𝐗𝐕. 𝑭ILIP 𝑪ASTRO ₉ start a war

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storia ad oc: start a war
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𝐎𝐂'𝐒 𝐈𝐍𝐓𝐑𝐎𝐃𝐔𝐂𝐓𝐈𝐎𝐍 ::

𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ filip
𝐬𝐮𝐫𝐧𝐚𝐦𝐞 ₉ castro
𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐭𝐫𝐲 ₉ polish | white american ancestry
𝐧𝐚𝐭𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭𝐲 ₉ american
𝐩𝐫𝐨𝐧𝐨𝐮𝐧𝐬 ₉ cis amab he | him | his
𝐬𝐞𝐱𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐲 ₉ aroace
𝐚𝐠𝐞 ₉ nineteen years old
𝐳𝐨𝐝𝐢𝐚𝐜 𝐬𝐢𝐠𝐧 ₉ virgo
𝐦𝐛𝐭𝐢 ₉ esfp-t
𝐞𝐧𝐧𝐞𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 ₉ 9w1
𝐫𝐨𝐥𝐞 ₉ member of night falcons

𝐈. ₉ first name

» filip «

Filip.
Quando qualcuno lo chiamava, forse per portare al termine compiti che nessuno voleva fare, chi non lo conosceva s'aspettava d'imbattersi in un uomo avanti con gli anni. Il ragazzo aveva a malapena la capacità di farsi far crescere una barba, figuriamoci immaginarlo con dei baffi brizzolati quanto i capelli.
Fil.
Era un'abbreviazione che lo faceva sentire vecchio, proprio perché pareva un nomignolo d'affidare a un signore sulla sessantina, padre di famiglia e probabilmente proprietario di una birreria. Sicuramente, a meno che non si fosse un Philippe inglese, erano rade le persone che riuscivamo a vedere questo come un appellativo ideale per un adolescente. "Il Vecchio Fil", "Il Veterano Fil": suonavano semplicemente meglio, non c'era niente da fare.
Ma dopotutto, Filip avrebbe con piacere scambiato la sua vita con quella che veniva associata al suo nome. Chissà se ci sarebbe arrivato lui ad avere figli, a trovarsi moglie, a raggiungere l'età per ubriacarsi.

filip è un nome maschile con origini slave, scandinave e greche. è, difatti, una variante del nome greco "Φίλιππος" (philippos), che significa "amante dei cavalli" (formato da φίλος (philos), amante o amico, e ἵππος (hippos), cavallo).
con gli anni è divenuto sempre più comune in paesi come la croazia, la romania e la polonia, quest'ultima è la nazione natia di sua madre.

𝐈𝐈. ₉ last name

» castro «

Il suo era un cognome semplice, corto. Era svelto da pronunciare. In una vita come la sua era utile conoscere persone dai nomi brevi: quando eri bisognoso d'aiuto sapevi chi chiamare. Il fatto era che stava al soccorritore la scelta di effettivamente assistere o meno.
I Castro erano famosi per la loro omertà, una fedeltà che distingueva i cani e i lupi ed evitava come la peste gli uomini. A quanto pare la sua famiglia era formata d'animali. Non si sorprendeva.
Fatto sta che della malavita si può dire tutto, tranne il fatto che all'onore non ci tenga. Per codesto motivo i parenti di Fil venivano lavati col rispetto altrui. In tali ambienti vinceva la paura ma ancora più trionfante era il riconoscimento, un'immensa gratitudine.
I Castro venivano definiti gli angeli custodi dei Night Falcons, c'erano sempre per i compagni. Filip era però giovane, con valori differenti, e ahimè nutriva l'umano terrore della morte. Sapeva che non sarebbe mai stato all'altezza del suo cognome, sapeva che mai nessuno l'avrebbe chiamato in caso di pericolo.
Sarebbe dovuto essere felice, avere una vita relativamente tranquilla e poche morti sulle spalle, eppure si sentiva vuoto. Qual era, allora, il suo scopo?

castro è un cognome originario dalla penisola iberica, di cui è a sua volta derivante dalle lingue romanze. significa, come il termine latino suo genitore castrum, "fortezza" o "castello".
è diffuso nei paesi dell'america latina, ma anche negli stati uniti, da cui il padre di filip proviene e nei quali il ragazzo è nato e vissuto.

