❶⓿ ᜊ 𝑬𝒗𝒆𝒓𝒚𝒃𝒐𝒅𝒚 𝒌𝒏𝒐𝒘𝒔 ᜊ
~ Ciò che brilla, ha inestimabile valore.
Quello che luccica, mostra solo dolore.
Stelle luminose, nel cielo nero.
Fai vedere cosa c'è di vero.
La profezia di una sola metà è stata svelata.
Trovate nelle ombre la gemella celata.
Un solo pensiero dovrete mostrare.
Quello che nel cuore volete far avverare.
Ma una regola dovete rammentare.
Questo monito dovrete rispettare :
Quale bugia vera sarà?
Quale verità falsa diverrà? ~
{ Arial Black }
• 2 aprile 2024 •
Mi sveglio all'improvviso, spaventato.
Guardo davanti a me sul display che si trova nel muro.
Sono le cinque e mezza.
Che rottura... E per fortuna che ero stanco.
Sento il mio stomaco brontolare.
Ho fame, e sono arrivato al limite cazzo.
Mi giro e vedo Abby.
È coperta solo dal lenzuolo, ma intravedo la sua pelle candida lo stesso.
Una spallina del reggiseno le è scesa, e i suoi capelli le scoprono il collo.
Dannato istinto primordiale.
Mi mordo le dita, finendo per bucarmi il pollice.
Non ho sentito nemmeno male, perché l'unica che mi fa provare di nuovo quello stramaledetto cazzo di dolore è la signorina qua a fianco.
Lecco la ferita che guarisce.
Cerco di alzarmi senza fare rumore, ma evidentemente sembra troppo difficile per me.
Abigail si è svegliata.
«Il tuo fallimentare alzarti dal letto non ha funzionato, mi dispiace deluderti.»
Si gira, e sbadiglia.
«Non avvicinarti Abby.
Lo sai già come va a finire.»
Le mie labbra fremono.
Mi stacco dal letto e vado verso la porta.
Cerco di aprirla ma è chiusa a chiave.
Vado nel panico più assoluto.
Altra figura di emme del grande Kayros.
«Stai per caso cercando queste?»
La vedo sorridere soddisfatta, che rigira tra le sue esili dita tre chiavi, come se mi avesse appena fregato.
Oh certo, lo ha fatto davvero.
Che idiota.
«Lanciamele.»
«No.»
Le tiene strette a sé, con fare possessivo.
«Abigail, sei diventata scema per caso?
Dammele, ho troppa fame.»
Ridacchia.
«Per ripicca del giorno ai domiciliari con te, dove sono scappata e dopo due giorni quasi morta con Chris posseduto a scuola, te lo meriti.»
Sbuffo pesantemente, iniziando a sudare freddo.
«Abigail, te lo ripeto.
Non sto scherzando.
Non puoi morire per colpa mia cazzo!»
Oh, finalmente sembra aver capito la situaz-
«Kayros, sai che adesso dovrai passare le pene degli Inferi qui con me per un'ora e un quarto, vero?»
Probabilmente ho perso l'uso della parola.
«Sai cosa ho scoperto dei Dhampir?»
Nego scuotendo la testa.
Mi preoccupo sia per il mio autocontrollo, sia per la sua incolumità.
«Che chiusi in una stanza con la colazione diretta, in particolare del loro profumo e sapore preferito, come una droga, hanno più difficoltà dei vampiri a trattenersi.
Considera questa punizione una prova di resistenza.»
Sorride malignamente.
Siamo entrambi fottuti.
Lo ammetto, sono un po' spaventata, ma la curiosità di fare una specie di test è così allettante che non resisto.
«Tu sei matta!»
Sbraita senza contenersi.
«Grazie, me lo dicevano anche i miei compagni quando ero lo zimbello più acclamato della scuola.»
Ribatto sarcastica.
Eppure nella mia voce si sente la nota di dolore che volevo coprire.
«I-io... Non... Non volevo... Non lo sapevo...»
