π΄π ππππ
Al suo risveglio non faceva altro che pensare alla nuova proposta, ma qualcosa non andava ...
I telefoni squillavano, chi parlava al telefono e chi digitava, l'ufficio si era ripopolato. Mentre si puliva gli occhi, si alzΓ² per osservare cosa stesse accadendo. Il grande orologio di plastica nero con il quadrante bianco e i numeri in nero posto al centro dell'ufficio segnava le 12:00.
Pensava di avere solo sognato ed effettivamente era ancora MartedΓ¬, fece una rotazione a 360 gradi dato che il suo box era esattamente al centro dellβopenspace. Tutti stavano lavorando nelle loro postazioni e si lasciΓ² cadere sulla sedia lentamente Β alla Super Mario per i quattro lati delle mura del box alte un metro e mezzo.
La mail era presente e questo lo colpì in positivo: credeva di aver  fatto un sogno premonitore e la rilesse compiaciuto e tutto iniziò a filare come nel sogno ed in verità era felice di vedere che la mail fosse realmente arrivata, dato che inizialmente al risveglio una nota di delusione lo aveva aggredito, nonostante sospettasse che fosse uno scherzo. L'ufficio si svuotò e, mentre rumore di passi e saluti lo circondò, si affrettò a telefonare al signor Scarpa.
La telefonata era identica a quella del sogno ma quando fece per riporre la cornetta sentì gracchiare ...
Pronto?!
- Mallory! Sono la signorina in Rosso -
Felice di sentirla, il cuore iniziΓ² a battergli Β a manetta e la signorina continuΓ² ...
- Ti piace giocare eh?! Allora cosa hai deciso? Ti sembra ancora uno scherzo?! -
S - si, ma ...
Lo interruppe nuovamente.
- Fantastico - tuuu...tuuu...tuuu...tuuu... Alex lasciò cadere la cornetta sul tavolo alzandosi ed iniziò a controllare tutti i box, chiamando qualsiasi collega che gli passasse per la mente e girando senza una meta ed iniziando a capire di essere solo, non avendo udito nessuno agganciare la cornetta da gli altri box  nè tantomeno parlare.
VagΓ² per ore pensando al sogno ed alla nuova conversazione; aveva lβimpressione Β che il sogno stesse per continuare. Chiuse tutto ed uscΓ¬ ma, arrivato alla porta, sentΓ¬ Β la voglia di tornare in dietro a controllare il numero che lo contattava...
Sconosciuto. Accese il PC  e, armato di caffè rigorosamente amaro,  iniziò ad ignorare le mail di lavoro inviate dagli uffici. Cercava la Bot&Brothers: la posizione della struttura era esatta ma, per quanto concerneva le altre informazioni, nulla trapelava. Unica eccezione riguardava un account su Linkedin: il titolare dell'azienda si chiamava Alfa. Le informazioni non erano complete ma era chiaro che il signore non aveva mai avuto altri incarichi precedenti alla sua attività . Quindi un fondo di verità c'era, anche se, a dirla tutta, mancava la foto di profilo. Terminato di indagare,  iniziò a lavorare e,  tra mail e pulizie, optò per  farsi un piccolo sonnellino pensando che il giorno successivo  avrebbe approfondito, ed il giorno arrivò.
Tastiere e telefoni lavoravano senza sosta, si alzò dal box nuovamente mentre guardava il grande orologio: 12:00 era l'orario segnato. Per la prima volta in vita sua sentì la rabbia crescere dentro di lui. Sapeva di trovarsi in ufficio da due giorni e che probabilmente sua madre gli aveva già buttato i CD e distrutto tutti i giochi, ma questo era il meno in confronto al casino che gli avrebbe fatto. E subito si scagliò come una furia contro Bruno, che lo stava solo osservando, mentre  comunicava al telefono incastrato fra mento e spalla tentando di scrivere al PC.
Pezzo di Merda!!! Cosa mi hai messo nel caffè???! Esclamò
E mentre Bruno lo fissava senza nè comunicare nè scrivere, Alex lo afferrò per la cravatta e, con tutta la sua forza, lo sollevò e senza farlo rispondere iniziò a riempire la sua faccia di pugni; i colleghi accorsero subito e la situazione degenerò. Non voleva essere fermato e, tra chi teneva Alex e chi teneva Bruno, l'ufficio si era già spaccato in due.
Bruno era un uomo di 50 anni alto un metro e settanta, di bella presenza con i capelli neri sempre ben definiti e pettinati, con gli occhi di ghiaccio, da sempre in contrasto con Alex e in lotta per la carica di capo reparto. La scena sembrava una foto degli anni β60 ma la lite riprese senza pietΓ , tra insulti e personale che veniva alle mani perchΓ¨ erano tutti in contrasto fra di loro. Bruno si asciugΓ² il sangue che colava dal naso e partΓ¬ alla carica, ma venne intercettato da Carlo, una quercia secolare che viveva in palestra e grande amico di testa pelata, ovvero Alex. Tra le fila nemiche Gianni detto il vichingo per via della sua folta barba grigia si era scagliato contro Alex; PartΓ¬ un pugno ed Alex vide tutte le stelle prima di cadere sul pavimento.