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𝐈𝐈𝐈. ₉ age and zodiac sign

» nineteen years old «

I diciannove anni erano l'inizio della fine, la fine dell'inizio. In realtà, non era chiaro cosa fossero, cosa significassero davvero.
Per Filip era solo un ulteriore ammasso di vuoto che cercava inutilmente di riempire la sua vita, niente di speciale.
Non aveva i mezzi per crearsi un futuro, nemmeno le basi di esso. Probabilmente non sarebbe mai andato al college, non avrebbe mai imparato a lavorare legalmente e onestamente, probabilmente non avrebbe mai amato qualcuno.
L'esistenza scorreva così lenta e così veloce, colma di dubbi e confusione.
Fil, poi, era un ragazzo totalmente nella media. La sua mente era proiettata verso il domani, a volte tentava di dimenticare o ignorare il passato. Era giovane e stava guardando passargli davanti i suoi ultimi anni dell'adolescenza, che a lui non gli aveva lasciato quasi niente.
Quel quasi, però, l'aveva reso un essere umano di tutto rispetto: desiderava l'infinito. Era come tutti gli altri, bramava ciò che non avrebbe mai potuto avere.
Sentire l'eternità era una grande ambizione quando sapevi che la tua vita, un giorno, sarebbe stata rappresentata da una lineetta su una lapide di pietra priva di nome e piena di bugie.

filip è nato il 27 agosto del 1972, alle tre del pomeriggio. bè, in realtà dipende da chi lo si chiede. secondo sua madre, che tiene conto del fuso orario in polonia, la donna ha dato alla luce suo figlio alle sette di mattina. nel dubbio, il ragazzo festeggia sempre a mezzanotte.

» virgo «

"grown ups are complicated creatures, full of quirks and secrets"
- roald dahl

» reliable, humble, helpful, loyal, over worried, self-critical, people pleaser, hardworking, witty, loving, aesthete «

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𝐈𝐕. ₉ faceclaim and physical appearance

» young matt dillon «

"Sicuro d'essere un membro della tua famiglia? Sembri così docile!" gli diceva chi sapeva l'apparente ruolo nel mondo di Filip.
Non aveva mai capito davvero cosa questo significasse. Poi raggiunse un'età abbastanza matura per guardarsi allo specchio ed essere consapevoli.
Assomigliava ai suoi genitori, a sua madre in particolare, e ahimè non era vero che non si vedesse in quale ambiente fosse cresciuto. Era solo che la gente cresceva con dei pregiudizi.
Sul suo volto c'era spesso un'espressione confusa, definito dalle sopracciglia che potevano essere o corrucciate o alzate dalla sorpresa. I mafiosi sarebbero dovuti essere furbi e impassibili, secondo la mente maleducata altrui non si potevano nemmeno permettere di lasciar penetrare le loro emozioni nella realtà.
Vogliamo parlare delle sue labbra? Rosee, a volte socchiuse per mano della sprovvista e altre all'insù. Sapete, aveva anche più tipi di sorrisi: un accenno, semplice e accompagnato da un chino basso e un viso imbarazzato; un ghigno suscitato dalle situazioni della vita più ironiche, oppure da una delle sue battute; un impercettibile sollevamento degli angoli della bocca, un gesto che cercava di infondere sicurezza per gli altri; un sorriso falso quanto vero, i cui genitori erano il carisma e il desiderio d'intrattenere e incantare gli altri; e infine c'era quello che tendeva a celare con la mano, praticamente il sole dipinto sul suo volto.
Non ci si poteva dimenticare dei suoi occhi di cioccolato. Parevano illuminare i suoi alti zigomi, luccicanti com'erano. Non è che fossero speciali, sapete, anzi. D'un colore banale, d'un taglio e forma banali. Avevano un certo fascino, però: adottavano uno sguardo differente per ogni loro sentimento, e nonostante ciò rimanevano comunque perennemente buoni.
Poi, bè, c'erano i dettagli, quel che non contava né nella malavita né nell'esistenza ordinaria di tutti i giorni. Per esempio, doveva ancora concludere la sua crescita, eppure aveva già superato suo padre in altezza, arrivando ai 6'0". Oppure c'erano i capelli castani, trascurati quanto morbidi, tenuti corti per evitare il dolore della spazzola e dei famigerati nodi. Sul suo corpo si poteva vedere anche qualche livido, o qualche graffio e vecchia cicatrice, ma questo lo nascondeva sempre.
Insomma, fisicamente non era l'ideale altrui di malessere o malvivente.