«Ora lo sai.»
Mi alzo dal letto e mi avvicino lentamente a Kayros.
Ho nascosto le chiavi mentre lui non faceva caso a me, tanto era preso dai suoi pensieri.
«E... Perché... Te... Lo... Dicevano?»
Deglutisce in continuazione.
Arrivo di fronte a lui, a pochi centimetri l'uno dall'altra.
«Avevo delle visioni, le ricordo bene.
Mi dicevano che ero schizofrenica, pazza, psichiatrica e tanti altri bei termini che preferisco dimenticare.»
Lo guardo negli occhi.
Questo test per me ha due vantaggi :
Il primo è vedere quanto riesce a resistere, esattamente come ho accennato prima.
Il secondo... È poterlo guardare da vicino senza che mi tratti da stronzo e bugiardo.
So che è alquanto pericoloso, ma... Se lui toccandomi ci ha fatto recuperare dall'oblio un pezzo del nostro ricordo, allora anche io posso farlo.
«Abby, mi stai uccidendo così...»
Si è trasformato, ma a me non interessa.
Voglio ricordare quando ci siamo visti per l'ultima volta.
Kayros va indietro, fino a quando non si scontra con la porta.
Sei in trappola.
Avvicino con cautela la mia mano, appoggiandola al suo torace.
Trasalisce al mio tocco, e in questo momento ho un flashback.
Quello che desideravo.
~ sei anni fa...
«Margareth, non posso più venire qui da voi.»
Ancora non seppi che il suo vero nome era Kayros.
Un Kayros molto più giovane, con una voce che tornò alla memoria.
«Oh, come mai Blake?
È successo qualcosa?»
Mia madre si avvicinò con fare materno verso di lui, ma si scansò prima di una carezza sul braccio.
Io guardai la scena da dietro l'arco, che unì cucina e salotto.
«Non toccarmi cazzo!
E non devo dare spiegazioni.
Non vi riguardano queste cose.»
Udii il suo astio e sobbalzai quando il suo tono aumentò di due ottave.
«Ti prego, non agitarti.
Vuoi mangiare qualcosa, dato che sarà l'ultima volta?»
«No, voi poveracce non sapete fare altro che cucinare roba scadente.»
Avvertii in mia madre un pizzico di delusione, ma s'intenerì, quando lei mi scoprì intenta ad origliare.
«Almeno saluta Abigail... Siete cresciuti insieme dopotutto.»
Il suo sguardo carico di odio mi incenerì, e io iniziai a tremare.
«Quella bambina non è più nulla per me.
Non ho scelta Maggie, dovrà farsene una ragione.
Potrà odiarmi per quello che sto facendo adesso, anche per tutta la vita.
Le nostre strade si dividono qui e ora.»
Lo guardai andare via, e sbattè la porta, ma notai qualcosa.
Dolore.
In quel momento, lui sentii nel suo corpo il dolore. ~
ꨄ Oggi ꨄ
Ritraggo di scatto la mano, distrutta emotivamente da quello che è successo.
«Abby, mi dispiace.
L'ho fatto perché non volevo mettervi in pericolo.
Avevo appena scoperto di dover prendere in mano la situazione di Oblivion, volevo solo proteggervi da quel mondo, e da me stesso.»
Mi metto nei suoi panni.
Vero, avrei fatto anche io la stessa cosa.
A volte per allontanare le persone a cui tieni di più devi ferirle.
Mi avvicino ancora di più.
Kayros mi stringe la vita.
«Vuoi proprio farti del male da sola tu.»
Sospira, mentre si abbassa per appoggiare la sua fronte alla mia.
Entrambi chiudiamo gli occhi.
Qualche ora fa, quando ci stavamo addormentando, ho sentito un suo pensiero :
" Non ci capisco più niente con l'enigma che è lei.
Solo il tempo mi dirà che cosa provo nei suoi confronti.
La metà di quello che le ho detto era vero.
