𝒞𝒶𝓅𝒾𝓉𝑜𝓁𝑜 𝟷𝟽

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Siamo senza difese, non ne abbiamo bisogno perché per quanto cerchiamo di trincerarci dietro degli scudi non riusciamo comunque a diventare impermeabili alle emozioni.
Non possiamo liberarci di quello che proviamo perché sono i sentimenti che ci definiscono.

||Ermal Meta||

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Fili di luci vestivano ogni angolo della città. Erano le sciarpe dei palazzi, i cappotti degli alberi, i cappelli dei banconi festivi, le coperte dei negozi. Nulla era sfuggito a quelle vistose decorazioni, soprattutto i balconi che si affacciavano sulle strade, tutti rigorosamente addobbati.

Quando era uscita con Tariel ci aveva fatto caso, ma non come in quel momento. Le sembravano aumentate di numero, non c'era un punto che non fosse rivestito di decorazioni.

Possibile che hanno finito di metterle in così poco tempo?

Le osservò. Nonostante non fosse ancora buio le avevano già accese. Dal cielo arrivava una forte luce, anche con la lieve patina di nuvole che lo abitavano, e non si poteva godere appieno dello spettacolo che avrebbero creato in altre circostanze.

Si chiese come sarebbe stato girare per la città di sera, le sarebbe piaciuto uscire per godersi quell'atmosfera così spensierata.

«È da prima che volevo chiedertelo» disse Shin, interrompendo il silenzio che si era creato attorno a loro. «Ti sei lasciata crescere i capelli?»

Ivy portò una mano su delle ciocche che le ricadevano sul viso. «Sì, non ho sentito la necessità di tagliarli» lo guardò. «Volevi parlarmi di questo?»

Lo vide scuotere la testa e infilare le mani nelle tasche della giacca.
«No. Volevo scusarmi con te.»

Lo guardò, aggrottando le sopracciglia.
«Scusarti con me? E per cosa?»

«Per non essere venuto a salvarti, quel giorno» affondò il viso nella sciarpa.

«Shin...»
«Non dirmi che non c'era niente che potessi fare.» La interruppe. «C'è sempre qualcosa che non è stato preso in considerazione. Dovevo provare a venire da te.»

Ivy si raddrizzò e sospirò, tirandosi indietro i capelli con una mano.
«Non ti avrei permesso di rischiare così tanto, non solo per me.»

«Non sminuirti, sei sempre stata importante per il gruppo,» tentennò, come se volesse aggiungere qualcosa, poi scosse la testa e andò avanti «quindi era un rischio che dovevo correre, almeno io.»

«Ti sei sentito in colpa per non essere venuto da me?» Non lo guardò. Puntò gli occhi verso i propri stivaletti, che Tariel l'aveva convinta a comprare solo pochi giorni prima. «È per questo che ti stai scusando? Non riesci a perdonare te stesso per avermi lasciata lì» sospirò ancora una volta, chiudendosi tra le spalle. «Io non ti incolpo di nulla, non penso sia stata colpa tua.»

«Lo so che non lo pensi.»
«Tu invece ti stai addossando quest'inutile colpa» alzò di scatto la testa verso di lui. «Se la mettiamo così anche io ho la mia parte di colpa.»

Shin le rivolse uno sguardo disorientato.
«Tu?» Sbatté più volte le palpebre.
«Si, anche io.» Incrociò le braccia al petto, con il rimprovero stampato sul viso. «Non dovevo infilarmi in quel problema. Mi sono stupidamente lasciata circondare. Non dovevo andarci fin dal principio.»

«Non è-»
«Non è colpa mia?»

Dopo averlo visto annuire sciolse le braccia e le fece ricadere lungo i fianchi.
«Visto? Quando riguarda l'altro lo riusciamo a vedere che non c'è nessuna colpa» alzò le spalle. «Siamo troppo severi con noi stessi.»

«In ogni caso, credo di potermi liberare di questa colpa, dal momento che stai bene... però volevo comunque scusarmi con te.» Strinse le mani in due pugni. «La prossima volta ti raggiungerò, ovunque tu sia.»

Ivy lasciò che un dolce sorriso le si formasse sulle labbra.
«Vedi di stare attento... dovrò dire la stessa cosa a Raiden e gli altri. Bisogna essere prudenti.»

Chiuse gli occhi, godendosi la piacevole carezza del vento sulle guance. L'intero copro fu avvolto da un breve tremito, dal quale si espanse un calore che le invase il petto.

