Capitolo 14

Il Re del Paradiso

Quel giorno il ristorante umano in centro città di Barcellona ospitava delle persone di cui non conosceva nemmeno l'esistenza  infatti gli otto Troni e Marte sentenziavano ad un tavolo in attesa del loro amico che era come sempre in ritardo.

- Amico mio! - Belzebù entrò nel ristorante, non amava particolarmente quella città, ma in quel momento era necessario un luogo pieno di turisti e abitanti che avrebbero reso impossibile a chiunque di essere riconosciuto.

- Marte che piacere rivederti dopo tutti questi anni! Ho saputo di tua figlia mi spiace. - il demone salutò l'amico con un abbraccio sincero. Aveva praticamente visto la sua bambina nascere.

- Si grazie. Con Nelka'el e Milahe'el sono andato a conoscere Aurora. La situazione è molto grave. - gli confessò seriamente preoccupato facendo annuire Belzebù, che per circa tredici anni aveva cresciuto e amato l'angelo.

- L'abbiamo cercato per sapere come avere un effettivo distacco di Aurora dalla Corona, solo lui ci può aiutare Belzebù... Spero tu sia d'accordo. - si intromise Kaliy'el.

- Certo Kaliy'el, sono anni che cerchiamo un modo. - annuì vigorosamente il demone.

- Ora che c'è anche Belz, vuoi rivelarci il modo per rompere questo legame? - Lewuwiyah era impaziente, voleva aiutarla da quando era nata, ma non erano riusciti nel loro intento.

L'uomo dai capelli rossi sospirò non del tutto convinto e si morse il labbro, guardando ogni persona presente al tavolo negli occhi, tutti volevano sapere, tutti volevano una risposta che lui non sapeva e poteva dargli.

Vedeva nei loro sguardi la voglia di sapere come aiutare quella dolce ragazzina che non aveva potuto avere un'infanzia felice e che il futuro non le avrebbe di certo regalato bei momenti. 

- Non sono sicuro del modo è per questo che dopo aver pensato accuratamente alla situazione ho deciso riunirvi. Voglio andare a parlare con Esteban. - disse dunque Marte in fretta, normalmente non l'avrebbe chiesto ma data la situazione era molto importante farlo. In quel momento oltre tutto lesse la delusione nei volti di alcuni dei suoi amici, fancedogli ingoiare il groppo che aveva in gola.

Servivano informazioni serie e concrete che solo qualcuno come lui poteva dargli.

- Tu vuoi andare da lui? Avevamo detto che non ci saremmo più sentiti per non destare sospetti! - esclamò La'awiyah con preoccupazione

Se Michele gli avesse beccati sarebbe stato il finimondo, già l'Arcangelo aveva dei seri dubbi sulla loro partecipazione nella sparizione di Aurora, anche se non l'aveva ancora ammesso, contando che andavano da lei ogni volta che potevano e che avevano aiutato anche Belzebù a scappare erano nella cacca.

- È vero, ma se Marte non è sicuro del risultato potremmo creare solo più danni, e per la cronaca il patto è stato rotto nel momento in cui l'abbiamo contattato. - disse Yeyay'el in difesa di Marte, concordando con la sua idea.

- Vai. - si intromise Hahewuyah, di solito era sempre sgorbutico e restio a questo tipo di idee suicide. Ma soprattutto non parlava mai. Gli altri Troni dopo lo shock iniziale annuirono leggermente.

- Ci farai sapere tramite Belzebù. Per noi è ora di andare ci stanno chiamando. - disse Nelka'el osservando un punto preciso del cielo.

Finita la conversazione si affrettarono tutti ad uscire, Belzebù tornò al locale che era diventata casa sua, Marte andò a prepararsi per il fatidico incontro con il misterioso Esteban mentre i Troni andarono in Paradiso dove sembrava regnare nient'altro che il caos.

Arrivarono insieme a molti altri angeli,  tutti riuniti nella cerchia più bassa dei cieli con Michele che volava in alto per farsi vedere e sentire da tutti. Egocentrico com'era voleva tutta l'attenzione per sé. 