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𝐕. ₉ role

» member of the night falcons «

Realizzò chi sarebbe dovuto essere troppo presto.
O meglio, ogni singolo avvenimento nella sua vita era servito a ricordargli il suo posto nel mondo.
Gli sguardi spaventati degli insegnanti quando i suoi genitori o alcuni amici di famiglia andavano a prenderlo a scuola, le liti che i suoi facevano da mattina a sera sussurrando, suo padre che scompariva per giorni interi e tornava esausto, le bottiglie di liquore che sparivano una bellezza dalla credenza. Insomma, Filip era cresciuto nella disperazione più totale. Allo stesso tempo era la sua normalità.
Non era da tutti venir imparato a portare coltelli nelle tasche nei pantaloni, era inusuale che un bambino fosse già un ottimo cecchino, per non parlare di quanto fosse strano che un ragazzino sapesse perfettamente almeno cinquanta modi per uccidere una persona e nasconderne il cadavere.
Sapeva, fin dalla più tenera età, che non era come gli altri. C'era un abisso che divideva la realtà altrui e la sua.
Quando gli si chiedeva "che lavoro vuoi fare da grande?", Filip rispondeva di non avere ancora alcuna idea. Non era vero, ovviamente. Però il giovane era consapevole di non poter compiere scelte di testa tua, anche da ragazzino.
Era un membro dei Night Falcons, d'una gang, ed era stato allevato con valori di lealtà, fiducia e omertà. Mai aveva cercato di trovare opzioni alternative della sua vita, s'era rassegnato, ormai tutto gli andava davvero bene. Dopotutto, forse sarebbe morto violentemente e prima del tempo: una morte che annullava le persone. Avrebbe facilitato il lavoro se già non fosse stato nessuno.
Col tempo crebbe lui, e con lui le sue paure. Tante cose lo terrorizzavano, e altrettante si domandava. Quella che meglio avrebbe potuto riassumere le altre era: "Sarò mai libero di essere umano?" .
No.

☽☼☾

𝐕𝐈. ₉ backstory

la storia di filip comincia prima della sua nascita, prima di venir addirittura concepito nei pensieri dei suoi genitori.
era la fine degli anni '60 quando cominciò il suo racconto. sua madre lavorava per l'accademia polacca delle scienze, si occupava delle riserve naturali, in particolare di quella dei konik. era affezionata a quegli animali, i quali si confondevano con i cavalli imponenti, quando in realtà non superavano il metro e quaranta.
la donna adorava fare un mestiere che contribuisse al benessere della natura, evitare ch'essa venisse oppressa e la biodiversità decimata. era felice dove stava.
poi incontrò un uomo. ne aveva conosciuti altri in passato, alcuni tedeschi e altri russi e altri ancora austriaci, che ci tenevano a farle la corte. lei, però, aveva sempre abbracciato le attenzioni e rifiutato chi gliele dava. questi pretendenti erano carenti di carisma, di valore, di carattere. questo tale così interessante aveva tutti questi tratti.
dai capelli scuri e il sorriso satirico, quest'uomo era straniero, un americano che probabilmente s'era perso. forse s'era fermato per il cammino, con l'intenzione di andare in russia a fini commerciali. egli, infatti, si vestiva bene e sobrio certi giorni e in altri pareva elvis presley. col celeberrimo cantante, inoltre, aveva in comune il fascino dell'insaziabile romantico. un animo eccentrico, era quello dell'uomo, accompagnato dall'amore sgargiante e passionale. inutile dire che l'americano la conquistò subito.
la donna lo seguì ovunque, anche quando la loro storia era vergine e inesperta. ci si trasferì insieme, lo sposò e con lui imparò a conoscere anche la sua vita.

Era sempre stata una donna speranzosa nel futuro, gioiosa e brillante come una stella nel cielo. Veniva individuata come persona di classe, dalla vita promettente. Avrebbe dato lustro alla sua madre patria, questo era sicuro per tutti i suoi colleghi di lavoro e conoscenti.
Poi convolò a nozze con un uomo americano, dalle mani possenti ma il tocco delicato, il viso duro ma il sorriso dolce. Bello e buono, esattamente il tipo che sua madre le aveva sempre detto di conquistare e sposare.
È solo ch'era stato proprio lui a ingraziarsi l'amore della ragazza, non il contrario. Le aveva fatto credere in un'illusione, che svanì solo quando la coppia giunse in Texas.