Buttò fuori l'aria e nell'aprire gli occhi si scontrò con la nuvoletta da lei creata.
«Shin, forse dovremmo parlare anche di un'altra cosa» si torturò le mani, passando gli occhi da lui a un punto indefinito della piazza. «Più precisamente del bacio.»

«Sì, lo penso anche io» annuì. «Non abbiamo preso l'argomento dopo che è successo.»

Ivy si schiarì varie volte la gola, cercando di non risultare più imbarazzata di quello che già il suo atteggiamento mostrava.
«Mi dispiace esserti saltata addosso.» Aveva pensato a molti modi per dirlo. All'inizio quello le sembrò il più adatto, ma dopo aver pronunciato l'intera frase ebbe dei ripensamenti, troppi secondo la sua opinione. Forse avrebbe dovuto scegliere altre parole.

«Ti scusi perché avresti preferito non farlo?»
«No, è esattamente quello che intendevo fare. Solo che non ti ho chiesto niente, quindi...»
«Ivy, solitamente se devi baciare qualcuno non glie lo vai a chiedere.»

Avvertì il calore sulle guance e si nascose dietro ai suoi capelli, riportando il viso davanti a sé, cercando un colletto che trovò piegato sul cappotto. Desiderò averlo tirato su prima di uscire, almeno avrebbe avuto una protezione in più, anche se era certa che Shin avesse notato il cambio di colore avvenuto sul suo viso.

«Lo so, però...» Sospirò. «Non te lo so spiegare, ma mi è sembrato come se quello non fosse stato il momento giusto.»

«E questo lo è?»
«Come?» Alzò lo sguardo su di lui.
«Ti ho chiesto se questo è il momento giusto.»
«Io...» Si morse le labbra, sentendo fremere ogni cellula del suo corpo. «A questo punto penso di sì.»

Si sentì afferrare il braccio. Il paesaggio circostante si mosse con velocità. Un intenso sguardo la fissava, occhi che mischiavano alla perfezione il rosso con il castano che invadeva anche i suoi capelli. I ciuffi le solleticavano la fronte, tanto che arricciò il naso, provocando un sorriso amorevole da parte di Shin.

||Play: Is this what love means (End of Silence) - Epic Music World||

Vide scendere un fiocco di neve in mezzo a loro. Spostò gli occhi verso l'alto, trovando altri piccoli punti bianchi cadere dal cielo. Si posarono anche su di lei, ma sul suo cappotto e sui suoi capelli chiari era facile confonderli e non notarli. Su Shin, invece, non se ne poteva perdere uno.

Leggeri urletti di felicità, provenienti dai bambini che giocavano nella piazza, arrivò alle loro orecchie.

«Sta nevicando» sussurrò, avvolgendo le braccia attorno al corpo di Shin. «Credevo che l'avrei vista senza di voi» sorrise. «Invece sono stata fortunata.»

Si apprestò a rivolgergli ancora una volta uno sguardo, ma quando lo fece lo trovò a scuotere la testa, facendo ricadere la neve sulla sua faccia. Chiuse d'istinto gli occhi e si lasciò scappare una risata.
«Che fai?!»

«Mi libero dalla neve.»
«Sì, lo vedo. Però me la stai buttando addosso!»
Shin rise. «Non lo noterà nessuno.»

Ivy fece un broncio, dopodiché soffiò sulla neve che le era finita sulle labbra, in modo che qualche fiocco tornasse al proprietario.
«Riprenditela, trovo stia bene su di te.»

Nel sentire quell'affermazione Shin sorrise, abbassando per un istante lo sguardo. Quando lo riportò su di lei ciò che le mostrò fu un'espressione serena. Sentì i muscoli del viso rilassarsi, liberati dalla tensione che aveva cominciato a far parte di loro.

La guardò e la sua mente non poté non ripercorrere ciò che aveva provato quando l'aveva vista danzare, con i piedi che sprofondavano appena nel manto bianco adagiato a terra e le braccia aperte per accogliere i vari fiocchi che fluttuavano nel cielo.

Prima di parlare parte di se stesso cercò di frenarlo in ogni modo, cercando di far rimanere quel pensiero a vagare nella sua testa per l'eternità. Un radicato impulso di non esporsi in maniera esagerata davanti a certe situazioni e certi sentimenti.

