𝑪𝒂𝒑 11
𝑹𝑰𝑷 𝑯𝑼𝑵𝑻𝑬𝑹
"Adesso arrivano i fatti meno divertenti. Il bello è stato che si sono susseguiti uno dietro l'altro: prima l'orologio, qualche ora più tardi la disavventura a Gardaland e per finire il tuo rapimento!" disse affranta mia sorella.
"Sono avvenuti uno dietro l'altro? Seriamente?"
"Il rapimento il giorno dopo il nostro compleanno, abbiamo trovato un modo per teletrasportarci qui, proprio dove si erge il Time Bureau, Fratellino. Probabilmente quando avrai visto quest'edificio dovrà esserti sembrato famigliare e... nulla hai costruito la tua organizzazione proprio dov'è avvenuto il fattaccio!"
"Perfetto!" esclamai con sarcasmo, "Toglimi una curiosità, come siamo riusciti ad arrivare qui in questo posto e soprattutto nel futuro?"
"Questo è uno spoiler. Lo scoprirai poi, sennò dove sta la curiosità? In ogni caso, sei tornato dove tutto è iniziato oppure dove tutto è finito. Dipende dai punti di vista: la tua vecchia vita, con i nostri genitori, me, il Dottore e River è finita qui, ma fu solo il tuo nuovo inizio con Mary, i Time Master, Miranda e Jonas, le Leggende e per finire, il Time Bureau. Comunque, l'appellativo Time Master non ti sembra strano? C'è qualcosa che suona male in questo nome, non trovi?"
"No, per niente. Perché?"
"Non lo so. Non mi piace. Voglio dire: non che non mi piaccia per gusto principale, ma sento che ci sia nascosto sotto qualcosa... e aggiungo, qualcosa di inquietante, seppure non saprei spiegare cosa. Penso che questo sia un caso per i "Pond's Secret Service". Te li immagini noi vestiti a puntino, con degli occhiali super ganzi ad indagare su fatti poco chiari? E alla domanda: - Lei chi è?-, rispondere con un:- io sono Pond, Caty Pond..." probabilmente, notando la mia espressione accigliata, si affrettò a domandare se stesse divagando, ovviamente la sua fu una domanda retorica.
"Sì. Torna al discorso principale!"
"Mi domandavo se l'undicesima stanza, trovata dai due Signori del Tempo, facesse parte di un'ala del vecchio palazzo il quale visitammo da bambini? Questo potrebbe significare solo una cosa..."
"Ovvero?"
"Che il tuo rapitore e i suoi aiutanti sono ancora in circolazione e ti stanno tenendo d'occhio. Possibile che tu ancora non l'abbia capito, Piccolo Dalek?"
"Non può essere così, Caty. Sarebbe impossibile!"
"Nulla è impossibile, Fratellino mio. Comunque mancano gli ultimi punti della lista poi magari, la 'P.S.S', l'acronimo di Pond Secret Service, potrebbe mettersi all'opera e iniziare ad indagare. Secondo te, River e il Dottore cosa staranno facendo?"
"Conoscendoli, presumo si siano messi nei guai." ipotizzai.
"Senza indugio, Capitano Hunter." scherzò lei, dandomi un pizzicotto.
"Purtroppo non sono più un capitano, signorina."
"Dettagli, per me lo sarai sempre! Torniamo a noi a quel fantastico compleanno..." aggiunse una nota ironica nella parola 'fantastico'.
Quindi, detto questo, riprendemmo da questo 'maledetto' decimo compleanno, il quale ci cambiò drasticamente la vita.
Era mattina presto e Caty e io eravamo già svegli, anzi preciso, non dormimmo tutta la notte, eravamo super felici per via della festa e non vedevamo l'ora di poter stare tutti insieme e scartare i regali.
Solitamente, per le festività oltre a mamma e papà, ai nostri zii, ovvero il Dottore e River, e a nostro nonno Bryan, si univa Nardole, un nostro fedele amico, quando eravamo piccoli, ci fece da babysitter, e noi lo adoravamo per i suoi atteggiamenti goffi che ci facevano tanto ridere.
Di buona leva, i nostri genitori vennero a svegliarci, ci fecero gli auguri e ci strapazzarono di coccole.
Quanto amavamo l'affetto riservatoci da loro: Amy era la mamma perfetta, amorevole, ci riempiva di attenzioni e passava la maggior parte del suo tempo con noi; nostro padre, l'infermiere Rory, quando era in casa, e non in corsia, non faceva altro se non passare del tempo con noi, giocava, ci portava ai musei, il nostro preferito era il planetario, ci leggeva i libri che scriveva la mamma...
