Capitolo 35

Scusatemi immensamente per il ritardo, spero che il capitolo vi possa piacere. 

Un bacione

Susanna_Scrive

Oggi è la vigilia di Natale e qui a Neverland il freddo si fa sempre più pungente. Tutta la mia famiglia è stata invitata al ranch per festeggiare con me e i miei figli e tutti hanno accettato di buon grado. L'intera tenuta è stata addobbata per l'occasione, con lucine è decorazioni sui toni del rosso e dell'oro. Fortunatamente dentro l'abitazione, visto che è riscaldata, posso permettermi di tenere sbottonato il cardigan color beige mostrando la mia camicia nera in velluto. Raggiungo a passi lenti la mia cucina sapendo di trovarci Madeleine intenta a sistemare e a pulire le cose del pranzo che è stato da poco consumato. All'ingresso della stanza, infatti, la trovo mentre asciuga le stoviglie che ha utilizzato con un panno. Quel grembiulino che indossa sempre rendono il suo pancione ancora più visibile e la trovo adorabile. Probabilmente lei ha notato la mia presenza perché alza il capo e si volta verso di me mostrando un sorriso timido. Faccio qualche passo entrando definitivamente nella stanza e la giovane decide di lasciare perdere quello che stava facendo in modo da dedicarmi tutta la sua attenzione.

- Salve signor... Michael - mi saluta mentre si corregge da sola arrossendo leggermente.

Mi lascio sfuggire un risolino divertito, è dolcissima.

- Ci siamo visti meno di dieci minuti fa l'ultima volta - puntualizzo ancora divertito.
- Ha ragione - conferma lasciandosi sfuggire anche lei una leggera risata.

Rimango qualche istante incantato a scrutare il suo viso, i suoi occhi luminosi, le rughette che si formano agli angoli degli occhi e della bocca quando sorride e i suoi denti bianchissimi. In pochi istanti mi riprendo tirando fuori dalla tasca posteriore dei miei pantaloni un foglio per poi porgerglielo.

- Che cos'è? - domanda incuriosita mentre apre il foglio ripiegato in quattro parti.
- È ciò che mi è venuto in mente per il pranzo di Natale, che ne pensi? - domando aspettando sapientemente la sua opinione.

Vedo i suoi occhi che scorrono velocemente sulle parole presenti nel foglio tra le sue mani, il suo sguardo è tremendamente serio ma verso la fine mostra l'accenno di un sorriso. Una volta finito appoggia accuratamente il foglio sulla penisola in legno mentre continua a guardarlo.

- Bhe direi che come menù è perfetto - risponde Madeleine riportando il suo sguardo su di me.
- Mi sono basato su ciò che piace alla mia famiglia -

I suoi occhi si illuminano per un secondo per poi chiudere il foglio è metterlo in una tasca del suo grembiule.

- Ho chiesto alla mia vecchia cuoca di venire a darti una mano con i preparativi e lei ha accettato di buon grado, arriverà stasera - la informo.
- Non era necessario disturbarsi, la ringrazio -
- Non voglio che ti affatichi troppo - confesso mentrepoggio una mano sul suo capo scompigliandole leggermente i capelli color miele.

Lei arrossisce visibilmente portandosi una mano sui capelli cercando di aggiustarli il più possibile.

- Ora vado alla sala registrazione, tra una mezzoretta potresti portarmi un'espresso? - domando gentilmente.
- Sarà fatto! - risponde la giovane mettendosi sull'attenti.

Io annuisco con un accenno di un sorriso per poi abbandonare la stanza.

Ho appena finito di asciugare e di mettere a posto tutte le stoviglie utilizzate e ora sto mangiando qualcosa anche io. Sono veramente spossata e il peso della gravidanza si fa sentire ogni giorno di più sia sulla schiena sia sui piedi. Guardo l'orologio appeso al muro e mi accorgo che è arrivato il momento per preparare il caffè per il signor Jackson. C'è la macchinetta ma io preferisco farlo in maniera tradizionale così prendo la caffettiera e, una volta messa l'acqua e il caffè in polvere, la poso sul fornello accendendolo a fuoco lento. Ogni tanto la controllo per verificare se il caffè sta salendo perché se lo lascio bollore non è più buono. Una volta che è salito del tutto spengo il gas E, dopo aver preso una tazzina con un cucchiaino che ho precedentemente appoggiato su un vassoio, verso il liquido bollente nel piccolo contenitore. Sollevo il vassoio e decido di portarlo io al signor Jackson visto che non ci sono camerieri in giro. Una volta uscita dalla cucina incrocio la figura del signor Beard al quale decido di chiedere informazioni.

- Buongiorno signor Beard -
- Buongiorno Madeleine, ti serve qualcosa? - mi domanda gentilmente.
- In realtà si, mi saprebbe dire dove posso trovare lo studio di registrazione? Dovrei portare questo caffè al signor Jackson - spiego indicando con la testa la tazzina fumante.
- Certo! Percorri le scale, la sala di registrazione si trova in fondo al corridoio sulla destra rispetto alla stanza del boss - mi istruisce.

Metabolizzo le nuove informazioni per poi mostrare un sorriso cordiale.

- La ringrazio, a dopo - saluto per poi precipitarmi verso la rampa di scale.

