29. «Sotto pressione»

Il rumore delle ruote calpestanti il brecciolino si diffuse nell'aria. La polvere si alzò dalla strada, sulla scia dell'automobile. Il sole spaccava le pietre quel giorno ed i cipressi non aiutavano di certo nel generare un minimo di ombra. Erano arrivati. Dopo un viaggio di circa due ore per inoltrarsi nella campagna.
La villa degli zii di Hoseok era immensa, con un praticello all'inglese a circondarla, gli alti cespugli di oleandro decoravano il giardino, nel mezzo del quale vi era un lungo tavolo in ferro battuto e ceramica, sormontato da una tettoia in legno per ripararlo dai raggi cocenti.

Una volta spenta l'auto, Hoseok si girò verso Jimin, stava sudando dalla pressione accumulata. Lo squadrò dalla testa ai piedi, deglutì pesantemente e cercò di regolare il respiro «Okay, sangue freddo e mente serena» gli disse ma Jimin inarcò un sopracciglio, non capendo.

«Dillo più a te stesso, mi sembri piuttosto agitato» ribatté Yoongi. Sinceramente anche lui era ansioso, un minimo preoccupato per quell'incontro ma non ai livelli di Hoseok, che dal suo canto continuò a fissare il biondo, assicurandosi che ogni cosa fosse apposto «Chim? Tu stai tranquillo, andrà tutto bene»

«Io- io sono tranquillo, almeno penso» rispose infatti il ragazzo, lanciando delle occhiate a Yoongi come per chiedergli di spiegargli la situazione. Il rosso si voltò nuovamente davanti a sé. Vide i bambini correre sul prato, giocando ad acchiapparella. Sua cugina Cristina aveva avuto due figli già nel matrimonio precedente «Meglio così.» Si sbatté le mani sulle cosce «Bene, scendiamo» aprì lo sportello e si catapultò fuori.

Yoongi sospirò, già si aspettava che sarebbe stata una giornata piuttosto lunga «Prendiamo le borse frigo»

In realtà poi l'unico a caricarsi come un mulo fu Hoseok, che prese le uniche due borse che si erano portati, per andarle ad appoggiare dentro casa e per mettere gli alimenti in frigo. Percorse il sentiero in mezzo all'erba, buttando voce per farsi sentire da tutti «Indovinate chi è arrivato??»

Ed i bambini furono i primi a girarsi verso di lui, correndo a perdi fiato nella sua direzione «Zio, Hobiiiii. C'è anche zio Yoon!» guardarono qualche passo più indietro, trovandolo in dirittura d'arrivo con affianco Jimin. Nello stesso istante si presentò il padre del rosso, uscendo dalla porta finestra della cucina, con un evidente cipiglio in volto, mentre batteva l'indice sull'orologio legato al polso «Finalmente ci siete riusciti, per fortuna che avevo detto di arrivare alle undici e mezza»

«Dai, papà, è mezzogiorno, non farne una tragedia, abbiamo preparato qualcosa da mangiare anche noi» alzò di poco le borse frigo, così da fargliele notare e sfilò direttamente via, per poterle sistemare dentro.

Così gli occhi dell'uomo caddero su i due rimasti ed in particolare sul biondo, aprendosi in un'espressione non totalmente sorpresa, come se se l'aspettasse «Oh, ci sei anche tu. Jimin, giusto?»

Il più piccolo cercò di tirar su un sorriso cordiale, sentendo già i propri muscoli irrigidirsi «Salve e scusi per il disturbo» lo salutò, guadagnandosi due pacche sulle spalle di benvenuto.

«Ma figurati, più siamo, più è grande il divertimento» gli disse l'uomo per poi rivolgersi all'effettivo marito di suo figlio «Yoongi, tu come stai?»

Il corvino annuì «Tutto bene» rispose ponendo una mano sopra la spalla di Jimin, come per rassicurarlo.

«In azienda?»

«Si procede, è uscita la nuova rivista giusto l'altro giorno, adesso possiamo tirare un sospiro di sollievo per qualche ora»

L'uomo fu contento delle novità piacevoli ed allora fece un passo indietro per far loro segno di entrare «Bene, bene. Dai, vi lascio, raggiungete Hoseok» soprattutto perché da dentro la cucina arrivavano già voci di discordia.

