❽ 𖠑 𝙔𝙤𝙪 𝙬𝙖𝙣𝙩 𝙩𝙤 𝙝𝙪𝙧𝙩 𝙢𝙚? 𖠑 𝓅𝓉. ②

~ Nove ragazzi, un solo destino.

Due di essi sono gli unici che sapranno creare l'equilibrio della vita sulla morte, delle tenebre sulla luce, della giustizia sull'ingiustizia, del male sul bene.

Il passato ti tormenta, ma a volte, fa più male sapere che cosa il futuro ti riserva.

Rimani allibito, scioccato.
Perché non vuoi crederci, vuoi fare finta che nulla di tutto ciò ha appena stravolto la tua esistenza.

Tutto quello che volevi fare, si è sgretolato in quel momento sotto i tuoi occhi lucidi, che riflettono la luce della luna, come due gemme incastonate. ~

{ Arial Black }

~ Quindici anni fa...

«Michael, io credo che dovremmo fare qualcosa in merito a questa situazione...»

Guardai i miei genitori che parlavano agitati.

Mi sentii di troppo in quella casa.

Mi sentii di troppo in questa vita

«Intendi questo idiota che dovrei chiamare figlio?»

Mio padre mi incenerì con i suoi occhi neri, e io abbassai la testa.

«Dai non fare così, è pur sempre sangue del tuo sangue... Un Morrison.»

«Non azzardarti ad associare questo cognome a Blake.
Non è all'altezza, e non lo sarà mai Maggie!»

Mia madre si girò verso di me, e sul suo viso riconobbi tristezza.
Seppi che questo suo modo di fare era solo una farsa.

«Io mi chiamo Kayros.»
Bisbigliai.

E ci volle poco tempo, prima che mio padre mi prese per i capelli, tirandomeli fino a farmi lacrimare.

Ma non urlai.

«Tu sei Blake.
Niente di più, niente di meno.
E ora muoviti, vai a vestirti.»

Mi spinse, facendomi cadere rovinosamente sul pavimento di marmo lucido.

«Prepararmi per cosa?»
Chiesi spaventato.

«Dovrai fare da corriere per uno spacciatore molto rinomato.
Un solo errore e ti sbatto in camera senza cibo e acqua per due giorni.»

Annuii terrorizzato, rialzandomi velocemente.

Corsi verso le scale, e quando entrai in camera, chiusi la porta a chiave.

Mi appoggiai ad essa, mentre continuai a respirare affannosamente.

Guardai la mia vasta collezione di libri, in particolare quelli della mitologia antica.

In quel momento desiderai solo un segno da Ra, Ares, Ryuijin o Thor.

In cuor mio, cercai di pregare, ma non avrei risolto nulla.

E, ancora una volta, le menzogne furono falsità eteree. ~

Oggi

Silenzio totale.

Tutti quanti nel mio attico sono diventati improvvisamente muti.
Sono passati diversi minuti, che sembrano ore.

«Ahecygop eptra hyluma Jordan ant alan sactra!»

Abby, scioccata, si ammutolisce subito, rendendosi conto che non è l'unica a sapere questa lingua.

Tradotto significa :
«Ci mancavano solo Jordan e Alan cazzo!»

Entrambi si arrabbiano.

«Credete che siamo gli unici a rovinare sempre tutto?
Guardate che razza di casino avete messo su voi tanto per iniziare!»

Dice Alan.

Ora hanno gli occhi viola.
Lo stesso colore che avevo visto appena arrivato alla festa con Abigail.

I due licantropi si infervorano subito, mostrando artigli, zanne e iridi dorate.

«Mi avete fatto passare quattro giorni di merda, vi rendete conto?
Come fate ad essere così crudeli?»

Ludivine è tanto ferita quanto adirata.

«Noi non ci siamo mai stati.»
Lo dicono entrambi in sincrono.

Ma io e Abby non siamo d'accordo.

