©apitolo 1

"Credo che ci sia qualcuno che viene prima dei tuoi fan del cazzo"

Il biondo non lo guardava nemmeno ed i suoi capelli venivano violentemente colpiti dal vento, a differenza di quelli lisci di Shoto che sembravano più danzare sinuosamente con quella leggera brezza.
Atterarrono a terra e altri Pro Hero tennero a bada i fan. Shoto si guardò qualche secondo attorno, solo per assicurarsi di aver dello spazio personale, ma tutte le sue preoccupazioni vennero cancellate nell'attimo esatto in cui i suoi occhi si scontrarono con quel verde luminoso, pieno di vita, di speranza e di gioia. Quel verde che speri d'incontrare nel prato sotto casa, ma neanche quando viene baciato dai raggi del sole ottiene quel colorito da far venire i brividi.

Quel verde, dove su carta ci aveva scritto poesie, non lo vedeva da troppo tempo. E ora che finalmente lo aveva davanti agli occhi sembrava di fare un tuffo nel passato.
Stava rimando così tanto tempo incantato da quella meraviglia e tutto intorno a lui stava venendo annebbiato o cancellato dalla sua visuale. Sulla sua pelle sentiva tante cose, una dopo l'altra. Lo schianto di un'onda contro il proprio corpo, il vento che ti baciava in pieno viso, il vuoto dopo esser arrivato in cima ad una montagna.
Era convinto di aver rimosso tutto queste sensazioni dal suo cuore. Ma a quanto pare non era così.

"Shoto...da quanto tempo" sorrise.
Izuku era ancora più basso di lui, anzi, gli sembrava non essersi alzato di un singolo centrimetro dal giorno del diploma.
Todoroki invece si era alzato, anche se non di tanto, ma Izuku se ne era accorto poiché doveva alzare di più lo sguardo per guardarlo negli occhi.

"Sei cresciuto ancora" ammise ridacchiando.
Ma come non era cambiata la sua altezza, non era neanche cambiata la sua risata o il suo sorriso.
A crescere sembrava esser stato solo lui.

"Deku stai parlando come mia madre" si intromise Bakugou, posizionandosi precisamente dietro il verdino.
Anche quest'ultimo si era alzato, ma rimaneva più basso rispetto alla star bicolore.

"Zitto tu, non dovevi andare?" gli ricordò incrociando le braccia e alzando un sopracciglio. Questa situazione Shoto la trovò divertente. Pensare che un tempo Izuku non si sarebbe mai permesso di dire a uno come Bakugou di stare in silenzio. Così una leggera risatina uscì dalle sue labbra, ma venne captata dalle orecchie piccole e sottili di Deku.
Difatti si era voltato con uno sguardo forse un po' imbabolato, forse malinconico, forse perché non era stata la fine della scuola a dividere il loro rapporto.

"Non ti azzardare a ridere di me bastardo a metà!" ringhiò il cane rabbioso puntando un indice contro di lui. Prontamente Deku posò le mani sul suo petto per tenerlo lontano da Shoto, così da evitare che potesse finire per menarlo.

"Scusa scusa...non stavo ridendo di te" mormorò, poi si schiarì la voce "solo che...vedo che ora voi due siete molto più vicini" affermò e i due giovani Pro Hero rimasero un secondo in silenzio.

"Si, ma non farti strane idee!" affermò abbassando la sua mano "comunque devo andare" aggiunse e se ne andò via con una camminata piuttosto veloce da sembrare rabbiosa.

"Tu non devi andare?" domandò il bicolore.
A questa domanda, molto semplice e genuina, Izuku sussultò e si grattò la nuca.

"B-beh si... cioè...i-insomma" iniziò a farfugliare parole di questo genere senza mai arrivare al dunque della sua risposta. Questo perché voleva chiedergli di mangiare insieme, ma non sapeva se era qualcosa che davvero poteva chiedere.

