3. «Hai un buon odore»
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I due coniugi uscirono dalla sala Cabaret in silenzio. Ognuno perso nei suoi pensieri, ognuno ripercorrendo le sensazioni provate. Jimin possedeva un tocco delicato che all'improvviso sapeva trasformarsi e prendere una svolta decisa e sensuale. Sapeva come attrarre l'occhio delle persone, sapeva come farsi desiderare. Yoongi sapeva perfettamente di trovarsi davanti un diavoletto con la faccia d'angelo. Era stato dannatamente inebriante sentire quella bocca sul suo collo; si obbligò a stringere tra le dita la stoffa di quella camicia per trattenersi. Ma era stato ancor peggio il vedere le labbra di suo marito pericolosamente vicine a quelle del biondo. Aveva avuto l'impulso di afferrare le loro teste e avvicinarli ancora di più. Voleva vederli baciarsi, divorarsi e godere di quella visione.
Hoseok invece era restato piuttosto interdetto, il suo cervello si era come spento da inizio esibizione. Aveva perso la cognizione con la realtà, vedeva solo Jimin ed il suo corpo ballargli davanti gli occhi. Ci fu un momento in cui pensò di essersi immaginato tutto, ma la cintura rimastagli appesa dietro il collo, gli fece capire perfettamente che fosse tutto vero.
La loro andatura, per quei corridoi, andava piuttosto veloce, sentivano il bisogno di rifugiarsi in un luogo sicuro, come se stessero scappando da Jimin e dall'attrazione che provavano. Ma appena Yoongi mise piede nella camera realizzò. Aveva avuto l'impulso, più volte, di tradire suo marito. Era sbagliato, non avrebbe dovuto avere quei pensieri. Alzò gli occhi sul rosso che si era appena seduto sul bordo del letto, i gomiti appoggiati sulle cosce e lo sguardo perso nel vuoto «Io vado a farmi un giro» asserì, infilandosi la scheda per aprire la porta nei pantaloni «Ho bisogno di un po' d'aria fresca»
Hoseok lo guardò per un attimo ed annuì, lasciandolo andare. Era meglio così, aveva bisogno di stare un po' da solo anche lui. Notarono in quel momento di avere ancora tra le mani la camicia e la cintura. Yoongi la fissò per poi buttarla sul mobile all'ingresso «Glieli restituiremo un altro giorno» asserì prima di uscire. Il corvino se ne andò, puntando dritto le scale, voleva salire al piano superiore, uscire fuori, ricaricare i polmoni d'ossigeno. La porta venne spalancata con il forte bisogno di libertà. Il rumore del mare gli arrivò fin da subito alle orecchie ed il borbottio del motore si fece più intenso. L'odore pungente dell'acqua salata lo spinse ad avanzare verso la ringhiera, si appoggiò ad essa e buttò lo sguardo in basso, dove lo scafo infrangeva le onde creando schizzi un po' ovunque. Sembrava piuttosto ipnotico.
Non si vedeva poi molto. Il cielo ed il mare erano così scuri quella notte che sembravano essere un tutt'uno. Si domandò come il giorno successivo avrebbero dovuto affrontare Jimin. In fin dei conti era stata solo un'esibizione, magari erano cose che quel ragazzo faceva ogni sera ed il problema in tutto quello lo stava trovando solo ed unicamente lui. Però forse lo avrebbero anche potuto evitare, la mattina successiva sarebbero sbarcati a Civitavecchia e per tutto il giorno sarebbero stati in giro per Roma. Sì, avrebbe dovuto fare esattamente così, giusto il tempo di metabolizzare quanto successo e farselo scorrere addosso come niente fosse.
Il suo naso si storse all'improvviso, la puzza di fumo gli invase le narici. Si girò per vedere da dove venisse ed i suoi occhi si spalancarono. Jimin era seduto nella panchina affianco a lui, una gamba tirata su, l'altra lasciata mollemente a riposo. Aveva gli stessi pantaloni neri attillati, si era solo messo una semplice maglietta a maniche corte, un po' scollata che lasciava vedere una clavicola. Stava fumando. Teneva stretta tra due dita la sigaretta fumante. Cavolo, era dannatamente bello con i capelli ancora scompigliati dall'esibizione.