Jimin si voltò a fissare Yoongi, preoccupato, ma il corvino scosse la testa, per fargli capire che quella fosse una prassi quotidiana «Ma non dirmi così. Ho fatto la macedonia a casa per non dover portare quintali di frutta qui. Si è ammosciata un pochino, adesso il tempo che la mettiamo in frigo e si riprende» sbottò Hoseok, già sommerso di critiche da sua madre, nemmeno arrivato.

Sua zia, allora, si avvicinò alla sorella, passandole il pacco di pasta da cuocere «Ma sì Hyuna, non stressarlo, hanno preparato più cose di quello che ci aspettavamo»

La donna così roteò gli occhi al cielo e sbuffò «Sperando siano commestibili»

«Lo sono, assolutamente» chiuse di botto il frigo il rosso, guardando le persone più importanti della sua vita e sperando che loro gli dessero la forza mentale per poter resistere. Jimin provò ad abbozzare un sorriso per dargli sostegno, ma la verità è che già sentiva così tanti occhi nuovi a porre l'attenzione su di sé, che non lo facevano star per niente tranquillo.

«Ma sbaglio, o vedo un faccino nuovo da queste parti?» La madre di Hoseok assottigliò gli occhi, cercando tra i meandri della sua mente un ricordo che racchiudesse quel ragazzo, ma non ne trovò.

«Salve, signora»

«Oh, ti prego, niente signora, sono Hyuna»

Hoseok si intromise nella conversazione, per poter fare le giuste presentazioni «Mamma, lui è Jimin. Jimin, lei è mia madre e lei è mia zia» portò poi istintivamente una mano a massaggiare la propria nuca, osservando attorno a sé e notando la mancanza dei principali festeggiati «Cristina dovrebbe arrivare a momenti»

«Le spose si fanno sempre attendere» commentò Hyuna, girando la pasta a bollire in pentola e ricevendo uno sbuffo da suo figlio. Loro avevano avuto l'obbligo della puntualità e quegli altri no, non ne vedeva il senso «Peccato che non si debba sposare oggi»

Jimin osservava la donna e cercava di mantenere una postura sicura, normale, che non facesse intendere il suo nervosismo. Non sapeva che pensare...la guardava e non la vedeva molto contenta di quella intromissione «Come mai l'avete portato ragazzi?» e di certo quella domanda non gli fece tirare un sospiro di sollievo, anzi, lo fece sentire ancor più fuori luogo, forse avrebbe fatto meglio a battere in ritirata.

«Mamma...» la riprese Hoseok «così sembra che tu non lo voglia qui»

Lei sventolò le mani in aria, come per discolparsi «Oh, no tutto il contrario, mi sono espressa male io. Volevo solo dire che se mi aveste avvisato prima ci saremmo organizzati» e nella mente di Jimin si presentò la semplice conseguenza che nessuna organizzazione corrispondesse al creare disagio, e che creare disagio volesse dire rovinare la giornata di famiglia. Sì, continuò a dirsi che forse sarebbe stato meglio andarsene.

«Signor-» iniziò a parlare ma pensò fosse meglio chiamarla per nome «Hyuna. Se sono di disturbo, posso andar via, senza problemi sul serio»

Hoseok si voltò di scatto verso di lui, rimproverandolo con lo sguardo e mimando un «Ma non ci pensare nemmeno»

La donna sorrise e scosse la testa «No no, non intendevo quello» anche se distratta già da sua nipote che stava arrivando seguita dal futuro marito. Con quella sua personalità dirompente, Cristina, entrò in cucina, come se avesse portato una strana carica «Buongiorno!» racchiusa in un lungo vestito floreale estivo. Poco dietro di lui, Thomas, il suo attuale ragazzo, fece la sua entrata, anche lui carico con due borse frigo, che subito dopo un veloce saluto, si scusò fin da subito per il ritardo «Ha litigato con la piastra. Sempre la solita»