"Se non lo vuoi dire non importa...ci vediamo...suppongo" l'ultima parola l'aveva sussurrata e se Izuku l'avesse sentita probabilmente non si sarebbe fatto avanti. Probabilmente la sua mano non si sarebbe scagliata contro il polso nudo di Shoto e non l'avrebbe stretto come se stesse cadendo nel vuoto. Shoto lo guardò confuso, cercando di capire il motivo del suo gesto. E, come una rosa in piena primavera, nel suo cuore era sbocciato qualche piccola speranza.
Una speranza che cancellava quel ci vediamo e accendeva un usciamo?.

I due però si guardavano, senza dire alcuna parola. Il colore del tramonto su quella piazza faceva da sfondo e quasi sembrava di essere dentro una scena di un film. Quelli per la quale ridevano in quelle serate di pioggia, distesi insieme sul letto e difinendole divertenti e irrealistiche. Ma ora entrambi si stavano pentendo di aver dato un tale commento a riguardo ed entrambi ardevano che quel irrealistico potesse divenire qualcosa di realistico.
Ma forse con un significato diverso.

Perché la notte attendeva con ansia l'arrivo del giorno, poiché era l'unica cosa che vedeva, ma il giorno vedeva tante cose, la notte era una delle tante, era solo di passaggio, un amico in più.

Ma per un momento Shoto voleva dimenticare tutto questo, voleva dimenticare il fatto che nulla sarebbe mai andato bene.
Voleva dimenticare l'amore che si era covato e che non era mai stato ricambiato.
Così insieme, come un coro, le loro voci si unirono esprimendo lo stesso desiderio.

"Ti va di mangiare qualcosa?"

Ci fu un'istante veloce come un treno che passa, forse ancora più veloce, e si erano guardati ancora negli occhi. Forse al posto delle pupille avevano delle calamite. Poi risero insieme. Un po' per l'imbarazzo, un po' per la felicità.
Per cui dopo aver chiuso le loro bocche si incamminarono per quelle strade, andando a recarsi in un piccolo ristorantino.
La dolce donna anziana che lo gestiva li aveva accolti con il cuore in mano e aveva pure insistito che tutto sarebbe stato offerto, ma Izuku non lo trovava corretto. Lui non era diventato un Hero per avere un piatto caldo gratis, ma perché voleva aiutare e salvare le persone. Non pagare un piatto non era d'aiuto.

"Dopo pagherò lo stesso" borbottò mentre era seduto al tavolo. Era un tavolino nell'angolo, forse il più nascosto, aveva scelto quel posto perché ricordava quanto a Shoto non piacesse dare all'occhio.
Anche se la sua chioma e la divisa da Hero che ancora indossavano entrambi non erano irriconoscibili. Ma fortunatamente il locale non era molto visitato.

"Lo faremo tranquillo" lo consolò con voce pacata il giovane bicolore che era con lui.
Izuku portò lo sguardo verso di lui. Il suo viso non era di gran lunga cambiato, forse si era sviluppato di più, ora sembrava un vero adulto. Tutto a differenza di sé stesso dato che il suo viso era rimasto molto morbido, o da bambino come spesso diceva il suo amico d'infanzia.

"C'è qualcosa che non va?" domandò Todoroki notando l'amico restare troppo tempo in silenzio ad osservarlo. Quest'ultimo scosse la testa in risposta agitato le mani per aria.

"S-scusami...stavo solo diciamo... è che anche tu sei cresciuto in viso" borbottò con un pizzico d'invidia.

"Tu dici? Io mi vedo come sempre" affermò aprendo la fotocamera del telefono.
Essa era però impostata verso la telecamera esterna e stava chiaramente catturando la figura di Deku, anzi di Izuku, nella sua completa sincerità.
Gli occhi erano rivolti verso l'alto, concentrato ad osservare ogni minimo dettaglio della persona che aveva davanti. Allora per errore Shoto decise di premere il pulsante, scattando una foto innocua al suo amico.

"Comunque com'è stato stare in America?" domandò Izuku.
Shoto posò il telefono con lo schermo rivolto verso il tavolo, non voleva distrazioni.

