15. «Dobbiamo parlare»
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«Buongiorno, piccioncini» Jimin entrò in stanza con un sorriso a trentadue denti e con un vassoio tra le mani. Anche quella mattina stava portando la colazione in camera di Yoongi ed Hoseok. E beh, essendo l'ultima volta che lo avrebbe fatto, si era permesso di abbondare un po' con le porzioni. Sapeva ormai come brillassero gli occhi a Yoongi nell'avere tanto cibo delizioso dinanzi a sé e sapeva anche bene come Hoseok adorasse guardare suo marito in quei frangenti.
E ragione non meno importante, quello era un giorno molto speciale. O almeno, Jimin non lo vedeva così da tanto, ogni anno, nella sua ricorrenza, cercava di tenersene alla larga, ma adesso sembrava tutto diverso, soprattutto con loro due al suo fianco.
«Ciao Jimin» eppure il modo in cui lo accolsero quella mattina fu...Strano. Yoongi non si spese neanche di dargli il buongiorno, l'unico che gli rivolse la parola fu Hoseok, privo di sorriso. Il mare era stato agitato quella notte, la nave aveva continuato a dondolare da un lato all'altro. Forse avevano semplicemente dormito male, ecco, pensò quello Jimin.
«Tutto bene?» ma lo chiese loro comunque, mentre poggiava la colazione sul tavolo. Cercò lo sguardo di Yoongi ma non lo trovò, sembrava cercare in tutti i modi di evitarlo. Poi si voltò verso Hoseok che manteneva costantemente gli angoli della bocca rigirati verso il basso.
«Sì, penso di sì» rispose ed inevitabilmente lo sguardo di Jimin si assottigliò, per cercare di analizzarlo. Ma non ne era convinto, non aveva mai visto Hoseok in quel modo. Si respirava un'aria pesante. Che avessero litigato tra loro? Si chiese allora.
Si rimise così dritto e pose il vassoio tra l'interno braccio ed il lato del suo busto «Sicuro che non sia successo niente?» ma la sua voce premurosa venne subito scansata e sovrastata da quella di Yoongi, secca, tagliente, sembrava lo stesse rimproverando «Non insistere, se ti ha detto che è tutto okay, perché non dovrebbe esserlo?»
E Jimin si sentì piccolo piccolo e non riuscì nemmeno a reggere quello sguardo nero che gli stava rivolgendo, fece automaticamente un passo indietro «Va bene, scusa, mi stavo solo preoccupando...Vi ho portato la colazione»
«Bene, grazie» un'affermazione che sembrava volesse sottendere un "Adesso esci di qui". Jimin si sentì improvvisamente di troppo lì dentro. Abbassò la testa e girò i suoi piedi «Okay...Vado»
Ma neanche qualche passo che venne richiamato da Hoseok «Ascolta» e fu repentino Jimin nello girarsi con un'aspettativa rinnovata in volto «Sì?»
«Questa sera, quando finisci il turno. Potresti venire su? Al solito ponte.» specificò il rosso e Jimin annuì, senza riuscire a staccare gli occhi da Yoongi che girava fin troppo nervosamente il cucchiaino nella tazza, al limite di far strabordare il contenuto.
«Okay, non c'è problema, ma perché?» chiese curioso tornando a guardare Hoseok e dovette imporsi di star fermo pur di non correre e buttarsi tra le sue braccia.
«Vogliamo parlarti di una cosa importante»
I suoi occhi si illuminarono. Che sapessero che giorno fosse e stessero mettendo su quella scenetta solo per ottenere un buon effetto sorpresa dopo? «Ovvero?»
«Ti dispiace se te lo dicessimo direttamente stasera?» okay, Jimin stette al gioco. Nella sua mente si stavano creando così tanti film mentali come mai prima d'ora. Fremette dall'eccitazione, così scosse la testa, sorridendo «No, no, figuratevi. Allora, se riusciamo ci becchiamo in giro o direttamente dopo cena» le sue dita tamburellarono nervose contro il metallo del vassoio e si morse il labbro inferiore, indietreggiando nel mentre fino alla porta.
«Sì, esatto»
Jimin sorrise ampiamente, aspettando solo che quel gesto venisse ricambiato, ma né Yoongi né Hoseok alzarono più gli occhi dalla loro tazza. Jimin si convinse che stessero semplicemente facendo la parte per non rovinare la sorpresa ed allora si limitò a sussurrare un «Non vedo l'ora» prima di sparire per i corridoi.