L'uomo aveva un cruccio sul volto difficile da togliere, anche se alcune demoni che lo avevano visto, dicevano che gli donava, insomma Michele era pur sempre un bell'uomo, allenato per servire e comandare gli eserciti!
Aveva quegli occhi azzurri che ora erano furenti, una volta portavano al loro interno nient'altro che l'amore verso la propria famiglia e il proprio regno, che adesso pareva scemare. I suoi capelli ricci biondi che erano sempre stati chiari e splendenti alla luce del sole ora erano spenti e tristi esattamente come la sua anima che ormai diveniva macchiata dall'odio.

Gabriele era molto preoccupato, non aveva trovato i Troni e sapeva che la faccenda per la quale tutti erano così in ansia riguardava Lucifero, aveva sentito anche da qualcuno il nome della sua Aurora, ma sperava vivamente che lei non c'entrasse.  Finalmente intravide uno di loro e li raggiunse facendosi spazio tra gli altri angeli.

- Siete arrivati finalmente. - sussurrò Gabriele ai Troni. - Michele sembra piuttosto incazzato pare che c'entri Lucifero, non ho ancora ben capito come. -

- Eravamo con Marte. Dice che forse può trovare un modo per salvarla, ma nulla di sicuro. - disse uno dei Troni che Gabriele non si impegnò a riconoscere intento ad osservare Michele.

- Ciao ragazzi, di cosa parlate? - al discorso si unì anche Raphael che gli aveva visti da lontano.

- Nulla. - disse fin troppo rapidamente Gabriele. Non voleva che Raphael fosse immischiato nella faccenda che riguardava Marte e la Corona, sapeva già troppe cose che non doveva sapere. - Sai qualcosa di questa pagliacciata? - chiese il messaggero rivolto al fratello

- No, so che c'entra con Lucifero. Spero solo che non riguardi anche Aurora. - esclamò il guaritore catturando l'attenzione di Gabriele e dei Troni

- Che intendi dire? - chiese La'awiyah

- Che Lucifero stava cercando Aurora. - rispose semplicemente credendo di averglielo già detto.

I Troni si guardarono interdetti dalla frase del l'Arcangelo guaritore, loro non né sapevano niente. Perché non erano stati informati?

Nessuno potè commentare che l'Arcangelo Michele prese parola.

- Fratelli e Sorelle miei, sono lieto di vedervi qui tutti riuniti solo per me! - ridacchiò - Volevo informarvi che la nostra amata sorella Aeriel, la nostra principessa, la Portatrice della Corona di Venere... Ha deciso di tradirci. - urlò in modo che tutti lo sentissero. Gli angeli si guardarono sbalorditi non credendo quasi alle parole del loro comandante, come poteva la loro principessa mettere a repentaglio la loro incolunità? 

- Come? - chiese un'angelo

- Alleandosi con Lucifero, infatti poco fa li ho incontrati insieme che parlavano e si difendevano a vicenda! - esclamò indignato Michele. - per questo ho deciso di diventare il vostro Re, con il consenso di nostro Padre. Presto avrò una corona tutta mia. - continuò con orgoglio e fierezza, non sapendo ancora però che nessuno lo voleva come proprio Re, per lo meno non il pazzo che era diventato.

Un bisbiglio generale partì facendo innervosire l'Arcangelo.

- Ah! Giusto non temete per lei, l'ho ferita per bene. - sorrise lasciando tutti spiazzati dalle sue parole. Sembrava l'apocalisse.

I Troni si guardarono spaventati così come Gabriele e Raphael, avevano il terrore che le potesse capitare qualcosa di molto grave.

Decisero in fretta di dividersi quando i Troni furono chiamati alla presenza di Michele.

- Andate voi due. Noi vi raggiungeremo. - dissero in coro per poi volare tutti verso quello che sarebbe stato il nuovo ufficio di Michele.

Arrivarono in fretta, erano stanchi e volevano trovare la loro sorellina, l'unica che consideravano di Famiglia.

- Buongiorno cari fratelli, prego accomodatevi. - fece segno di sedersi sopra le poltrone poste al centro della stanza a formare un rettangolo. - Vi ho per così dire invitato, perché come credo da tempo voi non vi state dando da fare con la ricerca di Aeriel. - disse il neo Re degli Angeli osservando tutti negli occhi in cerca di una reazione che non ottenne. 

