Capitolo 36


**Montaggio fatto da me** 

Oggi è il 25 dicembre, sono le 10:30 del mattino e la signora che mi doveva aiutare con la preparazione del pranzo non è ancora arrivata. Ogni tanto alzo lo sguardo verso il grande orologio appeso al muro solo per vedere il tempo che passa. A quanto sono riuscita a capire gli ospiti sono già arrivati, ho già preparato sul ripiano tutto ciò che serve eppure la donna non è ancora qui. Il nervosismo invade ogni singola cellula del mio corpo e in più i dolori alla schiena e alle caviglie non agevola il tutto. Il mio piede destro continua a picchiettare sul pavimento per l'ansia, le braccia incrociate sotto il seno e ogni tanto qualche sbuffo esce dalla mia bocca. Dei passi provengono dalle mie spalle e io mi volto verso l'ingresso della cucina, il signor Jackson e una donna anziana vengono verso la mia direzione. Io mi metto in un angolo della cucina sull'attenti ignorando i calci che mi sta andando la bambina nel momento in cui l'uomo è entrato nella stanza. Stavano parlando di qualcosa ma nel momento in cui entrambi entrano nella stanza il silenzio cala all'istante. La donna, molto più bassa rispetto a me, porta degli occhialini senza montatura con una lente abbastanza grossa con una catenella dorata attaccata alle asticelle, un tailleur rosso, un foulard del medesimo colore con delle decorazioni blu e verdi e ai piedi un mezzo tacco nero lucido. I suoi capelli sono scuri e cotonati e il suo sguardo è attento mentre scruta ciò che si trova sulla penisola in legno lucido. Il signor Jackson è bello come sempre, con la camicia rosso velluta che glielo già vista addosso più volte, i jeans neri e i mocassini con i calzini bianchi in bella vista. I suoi capelli nero pece sono in piega e gli incorniciano perfettamente il suo viso candido e dai lineamenti spigolosi. I suoi occhi scuri si posano sulla mia figura e posso giurare di aver sentito un brivido percorrere tutta la mia spina dorsale, mi rivolge un ampio sorriso al quale ricambio in maniera molto timida. Le due figure si avvicinano a me in maniera spedita e io mi pongo sull'attenti come al mio solito.

- Ciao Madeleine, come stai? Ieri mi sembravi particolarmente stanca - mi domanda premurosamente il mio capo.

In effetti ciò è vero, tra i vari preparativi e il resto, sono riuscita a finire a tarda notte e ho fatto un po' di fatica per raggiungere la mia stanza. Anche se lui non c'era non ci metteva molto ad informarsi. Comunque le poche ore di sonno che ho fatto mi hanno completamente rigenerato e la bambina sembrava stanca quanto me visto che non si è mossa per tutta la notte.

- Sto bene la ringrazio, dormire stanotte mi ha fatto più che bene - rispondo semplicemente mostrando un ampio sorriso cercando di alleviare, in parte, la sua preoccupazione.

Ricambia il sorriso in maniera altrettanto raggiante per poi mettersi al mio fianco indicandomi la donna davanti a noi.

- Ti volevo presentare la mia mummy - dichiara mentre mette, in maniera inaspettata, un braccio intorno al mio fianco avvicinandomi a lui in una stretta quasi possessiva.

Arrossisco visibilmente a tale gesto e anche un po' per l'imbarazzo pensando che la signora fosse la donna che mi avrebbe aiutato nei preparativi per il pranzo.

- Piacere di conoscerti cara, sono Katherine - si presenta la donna con una voce leggermente graffiata, probabilmente per l'età avanzata.

- E' un piacere per me conoscerla signora, sono Madeleine Cruz - ricambio la presentazione stringendo la mano della donna.

- So già tutto cara, Michael mi parla praticamente sempre di te - dichiara leggermente divertita.

Sorpresa mi volto verso l'uomo al mio fianco che in questo momento al capo chino e con la mano libera gioca nervosamente con il bordo della camicia, è in imbarazzo. Io mi lascio sfuggire una leggera risata imbarazzata e sento lo sguardo del signor Jackson addosso ma non ho il coraggio di girarmi nella sua direzione.

- Inoltre mi ha detto che i tuoi piatti sono eccezionali, non vedo l'ora di assaggiarli e di constatare in prima persona la tua bravura - continua.

- Spero di non deludere le sue aspettative, farò del mio meglio - dico cercando di mostrare quanta più sicurezza possibile.

La signora Katherine sorride dolcemente per poi rivolgere uno sguardo altrettanto dolce a suo figlio.