Yoongi si perse per un attimo a guardarlo e poi si tirò uno schiaffo mentale, imponendosi di andarsene da lì ed anche alla svelta. Così fece dietro front senza salutarlo, né guardarlo. Fece finta di niente «Wow, sono così pestifero che scappi?» la voce divertita del biondo lo raggiunse in men che non si dica ed il corvino si bloccò automaticamente. Girò gli occhi al cielo, troppo orgoglioso per continuare la sua fuga «Figurati se sto scappando da te» ribatté vedendolo girarsi appena con il volto e picchiettare il posto accanto a lui «Allora vieni qui a tenermi compagnia»
No e no, può essere solo una bruttissima idea, gli avrebbe voluto rispondere Yoongi, ma in quel caso sarebbe passato per quello sconvolto dalla sua esibizione. E per quanto lo fosse veramente, non lo avrebbe mai ammesso. Così infilò le mani nelle tasche del suo pantalone ed andò da lui, sedendosi però a debita distanza «Guarda che non ti mangio, puoi venire più vicino» disse Jimin prima di portare la sigaretta alle labbra, ispirò tenendo il fumo dentro i polmoni.
«Ho bisogno del mio spazio vitale» asserì severamente Yoongi. Jimin ridacchiò, buttò la testa appena all'indietro e soffiò il fumo su di lui «Mhh, capisco» gli porse poi la sigaretta «Vuoi fare un tiro? È aromatizzato al lampone» ma lo vide mettere su un'espressione disgustata «Ho smesso con quello schifo»
Il biondo scrollò le spalle, poco gli importava di quella opinione. Fece scivolare il sedere verso di lui, arrivando quasi spalla contro spalla «Devo dire che hai un buon odore» lo stuzzicò riferendosi allo spettacolo di prima «Anche un buon sapore in realtà» e la sensazione di quelle labbra sul suo collo, tornò prepotente nella mente di Yoongi, che sentì un brivido percorrergli la schiena.
Non rispose, non sapeva che dire, ringraziarlo sarebbe stato da imbecilli, dirgli di smetterla, da persona che non avrebbe saputo sostenere il confronto. Notò con la coda dell'occhio, che spense la sigaretta contro il ferro della panchina e poi la tirò, facendo canestro nel secchio accanto «Ed anche tu penserai lo stesso di me dal modo in cui hai annusato la mia camicia» Era stato beccato con le mani nel sacco e si maledette internamente per aver pensato di poterlo fare dato che con la benda lui non l'avrebbe visto «Mi ci sono soffiato il naso, è diverso» ribatté girando appena il volto nella sua direzione e notando come l'altro lo stesse scrutando da cima a fondo. Sapeva perfettamente di avere gli occhi di lui fissi sulle labbra «Beh, in questo caso dovresti lavarmela» rispose il biondo sorridendo maliziosamente «Se vuoi ti mostro dov'è la lavanderia»
«Non penso ce ne sia bisogno» gli occhi di Yoongi intercettarono lo sguardo di Jimin e si sentì immobile, incapace di muoversi quando lo vide avanzare verso di sé «Okay» soffiò il biondo, sempre più vicino. Mise le mani sulle sue spalle, spingendolo contro lo schienale, usandolo come sostegno per alzarsi. Fece sfiorare le loro labbra, così vicine da poter sentire i loro fiati mescolarsi ed il loro calore collidere «Ci si vede in giro, Yoongi»
E mentre l'altro se ne andava, il corvino realizzò: non sarebbe uscito vivo da quelle due settimane.