Le cose che pensavo invece... Per la maggior parte erano solo perversioni e distrazioni contorte... Solo le cose più importanti erano reali, le sentivo, le volevo..."
E poi si è addormentato come un ghiro.
Mi attira a sé.
E non lo fa con malizia o con modi rudi e aggressivi.
È dolce, delicato... Fragile.
Sento i suoi addominali caldi, contro la mia pancia fredda.
Un brivido mi scende lungo la schiena.
Mi avvicino al suo orecchio.
«Tutto questo è sbagliato Kayros.
Noi non dovremmo nemmeno toccarci.»
Mi allontano da lui, guardandolo negli occhi.
" Credevo che avessimo superato... Ma non è così, vero?"
Nella mia mente la sua voce incrinata mi fa sospirare.
" Noi non siamo nulla, non lo siamo mai stati e non lo saremo mai.
Eravamo piccoli.
È cambiato tutto ormai.
Devi guardare in faccia la realtà, Kayros.
Tra di noi non può funzionare."
Mi fa male dirgli queste cose telepaticamente, ma a voce sarebbe più difficile.
Abbassa gli occhi, mi supera e torna sedersi sul letto, dandomi la schiena.
Ora capisco cosa significa fare scelte che ti segnano.
Ti distrugge dentro.
Ma sono cose che devi accettare.
E non voglio cedere a un errore fatale.
Come al solito mi sveglio allo stesso orario, sempre.
Guardo l'orologio :
Sono le quattro di mattina.
Ma che problema ho?
Sei un drago, ricordi?
E soprattutto i draghi giapponesi hanno bisogno solo di qualche ora per tornare a splendere di energia.
Grazie di avermelo rammentato, coscienza del cazzo.
Non c'è di ché, Seth
Sbuffo.
«Ma la smetti?»
Giro la testa e vedo gli occhi dorati di Ludivine incenerirmi con lo sguardo.
Brillano nella notte, con dei riflessi che vagano, mentre il colore continua a mescolarsi, tra il dorato intenso e l'ambrato.
«E ora che cosa ho fatto?»
Mi tiro su, sedendomi.
«Respiri pesantemente.
Il mio udito e quello di Jonas sono probabilmente i più sensibili tra tutti noi.
Quindi cerca di fare silenzio.»
Ma guarda un pò sta stronza!
«Posso fare quello che voglio qui, e tu non puoi darmi ordini.
Semmai potrei darli io a te...»
Le guardo il corpo, e in quella posizione tremendamente sexy non fa altro che complicarmi l'esistenza.
Mi giro all'istante, chiudendo gli occhi.
«Non credo tu faccia bene a fare l'ennesimo dittatore tiranno, posso sempre dire a Kayros che grazie a te non sono riuscita a dormire.»
Quanto la detesto cazzo.
Apro il cassetto del comodino e tiro fuori dei tappi auricolari.
«Tieni.
Li prendevo per quando Kayros scopava di notte e non riuscivo a chiudere occhio.»
Allunga la mano e li afferra, ma prima che possa ritrarla, le afferro il braccio e la tiro verso di me.
«E ora come la mettiamo, miss ricattatrice?»
Sorrido trionfante.
Sento ogni curva del suo corpo combaciare con il mio,
«Levami queste mani di dosso Raven!»
Quanto è insopportabile.
Non la ascolto.
In pochi secondi, mi alzo, e la metto sotto di me, sovrastandola con la mia stazza, imprigionandola.
I suoi capelli arruffati e la faccia allibita sono ciò che volevo vedere.
«Levati, o entro cinque secondi ti stacco la mano a morsi.
A te la scelta.»
«Non ti credo.»
«Scommettiamo?»
Le arrivo ad un centimetro dal viso, guardandole la bocca.
«Va bene, ma se vinco io, dovrai dormire con me per una settimana intera.»
Ma che razza di comportamento etico e predominante sarebbe quello che i nostri genitori ci hanno insegnato?