Incrocio le braccia e mi trasformo a causa della tensione che si è creata.

Forse lo faccio perché cerco di difendermi, con un viso che incute timore, un brivido che ti assale prima che l'oscurità ti avvolga.

«Bugiardi!
Stavate ridendo malignamente nel bagno dove era stata lasciata Ludivine mentre ci guardavate negli occhi!»

Abigail emana una luce azzurra dopo aver sbottato.

Non lo ha mai fatto...

«Chryus ci stava tenendo d'occhio.
Non potevamo fare saltare la copertura per altri ragazzi, dato che ci hanno ricattati e obbligati a farlo!»

«Chryus?»

«Si, proprio lui.»

Jordan non mi guarda nemmeno quando mi risponde.

Sbuffo.

«Aspettate un cazzo di secondo.»
Adam lo dice con serietà innata.
«Ma allora qual'è il motivo per cui siamo collegati tutti quanti?»

Sembra smarrito.

«La profezia delle quattro stelle.
Lo spirito di Delfi, Amon, Odino e Amaterasu ne raccontano la cometa che hanno ricevuto dall'oracolo.»

Poseidon mi sta facendo diventare matto.
Osservo meticolosamente tutti quanti.

Ci troviamo sparsi :

Io sono sdraiato sul divano, mentre Abby è appoggiata allo schienale vicino a me a gambe incrociate, pensierosa.

Seth è seduto svogliatamente sul bracciolo del divano di fianco a Ludivine, che sta accanto a Jonas, entrambi appoggiati di schiena al muro, e diffidenti.

Christopher ha lo sguardo smarrito, continuando a osservare casa mia con stupore dal muretto, dove Adam continua a fare avanti e indietro nervosamente.

I due gemelli, invece, sono nella stessa posizione, tremendamente tesi da non riuscire nemmeno a sedersi, e con la stessa espressione corrucciata.

Guardo il soffitto, continuando a pensare per i fatti miei.

«Blake, non dici niente?»

Mi alzo di fretta,  guardando Poseidon dritto nei suoi occhi blu profondo.

«Che cosa dovrei dire?
Non ho nemmeno la forza di concepire che mio padre era un vampiro, che in verità sono immortale e che sono collegato a tutti loro.»
Sbotto indicandoli.

«Idiota, pensi che ognuno di noi è felice di averti tra i piedi?»

Alan sbraita senza un'apparente motivo valido.

«Vaffanculo Mitchell, siete stati voi a creare scompiglio!»

Jonas guarda in cagnesco entrambi i gemelli.
«Se la tua sorellina è stata stuprata non è colpa nostra, maledizione!
Noi non eravamo presenti!»

Seth le si para davanti, e i suoi occhi diventano azzurri.

«Non me ne fotte un cazzo.
Chiedetele scusa.»

Li sovrasta con la sua stazza imponente.

Entrambi si sentono di nuovo in difetto, abbassando la testa.
«Per tutto quello che facciamo, per colpa dei nostri genitori, non esiste rimedio o perdono.»

Queste parole, dette da Jordan, mi fanno capire che nel profondo è piena di rimorso.

Ma nonostante le loro scuse particolarmente criptiche, iniziano tutti a litigare.

Mi alzo dal divano andando nella sala più ampia, senza troppi mobili.
Ma, ricordando troppo un passato che mi ha ferito nel profondo, sento le gambe cedere.
Cado rudemente sulle ginocchia, e poco dopo tutto intorno a me diventa nero.

Chiudo gli occhi, pensando a tutto quello che è successo negli ultimi giorni :

Reincontro di nuovo Abigail dopo sei anni.

Scopro che sua madre è morta.

Poi vengo a sapere che lei soffre di epilessia, di attacchi di panico legati al contatto fisico e ha delle difficoltà a mangiare.

Il tutto quando viene a vivere da me, dove ho fatto solo cazzate rovinandogli il periodo di lutto.