Riemerse dal coma come se stesse annegando e annaspando si alzò dalla sedia per scoprire che tutto procedeva normale, tutti lavoravano e pure Bruno che lo stava osservando nella posizione di prima della lite notò che era composto e non perdeva sangue. Guardò subito l'orologio ed erano le 12:00 in punto, la mail della Bot&Brothers era già arrivata ed il PC indicava che era Martedì. Sul cellulare nessuna chiamata ricevuta da parte di sua madre, ma proprio in quel momento arrivò un massaggio ...
" Ti stai divertendo mattacchione?" Aveva scritto un numero che sembrava provenire dall'America. ScagliΓ² il cellulare piΓΉ lontano possibile e iniziΓ² a distruggere letteralmente il box e i colleghi correvano a vedere cosa stesse accadendo, proprio Bruno lo fermΓ² cercando di capire cosa stesse accadendo e, calmandolo, gli ripeteva che tutto si sarebbe sistemato e che doveva solo calmarsi. Bruno mise tutti all'attenzione e ordinΓ² loro di riprendere a lavorare, e portando Alex in bagno.
- Allora, Alex che succede? Stai litigando con i capi? - chiese Bruno.
Alex sedeva sul ripiano del lavandino in marmo nero, dando le spalle allo specchio enorme che si estendeva per tutta la parete insieme ai tre lavandini per un totale di venti metri, davanti ai lavandini le tre classiche porte di alluminio e pannelli in plastica grigio che chiudevano i bagni al loro interno. Alex fissava le porte in stato vegetativo senza pensare a nulla.
SeguΓ¬ un momento di silenzio mentre Bruno si lavava le mani e si diresse verso sinistra allβ asciugatore per mani che era posto davanti all'ultimo bagno. Poi tornΓ² da Alex e si sedette parzialmente Β sul bordo del primo lavandino vicino al ripiano.
- Alex ... senti, nella vita capitano delle cose che sono frutto di altre cose e ne capiteranno altre a seguire. Belle o brutte che siano tu le vivrai - fece una pausa  perchè aveva catturato l'attenzione di Alex.
- Quel comportamentoΒ non porta a nulla e per una mail sembra esagerato, non credi? -
Mail?! Chi ha parlato di una mail?
SbottΓ² Β Alex in tutta calma ma con sguardo risoluto ed indagatorio.
- Sei davanti ad un monitor Β figliolo; che aspetti che ti dica se non parli? Che una societΓ segreta ti ha contattato per un lavoro e tu credi che sia uno scherzo ed ora vivi sempre il solito giorno????! -
Co-come fai a saperlo? Β
Chiese con un filo di voce, immobilizzato nella stessaΒ posizione, con tutti iΒ muscoli del Β corpo bloccati telepaticamente da Bruno. Stava iniziando a capire che probabilmente Bruno lo aveva fatto Β per evitare che lo prendesse Β per il collo e sbattesse contro le porte.
Bruno sorrise e si mise davanti allo specchio sistemandosi il vestito grigio e il colletto della camicia bianca.
- Non Γ¨ uno scherzo, inizia a prendere una decisione - abbozzΓ² un sorriso guardandolo e poi guardΓ² a terra. Fece per uscire e davanti alla porta si voltΓ² di lato nella sua direzione e con voce profonda disse:
- Sogni d'oro - ed uscì.
Alex cadde in un sonno profondo che mai in vita sua ebbe la fortuna di conquistare, ambizione di ogni dormitore. Raggiungere quello status di profondità che al risveglio ti fa sentire rinato, lavato e stirato e rimesso al mondo. Senza avvertire fatiche e stress inutili, il corpo sembra totalmente nuovo come se non fosse mai stato utilizzato e la mente fresca come l'aria di montagna. Quando riaprì gli occhi all'interno del box sentiva tutte le tastiere e le telefonate lavorare armoniosamente come una musica e quasi sentiva la lancetta dei secondi del grande orologio scorrere; come una molla si alzò proprio per osservare Bruno che come lo vide gli fece un occhiolino e tornò subito a concentrarsi, come se nel contesto non volesse far sapere a qualcuno che sapeva di Alex e che ricordava. Era tutto chiaro adesso: tutto iniziava ad avere un senso. Alex per la prima volta in vita sua sorrise e, compiaciuto di sorridere, sentiva gli occhi illuminarsi e così si mise le mani sui fianchi e iniziò a volteggiare a mezzo busto metà sinistra e metà a destra, poi tornò serio e appiccicò il volto sullo schermo alla ricerca della scritta che attestava che fosse martedì. Felice di questo diede un calcio alla sedia come se avesse calciato sul sedere la sua vita e riassunse la posizione di prima e, a passi lunghi,  iniziò a passeggiare tra i box.
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