« Vorrei vederti più di due volte a settimana » gli disse lei. La sua voce a malapena un respiro. Era seduta al tavolo da pranzo, il suo compagno dinanzi a lei, il volto cupo.
« Lo sai che ho un lavoro difficile e che non lo rende possibile » ribatté lui. Il tono quasi seccato, allo stesso tempo automatico.
Avevano avuto la stessa discussione due settimane prima, e ancora il mese scorso. Faceva parte della loro routine post-matrimoniale.
« Lo so. Ma sei mio marito ed io per te ho lasciato tutto » decise allora di replicare la donna. Ed era vero, aveva buttato la sua vita intera per un uomo che aveva pensato d'amare. Un uomo colmo di malessere, il quale stava diffondendo a lei.
« Si fanno certi sacrifici per la strada » mormorò lui, sorseggiando da una bottiglia di birra. Poi si alzò e se ne andò
Lei non poteva far altro che concordare. Per l'uomo che aveva creduto di sposare si sarebbe privata d'ogni bene che possedeva. E, infatti, così aveva fatto. Ora voleva tornare indietro, ma non era possibile.
Era seduta a tavola da sola, si sentì una lacrima percorrerle la guancia bianca, se la tolse con una mano e con l'altra si accarrezzò il grembo.
Era troppo tardi.

filip nacque il 27 agosto del 1972, nei dintorni di lonewill, in un pomeriggio bollente. si diceva che si sciogliesse l'asfalto delle strade e che suo padre rinunciò al gel per i capelli dopo anni d'un uso persistente. era frutto di un travaglio abbastanza lungo, e di un amore che s'illudeva ancora d'esser vivo. poche cose sa di quel giorno, se non che sua madre avrebbe tanto voluto assistere alle olimpiadi in germania.
crebbe con una donna esausta come genitrice e un padre che cominciò a farsi vivo solo quando fil era grande abbastanza da impugnare una pistola.
il ragazzo non ebbe un'infanzia, diciamo, "nella norma", anzi. era cresciuto come un membro dei night falcons, e sarebbe morto tale. come il padre, dovette apprendere ad accorere in aiuto dei suoi superiori, assecondarli e cogliere le loro parole come oro colato. era una pedina degli scacchi, un burattino che si muoveva sotto i comandi altrui.
ma, dal momento che abitava in america, tutto poteva passare inosservato.
voglio dire, negli spogliatoi delle scuole secondarie era più che solito vedere un ragazzino con cicatrici lungo il corpo; era abitudine che un alunno si portasse dietro un coltello o più nelle tasche dei pantaloni; sarebbe stato strano se un bambino non avesse avuto una mira da cecchino; era straordinario quello studente che aveva un futuro differente dallo spacciatore o dal sicario.
quindi la scuola non fu un problema: filip era svelto e brillante, come la madre, e si poteva confondere con la massa che lo circondava.
c'era stato qualcosa, però, che l'aveva marchiato a fuoco a vita: i traumi religiosi. quelli che gli causavano rabbia, una frustrazione che mai sarebbe potuta essere più umana. gli avevano intossicato la visione che aveva del mondo, una volta ch'era grande abbastanza da capire. era nato per compiacere, assecondare, essere zitto per l'onore. e sua madre, donna che solo con la fede riuscì a sopravvivere, notò questo cambiamento nel figlio e cercò d'aiutarlo facendogli conoscere ciò che l'aveva salvata.

