21. «Senza Hoseok, solo noi due»
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Il fare quel tragitto in macchina, insieme a Yoongi ed Hoseok, era stata la sfida più incredibile di controllo mentale a cui fosse mai stato sottoposto Jimin. Era regnato il silenzio. Lui seduto dietro, rannicchiato vicino il finestrino che continuava a guardar fuori da esso e davanti, Hoseok che guidava prudentemente e forse fin troppo vedendo come fosse lento, ma probabilmente voleva solo prolungare il loro tempo lì con Jimin, e accanto a lui, Yoongi, che ogni tanto, attraverso lo specchietto retrovisore, buttava degli sguardi al biondo per assicurarsi che stesse bene.
Avevano anche paura ad emettere un sospiro troppo lungo, come se in qualche modo potessero dar fastidio all'altro e così se ne stavano zitti zitti, sperando solo che quei quindici minuti di macchina potessero prolungarsi. Eppure durarono meno del previsto. Sembrò loro quasi di aver utilizzato il teletrasporto o un riduttore temporale. Erano già lì, fermi davanti casa di Jimin che istintivamente aveva afferrato la maniglia per aprire lo sportello ma poi era rimasto immobile, con mille pensieri per la testa, indeciso sul da farsi.
Deglutì pesantemente e sospirò buttando la testa contro il finestrino. Era così tentato di rimanere, di dir loro di girare la macchina e tornare indietro, tutti insieme. Forse li aveva appena ritrovati e forse avrebbe potuto dar loro una seconda possibilità. Ma si chiese se veramente se la meritassero così velocemente. Insomma, se ne erano andati quando avevano voluto loro ed erano tornati sempre con i loro tempi. Jimin un po' orgoglioso lo era, e sinceramente non avrebbe voluto dar loro quella soddisfazione di essere così sicuri di averlo tra le mani.
Di certo quella lunga riflessione non passò inosservata agli occhi degli altri due che non capirono il perché non stesse scendendo. E di fatti, appena Jimin alzò lo sguardo, li ritrovò lì a fissarlo ed il suo cuore perse un colpo. Passava da un viso all'altro, non sapendo quale guardare per primo e provò a ragionare su qualcosa da dire, ma la realtà era che sul serio, non sapeva proprio da dove iniziare.
«Non ti preoccupare» come se Hoseok avesse letto nella sua mente, sembrò capirlo alla perfezione «Non c'è bisogno che tu dica niente» gli disse con un timido sorriso ad affiorare sul suo volto.
Jimin si tranquillizzò ed annuì flebilmente, aprendo la portiera ed uscendo dalla macchina. Non sentì il rumore del motore fino a quando non fu dentro casa. Riuscì solo ad accendere la luce del corridoio e poi rimase immobilizzato lì, al centro dell'ingresso, con le mani sulla bocca a tapparla. Non poteva crederci, era successo tutto così in fretta «Oh mio Dio, mi ha detto che mi ama»
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Passarono due giorni. Esattamente quarantotto ore, dodici minuti e ventitré secondi senza vederli. Jimin avrebbe voluto strapparsi i capelli dalla frustrazione. Andare o non andare. Continuava a pensare a quello senza poterne far a meno. In un momento aveva anche deciso di correre da loro ma poi era stato frenato dalla sua immensa stupidità: non ricordava dove abitassero, non aveva fatto caso alla strada quella notte e poi...non aveva neanche uno straccio di numero di telefono. Però pensandoci bene anche se l'avesse avuto, sarebbe stato strano chiamarli. Avrebbe solo voluto qualcosa di più fisico.
Il coltello affondò, tagliando perfettamente la carota in più rondine. Poi afferrò l'inizio e la fine e la buttò nel secchio della spazzatura. Nel momento in cui chiuse lo sportello, sentì bussare alla porta. Non aspettava nessuno a quell'ora e teoricamente lui per quel giorno aveva anche chiuso i battenti. Sperò vivamente che non vi fosse Sung Lee dall'altro lato perché sinceramente non aveva proprio voglia di combattere anche con lui.
Eppure quando andò ad aprire, rimase a bocca aperta nel vedere chi fosse.
«Ciao» Yoongi lo aveva appena salutato.
Jimin sbatté le palpebre pensando di esserselo immaginato. Ma proprio no, Yoongi era lì sul serio, con un sorriso incerto sulle labbra e le mani sprofondate nel giubbino a jeans. Ed Hoseok non era lì con lui.
«Ciao» ribatté a sua volta Jimin, asciugandosi velocemente le mani nello strofinaccio che si era distrattamente portato dietro.
«Scusami per essermi presentato così, all'improvviso» si scusò Yoongi e Jimin rimase per un attimo a bocca aperta, preso alla sprovvista, con un grande punto di domanda stampato sul volto «È-è okay. Non restare impalato là davanti» finì di aprire la porta «Entra»
Yoongi annuì ed anche se con un briciolo di esitazione entrò «Grazie»
Jimin pensò fosse meglio non rimanere lì fermo come un ebete a fissarlo, ma piuttosto di tornare in cucina a mettere in un piatto la sua bella carotina fatta a pezzi «Dimmi»
«Volevo parlarti» Yoongi gli fu dietro, osservandolo afferrare un piattino ed una forchettina da dolce.