- Michele, noi tutti ci stiamo impegnando, ma abbiamo anche altri compiti. Esattamente come tutti. - rispose Milahe'el a nome di tutti

- Oh io non credo proprio, ed è esattamente per questo miei cari Troni che siete accusati di tradimento verso la Corona e per questo verrete rinchiusi con una ragazzina. La conoscerete presto. Ciao ciao. - li salutò con la mano sorridendo per poi farli chiudere dal Padre nella sua personale gabbia.

~~~

Marte nel mentre era tornato brevemente a casa sua per cambiarsi e farsi una lunga doccia rilassante e cambiarsi, doveva fare in fretta sapeva di non avere molto tempo prima che sulla Terra le cose cambiassero drasticamente.

Si vesti alla buona, non doveva fare impressione sull'uomo che avrebbe incontrato a breve, si conoscevano da millenni. Sperava che lo aiutasse, credeva che l'avrebbe fatto ma era un uomo molto particolari e restava fedele alla sue promesse e lui aveva fatto una promessa indissolubile.

Andò al portale presente nel suo palazzo, che lo portò in meno di un'istante davanti all'enorme palazzo del regno della donna che le aveva dato una bellissima principessa.

- Buongiorno signor Marte. - lo salutarono le guardie quando entrò nel palazzo del suo Signore. Camminò disinvolto per ogni corridoio colorati di nero ed argento fino ad arrivare alla sala grande. Dove risiedeva tutto come lo aveva visto quasi trent'anni prima.

L'ampio spazio, le vetrate enormi raffiguravano ancora le eroiche imprese della principessa del regno seguite dalla creazione dell'Universo.

Quanto mi manchi amore. Pensò lui con espressione triste, tanto che il cuore gli si strinse.

Lanciò uno sguardo ai troni che erano posizionati infondo erano stati cambiati cinquant'anni prima quando era morta la Regina Madre.

In principio erano tre, due per i regnanti e uno per la loro figliola, un paio di secoli più tardi ebbero un figlio e né fu aggiunto uno.

Ma cinquant'anni prima erano tornati tre.

Alla morte della Regina decisero di cambiare di nuovo le posizioni dei Troni, tanto in teoria a breve la principessa sarebbe diventata regina, quindi misero il Trono della Principessa al centro davanti e quello del Re e del Principe leggermente più indietro.

- Marte, ciao. - la figura del Re si presentò davanti a sé, sedendosi elegatemente sul trono, che normalmente sarebbe appartenuto alla figlia, accavallando le gambe.

- Mio Re. - fece un leggero inchino verso l'uomo che sorrise leggermente immaginando già il motivo della visita.

- Mi sembrava che fosse stata chiara, il patto era di non vederci, eppure ti sei visto sia con gli otto che con Belzebù. Pensavo fosse semplice la questione. - lo rimproverò seriamente attendendo quello che voleva sentire.

- Lo so, lo so. Ma è necessario, io l'ho vista Esteban! Lei non sta bene. Finge di essere felice. - parlava velocemente ma il Re colse ogni lettera

- Tu l'hai vista? - chiese con un'attimo esitazione e Marte annuì. - Come fai a sapere che finge? - chiese ancora osservandolo con attenzione.

- Perché non è la prima volta che lo fa. L'ho già visto quello sguardo nei suoi occhi Esteban. Dobbiamo aiutarla. Tu avevi promesso a tua figlia che non l'avresti fatto, che avremmo atteso con pazienza ma non possiamo farlo oltre. Le cose lì si stanno mettendo male. - lo implorò Marte.

- Sai come sta la nostra Ilia? - chiese il Re ma l'uomo dai capelli rossi negò. - Il bastardo la userà per toglierci dai suoi piani. - digrignò i denti, odiava chi toccava la sua famiglia. Aveva già chiuso un'occhio quando aveva ucciso sua cognata, aveva pianto in silenzio quando aveva preso la vita di sua moglie. Ma adesso che aveva rapito sua nipote e reso schiava sua figlia, doveva muoversi.

- Ho bisogno di sapere come può Aurora lasciare la Corona alle sua spalle. -

Esteban sorrise ampiamente e lo portò in un'altra stanza rivelandoli il segreto che da tempo la sua famiglia si portava dietro.

- Vedi c'è un solo metodo per fare in modo che la Corona l'abbandoni del tutto, il ché è tanto semplice e così poco elaborato che dubito sia stato il grande e potente padre e padrone della Terra ad averlo creato. Aurora deve diventare una demone. - sorrise mostrando a Marte le precise istruzioni che sua figlia gli aveva lasciato prima di sparire.

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