Capitolo 7

Sarò sempre con te, anche quando tu non lo vorrai, io ci sarò.

La principessa era svenuta durante la discesa. Aurora e Belzebù erano scappati con l'aiuto dei due Troni, ora si sarebbero dovuti nasconedere bene e la prima doveva assolutamente imparare a vivere sulla Terra. Si risvegliò confusa, era in una casa e c'era odore di incenso.

- Ben svegliata. - le disse una donna e lei scattò come ad attaccarla. - Oh tranquilla Belz ti ha portato qui e mi ha spiegato a grandi linee chi sei. Il mio nome è Nastia. - sorrideva in modo gentile e cauto, aveva paura.

- Sua moglie. Lui dov'è? - lei annuì e gli indicò l'esterno della casa. La ragazza si alzò piano, era ancora tutta indolenzita e lo raggiunse all'esterno, erano quasi in mezzo al bosco. Oltre la casa dalla quale era appena uscita ce n'erano un'altra trentina... poteva chiaramente sentire che in quelle case non c'erano solo umani, bensì anche angeli altri demoni.

- Devi imparare a spegnere la tua aura, oppure ci troveranno subito. Essa è molto forte, non vedi? - le disse il demone allenandosi con una bastone nella lotta. Alludendo con la seconda frase al fatto che alcuni degli essere soprannaturali presenti la fissavano dalle finestre. Li osservò un istante anche lei dopodiché si riconcentrò sul demone.

- Perchè mi hai portata qui? Insomma potevi lasciarmi lì. - era incerta, si fidava ma voleva essere sicura che lui l'avrebbe aiutata.

- Perché voglio capire cosa ti è successo, non ho mai visto un'angelo così restio a dei semplici contatti fisici o ad essere felice. Così piccola poi. Vorrei anche essere il tuo mentore, non credo che tu sappia combatte perciò ti insegnerò. - le lanciò il bastone con l'intento di colpirla ma lei lo fermò sorridendo.

- Anzichè insegnarmi a combattere, cosa che so già fare in quanto dovevo proteggere la Corona di Venere perchè non mi insegni a spegnere la mia aura? Così non ci troveranno. - lui rimase con la bocca leggermente aperta e riprovò comunque ad attaccarla, ma qualunque colpo provava lei riusciva a bloccarlo, finché l'uomo non si trovò a diventare un tutt'uno con il suo giardino.

- Ok. Aiutami ad alzarmi. - le chiese e lei lo aiutò ghignando - sediamoci. Devi rilassarti, ascolta tutto ciò che c'è attorno a noi: le macchine, gli uccelli, le persone che parlano... Tutto ovviamente tu non hai il nostro udito e olfatto. Concentrati sugli odori, i biscotti che sta facendo Nastia, la griglia che sta riscaldando il vicino. -

Aurora si ripeteva le parole che le aveva detto il demone come un mantra e riuscì a spegnere la sua aura.

- Posso usare comunque i miei poteri? - chiese l'angelo

- Certo, all'inizio ci vorrà un po' di pratica ma vedrai che con il tempo sarai sempre più brava. Che né dici se io, te e Anita parliamo un po delle nostre rispettive storie? Tanto dovremmo convivere per un po'. - lei annuì sarebbe stato un esercizio interessante, ascoltare e raccontare storie senza perdere la concetrazione. Prima o poi le sarebbe venuto in modo naturale e doveva essere il prima possibile.

Rientrarono e si sedettero in salotto, i due sposi sul divano e l'angelo sulla poltrona.

- Dunque il mio nome come già sapete è Aeriel, ma vorrei che mi chiamaste Aurora. Sono figlia del serafino Aeriela, mentre mio padre era un principato... Sono morti entrambi. Sin da piccola ho mostrato poteri molto forti che hanno risvegliato la Corona scegliendomi come sua portatrice diserendando definitivamente il primo demone. Questa volta è molto diversa la questione e credo di sapere qual'è il mio compito, il motivo per cui i due Troni ci hanno aiutato a scappare. Parlate voi, raccontiamo un pezzo a testa. - i due annuirono, infondo anche se non benissimo si conoscevano già.

