con enorme disinvoltura, mentre saltellava sul posto con intrepida eccitazione in quanto il suo sogno stava per realizzarsi.
Io con rassegnazione, ero sempre più convinta che tutto ciò fosse solamente una trappola ben architettata e noi c'eravamo caduti in pieno, come una mosca all'interno di una ragnatela.
"Perfetto, a questo punto vi mostrerò qualcosa di realmente interessante. Guardate questa pistola, è in grado di narcotizzare chiunque. Non la trovate forte come cosa? Volete provarla? Perché se la risposta è sì allora ve ne darò subito esempio." e con quelle parole sparò ad un suo collaboratore e, in pochi istanti il malcapitato, si trovò stesso a terra addormentato di un sonno profondo.
"È stupefacenteee!" strillò Anthony, battendo le mani come se avesse assistito ad uno spettacolo sensazionale.
"Bene, proseguiamo?" e dicendo questo, l'uomo biondo fece un cenno ad alcuni suoi uomini. Qualcheduno rimase all'interno della stanza, altri ci seguirono, come se fossero stati cani al guinzaglio, mentre lui si avviò verso l'uscita.
"Potrebbe togliermi una curiosità? Come faceva a sapere che noi eravamo in quel bar e che la nostra intenzione fosse conoscere i Time Master?"
"Perché tutti gli aspiranti Signori del Tempo fanno tappa lì dove vi ho raccattato." ci confessò il nostro nuovo amico.
"Il tuo socio dov'è?" la 'Nancy Drew' in me emerse, prendendo a indagare.
"Time Master Durce oggi ha il giorno libero. Ora, basta domandare! Voglio farvi vedere tutto questo edificio e mi piacerebbe avere silenzio per potervi spiegare la funzionalità di ogni macchinario."
"Persino questo tuo amico è un simpaticone." gli feci notare a mio fratello con aria scansonatoria, rivolta a mio fratello.
"Non è un mio amico. È solamente un conoscente!" bisbigliò di rimando, cercando di non esser sentiti dal diretto interessato.
Visitammo diverse stanze, trovai quel posto comune, nulla di eclatante, niente mi fece pensare a un posto ellittico, speciale, adatto a un Signore del Tempo, nulla che somigliasse vagamente a un TARDIS o cose simili.
Il fatto iniziò a puzzarmi sempre di più, e poi per quale motivo tutti quegli uomini ci stavano seguendo? Perché i loro sguardi erano così vacui? E tutti gli altri aspiranti 'Time Master' dove erano finiti?"
Queste domande mi frullarono in testa.
Eravamo in un dedalo di corridoi che portavano a delle tetre stanze, con dei lugubri macchinari e celle, tante celle in vetro, alte come minimo due o tre metri, ed erano tutte vuote, che cosa avrebbero mai dovuto contenere?
"Questa è la stanza che più preferisco. La stanza degli esperimenti!" esclamò ambiguamente, mentre una cupa risata risuonò tra quelle fredde mura.
All'interno erano presenti innumerevoli mensole, piene di fialette con sconosciuti intrugli, aghi, bisturi, siringhe e attrezzi da 'macellaio'.
Potevo definire quel posto macabro? Assolutamente sì.
Il Signor O prese tra le mani un utensile affilato e lo osservò estasiato, toccò con l'indice tutta la parte tagliente. Il contatto dell'arnese contro la sua pelle lo fece sogghignare malignamente, infine con un rapido gesto lo puntò conto di noi e ci sfidò a un combattimento, proprio come facevano i medievali durante la giostra.
"Paura? No, non dovete averne. Vorrei solo farvi giocare, sfidarvi a un duello. Non si farà male nessuno. Prendetelo come un piccolo assaggio di un allenamento il quale farete in futuro quando vi iscriverete per far parte di quest'organizzazione ellittica. I Time Master dovranno essere pronti a tutto, anche a questo." e dette quelle parole, gettò un altro coltello, ai nostri piedi, e ci invitò a usarlo.
"No, non mi piace questo gioco, ancora meno le armi." proferii prontamente.
"Peccato! Tu signorino hai voglia di duellare con me?" a quella proposta, Anthony si mise a ridere divertito, credendo trattarsi di una farsa.
"Mi stai simpatico! Ma giocando con le armi vere non dovremmo indossare delle protezioni per non farci male?" gli rispose con la stessa ingenuità di sempre.
"Hai ragione, le vado a prendere! Non muovetevi di qui bei bimbi!" si assicurò, "Se comunque nel frattempo volete vedere e provare questa sedia, siete stati autorizzati da me ad usarla. Dovete sapere che è magica!"
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