Lei è una dea delle quattro mitologie.

Ludivine e suo fratello sono due licantropi originali.

Christopher è vivo.

Alla festa incontro un uomo, Poseidon, il dio dei mari, che salva pure i due gemelli Mitchell, ovviamente anche loro creature, ma ancora ignote.

E il tutto si conclude scoprendo che una profezia antica ci unisce tutti.

Li riapro, ma è ancora tutto un blackout.
In pochi secondi la mia vista riesce ad adattarsi, e quello che vedo come prima cosa, sono delle piume.
Fitte e compatte, rendono impossibile alla luce di entrare.

Ad un certo punto, sento delle voci attutite.

«Ma... No, non è possibile!»
Adam ha la voce incrinata.

«È un Dhampir, e non è mai successa prima una cosa del genere!»
Seth sembra devastato

«Sono enormi!»
Dice Jonas alzando un po' la voce.
Guardate, in alcuni punti ha delle lame di zaffiri!»
Ludivine è sorpresa.

«Se quel bastardo ha unito il sangue da mezzo vampiro, a quello di una chimera, credetemi, lo è.»
Poseidon sembra pieno di rancore.

«Dovrei toccargliele?
È fermo così da mezz'ora... Lo hanno praticamente rinchiuso in uno scudo ermetico...»
Abigail lo dice dolcemente.

«Noi non abbiamo capito che cosa sta succedendo... Siamo rimasti sconvolti da queste rivelazioni.»
Afferma affranto Alan.
«Ma evidentemente non siamo al corrente di tutto quanto.»
Lo segue a ruota finendo la frase Jordan.

«Ragazzi, dobbiamo farlo tornare in sé.»
Christopher sembra incerto su come fare.

«Penso che questo sarà l'ennesima scoperta che lo tormenterà.»
Poseidon appare sconfitto, sospirando.

Ad un certo punto, tutto torna normale e torno umano.
Crollo a terra, e Abigail è la prima a raggiungermi.

Guardo gli altri che hanno gli occhi sbarrati.

«Perchè avete tutti quella faccia sconvolta?»

Ridacchio, ma quando vedo Abby
fissare qualcosa alle mie spalle, mi rialzo, girandomi.

È uno scherzo.

Tutto questo non può essere vero.

Due enormi ali nere, di meravigliose piume con incastonate delle lame di zaffiri, che sono illuminate dai raggi dell'eclissi che fa sembrare la notte il giorno.

Ma quello che mi spaventa, è che appartengono a me...

Rimango esterrefatta da quello che vedo.
Non so che cosa rispondere, perché le parole mi muoiono in gola.

Mi avvicino a un Kayros spaventato e confuso.

«Stai bene?»
Sembra così perso...

«No, non sto bene Abigail!
Ho le ali, e un Dhampir non dovrebbe averle cazzo!
Ti rendi conto che ormai sono un ibrido di cui non sa nemmeno l'esatta provenienza dei geni?»

La sua risposta così avventata quanto scorbutica mi fa sobbalzare.

Poseidon si avvicina e mi sussurra.
«Abigail, diamogli spazio.
È sconvolto al limite, andiamo di là.»

«No, io resto qui.
Voglio essere sempre accanto a lui.
Andate voi, in tal caso mandami un messaggio se hai bisogno.»

Gli sorrido mestamente, e guardo tutti gli altri tornare indietro, fino a che l'ultimo non chiude la porta.

La raggiungo e giro la chiave.

Mi appoggio di schiena mentre guardo Kayros perennemente in silenzio.

Ha detto che alcune cose erano vere, in mezzo a quel mare di bugie per illudermi e basta, e io scoprirò quali sono.

Mi stacco e raggiungo una poltroncina vicina al divano dove sta seduto, senza mai alzare la testa.

Mi metto appoggiata di lato, con le gambe leggermente inclinate.

Le sue ali sono enormi, dalle piume folte di un nero brillante, e in mezzo ci sono delle lame affilate, levigate dallo zaffiro grezzo.