Filip si sentiva a disagio in una terra consacrata.
Sua madre l'aveva portato in una piccola chiesa nei dintorni di casa loro, più vecchia dei due messi insieme, con la vernice scrostata e un crocifisso intagliato nel legno.
Era vuota la struttura, non c'era nemmeno un prete, e si riusciva a sentire anche il più minimo dei movimenti e dei respiri altrui o propri. Non era abituato a tale calma, la quale sembrava però disumana, tesa.
Sua madre, mentre il giovane si guardava intorno, s'era diretta verso una delle panche in prima fila, dinanzi all'altare, e s'era inginocchiata.
Il ragazzo la seguì e imitò lo stesso comportamento. Non ne capiva il significato, lui. Suo padre non era religioso, aveva deciso di non battezzarlo. Era la prima volta, quella, che il giovane metteva piede in chiesa.
« Dio mi ha aiutato tanto. È sempre pronto ad aiutare chi ne ha bisogno, chi è buono. » disse la donna.
Il figlio la guardò un attimo, il suo profilo stanco e segnato da degli anni che non aveva. I suoi occhi erano rivolti al crocifisso sofferente, colmi di speranza e affetto. Uno sguardo che avrebbe dovuto dare a suo padre, o a lui.
Il ragazzo deglutì, abbassò il capo, e lo rialzò per ritrovarsi a guardare la figura di Cristo. Passarono i minuti, e tale rappresentazione lo fece piangere.
Chi l'avrebbe detto a sua madre che non erano degni dell'aiuto del Signore? Che mai aveva avuto l'assistenza di Dio, perché era indifferente a persone come loro. Forse aveva amministrato i loro dolori, come guidava lo scorrere dell'acqua nei fiumi.
Filip era stato cresciuto per sopravvivere nella malavita, un Inferno in superficie, non aveva il tempo per pensare al Paradiso, alle seconde occasioni.

sapete, non è che filip non sia credente. lui se lo sente che effettivamente c'è una forza superiore da qualche parte, perché non è possibile credere sempre al caso.
il destino non se lo cuce l'uomo, lo dicono anche i miti con le tre parche e il loro filo d'oro, ma qualcos'altro. qualcosa esiste che amministra il mondo, qualcosa che forse è sadico.
fatto sta che questa fede della madre divenne più forte col passar degli anni. la donna cercò tante volte quasi d'imporre la religione al figlio, come se credere fosse qualcosa che s'impara e non con cui si nasce dentro. filip, però, colui che compiaceva tutti, non riusciva ad assecondarla. il ragazzo vedeva morti e sangue, ragazzini più piccoli di lui spacciare, le ferite sul suo corpo che aumentavano durante gli allenamenti che lo preparavano al suo imminente futuro.
se avesse cominciato a credere, allora avrebbe avuto ragione di pensare che il mondo stesso fosse terra sconsacrata, dimenticata da dio e presa in custodia dal diavolo. non era l'eden la terra, bensì l'inferno.

☽☼☾

𝐕𝐈𝐈. ₉ personality

he is: aesthete, reliable, self-critical, people pleaser, loyal
alignment: neutral good
mbti: intrattenitore, esfp-t
enneagram: 9w1

" non c'è nulla che renda più infelice una persona con il tipo di personalità dell'Intrattenitore del rendersi conto di essere bloccata dalle circostanze, impossibilitata a raggiungere gli amici "

