Capitolo 6: "L'amore (NON) Γ¨ debolezza"

Mi feci coraggio e presi la mano di Costia, ci adagiammo su di un prato ai margini della città, appena di fianco al confine, chiacchierando del più e del meno e ridendo a crepapelle, avrei voluto restare lì, assieme a lei, per sempre ma in testa mi rimbombavano la frase che Titus mi ripeteva sempre: "L'amore è debolezza"...il maestro aveva ragione magari, un giorno, ne avrei pagato il prezzo eppure, decisi di serrare gli occhi, fare un respiro profondo e godermi la presenza della ragazza che, con un solo sguardo, riusciva a farmi sorridere senza alcun motivo.
A volte l'amore non mi sembrava nemmeno piΓΉ debolezza, come Titus continuava a sostenere. L'amore era Costia, e basta.

Dopo questa "uscita" scoprii nuove cose di lei che non avrei mai detto. Lei era più piccola di me...quando la incontrai avevo 18 anni e lei ne aveva solo 16, quando aveva 14 anni perse entrambe i genitori in un esplosione causata dagli uomini della montagna di Mount Weather e da quel momento vive da sola, ciò mi ratristava parecchio perché anche io ci ero passata ma a differenza sua ho avuto Gustus che mi sosteneva e mi appoggiava in tutto e quindi da lì in poi decisi di ospitarla alla torre di Polis. Inizialmente pensavi di farla alloggiare nella mia camera ma poi pensai che stavo affrettano le cose e decisi di farla stare ad un piano sotto al mio per non metterla troppo a disagio.
Mi feci coraggio, dopo qualche minuto glielo proposi, lei accettΓ² felicemente e un istante dopo mi iniziΓ² ad abbracciare in una maniera con cui nessuno mi aveva abbracciato e ricambiai.

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