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Era stato divertente, estremamente divertente per Jimin, attuare quel gioco con Yoongi. Si capiva gli piacessero i tira e molla, sembrava amare il restare sospeso su un filo, incerto su quello che sarebbe avvenuto dopo. Aveva visto le sue mani stringersi in due forti pugni ancora nascoste nelle tasche dei pantaloni. Ancora un po' e gli sarebbe saltato di sopra. Ma quello che Jimin voleva fare era proprio portarlo al limite ma non dargli la soddisfazione di levarsi lo sfizio. Come aveva detto a Jungkook, li avrebbe fatti semplicemente esplodere di eccitazione. Fino a quando loro stessi non gli avrebbero chiesto di più.
Che poi, pensò Jimin, le coincidenze sono veramente bellissime. Una volta sceso al ponte del piano bar, avvistò proprio l'altro ragazzo, quella chioma rossa non poteva passare inosservata. Se ne stava lì tutto solo, a fissare e rigirarsi tra le mani il pacchetto di patatine che aveva appena comprato. Jimin sorrise vedendo quel faccino turbato, sapendo perfettamente di essere lui stesso la causa di quel turbamento.
Avanzò a passo felpato, arrivando vicino il divanetto dove Hoseok sedeva. Si mise di fianco a lui «Hey!» la testa del rosso scattò verso l'alto con un leggero panico negli occhi. Si chiese il perché fosse là, il perché gli stesse rivolgendo la parola ed il perché gli stesse levando le sue prelibate patatine dalle mani «C-ciao» lo sguardo gli cadde sulle labbra di Jimin che si spalancarono e poi richiusero attorno lo snack. Sudò freddo, quelle labbra le aveva quasi toccate, era arrivato da un millimetro dal baciarle.
Scosse la testa, sfregandosi le mani con un pizzico di agitazione sulle gambe «Tutto bene?» Jimin si sporse con il viso cercando il volto dell'altro che sembrava non volerlo guardare «O-oh sì, alla grande» il biondo sorrise, poi alzò una gamba e la mise sopra quella del rosso che sussultò, non sapendo più dove mettere le mani «Ti dispiace? Se vuoi mi sposto subito» fece il finto preoccupato Jimin, sicuro di poter restare comodamente appoggiato a lui «Ma no, figurati»
«Allora che ne pensi? Ti è piaciuto lo spettacolo?» dovette deglutire forzatamente a quella domanda e tirare su un sorriso di circostanza «È stato...Coinvolgente» ridacchiò e senza accorgersene posò le mani sul ginocchio di Jimin, facendole scorrere appena sopra la coscia. Il biondo alzò un sopracciglio soddisfatto da quella mossa «Sei stato molto bravo» anche se dire bravo era un po' uno sminuire quel che aveva fatto. Lo aveva sedotto, lo aveva fatto eccitare, gli aveva fatto dimenticare tutto per cinque minuti.
«Beh grazie» sorrise entusiasta Jimin, cambiò poi argomento per cercare di farlo rilassare «Domani scendete?» chiese ed ottenne l'effetto desiderato, sentì subito la postura di Hoseok diventare meno rigida «Con Yoongi avevamo intenzione di andare a Roma e visitarla per bene, ma dato che staremo fermi al porto per due giorni, pensavamo che il secondo ce lo saremmo potuto prendere di riposo»
Jimin annuì «Sì, penso sia una buona idea» soprattutto per attuare il suo piano. Doveva incontrarli il più possibile per stuzzicarli, no? Hoseok puntò lo sguardo sul suo viso, i suoi occhi erano messi leggermente in risalto con il trucco ancora presente e sentiva un leggero odore di fumo a dirla tutta «Hai finito di lavorare per stasera?» gli domandò curioso.