filip vive per gli altri.
è sempre stata così la maniera in cui le cose andavano: lui che si spaccava in due per le persone che amava. non c'erano ulteriori modi, il ragazzo era stato cresciuto per assecondare e compiacere chi era superiore e più anziano di lui.
non è un mistero, infatti, che il suo carattere sia stato plasmato col tempo dalle esperienze che ha vissuto. molto combacia perfettamente con gli eventi avvenuti durante la sua breve esistenza.
per esempio, come detto prima, sente il bisogno di aiutare gli altri, di assisterli, di renderli felici e compiacerli. è una necessità che ha imparato, per lo più, a rendere sua e a momenti perenne per far sorridere i ragazzini che durante gli allenamenti si facevano male e si mettevano a piangere, o i bimbi di al massimo tre anni che singhiozzavano con le lacrime agli occhi perché mancavano loro i genitori impegnati in qualche missione. vuole rendere la loro infanzia il meno sgradevole possibile e fargliela godere. filip dovette apprendere ad andare in bicicletta da solo, sbucciandosi i ginocchi tante e troppe volte, mentre ora è lui a insegnare ai bambini ad andarci, accompagnandoli da dietro il sedile e lasciandoli correre via, urlando loro parole di rassicurazione. è il guardiano dei più giovani, dei figli dei membri dei night falcons come lui.
però, sapete, lui, in realtà, intrattiene chiunque gli sembra bisognoso d'un po' di gioia. i suoi coetanei o gli uomini poco più grandi di lui destinati a compiti ardui, li solleva con battute sarcastiche e certezze dette al vento; le donne dalla bellezza mozzafiato ma trascurata e malincolina sorridono udendo i suoi complimenti, quei dolci complimenti senza malizia che le madri bramano sentirsi dai figli; i più anziani tendono a invitarlo a sedersi al loro tavolo solo per ridere alle sue battute ironiche perennemente pronte.
poi, bè, nonostante tutto ciò che fa e quanto buono possa apparire, è comunque cresciuto in un ambiente criminale e la sua mente è stata influenzata da questo. è uno stratega: ha dei piani sempre pronti e a cospetto dei suoi superiori o durante un compito da essi assegnatogli ogni sua mossa è calcolata a dovere. ha, inoltre, una memoria che fa paura: non dimentica niente, e in una realtà dove l'omertà, l'onore e la lealtà sono fondamentali, non è nemmeno capace di scordare un torto e di perdonarlo.
sapete, si pensa che in futuro filip diverrà, lo dico in inglese perché rende meglio l'idea, the night falcons' bitch. il ragazzo reincarna la parola dell'illustre giovanni verga: è vinto chi combatte il destino con cui è nato, non chi si rassegna a esso e decide di viverlo. è cresciuto in una famiglia di criminali, morirà come un criminale, e gli va bene, si accontenta con poco. non fa niente per modificare questo, non ha la grinta dei suoi giovani coetanei, e non vede il motivo per avercela. fil è già ora, effettivamente, il cane della gang, o almeno un cucciolo che si sta addestrando: leale, amante dei bambini, responsabile, coraggioso, gentile, protettivo, fedele e affidabile, felice con poco. l'unica cosa è che non è un cane da guardia ideale, filip ha paura della morte, non sarebbe disposto a prendere un proiettile nel cuore per qualcun'altro, questo si pensa sia un dettaglio d'aggiustare.
e, infine, vi confido una cosa: fil è un esteta. è un verista, sa e vive il brutto della vita, ma ciò gli rende anche possibile godersi le piccole cose che il mondo offre. tutto può essere una meraviglia se colto con un occhio giusto, un pensiero aperto. è quel tipo di turista che scatta foto ai dettagli che più lo colpiscono e finisce per riempire la memoria della fotocamera o del telefono, ma non è colpa sua se ama la bellezza. per togliergli il fiato basta anche solo la vista delle foglie multicolore che d'autunno si lasciano trascinare via dal vento fresco.

☽☼☾

𝐕𝐈𝐈𝐈. ₉ what does he like and dislike?

𝐋𝐈𝐊𝐄𝐒 :

le camicie - " non hai altro nell'armadio?

il tramonto e la notte - " non hai foto del giorno nella tua galleria?

le caramelle hubba bubba - " come fai a non avere ancora nessuna carie?

l'autunno - " fil! non saltare nel mucchio di foglie!

i fiori - " mi spieghi come ti sei fatto pungere da un'ape?

i bambini - " non so dove sia tuo figlio, dolores. prova a cercare filip, gli starà insegnando a dire "zio fil" o qualcosa del genere

le biciclette - " te la medichi tu la sbucciatura, intesi?

le moto - " la prossima volta o metti il casco o non sarà la vita a passarti davanti agli occhi, ma la morte

il sarcasmo - " madonna, quel ragazzo ha proprio la lingua lunga, eh?

i cani e i gatti - " ho appena visto filip coccolare il suo gemello scomparso, giuro

la coca cola - " ti sei seriamente scolato una bottiglia di coca da un litro in tipo due minuti?

i melodrammi - " ti ho già detto che non so quali siano le risposte agli enigmi di turandot!

𝐃𝐈𝐒𝐋𝐈𝐊𝐄𝐒 :

la semplicità - " la collana hawaiana era necessaria?

il gel - " lo so che i miei capelli fanno schifo! filip mi ha buttato via tutto il gel che avevo

la serietà - " mi spiegate perché ho appena visto fil vestito da clown?

il freddo - " se cercate filip, è sotto quelle tre coperte e i due piumini

le ingiustizie - " cazzo filip, sei un gangster non un poliziotto morale!

la liquirizia - " ua, fil, ti ho dato una caramella, non veleno!

