๐ณ๐๐๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐
๐๐๐ ๐
๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐
๐๐๐'๐๐๐๐๐๐
๐๐๐,
๐๐๐๐๐๐๐๐
๐ ๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐,
๐๐๐ ๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐.
๐๐ ๐๐๐๐๐๐
Oggi una parte di me รจ morta ed io non posso piangere.
La vita in una campagna dolce e tremenda fa dei miei polmoni l'habitat piรน ospitale che abbia mai avuto, seppur ripieno di catrame, ripieno di odio verso me stesso.
La nebbia รจ fitta, ricopre i miei piedi e intralcia il cammino con la speranza, seppur porta sulle spalle la scuola di pessimismo che ho nello stomaco.
La strada in cui cammino sempre un po' di inquietudine la mette, sempre cosรฌ solitaria, sempre cosรฌ me, faccio inquietudine quindi? Mi rispondo sempre molto facilmente, ma quando si tratta di me faccio fatica a codificare le riunioni segrete del mio cervello, sempre cosรฌ impegnati.
Corro e mi tocco i capelli. Faccio fatica a contarli. La notte mi sembra di poter dividere atomo dopo atomo. Sarร l'effetto delle emozioni mancanti, saranno le parole mancate, saranno le virgole pestate.
Gli alberi mi ricordano la mia maestra dell'asilo: robusta e goffa, quasi lo faceva di proposito ad avere quella voce maschile, come quella che sento ogni giorno quando attraverso quei ciottoli. Mi ricorda tanto l'arte che facevamo ed io facevo sempre cose brutte, perciรฒ l'hanno chiamata l'arte del brutto. Non mi spiegarono mai se si riferissero al mio volto deformato dalla pesantezza della vita o alla mia incapacitร di tenere in mano una matita, della grafite, dei diamanti.
I fili dell'elettricitร ricadono sui piccioni, chissร se anche loro sentono il peso della cittร , tutta quella carica positiva e negativa, quell'attrarsi e respingersi, chissร se lo capisce la mia mente che non sono solo un corpo da manovrare, chissร se quella strada finisce prima o poi. Non ci sono mai arrivato, mi fermo, corro, impazzisco e mi fermo. Sarร una metafora della mia vita, seppur ricolma di ostacoli, seppur facile da attraversare, il fumo che incanalo, la paura che emetto, la sensibilitร che costruisco non facilitano il passaggio verso la fine. Forse aveva ragione quella maestra a dirmi che la mia mente va ben oltre e che andrebbe controllata.
La vita in quel frangente di tempo, dove corro, mi fermo, piango e crollo non รจ cosรฌ male. ร talmente tiepido da consentire ai miei sentimenti la facoltร della rinascita. Questo tempo e questo stesso posto. Questa vita e questa stessa morte mi allontanano da te, seppur sputo ancora catrame dall'ultima volta che mi hai baciato, seppur odiato solamente da me stesso.
Oggi una parte di me รจ morta ed io non posso piรน correre. Quella stradina si รจ fatta stretta, le lacrime piรน saccenti, i polsi piรน cedenti. La vita in una campagna dolce e tremenda รจ la tomba piรน calda che abbia mai toccato, seppur ancora vivo biologicamente, seppur in estasi. La nebbia ancora esiste, non smaterializza la povertร del mio cuore, che ha solo altri vent'anni da ripagare in delusioni.
Oggi una parte di me รจ morta ed io non posso piรน piangere perchรฉ questa volta sono caduto e la faccia piรน non m'hanno trovato.
Bแบกn ฤang ฤแปc truyแปn trรชn: AzTruyen.Top