Cristina gli mollò all'istante un ceffone nel braccio, ovviamente in modo giocoso, ma facendo finta di essersi altamente indignata «Hey! Vuoi fare una brutta fine?» ma venne richiamata dalla voce di sua madre che le andò vicino per lasciarle due baci ai lati del volto «L'importante è che siate arrivati»

«Sì, esatto» sorrise la ragazza, facendo poi cadere gli occhi anche lei su Jimin e rimanendo a fissarlo estasiata «Ma wow, carino. Non sapevo ci fossero ospiti» ed Hoseok si sbrigò a presentar anche loro «Cristina, Thomas, lui è Jimin. Jimin, Cristina e Thomas. C'è qualcun altro che vuole essere presentato? Perché io sono già stufo, adesso o mai più» si sarebbe volentieri buttato sull'amaca in giardino per far un riposino di qualche ora.

«Quindi è un vostro amico?» chiese Cristina avanzando verso di lui per scrutarlo ancor meglio. Sembrava un po' ossessiva. Jimin avrebbe compiuto volentieri qualche passo indietro, ma pensò potesse risultare scortese eppure la sua schiena sembrò piegarsi autonomamente verso dietro per mettere distanza.

«Certo» quando arrivò quella risposta da parte del rosso, Cristina sorrise e le sue braccia circondarono le spalle di Jimin, stringendolo in un abbraccio come se fosse un peluche «Aww, ma allora lo accetto volentieri come regalo»

Yoongi le scoccò un'occhiata stufa e ci mise due secondi per staccarli e riprendersi Jimin «No, grazie, lascialo a noi» lo afferrò per la vita, tirandolo verso di sé, corrucciando immediatamente la fronte nel notare una grande stranezza.

«Esatto, lascialo a loro e vieni qui ad aiutare, invece di perder tempo» le disse la madre. Ma quell'affermazione non scalfì Yoongi che in quel momento si preoccupò solo di far girare Jimin verso di sé per poter osservare il suo volto. Era piuttosto bianco, gli occhi persi che non sapevano dove poggiarsi ed il respiro fin troppo affannato. Quando gli afferrò la mano, sembrò per poco riprendere coscienza con la realtà, i loro occhi si incrociarono «Stai tremando»

«Ho un po'- ho un po' di ansia» balbettò Jimin, okay, forse più un attacco di panico, avrebbe dovuto rispondergli. Non gli piaceva quella situazione. Tutti che li guardavano. Tutti che lo guardavano. Tutti che chiedevano. E lui non sapeva come comportarsi.

«Vuoi uscire fuori a prendere un po' d'aria?»

«Potremmo?»

«Ovviamente» gli rispose, trascinandolo fuori, da dove erano entrati e subito Jimin si piegò accovacciato verso il terreno, prendendo a respirare velocemente. Pensava di poter impazzire. Avrebbe dovuto restarsene a casa, sul serio. Yoongi si piegò, ad accarezzargli la schiena «Che succede?»

«È che tutti lì...» chiuse gli occhi, si infilò una mano tra i capelli scompigliandoli «Non lo so, forse sono paranoie mie ma mi è sembrato di avere gli occhi di tutti puntati addosso»

«Ti sei sentito a disagio?» ipotizzò il corvino.

«Sotto pressione» gli rispose e Yoongi annuì, facendo risalire la mano ad accarezzargli la nuca per rilassarlo «Adesso va meglio?»

«Sì, penso di sì»

«Per qualsiasi cosa, stringimi la mano e capirò, se ti sentirai troppo asfissiato andremo via»

Avevano finito di mangiare il primo piatto da circa dieci minuti. Jimin in realtà si era obbligato a ingurgitare quella pasta contro voglia. Aveva lo stomaco chiuso. Ma non voleva creare ulteriore disagio con il lasciare il piatto pieno. E cosa peggiore di tutte, non capiva il perché l'avessero fatto sedere così lontano da Yoongi ed Hoseok. Si sentiva perso. E persi lo erano anche gli altri due che continuavano ad osservarlo, per cercare di aggiustare la situazione, di farlo avvicinare. Lo vedevano che non stava bene: la testa bassa, le spalle tristemente curvate in giù, parlava poco e niente.