Sì, avevamo proprio una bella vita e con dei genitori fantastici.
"Buon compleanno, tesorini nostri!" ci diedero un bacio sulla fronte e ci misero sotto il naso due pacchettini regalo e un dolcetto a testa, "Comunque stanno per arrivare lo zio Dottore e la zia River, non appena saranno qui mangeremo la vera torta di compleanno, si scarteranno i regali, infine faremo tutto ciò che vorrete!"
"Sììì!" esultammo felici, saltando fuori dal letto, "Andiamo al luna park?"
"Al luna park? Non è meglio una visita ad un museo? Ne hanno aperto uno da poco nella città qui vicino. Non siete curiosi di visitarlo?" ci propose nostro padre.
Sì, aveva la fissa per quanto riguardava la nostra istruzione, ogni momento era buono per trarne apprendimento, auspicava il meglio per noi.
"Oh, su Rory, non fare il guastafeste! E' il loro compleanno, lasciagli l'opportunità di decidere ciò che vorranno fare in questo giorno particolare. Volete andare al parco divertimenti?" ci domandò nostra madre.
"Sì!" rispondemmo speranzosi.
"E così sia!" decise lei, tra le nostre urla di giubilo.
"Okay, avete vinto!" si arrese papà, sentendosi in minoranza.
"Bravo amore. Questo è il Rory che amo!" esclamò unendo le labbra con quelle del marito.
"Bleah! Che schifo!" a Caty e a me i baci in bocca non piacevano per niente.
"Questi sono per voi." ci adagiarono sopra le ginocchia due pacchetti regalo ben confezionati.
Senza esitazioni li aprimmo e trovammo l'orologio di Caty e la fialetta sonica per me.
Rimasi deluso e misi il broncio, non era lontanamente vicino a quanto avrei voluto ricevere, come tutti miei coetanei, preferivo un gioco tradizionale, non di certo un'inutile fialetta.
"Riceverai altri regali, Piccolo Dalek. Non disperare."
Quindi ci spostammo in giardino, subito dopo aver mangiato il dolcetto, giocammo per qualche minuto finché non apparve il TARDIS nel nostro giardino.
Saltammo gioiosi a quella vista e andammo incontro al Dottore e a River, i quali ci abbracciarono felici, facendoci gli auguri, una volta tutti presenti all'appello, ci mettemmo a tavola per mangiare la torta.
Tutti cantarono la canzoncina e finita ci diedero altri regali di compleanno.
"Quindi oggi dove avete deciso di andare?" ci interrogò River.
"I bimbi, hanno deciso per il luna park."
"Io amo fare quei giochetti bellissimi, cosa ne dite di Gardaland, anno 2 145?"
"Sììììì!"
"La decisione è stata facile ed è stata presa. Famiglia Pond, questi sono per voi. Prendetevi la giornata libera, divertitevi e rilassatevi!" il Dottore porse a loro due fogli, successivamente ci disse di aver mandato loro in una spa.
"Dottore, noi veniamo con voi. Tra l'altro morivo dalla voglia di fare un giro in una giostra." rifiutò con fare deciso nostro padre, rendendo i due biglietti.
"Il tuo sarcasmo ti contraddice, padre. Prendetevi una giornata per rilassarvi, ve lo meritate!" insistette la donna bionda.
"Fammi vedere qua. Wow, abbiamo per caso vinto alla lotteria? Noi potremmo stare tutto il giorno in questa spa lussuosissima, ti rendi conto? Rory, noi una cosa del genere ce la possiamo solo immaginare, ci sarà l'idromassaggio, ci coccoleranno, trattamenti a non finire. Ti vuoi realmente perdere una cosa simile?" Amy elencò tutti i pregi e comfort che non avrebbero potuto godersi nel caso fossero partiti con noi.
"Wow. E' una cosa grand... Ma no! Noi verremo con voi, oppure nessuno va da nessuna parte!" non desistette.
"I bimbi saranno al sicuro, li baderemo noi. Non dovete preoccuparvi o diffidarvi di noi! Avrete una vita intera per fare i genitori. Lasciatelo fare pure a noi una volta tanto." li rassicurò River.
"Non se ne parla. Noi saremo con voi, che vi piaccia oppure no."
"Uh, Rory, guarda là! Quello non è per caso un tuo collega?" lo distrasse il Dottore facendo girare la testa di lato a nostro padre, mentre zia River ci fece accomodare all'interno del TARDIS per poi fare l'occhiolino ad Amy.
"Il mio collega? Dove?"