«Senza di lui?» chiese Jimin cercando di controllare la propria voce per non mostrare che fosse nervoso. Prese nel mentre il vassoio e levò i pezzi di carota da esso.
«Senza Hoseok, solo noi due»
Jimin si frizzò per un attimo a quelle parole, rimanendo con il piattino sospeso in aria. Continuava a porgere le spalle a Yoongi, sapeva non potesse vedere la sua espressione. Così prese un profondo respiro, chiudendo per un solo secondo gli occhi. Successivamente li riaprì, lasciò sul piano della cucina qualsiasi cosa avesse tra le mani e si voltò verso Yoongi «E perché dovrei ascoltarti?»
«Non lo so. È una tua scelta se farlo o meno, così come è una tua prerogativa il decidere se perdonarmi o no»
A quelle parole Jimin si accigliò, quasi storcendo il naso «Sei venuto per il perdono?» ed osservò come Yoongi, forse ansioso, si passò una mano tra i capelli, tirandoli all'indietro. Aveva gli occhi nervosi, correvano ovunque.
«Sono qui solo per dirti scusa. Tutto ciò che sarà dopo non mi importa al momento»
Involontariamente a Jimin scappò uno sbuffo di risata, cosa che fece concentrare immediatamente lo sguardo di Yoongi su di lui «Hai uno strano carattere, Yoon»
E per il corvino, sentirsi chiamare in quel modo, fu una sorpresa immensa. Il suo cuore battè così forte che quasi si mise paura «Me ne rendo conto» incominciò a dire «Non volevo puntarti il dito contro e tanto meno giudicarti. Mi dispiace se sia passato questo messaggio ma alle volte tendo a parlare senza prima assicurarmi che la frase abbia il senso che io voglia veramente»
Jimin apprezzò quella sincerità e soprattutto il fatto che si fosse presentato a casa sua per potergli parlare in tranquillità. Non che Hoseok fosse di disturbo ma -si appoggiò al bancone della cucina- non era facile concentrarsi con entrambi nella stessa stanza «E a me dispiace essermi intromesso nel vostro matrimonio»
«Cosa?» Yoongi spalancò ancor più gli occhi piccolini. Per un attimo pensò che Jimin si fosse pentito di ogni cosa, che volesse chiudere con quella storia, con loro. E detto onestamente, non gli piacque per niente l'idea.
«Non so veramente cosa sia scattato sulla nave quando vi ho visti» le mani di Jimin finirono sul proprio volto, a tratti imbarazzato nel ripensare al suo comportamento «Non sapevo chi foste, non sapevo che relazione aveste, non sapevo niente tranne il fatto che...volevo farlo»
Bastarono quelle ultime due parole per far tirare un sospiro di sollievo a Yoongi che lentamente sfiorò le dita di Jimin, invogliandole a spostarsi pian piano dal suo viso per rivelarlo e lasciarlo allo scoperto «Non hai sbagliato» gli sussurrò ed i loro mignoli si intrecciarono, scivolando l' uno sull'altro «Quello ad averlo fatto sono stato io. Partendo dal convincere Hoseok a lasciarti stare per salvare il nostro matrimonio»
«Sarei stato un problema» rifletté ad alta voce Jimin senza avere il coraggio però di interrompere il loro contatto. Osservava le loro dita intrecciate ed il suo cuore palpitava.
Ma corse ancor più veloce quando Yoongi se ne uscì dicendogli «No, saresti stato la cosa più bella che ci potesse capitare. Solo che non me ne sono reso conto subito»
Il lato difensivo di Jimin tendeva sempre ad uscire, conseguenza probabile della ferita subita qualche settimana prima «Ve l'ho già detto. Non illude-»
«Illuderti...» lo bloccò Yoongi, scuotendo la testa e facendo giusto un passo avanti per andargli più vicino «Non lo sto facendo. Sono troppo impegnato a farlo con me stesso nel pensare che, dopo tutto quello che ti abbiamo fatto, tu possa tornare da noi»
I loro occhi si legarono insieme e la voce di Jimin incominciò a tremare sotto quella spinta emozionale «Avevo giurato a me stesso che vi avrei tagliati fuori dalla mia vita. Dimenticati. Come se non ci fossimo mai incontrati» la lingua sgusciò fuori, inumidendo le labbra secche d'ansia «Ed è per questo che mi fa male ammetere di volervi conoscere meglio. Il poter sentire di nuovo il vostro profumo. Il poter dormire nuovamente tra di voi sentendomi finalmente protetto. L'avere qualcuno che alla mattina mi sorrida e mi dica buongiorno. È così difficile ammettere di aver bisogno di voi due nella mia vita...»
Quel che Jimin aveva causato nella mente di Yoongi con quelle frasi, non si sarebbe potuto spiegare. Un tumulto incredibile, inspiegabile, un fremito incontenibile «Quello che ha detto Hoseok» asserì il corvino facendo un ulteriore passo avanti, congiungendo le punte delle loro scarpe.