Hoseok si sporse verso suo marito, sussurrandogli un «Cos'è successo prima?» li aveva visti uscire dalla cucina velocemente, ma non aveva avuto un attimo di tempo tranquillo, da solo con loro per poter chiedere.

«Troppa attenzione tutta insieme, penso» gli rispose Yoongi, dopo averlo guardato per un attimo ed avvicinandosi ulteriormente al rosso per non farsi sentire da nessun altro «Non era agitato all'inizio, lo è diventato appena hanno incominciato a chiedere di lui» osservò ed Hoseok annuì, sì, ci aveva fatto caso anche lui «Direi che è meglio far finire questa giornata in fretta e non combinare casini» si massaggiò le tempie frustrato il rosso «L'hanno fatto sedere anche lontano da noi»

«Beh, per quello avresti potuto chiedere a qualcuno di far cambio posto» commentò Yoongi, sbuffando ed incrociando le braccia al petto.

«Non lo so, sarebbe stato in opportuno, non saprei. Perché non l'hai fatto tu?» ribatté l'altro, beccandosi uno schiocco di lingua contro il palato.

«Perché si da il caso che tu sia figlio loro»

«Scusatemi, piccioncini. Prestatemi per un attimo la vostra attenzione» la voce di Cristina si intromise nuovamente tra loro ed allora entrambi si girarono a guardarla scocciati. Lei sembrò non accorgersene ed allora semplicemente continuò con il suo discorso «Com'è andato questo viaggetto di nozze?»

«È stato molto bello ed interessante» le rispose Yoongi, tagliando accorto, aveva altro di cui occuparsi al momento. Ma poi, che diavolo, si era ricordata dopo più di un mese di chieder loro come fosse andata??

«Immagino, probabilmente avrete fatto i conigli in calore tutto il tempo» commentò divertita, poggiando un gomito sul tavolo, aprendo la mano e sostenendosi il mento.

«Cristina, per l'amor del cielo. Ci sono i bambini» la rimproverò sua madre ed Hoseok si unì, sperando che quelle parole bastassero per farla star zitta «Esatto, ascolta tua madre per una volta»

«I bambini stanno giocando lontani al momento, io voglio sapere di più» inarcò gli angoli delle labbra verso l'alto. Quando si impuntava su qualcosa, sarebbe potuto anche finire il mondo, ma lei avrebbe saputo ciò che voleva.

«Non è che ci sia tanto da sapere, abbiamo visto posti nuovi, belli, siamo stati bene, il cibo è stato buono» le spiegò il cugino e lei non demorse, anzi sempre più curiosa, si voltò verso la fine del tavolo, richiamando l'ospite «E tu Jimin, come li hai conosciuti?»

Lui alzò di scatto il volto, impanicato, lanciò prima un'occhiata ai due e poi alla ragazza «A-ah, io lavoravo sulla nave da crociera»

«Sul serio??» quella dichiarazione colpì tutti quanti, addirittura Hyuna e Daniele, i genitori di Hoseok «Questo sì che è interessante» commentarono infatti. Jimin aveva solo sperato che ritenessero l'argomento troppo noioso per poterlo continuare ed in quel momento non sapeva come comportarsi, cosa poter dire o no «Quindi vi siete conosciuti proprio lì?»

«Li avrà visti sbaciucchiarsi tutto il tempo» commentò maliziosa Cristina e le guance di Jimin si imporporarono appena, abbassò il viso e sussurrò un «Più o meno» e fu in quel momento che la ragazza riafferrò il bicchiere di vino, lo svuotò e batté le mani «Dai, fateci vedere un bacio!» esclamò in direzione dei due coniugi.

«Cris, dovresti smetterla di bere» Le disse Yoongi ma lei scosse prepotentemente la testa...sembrava lei la bambina in quel momento «Ma dai, un piccolo ed innocuo bacio che sarà mai!»

«Vi prego, accontentatela, così magari si zittisce» sventolò una mano Daniele pur di far finire quella tortura, tanto sapevano che prima o poi il vino le avrebbe fatto l'effetto opposto, facendola addormentare.