Mio dio, ho pure fatto sesso con Kayros... E la verità... È che non l'ho mai fatto prima.
Trattenere le urla dal male che mi faceva è stato complicato, anzi, se posso dirla tutta, peggio di un'impresa Olimpica.
Hanno fatto vociferare pagando il preside, e io con Alan ho fatto alzare il polverone autocondannandomi alla nomea di puttana.
Jonas invece quella dello spezzacuori.
Qualche volta non abbiamo fatto ciò che veniva richiesto.
La ricompensa?
Chiusi per un giorno in camera senza nulla, potendo mangiare solo le merendine che imboscavamo per giorni senza farci sgamare.
Ecco la nostra vita.
Un obbligo.
Non avevamo voce in capitolo, non avevamo nulla.
«Jo, sei sveglia?»
Mi giro.
Alan si sta stropicciando gli occhi.
«Da un po'.
Che ore sono?»
Prende il telefono dal mobile qui accanto e mi mostra il display :
Le cinque.
Le dannate cinque di mattina, e la sveglia suonerebbe alle sei e quaranta.
«Eppure questo divano letto non è affatto scomodo...»
Mi iniziano a prudere gli occhi.
Cerco di resistere ma non ce la faccio, iniziano a bruciarmi.
«Alan, gli occhi mi stanno facendo impazzire, ho qualcosa?»
Quasi grido, ma riesco a essere razionale per evitare di svegliare qualcuno.
Appena riesce a guardarmi meglio, per poco non gli va di traverso la saliva.
«Cazzo, sono viola come al solito, ma le pupille assomigliano a quelle di un rettile, Jo!»
Mi alzo di fretta, cercando uno specchio.
E appena lo trovo, guardarmi in esso mi fa tremare.
Le ho strette e appuntite.
Giro lo sguardo verso mio fratello, che si mette seduto.
«Piccolo problema Alan... Riesco a vederti perfettamente nell'oscurità.
Questo lo fanno solo i felini.»
Rimango in piedi a pensare, cercando di ragionare razionalmente.
Anche se di razionale vedo ben poco.
«Credo che anche a te stia accadendo la stessa cosa.»
Entrambi preoccupati, sobbalziamo ad una voce irritante e ancora impastata dal sonno :
Quella di Jonas.
Sono due ore che cerco di dormire, e appena riesco a bearmi del silenzio circostante, il vociferare di Jordan e Alan mi fa incazzare.
«Ma sapete chiudere quella bocca o siete una parlantina con il disco rotto?»
Prendo un cuscino e reprimo le mie grida.
«Jonas, sta succedendo qualcosa.
I nostri occhi sono viola e con le pupille di una lucertola... Ho paura...»
Alzo gli occhi al cielo, e dopo essermi messo in piedi, li raggiungo dall'altra parte del salone.
Sono talmente bioluminescenti che anche un cieco li vedrebbe.
«Siete al Neon?
Ma che cosa avete pure voi?
Perché continuiamo ad avere questi sbalzi?»
Tutte domande che sto ponendo più a me stesso che a loro.
«Che cosa possiamo fare?»
Mi riprendo dalla trance, con la voce di Jordan.
Forse non mentono.
Il suo viso è così sincero e bello, che mi dimentico di tutto il resto.
«Io devo andare in bagno, dove si trova?»
Rispondo senza staccare gli occhi da Jordan.
«Quando sei in cucina, gira a sinistra.
È la prima porta che trovi.»
Aspetto che se ne vada, e poi chiudo le porte, come aveva fatto in precedenza Abigail con Kayros.
«Jonas, che cosa stai fac-»
Non le dò il tempo per finire la frase.
La bacio, e la blocco al muro.
Emette un ansimo così dolce, che mi dona una soddisfazione estrema.
Maledizione, ho avuto l'imprinting con lei.
E l'ho scoperto solo adesso.
Ma dove cazzo sono quelle pillole?
Le sue labbra sono inesperte, ma così delicate che mi fanno scoprire un'emozione mai più provata :
La felicità.