- Il mio nome come sai è Nastia, e sono una strega. Non c'è molto da dire su di me, i miei genitori sono anche loro due stregoni e in realtà i capi della congrega...
Mi hanno cacciata quando conobbi Belz, sentirono l'arrivo del demone a kilometri di distanza, non mi ricordo perché fosse lì i miei genitori lo volevano uccidere ma io sentivo qualcosa di diverso in lui. - Aurora annuì a quelle parole, anche lei aveva sentito qualcosa di diverso il lui ed era stata proprio quella la motivazione del suo attaccamento per il demone.

- Tocca a me signore! - esclamò il demone sgnignazzando. - Belzebù, demone di prima categoria, 15° caduto al servizio del Re. Per anni ho terrorizzato e ucciso chiunque mi capitasse sotto il naso, finché un giorno non vidi una ragazzina un po' permalosa e rompi palle che catturò la mia attenzione! - esclamò e facendo diventare paonazza dalla rabbia la strega.

- Io permalosa?! Ma come ti permetti demone dei miei stivali! Sarai tu permaloso! - Aurora a quelle parole rise, facendo fermare i due che si misero ad osservarla.

- Che c'è? Perchè mi osservate con quelle facce da ebeti? - chiese la bambina osservando i due

- A chi hai dato degli ebeti ragazzina?! -

- Nasti, guardi sermpre solo una parte della frase, taci va befanuccia. Ad ogni modo ti fissavamo perchè hai una risata meravigliosa. - rivelò Belzebù facendo arrossire l'angelo.

- Scusa se te lo chiedo Aurora, ma quanti anni hai? -

La bambina non rispose ma corrugò le sopracciglia osservando l'esterno della casa, evitando parzialmente di proposito la domanda.

- Sta arrivando un angelo. - disse Belzebù percependo la forza solo dopo la bambina, cosa che a Nastia non passò inosservata.

- Gabriel! - esclamò correndo fuori dall'abitazione. L'angelo era lì tutto trafelato come se avesse corso, aveva anche gli occhi rossi dal pianto e una mano ferma sullo stomaco.

- Piccola... - sussurrò prima di cadere a terra

- Fratello, respiri a...- avrebbe voluto dire fatica, però vide che sotto la mano del suo adorato fratello c'era la profondo taglio che l'avrebbe potuto uccidere. Dietro di lei c'erano Belzebù e Nastia abbracciati.

Che diamine è successo? possibile che sia colpa mia? pensò la piccola con gli occhi ricolmi di lacrime

- Non piangere, fino a pochi anni fa, non mi avresti nemmeno guardato così. - ridacchiò Gabriel.

- Non è vero, avrei pianto anche un paio di anni fa, eri severo ma ti volevo bene, così come ho capito che tu né volevi a me. Ora dimmi che è successo. Ti prego. - lui annuì e le spiego brevemente che la sua scomparsa era stata notata subito, il cielo si era scurito di colpo e la corona di Venere aveva perso parte della sua lucentezza e che alcuni angeli si erano momentaneamente ribellati uccidendo altri angeli e tra questi proprio sua moglie. Michele, Raphael e i Troni stavano aggiustando tutto ma uno dei ribelli è riuscito a trafiggerlo una lama maledetta mentre guardava la moglie venire uccisa, per poi essere spinto giù dal Paradiso. Grazie alle indicazioni di Nelka'el  era riuscito a trovarla.

- Tu non morirai, fratello. Non oggi. - cercò di chiamare Raphael ma questo non rispondeva, così si mise a piangere più forte sul corpo dell'angelo.

- Ehi piccola, io sarò sempre con te, anche quando tu non lo vorrai, io ci sarò. - le sorrise sentendo che stava arrivando la sua ora.