Hoseok guardò Yoongi. Sospirò, come per dirgli di farlo ed anche velocemente. Jimin li fissò, vedendoli avvicinarsi e far collidere appena le loro labbra in un bacio a stampo. Gli sembrò che la coppia era e sarebbe sempre stata quella formata da Yoongi ed Hoseok. Non voleva obbligarli a rivelare il loro legame, ma si sentiva fin troppo escluso.

«Tanti auguri agli sposi!» batté nuovamente contenta le mani Cristina per poi tornare a dedicare attenzioni a Jimin, continuando quella sorta di interrogatorio «E quindi cosa facevi sulla nave?»

«S-spesso il cameriere» batté le ciglia un paio di volte il biondo, ancorando le mani alle sue cosce, stringendole forte e cercando di formulare un discorso che avesse un senso, senza sperperare informazioni "segrete".

«E poi?»

«Il ballerino»

Lei annuì, arricciandosi una cioccia di capelli attorno al dito «Quindi non lavori più lì? Cioè, hai un lavoro anche qui fuori?»

«Sì, qualcosa del genere»

«E la tua famiglia?» subito i due coniugi sgranarono gli occhi. Yoongi aveva avuto l'impulso di tirare un calcio sotto al tavolo a Cristina, per farle segno di smettere «È tutta coreana o mista?» continuò lei e Jimin rimase lì con la bocca appena schiusa. Non sapeva che rispondere, in fondo, la sua famiglia non l'aveva mai conosciuta. Non sapeva nemmeno che nomi avessero i suoi genitori. Perché glielo stava chiedendo? Sembrava volesse solamente infierire. Che lo sapesse? Ma perché fare certe domande inopportune? O forse parvero così solo nella mente di Jimin. Si disse che probabilmente erano argomenti di routine tra persone nuove in procinto di conoscersi. Ma non gli sembrò in ogni caso giusto, proprio per niente.

«Io-» il suo telefono squillò prima che potesse effettivamente provare ad azzardare una risposta e non capì poi molto quando lesse il nome "Yoongi" apparire su di esso. Così alzò lo sguardo verso il corvino che gli fece segno di alzarsi con quella scusa per sfuggire all'argomento «scusate rispondo un attimo»

«Oh sì, certo, fai con calma» gli rispose Hyuna, lasciandolo andare.

I primi passi furono tranquilli, ma appena le piante lo coprirono scattò, rifugiandosi dietro un muro della villa, all'ombra. Prese un profondo respiro e cercò di calmarsi interiormente «Sta diventando una tortura, dannazione» aveva la testa sul punto di scoppiare.

Anche Yoongi si defilò con una scusa. Lo seguì, non passò un secondo che lo raggiunse «Hey, tutto okay?»

«No, Yoon, non va niente bene» sbottò Jimin, infilandosi il telefono nella tasca posteriore dei jeans.

Lo sguardo del corvino si addolcì «Mi dispiace» e alle sue spalle sopraggiunse anche Hoseok, per capire cosa stesse succedendo.

«Io-» Jimin camminò avanti e dietro, su quel praticello con l'erba fina, con le mani a tirare i capelli biondi «mi sento così sbagliato, non c'è una singola domanda alla quale possa rispondere con sincerità» Allungò un braccio in direzione del tavolo in giardino dove avevano pranzato «E- e la colpa non è neanche loro, perché cavolo, non sanno niente.»

«Gli chiederò di non fare più domande» gli disse Hoseok ma Jimin scosse la testa, gli sembrava una cosa stupida, altamente stupida «Ma no, non posso pretendere questo come-» prese un respiro profondo ancora ed ancora «Ascoltate, sono grato del fatto che stiate provando a farmi conoscere la vostra famiglia, il mondo che gira attorno a voi. Però il fatto è che mi sembra di starlo guardando dall'esterno. Non so come spiegarmi»

Ma Yoongi lo comprese ed annuì tristemente «Non ti senti parte di tutto questo» era successo anche a lui. Certo, non in quella scala, il caso di Jimin era molto più asfissiante.