Quelle parole però furono perfettamente sentite da Hoseok che sentiva lo stomaco chiuso come non mai prima d'ora «Non vede l'ora» ricalcò e strinse un po' troppo forte il cornetto tra le dita, facendo cadere una marea di briciole sul tavolo.
Yoongi annuì e portò il cappuccino alle labbra «Hoseok, non si torna indietro»
«Lo so»
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«Shhh, fate silenzio però» Eloise diede una spallata a Jungkook per farlo spostare un po' più a destra, in modo che una volta aperta la porta della stanza, Jimin potesse perfettamente vederli.
«E tu spostati un po' più di là» ribattè Jungkook dandole un colpo di anca che la fece barcollare fin troppo. Per fortuna ci fu Taehyung a sorreggerla prima che cadesse, facendo spiaccicare a terra quella delizia di panna e fragole «Attento! Mi fai cadere la torta»
I toni erano bassi, dovevano mantenerli per forza o li avrebbero scoperti e sperarono pure che Jimin si sbrigasse ad arrivare. Quel giorno gli sarebbe toccato star di nuovo tra i bambini che sarebbero arrivati a momenti, quella sorpresa doveva essere fatta in fretta «Ma appoggiala sul tavolo! Che bisogno c'è di tenerla in mano!»
«È per farla vedere meglio!» gli spiegò Eloise ma con toni decisamente alterati. Jungkook, tignoso già di suo, le si mise spalla contro spalla, per accaparrarsi anche un centimetro in più di scena «Certo, si vedrà benissimo quando sarà spiaccicata per terra!?»
«Oh ma vi prego, state zitti» Taehyung con quella sua voce molto più seria, li bloccò entrambi che si rimisero composti alle loro postazioni quando sentirono la frase successiva «Eccolo arriva» e il silenzio piombò fino a che il biondo non spalancò la porta ed accese la luce.
«Tanti auguri, Jimin!!»
Scoppiarono tutti quanti in gridolini nel vedere come si fosse messo paura e come non si aspettasse minimamente quel gesto. Jungkook soffiò dentro una trombetta e creò striduli suoni, Eloise continuò a cantare, avanzando e portandogli la torta vicino con tanto di candeline accese e Taehyung semplicemente si limitava a sorridere ed applaudire «Tanti auguri a te!»
Jimin continuava a tenersi le mani premute sulla bocca spalancata. Cavolo, quello avrebbe potuto rilevarsi il giorno migliore della sua vita «No, ragazzi, ve ne siete ricordati!» esclamò tutto entusiasta. E come avrebbe potuto non esserlo? La prima volta che qualcuno festeggiasse il suo compleanno e soprattutto se ne ricordasse facendogli addirittura una torta!
«Beh dopo il flop dell'anno scorso, sarebbe stato imbarazzante scordarcene» ed era vero, anche l'anno precedente, Jimin aveva lavorato esattamente quelle due stesse settimane di luglio sulla nave e accidentalmente Eloise, Taehyung e Jungkook scoprirono che il suo compleanno si tenesse proprio in quei giorni. Non si erano potuti organizzare, presi alla sprovvista, ma adesso sapendolo, qualcosa di meglio avevano fatto.
«Aww, pure una torta» e quasi avrebbe voluto piangere quando la vide ricoperta con chili di panna proprio come piaceva a lui. Avrebbero dovuto trattenerlo o in pochi secondi si sarebbe ritrovato con la faccia immersa in quella torta per divorarsela.
«Sì, l'ha cucinata Seokjin» gli disse Eloise e per un attimo Jimin si bloccò allarmato «Non è che morirò avvelenato mangiandola?» chiese alzando un sopracciglio, insomma, tutti sapevano i precedenti e tutti sapevano che ormai non corressero buone acque tra loro dopo l'ultima volta.
«L'ha cucinata proprio per scusarsi, si è reso conto di averti trattato fin troppo male» aggiunse Taehyung e Jimin annuì e sfoggiò un tenero sorriso, felice che se ne fosse reso conto, anche se avrebbe preferito che gli fosse andato a chiedere direttamente scusa «Ne sono contento allora»
«Okay» Jungkook batté le mani tra loro per richiamare l'attenzione «adesso, esprimi un desiderio e spegni queste candeline che stanno disperdendo cera ovunque» ed Eloise annuì freneticamente, ironizzando «esatto, non vorrei dare fuoco alla nave e poi ritrovarmi a vivere "Titanic 2"»
Jimin scoppiò a ridere, seguito da tutti gli altri «Subito!» si protrasse verso le candeline e chiuse gli occhi, esprimendo mentalmente e silenziosamente il suo desiderio. Poi li riaprì e soffiò spegnendole tutte quante. Benvenuti ventitré anni, pensò «Okay»
«Adesso però voglio sapere» si immischiò Taehyung, ricevendo subito manforte da Jungkook.