E proprio pensando a esse, mi viene in mente una canzone che mamma mi faceva sentire quando piangevo o ero triste.

Cerco di trovare il momento giusto, e intonando una melodia dalle lente strofe, la mia voce si ammorbidisce, cercando di annullare la barriera di timidezza che ho creato almeno per questa volta.

«I pray you'll be' my eyes... And watch her where She goes.
And help her to be wise... Help me to let go.
Every mother's prayer... Every child knows.
Lead her to a place... Guide her with your grace.
To a place where she'll be safe.»

Riapro gli occhi, e vedo le iridi verde smeraldo di Kayros che mi squadrano.

Ha pianto, e sul suo viso appaiono due occhiaie profonde.

«Céline Dion... La ascoltavo di nascosto, quando stavo in camera e non potevo uscire.»

Immaginarmi un piccolo Kayros mi fa sentire peggio.
Che cosa ha dovuto sopportare?

«Vuoi andare a letto?»

Annuisce, sbadigliando.
Si alza e mi segue.

Apro la porta.
Sto per andare a sedermi, quando Kayros mi prende la mano in modo apprensivo.

Quando giro la testa, vedo i suoi occhi che mi implorano.
«Puoi farmi compagnia?»


Abigail indugia alla sua richiesta.

Sembra combattuta, una lotta interiore che non lascia scampo.

«Va bene.»

Ritrae la mano e lo supera, salendo le scale.

Kayros ci rimane male.
Che cazzo, Abigail ha accettato di venire con te, e ti lamenti che non ti tiene per la mano come i bambini di cinque anni?

A volte non lo capisco per niente.

Da quando Abigail è entrata nelle nostre vite, ma soprattutto nella sua, è cambiato radicalmente.

O almeno, a me sembra così.

Anche se in fondo ha ancora il suo carattere del cazzo.

Li vedo chiudere la porta e mi giro verso gli altri.

Che cosa significa tutto questo?
Avrò finalmente una risposta dopo decine di millenni per quello che sono?


Mi sento un coglione quando lei ritrae la sua piccola mano dalla mia, disperata in un contatto fisico che non ho mai avuto da bambino.

La seguo salendo le scale, guardandole ogni centimetro del suo corpo.

Mi odia.
Lo so, mi odia, cazzo.

Entra in camera, e io chiudo la porta a chiave.

Si gira verso di me.

«Sdraiati, kayros.»

Lo dice come se mi stesse comandando.

Lentamente vado verso il letto, e cerco di tenere le ali a bada.

Si, sono ancora lì.

Mi tolgo la felpa, ormai rotta, restando a petto nudo.

Mi siedo e levo le scarpe e le calze, così da rimanere solo in pantaloni.

Tremo.
Respiro a fatica.
La vista si offusca.
La voce si incrina.

Sento le sue scarpe cadere sul pavimento, e lei salire sul letto.
«Abby, non riesco a sdraiarmi.»

Sono il grande Kayros Morrison, e non riesco a ritrarre delle ali di merda.

«Stà fermo.»

Passano vari minuti.

Mi giro quel poco che basta per vedere una tenue luce azzurra, quella di Abigail.

Le ali spariscono, finalmente.

«Ho immaginato nella mia mente di fartele richiudere, ma non credo duri per sempre.»

Si allontana e rimane appoggiata al cuscino con la schiena, mentre le braccia rimangono appoggiate sulle sue cosce incrociate.

«Perchè non ti rilassi?
Non ti uccido mica.»

Non risponde.

Mi appoggio al cuscino, girandomi così da vederla.

I suoi capelli di un argento lucido ricci e voluminosi, illuminati dalla luce blu dell'Eclissi, sembrano avere vita propria.

«Lo dici, certo, ma ricordi che cosa hai fatto appena tornati a casa?»