"È stato piuttosto interessante, c'erano molti Hero particolari, forse li conosci anche tu"

"Hai conosciuto Stars and Stripes?" domandò con una certa euforia.
Nonostante gli anni, nonostante fosse lui stesso un Hero, non aveva ancora perso quella passione che da tanto risiedeva in lui.

"Si, l'ho conosciuta, ma non ci ho parlato per molto" ammise.

"L'hai vista all'azione quindi?!"

"Oh no, cioè si, ma non solo"

Dalla tasca rossa della sua divisa Izuku aveva tirato fuori un piccolo taccuino e una penna, pronto a scrivere tutte le nuove informazioni che poteva fargli Shoto.

"Scrivi ancora queste cose?" chiese divertito Shoto, ma anche un po' sorpreso.

"Non vedo perché dovrei smettere" rispose cordiale, senza risultare offensivo.
Per cui Todoroki aveva sospirato per nascondere un altro sorriso e poi prese a raccontare di questa eroina, ma alla fine anche di altri. E mentre Izuku ascoltava prendeva appunti.
Smise solo perché erano arrivati i piatti e non potevano farlo raffreddare o non sarebbe stato più buono.
E mentre mangiavano Shoto continuava a raccontare.
Raccontò di quando una bambina era scoppiata a piangere per il suo gattino, ma mentre cercava di prenderlo era stato graffiato in faccia. Raccontò poi di quando i proprietari di un bar nelle estati più calde chiedevano a lui di fare altro giacco o di raffreddare l'acqua. Raccontò dei suoi allenamenti e delle nuove mosse che aveva imparato, anche se dopo averlo saputo Izuku voleva solo vederlo all'opera. Ma raccontò anche di quando aveva salvato delle persone chiuse in un pullman in bilico su un ponte. A quella notizia il verdino aveva affermato di averla sentita e di aver visto qualche video, ma Shoto era così lontano che sembrava più un ammasso di pixel che una persona.

"Mi hai parlare di me, ma tu non mi hai ancora raccontato nulla" borbottò dopo aver messo in bocca l'ultimo boccone della sua soba.

"Ti era mancata vero?" chiese.
Todoroki sorrise.
"Moltissimo...il cibo in America è molto diverso, non credo neanche si possa chiamare cibo" affermò. "È stata una delle sfide più ardue in quel posto te lo garantisco" aggiunse.

Il broccolo ridacchiò.
"Almeno sei tornato qui" disse senza pensarci due volte "non te l'ho ancora detto, ma bentornato" concluse lasciando un piccolo sorriso a fior di labbra. Le sue parole avevano sorpreso il ragazzo più alto. Non si aspettava di sentire una tale frase dopo il modo con cui si era comportato nei suoi confronti. Dopo il malo modo con cui aveva preso le distanze da lui senza dargli un motivo, anche se c'era, ma non aveva mai avuto il coraggio di dirlo. Non lo aveva avuto perché temeva che il loro rapporto si sarebbe sbriciolato come un biscotto cascato dentro una tazza piena di latte. E così aveva smesso di camminare vicino a lui, aveva rotto il ponte che li teneva uniti, perché forse credeva che romperlo sarebbe stato meno doloroso di vederlo rompere. Ma ora tutto questo era come dimenticato ed entrambi stavano l'un l'altro e tutto ora era stato dimenticato.
Ma per quanto ancora sarebbe durato?






































Angolo scleretico

Hi guyss <3

Come state??

Ecco il primo capitolo
Strano, un tempo arrivavo a mala pena a ottocento parole, ma ora se non mi do io un limite arriverei a farne anche quattromila.
(Preparatevi perché il mio libro sarà piuttosto lungo)

Comunque spero che vi sia piaciuto e che la storia vi stia integrando
Scusate se non rispondo a tutti i commenti, ma non so perché alcuni non me li fa neanche aprire e quindi non mi permette di rispondere

Se volete supportarmi lasciate un commentino o una ☆ se vi è piaciuto il capitolo

Beyy

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