Jimin scosse la testa, afferrando la torta e tenendola per sé «Non si dice, porta sfortuna» affondò un dito in essa e poi si gustò quella prelibatezza.
«Io avrei un'idea» asserì Eloise, così Jimin posò la torta e le tornò vicino per sentire cosa avesse da dire «Addirittura? Sono così tanto un libro aperto?» mentre continuava a ripulirsi le dita. La sua pancia brontolava al solo pensare che fra un attimo se ne sarebbe mangiato una fettona.
«Secondo me hai desiderato di andar via domani con quei due» Jimin si immobilizzò, stampandosi in volto un sorriso da ebete. Okay, forse era veramente tanto palese quello che volesse. E mentre prese ad arrossire vigorosamente Jungkook rifletté «Cavolo, è vero, domani finisce il tuo turno» e Taehyung annuì «Sì, sono già passate due settimane»
«Penso che vogliano farmi una sorpresa» continuò Jimin, liberando i suoi pensieri e per poco non incominciò a fare piroette su se stesso. Eloise incrociò, curiosa del discorso, le braccia al petto «Seriamente?»
E l'annuire freneticamente di Jimin la convinse ancor più «Ragazzi, cioè, e se andasse tutto bene per una volta?» aveva degli occhi così sognanti e speranzosi che tutti non poterono non farci caso.
«Che ti hanno detto?» gli chiese Taehyung.
«Di vederci questa sera, su, all'ultimo ponte, vogliono parlarmi»
«E sei certo che siano ottime notizie?»
Jimin annuì, insomma, perché non avrebbero dovuto? Non vi erano presupposti per dire che sarebbe successa una tragedia. Ogni giorno lo trattavano così bene che lui non capiva neanche come potessero farlo con una persona conosciuta da due settimane ma non poteva negare di sentirsi veramente bene e soprattutto se stesso lì in mezzo a loro «Sì, beh, perché non dovrei? È pure il mio compleanno, mi vorranno fare qualcosa tipo, boh, un regalo»
«E se ti dicessero di andar via con loro?» avanzò Eloise «Se ti volessero riaccompagnare loro a Milano?»
«Esploderei dalla gioia, e non ci penserei due secondi ad accettare» rispose di getto Jimin e sapeva che probabilmente una persona appena più coscienziosa non si sarebbe fidato così tanto, ma lui non poteva farne a meno.
«E se invece volessero troncare tutto?»
E se volessero veramente mandare all'aria tutto? Quella domanda lo colpì un bel po' alla sprovvista e fu come se si fosse paralizzato sul posto, sbattendo le palpebre. Era solo che gli sembrava così tanto irreale come opzione. In quei giorni gli avevano dimostrato tutt'altro che gli facesse pensare ad un finale del genere.
Per fortuna ci fu Jungkook a risollevare la situazione «E dai, non metterlo di malumore proprio oggi. Festeggiamo!»
Ma per quanto fu contento di tutto il resto, quella frase continuò a tormentare Jimin per l'intero giorno, fino alla sera.
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Spalancare la porta che gli permetteva di uscire in quell'ultimo ponte della nave, fu come mettersi sulle spalle un bel po' di chili in più d'ansia. Ma prese un bel respiro e si obbligò ad andare avanti, verso di loro. Li vedeva già seduti sulla panchina dove era solito mettersi lui a fumare. La mano di Hoseok accarezzava piano il retro della nuca di Yoongi e notò come ogni tanto si guardassero e si sorridessero appena. Ed involontariamente e fin troppo automaticamente quel piccolo innalzamento di labbra coinvolgeva anche lui. Il fatto era che veder loro felici, faceva star bene di rimando Jimin. Procedette lentamente, a passo felpato e poi entrò in scena, parandosi davanti loro due con un sorriso che andava da un lato all'altro del volto, gongolando felice «Cos'è questo? Un appuntamento?»