Ricordo fin troppo bene.
Ho quasi morso Abby solo perché stavo impazzendo dalla frenesia.

In realtà ho ancora fame, troppa fame.

Ho sbagliato a chiederle di farmi compagnia a letto.

Sono un coglione, ecco.

" Non volevo piccolina... E mi sto sentendo in colpa.
Vai giù, mi addormento da solo."

Le parlo telepaticamente.

" Troppo tardi, ormai rimango qui.
Sono stanca, ho bisogno di stare un po' a letto."

Che testa di cazzo.

" Abigail, sto morendo di fame.
Rimani qui ancora e non farai una bella fine."

Mi risponde risoluta.

" Tanto a cosa servo io?
Mi hai usata.
Mi hai ingannata.
Anche se una  parte delle cose che mi hai detto fosse vera, non cambierei idea comunque."

Sbuffo pesantemente.

«Sei dannatamente... »
Bella.

«... Idiota.»

Non mi sta guardando nemmeno.
Fa finta che io non ci sia, forse per sentirsi meglio.

È troppo buona per essere così poco permissiva, non riesce a dire una fottuta volta no...

«E sai che cosa sei tu invece?»

«No, che cosa?»

Si gira e i suoi occhi sono lucidi.
Le sue guance rosee.

«Un Kayros che non sa nemmeno cosa vuole lui, che non prova amore, che sa solo mentire in modo patologico.
Sei solo un narcisista, opportunista e insensibile con tutti, nessuno escluso.»

Incrocia le braccia e mette su un'espressione imbronciata.

«Sei davvero stronza.
La Abigail che conoscevo anni fa non era così.»

Fa una smorfia.
«Posso dire lo stesso del Kayros che mi faceva sorridere quando veniva a trovarmi.
Un Kayros che nonostante tutto, andava avanti con il sorriso.
Se ho capito che la speranza non muore mai, è perché me lo hai insegnato tu.»

Le prendo la mano, ma ho un flashback.

~ nove anni fa...

«Abby, dove sei?»

Risi sotto i baffi.

Guardai sotto al divano, dietro il mobile, e perfino dentro l'armadio, ma nulla.

Ad un certo punto, sentii la risatina delicata e meravigliosa di Abigail.

Provenii dalla camera di sua madre.

Entrai facendo finta di niente, e poi, mettendo le mani a imbuto attorno alla bocca, iniziai a utilizzare un vocione divertente.

«Ti sento piccola peste, se ti prendo sono guai!»

La vidi sgusciare da sotto il letto matrimoniale con una trapunta verde acqua.

La catturai e le feci il solletico.

La considerai una sorellina.
Adorai ogni momento che passai assieme a quella bambina dagli occhi dolci.

Poco dopo, la presi in braccio e la adagiai sul letto.

Mi misi in ginocchio e poggiai i gomiti su di esso.

«Piccola Abby, vuoi sapere un segreto?»

Lei annuii, convinta.

«Avere la speranza è la chiave per essere positivi e sorridere sempre.»

La vidi pensare.

«Quindi è quello il motivo per cui sei sempre felice, Blake?»

Lei non seppe mai il mio vero nome.

«Esatto.
Ora ti chiedo di custodirla qui.»

Con l'indice toccai il punto esatto del suo piccolo cuore.

«Fallo per me.
E non dimenticare mai una cosa.»

Incrociai i suoi occhi blu Oceano.

«Che cosa?»

«Se io un giorno sparirò, promettimi di non scordare queste parole :
Non chi comincia, ma quel che persevera.
Saprai raggiungere così ogni tuo obiettivo Abigail, con la forza di volontà, la determinazione e la consapevolezza che tutto è possibile.»

Mi alzai da terra e la accolsi tra le mie braccia.
Sentii la sua testolina sul mio petto.

Solo in quel momento capii che i sentimenti li riuscii a provare solo con lei.

ꨄ oggi ꨄ

Ci fissiamo entrambi, e il ricordo di quando eravamo piccoli mi fa sorridere leggermente.