«La prima volta che ho pensato a te in maniera diversa che da una semplice compagna di squadra è stato proprio in una giornata di neve» cominciò a dire a bassa voce, voleva che solo lei sentisse ciò che le stava confessando. «Eri bellissima allora e lo sei anche adesso.»

Gli costò non poco sforzo esprimere quel suo pensiero, ma vedere il sorriso formarsi sulle labbra di Ivy gli permise di passare sopra ai mille dubbi che si stava facendo sull'essere stato così sincero.

«Io non ricordo precisamente quando ho pensato a te in maniera diversa» disse lei in risposta. «Però so di cosa mi sono innamorata.»

Non si aspettò di sentire quella parola. Parola che lui non aveva avuto il coraggio di pronunciare, che girava nella sua testa già da tempo, ma alla quale non aveva mai dato una voce.

«Mi sono innamorata della tua voce, dei tuoi sorrisi, le rare risate che riuscivo a strapparti. Mi sono innamorata di come cambiava la tua espressione quando ti addolcivi o semplicemente sorridevi» sorrise e lo guardò dritto negli occhi. «Mi sono innamorata di tutti gli sguardi che mi hai rivolto» incrociò le mani dietro la sua schiena, avvicinandosi di più. «Mi sono innamorata di ogni cosa di te, anche della tua spericolatezza, anche della tua tendenza a tenerti tutto dentro. Mi sono innamorata di te e starti così lontana mi stava consumando.»

Shin sapeva che i suoi occhi trasmettevano molteplici cenni di sorpresa. Non credeva avrebbe dato vita a parole tanto cariche di sentimento. Parole nate dal profondo del suo cuore, e che non avevano voluto aspettare per uscire alla luce del giorno.

Poteva vedere dalla sua espressione che anche lei si sentiva in imbarazzo per aver detto ciò che si teneva dentro da un tempo a cui lui non era in grado di accedere. Alla fine, però, non era chissà quanto importante, per lui, il tempo che aveva passato a coltivare quei sentimenti. Lo scorrere dei mesi, degli anni, li avevano fatti germogliare, e ora si mostravano fieri agli occhi di entrambi.

«Anche io provo le stesse cose... e me ne sono reso conto quando ho creduto di averti persa» abbassò lo sguardo. «Credevo non ti avrei più rivista.»

«Lo credevo anche io, ma ora siamo qui.» La mano si poggiò sulla sua guancia e lo costrinse a guardarla. «Siamo entrambi qui.»

Shin incastonò gli occhi in quelli di Ivy, poi si avvicinò per far incontrare le loro labbra.

Il baciò ebbe un sapore rinfrescante, dovuto alla neve sciolta sulle loro bocche. Non fu tanto diverso dal primo, ma scambiarselo sotto una pioggia di neve gli diede il privilegio di risultare surreale.

«Ivy...» Sussurrò Shin a poca distanza da lei. «Io...» Si bloccò, cercando il coraggio che gli serviva per dirle altre parole, che non potevano più rimanere chiuse dentro di lui.

Dopo un momento di esitazione fece per riprendere a parlare, ma si ritrovò sulle labbra qualcosa di zuccheroso. Allargò gli occhi dalla sorpresa. Non si era reso conto avesse afferrato qualcosa dalla tasca, unico posto dove aveva potuto prendere qualcosa.

Ivy allontanò ciò che gli aveva poggiato sulla bocca e sorrise, rivelando quella che era una caramella a forma di cuore ricoperta da uno strato di zucchero.

Shin la osservò, passando gli occhi da lei al dolce.
«Quando lo hai preso?»

La ragazza, da dietro il cuore, rise appena.
«Una mia amica, Tariel, ha insistito affinché ne prendessi un po' questa mattina» inclinò di poco la testa. «Prima ti ho visto guardare il bancone dove i due bambini stavano ricevendo le loro caramelle, dalla tua espressione ho immaginato che ti andassero, anche se non ti piace molto il dolce» sorrise. «Ti ha ricordato la tua infanzia?»

«La tua acutezza mi lascia sempre senza parole» disse lui. «Sì, penso di averne mangiate alcune da piccolo.»

«Forse troppe» disse, corrugando le labbra con fare pensieroso. «E forse è per questo che non ti piacciono, scommetto che ne hai fatto un abuso da piccolo fino a farti venire la nausea» rise al suo stesso commento, coinvolgendo anche Shin.

«Che io ricordi non ne ho mai mangiate troppe, almeno, non tutte insieme.»