Gli occhi dei due salirono sul biondo ed Hoseok si rimise composto, lasciando la presa su Yoongi «Dobbiamo parlare» asserì e Jimin annuì tutto eccitato «Sono d'accordo»
«Noi fra qualche ora scenderemo e torneremo a casa» incominciò a dire il rosso, sfregando nervosamente le mani sulle cosce. Jimin notò quel particolare ma non volle dargli molto peso «Lo so e anche io, finirò il turno proprio oggi a mezzanotte»
Allora intervenne Yoongi, si grattò nervosamente una guancia e poi si piegò in avanti, sostenendosi puntando i gomiti sulle ginocchia «Torneremo a Milano» e Jimin pensò solo che a quel punto forse il passaggio fosse un'opzione da scartare ma che tutto il resto fosse ancora in gioco ed allora pensò fosse meglio fare lui un passo avanti per invogliarli a parlare più tranquillamente «Certo, ovviamente, ma resteremo in contatto e appena potrò insomma verrò a trovarvi»
«No, fermo aspetta» ma vedere Yoongi scuotere la testa, lo stranì e non poco. Si sentiva un bel po' confuso dalla piega che il discorso stesse prendendo «Perché no?» chiese allora ed il sorriso incominciò a scemare dalle sue labbra.
Hoseok si alzò e sospirò pesantemente «Ci abbiamo pensato e non sappiamo bene cosa sia tutto questo»
Jimin assottigliò gli occhi, ragionando «Tutto questo? Intendete quello che c'è fra noi?» ed Hoseok annuì, non stava sorridendo neanche quella sera e non appariva come un buon segno per niente «Esatto, cosa c'è fra di noi, insomma non è per niente chiaro»
Jimin cercò di buttarla sull'ironia, un po' sul ridere «Ve lo dico io. Semplicemente non potete resistermi» era quello il suo solito modo di fare, sperava di risollevare la situazione in quel modo ma tutto sembrava crollare ogni secondo più.
«Restiamo seri» prese la parola Yoongi, alzandosi anche lui «Siamo sposati, Jimin, dovremmo bastarci l'un l'altro» quindi lo stavano buttando fuori dalla loro vita? Jimin sperò di aver sentito male. Il discorso che ebbe con Yoongi quando i due lo aiutarono con i bambini, gli tornò prepotente in mente «Ma- ma l'hai detto proprio tu, Yoon. Senti che manchi qualcosa nella vostra coppia. E se quel qualcosa fossi proprio io?» gli era sembrato che anche loro fossero stati bene insieme a lui.
Vedeva Hoseok scuotere la testa, stropicciarsi il volto passando su di esso più volte le mani «Non possiamo permetterci di realizzare veramente una cosa del genere»
Una risata sbuffata e piuttosto incredula si liberò da Jimin «Una cosa del genere?» si batté una mano sul petto con insistenza «Mi piacete. Mi piacete nel vero senso della parola, lo stesso sentimento che si prova verso il proprio partner, verso la propria famiglia»
E seppur Yoongi ed Hoseok sentirono i loro cuori sobbalzare e battere così forte che dovettero mettere in campo uno sforzo enorme per non darlo a vedere, cercarono di mantenersi fermi sulle loro posizioni «Sono stati soltanto quattordici giorni, Jimin, come puoi dirlo?»
Ed il fatto che i toni di quei due restassero bassi, tranquilli, come se quello di cui stessero parlando non fosse importante, dava alla testa a Jimin, che al contrario, avrebbe voluto solo gridare «Pensate che non sia in grado di capire i miei sentimenti?»
Hoseok sembrava quello che più cercasse di parare la situazione, invece Yoongi appariva più freddo, sbrigativo «Ci sembra solo prematuro lo stabilire cosa siano e poi...Non puoi far parte di questo» Jimin buttò un'occhiata al mare, prese un respiro profondo e si passò le mani tra i capelli tirandoli all'indietro e lasciando che gli ricadessero poi sul volto «Di questo cosa? Della vostra relazione?»
«Esatto»
«Io-» restò senza parole, indicò prima se stesso, poi Hoseok, poi Yoongi ed infine di nuovo se stesso «pensavo che tra noi, insomma, ci fosse qualcosa» e non avrebbe potuto neanche lui dare una definizione a quel sentimento, ma restava il fatto che sentiva così tanto calore nello stare vicino loro, sentiva le farfalle nello stomaco quando veniva stretto tra le loro braccia.