"Era laggiù, guarda bene!" gli disse l'uomo con il cravattino rosso, chiudendo poi la porta dietro di sé e fregando con questo stratagemma nostro padre.
Era fatta!
"Ahahah, è stato divertente prendere in giro nostro padre!" disse Caty, abbracciando di getto la donna riccia.
"E' stato facile. Anche i Pond si meritano un giorno di ferie!" esclamò il Dottore scompigliandomi i capelli.
"Noi siamo i Williams, non i Pond!" specificai leggermente imbronciato.
"Ah! Mio caro Rorarium Ian Pond Williams. Hai tanto da imparare, piccolo!"
"Io non sono piccolo, ho dieci anni!" puntualizzai.
"Fratellino, noi siamo i Pond. Questa è la famiglia Pond, mettitelo bene in testa!" mi corresse lei.
"No, Caty Tonta, ti sbagli!" rimbrottai, sicuramente, se i due adulti non ci avessero distratti e fatto pensare ad altro, sarebbe scoppiata una delle nostre tante piccole liti.
"Forza ragazzi, andiamo verso la porta. Siamo arrivati!" ci fece sapere con dolcezza River, cingendo le nostre spalle.
Non appena uscimmo da lì, udii alla perfezione il Dottore dirle che a parere suo sarebbe stata una madre perfetta e mi piacque vedere lei perdersi negli occhi di suo marito, i loro sguardi innamorati mi fecero venire le carie, ciononostante non potei non ritenerli teneri.
C'era gente in quel parco divertimenti enorme.
Le giostre, alte diversi metri, scendevano ripidamente, da esse provenivano urla impaurite seppur nel contempo facevano trasparire euforia, alla loro vista, un brivido di adrenalina mi percorse la schiena, ero felice e volevo assolutamente fare tutti quanti i giochi.
Rimasi estasiato nel vedere tutti quei colori circondarmi, mi parve quasi di essere finito all'interno di un arcobaleno.
Ogni categoria di giostra possedeva un colore differente: il blu per i giochi d'acqua, il marrone per le montagne russe più paurose che contenevano diversi giri della morte, il verde per gli scivoli, il nero erano a tema horror, quelli rossi per giostre super veloci, il quale mettevano il voltastomaco alla sola vista da quanto girassero veloci.
Le aree di pic-nic erano immerse nella natura, e si poteva gustare il proprio pranzo sia stando seduti nel prato oppure accomodarsi sulle panchine poste davanti a tavolini in legno massello.
Nell'aria si respirava l'odore dei dolciumi e dello zucchero filato e puntualmente i nostri zii ce li presero: Caty lo scelse al gusto fragola, io alla menta e il Dottore quello classico.
C'era molta confusione attorno a noi, le persone parlavano amabilmente tra loro, commentando le diverse giostre fatte, mentre coloro che erano locati su di essi, gridavano a pieni polmoni, inoltre dai vari giochi provenivano delle allegre marcette.
Tutto ciò era super!
"Che forza!" disse Caty.
"Senza indugio!" commentai.
"Cosa ne dite se partissimo dall'area bambini?" ci proposero con premura.
Se con i nostri genitori si mostrarono decisi e pronti a prendere la loro responsabilità per quell'intero giorno, in quel momento vidi la loro sicurezza vacillare, erano in apprensione per noi e timorosi in quanto ci sarebbe potuto accadere qualcosa, quindi ci condussero nell'area meno pericolosa e traumatica per noi.
Era tutto fin troppo fiabesco per i miei gusti, tant'è che continuai a guardare e riguardare con fare ammaliato i giochi più pericolosi, erano fantastici e ne rimasi attratto, proprio come un magnete ad una calamita.
"Uffa, io mi sto annoiando, Caty! Andiamo là. Guarda quei giochi, non sembrano più divertenti?" sbuffai.
"Più pericolosi, vorrai dire!"
"Appunto! Andiamo?" le proposi.
"A tal proposito, non credo che River e il Dottore siano d'accordo! Non pensi mai al peggio? Se dovesse accadere purtroppo loro ne pagherebbero le conseguenze, ci eviterebbero di fare altri viaggi con loro!"
"No, non ci accadrà nulla, fidati." dissi testardamente.
"Sei proprio un Piccolo Dalek!" esclamò allibita.
La vidi rassegnata perché mi conosceva bene e quando mi mettevo in testa una cosa era impossibile farmi cambiare idea.
"Lo so!"
"Ciao, bei ragazzini! Cosa fate qui tutti soli e soletti?" ci interruppe una voce che conoscevo a meraviglia.
Mi girai e lo vidi, era lui: Time Master Durce.
"Non siamo soli, signore!" rispondemmo all'unisono.