«Lo trovi divertente Kayros?
Oh guardatemi, ora mi nascondo come i bambini dell'asilo.»

Si ridicolizza con gesti e facce divertenti.

Le prendo anche l'altra mano, fermandole sul letto.

«Abby, ho capito cosa ci ha fatto dimenticare solo l'amicizia del nostro passato.»

Drizza le orecchie.

«Che cosa Kayros?»

«Quando ci siamo divisi sette anni fa.»


«E cosa invece sta facendo riaffiorare i piccoli pezzi?»

Lo vedo serio, fin troppo serio.

«Il contatto fisico.
Anche uno come questo.»

Ci fissiamo le mani.

«Credi... Credi che più il contatto fisico è intenso, più il ricordo è lungo e importante?»

La mia domanda fa paura persino a me stessa.

Ci pensa un attimo.
Un attimo che sembra un'eternità.

«Si, ha senso.»

Dischiudo le labbra senza accorgermene.

E Kayros le guarda.

Oh maledizione.

«Se ipoteticamente parlando, dovessi chiederti se posso usare un approccio poco ortodosso, accetteresti?»

Mi mordo il labbro.

«Dipende.»

Mi sdraio, mettendomi nella stessa posizione di Kayros.

«Di solito le cose si fanno razionalmente, ragionandoci su.
Ma sai che io sono fatto in un modo completamente diverso dal normale.»

Si avvicina a me e mi sovrasta in pochi secondi.

Il cuore inizia a battermi ad un ritmo così veloce, che sembra voglia uscire dal petto da un istante all'altro.

«Sai, Abigail...»
Si avvicina al mio orecchio e la sua voce sexy si insinua in esso.

«... Se non la finisci di morderti il labbro, lo faccio io al posto tuo.
In effetti mi hai fatto salire a mille la curiosità.»

Smetto all'istante.
Kayros sorride compiaciuto.

«Paura piccolina?»

Mi sta sfidando?

Mi alzo sui gomiti e mi trovo a pochi centimetri dal suo viso.

Lo guardo dritto negli occhi color smeraldo.

«No, credo solo che tu stia facendo un grosso errore.
Vai a dormire.»

Ma non si scolla da me.

«Forse non hai capito...»

Con una mano inizia a sbottonarmi il vestito.

«... Che tu...»

E con il ginocchio divarica le mie gambe, alzando un po' la gonna.

«Mi stai facendo diventare...»

E avvicina la sua bocca al mio collo.

«Un contrasto unico?»

Il suo respiro caldo mi fa rabbrividire, mentre sento il vestito che per magia cade per terra.

Rimango in reggiseno e perizoma.

Non riesco a dire una sola parola, la voce mi muore in gola.

«Quando da Victoria's Secrets stavo delirando, sappi che era tutto reale.»

Afferra con istinto possessivo la mia vita, mentre con l'altra mano segue le linee delle mie arterie del collo, per poi scendere e farlo con le vene del mio braccio.

«Kayros, questo non sei tu.
Non vedi che ti stai lasciando sopraffare dal tuo lato predatore?»

La cosa che più mi dà fastidio, è che tutto questo piace anche a me.
Da un lato vorrei spingerlo via, ma ha preso il sopravvento l'eccitazione che sento pulsare nelle mie parti più sensibili.

«Sembra però che tu non ti stia lamentando, Eclipse.»

Ha ragione.

«Kay, non sei obbligato a fare tutto questo.
In realtà, credo che non sia necessario.»

Sto cercando di non emettere un suono, ma quando le sue labbra iniziano a lasciare dei piccoli baci nell'incavo del mio seno, ho un sussulto.

Alzo un braccio, ma Kayros me lo blocca subito.

«Non farlo.
I movimenti bruschi fanno della mia ipersensibilità un'arma dai denti affilati.»

Mi sento un groppo in gola.