«Mi sento un estraneo...»

«Mi dispiace» intervenne Hoseok «non era mia intenzione portarti qui per farti stare male»

«Hobi, lo so, non ho mai messo in dubbio la tua buona fede e non fraintendetemi, non voglio obbligarvi a rivelare a tutti di noi. Però finché non lo sapranno, lasciatemi fuori da tutto. Si stanno creando solo strane ambiguità. Lo sapete anche voi, tuo padre già sospetta qualcosa, tua madre anche, dubito che non ne avranno parlato. Mi sento come se avessi addosso il ruolo dell'amichetto da letto che vi portare appresso» e sinceramente sapete cosa? Faceva schifo quella situazione. Gli donava un malessere interiore che non aveva paragoni.

«Ma non lo sei» sottolineò Hoseok e gli occhi del biondo si aprirono ancor più, incredulo che ci fosse stato il bisogno di dover metter in chiaro quel punto «Certo che non lo sono! Ma alle volte ho come la sensazione che vi vergognaste di me»

Yoongi continuava a passarsi stancamente una mano sul volto, quasi al limite di sopportazione di tutti e tutto e Hoseok sembrava la persona più divisa al mondo. Mantenere la sua reputazione con la propria famiglia oppure realizzare la loro felicità con Jimin? Non avrebbe neanche dovuto pensarsi «No, Chim, questo assolutamente no»

«Continuate a ripetervelo, forse ve ne convincerete» rispose sbrigativamente il biondo, dandogli le spalle ed incamminandosi.

«Dove stai andando?»

«A casa»

«Non puoi andare a piedi, è fin troppo lontana» Hoseok con qualche falcata lo raggiunse ponendoglisi davanti per bloccargli il cammino. Si guardarono negli occhi e Jimin gli pose una mano sul petto scansandolo di lato «Mi arrangerò in qualche modo»

«Ti accompagno io» propose il rosso e Jimin si rigirò verso di lui, infervorato «E poi?»

Poi, in che senso? Si chiese Hoseok «Poi torno qui»

«Figuriamoci» sbuffò immediatamente Jimin, emettendo una sorta di risata amara «Vedi qual è il problema? Cosa sono un pacco? Mi porti a casa e poi te ne vai, così ti levi Jimin da davanti e per oggi il problema non si pone più!» non avrebbe voluto alzare la voce, ma sul serio, quell'uomo lo stava portando all'esasperazione.

«Okay, sentite» intervenne Yoongi «sono stufo, altamente spazientito» aveva gli occhi di fuoco, eccolo, Hoseok lo aveva riconosciuto, suo marito era appena partito di testa. Camminò fin da loro, prese Jimin per mano e se lo trascinò dietro «Vieni con me»

«Aspetta, Yoon, dove stai andando?» Incespicando per tenersi in piedi Jimin tentò di stargli dietro.

«Ho una cosa da dire!» si avvicinò sempre più in prossimità di tutte quelle persone che li fissarono pian piano, tutti quanti, con un evidente punto interrogativo stampato in volto, non capendo cosa stesse succedendo ed il perché Hoseok stesse correndo disperato cercando di raggiungerli.

Yoongi si bloccò, piantando i piedi a terra come se li avesse avuti di cemento. Accumulò aria nei polmoni. Jimin lo fissò e sgranò sia gli occhi, sia la bocca quando capì cosa stesse per fare.

«Io, Jimin ed Hoseok stiamo insieme»

Angolo della parlantina:

Per questa volta non mi esprimerò, il capitolo parla di per sé + sono infinitamente stanca in questi giorni e voglio solo dormire 😂😂 Lascio la discussione aperta per voi, se voleste dire qualcosa.

Io penso semplicemente che, non sembrerebbe, ma Hoseok tende a scappare da certe situazioni molto di più di Yoongi. Alla fine il corvino quando prende una decisione -in questo caso quella di difendere la relazione con Jimin- lo fa senza ripensamenti.

P.s. -3 alla fine

Spero che il capitolo vi sia piaciuto 🥺
Ci sentiamo presto!

ILY-Ely ❤️

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top