le sigarette - " no, non ho sigarette, mi spiace. è da qualche mese che non fumo più, mi facevano paura le occhiatacce di filip

troppa gente - " filip è sotto a uno dei tavoli, lo sai che non gli piacciono i grandi gruppi di persone

l'inverno - " quanto si vede che è nato in estate „

il troppo caldo - " l'ultima volta che ho visto il mio ventilatore è stata quando filip è entrato in casa mia e se l'è preso „

i ghiaccoli - " non stai morendo, hai solo i denti sensibili! „

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𝐈𝐗. ₉ sexuality

» aroace «

"Non sei in grado d'amare" gli cominciarono a dire coloro a cui aveva confidato una parte di sé.
Era una bugia, ovvio. Una menzogna ignorante, di chi non sa e rifiuta di sapere.
"L'amore è tutto ciò che ci fa sopravvivere in questo mondo" gli dicevano.
"Cambierai idea"
"Ti adatterai alla realtà che viviamo"
"L'uomo ha dei bisogni"
"Vorrai avere dei bambini. Tu ami quei piccoli demoni! Immagina averne uno tuo"
"Tua madre ha già sofferto così tanto, vuoi anche privarla della gioia di accompagnare suo figlio all'altare? O di avere dei nipoti?"
"Sei ancora giovane, poi capirai"
Ma cosa c'era da capire? Perché doveva sentirsi in colpa? Perché tutti credevano che non sapesse amare?
Se non avesse saputo voler bene a qualcun'altro sarebbe scappato di casa durante la prima adolescenza, ma era rimasto.
Non se ne sarebbe andato perché amava troppo.
Amava troppo i suoi genitori. Amava troppo i vecchi che gli facevano bere illegalmente alcolici. Amava troppo i bambini che correvano da lui quando cadeva loro un dente. Amava troppo la bellezza delle piccole cose che formavano la sua vita, ciò che lo rendeva felice.
Nella sua immagine futura si sentiva Peter Pan: non voleva che niente cambiasse. Nel suo quadro per un domani non rientravano figli o mogli o amanti.
Lui era contento di godere in eterno della semplice stravaganza dei giovani, e non la voleva perdere.

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𝐗. ₉ quotes

« vorrei tanto dirti "non sei mio padre", ma poi non avrebbe senso. non lo vedo mai a quel cristo, educazione zero da parte sua »

« non sono stato io! »

« non sono drammatico! » disse filip con una mano sul petto, l'altra sulla fronta e un'espressione indignata sul volto

« io fondamentalmente non voglio morire, ma nel caso accadesse secondo te posso chiedere al mio assassino di venir ucciso con classe? »

« non ho capito niente, ma suppongo sia lo spirito che conta »
(questa frase si può anche dividere. "non ho capito niente" e "suppongo sia lo spirito che conta" possono essere periodi indipendenti)

« sapete ciò che dicono, no? "rispettare gli anziani". secondo i poteri conferitomi dal mio nome, sono più vecchio di tutti voi. veneratemi »

« madonna ma la mia vita è materiale perfetto per creare un melodramma serio »

« non chiedetemi pareri, io sono neutrale come la svizzera »

« non so se essere disgustato, inorridito, terrificato o meravigliato »

« uau, colpo di scena »

« dai, fammelo vedere un bel sorriso! »

« io faccio ridere intenzionalmente, tu sei un coglione patetico, e sai com'è, in casi talmente ridicoli si ride per non piangere »

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𝐗𝐈. ₉ aesthetic and outfits

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𝐂𝐀𝐍 𝐇𝐄 𝐃𝐈𝐄?
dirò questo per entrambi gli oc: ho scelto loro ruoli in cui è quasi difficile non morire. ovviamente mi dispiacerebbe vederli spirare, ma riconosco che sarebbero delle morti addirittura scontate secondo certi punti di vista

𝐂𝐀𝐍 𝐇𝐄 𝐁𝐄 𝐇𝐔𝐑𝐓?

𝐂𝐀𝐍 𝐇𝐄 𝐇𝐀𝐕𝐄 𝐀 𝐋𝐎𝐕𝐄 𝐈𝐍𝐓𝐄𝐑𝐄𝐒𝐓?
no...

...𝐁𝐔𝐓 𝐇𝐄 𝐍𝐄𝐄𝐃𝐒 𝐑𝐄𝐋𝐀𝐓𝐈𝐎𝐍𝐒𝐇𝐈𝐏𝐒
sarei veramente grato se chi ha come oc un o più membri dei night falcons lo scrivesse, magari ipotizzando un rapporto tra il loro personaggio e filip

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