Seguo le indicazioni che mi ha dato il signor Beard e raggiungo la stanza. Busso un paio di volte ed essa si apre silenziosamente, di fronte a me trovo un uomo di una certa età, con il volto segnato dagli anni, i capelli brizzolati e degli occhiali tondi ben appoggiati sul ponte del naso. Mi mostra un leggero sorriso è io ricambio allo stesso modo.

- Salve sono Thomas Hill, il vocal coach di Michael - si presenta.
- Piacere Madeleine Cruz, la cuoca - mi presento a mia volta.
- Ma non dovrebbe essere compito dei camerieri occuparsi di servire? - domanda leggermente divertito indicando il vassoio appoggiato sulla mia mano.

Mi lascio sfuggire una lieve risata.

- Alle volte bisogna adeguarsi - rispondo divertita.

L'uomo ridacchia per poi farmi un cenno invitandomi ad entrare definitivamente. Io ringrazio con lo sguardo ed entro nella sala, è decisamente più grande di quello che mi aspettassi ed è particolarmente cupa dove i colori dominanti sono il nero e il rosso. Trovo uno spazio libero tra i vari macchinari e decido di appoggiare lì il vassoio.

- No aspetti, può portarglielo dentro - mi richiama l'uomo.
- Ma non vorrei recare altro disturbo -
- Non si preoccupi tanto non abbiamo ancora iniziato. Guardi lì dietro il signor Jackson c'è un tavolino, può appoggiarlo lì il vassoio - mi istruisce il vocal coach.
- Va bene, la ringrazio - dico mostrando un sorriso e riaffermando il vassoio.

Lo prendo saldamente e mi appresto a bussare alla piccola porticina.

- È inutile bussare signorina, la stanza è insonorizzata - mi spiega il signor Hill lasciandosi sfuggire una breve risata.

Arrossisco imbarazzata per poi lasciarmi sfuggire una risata, che stupida.

- Ha ragione - ridacchia ancora.

Con la mano libera apro la porta e una folata di aria calda mi invade facendomi socchiudere per un'istante gli occhi. Come li riapro notò la figura del signor Jackson in tutto il suo splendore con la sua camicia rossa ben stirata è i pantaloni neri che scendono dritti lungo le sue, probabilmente, esili gambe. Degli enormi cuffioni sono appoggiati sulle sue spalle e vengono coperti leggermente dalla sua folta chioma nera. Si accorge di me è i suoi occhi così scuri e penetranti osservano la mia figura. Inevitabilmente arrossisco, quei suoi occhi così vispi e il suo candido sorriso mi spiazzano ogni volta.

- Madeleine! Vieni qui - mi chiama facendo un gesto con la mano. 

Io lentamente mi avvicino, non prima di aver appoggiato il vassoio sul tavolo che il signor Hill mi ha indicato. Mi trovo a pochi passi dal signor Jackson e l'imbarazzo è alle stelle. Le sue mani leggermente fredde si posano sulle mie guance lasciandomi leggermente sbigottita, sia per la vicinanza sia per il fresco dei palmi delle sue mani in contrasto con le mie gote calde. Il suo volto è sempre più vicino al mio ma lascio un sospiro tremante quando l'uomo posa un lungo bacio all'angolo della mia bocca. Una strana adrenalina mi scorre nelle vene e, non so con quale coraggio, volto lo sguardo verso il suo trovandomelo difronte. Le mie labbra entrano a contatto con le sue in un bacio a stampo, dopo un'attimo di smarrimento da parte sua, anche lui si lascia andare compiendo dei leggeri movimenti con le labbro che prontamente ricambio. Le sue mani si posano sul mio ventre gonfio suscitando una lieve reazione da parte della bambina. Io e il signor Jackson ridacchiamo e ci allontaniamo l'uno dall'altra. I miei occhi sono puntati nei suoi che in questo momento stanno brillando probabilmente come i miei. Ci allontaniamo definitivamente imbarazzati ma sempre con il sorriso stampato sulle labbra. Il signor Jackson mi accarezza con il dorso una guancia per poi avvicinandosi alla tazzina per bere il caffè, ormai freddo. Visto che lui è di spalle mi lascio andare a un respiro profondo, sembra di essere stata per tutto il tempo in apnea. Mi ricompongo quando il mio capo si rivolta verso di me sempre con il sorriso stampato sul volto.

- Devo fare i vocalizzi, vuoi rimanere? - mi domanda.
- Ma io non voglio disturbarla - riesco a dire balbettante imbarazzata.

Lui si avvicina nuovamente a me abbracciandomi di slancio, i miei occhi sono leggermente spalancati dalla sorpresa.

- Ti prego - mi supplica allungando leggermente le vocali facendoci ondeggiare leggermente come dei bambini.

Rido divertita, è così dolce. Ricambio per brevi istanti per poi annuire con la testa appoggiata ancora sulla sua spalla. Mi allontano e decido di sedermi in uno dei divanetti presenti nella sala di registrazione. Il signor Jackson mette le grandi cuffie nelle sue orecchie e si avvicina al microfono.

- Sono pronto! - dice probabilmente riferito al vocal coach.

Inutile dire che siamo rimasti chiusi per minuti interminabili dentro quella stanza, che ho versato tante lacrime in preda a delle emozioni indescrivibili dovute alla sua voce angelica e ai calcetti della bambina nel mio ventre.

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