5; epilogo

Mia sorella e le sue amiche riuscirono a combinare un incontro tra Cole e Lili, adempiendo finalmente al loro compito di Cupido. Odeya e Saoirse mi assillarono di domande su di lui, su come fosse essere la sua ragazza e frequentare spesso il suo appartamento a New York. E io rispondevo sempre che Timmy era proprio come uno poteva immaginarselo. Dicevo loro che non c'erano parole per descrivere il suo modo di essere innamorato.

Tom mi cercò non appena venne a sapere dei miei frequenti spostamenti da Providence a New York, dove abitava Timmy. Mi chiese di vederci perché voleva che lo perdonassi e farmi sapere che aveva lasciato Chani, che a proposito, mi mandò un bouquet di scuse, inoltre si presentò a casa mia in piena notte per chiedermi di perdonarla.

Lo feci. Perdonai entrambi, perché ora non mi importava più. Avevo ottenuto il bacio che aspettavo, che spezzasse il loop di insicurezze in cui ero finita.
Timmy era un vulcano, ed io sentivo di essere la sua isola, pronta ad accoglierne la lava, lasciandomi invadere dalla sensazione rovente che mi procurava ogni volta in cui mi sfiorava. Avevo la sicurezza di poter contare su di lui, ogni giorno mi stimolava a fare meglio, ad essere la migliore versione di me stessa. Perché lui era così. Lo dimostrava facendo ciò che amava di più, amando se stesso per quel che era e, soprattutto, amando me anche nelle mie più imbarazzanti sfaccettature.

Capii di valere qualcosa, di poter essere intraprendente anche stando insieme a qualcuno e, allo stesso tempo, amandolo. Compresi che Timothée era stato un supporto essenziale, ma che avevo le mie sfide e che avrei dovuto combatterle da sola, potevo farlo, e non avrei mai dovuto più sentirmi prosciugata, sconfortata da quel che ero.
E non soltanto perché c'era lui, ma perché sapevo che non mi sarei più perduta.

vi faccio un mega sorrisone,
uno grande così
per esser state con me.
un forte abbraccio, eu

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