- Vi lascio da soli così vado un po' dai miei nipotini e soprattutto i tuoi fratelli, so quanto possano essere scalmanati - commenta muovendo qualche passo verso l'uscita della stanza.

Il signor Jackson si lascia sfuggire una risata sguaiata parecchio contagiosa che mi fa mettere repentinamente una mano davanti alla mia bocca per cercare di non ridere.

- Sai dove si trova il salone mummy? Vuoi che ti accompagni? - domanda premuroso il mio capo.

- Non preoccuparti tesoro, semmai chiedo informazioni a qualche cameriera, questa casa è talmente grande - commenta con finta esasperazione la donna per poi uscire dalla stanza.

Passano alcuni istanti di assoluto silenzio prima che venga scaraventata letteralmente sul petto del signor Jackson, mi stringe a me quasi come se fosse la prima volta che ci vediamo dopo anni. Leggermente stordita poggio entrambe le mani dietro la sua schiena appoggiando bene la testa sul suo torace, il battito del suo cuore mi entra nelle orecchie e mi lascio cullare da quel suono dolce. Mi fa dondolare leggermente come al solito e ciò non mi dispiace affatto, vorrei chiedergli il perché di questo abbraccio improvviso ma preferisco di gran lunga godermi questo momento. Il mio ventre gonfio mi impedisce di avvicinarmi perfettamente al suo corpo e la bambina sembra essere felice di questo contatto visto che non fa altro che muoversi energicamente. Il signor Jackson lo nota e ci allontaniamo lentamente per poi appoggiare una mano sul mio ventre coperto dal maglione e il grembiule che uso solitamente per cucinare, con non so quale coraggio appoggia entrambe le mie mani sulla sue formando un intreccio di dita. La bambina sembra impazzita, ogni tanto qualche calcio mi fa particolarmente male quindi non posso fare a meno di sobbalzare lasciandomi sfuggire qualche gemito che cerco di trattenere.

- C'è qualcosa che non va? - domanda notando la mia espressione leggermente sofferente.

- No e che sta scalciando molto - ammetto portando il mio sguardo sulla mia pancia ma soprattutto sulle nostre mani.

Con la coda dell'occhio noto il suo lieve sorriso intenerito e anche i suoi occhi si posano sulla mia pancia per un'istante per poi riportarli sul mio viso. Improvvisamente la sua mano, che prima era sul mio ventre si allontana e non posso fare a meno di rimanerci un po' male. Mi ricredo quando la stessa mano si posa sotto il mio mento facendomelo sollevare in modo da alzare lo sguardo. I suoi occhi sono luminosi e leggermente lucidi, tutto ciò mi spaventa un po', che succede? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi domando mentalmente senza riuscire ad esternare apertamente le mie insicurezze visto che sono praticamente imbambolata. Dall'angolo dell'occhio destro scende una lacrima solitaria e io non faccio in tempo a scacciarla che mi trovo le sue labbra sulle mie. Barcollo leggermente all'indietro in preda alla sorpresa senza però interrompere il contatto. Questo è un bacio diverso agli altri, è passionale e disperato, senza esitazione mi lascio andare chiudendo gli occhi e abbandonandomi a questo vortice di emozioni. La sua lingua picchietta leggermente sul mio labbro e io mi lascio sfuggire un gemito di sorpresa, schiudo le labbra e la mia lingua si accosta timidamente alla sua sfiorandola. Lui si lascia andare a un sospiro rilassando le spalle per poi aumentare la pressione mettendo una mano dietro la mia nuca. Ci baciamo a bocche aperte con una passione che non ho mai avuto modo di provare in vita mia. Non so come ma finisco con la schiena contro la penisola e il suo corpo attaccato al mio, ciò mi fa uscire un' altro gemito di pura sorpresa ma non è niente rispetto a quando una sua mano finisce sul mio gluteo stringendolo possessivamente. Non essendo abituata a questo genere di contatti mi lascio sfuggire un gemito abbastanza rumoroso che viene bloccato dalla sua lingua che si intreccia alla mia. Le mie mani si posano sulle sue spalle larghe e la foga piano piano diminuisce fino al punto che ci scambiamo dei ripetuti baci a stampo. Finalmente ci allontaniamo ma non faccio in tempo a guardarlo negli occhi che mi ritrovo in un'atro abbraccio disperato e non posso fare a meno di ricambiare.

- Ringrazio ogni giorno il Signore per averti fatto entrare nella mia vita - sussurra tra i miei capelli facendomi spalancare gli occhi in preda a una sensazione mai provata.



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