"Oh! Bene, mi fa piacere saperlo. Comunque avevo voglia di lasciarvi questo volantino e questo piccolo gadget. Ora scappo, vado a coinvolgere più persone! Spero di potervi vedere presto. L'indirizzo è segnato lì in cima alla pagina e se vorrete unirvi alla nostra organizzazione, anche solo per vedere come funziona e magari aderire in un futuro non molto lontano, questo oggetto, simile ad un orologio, vi permetterà di arrivare in prossimità del luogo d'incontro. Ci si vede bei bambini!" e, dette quelle parole, il mio ex mentore scappò di corsa, io nel frattempo presi e nascosi immediatamente il gadget.
Guardai l'indirizzo scritto sul foglio e non potei credere ai miei occhi: mia sorella aveva ragione, il luogo d'incontro era situato ove si ergeva il Time Bureau.
"Ora mi credi?" mi domandò.
"Ti ho sempre creduta!"
"Allora andiamo avanti."
Annuii con risolutezza.
"Allora il mio piano è questo: quando loro si distrarranno nuovamente, noi scapperemo e andremo là, nell'area dei grandi e ci divertiremo un mondooo." la illuminai con quel piano folle.
"Okay!"
"Cosa avete trovato?" ci domandò il Dottore con in mano il foglio del menù del piccolo ristoro.
River invece era andata a prenderci da bere, seppure entrambi si fossero allontanati solo per breve tempo, loro non ci persero d'occhio nemmeno per un secondo, rimasero sempre vigili su di noi.
"Un signore ci ha lasciato questo volantino." confessò mia sorella, ricevendo una mia gomitata.
"Fammi vedere! Nah! Che idiozia!" disse il Dottore riponendolo sopra il tavolo con noncuranza.
Senza che se ne accorgesse lo presi, l'argomento trattato mi interessava davvero tanto: a lettere cubitali era riportata la scritta "Corso di formazione per Time Master".
Ordinammo diverse cose invitanti e quando il Dottore chiese aiuto a River per portare le pietanze al tavolo, feci un cenno a mia sorella: quello era il momento adatto per agire!
Corremmo tra la folla, avevo il cuore in gola, eppure trovai quella marachella molto divertente, eravamo due bimbi in un luna park che avevano deciso di ribellarsi e divertirsi da soli, che male c'era?
Presi Caty per un braccio e la trascinai, verso un gioco in quanto mi attirò molto, e, proprio come nel flashblack avuto proprio poche ore prima, notai lo sguardo vigile di Time Master Durce osservarci.
Solo in quel momento mi resi conto di quanto, in realtà, fosse inquietante quell'uomo.
Salimmo dentro quegli scomodi seggiolini.
Risi, quando notai i nostri due tutori cercare inutilmente di raggiungerci, tra tutta la folla ammassata all'interno del parco, e sentirli urlare affinchè quella corsa non partisse.
Troppo tardi!
Quando arrivarono ai piedi di quel gioco, noi eravamo già abbastanza in alto e non gli rimase che aspettare il termine della corsa.
"Visto? Ti sei divertita?"
"Molto!" ammise, urlando di gioia.
Mi gustai il panorama mozzafiato, visibile solo ad una tal altezza, purtroppo, quando arrivammo all'apice di quella salita, sentii Caitlin strillare di dolore, mi girai verso di lei per vedere che avesse fatto e notai delle scie dorate uscire dalla sua bocca, circondarle il suo meraviglioso viso e le sue piccole manine.
Questa luce man mano si intensificò e l'avvolse completamente.
In quel gioco si scatenò il caos puro, tutti gridarono impauriti, altri scapparono via come se fossero sotto attacco, solo i più temerari, si fermarono ad osservare lo strano fenomeno in corso.
Io rimasi agghiacciato, cosa stava accadendo a mia sorella?
Gettai uno sguardo verso il basso, dove avevo notato il mio mentore poco prima, e lui era lì a gustarsi la scena, mentre ripose qualcosa all'interno della sua uniforme.
In viso aveva un sorriso diabolico, un ghigno spaventoso e soprattutto soddisfatto.
Lo guardai con più attenzione e da lì, pareva diverso: i capelli stranamente da brizzolati divennero biondi e i suoi occhi, da chiari che erano mi parvero scuri e cattivi.
Chi era realmente Time Master Durce?
Pochi minuti dopo, il nostro giro terminò e scendemmo, io avevo ancora le gambe che mi tremavano e sentii una strana oppressione al petto, si trattava di senso di colpa per quanto accadde a Caty.