«Non arrivare a conclusioni affrettate, te ne prego» eh no, Jimin era già arrivato a delle conclusioni, prospettive felici, gioiose. Si stava sgretolando tutto davanti i suoi occhi, ormai inevitabilmente umidi, così tanto che nemmeno il vento riusciva a seccarli «Che diavolo vorresti dire?»
Yoongi si infilò le mani nelle tasche dei jeans neri e non ebbe nemmeno il coraggio di guardarlo negli occhi, gli faceva male vederlo così «Sono state due belle settimane, siamo stati insieme, ci siamo divertiti-» ma venne bloccato all'improvviso da Jimin che rise esasperato, rimarcando le sue parole «Vi siete divertiti»
«Penso che anche tu lo abbia fatto-»
«No, forse non ci siamo capiti» e quel tono divenuto così serio, come non mai Yoongi e Hoseok lo avessero sentito prima d'ora, li portarono a deglutire pesantemente e ad incastonare i loro occhi in quelli del biondo «Okay, è vero, vi do tutta la ragione del mondo sul fatto che probabilmente la prima settimana sia stata guidata dal voler vedere chi tra voi due potesse cedere per primo» negarlo sarebbe stato inutile e soprattutto da ipocriti «ma la mia prospettiva nella seconda è radicalmente cambiata» la sua voce si incrinò inevitabilmente e si strinse le braccia al petto «Sono venuto a letto con voi...Non l'ho fatto per semplicemente divertirmi»
Yoongi provò a far un passo avanti, per calmarlo, ma appena avanzò, ottenne solo l'indietreggiamento dell'altro «Ascolta Jimin»
«No, ascolta tu» Jimin si passò velocemente il palmo della mano sotto gli occhi, scacciando via quelle tremende lacrime che non voleva minimamente che quei due vedessero. Eppure sapevano già della loro esistenza. Avevano incominciato a scendere già da molto prima «Pensavo di aver trovato delle persone che mi volessero veramente bene»
Ed Hoseok si sentì colpito nel profondo, perché non avrebbe mai voluto apparire agli occhi di Jimin come colui che lo avesse preso in giro per tutto quel tempo «Aspetta non dire così-» ma non venne lasciato nemmeno parlare. Ormai il cuore di Jimin era stato colpito duramente ed era veramente stufo, così dannatamente stufo di essere preso in giro, di sentirsi dire quelle false promesse che poi non avrebbero mantenuto. E quando incominciò a parlare a ruota libera, non furono tutte parole indirizzate direttamente a Yoongi ed Hoseok, ma buttò su di loro tutto quell'insieme di sentimenti negativi che covava dentro di sé da tempo «Pensavo di aver trovato amore, una fottutissima famiglia finalmente!» singhiozzò e non gliene fregò assolutamente niente di star dando spettacolo, in fondo lì sopra vi erano solo loro tre «E non me ne frega un cazzo se sono state solamente due settimane, perché so quello che sento e ne sono certo»
Yoongi sospirò, non sapeva minimamente cosa dire «Mi dispia-»
«Sì, dai, dillo anche tu» lo incalzò Jimin, non ce la faceva più ad ascoltare dopo una vita intera quella parola divenuta così insignificante «Come tutti gli altri! Mi dispiace Jimin ma non abbiamo abbastanza soldi per farti restare qui con noi» come avevano fatto i suoi genitori lasciandolo davanti un orfanotrofio «Mi dispiace Jimin ma sei troppo grande oramai, nessuna coppia ti vuole con sé» come avevano fatto tutte quelle persone che adottavano solo bambini appena nati «Mi dispiace Jimin ormai hai diciotto anni non puoi più restare qui» come quando quello stesso orfanotrofio, raggiunta la maggiore età, decise di buttarlo per strada «"Mi dispiace Jimin ma" è la frase che mi hanno ripetuto per tutta la vita. Scemo io per aver pensato che dalle vostre bocche non sarebbe mai uscita»
Hoseok se ne stava in disparte a testa bassa, preferiva lasciare la parola a suo marito «Non abbiamo iniziato noi tutto ciò»
«Ma l'avete portato avanti!» esclamò esasperato Jimin. Lo avevano imboccato con così tante speranze che adesso, sapendo che non si sarebbe realizzato niente, lo uccidevano internamente. Si era ripromesso di non farsi abbindolare più, ma con quei due era stato così dannatamente facile cadere in tentazione.