- Tu non morirai! - urlò lei facendo diventare i suoi occhi bianchi e un aura potentissima si propagò per un paio di isolati.

tu non morirai, non per colpa mia. Non soffrirai ancora per me.

Mise una mano sulla ferita di Gabriel e una mano verso l'alto pronunciando parole che solo l'angelo morente e il demone avevano già sentito parecchie volte, tanto che si scambiarono un'occhiata complice.

Finito quella specie di rituale che non sapeva di poter fare Aurora era esausta, ma se non se né fossero andati subito sarebbero morti tutti. Così rimanendo nella stessa forma, pronunciò altre parole in quella strana lingua e la casa assieme altre sparirono dal quel terreno per spuntare in un'altro posto, completamente diverso. Erano in città.

- Scusatemi, ma per ora sarà più semplice nasconderci qui. - Aurora non si rese conto che oltre ad aver salvato delle persone, angeli e demoni aveva preso comando della decisione come solo un vero capo farebbe.

Belzebù aiutò l'angelo a potare il fratello nella stanza degli ospiti mentre lei si sedettte su una poltrona che mise accanto al letto.

- Non è colpa tua. - le disse lui poggiando una mano sulla spalla di Aurora.

- Si che lo è. Se fossi rimasta ciò non sarebbe mai successo. Insomma chi sarebbe lo sciocco che delude la propria principessa? Questo è successo perchè ho deciso di mettere la mia felicità prima di quella degli altri. Sono stata egoista e questo non è ciò che dovrebbe fare un angelo, gli angeli dovrebbero prendersi cura di tutti e amare chiunque, inconzionatamente. Io non l'ho fatto. Alla fine ho deciso di mettere me stessa prima di ogni altra cosa e guarda come sta mio fratello. -

- Non è colpa tua piccola Ro, ha ragione il demone. Le persone soffrono, si feriscono e muoiono tutti i giorni, e anche se non né sei deltutto consapevole lo sai già. - Milahe'el, uno dei Troni più saggi le si affiancò - Sono venuto a vedere come stava. Abbiamo indirizzato gli altri angeli verso il bosco. -

Lei sospirò stancamente, anche se doveva ammettere che le faceva piacere avere l'appoggio dei Troni, Gabriel e Raphael su in Paradiso.

- La guerra è finita? Parlamene senza mezzi termini come solo voi sapete fare. - chiese la giovane supplicandolo.

- Non era una vera e propria guerra, ma si è finita. Abbiamo riportato quattro mori, nessuno ferito a parte chiaramente Gabriel, che dovrebbe essere morto. Riteniamo piccola che né abbiano solo approfittato della tua assenza. Hanno colpito solo la famiglia di sua moglie e be' lui. - le rispose il Trono. - E onestamente, è stata una donna ad insegnarci tutto ciò che sappiamo. -

Aurora si girò ad osservarlo e lui le sorrise ampiamente prima di accerezzarle amorevolmente la testa come farebbe un genitore con il proprio figlio.

- Ho parlato con i miei fratelli, rimarrò qui con te finché lui non sarà in grado di tornare in Paradiso liberamente. Adesso vieni qui e riposati, hai usato molto potere. - le disse sedendosi accanto a lei sulla poltrona e aprendo le braccia in modo lei potesse poggiarsi sul suo petto, cosa che fece. - Mi devo complimentare però sei stata brava, molto anche. Hai biaogno ancora di qualche dritta per la tua aura... ma ci lavoreremo. - le sorrise, Aurora si stava per addormentare, lui con un braccio le cingeva la vita mente con l'altro le accarezzava i lunghi capelli platino.

Belzebù che fino a quel momento era rimasto in disparte si mise ad osservare l'amore con il quale il Trono si stava prendendo cura di lei sorridendo.

- La aiuteremo noi con i suoi poteri, tu pensa a proteggerla come hai sempre fatto. - Il demone annuì e andò a dormire.

- Dormi bene mia piccola principessa. - le diede una bacio sulla testa.

La notte è ancora giovane e siamo avanti con i tempi, bene.


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