Lascio per un attimo i suoi polsi senza staccarmi dalle sue labbra, mentre cerco un'elastico morbido nella tasca dei pantaloni.
Trovato.
Lo avvolgo intorno ad essi.
Smetto di colpo, e mi allontano da Jordan mordendomi il labbro.
«Perchè ci siamo baciati?»
Alza gli occhi, guardando le sue braccia ormai giunte sopra di lei.
Vederla così è uno spettacolo, per poterla toccare.
Chiamatemi scemo, chiamatemi pazzo.
Ma sono davvero innamorato di lei dal primo momento che l'ho rivista.
«Sei così bella jo.»
E poi mi rendo conto che per quattro anni ha solo detto balle, e ne ha pagato lei il prezzo, solo per un volere dei suoi genitori.
~ un anno fa...
L'ultimo anno fu difficile per me.
Tutti seppero il mio segreto a causa di Jordan.
Capii subito che ormai ero un reietto, perciò divenni l'ombra di me stesso.
In poco tempo tutto questo finì, ma lasciò in me un vuoto incolmabile dalle perdite di memoria che ebbi a causa della mia schizofrenia e del disturbo borderline della personalità.
«State lontani ragazzi, arriva lo psichiatrico!»
Disse Parker.
«Dovrebbero rinchiuderlo in un centro psicoterapeutico.»
Ethan prese la palla al balzo, e fece un ghigno che mi pervase di brividi.
E lì la vidi.
La odiai.
Ma non abbastanza.
Perché nei suoi occhi lessi sofferenza, rimorso e l'impossibilità di non potermi aiutare.
Usciti da scuola, in cinque minuti il gruppo di Parker mi ridusse ad un foglio di carta stropicciato.
Ero a terra, dolorante.
E le mie teorie si confermarono quando sentii la voce di suo padre mentre vidi che la spingeva in auto.
«Domani dirai a tutta la scuola, in ogni modo possibile, che sei stata scopata.
Se non lo farai, sai già che cosa succederà.»
Lei annuii con il labbro che le tremava.
Quando i nostri occhi, anche solo per un secondo, si incrociarono, con il labiale mi chiese scusa, mentre vedevo una lacrima che brillava cadere nell'erba del cortile.
Solo ora ricordo che lei non ha fatto nulla.
Solo ora ricordo i misteri a cui cerco da anni di dare una risposta. ~
ꨄ Oggi ꨄ
«Perchè hai mentito?»
Le chiedo con tono duro.
«Su cosa?»
Incrocio le braccia.
«Non ti sei fatta scopare da tutti i ragazzi della scuola.
L'unica volta che è successo, è stato con Kayros quella notte.
Me lo ha detto mia sorella, in caso ti stessi chiedendo come faccio a saperlo.»
Abbassa gli occhi.
Si sente colpevole di peccati che non ha neanche commesso.
Le prendo il viso tra le mie mani.
«Jo, guardami.
Non provare mai più a sentirti macchiata da cattiverie in cui tu non c'entri nulla.»
Interrompe di nuovo il contatto visivo.
«Potrai averlo fatto per la prima volta con lui , ma finché non ti sentirai pronta, per me sarai ancora vergine.»
Le sorrido dolcemente, cercando di smorzare la tensione.
E stavolta è lei a unire le sue labbra alle mie.
Un bacio pieno di bisogno, di parole che non serve dire, di promesse che stiamo sigillando.
La tengo per la vita, salendo sempre di più.
I suoi gemiti si fanno più esigenti, quando le tocco il seno.
Le torturo piacevolmente il capezzolo, quando interrompo il bacio e inizio a fare un succhiotto sul collo.
«J-Jonas, potrebbero sentirci, e Alan prima o poi uscirà dal bagno.»
«Non ti preoccupare...»
E poi due parole mi fanno scattare.
Alan.
Bagno.
«Aspetta, dov'è Alan?»
La mia voce diventa un sussurro.