«È difficile» la voce spezzata e bassa di Hoseok si intromise, sembrava stesse per scoppiare a piangere anche lui «è difficile far sapere alle persone di essere omosessuale, figuriamoci con una relazione poliam-» ma a Jimin ormai di quei discorsi non importava più niente. Aveva deciso di raffreddarsi completamente nei loro confronti. Sapete cosa? Pensò che non meritassero neanche le sue lacrime.
«È okay, non c'è bisogno di nessuna spiegazione» annuì, scrollandosi di dosso tutti quei tumulti interiori, tanto tra qualche ora sarebbe tornato alla sua solita vita e avrebbe ricordato tutto quello come un perfetto incubo «In fondo è colpa mia. Mi sono costruito castelli nella testa che nella realtà non esistevano»
«Non fare così» Hoseok provò ad andargli vicino «vogliamo veramente che tu sappia il perché»
Jimin sorrise, ormai nessuna lacrima più gli bagnava il volto. Scrollò le spalle «Arrivati a questo punto non mi interessa minimamente» Hoseok non riusciva a credere a quella maschera che Jimin avesse indossato da un momento all'altro «Sapete cosa c'è? Sono sempre riuscito a cavarmela da solo, non sarà di certo oggi il giorno in cui mi metterò ad elemosinare amore. Soprattutto a due persone che hanno anche avuto la sfacciataggine di dire di essersi divertiti con me.»
Yoongi lo indicò con astio, non gli piaceva come gli stesse parlando «Pensi seriamente che da parte nostra sia stato solo divertimento??»
«Me lo hai appena detto!» ed i toni si alzarono sempre di più e Yoongi, non volendo assolutamente che Jimin ci rimasse più male di quanto già ci fosse rimasto, cercò di dirgli veramente il perché di quella scelta «Ti assicuro che non è così! Ma devi anche capirci, come possiamo tornare a casa e dire alle nostre famiglie: "Hey ci piace ad entrambi la stessa persona. La famiglia si allarga!" È semplicemente surreale»
Ma Jimin ormai era troppo perso nei suoi pensieri per cogliere quella confessione indiretta, fatta da Yoongi. Non riusciva a pensare ad altro oltre al fatto che si sarebbe ritrovato nuovamente solo. Così prese un respiro profondo e li guardò privo di ogni emozione «Spero che la vacanza sia stata di vostro gradimento»
«Che diavolo di risposta è??» Yoongi si infilò le mani nei capelli, tirandoli e poi rifacendo cadere le braccia lungo i fianchi.
«La risposta me l'avete data voi. Semplice e chiara. Non ti vogliamo con noi» ne parlava come se un secondo prima non avesse pianto disperato proprio per quello «Quindi vi sto salutando, non penso ci sia rimasto molto altro da fare, no?» così, giusto per retorica provò a dirlo un'ultima volta, senza aspettarsi veramente niente «Posso farvi cambiare idea in qualche modo?»
Hoseok aprì la bocca ma anche se i pensieri furono tanti, da lì non uscì niente. Rimasero semplicemente a fissarlo, ammutoliti, fermi sulla loro decisione. Ne avevano parlato fin troppo il giorno precedente, avevano valutato ogni singola cosa, sul serio, ma purtroppo doveva andare così. Jimin sbuffò e si preparò ad andarsene «Ecco, appunto. Come hai detto tu, Yoongi, spero che possiate bastarvi per sempre, l'uno all'altro.»
∆
Angolo della parlantina:
Non so voi, ma io al momento sono tipo:
Soprattutto dopo aver letto l'ultima parte con la canzone che ho inserito ad inizio capitolo 😩
Vorrei solo un videoproiettore del mio cervello per poter vedere la scena, come se fosse un film.
EDDAI SCIENZA, HAI INVENTATO LE MACCHINE VOLANTI, COSA TI COSTA ESAUDIRE LA MIA RICHIESTA
Della serie quest'ultima conversazione l'ho scritta prima della stesura del primissimo capitolo della storia e non vedevo l'ora di farmi del male. Boh io le scene tragiche le amo troppo ed in questa storia di certo non mancheranno🤣🤣
Anyway, ovviamente la storia non è finita qua, ci mancherebbe, si è solo conclusa la prima parte. Adesso si passerà alla terra ferma, verranno approfondite le vite di entrambe le parti e beh succederanno tanteeeee cose.
Ci sentiamo presto!
ILY-Ely♥
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