«Stando a quello che mi hai detto a scuola, anche l'eccitazione fa salire l'istinto omicida che ti ritrovi.»

Si blocca di colpo.
Devo averlo punto sul vivo.

Una parte di me, quella eccitata, vorrebbe urlargli di non smettere, ma quella razionale e lucida ringrazia che sia tutto finito.

Si leva da me, tornando al suo posto.

«Sei una rottura di cazzo, lo sai Abigail?

Indignata, gli rispondo sarcastica.
«E tu sai di essere un coglione Kayros?»

Si gira scocciato.

Borbotta qualcosa, prima di cadere in un sonno profondo.

Dopo essermi accertata che stia davvero dormendo, prendo una coperta, e dopo averla messa sul mio corpo, chiudo gli occhi.

Ma le braccia di Morfeo non sempre ti proteggono.


Mi trovo sette paia di occhi puntati addosso.

«Credo che sia meglio andare a domande.»

Christopher, Jordan e Alan chiedono all'unisono :
«Che cosa sta succedendo?»

Sospiro, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

«Vedete, tutti voi siete stati obbligati a mantenere apparenze ingannevoli, o non sapevate nemmeno cosa eravate...»

«Arriva al punto.»

Jordan sembra fremere dalla paura.

«In realtà il ragazzo che sta di sopra con Abigail si chiama Kayros.
Kayros Morrison.
É un Dhampir, e come ho detto circa un'ora fa, kaelovor deve avere iniettato anche del sangue di una creatura mitologica, altrimenti non si spiegherebbe la sua comparsa delle ali.»

Rimangono allibiti.

«Dimmi che è uno scherzo...»
Inizia Christopher.

«... Ma è davvero il figlio di Michael?...»
Alan è scombussolato.

«... Arrivati al capolinea, si scopre che lui possiede tutta New York, in poche parole.»

Jordan guarda fuori dallo Skyline, senza girarsi.

«Resta ancora un dilemma.»
Adam riesce a parlare.

Seth si gira verso di lui.
«Ovvero?»

«La profezia.
Dobbiamo saperla.»

Resto per qualche minuto in silenzio, chiudendo gli occhi.

Li riapro, e inizio a parlare di nuovo, recitando quello che da lì a breve si avvererà.

"Nove i ragazzi con questo potere, che sono in grado di usare e tenere.

Perché loro non sanno che tra migliaia di Eclissi, il mondo gli riserva le tenebre degli abissi.

Nati nella luce, cresciuti nell'oscurità.

Un destino truce, o una meravigliosa immortalità?

Dhampir irascibile, una dea meticolosa.
La vita impossibile, o quella gioiosa?

Io, Amon, dio del vento e della fertilità, ricevo da una cometa questa futura fatalità :

Due i Serpopardi, scaltri, furbi e dal carattere testardo.

Di certo tutt'altro che codardi, ma non sempre van d'accordo.

Io, Spirito di Delfi, portavoce delle profezie di Febo Apollo, accolgo nei miei occhi un prezioso fardello :

Un'Idra sopravvissuta, una fenice nera rara quanto potente.

La prima ha dedizione ed è acuta, la seconda ancora ignara del male imminente.

Io, Amaterasu, dea del sole, apprendo l'oracolo dal cielo delle isole :

Un Ryuijin impulsivo, il dio drago giapponese nascosto.

Fuori dal mondo Yokai è vivo, ma per lui avrà un costo.

Io, Odino, padre di tutti gli dei, colui che tutto vede, concedo a questa benedizione di mostrare fede.

Due licantropi discendenti di Fenrir, il lupo gigante norreno.

Lo vorranno ancora udir, o lo rinnegheranno?

Quando le mitologie si incontrano, un solo dubbio puoi avere.

Sarà un bene che usano, o solo un modo per il Chaos di evadere?"

Le parole di Poseidon creano una profezia che non mi sarei immaginata nemmeno nei film.