Smetto di fare ogni cosa, tenendole solo una mano attorno al seno.
Ci giriamo entrambi verso la porta, e solo con il silenzio riusciamo a sentire dei lamenti.
Lamenti di un felino.
«Resta dietro di me.»
Tiro fuori gli artigli, rivelo le zanne e i miei occhi diventano dorati.
Le orecchie nere e morbide, così enormi e appuntite, escono al primo rumore appena percettibile.
Sento Jordan che mi tiene il braccio, sta tremando di paura.
«Al mio tre, nasconditi di lato mentre apro la porta.
Urla più che puoi per svegliare gli altri, non sappiamo chi c'è dall'altro lato.»
Il mio sussurro è molto deciso.
Cerco di tranquillizzarla con quello che posso fare per ora.
Con le dita inizio a contare...
Uno...
Due...
Tre.
La spalanco con una forza sovrumana, e vedo Alan dimenarsi per sgusciare via dalle grinfie di uno sconosciuto dagli occhi rossi.
Gli sta tenendo tappata la bocca.
Ad un certo punto, la ritrae e lo spinge a terra con un calcio.
«Bastardo, mi hai morso!»
Lo sta per raggiungere, ma mi frappongo tra i due.
Gli ringhio mostrando i canini ricurvi.
«Levati stupido cane rognoso!
Fallo o ti stac-»
Non fa in tempo a finire la frase, né ad avvicinarsi di un solo passo, che la testa gli viene tranciata di netto, senza pensarci due volte.
Una lama intrisa di sangue viene pulita con un panno di spugna, come se fosse la cosa più normale del mondo.
«Credo che questo messaggio arriverà dritto a Kaelovor come un'ondata di scheggie.»
Il suo tono così profondo e minaccioso mi fa accapponare la pelle.
Kayros è spietato, sì.
Ma è anche un Leader con la elle maiuscola.
La sua espressione seria è un pugno all'occhio.
«Abbiamo ancora un'oretta per dormire, dai torna a let-»
«Shhh!»
Corre verso l'armadio e cerca una maglia da indossare.
La guardo stranito.
«Non zittirmi così, ti devi lamentare sem-»
«Silenzio ho detto!
Sta succedendo qualcosa giù.»
Prende le chiavi e apre la porta.
Si gira verso di me
" Fa piano.
Qualcuno si è introdotto in casa."
Grazie a dio esiste la telepatia.
Vado direttamente davanti a lei, per proteggerla da un nemico ignoto.
" Resta dietro di me."
Sbotta mentalmente.
" Ok cazzo!"
Cerco di tenere le ali più vicine a me, per evitare di fare rumore colpendo qualcosa senza accorgermene.
Appena mi fermo le guardo.
E se quelle lame di zaffiri che ho in esse fossero davvero delle armi?
Ne tocco una, e un magnetismo la tiene ancorata a me.
La afferro e la stacco.
Arrivati alla fine delle scale, alzo la mano.
Stop.
Nella penombra, vedo un demone.
Tiene Alan stretto a sé, finché lui non gli morde la mano.
Lo sbatte per terra.
«Bastardo, mi hai morso!»
Si guarda la ferita, digrignando i denti dal male.
Entra in scena Jonas, aggressivo, che si mette davanti ad Alan.
«Levati stupido cane rognoso!
Fallo o ti stac-»
Non lo lascio finire.
Arrivo così veloce da mozzargli la testa in un secondo.
Il corpo cade a terra, così come quest'ultima.
Prendo un panno da cucina e pulisco dal sangue denso e scuro del demone.
«Credo che questo messaggio arriverà dritto a Kaelovor come un'ondata di scheggie.»
Dico con aria soddisfatta.
Escono anche Adam, Chris, Seth e Ludivine.
Dalla porta scorrevole vedo invece Jordan, spaventata, che corre verso suo fratello.
«Alan, dimmi che stai bene.»
Controlla che non abbia nessuna ferita, mentre tutti noi restiamo in silenzio.