Lei, tornata normale, prese a toccarsi i capelli con fare nevrotico, chiedendomi in continuazione come fossero e se fossero stati ancora rossi.
"Oh, santi numi! Piccolo Dalek, che ti è saltato in mente?" mi rimproverò il Dottore, proprio come un padre faceva col proprio figlio, aveva un volto talmente tanto pallido, tanto da apparire quasi come un fantasma.
"Caty, mia piccola Caty! Come stai?" la donna riccia le andò incontro, abbracciandola preoccupata e riempiendola di baci.
"Io sto bene, non sono mai stata meglio. Ma i miei capelli? Ditemi dei miei capelli. Sono ancora rossi e uguali a prima?"
"Sì, lo sono, Dolcezza!" mentre lei le rispose e la rassicurò, non mi sfuggii il modo strano in cui il Dottore guardò la donna riccia, la quale era sempre presente al suo fianco.
"Bene, mia cara sorella. Siamo giunti a questo punto critico, cos'erano quelle scie?"
"Quel processo si chiama rigenerazione. Tu ne sei stato testimone, Piccolo Dalek! Mi hanno colpita e se non avessi aperto l'orologio regalatomi per quel compleanno, sarei morta ora. Però grazie alla rigenerazione non è capitato, eppure fu strano, perché quando questo processo inizia, solitamente il nostro aspetto muta, con me fu diverso, rimasi tale e quale a prima. L'unico cambiamento lo riportarono i miei capelli, prima erano ricci, non come quello di River, intendiamoci, ma erano ondulati, mentre da quel fatto sono diventati lisci."
"Oh, ma guarda un po' che cambiamento!" la presi in giro.
"Ah! Ah! Non sei simpatico."
"Non penso proprio. Allora continuiamo?"
"Sono qui apposta, Piccolo Dalek!" le risposi.
Nei minuti successivi, River e il Dottore non fecero altro che rincuorare la piccola Caty, dal canto suo era vispa e allegra più del solito.
Ci portarono immediatamente fuori da lì, andammo a fare una rilassante passeggiata al mare e la concludemmo con un buon gelato.
Continuammo a comportarci come se nulla fosse, ma percepii chiaro e tondo la tensione presente tra i due adulti, non mi fu difficile capire che la donna stava amabilmente evitando il marito.
Eravamo tutti e quattro insieme comunque notai River aver issato un muro tra di loro: nello sguardo della riccia erano presenti timore, sconforto e disagio, proprio come un bimbo poco dopo essere stato beccato a combinare qualche disastro; mentre, nel viso sempre sornione del Dottore, in quel momento era presente un velo di preoccupazione, era pensieroso, lo si poteva vedere chiaramente.
"Il ritorno a casa fu normale, e i nostri genitori ci fecero il terzo grado sulla nostra giornata e, in modo che nessuno li sentisse, i nostri tutori gli dissero ciò che mi capitò. River decise di rimanere a dormire da noi, mentre il Dottore si dileguò pochi minuti dopo il nostro rientro. Quella sera stessa, a notte fonda, mi svegliasti, mettendomi sotto il naso il volantino e lo strano orologio che ci donò il tuo amico..." mi illustrò lei.
"E io ti convinsi a fare quel viaggio insieme a me per incontrare i Time Master, giusto?"
"Hai indovinato un'altra volta. Cercai in ogni modo di toglierti dalla testa quella stupida idea, tuttavia eri così ostinato che saresti partito persino da solo. Quindi malvolentieri ti seguii e qui ti rapirono. Tu mi svegliasti nel cuore della notte e sventolandomi il volantino davanti alla faccia mi dicesti di recarci là per visitare quel sito... ma fu..."
"L'idea peggiore mai avuta!" conclusi al suo posto, sospirando affranto.
NDA: Ciau a tutti, come state? :) Spero tutto bene
E come promesso ecco a voi la disavventura del Dottore, River e dei piccoli Pond a Gardaland
Qui Anthony assiste alla rigenerazione della sorella e incontra per la prima volta in assoluto il suo futuro mentore: Time Master Durce, a parere vostro, quest'ultimo nasconde qualcosa?
In ogni caso, tenete duro i capitoli inerenti al passato dei due fratelli stanno per terminare, dopo di che torneranno tutti gli altri personaggi e la storia continuerà da dov'era stata interrotta e scopriremo pure che fine abbiano fatto i Pond.
Ho già in mente e in preparazione tanti altri capitoli e spero che i colpi di scena che ci saranno potranno piacervi, nel frattempo se quest'ultimo è stato di vostro gradimento, non dimenticate di votare e commentare.
Ciao, ciao, al prossimo capitolo ❤️
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