Ivy osservò la caramella.
«Quindi questa è tutta per me?»
«Ho detto che non mi piacciono troppo le cose dolci, non le che odi. Posso fare un'eccezione, per questa volta.»

Il volto di lei s'illuminò di un raggiante sorriso. Se la portò verso la bocca e ne prese un pezzo, avvicinando quello che era rimasto a Shin.

Le dita di Ivy sostarono sulle sue labbra quando lasciò che prendesse la caramella, poi ritrasse la mano.
«Prima ti ho interrotto, mi stavi per dire qualcosa.»

«Sì, sì, è vero» passò le mani sulle sue braccia, fino ad afferrare quelle di lei.
«Non vorrai scusarti di nuovo, vero?»
Shin abbozzò un sorriso. «No, puoi stare tranquilla.»

Si schiarì la gola e guardò le loro mani, intrecciate l'un l'altra.
«Sono felice di averti incontrata.» Si era ripromesso di non dilungarsi troppo, ma dopo quanto aveva fatto per lui durante quegli anni arrivare a dire solo quelle parole non gli sembrava abbastanza, quindi decise di andare avanti.

«Non credo sarei qui se tu non mi avessi ripreso tutte le volte in cui stavo per cadere. Non c'è mai stato bisogno che ti dicessi nulla, tu riuscivi a capirmi con una semplice occhiata, e in un modo altrettanto semplice mi davi sempre più motivi per continuare a vivere» portò gli occhi su di lei. «Sei riuscita a farmi pensare al futuro, ad un futuro che potevo avere, e che io non avevo intenzione di programmare.»

Si ricordò di quando gli aveva dato il bucaneve, spiegandogli quello che era il suo significato, una prima luce di speranza che si era abbattuta sulla sua vita.
Si ricordò di quando si era mostrata fragile e distrutta all'idea di perderlo. Si ricordò della ramanzina che gli aveva fatto e delle lacrime che aveva versato.
Si ricordò di tutte le conversazioni avute durante la notte, quando nessuno dei due riusciva a prendere sonno.

Erano tutte piccole cose che gli avevano dato una ragione per andare avanti, e quella ragione lo conduceva a lei.

Non avrebbe mai pensato di trovare altri motivi, al di fuori del ritrovamento del fratello, per continuare a vivere, ma il legame stretto con Ivy aveva ribaltato le carte in tavola.

«Anche quando ti credevo morta tu sei riuscita a farmi rimanere qui.»

Un legame che trascese la morte stessa, rimanendo saldo e dandogli la forza di proseguire con il suo cammino.

«Mi hai salvato quando eri con me, e lo hai fatto anche quando non c'eri. Mi hai sempre salvato, nonostante io non volessi essere salvato» avvertì le guance più calde del solito. «Io... Io ti amo, Ivy. E vorrei passare il resto della mia vita al tuo fianco.»

Ivy prestò particolare attenzione alle goti arrossate di Shin, e sorrise con dolcezza, gli occhi commossi.
«Anche io ti amo, Shin» posò una mano sulla sua guancia. «Sarò sempre al tuo fianco, come tu sarai al mio. Non permetterò più a niente e nessuno di separarci, combatterò contro la natura stessa se necessario» mosse il pollice in una delicata carezza. «Staremo insieme, e io continuerò a salvarti tutte le volte che ne avrai bisogno.»

Shin si era sempre nascosto dietro la sua armatura, creata per proteggerlo dalla morte dei suoi compagni e per proteggersi dai sentimenti. Un'armatura nata per affrontare la guerra e le sue conseguenze, ma in quel momento Ivy vide il suo vero volto, la sua vera essenza.

In quel momento era libero di essere un semplice ragazzo, e come tale aveva la possibilità di lasciarsi andare ai propri sentimenti, condividendoli con la persona amata.

Le labbra s'incontrarono ancora una volta. Le braccia cercarono il corpo dell'altro. Si abbandonarono ad un abbraccio che riuscì a fondere anche i rossori presenti sui loro visi, oltre che ai loro respiri.

I capelli di Ivy li nascosero da occhi indiscreti, rendendo ancora più intima quell'effusione.

Nessun pensiero sulla guerra li opprimeva, nessun problema li attendeva nell'immediato, nessuna responsabilità li stava chiamando. C'erano solo loro due. Loro due e l'amore che provavano nei confronti dell'altro.

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