«Oh direi di sì, quando faccio certi spettacoli mi lasciano sempre un po' di più libero» tirò fuori il cellulare, guardando l'ora «Ah cavolo, si sta facendo tardi» sbuffò stanco di dover incominciare una nuova giornata di lavoro «domani devo alzarmi presto, sarà meglio andare a letto»
Infilò l'ultima volta la mano nel sacchetto «Patatina?» la porse verso Hoseok che lo guardò interdetto, non sapendo come comportarsi «Dai apri la bocca» scherzò giocoso l'altro ed anche se titubante il rosso si avvicinò ma quando stette per morderla Jimin fece dietro front, Hoseok si riavvicinò e lui la tirò ancora una volta un po' più indietro. Fino a quando gliela lasciò prendere ma a quel punto ad Hoseok sembrò quasi di vivere un dejavù. Si ritrovava immensamente vicino quelle labbra e di nuovo non trovò il coraggio di discostarsene.
Jimin fece uscire la lingua, leccandosele sensualmente ed il corpo del rosso fremette. L'unica cosa che ancora lo teneva fermo era il pensiero a Yoongi. Aveva scoperto un lato di sé altamente infedele e si sentiva malissimo per ciò ma cavolo, Jimin sembrava l'esatta rappresentazione della sua fantasia sessuale suprema.
In un attimo lo vide muoversi ed andare a schioccare un bacio sulla sua guancia «Buonanotte Hobi» gli sorrise prima di alzarsi ed andarsene soddisfatto per averlo lasciato ancora una volta con le guance arrossate e paralizzato su quel divanetto.
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Yoongi era rientrato da poco ma era rimasto appoggiato al comò all'ingresso. Le mani piantate su di esso, il corpo leggermente piegato in avanti e gli occhi fissi sulla camicia mezza accartocciata di Jimin. Cercava di ragionare, di collegare tutti i fili. Non capiva se Jimin lo facesse apposta o se quel suo comportamento "seducente" fosse il suo normale carattere.
Anche Hoseok rimuginava sugli stessi pensieri mentre tornava in camera. Quel bacio sulla guancia, cosa avrebbe voluto dire? Glielo aveva dato così per caso, forse perché, come aveva ben capito, in occidente si era molto più aperti verso certi tipi di iniziative. Oppure era stato un modo sottinteso per flirtare con lui? Così come l'imboccargli la patatina oppure l'adagiare la gamba sopra la sua.
Entrambi sentivano il cervello scoppiare e vollero quasi urlare dalla frustrazione. Diamine, erano andati lì per farsi una vacanza, per stare insieme, per festeggiare il loro matrimonio ed invece ognuno stava per conto suo, ognuno pensava di essere infedele ed una merda nei confronti dell'altro.
Ma sapevano anche di star morendo di eccitazione. Prima si erano fatti passare una delle erezioni più potenti della loro vita, senza neanche toccarsi un attimo e poi Jimin era tornato all'attacco punzecchiandoli entrambi.
Quando il rosso spalancò la porta, ritrovandosi faccia a faccia con l'altro, si immobilizzarono, si guardarono, scrutarono. Solo i loro occhi si mossero percorrendo il corpo dell'altro, soffermandosi sulle labbra. Il silenzio veniva rotto solo dai loro respiri e dal lento e basso borbottio della nave. Non sapevano cosa dirsi, che cosa fare, ognuno leggeva negli occhi dell'altro che qualcosa non andasse, ma entrambi avevano un'immensa paura di buttar fuori la preoccupazione.
Eppure percepirono al contempo un alto stato di eccitazione nell'aria.
Yoongi scattò. Pochi passi ed afferrò Hoseok dal polso e se lo tirò contro congiungendo rudemente le loro bocche. I nasi spalmati tra di loro e petti che cozzavano insieme. Mentre lo rispinse all'indietro, facendolo sbattere contro la porta adesso chiusa. Il rosso ricambiò freneticamente, le sue mani ancorate ai fianchi del corvino per tirarlo più vicino, nonostante l'assenza di ossigeno, un bisogno infinito di sentirlo sempre di più. Hoseok impose il suo solito controllo, e Yoongi adorava quei momenti...Sentirsi sotto il controllo di qualcuno, sotto il controllo di suo marito. Divenne tutto così frenetico. La schiena del corvino si arcuò all'indietro ed i loro bacini si strofinarono insieme quando per non staccare il bacio, Hoseok si chinò su di lui ed allo stesso modo scesero le sue mani, ad afferrare le natiche dell'altro e a strizzarle. Il rosso aprì gli occhi, sorridendo famelico, quando Yoongi gemette direttamente nella sua bocca. Le sue dita corsero lungo il corpo dell'altro, cercando il bordo della maglietta ed infine tirandola verso l'alto, lo lasciò così a petto nudo.