«Quale tra le tante?» chiese Jimin con il cuore in gola.
«Penso proprio che sia quella che ti è rimasta più impressa»
«Oh» la dichiarazione, si disse Jimin, il "ti amo". Quelle piccole paroline che lo avevano messo a dura prova. Quelle emozioni che premevano sempre più per poter essere rivelate al mondo intero.
«Lo pensa veramente...E lo penso anch'io» spiegò Yoongi e Jimin non volle capire probabilmente, perché gli sembrava così strano. Era passato dall'aver niente al tutto. Due persone nelle quali stava riponendo nuovamente la propria fiducia e che dicevano di amarlo e di volerlo con loro «Ti prego, spiegati meglio perché non vorrei fraintendere» gli chiese con un filo di voce.
E Yoongi pensò fosse giusta e lecita quella richiesta. Era giusto fare uno sforzo, un passo verso di lui, così accumulò coraggio e «Io e Hoseok ti amiamo e ti vogliamo con noi. La scelta sta solo a te se provare ad esplorare questa nuova vita»
«E-e se decidessi di farlo?»
«Bussa alla nostra porta» asserì Yoongi, avvicinando il volto a quello di Jimin, non riuscendo a smettere di far alternare lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra «Sarà sempre aperta per te»
«Bene» soffiò Jimin, sentendo la propria schiena inarcarsi e tendersi, come se il suo corpo stesse scappando da Yoongi, ma solo per farsi desiderare di più.
«Bene» ripeté il corvino, ponendo la sua seconda mano sul fianco di Jimin facendola scorrere sulla sua maglietta, arricciandola e stropicciandola.
«Sei vicino» osservò Jimin, usando quell'aggettivo così riduttivo. Yoongi non era vicino, era letteralmente attaccato. Solo parlando, Jimin avrebbe potuto sentire le loro labbra sfiorarsi.
«Sì, lo sono» non lo negò affatto Yoongi, nessun gioco, nessun sotterfugio e nessun ripensamento. Voleva dimostrargli che sul serio, lo voleva con lui. E Jimin restò immobile, aspettando solo che l'altro prendesse una decisione. Aveva pensato che per un po' non ci sarebbe stato niente del genere tra loro, nessun contatto del tipo; immaginando che fossero troppo disgustati da quelle labbra alle quali più persone si erano attaccate nell'ultimo periodo. Ed invece Yoongi glielo stava facendo capire che voleva baciarlo. E più secondi passavano, più Jimin poteva percepire il desiderio crescere come una bolla di scintille tra di loro.
Una bolla che scoppiò nell'esatto momento in cui la testa di Yoongi ruotò appena verso destra per poter finalmente incastrare le loro labbra.
Per Jimin fu come riprendere a respirare. Una marea di aria gli riempì i polmoni e tutti i ricordi riguardanti loro due sulla nave gli passarono per la mente: il primo ballo, la panchina sul ponte, lo scherzo del letto, tutti i baci della buonanotte.
Ed anche lui alzò le mani, solo per posarle sulle spalle di Yoongi e tirarselo contro, mentre le loro bocche restavano impegnate nello scorrere tra loro, nell'esplorarsi, nel mischiare le loro anime.
Si sentiva la mancanza di Hoseok, cavolo se si sentiva. Sembrava come se un pezzo di loro stessi mancasse. Ma era anche giusto che finalmente fosse avvenuta quella riconciliazione tra loro due, soltanto loro. Quel bacio non era stato programmato da Yoongi. Si era detto semplicemente di andare da Jimin, parlare con lui, scusarsi e poi tornare da suo marito. Eppure era successo e forse era semplicemente una prova in più a dimostrargli che le parole della volta precedente "ci sei mancato come l'aria" fossero estremamente vere.
Quando si staccarono, entrambi si ritrovarono con un delicato sorriso e un leggero respiro affaticato. Le loro fronti si unirono insieme e le ciocche dei loro capelli si mescolarono
«Prendi una decisione, nessuna fretta» gli disse Yoongi «Noi ti aspettiamo»
∆
A
Angolo della parlantina:
Sono così softtttt in questo momento per questi due scemi qui che si sbaciucchiano amorevolmente, vi prego 🖐🏻😩
Come state? Tutto bene? Spero di sì.
Buon primo maggio. Questo è il mio regalino per voi 💜
Aiuto, questo sarà un mese molto impegnativo per molti di noi, tra chi la scuola e chi l'università. Io sto cercando di preparare sette esami da dare e sono per lo più in uno stato vegetativo 🤡
Diamoci supporto mentale e morale a vicenda o qui non ne usciamo e soprattutto proiettiamoci in estate.
In un'estate SENZA ZANZARE PERÒ EH.
Quindi, due su tre hanno espresso i loro sentimenti, adesso sta a Jimin cosa scegliere e se perdonarli definitivamente.
Vedremo 👀👀👀
Ci sentiamo presto!
ILY-Ely ❤️
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