«Ragazzi.»
Poseidon fa la sua comparsa, con il suo solito tono riflessivo.
«Che c'è?»
Gli rispondo.
«So come ha fatto ad entrare.»
Rimane in silenzio.
«Allora diccelo!»
Ribatto esasperato.
«Quello era un demone Kaiser.
Sanno rimpicciolirsi, diventare invisibili, e impossibili da percepire.
Doveva essere entrato nella borsa di qualcuno.»
«Ma allora perché io sentivo un odore pungente di petrolio?»
Seth è appoggiato al bancone, mentre lo squadriamo.
«E ti costava tanto informarci?»
Abigail si infervora.
«Se Alan non avesse emesso dei versi simili a quelli di un animale sofferente, a quest'ora sarebbe morto!»
Jordan lo fulmina con lo sguardo.
Seth alza le mani in segno di resa.
«Calma ragazze, pensavo arrivasse da fuori...»
Aspetta un attimo...
Versi.
Animale.
«Jordan... Hai appena detto che sembravano lamenti non umani?»
«Si.»
Ora si spiega.
«Adesso, oltre ai due Licantropi, abbiamo risvegliato i vostri poteri.»
«E quelli di christopher.»
Adam si aggiunge al dialogo.
«Ma non sappiamo nemmeno che creatura sia...»
«Io l'ho capito.»
Risponde pacato.
Quando fa così, con un tono quieto, sono notizie che nessuno si aspetta.
«È una Fenice Nera.»
Tutti mi stanno guardando.
E ognuno di loro è confuso e allibito.
«Che cos'è una Fenice Nera?»
Mi rivolgo ad Adam, speranzoso di sentire la risposta che può dare un senso a tutte le domande che mi frullano nella testa.
«La fenice Nera è unica, molto più grande di una comune.
È paragonabile ad un drago di enormi dimensioni.
Ha il potere sulle fiamme oscure e eterne.
Si narra nei millenni che sia riuscita a domare tante creature :
Cerbero, Drago della Colchide, Anfesibena e Cetus sono solo alcune delle molte.
Il verso che emette calma e tranquillizza, ma può anche distruggere.»
Strano gli occhi.
«Cioè io sarei una macchina della morte?»
Per poco non vado in iperventilazione.
Abigail appoggia la sua mano sul mio braccio.
«Tranquillo Christopher, abbiamo tutti qualcosa che ci fa sentire potenti fuori, ma fragili e inesperti dentro.»
Mi lascio cadere su una sedia, ancora stanco per il sonno arretrato.
«Ragazzi, che cosa facciamo con la scuola?
Dobbiamo iniziare a prendere in mano la situazione.
Siamo o no gli immortali che salveranno il mondo?»
Cerco di tornare alla realtà.
«Kayros, sei tu a decidere.»
Tutti lo guardiamo.
È il Leader non solo della Mafia, ma anche di questa armata.
«Soggiogherò più persone possibili, così avremo tutti il via libera.
Io, Abigail, Ludivine, Jordan e Alan andremo a lezione normalmente, ma staremo vicini, non dobbiamo disperderci.
Seth, Adam, Jonas e Christopher saranno gli infiltrati.
Di certo non passeranno inosservati due ragazzi della mia età, un diplomato e un deceduto tornato in vita, perciò farò in modo che fili tutto liscio come l'olio.»
Si gira e guarda Poseidon.
«E tu ci aiuterai?»
Gli sorride, più vispo del solito.
«Certo ragazzi, potete contare su di me!»
Tiro un sospiro di sollievo.
In realtà, tutti lo stanno facendo.
«E ora preparatevi.
La fase uno è appena iniziata.»
Bene, vorrà dire che avremo molto da fare oggi.
*****
Spazio autrice
Ciao mie Tenebre, scusate l'assenza e il ritardo, ma ho avuto da fare con il secondo libro... Mi perdonerete piccoli smeraldi?
Dalla vostra oscura Arial 🖤
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