Si guardarono ma non proferirono parola, decisero solo di continuare. La lingua di Hoseok scivolò nella bocca di Yoongi che piantò le dita sulle sue spalle di rimando. A quel punto fu il rosso a gemere. Erano pieni, carichi, sentivano il bisogno di sfogarsi e rilasciare tutta quell'eccitazione aumentata fino a scoppiare da Jimin. E l'unico modo per non diventare degli infedeli era quello, soddisfarsi a vicenda. Amavano fare l'amore, l'avevano sempre ritenuto qualcosa di importante, di privato, da fare tra di loro. Si amavano, quello era certo ma sentivano come se ci fosse un pezzo mancante.
Le loro lingue continuavano ad intrecciarsi, toccandosi vogliose e senza stancarsi. Hoseok portò l'altro ad indietreggiare, lo fece sbattere contro il bordo del tavolo, mentre le dita di Yoongi correvano veloci, incespicandosi, per aprire la cintura dell'altro. Stavano correndo, una corsa a chi sarebbe rimasto nudo per primo.
Il rosso alzò le braccia, lasciando solo per un attimo i fianchi di Yoongi, così da permettere a suo marito di sfilargli la maglietta a sua volta. I loro pantaloni calarono senza che nemmeno se ne accorgessero e scalciarono con i piedi per lanciarli il più lontano possibili. I vestiti vennero sparpagliati per la stanza, i loro corpi percepirono un pizzico di freddo a contatto con l'aria; sensazione che venne fin da subito scansata dalle loro mani che correvano veloci. I baci di Hoseok scesero lungo il collo dell'altro, ed il petto di Yoongi si alzò ed abbassò con vigore, le sue dita fremettero, voleva toccarlo e piagnucolò per esternare quella frustrazione. Così il rosso staccò i loro bacini e subito le dita di Yoongi si insinuarono sotto l'elastico dei boxer e spinse per farli abbassare e rivelare l'erezione di Hoseok.
Il rosso riservò la stessa sorte all'intimo di suo marito e subito dopo riprese a condurre il bacio mentre le loro intimità libere, sfregavano tra loro, premute tra i ventri. Yoongi virò la testa verso l'alto, spalancò la bocca, rilasciando un lungo sospiro eccitato. Si aggrappò alle spalle del rosso e chiuse gli occhi estasiato. Subito l'immagine di suo marito venne sostituita da quella di Jimin. Immaginò che quelle labbra a torturagli la pelle, fossero le sue. Percepì la morbidezza, percepì il sapore al lampone quando Hoseok lo ribaciò con trasporto.
Lo fece girare all'improvviso, posò una mano sulle sue spalle, obbligandolo a piegarsi contro il tavolo. Yoongi si sorresse subito e si morse forte il labbro inferiore quando senza esitazione Hoseok afferrò la sua erezione, strinse le sue dita attorno ad essa ed incominciò a pomparla ed il corvino sentì le sue ginocchia incominciare a cedere lentamente. Di fatti le sue gambe tremarono e così piantò ancor meglio le mani sul tavolo quando percepì il cazzo dell'altro strusciare bisognoso tra le sue natiche.