Ancora non capisco.

Che cosa siamo destinati a portare a termine noi?

Ho seri dubbi su tutto questo, e so solo che sono stanca.

«Vieni, Lupetta, ti porto a fare la nanna.»
Seth mi tocca la spalla, e ovviamente non la smette di trattarmi come una bambina.

«Non ho sonno.»
Mento sfacciatamente.

«Va bene, allora ti porto di peso.»
Lo vedo abbassarsi per prendermi in braccio.

«Va bene, hai vinto Raven.»

Dico a Jonas che vado a dormire, e guarda subito male Seth, anche se alla fine ne esce sconfitto.

Sorride soddisfatto e mi porta nella sua camera.

È grande, con le pareti nere e intagli d'oro.

I suoi mobili sono semplici, ma il letto è enorme.

Avanzo cautamente, insicura di voler andare davvero lì.

«Ti fa così schifo dormire con un ragazzo?»

«Non ho detto che mi fa schifo.
Non so se hai notato, ma io sono ancora vestita sgargiante e scomoda per sdraiarmi...»

Sbuffa, poi prende una canotta e una maglietta dal suo cassetto e me li porge.

«Vatti a cambiare, il bagno è lì.»

Mi guarda come se fossi un alieno, poi inizia a levarsi i vestiti.

Mi giro e vado verso il bagno.

Chiudo la porta e mi guardo allo specchio a forma di pentagono.

Grazie mille stronzo.

È scuro sulle pareti, ma il pavimento è di un marmo chiaro.
C'è una vasca idromassaggio e un sacco di spazio, manco fossimo in un hotel di lusso.

Mi strucco, pettino i capelli, e cambiata i vestiti, che mi stanno larghissimi, esco dal quel bagno da star del cinema.

Lo vedo a petto nudo, con solo i boxer addosso.

Si gira e mi guarda.
«Lasci troppo spazio all'immaginazione, Ludivine.
Le brave lupacchiotte dovrebbero essere attente su questo aspetto... Sia mai che il grosso dragone le mangia!»

Ride come un deficiente, e appena mi sdraio, lo incenerisco con lo sguardo.

«Dovresti stare zitto una volta tanto. Mi rovini il sonno.»
Prendo il telefono e guardo l'orario.
Sono le tre e mezza.

Non riuscirò mai a svegliarmi presto.

Sospiro combattuta, lo spengo e poi lo appoggio sul comodino.

«Alexa, luci spente.»

E cala l'oscurità.
L'unica cosa che si può vedere sono i suoi occhi azzurri, così accesi da sembrare biolumiescenti.

Ci guardiamo entrambi negli occhi, ma alla fine il sonno ha la meglio su di me, facendomi crollare.


«Christopher, dato che c'è spazio in camera mia, tu dormi con me.»

Ed ecco che pure loro vanno via...

«Assurdo.
Io mi prenoto per il divano, sono ore che non tocco una superficie morbida.»

Mi sdraio prendendo la coperta piegata sulla spalliera, e me la avvolgo intorno.

«Penso che per voi due le chaise longue di là siano più che sufficienti.»

Il mio tono li ferisce, ma se lo meritano.

Se ne vanno con una lentezza esorbitante.
Poi, l'unico rumore che sento, è il russare di otto persone.

«E tu non dormi?»
Poseidon è ancora lì che pensa, come se fosse in trance.

«Hai ragione, ora vado.
Buonanotte jonas.»

Alzo il mento in un cenno di saluto, e poi, tutto ciò che sento, sono le mie palpebre che si appesantiscono.

Alla fine, sono sempre l'ultimo ad addormentarmi.

Spazio autrice :

Ei miei piccole Eclissi... Scusate la mia assenza e la pubblicazione un bel po' lontana da quello che avevo prestabilito...

Che cosa succederà secondo voi?
( Io lo so ma sono cattiva e non svelo niente 🤭 )

🌑🪷⚜️

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