Il secondo dopo una ventata gelida lo avvolse, si girò, emettendo un lamento ed osservò Hoseok piegato vicino la valigia e sbordellarla con frenesia e sorridere languido quando trovò il tanto famigerato lubrificante, grazie a Dio si erano ricordati di portarlo. Tornò verso di lui e gli intimò di divaricare per bene le gambe. Un suono secco si diffuse nell'aria, la bottiglietta venne aperta e subito dopo Yoongi percepì una gelatina fresca a stonare sulla sua pelle bollente. Il liquido colò tra le sue natiche, scivolò fino alla sua entrata, dove venne bloccata dal rosso che la raccolse con le sue dita e prese a disegnare cerchi concentrici. Gli piaceva immensamente stuzzicare il corvino, ma quello non era proprio il giorno per perdersi in giochetti subliminali, aveva il disperato bisogno di prepararlo al più presto e vedendo come l'altro si stesse contraendo senza che avesse fatto poi niente, decise che sarebbe dovuto andare un pizzico più veloce quella volta.
Spinse il primo dito dentro, Yoongi lo accettò alla perfezione, un piccolo gemito uscì dalla sua bocca più come se fosse un soffio di soddisfazione. Lo sentì stringersi attorno a lui e muovere i fianchi, chiedendo silenziosamente di più «Dammene un altro, cosa aspetti?» la voce di Yoongi uscì severa come al solito ma con un forte bisogno di essere riempito sempre più.
Hoseok senza esitare affondò il secondo dito tra la sua carne. Scivolò dentro perfettamente. Le sopracciglia di Yoongi si incresparono, per il piccolo fastidio iniziale ma poi iniziò lui stesso a rimuoversi. Si voltò all'indietro ed il rosso si piegò penetrandolo maggiormente, ma solo per arrivare alle sue labbra e baciarle, sussurrandogli quando fosse bravo in quel momento. Hoseok si tirò appena indietro ma i loro occhi rimasero incollati mentre le dita del rosso continuarono a scivolare dentro e fuori.
Yoongi allungò una mano dietro di sé per afferrare il polso dell'altro e tirare fuori le dita «Va bene così, sono più che pronto» asserì bisognoso ma Hoseok lo guardò ancora per sicurezza, non avrebbe mai voluto fargli male, ma quando lo vide annuire deciso lo tirò su. Lo rigirò verso di lui e se lo tirò contro, permettendo alle loro lingue di incontrarsi seppure per poco.
Il rosso scansò la poltrona, per metterla meglio a loro disposizione. Afferrò il corvino dai fianchi, invogliandolo a sistemarsi su di essa. Un ginocchio sul piano di seduta e l'altro sul bracciolo, la schiena inarcata e le mani sulla spalliera a sorreggersi. Hoseok lo scrutò da là dietro e si leccò affamato le labbra. Una visione celestiale, era così bagnato, era già pronto ad accoglierlo e se solo ci fosse stato anche Jimin, se solo li avesse avuti tutti e due lì davanti, pronti a farsi dominare, sarebbe stato magnifico.
Passò le mani lungo le sue cosce, lo allargò meglio, si allineò con lui. Yoongi percepì la punta di Hoseok stuzzicarlo, affondare appena e poi ritrarsi. Si insinuò appena, il rosso sentì i dolci lamenti dell'altro e si immaginò quanto Jimin potesse essere stretto per lui, così come suo marito. Li avrebbe preparati entrambi, con uno, poi due dita, anche tre se necessario. Ed infine, esattamente come stata facendo, avrebbe allineato la sua erezione con l'orifizio di uno dei due ed avrebbe spinto in loro, facendoli gridare, facendoli supplicare di voler di più, mentre usciva ed entrava, mentre li spingeva, facendo dondolare pericolosamente quella dannata poltrona.
Ancorò le mani sui fianchi di Yoongi, per avere una presa più salda, per arrivare più in fondo. Il corvino scaricò il peso su un solo braccio e con l'altro corse a dedicare attenzioni al suo sesso rosso e pulsante. Aveva bisogno di attenzione, aveva bisogno di essere stimolato.
Era un po' strana quella situazione, loro due erano soliti usare molto le parole in certi momenti, stuzzicarsi, eccitarsi ancora di più parlandosi. Ma quel giorno nelle teste dei due, la fantasia perfetta era già ben insediata. Entrambi fecero finta, che quella sera, con loro ci fosse anche Jimin.
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